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Racconti erotici sull'Incesto

Sogno o realtà?

By 11 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Era da tempo che il lavoro mi stancava e non vedevo l’ora che arrivasse il week end per godermi il meritato riposo e gustarmi quattro chiacchiere con mia figlia Giulia, splendida 20enne, sempre piena di argomenti e cose simpatiche da dirmi.

Giunse il ponte del 25 aprile e finalmente potevo gustarmi un po’ di pace. Prima di tornare a casa, andai a bere qualcosa con i miei colleghi e, forse la troppa birra, avevo la vescica che stava per esplodermi. Feci a tempo a chiudere la porta del garage e aprire la porta senza farmela addosso ma, giunto alla porta del bagno, scoprii che era occupato da mia figlia.

Si stava facendo un bid&egravet ed era seduta con indosso solo una canottierina rosa e delle calzette di cotone, sempre dello stesso colore. Canticchiava qualcosa e la vedevo talmente intenta a lavarsi bene la vagina che non pareva nemmeno m’avesse sentito entrare. Io mi stavo trattenendo il pacco per evitare di farmela nei pantaloni e la chiamai per far sì che si sbrigasse.

< Oh papà'scusami ma poi devo depilarmi'vieni pure, io non mi sconvolgo!>

‘Non si sconvolge’ diceva lei, certo ma io un po’ ero preso dalla visione di quelle chiappe bianche aperte verso di me, potrete capire che non era proprio il massimo della vita pisciare accanto ad una figlia con le gambe aperte! Però non feci tempo a dire nulla che la forza di libertà della vescica, mi spinse a slacciarmi la patta e tirarmi fuori il cazzo che, era proprio alla stessa altezza del viso di mia figlia. Eravamo uno di fianco all’altro e io, rosso in viso, facevo finta di niente, immaginandomi che non ci fosse nessuno. Inizia a pisciare tutto nel wc mentre notavo con la coda dell’occhio che mia figlia ammirava il mio pene e non si sentiva certo in imbarazzo’

Mentre me lo scrollavo lei sorrise e disse una frase che ogni padre non vorrebbe sentire mai.

< papà, ma lo sai che hai un bel cazzo?>

Il cuore finì la sua inarrestabile corsa per almeno due secondi, la birra salì sino in gola e il sangue correva tra il cervello e il mio uccello. Riuscii solo a dire una cazzata, forse la frase più sbagliata che potessi dire.

< Grazie tesoro, mi fa piacere che lo trovi così interessante>

< Hey ma che hai, papi? Ti vergogni della tua bambina? In fondo so benissimo che sono nata dal tuo seme uscito da quel'coso enorme!> e rise come una stupida.

Io, sempre fermo col mio pene fuori dai pantaloni, mi girai verso di lei e cercai di trattenere le mie pulsazioni per evitare un indurimento del membro: < Stupidina di papà, ma che dici? Non ti vergogni a guardare il cazzo di tuo padre in questo modo?>

< No, perché mai?! Anzi, aspetta che te lo pulisco io'> .

Mentre realizzavo ciò che mi diceva, aveva preso un pezzetto di carta igienica e si accingeva ad asciugarmi la mia cappella violacea mentre lei era sempre messa seduta con le gambe spalancate, dove era in gran risalto quel suo triangolino nero di peli, ben curato e quei bei seni che si intravedevano dalla canottiera. Il mio pene non resistiva a tanto e divenne più duro che mai. La salivazione mi si era azzerata e non sapevo come tirarmi indietro anche perché, la cosa, lo ammetto, iniziava a piacermi.

< Ecco fatto, papi, adesso puoi ritirarlo'anche se, da duro &egrave molto più affascinante, sai?>

Alludendo come una troia da film porno di serie b iniziava a menarmi l’uccello su e giù, intercalando qualche frase come ‘Ti piace così, paparino?’ o ‘Vado così o più veloce?”insomma, mi stava facendo una sega e io non sapevo che fare per liberarmi da quella presa così eccitante e morbosamente fuori legge’le presi la testa e l’accarezzai mentre lei continuava a farmi una sega sempre più forte giungendo quasi all’orgasmo, la fermai e sospirai due parole: < amore mio, papà sta venendo'se continui così dovrò sborrare e..>

< 'e' cosa'vieni pure papi, sborra, lasciati andare, te la meritavi questa pippa, dai, lasciati andare, lasciati andare alle mani di questa tua bambina viziosa!>.

A tali parole non resistei a lungo, fiotti di sborra partirono contro le piastrelle del bagno mentre la sua mano continuava a spremere e spremere per farmene uscire sempre più.

Esausto, rimasi con gli occhi semi chiusi a guardare la sua faccia sorridente che mi guardava e che faceva cenno ad una masturbazione ma lo shock giunse quando si alzò e si mise a pecora col culo verso di me, guardandomi con occhi da gatta e dicendomi cose che non avrei mai immaginato:

< Guarda papà, hai sporcato tutto il bagno'il tuo sperma &egrave attaccato alle pareti'forse &egrave il caso che io pulisca!>. Detto e fatto, tirò fuori la lingua e iniziò a leccare tutto lo sperma sulle piastrelle, dandomi il culo in faccia mentre con le dita si masturbava la sua giovane fighetta.

< Ti piace leccare la sborra di papà, porcellina?>

< Sì papi, la tua sborra &egrave molto buona e mi piace fare la troia con te'però adesso tocca a te, non trovi?>

Si allargò le chiappe con le mani e mi chiede di leccarle culo e figa. Non resistei; eri mia figlia ma hi se ne frega, era adulta e consenziente ed io ero in astinenza da troppi mesi! Presi dunque coraggio e iniziai a leccare tutto il suo ben di dio toccandole i seni e palpandola ovunque fin quando si contorse dal piacere, inondandomi la bocca di umori caldi e salati.

< Oddio papà, sei stato grande'ora però lasciami sola, devo finire il mio lavoro di restyling'ti prometto che godremo ancora insieme>.

Mi alzai i pantaloni, presi due fogli di carta igienica, le sorrisi, la accarezzai ed uscii dal bagno, dirigendomi in salotto dove, un po’ ubriaco ed un po’ esausto, mi addormentai di botto sul divano.

Mi svegliò il suo richiamo. Era truccata ora e con i capelli neri gonfi e pettinati come una diva. Aveva indosso un completino in pizzo nero e delle calze autoreggenti con delle scarpe alte con i tacchi. Non aveva niente altro.

< Sì, scusami, mi sono addormentato e ho sognato che io e te'va beh, non importa, che ci fai vestita in quel modo?>

< papà, te l'ho detto stamattina, devo andare ad una festa e stasera non ho preparato nessuna pietanza'come mai sei ancora lì?>

< Qui?...boh, devo essermi addormentato appena tornato dal lavoro e'ma che cazzo ci fai vestita così?>

< beh, perché, non ti piaccio? Sembro troppo una sgualdrina?>

< No, no, anzi, ti donano molto quei'come dire'completino intimi ma'prima stavo sognando o'>

< 'o' cosa? Papi, la devi smettere di bere troppa birra, poi ti dà in testa'ma mi trovi davvero 'sporca' con questa biancheria intima addosso?>

< No tesoro sei'sei fantastica, come lo era tua madre.>

< Grazie papi. Tutti all'università dicono che sono una zoccola>

< Oddio, e perché mai? Ma poi, sai, la gente dice un sacco di cattiverie per invidia'probabilmente &egrave qualche tua amica grassa e merdona che, guardando te, si innervosisce e va in giro a dire cattiverie'sai com'&egrave, no?>

< No, non lo so ma potrebbe essere come dici tu'ti piaccio davvero papi?>

< S-sì'stupenda, lo dico sulo serio'anzi, mi stai eccitando figliola mia'direi che &egrave il caso che tu ti vada a vestire!>

< Prima guardami se mi sta bene il perizoma>

Si voltò e vidi quel suo culo marmoreo diviso da una linea nera tra le due chiappe, contornato da quelle calze autoreggenti che le stavano da dio, con quella linea rossa che demarcava la metà delle cosce. Non stavo più nella pelle. Si mise a pecorina e mi guardò dal mezzo delle gambe, aprendole leggermente.

< Allora papi, che ne dici? Ho un bel culo con questo perizoma?>

< Sì, hai un bel culo e ti scoperei brutta troia'ehm'oddio, scusami, non volevo!>

Mi sentii in colpa e rimasi di sasso ma non stavo più in me, mi sembrava di essere di fornte ad una troia e non a mia figlia, ad una donna che fosse una mia schiava e non la mia creatura, insomma, mi scappò quella frase terribile e non seppi come togliermi le mani dal viso che coprivano il mio pallore e la mia sudorazione accelerata’&egrave finita pensai, scapperà di casa ma’mi dovetti ricredere.

< Sono contenta di essere considerata una donna da te, e soprattutto volgare e''troia', come ti piace chiamarmi'allora guardami papà, guardami mentre mi masturbo di fronte a te'sono la tua cagna e merito di essere scopata come tale'dai guardami papi, guarda tua figlia'la troia!>

Aprii le mani e la vidi in ginocchio col culo verso di me e tre dita nella figa che andavano dentro e uscivano in velocità mentre con l’altra mano si strizzava i seni e con la lingua cercava di implorarmi a fotterla.

Mi alzai in piedi, mi tolsi i pantaloni, presi il mio cazzo in mano e mi diressi verso la testa di quella cagna di Giulia. La presi per i capelli e la tirai su, all’altezza del mio pene:

< Leccami il cazzo, troia di papà'se sapevo che eri così cagna, ti avrei inculato tempo fa, puttana!Succhia!>

Lei iniziò un pompino di quelli storici portandomi in estasi nel giro di pochi minuti.

< Voglio che mi penetri papà, ora, adesso! Voglio sentire il tuo cazzo sprofondare dentro di me! Muoviti bastardo!>

< Tienilo tutto puttana!>, la schiacciai contro la parete, le aprii le chiappe e infilai il mio cazzo nella sua figa rovente e piena di umori caldi. La scopai selvaggiamente ma a lei non bastava, era ninfomane e vogliosa al punto tale da offrirmi il culo’l’ano a suo padre.

Ricevetti l’ordine senza pensarci due volte e tirai fuori l’asta dalla vagina bagnata per ficcarglielo in culo, tirandole la testa per i capelli.

< Toh! Giulia! Spaccati il culo col cazzo di tuo padre, vacca che non sei altro, sei peggio di quella porca di tua madre!>

< Sì, papà, fottimi, fottimi sino all'alba, ho voglia che il tuo sperma mi riempia e che tu mi prenda sempre e quando vuoi tu'sono la tua schiva di piacere, sono la tua mignotta, sono tutto ciò che vuoiii..iiaaaargh!>

Venne copiosamente e, una volta liberatasi dalla mia presa, si girò per inondare la mia lingua della saliva della sua bocca, portandoci ad un bacio passionale che durò qualche istante.

Mi girava la testa e non capii più nulla. Mi rigettai sul divano guardandola che sorrideva e raccoglieva il suo perizoma, inoltrandosi nel bagno.

Chiusi gli occhi e mi addormentai.

Mi svegliai il giorno dopo ed ero vestito. Giulia passò davanti a me, mi salutò e mi riprese dicendomi solo < Dovresti smetterla di bere troppo'poi, oltre a non cenare, ti addormenti di frotne alla tv!>. Andò in cucina a preparare il pranzo mentre una banda suonava l’inno nazionale per festeggiare il 25 aprile sulla via non più trafficata che stava sotto le miei finestre.

Fu un ottimo 25 aprile e però non capii mai bene una cosa’

Ma, mia figlia, me la scopai veramente o no?

Lei non fece più niente ma il dubbio rimane. Era’sogno o realtà?

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