(Postojna Jama)
Teta Yula, l’ho sempre chiamata così. è la sorella minore di mia madre. Ci veniva a trovare spesso. Noi abitavamo in una piccola villa, a Gorizia, in Via Balilla, e lei arrivava da Postojna, dove abitava col resto della famiglia.
Sì, mamma è slovena, ed è la prima di sei figli.
Quando sono nato io, Teta Yula (teta è l’appellativo affettuoso di ‘zia’), aveva solo dieci anni, e le piaceva farmi da mammina, tanto che tutte le volte che poteva faceva un salto da Postojna (quando era italiana si chiamava Postumia), dove anche io andavo spesso, da zio Stano, un fratello di mamma.
Frequentavo la prima media quando Teta Yula mi portò a visitare le famose grotte della sua città, Postojna Jama, mi spiegò tutto, con grande pazienza, ed anche come si formavano le stalattiti che pendevano dalla volta della grotta e le stalagmiti che si ergevano dal suolo, alcune veramente imponenti.
Quella apertura nella roccia, di così tanti colori, dal rosa al grigio, ai riflessi alabastro e azzurri, mi incantava, aveva qualcosa di magico, di ammaliante.
Entrare nelle viscere della terra mi dava una sensazione eccitante, che non sapevo descrivere. Anche in seguito mi facevo accompagnare da lei, e poi ci andai pure da solo, quando fui più avanti negli anni. La Jama mi infiammava sempre più, l’eccitazione aveva qualcosa di sensuale, carnale’ tanto che, dopo averne chiacchierato con gli amici, finimmo col chiamare ‘jama’ quanto di prezioso e desiderabile hanno le ragazze tra le gambe.
‘Ostrega che Jama!’
La parte posteriore della ragazza, altrettanto appetitosa, se non più, era Sveta Gora, il Monte Santo che, come sapete non è lontano da Gorizia.
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Col trascorrere del tempo, Teta Yula appariva ai miei occhi, e quindi stimolava i miei sempre accesi sensi, come una splendida Jama senza dire del suo Sveta Gora che meritava più di un pellegrinaggio!
Sveta Gora, Monte Santo! Quel ‘santo’ mi eccitava, perché io avevo l’aspersorio adatto per benedirlo!
Ormai erano passati degli anni, io ero iscritto all’Università, Teta Yula non s’era sposata, era verso i trenta e io verso i venti! Non perdevo occasione per abbracciarla, carezzarla, e lei mi guardava con certi occhi!
Solo pensando a lei mi eccitavo da pazzo, e anche se ero in intimo colloquio, come usa dirsi, con qualche donna, la mia mente fantasticava che fosse lei tra le mie braccia.
Ero immerso in questi pensieri, più esatto dire fantasie, mentre ancora una volta stavo navigando tra le varie grotte d’Italia, e adesso erano quelle, bellissime, di Castellana, in Puglia.
Nella camera a fianco era ospite la mia splendida zietta, Teta Yula, una presenza incantevole, ma nel contempo inquietante. Certamente provocante e conturbante. Facevamo lunghe passeggiate, e, ironia della sorte, eravamo stati sul Monte Santo. Eravamo andati a Nova Gori’a, e avevamo seguito la gita collettiva, dalla quale, però, ci distaccavamo ogni tanto per vedere questo o quello.
Cose interessanti, certo, ma non quanto la vicinanza della ammaliante mia compagna che sembrava più giovane di me. Conoscevo qualcosa delle sue forme, per l’incessante guatare cui la sottoponevo quando era da noi o io da loro, a Postojna, ma quello che m’inebriava era il suo profumo, il suo calore. La possibilità di averla vicino, toccarla’ alla meglio, s’intende.
In autobus eravamo vicinissimi, malgrado altri posti a disposizione, c’eravamo messi sul sedile di fondo, eravamo soli, avevamo attraversato il ponte di Solkan, l’auto si arrampicava verso i quasi 700 metri di Sveta Gora, il suo Santuario, il suo museo. Lassù, sul belvedere, tenendola per la vita perché Teta Yula diceva che soffriva di vertigine, lo sguardo si stendeva fino al mare, poi andammo al villaggio di Lokve e alla Grande grotta di nevi e ghiacci.
Teta Yula sembrava aver freddo, dovetti avvolgerla tra le mie braccia, e ogni tanto le mie mani scivolavano sulle sue deliziose tettine sode, mentre i glutei, tondi e gagliardi si strofinavano ‘casualmente’ sulla mia patta impazzita.
Ottimo il pranzetto, all’agriturismo, innaffiato dallo squisito vino del Collio che dette un po’ alla testa di Teta Yula. Si appoggiò decisamente a me e non disdegnava qualche carezza più che audace. Sentii perfino che mi baciava sul collo.
Ora ero là, guardavo il monitor ma la mente andava lontano.
Avevo lasciato la porta aperta.
Era entrata, senza che me ne accorgessi, era alle mie spalle.
‘Ciao, Piero, cosa vedi?’
‘Ciao’grotte, sempre grotte, yama come dici tu”
Dette uno sguardo al monitor.
‘Belle’ lasciami vedere’ dove si trovano? Fammi un po’ di posto”
‘Castellana, in Puglia, ‘. Vieni”
Non mi spostai da un lato facendole posto sulla grossa sedia, sebbene mi tirai indietro al massimo, aprii le gambe e le indicai il piccolo spazio che avevo lasciato”
Teta Yula guardò..
‘No, così mi faccio male, la sedia è dura, chiudi le gambe, starò su quelle’.’
E chi poteva chiedere di più!!!
Con grazia pose il suo meraviglioso culetto sulle mie ginocchia. La pochissima stoffa del mio pantalone e della sua gonna mi sembrava che non esistesse’ distinguevo perfettamente la rotondità, il solco’ e mi sembrava perfino percepire il calore della sua carne’ Lascio immaginare la subitanea reazione dell”interessato.
Teta Yula si mosse un po’, come per sistemarsi meglio, voltò la testa verso me con un sorriso malizioso.
‘Però’ in quanto a durezza’ anche le tue gambe non scherzano”
‘Scomoda? Vuoi un cuscino?’
‘No’ no! Va benissimo così’ dunque?’
Spinsi un po’ avanti il bacino, era veramente conturbante quel contatto’
Teta Yula mi sollecitò.
‘Allora’ Piero?’
‘Scusa’ si’. Ecco’ sono le Grotte di Castellana’.’
La mano che non era occupata a muovere il mouse andò a posarsi, con finta naturalezza sul suo grembo, si spostò lentamente, sentì la lieve rotondità del pancino, salì, sempre ‘per caso’, e sentì il tepore della sua tetta tonda e dura’ il wurstellone che stava scoppiando nei miei pantaloni ebbe un sussulto di’ accrescimento, e malgrado ogni mio sforzo non poteva non essere notato dal fondo schiena della mia bella zietta’
Mosse lievemente le natiche, il ‘mio’ si sistemò meravigliosamente nel solco che aveva naturalmente allargato, e lo sentivo voluttuosamente stretto in quella valle stupenda’. Poco lontano dalla grotta, pensai’
La voce di Teta Yula era un po’ roca.
‘Piero’ per favore’ forse è meglio che mi alzi”
Ma non si muoveva, era come irrigidita e questo faceva sì che il mio coso era saldamente abbrancato dalle sue chiappe.
‘No.. Teta’ no’ sto benissimo così”
E la mano le strinse la tetta, il palmo sentì il capezzolo eretto’ ero eccitatissimo’ troppo’
‘Si’ nipotino mio’ ma mentre mi fai vedere la grotta, la yama, c’é’ qualcosa che nulla ha a vedere con le grotte”
Spinsi, ormai in preda a un piacere crescente e incontrollabile.
‘no ‘non è così’ quella” ‘indicai una specie di colonna che si ergeva dal suolo- ‘è una stalagmite ‘ e’ come naturale destinazione ha proprio una grotta’ Sei bellissima zietta’. Bellissima”
Non riuscivo a trattenere il mio movimento’ anche lei, però’ e le strinsi forte la tetta’. improvvisamente nei miei pantaloni accadde l’inevitabile’. Un vero torrente in piena, caldo come una colata di lava’ si sparse dappertutto’ attraversò tutto’ bagnò il leggero vestito di Teta Yula’ le mutandine’.
Sentii le sue natiche dilatarsi, muoversi, cercare qualcosa’ Seguitai a stringerle forte la tetta’
Si alzò di scatto.
‘Vado a cambiarmi, Piero’. Credo che soprattutto lo debba fare tu”
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Ero esasperato.
Avevo fatto proprio una figura meschina. L’adolescente arrapato che non sa controllarsi! Forse tra Yula e me s’era creato un abisso incolmabile e insuperabile.
Feci una doccia quasi fredda, mi rivestii, mi rimisi al computer, ma restai a guardare. Tormentato dal pensiero che ormai con Teta Yula avevo chiuso. Sul monitor appariva la pagina dei miei , io la fissavo, ma i miei occhi non vedevano nulla, la mia mente era disorientata.
Sentii un leggero picchiare alla porta, dissi di entrare.
Yula! Si, Yula!
Aveva cambiato la gonna, indossava quella a grossi fiori rossi, che io avevo detto che era tra le più belle che lei aveva.
Mi guardò con occhi dolcissimi.
‘Posso, Piero?’
Mi voltai di scatto.
Prese una sedia e venne a sedere di fronte a me, fissandomi.
Lo sapevo che ero rosso scarlatto, che le mie labbra tremavano, e dovevo anche stringere le mani per non mostrare che anche esse erano scosse da un tremore.
Allungò la sua mano affusolata e curata, la poggiò su un mio pugno che serravo fino a farmi male. Si curvò verso me.
Dio mio’ anche questo’ la sua procace scollatura sotto i miei occhi’ Deglutii a fatica’
‘Buono, Pierino’ buono’ non è avvenuto nulla di anormale’ scusami’ colpa mia’ dovevo ben capire che un giovane pieno di vita e gagliardo come te poteva avere certe normalissime reazioni’
Me ne sono resa conto’ e come se me ne sono resa conto’ perfino una attempata zitella come me ha avuto le sue imprevedibili sollecitazioni’ del resto impulsi naturali’ Insomma’ non sono riuscita ad alzarmi, come avrei dovuto’ Perché’..’
Si interruppe, mi guardò con occhi splendenti, narici frementi, ed aveva stretto, con forza il mio pugno’
” sì, Piero’ mi piaceva!’
Fece un lungo sospiro, come chi sia riuscito a, si dice, tirar fuori il rospo, a liberarsi da un macigno che l’opprimeva. Deglutì. Seguitava a guardarmi.
‘Non mi è facile ammetterlo’ lo capisci? Ma una donna che si sente desiderata’ a quel modo’ ne è lusingata, compiaciuta e non sempre riesce a controllarsi come dovrebbe”
‘Scusami Teta, scusami’ ma sei così bella, seducente’ tu non immagini da quanto io ti guardi con ammirazione’. ti sogno’ sono perdutamente ammaliato, stregato da te’ può sembrare un’espressione stucchevole, ridicola, patetica, teatrale’. Ma io’ io ti amo Yula!’
Oh! Lo avevo detto, anche io m’ero liberato d’un peso!
Yula si chinò ancor più verso me. Mise le sue mani sulle mie guance infuocate.
‘L’ho capito, bambino mio, l’ho capito’ e il fatto è che anche la tua vecchia zia’ e dovrei provare vergogna solo a pensarlo’ anche la tua vecchia zia’ ti ama!’
Grossi lacrimosi scendevano sulle sue gote.
Mi sembrò come se la mia testa esplodesse, la stanza girasse intorno a me’ sentivo che stavo precipitando in un vortice’ Non sapevo se avessi compreso bene, e soprattutto cosa significava tutto ciò! Ero come paralizzato.
Teta Yula mi carezzò il volto. Mi sorrise con indicibile tenerezza.
‘Il mio piccolo Piero’. Ora è un uomo!’
Si alzò, si avvicinò a me che non riuscivo a muovermi, mi baciò sulla bocca, a lungo. Sentii la punta della sua lingua che cercava di intrufolarsi tra le mie labbra’ niente da fare’ ero bloccato’ insensibile’ anche il mio ‘coso’ sembrava morto.
Si sollevò.
‘Ciao, tesoro”
Uscì dalla stanza.
Andai di corsa sotto la doccia, quasi strappandomi gli abiti da dosso.
Rimasi a lungo sotto l’acqua fresca’
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La cena fu un tormento per me.
Dissi che non avevo appetito, mangiucchiai. Tenevo gli occhi fissi sulla tavola, cercando, soprattutto, di evitare di guardare Yula. E sentivo che tutti guardavano me.
Appena potei andai a rannicchiarmi sul sofà, accesi la TV.
Dopo un po’, eravamo tutti li, a domandarci quale programma volessimo vedere.
Io dissi che andavo a navigare in Internet.
Detti la buonanotte a tutti.
Teta Yula trovò il modo di sorridermi, nel salutarmi, e dirmi .
Rimasi paralizzato per un istante. Non sapevo se avessi compreso bene’ mi avviai quasi barcollando verso la mia camera.
Non ricordo cosa andai a cercare in Internet’ mi misi in pigiama, il mio solito, pantaloncini e giacca con maniche corte.
Il tempo non trascorreva mai.
La testa in subbuglio’ un vulcano.
Ma avevo capito bene? Non è che mi stava prendendo in giro?
Sentii un profondo silenzio, evidentemente avevano spento la TV e ognuno si ritirava nella sua camera.
Andai a mettermi a letto, guardando l’orologio.
Mi convinsi che Yula aveva scherzato. Ormai era trascorsa più di mezz’ora da quando avevo sentito chiudersi le porte delle camere da letto’
Ad un tratto vidi abbassarsi lentamente la maniglia della porta’ L’uscio si socchiuse, ebbi appena il tempo di scorgere Yula, i suoi lunghi capelli sciolti sulle spalle, in vestaglia celeste, che entrava furtivamente’ tendeva una mano, spegneva la luce’.
Subito dopo, sentii alzare la leggera coperta che mi copriva e’ qualcosa di caldo, morbido, si distendeva accanto a me, spingendomi leggermente perché le facessi posto’ allungai, timidamente, la mia mano’ oddio’ ma quella era pelle nuda’ mi voltai verso lei’ cercai di abbracciarla’ sì’ era nuda.. quella era la sua carne’ il suo seno’ mi sembrava di impazzire’ fui immediatamente eccezionalmente eccitato’ cercai di abbracciarla’ si rifugiò tra le mie braccia’ sentii le sue tette sul mio petto’ i suoi capezzoli turgidi che premevano su me e’ il mio fallo urtava qualcosa’ la sua carne’
Mi carezzò dolcemente il volto, si avvicinò a me’ le sue labbra sfioravano le mie’ la sua lingua guizzante le lambiva’ cercai di stringerla’ il mio ‘coso’, durissimo, sussultante, era tra noi, tra la mia pelle e la sua pelle’ Yula abbassò una mano, lo prese delicatamente e lo posizionò tra me e lei’ pur in quella esaltazione mi venne da pensare a un massiccio wurstel stretto tra due corpi’ un hot dog’ e dio sa se il mio ‘dog’ era veramente hot’ era incandescente’ non sapevo cosa fare’ fu istintivo carezzarla dalle spalle ai glutei’ palpeggiarli’ erano tondi, sodi, meravigliosi’
Mi chinai per baciarla sul collo’. Scesi con le labbra al seno’ al capezzolo’ era stupendo prenderlo tra le labbra, suggerlo, dapprima timidamente, poi golosamente’ Yula s’irrigidì un momento, poi cominciò a carezzarmi la testa’ sentivo il suo ventre muoversi, come volesse carezzare il mio sesso’ era pazzesco quel piacere, sconosciuto, inimmaginabile’ riuscii a infilare una mano tra me e lei’ scesi sul suo ventre, più giù’ un folto ciuffo serico di lunghi ricci’ forse non si depilava’ fu voluttuoso sfiorarlo col palmo’ ed ancor più incontrare, a un certo momento, il leggero umidore che rivelava la presenza del suo sesso’ stavo per urlare’ questa è la ‘cosa’ di Teta Yula!!!! E’ qui, la tocco’. Un dito s’infilò, con naturalezza, sentì la carnosità delle grandi labbra’ ma si’si’si’ Yula stava schiudendo leggermente le gambe’ respirava forte’ Ecco, dunque, com’è il sesso della femmina’ ed ora l’umido s’era trasformato in qualcosa di bagnato, di mucillaginoso’ ecco, queste che sfioro sono le piccole labbra’ e’ dio mio’ dio mio’ sto infilando il dito nella vagina di Teta Yula’. Incredibile’.
Lei respira sempre più affannosamente’. Seguito a ciucciare e titillare giù’ dentro’. fuori’. il piccolo clito che sembra sfrenato, e lei che sobbalza’. non ce la faccio più’ sto per sbottare’
Ma devo controllarmi’. Devo seguitare’. ciucciare’ carezzare’. titillare’ Yula geme sempre più forte’.ho paura che la possano sentire’ Nulla da fare, geme, ansima, è scossa da sobbalzi incontrollati’. Mi stringe a sé’.mi porge l’altro capezzolo’ e poi, d’un tratto, un sussulto più impetuoso degli altri e un lunghissimo mugolio’.. ‘aaaaaaaaaaaaaaaaah Piero’. aaaaaaaaaaaaaaaah’.. è bellissimo’. Non perdere tempo’..ti voglio’..’
Si stese supina, aprì le gambe, alzò le ginocchia’
‘Adesso, Piero, adesso’ voglio sentirti in me”
Mi trascinò, quasi di peso, su lei, tra le sue gambe, prese il glande e lo portò all’entrata della sua vagina, rorida e pulsante’
‘Sì, amore’.così”
Inarcò il bacino, con le gambe sulle mie natiche mi attrasse in lei.
Il mio fallò entrò, lentamente, palpitante e impaziente, fin quando il glande non incontrò qualcosa che sembrò baciarlo.
Ancora il suo aaaaaah’.
Cominciai a muovermi, dentro e fuori, sempre più in fretta. Ero meravigliato che ancora le mie seminali non fossero esplose’ era un piacere immenso’ e lei che gemeva, come prima, più di prima’. Mi veniva incontro’ si allontanava, sentivo la sua vagina stringere il mio fallo, mungerlo’ e proprio quando lei quasi mi gridò ‘Adesso! Adesso!!!’ sentii salire lungo la mia asta l’eruzione violenta e gagliarda del mio seme caldo che si sparse in lei, accolto da contrazioni golose che strizzarono fino all’ultima goccia.
Si abbandonò, languidamente, ed io giacqui su lei, in lei’
‘Era questo che volevi, vero?’
‘Si Yula’ si’. Da sempre”
‘Anche io, tesoro”
E la sua vagina strinse ancora il mio sesso.
Pur nella comprensibile agitazione del momento, non potei trattenermi dal sussurrarle, carezzandole le guance bagnate di lacrime:
‘Ho raggiunto il mio ‘fine’, zietta.’
‘ Io il mio ‘inizio’, nipotino!’
E sentii che mi mungeva ancora!’
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Stupendo
Ciao purtroppo non sono brava nello scritto, Se vuoi scrivermi in privato . delo.susanna@gmail.com
Per un bohemienne come me, che ama l’abbandono completo al piacere e alle trasgressioni senza limiti, questa è forse la…
Ho temuto che non continuassi… sarebbe stato un vero peccato, il racconto è davvero interessante
Grazie, ne sono lusingato. E' da poco che lo faccio, ma lo trovo divertente. Tu scrivi, ho provato a cercare…