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Racconti erotici sull'Incesto

Un bacio alla vecchia zia

By 23 Agosto 2024No Comments

Da tempo zia Anita era vedova, oramai più vicina agli ottanta che ai settanta, e mi chiedeva con insistenza di passare da Lei per un caffè e quattro chiacchiere. Presi quindi l’abitudine di fare una capatina ogni quindici, venti giorni, notando che all’arrivo e nei saluti mi dava un bacio di cortesia molto spesso sulle labbra. La cosa mi stupiva e un po’ intrigava, tanto che anch’io mi prestai a questa pratica, spingendomi ad inumidirmi le labbra prima di questo rito. Era diventata così una prassi, senza tanti convenevoli, che il bacio ce lo davamo così. Un sabato pomeriggio, ormai sulla porta per salutarci, inizio’ ad imperversare un forte temporale ed un altrettanto acquazzone, così da dovermi fermare nello stretto cubicolo tra la porta esterna e quella d’ingresso, con zia tra Anita di spalle all’uscita, pronta per il nostro bacio… li fu il momento che, senza pensarci, non staccai le labbra dalle sue, ma insinuai la lingua alla ricerca della sua!
Non disse nulla, restò immobile, ma le nostre lingue si incontravano in un vortice di sensazioni eccitanti…
Il mio desiderio era di andare oltre con la vecchietta e vedere sino a dove si fosse spinta! Il ghiaccio era rotto, potevamo solo andare oltre…
Abbandonate le sue labbra scesi sul collo, slacciai il grembiule alla ricerca dei suoi piccoli seni, tanto cadenti quanto dai capezzoli irti… non proferiva parola ma mi lasciava fare…
Con la lingua iniziai un turbinio sul primo capezzolo, mentre con la mano iniziai ad accarezzarle l’interno delle cosce e… sempre nel silenzio… a risalire verso le mutande di grande misura che indossava. La scena era surreale: le succhiavo i capezzoli e accarezzavo la figa attraverso le mutande e lei mi lasciava fare senza proferire parola. Decisi quindi di superare la barriera del tessuto, alla ricerca del clitoride tra la sua ancora ricca peluria. E fu una sensazione indescrivibile sentire quanto intrisa di umori erano le piccole labbra, pronte a ricevere prima un dito e poi due dita per penetrarle…
Era fatta! La presi per mano, la portai in soggiorno, seduta sulla poltrona a gambe divaricate con le mutande ora mai scese su una caviglia e, seduto a terra ai suoi piedi, iniziai a leccarle prima il clitoride, poi la figa, spingendomi giù giù sino al buco del culo. Ci volle poco per sentire i primi gemiti, così eccitanti da farmi procedere con più veemenza, sentendo il mio cazzo ora mai duro e pronto per ricevere una ricompensa. Li’ l’indecisione di alzarmi e porgerlo in bocca a zia per un pompino, oppure osare oltre, passare a montarla nella figa e, magari, nell’impeto, provare ad incularla. Decisi per la seconda… mi abbassi pantaloni e, messomi difronte con le ginocchia sul bordo della poltrona, infilai con delicatezza e piano piano il cazzo nella figa di zia Anita. Intanto che la montavo leccavo il suo collo, le orecchie, ripasssndo per le sue labbra… sussurrando quanto la desiderassi e quanto fosse tanto vecchia quanto porca!… dopo tanto silenzio anche lei inizio’ a proferire qualche parola, che per il pudore si limitava ad essere un ….. siiiii mi piace!… continua!… intervallate da gemiti ora mai non più soppressi! Intanto che il cazzo sempre più duro stantuffava la figa di zia colante di umori verso il buco del culo, con un dito inizia a saggiare quello splendido buchino… era il momento di provare l’affondo!
Ritrassi il cazzo dalla sua figa, con la mano lo feci scendere poco sotto alla ricerca del pertugio anale ed incontrai il suo sguardo misto di paura e desiderio, mentre dalle labbra uscì uno smorzato …. Questo no! Non mi inculare!… Troppo tardi, la cappella aveva già superato l’orifizio più stretto e la stanga stava percorrendo senza particolare attrito quel magnifico buco del culo!!!! La inculavo con dolcezza guardandola negli occhi, chiedendole di incitarmi, …. Chiedendole dove voleva che gli sborrassi: nella figa, in bocca… o finire di chiavarla nel culo?!…e in quel momento uscì la parolina magica! Nel culo!… non l’avevo mai fatto e tu oggi mi hai sverginato quello che nessuno aveva mai osato. La monta aumento’ di frequenza e intensità …. Sentivo il suo buco contrarsi e la mia cappella muoversi liberamente nella sua ampolla. Le nostre bocche rinsaldate smorzarono quello che era stato un piacere immenso! Rimessomi in piedi, con il cazzo ancora ben rigido, vidi che zia Anita esprimeva ancora un desiderio… poterlo succhiare!… mi riavvicinai, lei si porse in avanti e, preso con una mano, lo fece sparire nella sua bocca. Tre quattro succhiate…. E una promessa: la prossima volta, dopo il nostro bacio, ripartiamo da qui!

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