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Bisex 2 – Seduzione

By 3 Settembre 2009Febbraio 1st, 2021One Comment

-‘Ti è piaciuto farlo in tre? – mi chiese – Non hai provato nuove sensazioni? -sorrideva con malizia –
-Si, vero? Avanti dimmele.

Non le risposi; ero stordito e confuso dal quel pomeriggio in cui avevamo sperimentato l’amore in tre, per ore, con una libidine che cresceva sempre.
– Vuoi che te le dica io? mmmm…….sono accorta di come guardavi il suo cazzo;  eri incantato dal movimento, lo seguivi con lo sguardo Ho letto desiderio da come lo guardavi. Sai  è difficile dire cosa si prova ad essere penetrati e quanto sia piacevole sentire nella bocca le pulsioni e le contrazioni del cazzo mentre viene. Dimmi: hai avuto la tentazione di toccarglielo? magari solo per sapere com’è?  E’ così bello tenerlo nella mano, stringerlo, sentirne la forza, la durezza e magari scappellarlo per passare il palmo della mano sul glande liscio. Non c’è  niente di male, non devi vergognartene, almeno con me. Avresti dovuto toccarglielo se lo desideravi.
Aveva colto una mia emozione mentre lo diceva, sorrise.

– Non essere inibito, accetta le tue sensazioni, impara ad accettarle come sono. Adesso ti dispiace non averlo fatto. Fallo invece, la prossima volta o te lo farò fare io.

Due giorni dopo stavamo sul letto, tutti e tre; lei era in mezzo e, nella penombra della stanza, prese la mia mano e la portò a toccare il cazzo di lui.

– Muovila un pò, mi sussurrò, prova com’è, ma delicatamente. Scappellalo e tocca il glande col pollice.

 Lui si accorse  non disse nulla e spinse un pò avanti il bacino per farsi toccare meglio. Sentivo il suo cazzo contrarsi mentre gli sfioravo l’asta col dito, facendolo scorrere sulle sue nervature forti e gonfie. Provai il desiderio di baciarglielo e passai il dito sulle mie labbra. Non resistetti alla tentazione di stringerlo un pò nella mano.
Fu tutto lì.
– Ti è piaciuto tanto, mi disse lei dopo. Ti sentivo tremare dall’emozione mentre lo facevi. Eri incantato da quel contatto ed ho sentito sulla coscia il tuo cazzo che si faceva più duro. Perchè non farlo se lo desideri? Avanti dimmelo che vuoi provarlo, devi dirlo così lo accetti. Faremo di più, se tu lo vuoi, ma devo dirlo a lui per sapere se ci sta. Sembrava gli piacesse farsi toccare da te .Vuoi che glielo dica?che lo convinca a farti giocare un pò col suo cazzo?Ha un bel cazzo, vero, grosso e ruvido ed e bello sentirlo nella mano.Lui è stupido, noi lo usiamo solo per divertirci, ma ha un cazzo bellissimo, grosso quasi come il tuo.  

Da allora lei cominciò allora uno strano gioco di stimolazioni. La vedevo presa da uno strano entusiasmo. Fu qualche giorno dopo, mentre stavo disteso, mi disse “Non muoverti.Voglio conoscere la tua sensibilità sui capezzoli. Sai che anche i maschi possono godere sui capezzoli? Lasciami fare. ” Me li prese tra le dita e cominciò a stringerli ed a farli ruotare tra le dita.
Via via che lo faceva aumentava sempre più la forza delle dita Poi li tenne stretti aumentando la pressione. “Resisti – mi disse- vedrai che tra poco il dolore diventerà piacere.Resisti” e cominciò a tirarli forte, a strizzarli. Stranamente ebbi un’erezione, lei se ne accorse e sorrise. “Ti piace, ti piacerà di più quando starai per venire” Ed infatti mentre la chiavavo e stavo per venire prese di nuovo i capezzoli tra le dita e li strinse e li tirò con tutta la forza, dandomi una strana miscela di dolore e di piacere.
– I capezzoli dell’uomo possono diventare molto sensibili se li stimoli spesso. Fallo sempre, dovunque, mettendoti una mano sotto la giacca. Più lo fai e più senti che ti dànno piacere. Vedi, già adesso ti provocano erezione. Vedi ?sei sensibile, quasi come una donna.
La volta successiva ricominciò con i capezzoli, con forza. “Ho una cosa per te; vedrai, ti darà un piacere continuo” Erano due mollete con dei pesetti sospesi. “Resisti al primo impatto – mi disse – ed aspetta che il dolore divenga piacere.”” Me le applicò, con un dolore lancinante ma lei mi tenne fermo per aiutarmi a resistere. “Bello il mio ragazzo che gode sui capezzoli come una ragazza.”e cominciò a farmi il suo pompino: succhiava forte quando spingeva indietro la testa e poi si spingeva il cazzo in gola fino a toccarsi la laringe col glande. Ma lo faceva lentamente, voleva che associassi l’orgasmo alla stimolazione dei capezzoli. Io stavo in piedi e lei in ginocchio e con le mani mi accarezzava le gambe, i testicoli. Poi spinse il taglio fresco della mano tra le mie natiche e la fece andare dolcemente su e giù strofinando il taglio sull’ano.
“Allarga un pò le gambe, fatti accarezzare bene, tutto.Diamo qualche nuova sensazione anche al tuo culetto”
Si bagnò con la saliva il polpastrello del dito medio e con quello accarezzava l’ano.Poi lo spinse un poco dentro, solo la prima falange, ci giocò andando un pò avanti ed indietro e mentre stavo venendo spinse la punta del dito in basso, tirando forte sull’ano col dito teso.
Il giorno dopo ripetè tutto il gioco, ma spingeva di più il dito medio bagnato, lo ruotava sul perimetro dell’ano per allargare e lo spingeva tutto dentro per toccarmi la prostata. Metteva molta forza per spingere sul perimetro dell’ano, piegava il dito quando era dentro come volesse farsi spazio.
– Avanti accettalo – disse – è solo un gioco. Mi piace chiavarti un pò con le dita. Sai che potresti venire solo con la penetrazione anale, senza toccarti? Si fa con le dita, ma se un uomo è bravo e sa inculare, potresti venire solo col fatto di essere chiavato nel culo.

Continuò ancora e nel frattempo mi masturbava lentamente. Senti avvicinarsi il mio orgasmo ed allora spinse di più il dito muovendolo all’unisono con l’altra sua mano.
E quando sentì che ero vicino spinse il medio
e l’indice incrociati, con forza, muovendoli velocemente e forzando per farli
entrare  mentre venivo sentendo le contrazioni dell’ano sulle sue dita per l’orgasmo.

 – Adesso lo sai: tu hai bisogno di essere chiavato…. si, chiavato….da un uomo, voglio dire. Avresti bisogno di giocare un pò col cazzo di uomo. Dimmi di si e te lo faccio fare io. Lui lo conosci, hai già confidenza. Devi solo dirmi si e ti farò sverginare come fossi una piccola troia. Sarai chiavato, non ti emoziona pensarlo? Sentirai l’uomo sopra di te, e poi dentro di te: lo sentirai possederti, aprirti, violarti, spingere il suo cazzo nelle tue viscere, usarti come uno strumento di libidine e venire dentro di te. Ti piace sentire tutto questo, vero? Lo farai, te lo farò fare io, sarai felice di farlo. “
Non le dissi si, ma due giorni dopo, mentre stavamo a letto, la stavo penetrando nel buoi della stanza, mi sussurrò: “Dimmi di si e lo facciamo, adesso. Lui é di là, ci ha già visti. Pensa al suo cazzo, forse è già duro. pensa di toccarlo. Lo vuoi, vero? lo desideri. Te lo farò fare. Stavolta solo il pompino, per abituarti ad accettare l’uomo nel tuo corpo.”
Non risposi, ma sentii la porta che si apriva ed il rumore delle molle del divano.
“Avanti – disse lei – lui é quì. Giochiamo.”
Ci alzammo e lei accese la luce. “Guardalo mentre lo fai. Ti piaceva guardarlo. Ed anche tu guardati in quello specchio mentre giochi col suo cazzo.” Poi mi prese la mano e mi tirò per farmi inginocchiare assieme a lei sul tappeto, davanti al cazzo di lui. Lei lo imboccò e lo succhiò forte; prese le gocce di erezione con la punta della lingua e me le mise sulle labbra. Quel sapore mi stordiva. “Avanti, disse, un bacio, un bacio col sapore del suo cazzo”; succhiò ancora liquido di erezione, lo mescolò alla sua saliva, poi mi prese per le guance, le premette per farmi aprire la bocca e mi versò il bocca quel liquido. “Senti bene il suo sapore prima di ingoiarlo, é il sapore del suo cazzo. Desideralo”.
Poi mi mise una mano dietro la nuca
spingendomi: “Avanti, prova. Ingoia e succhia, vedrai che é bello.Devi farlo, vuoi o non vuoi.” Mi spinse forte e ebbi in bocca il grosso cazzo di quell’uomo. Aveva un glande grosso e liscio che sentivo premere contro il mio palato. Glie l’ho presi in mano e riuscivo appena a chiudere a cerchio le dita. Grosse vene affioravano sulla superfice della pelle. Lei, a tradimento, mi strinse i capezzoli con le mollette e sentii un brivido più forte, un desiderio più pressante di succhiare. “Avanti – disse lei – muovi la testa. Dagli piacere, succhia forte quando vai indietro e poi spingitelo fino alla gola, come se volessi ingoiarlo. Ti devi sentire un po’ troia, la sua troia che vuole fargli uscire lo sperma dal corpo. Mettici passione, lasciati andare a questo gioco, completamente.” Mi
guidava lei spingendomi la nuca e tirandomi per i capelli. “Così, fallo godere, dagli piacere quanto più puoi e godi a sentire il suo cazzo duro” Lei mi masturbava lievemente solo per tenermi eccitato con l’altra mano.
Poi avvertii le prime contrazioni del su cazzo. Si inarcava, spingeva il glande verso l’alto, mi chiavava in bocca muovendo il bacino insieme alla mia bocca. Volevo allontanarmi ma lei mi teneva. Sentii il primo flusso di sperma nella bocca, caldo e leggermente acido, volevo sottrarmi.
“Continua ancora, disse, finché non é uscito tutto. Non lasciarlo finché é duro. Tutto, succhiaglielo tutto come volessi svuotarlo”
Mi tenne per forza pressandomi sulla nuca. Sentivo il sapore aspro dello sperma e qualche conato di vomito. Poi lei mi tirò via, ma prima che potessi sputare mi baciò. Mescolava la
sua saliva allo sperma. Poi si allontanò tenendomi una mano sulla bocca.
“Ingoialo, disse, lentamente. Sentilo scorrere nella tua gola. Avanti, lentamente.” Ma non tolse la mano finché non vide che deglutivo.
Ero così eccitato che la misi a quattro mani sul tappeto e la chiavai di forza, sbattendole contro. Lui era uscito e mi sentivo deluso.

“Ti é piaciuto molto, vero? Il cazzo é un giocattolo bellissimo e lui ha un
cazzo grosso quasi quanto il tuo. Pensa cosa proveresti a prenderlo, si, nel culetto. Lo so, ti é venuto anche questo desiderio ma lo faremo domani. Ti guiderò io, vedrai com’è bello sentirsi la troia di qualcuno, essere lo strumento del suo piacere. E poi lo faremo in tre: tu dentro di me mentre lui ti incula. Dai, facciamolo, mi eccita da morire.Ti farò sverginare e sarà come se te lo facessi io stessa. Pensa, ti allargherà il culetto ed entrerà dentro di te, Lo sentirai come una cosa viva, calda, un cazzo di uomo, un vero cazzo che entra dentro di te? Lo vedi? a pensarci hai di nuovo l’erezione. Lo faremo, io ti farò chiavare da lui e tu dirai si. “

Accadde due giorni dopo. Ero da lei, seduto su una poltrona mentre lei mi masturbava i capezzoli. Venne lui. Sentii lei bisbigliargli: “Glielo faremo adesso. Lo dovrai sverginare. Sai è la prima volta che lo prende. Faglielo forte, in modo che il dolore lo convinca a non tornare indietro, ma non fargli male. Te lo faccio fare perchè lo amo e voglio farlo godere di più.” Poi lo portò davanti a me, lui era in piedi con la patta ei pantaloni
molto vicina. ” Avanti – disse lei – tiraglielo fuori. Devi farlo tu, è venuto
per te.” Lo feci ed ebbi piacere a prenderlo nella mano e tirarlo fuori dai
pantaloni. “Giocaci un po’, disse lei, fallo diventare duro. Lo masturbavo
dolcemente, lentamente, mentre lei aprì la mia patta e lo faceva a me. La
concomitanza dei due movimenti mi faceva provare un brivido di piacere ogni
qualvolta spingevo la mano verso il suo corpo e lei lo faceva a me all’unisono.
“I testicoli disse lei, prendili nella mano, baciali.” e mi masturbava più velocemente per eccitarmi e lasciare cadere le mie inibizioni. “Avanti,
prendili nella bocca, fagli sentire il calore della tua bocca, e accarezzagli le cosce.”
Ci spogliammo. Lei volle farsi prima penetrare da me, voleva più eccitazione
e mentre la chiavavo, l’altro le mise in bocca il suo grosso cazzo. Poi lo
portò verso di me e me lo spinse in bocca mentre chiavavo lei. Avevo piacere che
lo avesse fatto, ma ne io nè lui venimmo.
“Vieni, metti sul tappeto, a 4 mani e divarica le ginocchia. Devo prepararti.” Mi leccava l’ano, lo umettava con la sua saliva, dolcemente. Poi
sentii lui che me lo faceva. “Gli piaci molto, disse lei, vuole chiavarti bene. Apriti ben le natiche con le mani, forte. Diglielo che vuoi essere inculato da lui, diglielo.” Mi costrinse a dirglielo stringendomi i testicoli. Lui sorrise e disse: “Però dovrai prenderlo tutto.”
Sentii il fresco del gel tra le natiche e la mano di lei che lo spalmava e ne
spingeva un po’ nell’ano. E poi la terribile pressione del suo glande sullo
sfintere. Sentivo l’ano teso, prossimo a lacerarsi, bruciava la pressione. “Rilassati, disse lei, aiutalo a sverginarti. Tanto lo sai che dovrai
prenderlo tutto.” Lui diede un fortissimo colpo di reni, io urlai; un bruciore terribile, sentii uno strappo, un dolore lancinante, la carne tesa e lacerata. Riuscì a far entrare solo metà del
glande, mi afferrò per i fianchi e spinse. “Tienilo, disse a lei, tienilo forte. Voglio romperlo” lei mi bloccò contro il dicano e lui diede un altro colpo di reni. Mi torcevo dal dolore ma ero immobilizzato. Aveva spinto tutto il suo rosso glande dentro e si era fermato. “E’ quasi fatta, disse lei, il glande &egrave entrato. Adesso lui aspetta che il tuo culo si arrenda. Resisti, amore mio. Ti ha già quasi sverginato, Ti ha fatto sangunare come una verginella. Resisti, rompiamolo tutto il tuo culetto.Avanti, disse a lui, più forte.”
Mi toccò tra le natiche e mi mostrò il dito rosso di sangue. “Vedi, non sei più vergine. Aspetta che il dolore di calmi poi devi essere anche tu a spingerti, aa andargli incontro, a chiavarti sul suo cazzo. Lo farai, ti verrà di farlo.” Lei cominciò a masturbarmi mentre lui cominciò a muoversi lentamente. Sentivo bruciore ma a poco a poco sentivo anche il calore del suo cazzo che cominciava a spingersi più dentro..
Poi diede un altro colpo di reni ed entrò tutto; lo sentii nella pancia e mi piaceva che lui mi chiavasse. Col glande toccava la mia prostata. Quando usciva sentivo la pelle dell’ano che veniva trascinata dall’attrito con cazzo. Usciva completamente e poi forzava di nuovo l’ano per entrare. “Così, diceva lei, allargalo ogni volta. Fai ogni volta più forte”‘ L’ano si andava rilassando e lui scivolava più facilmente.
“Il tuo culetto lo ha accettato, disse lei. Adesso stringilo quando lu esce, gli darai più piacere. Poi rilassati quando entra ed avrai tu più piacere. E tu, disse all’altro, forzalo di più, devi romperglielo tutto, lo devi aprire fino in fondo; sbattilo più forte, fagli sentire la tua pancia contro le natiche ed arriva a fargli sentire i tuoi peli sull’ano. Fallo sentire posseduto dal tuo cazzo, sottomesso, troia. Tutto, devi spingerlo tutto.”
Poi mi disse ” Avanti, sei tu che devi farlo venire. Digli che vuoi essere chiavato da lui, di chiavarti forte, diglielo così si eccita di più. Sentiti un po’ troia, la sua troia, e pensa al tuo culo come se appartenesse a lui, il suo strumento di piacere. Digli di sbatterti come più gli piace per godere. Diglielo, devi dirglielo” Glielo dissi, volevo anch’io dirglielo.
Spingeva con forza, sentivo le mie viscere scosse da quei colpi, sempre più forti. “Così, disse lei, apriglielo tutto, sbattilo forte, fagli sentire i colpi nella pancia. Ma non venire adesso, disse lei, lui deve venire con cazzo duro dentro. Aspetta.”
Lui si fermò e lei versò del gel sul mio cazzo e cominciò a muovere velocemente le mani; afferrava il glande e faceva scivolare la mano fino ai peli, una dopo l’altra, sempre più veloce. Venni come in una follia, stringendo l’ano nell’orgasmo intorno al cazzo di lui. Bruciava l’ano ed il dolore si mescolava alla sensazione di piacere. Le mie contrazioni mi facevano stringere forte l’ano e lui ne godeva. Lei prese il mio sperma e me lo mise in bocca. Mi tenne per le mani mentre lui riprese a chiavarmi forte.
“Così, fallo godere. Devi goderlo a freddo, dopo che sei già venuto, così ti sentirai troia. Avanti, fai pulsare l’ano mentre viene. Stringilo quando esce e spingiti contro, con passione, inculati anche tu, devi farlo con passione. Chiudi gli occhi e concentrati solo sul suo cazzo, spingiti contro, forte. Sentirai il suo sperma caldo nella tua pancia, goditi le
pulsioni del suo cazzo mentre vieni, chiudi gli occhi e concentrati su questo. Lui venne sbattendomi con violenza mi teneva forte sui fianchi mi spingeva con tutta la forza dei reni. Sentivo la sua pancia sbattermi sulle natiche.
Aspettò di essere moscio prima di uscire.
Lei prese dal frigo dei cubetti di ghiaccio. Mi passava il ghiaccio sull’ano ferito, bruciava; poi spinse dentro un cubetto e mi tenne le natiche chiuse per non farlo uscire. Lui, prima di andarsene, mi prese per le guance, mele strinse per farmi aprire la bocca e mi baciò in bocca.
“Voglio chiavarti ancora, disse, Lo farai, te lo farò fare. Hai ancora il culetto semi vergine, che resiste alla penetrazione e voglio godermelo finché è così. Ti ho sverginato io, sei la mia troia e dovrai farti chiavare quando voglio io. “

“Adesso lo vorrai sempre, disse lei. Ti farai chiavare ancora da lui. Hai il culetto ancora semi vergine; forse lui vuol far godere qualche suo amico. Fai come dice, avrai il piacere di goderti due cazzi insieme. E poi noi, da oggi, avremo l’amore completo, tutti e due, amore mio, e
sceglieremo insieme gli uomini da cui farci chiavare.”

 

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