Due figlie d’oro
1.
‘Ciao Luciana, sei stata da papà? ‘. Come sta?’
‘Ehi, Mariarosa, sei tu? ‘. Mah, che ti debbo dire, oggi era nervoso, quasi infastidito della mia presenza”
‘Eh, cosa vuoi, l’età si fa sentire’ siamo depressi noi, figuriamoci quelli della sua età’.’
‘Sì, certo, ma oggi mi è sembrato più depresso e scorbutico del solito’. Non so’.’
Le due sorelle si scambiano ogni giorno per telefono informazioni e sensazioni sull’anziano padre che, nonostante i suoi 75 anni suonati, si ostina a vivere da solo. La madre Elisabetta è morta da 8 anni e lui, Adelmo, non ha voluto né andare a vivere con una delle figlie, né tenere in casa una badante, né ricoverarsi in una casa di riposo per anziani. Attende alla meno peggio a tutte le faccende quotidiane, passa la giornata in casa, esce solo per andare in chiesa e, qualche volta, alla bocciofila del quartiere. Le due figlie si alternano ogni giorno per provvedere alle pulizie della casa, al lavaggio dei panni e a cucinargli qualche buona pietanza.
Di più non possono le poverette. Entrambe hanno marito e figli e sgobbano per accudire le rispettive famiglie, di condizione sociale piuttosto modesta. Mariarosa, 52 anni, ha sposato un tramviere ed ha in casa ancora due figli maschi disoccupati, mentre i primi due (l’uno maschio, l’altra femmina) si sono già sposati. Ma anche Luciana, 49 anni, ha una famiglia da tirare su, con il marito in cassa integrazione, una figlia sposata ma già rientrata in casa a seguito di repentina separazione, e un ragazzo fuori corso all’università.
Il tenore della loro conversazione giornaliera è abbastanza scontato, le due sorelle si lagnano della testardaggine del padre, ma la devozione per quell’uomo che ha dato tutto alla sua famiglia è assoluta. Stavolta nelle parole di Luciana alligna qualcosa di più sospetto e Mariarosa incalza la sorella:
‘Ma dimmi, cos’è successo?’
‘Niente ‘. Ho visto che mi rispondeva in maniera brusca ‘. e soprattutto che evitava i miei sguardi”
‘Mah, è strano ‘. Pensi che ci nasconda qualcosa?’
‘Me lo sono chiesto anch’io, ma non sono riuscita ad intuire nulla ‘.. a meno che ‘.’
‘A meno che?…..’
‘Uhhmmm ‘. Marì, non lo so, forse ho fatto male a mettere mano nel suo pc ‘.’
‘Perchè? Cos’hai trovato?’
‘Sai, l’altroieri, mentre lui era in bagno, ho distrattamente toccato la tastiera del suo pc e il monitor che era in standby si è improvvisamente illuminato ” mostrandomi la sequenza di un film porno ‘. Sulle prime sono rimasta confusa e imbarazzata ‘. Ma poi mi son detta che un uomo solo come lui una qualche distrazione doveva pure riservarsela ‘. Ma quando ho visto il prosieguo della scena mi è venuto lo schifo’.’
‘Oddio, perché?’
‘Era roba da pedofili ‘.. ragazzine che si comportavano da puttane!….. ti giuro che mi è venuto il voltastomaco ” avrei voluto prendere il pc e buttarlo via ‘.. forse però sono rimasta troppo a guardare e probabilmente lui mi ha vista dinanzi allo schermo ‘.’
‘Oh Luciana che mi fai sentire? ‘.. Papà guarda queste schifezze?’
‘Non mi sono solo sentita umiliata a vedere quelle scene con dei vecchi porci che si scopano delle ragazzine di 12-13 anni ‘. Mi è venuta la preoccupazione che questa sua perversione possa essere scoperta ‘.. Non hai sentito anche l’altro giorno la retata che hanno fatto contro i pedofili in venti città italiane?’
‘Dio, dio, dio!!! ‘. Non riesco nemmeno ad immaginarmelo papà pedofilo ‘.. io penso che sia tutto frutto della solitudine e della vecchiaia ‘.. tutta la giornata da solo ‘. magari con qualche desiderio da sfogare ‘ e con tanta nostalgia per la giovinezza che non c’è più ‘.. Ti ricordi quando discutemmo di mettergli in casa quella badante ucraina?’
‘Sì, mi ricordo’. Ma, a parte che lui era contrario, anche noi avevamo timore che quella donna potesse sopraffarlo proprio dominandolo sessualmente’.’
‘E invece, forse un po’ di sesso gli avrebbe fatto bene’. Comunque, può darsi che ora stiamo esagerando ‘.. può darsi che il poveretto si trastulla con qualche piccola fantasia proibita ‘. Ne avrà pure diritto, o no?…. Anche a quell’età c’è una vita sessuale’.’
‘E’ vero, sorella. Non ci siamo mai chieste se e come sfoga i suoi istinti ‘.. è chiaro che poi si manifestano certe perversioni ‘. Ma questa attrazione verso le minorenni mi preoccupano’. Io vorrei vederci più chiaro’. ‘
‘Senti, domani è il tuo turno ‘. Penso che verso di te non ha nessun sospetto ‘. Vedi tu di cominciare a capire qualcosa ‘.’
Le due sorelle si lasciano e si danno appuntamento telefonico all’indomani. La rivelazione di Luciana ha scosso Mariarosa che la notte non prende sonno e si tormenta sul cosa e sul come fare.
Quando va a trovare il padre lo trova tranquillo e di buonumore. Ne approfitta subito per spingerlo a parlare del suo tempo libero, delle frequentazioni con il vicinato. E, visto che lo vede ben disposto a chiacchierare, tenta l’affondo avviando una conversazione in tono scherzoso su maschi e femmine e, inevitabilmente, sul sesso.
‘Papà, non pretendo che tu mi faccia le tue confidenze intime, ma un bell’uomo come te chissà quante belle donne avrà avuto a sua disposizione’.’
‘Ma che dici, Marì ‘. Io ho sempre rispettato tua madre ed ho sempre resistito alle tentazioni”
‘Non lo metto in dubbio ‘. Però non mi dirai che eri e sei indifferente alla bellezza femminile’ soprattutto a quelle delle belle fanciulle’.’
‘Certo, le cose belle fanno bene agli occhi ‘.. e soprattutto ora che solo gli occhi mi sono rimasti’.’
Dicendo quelle ultime parole papà Adelmo d’un tratto si rabbuia e si intristisce. Abbassa lo sguardo, i suoi occhi lacrimano. Mariarosa si accorge di aver toccato un tasto dolente e si precipita ad abbracciare il padre ed accarezzarlo con grande affetto.
‘Papà, non volevo ferire la tua sensibilità, credimi ‘.. pensavo di metterti un po’ di allegria a parlare di queste cose ‘.’
‘Non ti preoccupare, figlia mia, è solo un momento ‘. Alla mia età la tristezza viene e va ‘.’
‘Ma no, papà, la tristezza la devi scacciare via ‘. Sei ancora un uomo tutto d’un pezzo, attivo, autonomo ‘. Credo che più di qualche donna ci faccia ancora un pensierino ‘. Guarda che io non sono una ragazzina e con me ti puoi confidare liberamente ‘. Ci sono esigenze che vanno sfogate ‘. Non ti va di parlarmene?’
‘No, ti prego, Mariarosa, preferisco di no ‘. Magari un’altra volta ‘..’
‘Ma papà, io sono preoccupata che tu ti reprima troppo ‘.. mi preoccupo per la tua salute ‘.’
‘Ma no, non ti angustiare per me ‘.. a questa età ci si aiuta con la fantasia”’
‘Con la fantasia?… e come?’
‘Con qualche giornale ‘. con qualche film ‘.. su internet trovi di tutto ‘.’
‘E la fantasia ti basta? ‘.. ti senti soddisfatto?’
‘Beh, per la verità non proprio ‘.. si affatica troppo la mente ‘. E alla fine resti svuotato e deluso ” ma che ci vuoi fare? ‘. Bisogna accontentarsi’
‘Ma no, papà, non puoi consumarti la mente su queste cose irreali ‘. Giornaletti porno, siti erotici’. No, così si diventa maniaci e perversi’.. Devi darti una smossa ‘.. più sport, più movimento e ‘ anche più sesso, quello vero.’
Mariarosa ce l’ha fatta a mettere i piedi nel piatto. Il padre è visibilmente toccato, non sa più cosa ribattere. La figlia gli si avvicina ancora di più, lo abbraccia nuovamente, lo bacia sulla guancia e gli fa l’occhiolino, sussurrandogli:
‘Da domani si cambia vita!’
Tornata a casa, Mariarosa chiama subito al telefono la sorella:
‘Luciana, la situazione si sta chiarendo!’
‘Come? Come? ‘ spiegami tutto’.’
‘Mi sono fatta coraggio ed ho preso il toro per le corna, abbiamo parlato con grande sincerità. Papà sente la mancanza di una donna ed è costretto ad aiutarsi con la fantasia. Me l’ha confidato chiaramente. E allora io gli ho detto che certe esigenze non si possono soddisfare frequentare ossessivamente siti porno’. Così si diventa maniaci.’
‘E lui come l’ha presa?’
‘Credo bene. Forse aspettava che qualcuno gli facesse un discorso chiaro come il mio’.
‘Quindi niente pedofilia’. Sei stata brava davvero. E come avete concluso?’
‘Gli ho detto che deve darsi una mossa, non deve inaridirsi, deve fare più sport e ‘. anche più sesso!’
‘Gli hai detto proprio così?’
‘Sì, sì, gli ho detto che deve cambiare vita, non inaridirsi ‘. Non ha trovato parole per replicare’.’
‘E allora, che si fa?’
‘Dai, Luciana, qualcosa ci inventeremo ‘. Non siamo mica ragazzine di primo pelo!’
‘Non capisco cos’hai in mente’.’
‘Non so neppure io, ma domani ci andiamo insieme ‘. Mi raccomando, aggiustati come si deve’.’
‘Cioè?’
‘Oddio! Cosa vuoi che ti dica? ‘.. Mettiti su in modo da farti ‘. apprezzare come donna’ ciao, a domani!’
Luciana rimane molto perplessa, l’ ultimo accenno della sorella maggiore è assai equivoco. Ha capito bene? devono aggiustarsi per intrattenere un po’ allegramente il padre?
Si guarda allo specchio. Non è brutta, ma con quei cuscinetti di grasso in vita, sulle cosce, sulle chiappe, dove va? Si è lasciata andare da tanti anni, gli stenti della vita, i pensieri della famiglia non le hanno mai lasciato spazio per pensare un tantino a se stessa, ad esempio per andare in palestra o per farsi qualche trattamento estetico. Quasi a sfidare se stessa, prende dall’armadio una sottana nera più corta delle altre, si infila due calze autoreggenti nere e due scarpe con tacco alto e si guarda nello specchio dell’armadio.
Oddio, quasi non si sembra più lei! Sono bastati pochi tocchi e già quella casalinga trasandata non c’è più. Nello specchio si rifrange la figura di una donna in carne, rotonda, ma abbastanza appetitosa: se solo aggiungesse un po’ di rossetto e di fondotinta, potrebbe essere benissimo scambiata per una puttana di media portata.
E’ questo il mettersi su cui alludeva Mariarosa? Luciana comincia a pensare che, per una volta, può tentare di dare spazio alla sua femminilità da sempre negletta. E se ne convince ancora di più pensando alla sorella, che fisicamente è più o meno come lei, anzi è persino più opulenta e meno alta: se può mettersi in ghingheri Mariarosa, tanto più lo può fare lei che in gioventù aveva sempre avuto più ammiratori.
2.
Come convenuto le due sorelle si ritrovano l’indomani a casa del padre. Luciana arriva con una mezz’oretta di ritardo, tira fuori la chiave dalla borsetta, appena apre la porta percepisce un’atmosfera curiosa. Le tende sono abbassate, le luci più soffuse, un po’ di musica soft in sottofondo, lo scroscio dell’acqua e delle voci allegrotte che provengono dal bagno. Avanza in punta di piedi per non farsi sentire, si avvicina alla porta del bagno che è socchiusa e non ha bisogno di sporgersi perché vede tutto dallo specchio del lavabo.
Il padre si sta facendo la doccia esponendo il suo corpo nudo agli occhi ed alle mani della figlia Mariarosa, che, in guepière nera, anche lei mostra generosamente le sue forme voluminose e gli insapona le spalle, le gambe, e poi il petto, la pancia e’ il bassoventre. E’ una scena del tutto inedita ed imprevedibile, soprattutto per il rigetto di ogni pudore e per la disinvoltura da parte di padre e figlia. Ridacchiano ogni tanto, sono entrambi un po’ su di giri, usano un linguaggio inusitatamente sguaiato.
‘Ehi papà, guarda che hai un paio di coglioni ancora belli tosti, eh”
‘Eh, figlia mia, ormai mi è rimasta solo la fantasia ‘. Lo vedi com’è floscio ‘ non si alza più ‘.’
‘Uhmm’ non ci credo ‘.. non mi dire che tutte le donnine e le ragazzine che vedi su internet non te lo smuovono ‘.’
‘Macchè! ‘. A questa età ci vuole solo il viagra’. aaahhhaaa ‘.’
‘Mah ‘.. il viagra non è indicato per l’ipertensione ‘. Eppoi, a che ti serve? ‘.. se avessi una donna da scopare, lo capirei ‘.’
‘Sì, ma anche a tirarsi un bella sega ci vuole energia e, molto spesso, anche se mi sforzo resta moscio ‘.’
‘No, non devi sforzarti, ti fa male alla testa ‘.. vuol dire che non puoi fare tutto da solo ‘. Vuoi vedere che, se ti lasci aiutare, ti viene bene e stai meglio?….’
‘Aiutare? ‘ e da chi?’
‘Da chi ti vuol bene, papà ‘.’
Luciana trattiene il respiro, la spregiudicata allusione di Mariarosa le gela il sangue, senza attendere la replica del padre indietreggia in punta di piedi sino alla porta e, senza farsene accorgere, esce dall’appartamento.
Rifiata sul pianerottolo, attende qualche minuto prima di rientrare, ma stavolta ripone la chiave in borsetta e suona il campanello. Passano venti secondi e nessuno apre, risuona, sente un piccolo tramestìo, poi si apre la porta e la sorella Mariarosa, con indosso una vestaglia del padre, la sollecita ad entrare:
‘Ehi, ma quanto tempo ci hai messo?…. entra, su, che io ho già cominciato il lavoro ‘.’
‘Ma che ci fai tu in vestaglia?… e papà dov’è?’
‘Papà è di là che si sta asciugando ‘.. in attesa che tu arrivassi gli ho fatto fare una bella doccia e mi sono dovuta spogliare anch’io per non bagnarmi tutta ‘.’
Mariarosa si sfila la vestaglia e riappare nella sua guepière nera. Luciana non può fare a meno di pensare che la sorella si è acconciata da gran puttanona, senza curarsi della cellulite debordante dalle zinne, sulle cosce, sulla pancia, sulle chiappe.
‘Ma tu così ti sei messa?…..’
‘Senti, te l’ho detto, non andiamo troppo per il sottile ‘. Qui dobbiamo fare qualcosa ‘. E poi, mi trovi tanto indecente?’
‘No, no, ma ‘..’
‘Piuttosto tu, fatti vedere un po”.’
Luciana si sfila lo spolverino e si lascia giudicare dalla sorella maggiore. Ha messo una gonna appena sopra il ginocchio e una camicetta sbottonata sino all’incavo del seno, indossando due scarpe col tacco alto e due calze scure velate. Se la sorella pare proprio una puttana matura, lei non si discosta dall’immagine di una casalinga vogliosa in cerca di avventure. Mariarosa è un po’ impaziente:
‘Sì, ma ora mettiti più in libertà ‘ dai, togliti gonna e camicetta ‘ sì, resta in calze e vestaglia ‘. Dai, ho già preparato il terreno ‘.’
Luciana non riesce neppure a sillabare una qualche obiezione, né a chiedere cosa si tratta di fare, che Mariarosa già le ha tirato giù la gonna ed aperto la camicia. Ora anche lei è in guepière nera. Sembrano due gemelle del noto concorso televisivo delle Velone.
‘Così va meglio’. Su, Luciana, non stare lì imbambolata ‘. Vieni con me, andiamo da papà!’
Le due sorelle si dirigono insieme verso la camera da letto del padre, Adelmo è disteso sul letto, avvolto nell’accappatoio. Mariarosa entra per prima ed annuncia:
‘Papà, è arrivata anche Luciana! ‘. Su che ti aiutiamo ad asciugarti!’
Luciana entra anche lei e, superato un attimo di imbarazzo, dice subito:
‘Papà, ti sei rinfrescato con la doccia?…. bene, ora rilassati, che ti sentirai bene’.
Come obbedendo ad un copione prefissato, le due sorelle si siedono ai due lati del letto e si avvicinano al padre, cominciando ad accarezzare il suo corpo coperto dall’accappatoio. Adelmo le guarda a turno, si vede che reprime le sue reazioni, ma non dice nulla. Quando le due donne intensificano le carezze e cominciano ad aprire i lembi dell’accappatoio, lui chiude gli occhi come abbandonandosi alle loro mani.
‘Su, paparino bello’, dice Luciana che è entrata bene nella parte, ‘lasciati andare ‘. Goditi questo momento ‘. Vedrai come ti sentirai meglio.’
‘Vedi che belle figlie che hai’, aggiunge Mariarosa, ‘affettuose, premurose e ‘. calde’.
Aprono completamente l’accappatoio e accarezzano in lungo ed in largo quel corpo un po’ flaccido, soffermandosi sui peli grigi del petto e del pube. Poi cominciano a vellicare insistentemente i capezzoli di quel petto registrando i primi gemiti di piacere dell’uomo. Mariarosa si china su quel petto e si mette a succhiare un capezzolo, Luciana la imita e fa altrettanto. Adelmo comincia a grugnire, evidentemente le lingue delle figlie hanno colto una zona erogena ancora sensibile.
Le due donne cominciano ad eccitarsi. Succhiano avidamente quei capezzoli, ma perlustrano con la mano il corpo paterno; Mariarosa porta la sua mano subito sui coglioni del padre, che già aveva amorevolmente insaponato e li chiude nel palmo della mano. Ma anche Luciana va nella medesima direzione e impugna il cazzo avvizzito cominciando a stringerlo e tirarlo.
Il vecchio padre emette gridolini sempre più intensi di godimento, allarga le braccia e allunga le mani. E, mentre le stimolazioni sempre più pervasive delle due donne gli elettrizzano il corpo, lui comincia a frugare quei corpi opulenti semidistesi ai suoi fianchi. Adelmo è in trance, tiene gli occhi chiusi, respira un po’ affannosamente, infila le mani dietro le spalle delle figlie e le spinge fino a percorrere il canale che divide le loro chiappone. Mariarosa lo incoraggia:
‘Sì, dai papà, sfiziati un poco ‘. Non siamo due fanciulline, ma ce n’è da godere ‘. Dai, divertiti anche tu ‘..’
Per consentirgli maggiore libertà di movimento, Mariarosa si spoglia del tutto restando con le sole autoreggenti. Luciana la segue a ruota e, rivolta al padre, aggiunge:
‘Ecco, papà, siamo tutte per te ‘.. goditi questo momento!’
Adelmo apre gli occhi e resta rapito dalla visione di quei volumi carnosi in movimento, di quelle coscione abbondanti, di quelle zinne penzolanti, di quei cespugli neri già inumiditi e odoranti.
‘Dai, su’, lo incoraggia Luciana prendendogli la mano e guidandola proprio tra le cosce, in mezzo al cespuglio pubico, ‘da quanto tempo ti manca la fessa di una donna!’
Adelmo infila due dita nella ficona nera della figlia, poi si porta la mano al naso per odorare, e sospira:
‘Dio buono, grazie per il dono che mi dai! ‘. Uuhhmmm ‘. Un odore paradisiaco! ‘ me l’ero dimenticato!’
Intanto Mariarosa si posiziona un po’ più in alto, prende con la mano uno dei suoi meloni e lo porta alla bocca del padre, dicendogli:
‘Dai, papà, succhia da bravo il latte di tua figlia! ‘. Su, dai, succhia, che ti fa bene!’
Il respiro di Adelmo si fa più affannoso. Con le zinnone di Mariarosa schiacciate sulla su faccia Adelmo respira a fatica, ma la sua palpitazione si intensifica anche per effetto della masturbazione sempre più frenetica che gli pratica Luciana. Il cazzo si rianima un poco e, anche senza irrigidirsi del tutto, comincia a sentire lo stimolo dell’eiaculazione. La figlia continua, accelera, vuol portarlo appunto a sborrare. Ad un tratto Adelmo molla il capezzolone di Mariorosa ed esclama:
‘Ecco, sì ‘.sì ‘.. vengo ‘.. vengo ‘.. vengooo!!!’
Non finisce di pronunciare la frase che rivoli di crema lattiginosa tracimano dal cazzo imprigionato tra le dita di Luciana, che a sua volta si precipita a incollare la sua bocca al glande paterno e a succhiarlo avidamente. All’annuncio dell’eiaculazione anche Mariarosa si abbassa rapidamente nella stessa direzione e spinge lievemente di lato la guancia della sorella rivendicando la sua parte nella fellatio.
Dopo l’urlo liberatorio dell’orgasmo, Adelmo ha un momento di completo abbandono e, mentre le due figlie gli suggono tutto quello che può uscire da quel povero cazzo, egli delira ad occhi chiusi:
‘O dio, dio ‘.. che regalo mi hai dato oggi ‘. che figlie d’oro mi hai fatto scoprire!’
Quando riapre gli occhi lo spettacolo che gli si para dinanzi non ha nulla da invidiare a quelle scene che ha visionato nei filmetti porno di internet. Le due figlie hanno finito di leccarsi il suo sperma ed ora se lo scambiamo in un bocca-a-bocca lesbico. Si leccano come due assatanate, si strofinano oscenamente i loro corpi ridondanti, si sditalinano reciprocamente. Stanno scatenando istinti repressi e scoprono all’improvviso nuove dimensioni del godimento. Sono due donne ormai mature, sono molto arrotondate nei punti critici, ma non sono delle ciccione. Sono due donne giunoniche che stanno scoprendo il serbatoio delle pulsioni represse o neglette e si comportano come due porcone.
E’ una scena arrapantissima e Adelmo, per quanto svuotato dalla sborrata, sente nuovamente avvamparsi il suo bassoventre; il cazzo è smosciato, ma istintivamente egli lo prende in mano e tenta di masturbarlo. A quel movimento le due sorelle interrompono per un momento l’appassionata lesbicata e, ancora con i rivoli di sborra che colano dalle labbra, si rivolgono al padre:
‘Come ti senti, papà?’
Adelmo, con aria trasognata, risponde:
‘Come in paradiso!…. grazie, figlie mie’. siate benedette! ‘. ora posso anche morire!’
Mariarosa replica subito:
‘Morire?!…. Proprio ora che abbiamo ricominciato a vivere?! ‘. Vero Luciana?’
Le due sorelle si distaccano, tornano a distendersi ai fianchi del padre e ad accarezzarlo sensualmente. Poi Luciana gli sussurra con aria intrigante:
‘Papà, non ci devi ringraziare’. Siamo noi che dobbiamo ringraziare te ‘.. A che serve rinunciare a certi piaceri che dipendono solo da noi? ‘. Hai ancora tanto tempo da vivere e noi abbiamo il dovere di rendertelo lieto ‘.’
‘E, se non ti dispiace’, conclude ridacchiando Mariarosa, ‘permetti che lo rendiamo lieto anche a noi stesse!’
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…