“non ho voglia di parlare, resto nudo, perduto nel labirinto della mia solitudine”
Al mattino sms da Dany:” ti abbasserò i boxer con i denti e quando il tuo cazzo svetterà davanti al mio viso, la mia lingua..” non lo leggo neanche tutto, non sono dell’umore giusto per farmelo tirare, ma neanche posso scaricarla così. La chiamo, le do appuntamento per uscire la sera insieme.
All’appuntamento Dany si presenta più sexy e provocante che mai, ma non ci faccio troppo caso, non ricordo neanche una parola di quello di cui parla al ristorante, ho la testa altrove, so per certo che non si azzitta un minuto. Usciti dal ristorante ci parcheggiamo in un buio viale alberato e la scopo in macchina ma lo faccio con rabbia e con una punta di disprezzo, tanto che non esita a farmelo notare bruscamente :”Oh, ma si può sapere che cazzo ti prende?!”, mi scuso e la riaccompagno a casa. Quando scende dall’auto sbatte lo sportello senza neanche salutarmi.
Faccio inversione a U, un tipo in scooter mi impreca contro, so di essere in torto ma rispondo col dito medio. Senza neanche rendermene conto mi sto recando in vineria, è quasi l’ora di chiusura. Ho come sempre il cuore in gola, passo davanti al locale,fuori non c’è nessuno, sbircio dentro rallentando, c’è solo Stefano che parla con un tipo. Parcheggio poco lontano in doppia fila, forse Giulia è dentro o forse no. Non so neanch’io cosa ci faccio lì, ma nella mia testa si fa sempre più strada l’idea di che voglio incontrarla un’ultima volta, ma da sola. Non so cosa avrei da dirle, forse solo per guardarla un’ultima volta negli occhi, forse solo per dirle addio. Ma per beccarla da sola dovrei sapere dove abita, qui ho poche speranze di parlarle, Stefano potrebbe intuire e magari non gradire e io non ho nessun diritto di intrometteremi tra loro. E poi Stefano non lo odio, anzi vorrei abbracciarlo. Vorrei abbracciarlo perchè ha amato, ama e amerà la mia Giulia, perchè per lei era, è e sarà.
Nei racconti ho letto che vivono insieme, se sapessi dove abitano potrei farle qualche posta sotto casa, anche se la cosa non mi piace. A questo mi sono ridotto…ma non vedo altra possibilità. Penso che se Stefano ha una macchina potrei seguirlo fino a casa ma non mi sembra una buona idea; a quell’ora non gira un’anima, potrebbe accorgersi di esssere seguito, magari avere dietro l’incasso della serata e allarmarsi per nulla. Sarebbe sciocco da parte mia. Mi viene un’idea: al circolo sportivo ho un amico con cui gioco spesso a Tennis che lavora al PRA, potrei prendere la targa della macchina di Stefano e con un pò di fortuna risalire al suo indirizzo. Mi sembra ottimo!
Proprio mentre ho finito di pensare vedo Stefano che chiude il locale mentre parla col solito tizio, quindi Giulia non è con lui e ne deduco che non si reca tutte le sere in vineria. Li vedo attraversare una strada e i fari di una macchina parcheggiata che lampeggiano per segnalare l’apertura col telecomando. Ci sono! Accendo il motore, parto e passo davanti all’auto parcheggiata memorizzando al volo il numero di targa. Vedo dallo specchietto Stefano che saluta il tizio e si dirige proprio verso quell’auto. E’ la sua! Mi scrivo il numero di targa sul cellulare e vado a casa.
La mattina successiva mi reco in agenzia con un’ansia che mi divora. Chiamo Gianluca, il mio amico del PRA. Mi invento la palla che al parcheggio mi hanno strusciato la fiancata dell’auto e un tipo gentilissimo mi ha lasciato sul tergicristallo un bigliettino con su scritto il modello della sua auto, la targa e il suo cellulare, ma l’umidità della notte ha semicancellato proprio il numero di telefono che non si riesce a leggere, gli chiedo se mi fa il piacere di risalire al proprietario attraverso in numero di targa. Mi risponde che non potrebbe farlo, ma di me si fida e vista la situazione vedrà di aiutarmi.
Aspetto impaziente la sua chiamata che arriva verso mezzogiorno: ha nome, cognome e indirizzo dell’intestatario dell’auto. E’ lui! E’ Stefano! Ora spero che il suo domicilio sia proprio quello. Ringrazio Gianluca. La strada dove dovrebbe abitare non è molto lontana dalla vineria.
La sera mi reco a quell’indirizzo, mi fermo in doppia fila davanti al civico, è un antico palazzo in stile vittoriano come tanti ce ne sono nella zona. Non vorrei essere visto proprio da Giulia ma penso che certe cose o si fanno sfacciatamente o non si fanno, quindi esco con fare disinvolto, mi fermo davanti alla citofoneria in ottone e comincio a scorrere i cognomi.
Bingo! L’ho trovato, sulla targhetta c’è il suo nome e cognome.
Sono sulla buona strada per rincontrare Giulia!
Continua
Quanto vorrei che il live action di disney fosse più simile a questo racconto! Scherzi a parte: divertente, interessante, bel…
grazie amore
Non credo di aver avuto il paicere, ma grazie intanto della lettura.
Leggendo i tuoi racconti continua a venirmi in mente Potter Fesso dei Gem Boi
grammaticalmente pessimo........