La storia che vi racconto mi è successa realmente. Ero sul treno Milano Venezia in partenza dalla Stazione Centrale di Milano . Era tardo pomeriggio o sera , non ricordo. Comunque ricordo che non c’era quella confusione che di solito c’è su quel treno. Era la fine degli anni ottanta, io avevo poco più di vent’anni . Mi ero seduto sul sedile vicino al finestrino . La carrozza era una di quelle vecchie carrozze con i sedili lunghi senza poggia braccia , separati solo dai poggiatesta sagomati , con quelle due sporgenze ai lati , come se servisse separare le teste dei passeggeri . Ero arrivato un po prima della partenza , proprio per cercarmi un posto che mi piacesse . Di solito cercavo delle carrozze con qualche bella ragazza , invece quella volta ero entrato in uno scompartimento vuoto . Ricordo che una cosa che mi scocciava parecchio era quando poi iniziava ad arrivare gente e si sedeva nello scompartimento gente chiassosa . Ogni volta era un incognita, ma ero abituato . Almeno seduto vicino al finestrino se entravano dei casinisti io potevo distrarmi guardando il paesaggio fuori che scorreva . Quella volta non c’era molta gente . Ricordo che quel giorno entrò nello scompartimento vuoto una bellissima ragazza . Era bionda con i capelli raccolti dietro .Non so come definire quella pettinatura , ma per farvi capire pensate a quei vecchi quadri dove sono raffigurate le nobildonne dell’ ottocento . Dentro di me ho sempre pensato che quella pettinatura fosse ispirata a qualche nobildonna della corte asburgica . Insomma aveva una aria molto aristocratica , anche nel modo molto lento di muoversi , molto gentile nel portamento . Aveva una gonna corta e dei collant molto leggeri , del colore della sua pelle . Ancora oggi non ricordo se portasse le calze o no , poi capirete perché . Portava una giacca marrone che , assieme al trucco molto tenue , faceva risaltare gli splendidi occhi azzurri , anch’essi molto chiari , di un azzurrino tenue , non colore del cielo , ma un misto tra azzurro e grigio . Si sedette accanto a me e già questo mi turbò , in quanto lo scompartimento era vuoto . Si sedette li e rimase in silenzio , non tirò fuori dalla valigetta che aveva alcun libro , come a volte si fa per far scorrere il tempo del viaggio distraendosi dalla attesa . Io rimasi a guardare la gente che si affrettava sulla pensilina della stazione , vista l’ imminente partenza . Nello scompartimento entrò un anziano prete che si sedette proprio di fronte a me , con un cenno del capo salutò ed io risposi con uguale cenno . Il treno partì.
Passò le varie prime stazioni , ricordo Lambrate e poi non ricordo cosa c’è … con la coda dell’ occhio , cercando di non farmi notare , osservavo le su gambe . Portava delle Timberland , che a quei tempi erano d’ obbligo per essere alla moda . Io alternavo la visione del paesaggio con dolci pensieri con quella sconosciuta . Lei era alla mia sinistra , in quanto avevo preso il posto fronte marcia e avevo la testa appoggiata alla sporgenza sinistra de poggiatesta , Con mia sorpresa lei reclinò la testa sul poggiatesta a destra , quindi ci trovammo con le nostre teste vicine . mi sembrò di sentire il leggero suono dei suoi capelli che si adagiavano su quella sporgenza che separava i nostri capi . Non ci posso giurare , ma sentivo il suo respiro , quieto , quello di chi si sta abbandonando al sonno . Rimasi li a godermi quella sensazione di vicinanza . Dovete sapere che io sono abbastanza alto e quindi con il passeggero che avevo davanti , anche lui abbastanza alto , dovevo tenere le gambe leggermente aperte , per non scontrarci con le ginocchia , ero comunque in una posizione comoda , ma le mie gambe erano molto vicine a quelle di lei ….
Ad un certo punto io sentii chiaramente la gamba di lei appoggiarsi alla mia . Ricordo che avevo un paio di pantaloni molto leggeri . In un primo tempo ebbi il desiderio di scostarmi , come la mia educazione mi avrebbe consigliato , ma rimasi li così . Sentivo chiaramente la sua coscia appoggiata alla mia .Sentivo il calore della sua pelle appoggiata alla mia . Per questo dico che non so se lei portasse o meno le calze ,sentivo la mia pelle caldissima lungo quella linea di contatto . Con la coda dell’ occhio la guardavo , aveva gli occhi socchiusi . dopo un po’ lentissimamente tentai di allontanare la mia gamba , quasi a vedere se lei mi seguiva . Mi seguì . Pensai che forse era l’ inclinazione del treno a far si che lei non volesse staccarsi , ma poi ebbi la netta sensazione che questo fosse volontario . Era troppo evidente quel contatto perché lei fosse assopita .
Secondo me lei cercava quel contatto con uno sconosciuto . Il prete davanti a me ogni tanto mi osservava ed io ebbi la sensazione che lui si interrogasse su quella nostra posizione . Agli occhi di un osservatore sembravamo due fidanzatini che non si stringevano per pudore , ma che si cercassero , che in qualche modo si desideravano . Io ormai godevo di quel contatto e quando entrò il bigliettaio entrambi ci distogliemmo da quella posizione per porgerei rispettivi biglietti e quando questi uscì in breve riassumemmo quella posizione che ad entrambi evidentemente piaceva. Io ogni tanto chiudevo gli occhi e dentro di me godevo di quella sensazione di calore sulla gamba . Presto si trasformò in evidente caldo da sudore . Percepivo l’ umidità data dalle due gambe a contatto , la stagione calda e il caldo che c’era sul treno amplificava l’ effetto . Mi chiedevo chi fosse , che sensazione stesse provando , se sentiva l’ eccitazione che provavo io . Iniziavo a pensare al dopo , se ci fosse stato . Ogni volta che il treno si fermava in una stazione pensavo se lei sarebbe scesa o no e dentro di me avevo deciso che se prima della mia fermata fossi riuscito ad attaccare bottone la avrei seguita fino al capolinea . Non mi importava di arrivare a casa , i miei genitori erano in ferie in montagna . Per qualche giorno avrei potuto tranquillamente imboscarmi senza che nessuno avesse avuto alcunché da preoccuparsi . Fantasticavo , immaginavo che lei aspettasse una mia mossa , progettavo una strategia per parlargli , perché era evidente che lei mi stava invitando a farmi vivo , a rispondere a quel la richiesta di contatto . Arrivò Brescia , lei si alzò e se ne andò . Mi rimase quella sensazione di caldo alla gamba e il dubbio di cosa fosse stata quella cosa . Probabilmente lei era stanca della giornata e si era solo assopita inconsapevolmente , probabilmente io me ero fatto un mucchio di idee strane solo perché a quell’età bastava un niente per farmi arrapare . Ma è un ricordo che mi accompagnò per anni e che ogni tanto ricompare , come adesso che ve lo ho raccontato .



scusa, al quarto sono bloccato!
ti ringrazio, mi fa molto piacere sapere che ti sia piaciuto! il secondo capitolo l'ho completato. nel terzo sono bloccato.…
ne ho scritti altri con altri nick...spero ti piacciano altrettanto.
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Ti ho scritto, mia Musa....attendo Tue...