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La figlia del direttore

By 5 Gennaio 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Giorgio quarantenne sposato lavorava in una ditta di import-export il cui direttore, una persona irreprensibile e molto autoritaria, era anche uno dei soci. Per sostituire il periodo di gravidanza di una segretaria, il direttore aveva pensato di assumere la figlia part-time per tutta la durata dell’assenza della segretaria. Nel mese di luglio Cristina, così il nome della figlia, iniziò a lavorare a fianco di Giorgio. Cristina 27 anni, aveva un bel viso e anche se leggermente soprappeso, avevo un aspetto tonico un culo un po’ abbondante, ma anche due gran belle tette. Lavoravano nello stesso ufficio l’uno di faccia all’altro. Un giorno mentre Giorgio rientrava in ufficio dopo aver colloquiato con il direttore, si accorse che Cristina alla sua entrata aveva chiuso una finestra del computer in maniera eccessivamente repentina e dall’arrossarsi delle sue guance capìì che stava facendo qualcosa di strano. Il pomeriggio approfittando dell’assenza della collega ed avendo la password del suo computer decise di indagare e si accorse che era stato installato un programma di chat’.che fare? Sputtanare la figlia del direttore o cercare di trarre vantaggio dalla situazione? Decise di riflettere fino all’indomani. Il giorno dopo Giorgio decise di installare pure lui il programma di chat per cercare di contattare la collega. Dopo alcuni giorni di tentativi andati a vuoto, finalmente un giorno dopo aver cliccato sul nick della collega aver aperto la finestra di dialogo e digitato ‘ciao disturbo?’ apparve la risposta ‘ciao mi chiamo Cristina e tu?’. La frequenza cardiaca di Giorgio si alzò immediatamente, gli sembrava di essere tornato indietro ai tempi dei primi innamoramenti, adesso doveva essere bravo a non lasciarsela scappare.
Così iniziarono a chattare quotidianamente Giorgio riuscì a carpire molti segreti di Cristina, la sua insofferenza nell’avere un padre così autoritario, la sua insoddisfazione per quel lavoro di ripiego, ma soprattutto la delusione del rapporto con suo marito. Confidò così che i rapporti sessuali erano rari e insoddisfacenti e senza mai fantasia. I giorni passavano e l’argomento principale era ormai diventato il sesso, Giorgio si divertiva a far eccitare sempre più Cristina tanto che spesso la vedeva diventare rossa in volto fino al giorno in cui decise di osare di più e chiedergli di toccarsi tra le gambe lei esitò dicendo che non era sola in ufficio, ma alla nuova e perentoria richiesta decise di accondiscendere e lentamente, cercando di non farsi vedere da Giorgio, che nel frattempo faceva finta di essere impegnato al computer mentre in realtà guardava di soppiatto la collega, iniziò a toccarsi tra le gambe e al tempo stesso ad eccitarsi sempre più fino a che non potendone più si rinchiuse in bagno fino a raggiungere un liberatorio orgasmo.
Oramai era psicologicamente in suo pugno e quindi decise di andare oltre e chiederle delle foto di lei nuda, e successivamente delle foto di lei mentre si masturbava. Acconsentì a tutto e con la sua macchina digitale produsse delle bellissime foto che facevano arrapare al solo vederle.
Il giorno dopo aver ricevuto le ultime dove si vedeva lei che si stava masturbando, Giorgio decise di passare all’attacco e così la mattina le mandò una e-mail con alcune delle foto e con la scritta ‘Le facciamo vedere anche al resto dell’azienda, padre compreso?’.
Quando Cristina aprì la posta e vide il contenuto rivolse subito lo sguardo verso Giorgio iniziò ad inveire contro di lui che senza perdere la calma disse che non doveva arrabbiarsi ma semplicemente fare in modo che lui non mettesse in atto il suo proposito. Vedendolo così calmo ma al tempo stesso deciso, sul suo volto comparve una maschera di terrore chiese quindi cosa volesse e lui semplicemente disse ‘Sarai la mia schiava e ti farò godere come mai in vita tua’.
Per iniziare la fece andare alla sua scrivania e dopo aver sentito la consistenza delle sue tette infilò una mano sotto la sua gonnella e una volta posata sopra la coscia sinistra iniziò a risalire fino a giungere alle su mutandine che scostò penetrando, tra i suoi gemiti, con due dita all’interno della sua vagina che era calda e bagnatissima ‘Quanto sei porca’!’ e senti quanto mi hai fatto eccitare’ le disse prendendole una mano e mettendosela sul cazzo. Era pericoloso ed eccitante al tempo stesso fare quelle cose in ufficio. La mattina dopo all’ora in cui solitamente andavano a fare colazione al vicino bar Giorgio chiuse la porta si avvicino a Cristina e una volta tirato fuori il cazzo lo avvicinò alla sua bocca, inizialmente lei rifiutò quando con le mani le fu spinta la testa con decisione verso il cazzo aprì le labbra e se lo fece scivolare tutto fino in fondo alla gola. La stava letteralmente scopando in bocca e quando fu vicino all’orgasmo lo tirò fuori e fece in modo che gli schizzi del suo sperma arrivassero sul viso di lei, poi iniziò a strusciare il cazzo sul suo volto e a infilarglielo nuovamente in bocca in modo da ripulirla e al tempo stesso fargli assaggiare il suo seme. Una volta ricomposti andarono a fare colazione come al solito.

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