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GamingRacconti Erotici

La grande sborrata

By 15 Giugno 2024No Comments

Stefano, a detta di tutte le sue ammiratrici (e non erano poche) era decisamente un bel ragazzo: 28 anni, moro, occhi castani, muscoloso al punto giusto, sveglio e soprattutto molto ambizioso.
Si manteneva facendo lavoretti part-time, dal cameriere al commesso dei grandi magazzini, ma la sua vera professione, anche se non era quella che gli dava da vivere, era di attore porno.

Collaborava già da qualche anno con una piccola casa di produzione di video pseudo amatoriali, in cui si occupava di cavalcare improbabili casalinghe e milf bisognose di affetto, e bisogna dire che se la cavava molto bene, non si limitava ad usare al meglio il suo strumento di lavoro come fosse un trapano, nei suoi video si vedeva chiaramente la passione che ci metteva.
Il produttore era soddisfatto e lo chiamava spesso, ma i tempi d’oro del porno, quelli di Moana e Cicciolina per capirci, erano finiti da tempo, e con essi i relativi guadagni, e, ciò che per un ambizioso come lui era ancora peggio, un attore uomo poteva scordarsi di diventare famoso come il Rocco nazionale. Eppure lui voleva diventare qualcuno, e voleva diventarlo proprio nel mondo del porno, ma come fare, si domandava un giorno sì e uno anche.

Doveva fare qualcosa di innovativo, mai visto prima, ma si rendeva conto che tutto quello che poteva essere considerato a luci rosse era già stato fatto, dai video con i nani alle donne incinte, dalla pioggia dorata alle gemelle, e poi, sorridendo, si diceva che lui non era un nano e nemmeno per fortuna incinto…

E allora cosa poteva fare un “normale” pornoattore come lui per diventare qualcuno ?. Pensa oggi, pensa domani, cominciò a considerare il problema sotto un altro aspetto: il sesso sul set poteva essere considerato anche come una prestazione sportiva, con le relative performances misurabili e confrontabili.

Non sperava certo che in tempi brevi il porno fosse ammesso tra le discipline olimpiche, con tanto di giuria, punteggi, medaglie ed inni nazionali, questo no, però poteva sempre cimentarsi in qualche performance che costituisse un record mondiale. E per un uomo quale poteva essere la performance più prestigiosa ed insieme misurabile ? Semplice, la venuta, detta volgarmente sborrata o tecnicamente chiamata dai registi payload.

Più abbondante e potente è il getto più riuscita risulta la scena, questa è una legge fondamentale e immutabile del cinema a luci rosse. Ora, di attori famosi per queste caratteristiche ce ne erano e ce ne sono ancora in attività molti, ma Stefano voleva qualcosa di più, voleva diventare famoso per aver eiaculato la madre di tutte le sborrate, qualcosa di sensazionale e mai visto prima, una scena che forse non avrebbe oscurato la fellatio di Gola Profonda, ma che sarebbe rimasta comunque un punto di riferimento nell’effimero mondo del porno web.

Ok, fin qui tutto bene, sognare è facile, ma si rese subito conto che tra la teoria e la pratica gli ostacoli non sarebbero stati pochi. Prima di tutto doveva trovare un produttore, e questo non era il problema principale, era già ben introdotto nella piccola casa di video amatoriali, e non avrebbe avuto difficoltà a convincere il boss a finanziare questo video.
Già più difficile appariva la scelta della partner, e il motivo è intuibile: Stefano, da ragazzo sveglio quale era, aveva capito subito che l’anello debole di questa strana impresa sarebbe stato lui. Sapeva infatti di essere un buon eiaculatore, per quantità e qualità, ma da questo a tentare il record del mondo ancorchè ufficioso ce ne passava; la preparazione sarebbe stata lunga e difficile, e al 90% di tipo psicologico, questo era chiaro, lo sperma viene prodotto ed emesso dai testicoli ma il comando arriva dalla testa, e se questa non è carica al massimo il risultato sarà comunque deludente.

Già, ma come fare a raggiungere il massimo della carica sessuale ? Prima di tutto con la partner giusta, ed ecco perchè la scelta non poteva fermarsi alla prima attricetta disponibile, ci voleva la donna giusta con il giusto grado di intesa. Dopo aver vagliato varie ipotesi, Stefano si ricordò di Luana, una ragazza oggettivamente non bellissima, con cui aveva avuto una breve relazione al di fuori del set, e che -ricordava- lo aveva colpito per la sua sensualità nel linguaggio e negli atteggiamenti, prima ancora che nelle prestazioni a letto. E poi la ricordava totalmente priva di inibizioni. Insomma, proprio quella che ci voleva.
Ora però si trattava di convincerla, alla fine cosa ci vuole, si disse per farsi coraggio, le devo solo chiedere di girare una scena porno con me in cui io tenterò di battere il record del mondo di sborrata, che sarà mai…

Si videro qualche giorno dopo in un bar del centro, lui andò subito al sodo preparandosi ad essere fanculato, ma non conosceva abbastanza la componente esibizionista di Luana, che infatti, tra il divertito e il lusingato, accettò, ma ad una condizione: che la scena fosse di una scopata alla missionaria, e che la sborrata fosse quindi un “pull out” sulla pancia, perchè voleva giustamente essere protagonista anche lei della scena e non limitarsi a metterci solo una faccia da inondare, come di solito avviene con il finale “facial”.
Questo, se da un lato poteva rendere più eccitante e veritiera la scena, dall’altro poneva vari problemi tecnici e psicologici che avrebbero reso ancora più difficile la prestazione: tecnici, perchè per quanto bravi fossero gli operatori, bastava un attimo, un braccio che nella concitazione finiva davanti all’obiettivo, e l’intera scena sarebbe stata rovinata, e psicologici perchè una cosa è segarsi da soli con i propri tempi massimizzando la venuta sulla faccia, altro è scopare veramente e uscire perfettamente al momento giusto, nè un attimo prima nè dopo.

Comunque a Stefano le sfide piacevano, ed accettò la condizione; con il produttore si mise subito d’accordo, per cui cominciò il lungo periodo della preparazione psico-fisica, in cui Luana fece il massimo per coadiuvarlo, tanto che si trasferì da lui per qualche settimana vivendo da fidanzati. Naturalmente fecero varie prove al fine di trovare il modo migliore per incrementare al massimo l’eiaculazione, e cercarono di rendere tutto il più possibile “scientifico”.

Lessero su Internet che l’eiaculato medio di un uomo va da 1,5 a 6 ml., fatta una prova un po’ rocambolesca tramite un pompino con sborrata in una provetta, constatarono che Stefano eiaculava senza problemi 12 ml.; ebbene, si diedero un obiettivo minimo di 20 ml. La prima difficoltà “tecnica” da superare fu quella di capire il numero di giorni ottimale di astinenza dal sesso prima della scena per caricarsi a dovere: l’esperienza insegnava che troppi giorni erano controproducenti, non c’era una spiegazione scientifica ma era così, anche troppo pochi ovviamente non consentivano al “serbatoio” di ricaricarsi a dovere, insomma giunsero alla conclusione che sette era il numero giusto di giorni senza venute prima di girare.

Altro aspetto importante per il training psicologico fu di esorcizzare il fatto che c’era un solo tentativo possibile, one shot, e che il tutto si giocava in pochi secondi senza la possibilità di sbagliare, il che comporta una deleteria ansia da prestazione; ma qui intervenne Luana ricordandogli che parecchie discipline sportive avevano la stessa caratteristica, vedi salto in alto, lancio del peso e così via, e che se ci riuscivano questi atleti non vedeva perchè non potesse farcela anche Stefano.

Una settimana prima cominciò il “ritiro precampionato” e la conseguente carica del serbatoio, e qui Luana dette il meglio di sè, stuzzicandolo e comportandosi come una fidanzata vogliosa, facendolo impazzire di desiderio senza consentirgli però di sfogarsi. Arrivò finalmente il grande giorno; la scena era prevista nel pomeriggio, e già dal mattino Luana e Stefano iniziarono i preparativi, con masturbazione, coccole e giochini erotici assortiti, cercando di non perdere la concentrazione.

Sul set la troupe (in realtà solo operatore e regista-produttore) fece di tutto per essere il più discreta possibile, lasciando ai protagonisti la massima libertà di azione senza nel contempo mettere loro fretta o ansia. Stefano e Luana approfittarono di questa libertà per fare le cose con la massima calma: si stesero sul letto nudi e abbracciati, ignorando gli altri, e passarono una buona mezz’ora a sbaciucchiarsi con Luana che carezzava lentamente il pene di Stefano e gli dava dei rapidi colpetti di lingua. Poi Luana cominciò a masturbarsi per essere ben bagnata evitando a Stefano il “disturbo” di leccarle la patata, con il rischio che perdesse concentrazione ed erezione.

uando fu ben lubrificata, fece entrare Stefano dentro di sè per qualche attimo, per poi ritrarsi subito sussurandogli all’orecchio “annaffiami tutta con il tuo seme, inondami del tuo sperma, fanne uscire tanto, fallo per me”. La scena non era in realtà ancora cominciata, erano ai preliminari, ma dobbiamo ricordarci che Stefano veniva da una settimana di astinenza e da qualche ora di erezione con stimoli ininterrotti, insomma, questa cosa lo stava facendo impazzire, aveva letteralmente le palle in fiamme. Era giunto quindi il momento, continuare sarebbe stato addirittura controproducente.

Un’ultima breve sega, erezione al massimo, operatore in posizione, Luana allarga le gambe e si apre la fichetta depilata, e Stefano la penetra. Non era di certo un eiaculatore precoce, visto il mestiere che faceva, ma questa volta doveva veramente mettercela tutta per resistere, vista la situazione. Ad ogni colpo che dava sentiva una piccola ulteriore quantità di sperma che si produceva nei suoi testicoli, merito anche di Luana che ci metteva del suo perchè sembrava godere veramente, cosa rara in un set a luci rosse, probabilmente era eccitata dalla situazione assolutamente atipica: in fondo quella non era una semplice scopata, era una prestazione sportiva, un tentativo di record.

La scopata durò un paio di minuti, poi Stefano sentì di non poter più resistere, era giunto il grande momento, ma da uomo esperto sapeva che tra il punto di “non ritorno” e la effettiva eiaculazione passano sempre alcuni secondi, e volle sfruttare anche quelli a suo favore: non uscì subito, diede ancora un paio di colpi forsennati urlando come un ossesso e, con perfetta scelta dei tempi, estrasse il pene nel momento esatto del primo schizzo, che fu potentissimo e superata la testa di Luana finì per lasciare una macchia evidente sulla testiera del letto. Stringendosi le palle con una mano e segandosi il pene con l’altra fece uscire il secondo e il terzo schizzo, abbondantissimi, che finirono sul viso e sui capelli di Luana.

I numerosi schizzi successivi andarono sulle tette e sulla pancia della sua partner, Stefano continuò a segarsi il pene per spremere le ultime gocce del suo eiaculato, mentre sentiva dentro di sè un benefico senso di completo svuotamento, che confermava la piena riuscita dell’operazione: Luana era letteralmente coperta del suo seme, sembrava uscita da una gang bang ed invece era l’opera di un uomo solo.

Ancora qualche minuto per i primi piani, e poi arrivò lo stop del regista. I due ragazzi erano felici, non si abbracciarono solo per non impiastricciarsi ulteriormente e si fiondarono sotto la doccia. Tutto era andato a perfezione, una scena così -pensò Stefano- se debitamente pubblicizzata, diventa facilmente un cult e fa milioni di visualizzazioni, con relativa notorietà dei protagonisti. Voleva rivederla subito, ancor prima del montaggio, per cui, asciugatosi in fretta e baciata ancora una volta Luana, uscì da bagno per andare dall’operatore.

Ma si fermò nel sentire delle voci concitate provenire dal salotto, tra cui capì solo la parola “formattazione”. Il suo sesto senso lo fece presagire una rogna, e purtroppo per lui non si era sbagliato: Operatore e produttore, con una faccia da funerale, stavano leggendo sul display della telecamera: errore di formattazione scheda SD. Non si riuscì mai a capire l’inghippo informatico che si era verificato, ma nemmeno i laboratori specializzati riuscirono a recuperare il video, che era andato perso per sempre.
Andò a finire che Stefano lasciò definitivamente il mondo del porno e andò a convivere con Luana, lui fu assunto -ironia della sorte- come commesso da una catena di informatica mentre Luana continuò a fare la receptionist di un albergo e, come nelle fiabe, vissero felici e contenti. Ma non guardarono mai più un video a luci rosse.

Timidissimo

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