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La mia prima notte sulla strada: Parte 2

By 18 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Parte2
Era ormai più di un mese che mi esercitavo nella difficile arte del trucco, in parte ero facilitata dalla mancanza di peluria in viso, in effetti avevo dei tratti somatici molto androgini che con qualche lieve ritocco, a base di rossetto rosso fuoco, fondo tinta, rimmel e qualcos’altro mi trasformava in una di quelle mannequin un po’ mascoline che vanno tanto per la maggiore.
Mentre mi truccavo, nuda davanti allo specchio, sentivo dentro di me crescere l’eccitazione ed anche l’ansia per ciò che mi apprestavo a fare, il mio desiderio più profondo e nascosto era sempre stato quello di ritrovarmi ad essere un oggetto in mano ad una ciurma di maschioni arrapati, pronta ad essere usata come un oggetto degno solo di svuotare i coglioni gonfi di sperma di che desiderava sollazzarsi col mio giovane e sodo corpo.
L’eccitazione mi aveva fatto inturgidire i teneri capezzolini e, nonostante la sborrata epocale con Barbie, l’uccello mi tirava come non aveva fatto mai prima in vita mia.
Una volta finita l’operazione al trucco rivolsi la mia attenzione al mucchio di indumenti femminili, che caoticamente occupava il letto.
Mi alzai dalla sedia di fronte allo specchio e, devo dire molto rapidamente, (avevo le idee molto chiare) scelsi l’abbigliamento da indossare per la mia prima da puttana.
Scelsi un paio di autoreggenti nere, con la riga dietro, a rete strettissima, con la giarrettiera di pizzo finemente lavorato, scivolarono sulla serica pelle delle mie lunghe gambe, senza alcuna difficoltà, il soffice tocco delle calze aggiunse consistenza ad un’erezione portentosa, per tenerla a freno indossai immediatamente il perizoma della Perla in lucido raso nero, di una misura più stretta, in modo da tenere a bada il mio uccellino ribelle.
Con costernazione notai la larga macchia di precum che, immediatamente apparve sul tessuto lucido, ma non gli diedi gran peso, ricordando che l’odore degli umori arrapa il maschio &egravepiù di ogni altra cosa.

Successivamente indossai il reggiseno dello stesso completino, leggermente imbottito in modo da regalarmi ciò che la natura non mi aveva fornito.
Decisi quindi di indossare un favoloso paio di scarpe di lucida vernice nera, con punta molto aggressiva, zeppa e tacco in plexiglass trasparente, alte almeno 14 cm, non potei evitare di ammirarmi allo specchio a figura intera, ero davvero splendida, mi sarei inculata da sola!
Tutto ciò non fece altro che farmi sgocciolare ancora di più, di modo che la mutandina fosse praticamente fradicia del mio gustoso sugo.
A questo punto indossai solo un vestitino rosso fuoco di raso, con bretelline sottili e scollatura leggera, non potendo esibire alcunché, il cui orlo terminava lì dove cominciava il bordo delle giarrettiere, e, finalmente potei indossare il pezzo forte, una splendida parrucca di capelli corvini a baschetto stile Valentina.
Mi ammirai allo specchio di tre quarti, in modo da ammirare, piegandomi leggermente, il mio splendido fondoschiena esaltato dai tacchi a spillo, e le mie lunghe gambe da airone, velate dalle arrapati calze a rete, indossai un lungo impermeabile grigio ed uscii, dopo aver fatto scorta di preservativi, per andare a prendere l’auto.
Scendendo le scale, sentivo il cuore in gola e la bocca secca per l’emozione, avevo tutto molto chiaro in mente, Barbie mi aveva indicato un posto nelle vicinanze della Colombo dove, di solito si trovavano le trans, per cui mi diressi in quella direzione, mi aveva raccomandato di trovare un posticino tranquillo, né troppo lontano, né troppo vicino a dove si mettevano le altre, un po’ per non disturbarle e un po’ per evitare brutte avventure, sebbene fossi consapevole dei rischi cui andavo incontro, ma in effetti forse dentro di me un po’ desideravo di essere sbattuta violentemente come una cagna, il mio masochismo e il mio desiderio di sottomissione mi incalzavano.
Nonostante l’ansia che provavo e il desiderio di farmi sbattere che montavano inesorabili dentro di me, la presi piuttosto calma, ebbi anche la soddisfazione di essere notata e subire i complimenti veraci di alcuni ragazzi che mi si affiancarono ad un semaforo rosso, le loro voci eccitate, il fatto che non avessero compreso la mia vera natura, mi eccitarono ancora di più, per cui accelerai per raggiungere rapidamente il luogo consigliatomi dalla dolce Barbie.
Una volta giunta, cercai un posticino dove poter parcheggiare l’auto di tre quarti, in modo da poter mostrare le mie splendide, lunghe gambe velate agli automobilisti di passaggio.
Viaggiando ad andatura piuttosto lenta, potei notare che le tre o quattro trans che avevano già preso servizio mi osservavano con atteggiamento piuttosto ostile, non me ne curai molto, e, a ripensarci avrei dovuto , invece, comunque, una volta trovato un posto adatto, parcheggiai e mi disposi provocantemente con lo sportello spalancato, e le lunghe gambe accavallate fuori dall’abitacolo per mostrare la mercanzia.
Avevo l’uccello in tiro tanto da farmi male, i corpi sensuali delle trans che avevo visto lungo la strada, avevano aggiunto altro fuoco a quello intenso che mi bruciava dentro e avrei voluto masturbarmi per calmarmi un po’ e non venire subito col primo avventore, ma non feci in tempo a pensare a questa eventualità che una splendida mercedes nera accostò alla mia auto.
Aveva i vetri oscurati e non riuscivo a vedere l’interno, passarono dei secondi che mi sembrarono eterni, finch&egrave il finestrino dal lato del passeggero si abbassò mostrando il volto di un cinquantenne interessante e ben curato che mi rivolse la fatidica domanda:
-Ciao, sei nuova? Non ti avevo mai vista, quanto?
-50 in auto bocca e culo’
-e a casa?
-Non ho un posto, non vivo sola!
-D’accordo per l’auto, come ti chiami?
-Sally’
nel dire il mio nuovo nome, un’enorme goccia di sperma, completò il suo percorso sgorgando dal mio cazzo durissimo e regalandomi un piacere breve ma inebriante, in un attimo scesi dall’auto e entrai nella magnifica mercedes del primo cliente della mia vita.

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