Passarono un paio di settimane durante le quali quando c’incontravamo io ero sempre imbarazzato e non sapevo cosa fare o dire, lei, invece, sempre spigliata e sorridente come se nulla fosse accaduto.
Poi, un venerdì sera…
Ero appena rientrato dal lavoro e, dopo essermi fatto una doccia, stavo per prepararmi qualcosa da mangiare, con l’intenzione, poi, di mettermi a studiare, perché il martedì successivo avevo un esame, quando squillò il telefonino.
È Elisa.
-“Sì, pronto, buonasera Elisa”.
-“Ciao Marco, senti stasera Mara ha una festa a casa di un’amica ed io sono sola. Ti andrebbe di cenare con me?”
-“Sì lo so, aveva invitato anche me, ma devo studiare, martedì ho un esame”.
-“Ah, devi studiare. Vabbè mangerò da sola”.
-“Se è per tenerti compagnia vengo ma, dopo cena, scusami, vado via”.
-“Daccordo. È quasi pronto, puoi venire anche subito”.
-“Ok tra dieci minuti arrivo”.
Dopo poco vado da lei.
Trovo la porta socchiusa ed entro.
-“Elisa, sono io”.
-“Sono in cucina, vieni”.
Mi avvio alla cucina e la trovo che armeggia sulla tavola.
-“Visto che siamo soli, mangiamo qui. Ti dispiace?”
-“Assolutamente, va benissimo. Ho portato una bottiglia di vino, anche se non posso bere, devo studiare”.
-“Perfetto, aprila e siediti”.
È vestita in maniera semplice jeans attillatissimi, camicetta rossa accollata e sandali neri dai tacchi altissimi.
Come al solito è uno schianto!!!
Apro la bottiglia, ne verso due bicchieri e ne porgo uno a lei.
-“Cin” – mi fa alzando il bicchiere sorridendo – “alla nostra cena solitaria”.
-“Cin” – rispondo io – “alla tua bellezza”.
-“Oohh, stasera siamo in vena di complimenti. Siediti che mangiamo, sono affamata”.
Ceniamo chiacchierando del più e del meno.
Finito di mangiare l’aiuto a sparecchiare la tavola.
-“Bene, mi spiace, ma devo andare” – le dico.
-“Dai, ancora dieci minuti e un altro bicchiere di vino”:
-“Mi spiace ma non posso, veramente, devo prepararmi l’esame; sarà per un’altra volta”.
-“Oh, stasera sei veramente cattivo; non so se potrò perdonarti di lasciarmi sola”.
-“Sul serio, sono dispiaciuto, ma devo salutarti”.
E così dicendo mi avvio alla porta ed esco.
Sto studiando da un paio d’ore quando squilla di nuovo il telefonino.
Ancora Elisa.
-“Sì. pronto”.
-“Scusa se ti disturbo Marco, ma accade una cosa strana”.
-“Cosa succede?”
-“Stavo andando a fare la doccia prima di andare a letto e quando ho acceso la luce in bagno i faretti del soffitto hanno iniziato a lampeggiare. Cosa pensi che sia?”
-“Non so, dovrei controllare”.
-“Non potresti venire due minuti?”
-“Va bene ora vengo”.
M’infilo un paio di pantaloni, visto che ero in mutande e vado da lei.
Mi apre la porta avvolta in un accappatoio bianco, la cui scollatura lascia intravedere i seni abbronzati.
-“Grazie di essere venuto Marco. Non so cosa sia successo, quando ho acceso la luce sembrava di essere al luna park”.
-“Ora guardo”.
Mi accompagna in bagno e mi lascia a fare le mie prove.
Provo le luci; in effetti lampeggiano, faccio un altro paio di prove con l’interruttore, poi da dentro il bagno le dico:
-“È l’interruttore che non va, domani vado a comprarne uno e te lo cambio. Per ora usa solo le luci sopra il lavabo”.
Così dicendo spengo le luci ed esco.
Lei mi aspetta seduta su una poltrona.
Ha addosso solo reggiseno e mutandine.
-“Avvicinati”.
Come in trance mi avvicino fissando il suo corpo statuario.
Lei alza le gambe e inizia a massaggiarmi con i piedi il cazzo da sopra i pantaloni, guardandomi dritto negli occhi.
-“Apri i pantaloni”.
Incapace di reagire eseguo i suoi ordini.
Come abbasso i pantaloni lei con i piedi mi tira giù anche le mutande ed il cazzo già rigido scatta in alto.
Lei lo avvolge con le dita dei piedi ed inizia a segarlo.
Perdo subito il lume della ragione, avvolto dal piacere di quella carezza inconsueta e del tutto nuova per me.
-“Al diavolo l’esame” – penso – “stavolta me la scopo”.
Dopo un po’ la sega che mi sta facendo mi porta al culmine, tra poco sborro.
-“Allora ti piace porcellino?” – chiede sarcastica.
-“ Uhm, uhm” – mugugno.
Ancora un po’ e non resisto più.
-“Non ce la faccio più devo venireee…”
-“Eh dai allora, vieni, lavami i piedi colla tua sborra” – mi incita.
-“Eccooo… Sìììì… Vengooo…” – e le riverso un fiume di sborra sui quei piedini deliziosi.
-Bravo il mio porcellino, ora puliscili”.
-“Cosa?”
-“Ho detto puliscimeli, leccali”:
-“Ma mi fa schifo”.
-Puliscili con la lingua, è roba tua. Dai sennò ti caccio dall’appartamento”.
-“Brutta stronza” – penso – “mi ricatta”.
M’inginocchio, avvicino il viso ai suoi piedi bagnati della mia sborra, tiro fuori la lingua e quando sto per leccare… Lei li sposta di lato!!!
-“Scherzavo, sciocchino. Vieni ti do qualcosa di più saporito da leccare” – e così dicendo solleva le gambe e sfila le mutandine mettendo a nudo la figa lucida di umori.
-“Vieni cagnolino lecca la tua padrona”.
Avvicino il viso alla figa che lei tiene aperta con due dita; l’odore che emana è forte ma inebriante.
Tiro fuori la lingua e timidamente comincio a lappare quella carne bagnata.
-“Mettici un po’ più d’impegno, cavolo” – e così dicendo mi mette una mano dietro la testa e mi tira verso di lei, schiacciando il mio viso contro la sua patata.
Colto di sorpresa mi ritrovo con la bocca e la lingua affondate nella sua figa ed il naso schiacciato contro la clitoride.
La mia lingua può gustare appieno il sapore dei suoi umori ed il naso l’odore un po’ acre che emanano.
L’insieme ha su di me l’effetto di una droga, mi arriva direttamente al cervello scatenando i miei istinti.
Comincio, allora, a leccare e succhiare come un forsennato; prendo le sue labbra tra le mie e le tiro, mordicchio la clitoride e poi l’aspiro…
Lei, intanto, a preso a mugolare ed a lanciare gridolini di piacere.
-“Sììì… Bravo cosììì… Leccami bene fammi godereee…”
Intanto il mio cazzo è ridiventato duro come un bastone.
D’istinto, o forse perché l’ho visto fare nei video porno, le insalivo e le accarezzo con un dito il pertugio posteriore, poi con una leggera spinta gliene infilo una metà dentro.
-Oohh sììì… Anche dietrooo… Nel culooo… Continua così, mi fai godereee…”
Il mio lavoro di lingua sulla figa ed il mio entra e esci dal suo buchetto la sconvolge, respira affannosamente, lancia gridolini, le gambe cominciano a tremarle…
-“Sììì…. Oraaa… Sììì sto godendooo…”
Parte per l’orgasmo e d’istinto chiude le cosce attorno alla mia testa bloccandola, mentre un getto di umori o forse di pipì mi bagna il viso.
Approfittando dell’estasi dell’orgasmo, l’afferro sotto le chiappe e la sollevo dalla poltrona stendendola sul tappeto.
Le apro le cosce e punto la cappella contro la figa spalancata.
Con una spinta sprofondo dentro di lei fino alle palle.
-“Che fai… Nooo…” – ansima – “Oh mamma come sei duro… Sì dai scopami… Fammi godere di nuovo!!!”
Incitato da lei, comincio a darci dentro di brutto, scopandola con impeto, quasi violentemente, ma a giudicare dai gridolini che fa, la cosa non le dispiace.
Dopo un paio di minuti che la fotto, sento la sborra salire su e sto per venire.
-“Oohh… Sto per venire… Non resisto piùùù…” – grido.
Sììì… Dai vieni… Ci sono anch’io… Dai riempimi la figa con la tua sborraaaa…” – mi fa eco lei.
Mi lascio andare ed una copiosa sborrata mi esce dal cazzo, mentre il piacere mi travolge come un’onda.
Sono talmente partito che non mi sono accorto che Elisa mi ha allacciato le gambe attorno alla vita per prendere fino in fondo il mio piacere.
Quando mi riprendo un po’, sono sdraiato su di lei, i suoi seni premono contro il mio petto, le sue gambe sono ancora attorno a me e percepisco il suo ventre tremare nei postumi dell’orgasmo.
Mi abbraccia e mette la mia testa accanto alla sua.
-“Sei stato molto bravo. Non credevo che sapessi scopare così bene. Ho goduto moltissimo, mi hai sfiancato” – mi sussurra nell’orecchio.
Le sue parole mi riempiono d’orgoglio e alzando la testa la bacio sulle labbra.
Lei risponde al mio bacio e la sua lingua duella con la mia.
Il mio cazzo, ancora dentro di lei, comincia a reagire alla voluttà del bacio e ricomincia crescere.
-“Ehi, ma non ti stanchi mai?” – mi fa, staccandosi dal bacio e sorridendomi.
-“Merito della carica erotica della partner” – rispondo sorridendo anch’io.
-“Oh grazie, ma io ora sono stanca e soddisfatta; voglio solo fare una doccia e mettermi a letto. Rimani con me?”
-“Mi piacerebbe” – dico sfilandomi da lei – “ma sono sicuro che se resto non dormiremo molto ed io domattina voglio svegliarmi presto e studiare”.
Lei resta distesa guardandomi languidamente, nuda e bellissima, come può essere una donna soddisfatta.
-“Attenta alla luce del bagno; domani ti cambio l’interruttore” – le dico alzandomi, raccolgo i miei vestiti e mi dirigo alla porta.
Seguite gli altri episodi e se avete commenti o suggerimenti scrivetemi a miromarco@myyahoo.com
Complimenti, argomento e narrazione fantastici.
eccolo https://raccontimilu.com/orgia/prima-volta-al-club-prive/
fai una ricerca con lo stesso titolo e trovi il cap.1. Fammi sapere. Ciao. Lunatica
Bisogna scrivere il nick dell'autore nel motore di ricerca del sito, allora esce la pagina con tutti i suoi racconti
Mi chiedevo se ti andasse di scrivere un racconto simile circa a questo, ma seguendo la storia che ho in…