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Racconti Erotici

Lettera aperta

By 14 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Come dovrei cominciare questa lettera?

Con ‘caro’, ‘tesoro’, con il tuo nome o semplicemente con ‘amore’? Non vorrei apparisse fuori luogo, per me non lo sarebbe di sicuro, ma l’unico modo in cui vorrei iniziasse &egrave ‘amore’. Forse, però, non &egrave ciò che vorresti leggere tu. Del resto non so nemmeno se mai la leggerai. Forse non la sto scrivendo a te, più probabilmente a me stessa.

Ci sono tante cose che vorrei dirti, tante domande che si affacciano alla mente, tanti dubbi che il tuo comportamento ha lasciato moltiplicarsi in me.

Ora sono sola. Ho chiuso tutti fuori. Tutti coloro ai quali avevo permesso di entrare, di condividere i miei momenti felici, gli istanti d’amore che sapevamo regalarci. Sai bene quanto desiderassi gridare al mondo la mia felicità, quanto volessi rendere partecipi tutti della mia gioia infinita. Mi sono limitata a dirlo a pochi, i quali naturalmente non hanno compreso. Ancora ricordo come scuotevano la testa, increduli che la nostra realtà sapesse riempirci così tanto di amore, di passione, di desiderio. Impossibile, dicevano, ti sei innamorata di un’idea. Hai costruito un’immagine, hai plasmato una persona irreale, trasformandola in un principe azzurro. E non hanno creduto in noi nemmeno dopo, quando ci siamo visti e rivisti. Nemmeno allora hanno accettato il fatto che abbiamo saputo amarci così: da lontano, lontanissimo, aggirando le enormi barriere delle nostre vite. Radicate, impostate, decise, intoccabili. Abbiamo saputo accontentarci di piccoli ritagli di una grande storia. Perché questo era, anche se tu l’hai rinnegata.

Sono sola perché non voglio nessuno. Non voglio sentirmi dire che &egrave solo venuto il tempo della fine. Non voglio sentirmi dire che devo liberarmi di questo amore che mi fa solo del male. Non voglio vedere i volti affranti per un dolore che &egrave solo mio. Nemmeno voglio sentire le solite parole che si ripetono all’infinito: sempre le stesse parole che si usano in circostanze simili, condite dallo sguardo di chi non comprende come si possa soffrire così per te, per noi, per la fine di un amore che ho sempre pensato fosse perfetto. Perfetto per me. Tu mi davi ciò di cui avevo bisogno. Tu mi scaldavi il cuore, tu mi facevi ridere e sorridere. Mi arrabbiavo e mi bastava sentirti dire ‘pupa’ perché tutto svanisse lasciando spazio solo al bello che ci sarebbe stato dopo, nel ricordo di tutto quanto avevamo condiviso insieme.

Ultimamente mi succede che entri nella mia vita, nella mia quotidianità di forza, di prepotenza. Come un fulmine che squarcia la proiezione di un film, appari d’improvviso, facendomi sobbalzare. Il tuo viso si materializza davanti a me: il tuo sorriso appena accennato. Nelle orecchie risuona la tua voce profonda, mentre sulla pelle il tocco caldo delle tue mani ancora riesce a farmi sentire i brividi. Come posso dimenticare il tuo profumo? Come dimenticare le tue parole quando mi hai visto la prima volta? Le stesse utilizzate al nostro secondo incontro. Come dimenticare come sapevi farmi sentire? Mi sentivo donna, la tua donna ed un attimo dopo soltanto una bambina. Riuscivi a farmi balbettare, a farmi arrossire.

Con te ogni cosa era misurata, pensata, ragionata. Mai nulla d’istinto, ma un passo senza volerlo fare davvero, mai uscire dagli schemi. Noi due. Proprio noi! Diametralmente opposti, eppure innamorati.

Un giorno confessasti che ero riuscita a farti perdere il controllo. Forse ancora non sai che complimento fu per me sentirlo. Così come ci sono tante altre cose che non sai.

Mi chiedo se hai mai saputo il bene che ti ho voluto e che ti voglio tuttora. Forse no. Non perché credo che se tu lo avessi saputo non avresti fatto ciò che hai deciso di fare, questo no! E nemmeno sarebbe giusto. Del resto in una storia a due come c’&egrave chi inizia c’&egrave anche, purtroppo, chi decide di finire. Credo, invece, che se tu avessi solo considerato per una attimo i sentimenti che sono cresciuti senza freno tra noi, se solo avessi pensato a tutto ciò che ho fatto, alle dimostrazioni d’amore che ti ho offerto, senza pretendere nulla indietro, forse, dico forse, avresti provato a rallentare la tua corsa. Magari avresti pensato al domani. Tu che ragioni sempre più di quanto ogni situazione richieda, tu che valuti sempre ogni risvolto delle cose, mi chiedo se hai pensato davvero a come sarebbe stata la vita dopo. Mi chiedo perché, invece di esaminare una storia d’amore come se fosse una vicenda giudiziaria, non hai provato a metterci il cuore. A sentire ciò che desideravi fare davvero, anziché ciò che sarebbe stato giusto fare. Mi chiedo che cosa un giorno si &egrave incrinato, cosa ha smesso di funzionare? Ma soprattutto ti chiedo perché hai deciso di lasciarmi un attimo dopo essere uscito dal mio letto?

Mi chiedo perché hai messo la bugia tra noi. Perché hai voluto sbriciolare tutto quanto avevamo costruito considerandolo senza amore, senza sentimento. Una storia di solo sesso. Curiosa definizione per una storia durata due anni, nel corso dei quali ci siamo incontrati due volte. Curioso pensare che tra noi non ci fosse altro che quello che, in realtà, non potevamo mai avere. Davvero curioso pensare che mi dicevi ‘ti amo’ mentre nel buio esplodevamo insieme di piacere, mentre oggi mi dici che non &egrave mai stato amore il nostro. E cos’era? Anche questo vorrei chiederti.

E ancora mi piacerebbe sapere come puoi dimenticare ogni cosa, far finta che non sia esistito nulla, lavare via ogni traccia di due anni di passione con una semplicissima telefonata. Come si può vivere sapendo tutto di una persona, i suoi sentimenti, i suoi pensieri, i suoi desideri, le sue paure; conoscere i dubbi, le ansie, le speranze, le attese e ancora le delusioni. Come si può pensare di vivere lontani, ma incredibilmente vicini, come amanti che la vita ha destinato ad una vita difficile, ma ricca ed unica. Com’&egrave possibile avere una parte del cuore, della mente, della propria vita rivolta a qualcuno ed d’un tratto fare come se questa stessa persona non esista più. Come puoi non sentire il silenzio gridarti nella mente, esplodere in un buio più profondo che mai. Come puoi sopravvivere al freddo che penetra dentro, al dolore che ti colpisce dolorosamente in ogni occasione in cui il pensiero si rivolge a chi non hai più. Come si possono frenare le lacrime che sgorgano senza possibilità di fermarle?

La fine di un amore &egrave un momento doloroso. Non voglio credere che per te non lo sia stato. Davvero, allora, avrei amato una persona diversa e non credo sia stato possibile! Voglio pensare che anche tu abbia vissuto un travaglio interiore prima di giungere a questa conclusione, nonostante fatichi a comprenderne i motivi. Forse nemmeno tu li sai, almeno non sei stato in grado di spiegarmeli. E questo &egrave sintomatico.

Ma lasciarmi con una breve telefonata, fredda ed asettica, quando ancora non avevo nemmeno rifatto il letto, quando ancora ascoltavo la musica del tuo cd indossando le cuffie che mi hai regalato. Non un regalo qualsiasi, ma le tue cuffie, quelle che usavi solitamente tu. Lasciarmi quando solo il giorno prima mi hai scritto ‘t’amo’ o, spinto da un momento di folle passione, mi hai gridato che avevi voglia di me. Come accettare tutto questo?

Tante, troppe domande senza risposta.

Mi accorgo di formularne in continuazione. Domande che forse non avranno mai risposte. Ma sento il bisogno di cercare la verità, forse questo mi aiuterebbe ad accettare. Già accettare! Mi sono sentita dire che devo smettere di combattere, imparare ad accettare gli eventi. Io? Se non avessi lottato per te non ti avrei mai avuto. Se non avessi combattuto non sarei mai arrivata fin qui, non ti avrei mai incontrato, nemmeno avrei gustato il tuo profumo, il sapore delle tue labbra.

Se non avessi rischiato non avrei mai vissuto.

Perché dovrei arrendermi ora? Non posso costringerti a tornare e nemmeno lo farei, ma certamente lottare per capire, per sapere perché. Per dare risposta a ciò che non trovo accettabile, per permettermi di andare avanti. Di guardare oltre, di sognare un altro mondo, un altro amore, anziché vedere solo il tuo viso, davanti al mio. Anziché sentire solo il tuo respiro, nel mio. Anziché desiderare di essere ancora tua.

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