Anna mantenne fede alla sua parola e mi fece tutte le domande che m’aveva fornito facendomi fare un figurone tale che, alla fine fingendosi quasi disperata, mi diede un bel trenta.
Quando uscii dall’aula ricevetti i complimenti di tutti gli studenti che fecero a gara per pagarmi da bere, e tornai a casa decisamente brilla. Mia madre stava per iniziare il suo consueto cazziatone quando le dissi il risultato dell’esame, allora mi strinse forte a se prima di mandarmi sotto la doccia ed a letto subito dopo, ero stravolta.
Il giorno dopo iniziai a pensare alla tesi, ma senza alcun risultato degno di nota, quando suonò il mio cellulare. Era un numero non in memoria, ma non ci misi molto a capire chi mi stava chiamando.
“Pronto Paola ?”
“Si sono io chi è ?”
“Anna e non far finta di non avermi riconosciuto.”
In quel momento passò mia madre dietro di me e così fui costretta a tenere un tono formale per non farla insospettire.
“Si professoressa mi dica … certo che sono disponibile … va benissimo sarò li fra una mezz’ora il tempo di mettere le scarpe e prendere il motorino.”
“Chi era ?” mi chiese mia madre non appena chiusi il cellulare.
“La Pizzobono, ha detto che vuole parlarmi per la tesi, non so cosa voglia ma non vedo cosa ci sia di male a sentirla.”
“Per me t’ha presa di buon’occhio !” esclamò allora mia madre “Tu dici sempre che è una stronza, ma come t’ha vista studiare ha capito chi è la mia bambina !”
“Certo, certo per me è ancora incazzata per avermi dovuto dare trenta…” le risposi mentre uscivo di casa.
L’appuntamento era al bar vicino all’università dove c’eravamo incontrate la prima volta, lei era seduta con un libro in mano ed una spremuta sul tavolino.
“Signorina Del Poggio prego s’accomodi.” mi disse come mi vide entrare nel bar.
Capi subito che la discussione sarebbe stata decisamente non convenzionale, ma in fondo l’esser stata a letto con lei non mi era certo dispiaciuto.
“Mi dica professoressa, sono tutta orecchi.”
“Andiamo subito al nocciolo della discussione.” mi disse guardandomi dritta negli occhi “Ti rimane la tesi e finora non ha contattato alcun docente. Se vuoi posso essere la tua relatrice, il che vuol dire prendere almeno cento e trovare poi un lavoro con una certa facilità. Sino ad oggi l’ho fatto solo per due studentesse ed è inutile dirti che lavorano entrambe con un buon stipendio ed ottime possibilità di carriera.”
Non crollai a terra svenuta solo perché ero seduta, poter preparare la tesi con lei era qualcosa d’impensabile per chiunque, anche per i secchioni più bravi.
“E questo solo per esser stata a letto con te ?” dissi pentendomi subito per quelle parole.
“Si e no. Diciamo che non solo mi piaci, ma hai delle belle potenzialità come ‘donna di piacere’ e quelle come te sono meno di quanto pensi.”
“Quindi devo solo fare sesso con te ?”
“No, non esser così limitata, lo farai ogni volta che io lo voglia e con chi io desideri, ma stai tranquilla non ti sputtanerò mai, in fondo sei il mio investimento. Ma sappi fin da subito che non sarà un viaggio spiacevole e che scoprirai più cose di te con me che continuando a farti sbattere dai soliti bellocci che ti girano sempre intorno.”
Rimasi un po’ perplessa da quelle parole però mi rendevo anche conto che un’offerta del genere era irrinunciabile. Non solo mi avrebbe aiutato con la tesi, ma anche a trovare un lavoro decente.
“Accetto.” dissi senza remora alcuna “E ti dico anche che mi fido di te e so che non me ne farai pentire.”
“Bene sapevo che avresti accettato.” continuò Anna con un sorriso appena percettibile “Quindi ho portato un regalino per te, però aprilo solo quando sarà il momento d’uscire, stasera t’aspetto alle nove e vedi di non tardare.”
Anna mi diede un piccolo pacchetto anonimo decisamente molto leggero che infilai in borsa, poi ci salutammo e tornai a casa.
(Essendo) Curiosa di natura morivo dalla voglia d’aprire quel pacchetto, ma volli tener fede alla promessa fatta ad Anna, così mi vestii come per il nostro primo incontro cambiando solo il tipo di calze preferendo un paio d’autoreggenti decisamente più sexy. Quindi aprii il regalo rimanendo a dir poco stupita, si trattava di un plug in metallo nel cui manico era inserito un vetro rosso. Andai in bagno ancora sgomenta, di certo Anna aveva in mente qualcosa di più perverso ed in fondo me l’aveva anche detto che non sempre si trattato di ‘normale’ sesso saffico, ma il solo pensiero di arrivare da lei col buchetto già pieno mi metteva una certa inquietudine.
In ogni caso mi feci un profondo bidè e coll’aiuto di un po’ di detergente intimo l’infilai il plug nell’ano senza sentire molto fastidio. Ma come mi mossi quella ‘presenza’ si manifestò eccitandomi sempre più ad ogni passo che facevo. Arrivai al mio portone col perizoma già fradicio e decisi che non era il caso di usare l’autobus, così presi il motorino e mi diressi verso casa di Anna. Il viaggio fu un incubo che non m’aspettavo, ad ogni buca sentivo il plug entrare sempre più in me ed ebbi anche paura che poi non sarei più riuscita a toglierlo. Benedivo ogni semaforo rosso che mi permetteva di riprendere fiato ed arrivai dalla mia prof puntuale come un orologio svizzero.
Arrivata alla sua porta ebbi la seconda sorpresa, ad aprirmi non c’era lei, ma un bell’uomo di circa trent’anni che indossava solo un paio di pantaloni mostrando un fisico muscoloso.
“Tu devi essere Paola, entra t’aspettavamo.” mi disse come se la sua presenza fosse la cosa più normale del mondo.
Entrai come in trance per ritrovarmi in salotto dove c’era Anna che mi sembrò quasi una dea. La lunga giacca che la fasciava arrivava appena sotto il pizzo delle sue calze nascondendo cosa avesse sotto. Il rossetto rosso fuoco splendeva nel suo viso chiaro ornato da due grossi cerchi alle orecchie. Mi venne incontro e mi baciò sulla bocca senza dirmi nulla, poi mi fece avvicinare al tavolo con la pancia e cominciò a toccarmi il sedere attraverso la stoffa della gonna.
“Allora Enzo che ne dici della mia giovane amica.” disse rivolgendosi all’uomo.
“Davvero graziosa, ma da te m’aspetto sempre il meglio.” rispose lui mentre si sedeva dietro di noi.
Anna iniziò a far salire la gonna fino a scoprirmi del tutto le natiche, poi s’abbasso e cominciò a baciarle passando un dito nel loro solco. Penso che quell’uomo poteva già vedere il regalino che lei m’aveva fatto, ma non disse nulla sino a quando Anna non spostò il perizoma mostrandolo del tutto.
“Vedo che hai seguito le mie direttive.” mi disse allora girandoci intorno con un dito “E anche che sei già un lago, un dolcissimo lago da prosciugare.”
Il primo gemito m’uscii fuori non appena la sua lingua fece capolino nel mio spacco, che s’aprì del tutto stimolata da quel tocco così esperto. Ero così eccitata che non feci caso che Enzo s’era alzato se non quando sentii anche la sua lingua nella mia intimità mentre quella della mia prof era risalita fino al buchetto. M’abbandonai del tutto alle loro leccate sempre più veloci e profonde, Anna mi sfilò il plug per assaporarne il gusto per poi rimetterlo dov’era, spingendolo dentro con molta calma. Poi mentre lei s’avvicinò alla mia bocca per baciarmi quasi con foga animalesca, lui si calò i pantaloni, sotto i quali non indossava nulla, e prese a strusciare il cazzo sulla mia passera. Anna m’impedì di guardare quanto fosse grosso, ma sentivo che non era certo piccolo anche se ormai non volevo altro che sentirlo dentro. Enzo mi penetrò lentamente facendomi sentire fino in fondo il suo randello, ogni tanto ne tirava fuori un po’ per poi rimetterne dentro ancora di più, e di certo era tanto come non ne avevo mai provato in vita mia. Quando sentii sbattermi le palle contro capii che aveva finito, o almeno non ne aveva più !
Lei allungò allora una mano sul plug che quasi non sentivo più e cominciò a ruotarlo mentre l’uomo iniziava a cavalcarmi mandandomi subito in estasi. Enzo mi teneva saldamente per i fianchi facendo inizialmente scorrere piano il suo membro per poi affondandolo quando ne era dentro più o meno metà. Sentivo i miei umori colarmi lungo le cosce ed Anna si infilò fra di loro e cominciò a leccare tutto ciò che vedeva. Fece anche uscire il cazzone dalla fighetta per assaporare il mio piacere anche da li, ma vedendomi smaniosa di continuare lo rinfilò dentro incitando lui ad andare più forte.
“Fottila per bene questa puttanella che un cazzo così non l’ha mai preso ! Voglio sentirla urlare dal piacere mentre la riempi di sborra !”
“Sii fottimi …mm dammelo tutto che sto impazzendo.” gli feci eco io senza più ritegno.
Enzo non parlava, ma in compenso pompava sempre di più facendomi sobbalzare ad ogni affondo. Ebbi un numero imprecisato d’orgasmi che mi sconvolsero uno dopo l’altro in un crescendo di sensazioni mai provate. Non era solo quel gran cazzo a farmi godere, ma anche il plug sul quale sbatteva ogni volta il suo ventre, e la lingua di Anna che non smetteva mai di leccarmi. Alla fine Enzo venne riempiendomi col suo piacere che mi sembrò arrivare sino alla testa, tanto fu copioso. Quando tirò fuori il pene e lo portò davanti alla mia faccia invitandomi a ripulirlo, (io) non me lo feci ripetere due volte e l’avvolsi fra le mie labbra. Sapeva di sesso, non solo per lo sperma che ancora lo ricopriva, ma anche per tutto il mio piacere che c’era finito sopra, ed era un cocktail inebriante. Come lo doveva essere quello che Anna beveva direttamente dalla mia passera che sembrava non mollare mai, se non quando fu del tutto asciutta. Allora si tolse la giacca mostrando il suo corpo coperto solo da un bustino nero che le spingeva il alto il seno.
“Scusami se te lo rubo un attimo.” mi disse sfilandomi il plug ed infilandoselo dietro senza alcuna fatica.
Poi si mise vicino a me e cominciò a leccare le palle ad Enzo che stava di nuovo raggiungendo l’erezione.
“Ma che bella coppia di pompinare !” ci disse guardandoci dall’alto in basso “Due come voi lo farebbero rizzare ad un cadavere ! Tanto lo so come finisce vero Anna ? Anche tu vuoi la tua bella dose di cazzo fresco !”
Ero stupita da come la trattasse, per me che l’avevo sempre vista come un’acida zitella fino a qualche giorno prima, sentirla trattare come una poco di buono fu quasi uno choc, ma in fondo non è che mi potessi aspettare qualcosa di diverso da quella insolita situazione.
“Certo che voglio il tuo cazzone sennò che ti chiamavo a fare !” rispose Anna sorridendo “E mentre mi farai godere scopandomi tu Paola mi leccherai per benino non è vero ?”
“Mm non vedo l’ora di leccartela tutta ! Chissà come ti colerà mentre ti fotte !” dissi lasciando per un attimo il cazzo di Enzo.
Quando la mazza dell’uomo raggiunse di nuovo la sua massima grandezza, Anna si sdraiò sul tavolo a cosce spalancate.
“Dai fatemi godere.” disse toccandosi la micia.
Enzo si mise subito in mezzo alle sue gambe mentre io m’abbassavo per arrivare con la bocca ai sessi d’entrambi. Se con me lui era stato dolce e premuroso almeno all’inizio, con Anna fu subito impetuoso, saltandole quasi addosso ad ogni colpo.
“Si fottimi bastardo ! Voglio sentirti che lo spingi sino al cervello !”
“Sei la donna più puttana che conosca, non lo sai neanche tu quanti cazzi hai preso da quando sei nata.”
Ero sempre più sconvolta da Anna, di certo non avevo mai capito chi in realtà fosse, ma allo stesso tempo non riuscivo che a far passar la lingua su quel piccolo lembo di carne fra le sue entrate del piacere, che fra l’altro erano entrambe piene. Ebbi la voglia di masturbarla col plug, ma poi non ne trovai il coraggio, o forse volevo vedere fin dove si sarebbero spinti senza alcun mio intervento. Quando la mazza di Enzo scivolò fuori dalla passera di Anna lui me la spinse in bocca insultandomi come faceva con la mia professoressa.
“Succhia aspirante puttana ! E stai certa che con questa troia diventerai ben presto come lei, una gran vacca da cazzo !”
Non feci in tempo a gustarne il sapore, quel mix di odore di maschio e piacere di donna, che Anna reclamò a gran voce l’uccello che avevo in bocca, e l’uomo non la fece attendere. Quasi non mi resi conto che mi stavo toccando con sempre maggior foga, anche se avevo avuto rapporti molto focosi, nulla era paragonabile a quello che stava accadendo davanti a me, sembrava quasi che facessero a gara per vedere chi cedeva per primo.
Ad un certo punto Enzo girò Anna mettendola a pancia sotto e m’ordinò con tono imperioso di leccarle la fica. Poi le tolse il plug che le portò alla bocca dicendole le sue intenzioni.
“Lo sai che ora ti spaccherò il culo vero ? Come sai che godrai come una cagna, ma in fondo è quello che sei, un buco da riempire di cazzo e sborra.”
“Ma perchè parli ?” rispose lei “Se sei così sicuro di te mettimelo dentro e fammi godere stronzo !”
Lei le abbassò ancor di più le spalle prima di aprirle il più possibile l’ano allargandolo coi pollici, poi puntò la cappella contro il buchetto e diede una spinta fortissima che fece entrare dentro più di mezzo cazzo.
“Ahh spaccami bastardo che non sei altro !” urlò Anna “E tu puttanella leccamela, voglio sentire la tua lingua dentro di me.”
Non feci in tempo ad avvicinarmi con la bocca che Enzo tirò fuori tutto il suo bastone per rimetterglielo dentro con più forza, sodomizzandola del tutto. Per un attimo pensai che se ci fossi stata io al suo posto avrei urlato solo per il dolore, invece Anna gridava si, ma per il piacere.
“Sii rompimi tutta … sei un bastardo ma con un gran cazzo e sai come usarlo. Sei l’unico che mi fa sentire davvero troia dentro ! Mm come mi piace quando mi sbatti così forte, dai stallone pompa !”
Più lui la scopava e più Anna colava piacere purissimo che bevevo come un’ossessa mentre mi masturbavo senza alcun riguardo vedendoli. Mi sembravano due animali in calore che pensavano solo a se stessi, ma che in realtà godevano l’uno dell’altro senza alcuna riserva.
“Dai ficcale le dita dentro.” mi disse ad un certo punto Enzo tirando a se Anna “Questa gode solo è bella piena e tu non hai il cazzo.”
Feci scivolare due dita nella passera della mia insegnante ma era come se le altre venissero risucchiate, e così se ne ritrovò dentro ben presto quattro.
“Ora ti faccio un bel clistere di sborra ! Dimmi che lo vuoi o vengo in bocca alla tua puttana di turno.” disse lui ormai prossimo all’orgasmo.
“Si riempimi tutta fammi godere … voglio solo godereee.”
Enzo le diede un paio di colpi violentissimi prima di bloccarsi e venirle dentro mentre anche Anna veniva urlando a più non posso. Poi ci fu un momento d’estrema calma, solo io continuavo a toccarmi per arrivare al picco del piacere. Allora lui tirò fuori la sua mazza e la fece scivolare sotto l’incavo delle gambe di Anna, ed io assaporai di nuovo il suo seme, Ben presto ne colò molto del culo di lei che era aperto in maniera oscena, leccai tutto prima di finire a terra con due dia nella fica in preda al mio orgasmo.
Lei non mi diede quasi il tempo di riprendermi che disse ad entrambi di rivestirci ed andarcene, Enzo uscì per primo ed io lo seguii a ruota. Mentre ero vicina alla porta Anna mi chiamò, la voce era decisamente provata, ma non aveva perso quell’autorità che avevo sempre sentito.
“Stasera è stato solo per vedere cosa sai fare, ci sentiamo presto, mi faccio sentire io.”
Poi mi diede un veloce bacio e presi la strada di casa. Durante il viaggio non feci che ripensare a quanto era successo, non facevo in tempo a crearmi un’idea su Anna che lei mi stupiva mostrandosi sempre diversa. Di certo il tempo trascorso da li alla tesi non sarebbe stato noioso.
Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
Complimenti per la facile lettura e presa diretta
ciao cara,ho letto attentamente il tuo racconto ad alto contenuto erotico, e debbo dirti, per quanto possa sembrare raro, che…
Davvero incredibilmente eccitante, avrei qualche domanda da farvi..se vi andasse mi trovate a questa email grossgiulio@yahoo.com
certoo, contattami qui Asiadu01er@gmail.com
le tue storie mi eccitano tantissimo ma avrei una curiosità che vorrei chiederti in privato: è possibile scriverti via mail?