Mi fermo all’ingresso della tua stanza, i colleghi e le colleghe sono già usciti da un bel pò. Presa nei tuoi pensieri non hai fatto caso al suono dei miei passi. Mi poggio con il braccio allo stipite. “Piaciuto il racconto vero, Laura?”.
“Cosa ci fai qua” dici alzandoti da tuo posto. “Son venuto a fare quello che ho scritto”, entro e mi avvicino a te. Cerchi rapida una via di uscita ma non fai a tempo. mi paro dinanzi a te e ne blocco la fuga. “I Colleghi, tra poco rientreranno”, dici spingendomi indietro. Mi chino si du te e cerco quel bacio che sempre mi negi, per un istante mi fissi, le labbra si schiudono, la mi alingua cerca la tua. Mordi le mie labbra con forza. Ti afferro per un braccio e con una torsione lo giro, sul mo labbro una goccia di sangue, la prendo con la lingua, è dolce. Per reazione una sberla molto forte centra in pieno il tuo culo. Il colpo ti fa spostare in avanti. A labbra strette ti dico: “e chi se ne frega, vedranno la mia puttanella all’opera”, “aaaaahhhh, laciami mi fai male”. Non ascolto le tue parole. Col braccio dietro la schiena non puoi reagire, il tuo culo a contatto con il mio cazzo, “non qui ti prego”, ma la mia mano già sta slacciando la cintura del blue jeans. Cerchi di divincolarti, con i tacchi mi sferri un calcio che mi centra su uno stinco. Resisto al dolore e continuo a slacciare il tuo pantanlone. A fatica riesco ad abbassartelo fino alle ginocchia, tu continui ad essere recalcitrante, ma pian piano, quando senti la mai mano carezzare il tuo caldo culo, ti calmi ed inizi a mugolare.
Le mie dita scorrono lungo il solco delle tue natiche e scendono fino alla tua figa. Le dita che scostano lo slip e si insinuano nelle labbra: Il cescpuglio di peli si è già imperlato di gocce del tuo piacere, sei già calda. Affondo due dita dentro la tua figa. Nonostante la tua voglia ti muoi coi fianchi. Le dita che assumono una posizione dolorosa, le ritraggo e immediato “sciaffff” uno schiaffo centra le tue cosce. Con rabbia ti stappo lo slip di dosso, senti la stoffa tirare con forza sui fianchi finchè il sottile lembo di stoffa cede di colpo. Lo senti mentre scivola via infilandosi tra le labbra del tuo sesso. Lo porto al naso, intenso profumo di te.
Le dita ritornano a solcare la tua figa ed ritornano a scoparla. Sei un vero lago adesso, un piacevole suono accompagna quei movimenti. Mi assecondi nei movimenti e ti spingi indietro per aiutare la penetrazione.
Un vocio interrompe il nostro incontro. “Cazzooooooo, le mie colleghe. ti scongiuro. Ti prego, lasciami andare”.
Sfilo le dita dalla tua figa gonfia e lascio il tuo braccio. Tu rapida ti ricomponi, la fronte sudata. Oramai le voci sono vicine, ti infilo un dito in bocca prima di scostarmi da te, la tua bocca succhia, la lingua carezza il mio dito mentre lo sfilo. In una mano ho ancora il tuo slip rotto.
Appena in tempo entrano nella stanza le tue colleghe. mentr etu riprendi il tuo posto.
“A-allora ci vediamo la porssima volta Enrico, e grazie di essere passato” dici con voce tremante mentre entrano in stanza. Ti guardo sorridendo e sorridendo nei loro confornti. Guardi le colleghe poi guardi me, intimorita in cosa io possa dire. Mi vedi portare un dito alla bocca, “alla prossima allora”, lecco il dito guardandoti dritta negli occhi e, girandomi verso le tue colleghe, “signore…? Buon prosieguo”. Stupite guardano prima me e poi si girano verso di te. Ti fai rossa in viso e mi osservi uscire dalla stanza. Un tonfo di qualcosa che cade. Fai appena in tempo a vedere lo slip che vola nel cestino dei rifiuti.
Grazie Rebis
Storia molto intrigante. Per favore, continua! :)
In tutte le volte in cui Maria ordina a Serena di spogliarsi, Serena rimane sempre anche a piedi nudi oppure…
Quanto vorrei che il live action di disney fosse più simile a questo racconto! Scherzi a parte: divertente, interessante, bel…
grazie amore