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Racconti di Dominazione

foto-ricatto (seguito la vacanza di Elisa)

By 5 Dicembre 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Foto-ricatto di Max Herrscher
CAPITOLO I

Elisa quel pomeriggio voleva andare in biblioteca, le piaceva stare nel silenzio di quel luogo a pensare e a leggere, le dava una grande serenit’ quel silenzio, li’ cercava di dimenticare le sue angoscie.
Era tornata da un mese dalla sua seconda luna di miele, suo marito, Giuseppe l’aveva voluta portare in Grecia, era stata una bella vacanza.
Pero’ poi tutto era ritornato come prima, lui non voleva perderla e lei non voleva lasciarlo, in fondo avevano un figlio Matteo, e la loro era stata una bella storia d’amore, ma lui era sempre via. Il peggio era che adesso dopo l’estate trascorsa da sola dove aveva avuto due relazioni con un uomo Enea, che le aveva insegnato l’amore e l’aveva disinibita, e infine Lorenzo un amico di suo figlio anche lui in vacanza che dopo che Enea se n’era andato lo aveva sostituito regalandole un piacere nella trasgressione come non lo aveva mai immaginato possibile. Quella mattina in casa da sola, si era masturbata e penetrata con un vibratore che si era acquistata per corrispondenza, e pensando alla sua vacanza trasgressiva si era data un piacere solitario che le aveva lasciato un senso di languore fisico, ma anche del disagio, si sentiva in colpa.
Nel tentativo di scordare tutto questo si era rimessa a frequentare la biblioteca, e al pomeriggio di quel giorno di met’ novembre con il tempo grigio, era un piacere starsene li’ seduta a leggere, era immersa nella lettura, e quasi aveva scordato tutti i suoi pensieri del mattino.
Si senti’ toccare una spalla, si volto’ e si ritrovo’ davanti Vanessa la sorella di Lorenzo, sussulto’ dalla sorpresa e con il volto interrogativo senza alzare la voce le sussurro’ ‘come mai da queste parti?’
‘sono venuta varie volte in biblioteca, sono felice di vederti, che ne dici di venire a prendere un caff’ con me?’
Una signora li’ vicino fece un SSST, rivolto a loro perch’ Vanessa aveva parlato con voce normale, allora imbarazzata per non creare disturbo Elisa si alzo’ e le disse a bassa voce: ‘va bene’.
Uscirono e si recarono nel caff’ vicino alla biblioteca, Vanessa le parlava di vaire banalit’, le disse che pero’ si annoiava in quel posto, non c’erano molte distrazioni, e cosi’ ogni tanto andava in biblioteva, ma adesso che aveva incontrato lei che conosceva sperava si potessero rivedere spesso e magari farsi un po’ di compagnia, ‘anzi’ disse ‘ insieme potremmo divertirci un mondo’ con uno sguardo ironico che pareva volerla prendere in giro.
Elisa arrossi’ immaginandosi che ci fossero dei sottintesi, ma poi le disse: ‘ credo sar’ difficile, sai io ho un sacco di impegni, una famiglia, e poi la loro differenza di et’ era difficile che avessero gusti affini’.
‘Non ne sarei cosi’ sicura che la differenza di et’ sia un problema, e sono certa che ti piace divertirti quanto a me’, adesso usava un tono piuttosto di superiorit’.
Elisa tacque, non voleva fare una discussione visto che Vanessa pareva cercare con il suo tono di imbarazzarla, e di farla sentire a disagio in un posto dove la conoscevano almeno di vista, i suoi sottintesi infastidivano Elisa, ma cerco’ di non farlo notare a Vanessa.
Ad un certo punto vanessa le disse ma a bassa voce questa volta: ‘guarda che ne dici di queste foto ricordo?’ e le mise sotto gli occhi spingendo sul tavolo verso di lei una fotocopia con alcune foto, dove si riconobbe subito, erano lei ed Elena nella discoteca dove avevano avuto quel rapporto con Enea lei ed Elena con Fausto. La si riconosceva bene perch’ in quel momento aveva levato la mascherina.
Impallidi’ e si senti’ il cuore battere all’impazzata, poi arrossi’ e nascose il foglio sotto il tavolo perch’ si stava avvicinando la cameriera con le loro ordinazioni.
‘Cosa vuoi?’ sibilo’ Elisa.
‘Voglio giocare, e divertirmi, anche a te piace divertirti non farai l’ipocrita vero?’
Elisa ebbe una sensazione di panico, non sapeva cosa dire per rispondere a questa ragazzina che la stava prendendo in giro, si alzo’ e disse: ‘io devo andare e non ho nessuna voglia di scherzare’.
Vanessa le prese un polso fermandola e la minaccio’ con tono duro: ‘siediti, o esco di qui’ e vado ad appendere le altre fotocopie alla biblioteca che frequenti cosi’ volentieri’.
Elisa impallidi’, si sedette come intontita e priva di forze, aveva un nodo allo stomaco e le lacrime agli occhi, e con voce supplice: ‘ ti prego, senti, perch’ vuoi farmi questo non ti ho fatto niente perch’ ce l’hai con me?’.
‘non ce l’ho con te, voglio solo che ci divertiamo un po’, vedrai ti divertirai anche tu, se mi obbedisci’.
Elisa rimase in silenzio non sapeva cosa rispondere, era tutto cosi’ strano questa situazione era irreale, cosa voleva dunque Vanessa, non poteva rovinarle la reputazione e lei era cosi’ ansiosa doveva attenersi al gioco che veniva condotto dalla giovane che gli stava di fronte.
Vanessa dopo aver bevuto la sua bibita le disse: ‘andiamo in bagno, seguimi’. E si alzo’ Elisa la segui’, come se non potesse farne a meno una forza misteriosa la spingeva verso l’ignoto.
Entrarono nel bagno e vanessa chiuse la porta dietro di s’, poi le ordino’ di spogliarsi. Elisa rimase immobile, guardandola era forse pazza? Si chiese perch’ voleva farla spogliare li’.
Vanesse che era vicino alla porta l’apri’ e mise la mano sulla maniglia e le disse: ‘ ai tuoi conoscenti piacer’ vedere le copie di queste foto ne sono certa’ e si volto’ a guardarla. Elisa capi’ che doveva obbedire e inizio’ a sbottonarsi la camicetta, aveva ancora il cappotto addosso e quando ebbe finito di sbottonarsi si levo’ cappotto e camicetta assieme, li appese su un appendiabiti sul muro, poi si tolse la gonna, restando in collant e reggiseno, dal ritorno dalle vacanze aveva cercato di riprendere le sue abitudini con un abbigliamento tutt’altro che sexy.
Vanessa la osservo’ e le disse ironica: ‘mio Dio che abbigliamento intimo assurdo e inadatto, toglilo subito’. Elisa era interdetta fino a dove voleva dunque spingersi quella piccola pazza.
Vista la sua esitazione la ragazza rimise la mano sulla maniglia ma Elisa capendo il messaggio implicito si sbrigo’ a spogliarsi del reggiseno e dei collant e mutandine.
Vanessa le si avvicino’ le prese gli indumenti che lei teneva in mano cercando di coprirsi, li prese e li mise nella sua borsa, ‘li butteremo appena troveremo un bidone dell’immondizia e smettila di coprirti come un educanda, che non lo sei.’ Infatti Elisa teneve le braccia davanti a se, con uno si copriva i seni e l’altro davanti al pube.
Vanessa le prese le mani e gliele fece mettere lungo i fianchi, poi fatto un passo’ indietro l’ammiro’, le disse ‘ bene bene, la nostra piccola borghese si mantiene bene, il seno sta su, come si deve, belle gambe, un pube un po’ troppo folto. Ma a parte questo, puoi andare’.
Elisa non diceva nulla, la situazione era imbarazzante era stata fatta spogliare da una ragazza che quasi poteva essere sua figlia e si sentiva uno strano nodo allo stomaco, e sentiva che si stava eccitando e questo la fece veegognare e arrossire.
Vanessa le si avvicino’ le prese un capezzolo tra le dita, e lo strizzo’, Elisa emise un gemito, ma non si mosse n’ fece nulla per sottrarsi.
Vanessa le chiese ‘ti piace farti pizzicare i capezzoli vero?’, ‘no, non mi piace affatto’ le rispose Elisa con un certo coraggio. Ma abbasso’ la testa piena di vergogna.
Vanessa sorrise, ma era un sorriso crudele ‘ vedremo, sai non mi piacciono le bugie’. E le diede un pizzicotto piu’ forte sull’altro seno, ‘Ti prego Vanessa finiamola, con questa storia, dimmi quanto dovr’ durare tutto questo non posso restare a lungo qui’ devo rientrare a casa, per preparare la cena a mio marito’.
‘Senti senti, cosa mi dici, vediamo di chiarire che il gioco lo conduco io, e per tuo marito sono certa che c” tempo, te l’ho detto niente bugie, e d’ora in poi visto che sei cosi’ sciocca da prendermi in giro smettero’ di essere comprensiva, dovrai rivogerti a me chiamandomi signorina Vanessa, devi smetterla di darmi del tu, sono stata chiara?’ e nel dirlo le diede una schiacciata al capezzolo che fece veramente male ad Elisa, le vennero le lacrime agli occhi, ma non grido’.
Vanessa la fece rivestire, ma senza la biancheria, le disse ti far’ bene stare con le parti intime libere vedrai, su sbrigati non possiamo occupare il bagno troppo a lungo. In silenzio Elisa indosso’ i suoi abiti, poi uscirono, e ad Elisa pareva che tutti sapessero che lei sotto gli abiti non indossasse biancheria intima, si sentiva estremamente a disagio e vulnerabile, ma una strana sensazione di eccitazione le fece sentire che aveva la fica bagnata.
Vanessa le chiese dove aveva parcheggiato l’auto, e si incamminarono, Elisa chiese: ‘ ma dove andiamo?’, ‘ andiamo a fare shopping’rispose Vanessa.
Presero l’auto ed Elisa cercava di ragionare ma in realt’ non faceva che tormentarsi senza trovare una via d’uscita, che cosa voleva Vanessa se non umiliarla e ricattarla, forse se le proponeva dei soldi, ma quella non era una povera i suoi stavano bene, non capiva, ‘ Senti vanessa, se ti servono dei soldi, io ti compero quelle foto’.
Vanessa le diede un forte pizzicotto al braccio, poi rabbiosa le sibilo’ ‘non mi dare del tu, e chiamami signorina sempre, e smettila di darmi fastidio con proposte stupide, non voglio soldi da te, voglio la tua obbedienza’.
Elisa si rassegno’ a non parlare per il momento non aveva le idee chiare, e quindi doveva trovare un momento piu’ opportuno.
Si recarono su indicazione di Vanessa ad un grande supermecato dove si trovava di tutto, dagli alimentari all’abbigliamento al fai da te, ai casalinghi.
Vanessa le ordino’ di seguirla appena scese le fece aprire il cappotto, poi le sbottono’ alcuni bottoni della camicetta, l’aria fresca fece indurire i capezzoli ad Elisa, e Vanessa se ne accorse, gliene pizzico’ uno, e poi apri’ la camicetta in modo che facesse una forma a V, cosi’ da vedere l’incavo dei seni, ‘questo ‘ un bel decollet’ gogolo’ per il suo capolavoro.
Fu Elisa che prese un carrello, e doveva seguire Vanessa, che faceva il giro del Supermercato, con Elisa che le trottava dietro imbarazzatissima, con il cappotto che era aperto e che faceva intravvedere un audace decollet’.
Si sentiva piena di vergogna ma anche eccitata, era ovvio che la giovane voleva fare un gioco spinto, e le sarebbe piaciuto probabilmente se fosse stato in un altro contesto, piu’ riservato.
Vanessa mise diverse cose nel carrello, cibi surgelati, o precotti, poi si diresse verso il settore abbigliamento, e scelse un vestitino rosso, molto leggero, una di quelle cose che le ragazze mettono per andare in discoteca, ed Elisa si disse che la ragazza aveva voglia di approfittare delle sue finanze, perch’ sar’ lei a dover pagare. Su questo non si faceva illusioni.
Poi passo’ al reparto per animali, acquisto’ un collare da cane nero con delle borchie, e un guinzaglio di cuoio intrecciato.
Elisa ebbe un tuffo al cuore, gi’ s’immaginava cosa aveva in testa quella piccola pazza, e arrossi’ vedendo gli acquisti, eppure sentiva una forma di eccitazione, prenderle e premerle il basso ventre, poi Vanessa mise nel carrello anche uno scudiscio da equitazione. Questa volta Elisa si senti’ le gambe che le cedevano leggermente, e si sostenne sul carrello.
Vanessa le si avvicino’ e le chiese come si sentiva, ed Elisa rossa non sapeva cosa rispondere, allora Vanessa le passo’ un braccio sulla vita per sostenerla, e le appoggio’ una mano sul ventre a piatto, e le disse: ‘ su fai un paio di respiri profondi che ti riprendi’. Elisa si mise a respirare come se fosse uscita da sott’acqua, e dopo qulache profondo respiro si riprese, allora la ragazza le chiese: ‘vuoi qualche cosa per te?’ ‘No grazie, signorina Vanessa’ rispose Elisa.sorpresa di come le era stato facile abituarsi ad usare il formalismo che la ra- gazza le aveva imposto.
Erano in auto e si avviavano, Elisa con il tono piu’ umile possibile volle chiedere a Vanessa dove andavano: ‘Signorina Vanessa posso sapere dove andiamo?’, ‘ah si’, andiamo a casa tua, mi ero forse scordata di dirtelo?’.
‘Come a casa mia, non ‘ possibile’ rispose Elisa. ‘Ma si, ma si, vedrai che sar’ bellissimo’.
Elisa non sapeva piu’ cosa dire come mai era cosi’ sicura di s’ questa ragazza, cosa sapeva della sua vita e come faceva a saperlo che sarebbero state tranquille.
CAPITOLO II
Arrivarono davanti alla villetta di Elisa, che con il telecomando apri’ il cancello, e si avvio’ verso il garage dove parcheggiare l’auto. Vanessa appena si furono fermate le disse: ‘ avanti, vieni a farmi entrare e poi scaricherai l’auto dei pacchi, sono un’ospite’.
Elisa fece entrare Vanessa in casa e le lascio’ le chiavi, in realt’ era stata la giovane ad impossessarsene, e ritorno’ all’auto e prese in pacchi del supermercato.
Ritornata davanti alla porta spinse ma la porta era chiusa, penso’ mi ha chiuso fuori sono un’estranea in casa mia, suono’ il campanello, e attese, non rispondendo nessuno continuo’ a suonare altre volte, fino a quando si senti’ una voce rispondere : ‘non agitarti, stavo facendo un giro per la casa’.
‘Se vuoi entrare slacciati cappotto e camicetta e togliti la gonna, poi prendi il collare da cane e te lo allacci al collo, ti inginocchi e appena sei pronta bussa che ti faccio entrare’, ‘ma non posso, se qualcuno passa e mi vede, sar’ una cosa imbarazzante, ti prego Vanessa, fammi entrare, per favore’.
‘andiamo se ti sbrighi e con la luce fioca che c” fuori non ti vede nessuno, dovrai inginocchiarti e entrare in ginocchio, obbedisci’.
Elisa si sentiva sconfitta, le pareva che lo stomaco le si chiudeva, era a casa sua e doveva sottostare agli ordini di quella perfida ricattatrice.
Non aveva scelta non volendo attendere oltre correndo il rischio che qualcuno prima o poi passasse e notasse che lei era li’ sull’igresso di casa sua, apri’ il cappotto ed esegui’ gli ordini della sua ricattatrice. Appena pronta si inginocchio’ e busso’ alla porta quasi con timore ‘signorina la prego sono pronta’.
La porta si apri’, e un flasch scatto’ accecandola, ‘entra cosi’ in ginocchio da brava’. Elisa avanzo’ penosamente impacciata dai pacchi della spesa. Quando fu all’interno, si lascio’ cadere con il viso a terra sconfitta, Vanessa le aveva scattato varie foto, e queste erano ancora piu’ compromettenti delle altre, o perlomeno piu’ avvilenti, con il cappotto aperto lasciando vedere il suo corpo seminudo con un collare da cane cinto al collo, cosa c’era di peggio. Si mise a piangere.
Vanessa la lascio’ che si sfogasse un po’, poi le disse: ‘ su bella piagnona, adesso vai a mettere i pacchi in cucina’.
Elisa si alzo’ prese le borse, e si diresse verso la cucina, Vanessa prese il guinzaglio dalla borsa, e le ordino’ di spogliarsi completamente.
Elisa lascio’ cadere il cappotto su una sedia, e si ritrovo’ per la seconda volta nuda davanti alla sua aguzzina, che la osservava ironicamente. Le aggancio’ il guinzaglio al collare, e le indico’ con un dito di mettersi a terra, tiro’ sul guinzaglio ed Elisa si lascio’ andare, segui’ il movimento del braccio di Vanessa e si ritrovo’ in ginocchio.
Vanessa le disse: ‘camminerai a quattro zampe, andiamo in salotto’. Arrivate al salotto Vanessa si accomodo’ sul divano e permise a Elisa di raddrizarsi la quale si sedette sui talloni, con le mani in grembo. Vanessa inizio’ a interrogarla le chiese di suo marito della frequenza dei suoi rapporti sessuali, ed Elisa le rispose le diceva la verit’, quella ragazza sapeva bene come stavano le cose forse le aveva sapute da suo fratello, in ogni modo, non voleva farla arrabbiare.
Era umiliante rispondere a quelle domande, la sua frustrazione e soprattutto che adesso dopo che aveva avuto un amante era piu’ calda e la sua vita matrimoniale dal punto di vista sessuale era migliorata.
La fece nuovamente mettere a quattro zampe e le ando’ da dietro a toccare la passera, e con sua somma vergogna Elisa sapeva che si sarebbe accorta della sua eccitazione. Infatti esclamo’ ‘accidenti sei inondata’.
Le mise le dita umide dei suoi umori sotto il naso e le ordino’ seccamente ‘lecca troia ripuliscimi le dita’. Elisa sorpresa dalla sua stessa sottomissione lecco’ le dita.
Poi vanessa rimessasi a sedere sul divano le disse: ‘ascoltami con attenzione perch’ odio ripetermi. So bene che tuo marito star’ via un paio di settimane, e che Matteo ‘ via per studiare, e non rietrer’ prima di domenica sera, percio’ fino a domenica sera tu sei a mia disposizione, farai tutto quello che ti ordinero’, sarai la mia schiava e se mi disobbedirai, ti puniro’ molto severamente, poi per il resto vedremo se e quando avro’ voglia di usarti per le mie esigenze. Hai capito bene?’
‘Si ho capito’ rispose Elisa.
‘cosa hai capito,ripeti quanto ti ho detto’, la incalzo’ Vanessa.
‘sono a sua disposizione, saro’ la sua schiava e dovro’ obbedirle e fare tutto quello che lei vorr’.’ rispose Elisa.
‘Brava, adesso andiamo a prepararci un po’ voglio farti bella per uscire questa sera’.
Vanessa la feca andare in Bagno, si sedette su uno sgabello e la fece mettere sulle sue ginocchia, l’avrebbe sculacciata come una bambina, ed Elisa inizio’ a supplicare di non farle una cosa simile, ma Vanessa le disse che era solo per valutare la sua elasticit’ e disponibiit’, quella non era una punizione.
Elisa oramai non sapeva a che santo votarsi forse supplicare era la cosa piu’ ovvia ma anche poteva irritarla allora si stese sulle ginocchia di Vanessa in attesa della sculacciata, vanessa calibro’ bene i colpi, ma non infieri’ voleva veramente studiare le reazioni di Elisa, la quale si sentiva tremendamente umiliata nel ricevere una sculacciata come fosse una monella.
Poi Vanessa la fece stendere per terra, le ordino’ di aprire le cosce bene, e di toccarsi i capezzoli e di non fermarsi senza ordini. Elisa osservava attentamente la sua aguzzina che aveva aperto l’armadietto e preso dalla cassetta del pronto soccorso delle formici, poi aveva preso delle lamette di suo marito, e la schiuma da barba. Con orrore capi’ cosa voleva farle e la supplico’, di non farlo, come avrebbe spiegato una cosa del genere a suo marito.
Arrogantemente Vanessa le rispose che non le importava affatto come si sarebbe giustificata con suo marito.
Poi inizio’ con la forbice a tagliare ciuffi di peli, e osservava la disperazionei di Elisa che piangeva sotto l’umiliazione che provava per la sua depilazione, ma pero’ non smetteva di triturarsi i capezzoli come le era stato ordinato.
Appena il pelo fu praticamente accorciato che si vedeva perfettamente il taglio non piu’ nascosto dal vello, vanessa le spalmo’ la schiuma e inizio’ a passare la lametta lentamente gustando con piacere il lavoro che stava facendo, al termine ammiro’ il suo lavoro.
‘Sei molto piu’ bella cosi” le disse, e preso uno specchietto lo mise tra le gambe di Elisa, la quale alzo’ la testa e si guardo, le faceva una strana impressione vedersi cosi’ implume, si era gi’ rasata ma solo parzialmente, Vanessa le disse su vieni accarezzati sentirai che sensazione. Elisa timidamente avvicino’ la mano e accarezzo la pelle liscia del suo pube, era cosi’ concentrata che non aveva fatto caso a Vanessa che scattava altre foto di lei che si toccava la passera depilata.
‘la prego’ disse Elisa, ma l’altra le disse mettiti le mani sulle labbra e aprile, su svelta, Elisa sconvolta obbedi’ e non si stupi’ nemmeno di trovare il suo sesso bagnato, e Vanessa glielo fece notare, ‘ piangi dici di no, ma hai la fica inondata come una troia a cui piace il vizio’.
Elisa non poteva confutare la constatazione, e chiuse gli occhi, mentre Vanessa scattava le foto della sconfitta di Elisa.
‘adesso basta, ti sei divertita abbastanza’ Elisa smise, e Vanessa preso il guinzaglio la fece mettere a quattro zampe direzione la camera da letto.
Obbligo’ Elisa a salire sul letto, distendersi con un cuscino sotto il ventre, in questo modo il culo era messo in risalto. Prese delle cinghie la lego’ al letto, poi le annuncio’ che volendo essere sicura della sua sottomissione, e per punirla delle bugie che aveva osato dirle, come quella che non le piaceva toccarsi o che doveva rientrare per suo marito che invece era assente per due settimane, allora si meritava la punizione.
Elisa disse: ‘signorina le chiedo scusa ma la prego non mi faccia del male’. ‘Vedrai ti piacer” le replico’ Vanessa.
Prese lo scudiscio e comincio’ a colpirla sulle natiche di traverso, Elisa subito pensava di poter resistere ma dopo il quarto colpo si mise a supplicare di risparmiarla che sarebbe stata obbediente e sottomessa la sua devotissima schiava e chiedeva perdono fino a quando non smise di supplicare perch’ le sue suppliche non sortivano alcun effetto. Inoltre si sentiva cosi’ sconfitta e il suo pianto e le sue suppliche le avevano fatto perdere la forza di implorare ed era quasi senza voce.
Vanessa vedendo che la punizione non aveva senso di continuare si fermo’, le natiche erano segnate a sufficienza senza essere martoriate, in fondo aveva dosato i colpi, non voleva ferirla, e doveva preservarla.
Si mise a frugare nei cassetti del como’ e dei comodini e trovo’ il vibratore di Elisa, si divertoi’ un mondo e le chiese se lo usava spesso, Elisa oramai non aveva nemmeno la forza di vergognarsi e le disse che le capitava quando restava sola.
Vanessa la slego’ e le porse il vibratore, ordinandole di farle vedere come lo usava, Elisa arrossi’ violentemente e le disse: ‘Signorina Vanessa, mi perdoni ma non potrei mai farlo in sua presenza, la supplico non ci riesco’.
‘Ti ricordi di avermi appena promesso di obbedirmi, o devo ricominciare con lo scudiscio?’. Elisa chiuse gli occhi e inizio’ a fare passare il fallo di plastica lungo il taglio della sua passera, era gi’ eccitata, e quindi dubito la punta si bagno’ di succhi, Elisa lo faceva andare avanti e indietro lentamente e le sue labbra si aprivano sollecitate, lo passo’ sul clitoride, e si inarco’ leggermente, poi lentamente lo infilo’ nella sua passera che lo accolse come un bocca famelica, quando fu tutto dentro di lei, lo accese e la vibrazione si comunico’ al suo intermo dandole sensazioni eccitanti, allora lo faceva andare avanti e indietro, infilandoselo sempre con piu’ forza dentro la sua fica che oramai colava, inizio’ anche ad andare incontro al suo movimento con il bacino, oramai piva di controllo, fino a raggiungere l’orgasmo, e si fermo’ ansante restando con le gambe oscenamente spalancate e il dildo infilato nella sua passera.
Vanessa rise di gusto vedendo come aveva goduto, e le disse: ‘accidenti, e non volevi farlo, sei bollente, e ti scateni notevolmente, sei una porca nata, e sara magnifico farti scoprire dei lati di te che non volevi rivelare’.
Elisa era abattuta e sconfitta in lei nulla era piu’ ribellione si era masturbata davanti ad una ragazza giovanissima che si divertiva a soggiogarla e a trattarla come una cosa sua, dove sarebbe arrivata non lo sapeva ancora e ne era spaventata ed eccitata.
Vanessa le ordino’ di andare a farsi una doccia e poi di raggiungerla in salotto, Elisa si alzo’ frastornata e si diresse in bagno, si tolse il collare e si mise sotto la doccia, si lavo’ con cura, massaggiandosi con volutt’ aveva bisogno di stare sotto l’acqua le pareva di rigenerarsi. Nel frattempo si mise a pensare a come avrebbe potuto convincere Vanessa a lasciarla in pace e darle quelle foto, ma in fondo era stato eccitante tutto questo, e la sua sessualit’ stava emergendo come durante l’estate, aveva dei dubbi sul fatto che volesse mettere fine a quella storia, ma poi inorridita dal suo pensiero si disse che era perch’ era sotto pressione che aveva idee strane e la paura la faceva farneticare.
Finita la doccia si asciugo’ con piacere nel telo da bagno gustandosi il piacere che cio’ le procurava, poi si passo’ una crema su tutto il corpo, si trucco’ con ombretto, rossetto, e alla fine si disse che sicuramente Vanessa desiderava che tornasse di l’ con il collare al collo, se lo allaccio’ intorno alla gola e provo’ un brivido lungo la spina dorsale.
CAPITOLO III
Elisa si presento’ in salotto, dove seduta confortevolmente sul divano Vanessa attendeva, appena Elisa si presento’ vedendo che si era preparata come si aspettava da lei sorrise compiaciuta, e le disse: ‘vedo che sei una cagnetta ubbidiente, va bene cosi’, adesso vieni a inginocchiarti davanti a me’.
Elisa obbediente si mise in ginocchio davanti alla sua padrona, non si stupi’ nemmeno della sua mente che si diceva che oramai era entrata nel ruolo di schiava obbediente incapace di ribellarsi.
Vanessa le fece ripetere quanto detto poco prima in salotto e lei ripet’ che era la sua schiava e che le apparteneva anima e corpo e avrebbe obbedito ai suoi ordini senza discuterli.
‘Bene, mia cara ti mettero’ alla prova’, e cosi’ facendo le prese il guinzaglio e la condusse in camera dove le fece indossare delle calze con reggicalze e il vestitino rosso che aveva comperato, ovviamente niente biancheria intima.
Quando Elisa si osservo’ allo specchio si disse che aveva l’aria di una puttana molto perversa che andava in giro in cerca di clienti, vestita cosi’!
Elisa si mise a preparare qualcosa da mangiare per Vanessa, e attese come una provetta cameriera accanto a lei, Vanessa le chiese se aveva fame, ed Elisa degluti’ saliva e assenti con un cenno del capo.
Vanessa le diede un bocconcino di bistecca, le disse che era per tagliare il senso di fame, ma era molto meglio se restava leggera, il trucco le disse ‘ di bere molta acqua.
Elisa allora autorizzata si verso’ da bere un bicchierone di acqua fresca, Vanessa le disse di berlo tutto e poi di versarsene un altro, costringendola a berlo tutto anche quello.
Poi Elisa si mise accanto a Vanessa come questa le aveva ordinato, e le versava da bere a richiesta, Vanessa bevv’ due bicchieri di vino rosso, con la bistecca, poi prese il caff’.
Alla fine le disse che era bene andare a lavarsi i denti, si recarono al bagno assieme, Elisa tirata al guinzaglio da Vanessa. Arrivate, vanessa le chiese se aveva uno spazzolino nuovo, Elisa le fece cenno dove erano quelli nuovi, aveva un bagno ben organizzato, poi la fece lavare i denti anche a lei, e infine Vanessa si sedette sul vater per svuotare la vescica. Appena ebbe terminato, Elisa fece per fare anche lei i suoi bisgogni, ma l’altra la blocco’: ‘cosa pensi di fare?’
‘Signorina, io pensavo di liberarmi, s’ con tutta quell’acqua che ho bevuto’.
‘No, non puoi fare nulla senza il mio permesso, nemmeno fare la pipi’ e nemmeno altre necessit’, tu puoi respirare autonomamente ma per il resto saro’ sempre io a decidere quando ti puoi liberara anche gli intestini, sia sempre chiara nella tua mente questa regola’. ‘Si signorina’ disse Elisa con un singhiozzo.
Vanessa prese il guinzaglio in mano e nell’atri le fece indossare il cappotto e poi uscirono, appena scesi gli scalini e arrivati al centro del giardino, Vanessa si rivolse ad Elisa dicendole di liberarsi li, sull’erba.
‘Ma signorina come, qui’ nel giardino e se passa qualcuno?’. ‘se ti sbrighi forse riduci la possibilit’ che qualcuno passi e poi a quest’ora e al buio ‘ quasi impossibile, avanti sbrigati’.
Elisa si sollevo’ il cappotto e si accuccio’ all’inizio non riusci’ a farla, malgrado l’impellente necessit’, poi riusci’ a rilassarsi, quel tanto da sentire che usciva a poi non si fermo’ piu”.
Vanessa la osservava silenziosa e alla fine sbotto’ mentre Elisa si rialzava ‘ una pisciata da vacca, accidenti pensa che se non ti fosse uscita in quel momento ti avrei proibito di pisciare per il resto della serata.’
Poi ripresero l’auto e si avviarono Elisa guidava seguendo le indicazioni di Vanessa, dopo un po’ si fece coraggio e chiese dove erano dirette, Vanessa le disse di avere pazienza.
‘Signorina, sono angosciata, la prego mi dica cosa vuole farmi fare cosi’ vestita non possiamo andare da nessuana parte’.
Vanessa rise, e le chiese: ‘cosa pensi che voglia farti fare cosi’ vestita?’ ‘ vuole forse prostituirmi signorina?’ e Vanessa rise di gusto del tono ansioso aggiungendo: ‘mia cara la tua ‘ una domanda o forse un desiderio?’.
Elisa tacque si rendeva conto che in quel contesto e l’eccitazione angosciosa che provava e che la faceva vergognare poteva solo inguarsi di piu’ con le sue ripetute domande, e oramai sapeva che il vizio nel loro rapporto era la base e sapeva che era troppo eccitata da tutto questo e malgrado la vergogna temeva il momento in cui non avrebbe potuto trattenersi dal godere appena sarebbe stata sfiorata.
Si fermarono nel parcheggio di una discoteca, e Vanessa estrasse dalla sua borsetta una scatola di preservativi, li consegno’ ad Elisa dicendole: ‘Bene troia, adesso andiamo in discoteca e tu adescherai almeno quattro uomini e mi porterai quattro preservativi pieni di sborra, spero che ti dimostrerai all’altezza o ti puniro’ severamente, adesso sono le 23,20, al massimo a mezzanotte e mezza dovrai aver fatto il tuo lavoro e ci ritroveremo vicino alla postazione del dj, chiaro?’.
‘signorina, veramente questa ‘ una cosa impossibile, se qualcuno mi riconosce sar’ uno scandalo per me, io non posso fare una cosa simile, sono una donna sposata’.
‘Tu sei solo mia come ti ho spiegato e hai promesso di obbedirmi, percio’ scegli correre il rischio che qualcuno ti veda ma non ‘ sicuro o le tue foto esposte in tutte le sale del quartiere dove abiti, e nei luoghi che frequenti e nella scuola di tuo filgio con il tuo nome e numero di telefono allegati?’
Elisa rassegnata scese dall’auto, e si avvio’ verso il locale, Vanessa le aveva tolto il guinzaglio ma non il collare, sarebbe sembrata proprio una donnaccia, e con il cuore in gola si avvicino’ alla cassa e fece due biglietti uno per lei e uno per Vanessa.
Entrate si separarono ed Elisa si avvio’ a fare il giro della sala, noto’ un ragazzo giovane che la guardava concupiscente e allora prese il coraggio a due mani e gli si avvicino’ ‘Ciao, conosci vanessa una ragazza bella e della tua et’ che dovrebbe attendermi qui’ in questa zona, avevamo appuntamento, non l’hai vista?’ il agazzo scosse la testa, non la conosceva e non aveva visto nessuna ragazza nell’ultima mezz’ora che si fosse fermata li’, lui pero’ le disse: ‘ possiamo aspettare assieme, ti va di bere qualcosa?’.
‘Si grazie, volentieri’ rispose Elisa, il ragazzo chiamo’ un cameriere e ordino’ da bere per entrambi senza chiederle cosa desiderava, poi le fece cenno di sedersi accanto a lui sul divanetto, Elisa era un po’ impacciata con la sua gonna corta, ma si sedette comunque tenendo le gambe ben strette.
Il ragazzo era carino le mise un braccio attorno alle spalle, e lei si lascio’ fare, poi lui le si avvicino’ per baciarla ed Elisa si lascio’ fare, poi lui le accarezzo’ una gamba salendo lentamente verso la coscia.
Elisa gli disse: ‘non qui’ ti prego, se vuoi possiamo andare fuori, hai la macchina?’ lui fece cenno di si’ ed uscirono gli timbrarono la mano all’uscita per poter rientrare.
In auto il giovane le disse: ‘spero che non mi chiederai soldi perch’ io non pago’ Elisa arrossi’ era un vero insulto ma doveva portare a termine il suo incarico per non fare arrabbiare Vanessa e gli disse: ‘che sciocco che sei, non mi prostituisco mica sai, lo faccio perch’ mi va’.
Appena lui si fu abbassato il pantaloni lei pero’ gli infilo’ il preservativo, lui avrebbe preferito senza ma Elisa insist’.
Alla fine il ragazzo si lascio’ convincere ma gli si era un po’ ammosciato, Elisa lo prese in bocca e con due leccate il ragazzo si riprese.
Appena messo il preservativ Elisa gli sali’ sopra, e se lo infilo’, entro’ con estrema facilit’ era tutta la sera che era eccitata, e quindi aveva la fica in fiamme e lubrificata.
Lo monto’ con rabbia cercando di arrivare all’orgasmo, non ne poteva piu’ di quella tensione, e si mioveva bene le pareva di non essere mai stata cosi’ smaniosa di godere, ma anche sapeva di avere poco tempo a disposizione.
Quando il ragazzo venne lei non era arrivata ancora all’orgasmo colpa della tensione probabilmente si disse, gli sfilo’ il preservativo e lo lego’ per non perdere il prezioso contenuto che avrebbe dovuto portare come prova, il giovane si stupi’ ma si disse che era una tipa fuori dal comune, Elisa usci’ dalla macchina e lo saluto’ allontanandosi rapidamente lasciandolo ancora alle prese con i pantaloni che gli erano scesi alle caviglie.
Entrata nuovamente nella discoteca, oramai era piu’ sicura di s’, era stato facile, incontro’ un giovanotto che doveva essere piuttosto imbranato, lo abordo’ e lui timidissimo l’ascoltava e quando lei gli chiese se voleva che lei gli facesse un pompino per poco non si strozzo’, lui le chiese se voleva essere pagata, giustamente penso’ Elisa vestita cosi’ possono pensare solo che sono una battona a caccia di clienti, lo rassicuro’ dicendogli che era tutto gratis perch’ lui le piaceva. Il ragazzo diede il suo assenso e allora lei se lo trascino’ dietro in una zona buia, lo fece sedere, e gli apri’ la patta dei pantaloni, estrasse il suo pisello che non era nemmeno troppo duro, sicuramente il ragazzo era un po’ spaventato, allora lei gli disse che se voleva poteva toccarla, lui con timore allungo’ la mano e si insinuo’ tra le gambe di Elisa, risali’ lentamente e trovo’ il suo sesso bagnato e liscio, come la tocco’ la senti’ che lei si tendeva e che era eccitata, Elisa si sporse verso di lui, e lo bacio’ sulla bocca, il ragazzino ebbe un sussulto e il cazzo nella mano di Elisa si ingrosso’ spaventosamente, divenendo subito bello duro.
Elisa si disse che doveva essere magnifico scopare con un ragazzino vergine e insegnargli tutto, pero’ non aveva il tempo, gli mise il preservativo e si curvo’ su di lui iniziando a suggere con la bocca lo fece venire in un battibaleno. Elisa gli levo’ il preservativo legandolo come il primo e mettendoselo nella borsetta, il ragazzo le si avvicino’ per baciarla ma lei si tiro’ indietro, allora lui si scuso’ le chiese se era arrabbiata perch’ non aveva resistito abbastanza. Elisa si senti’ un po’ mortificata per lui, doveva essere un bravo ragazzo, allora gli disse di non preoccuparsi che per la prima volta era andato benissimo, e lo bacio’ sulla bocca con passione, il ragazzo ebbe una nuova erezione e glielo fece notare, Elisa sorrise, soprattutto perch’ lui le disse che l’amava che voleva rivederla, comunque Elisa non voleva fare stare male quel ragazzo cosi’ carino e timido che diceva di amarla, come spesso accade i ragazzi timidi si innamorano facilmente, allora gli apri’ di nuovo la patta e gli mise un altro preservativo, e gli sali’ sopra infilandosi il pene dentro di lei, stava sverginando un ragazzino giovanissimo era per lei una sensazione esaltante, si mosse su di lui lentamente e si disse che era una fortuna che non aveva le mutandine.
Anche questa volta lui non resistette a lungo ma anche Elisa raggiunse l’orgasmo il piacere cerebrale di avere sverginato un ragazzo aveva decuplicato la sua eccitazione. Lui le riempi’ il preservativo di sborra ancora una volta, godendo e se lei non lo avesse baciato forse avrebbero gridato entrambi.
Se lo sfilo’ e mise via anche questo preservativo, poi il ragazzo le chiese il suo numero di telefono, ma lei non volle darglielo, gli disse che questa storia finiva li’ non ci sarebbe stato un seguito, le dispiaceva vedeva che il ragazzo ne era addolorato ma non aveva scelta.
Si alzo’ e se ne ando’, doveva trovare un altro per riempire il quarto preservativo, ma non fece in tempo ad allontanarsi che due tipi dietro un angolo, la fermarono, le dissero dove vai bella troia, ti piacciono solo i ragazzini o te la fai anche con gli uomini, lei non ci penso’ troppo su e disse che se volevano sarebbero potuti andare insieme nei bagni e fare qualcosa assieme.
Si recarono nei bagni e dentro ad un cesso, la presero prima uno e poi l’altro furono rapidi rudi, le sborrarono dentro nei preservativi e lei glieli chiese loro si misero a ridere, e le chiesero perch’ li voleva allora Elisa disse che aveva fatto una scommessa e che doveva portare quattro preservativi di quattro uomini diversi con il loro seme dentro per non perdere la scommessa. Vollero sapere quanto avrebbe dovuto pagare se perdeva, e allora Elisa disse che il pegno sarebbe stato di venire frustata se perdeva. Il piu’ cinico dei due, allora le disse che se li voleva doveva farsi pisciare in bocca da loro, e bere la loro urina.
Elisa si senti’ male, ma non aveva scelta i bastardi aveva in preservativi in mano e li dondolavano sopra la tazza del cesso, lei chino’ il capo e disse: ‘ si va bene potete pisciarmi in bocca, ma vi prego datemi i preservativi, almeno uno dei due adesso e l’altro dopo’. Erano d’accordo e cosi’ fecero, Elisa in ginocchio ricevette la pioggia dorata dei due balordi, e ingoio’ tutto quanto pot’ qualcosa le sfuggi andando a bagnarle l’incavo dei seni e la camicetta. Al termine felice si fecero una risata dandole del cesso e le diedero l’altro preservativo.
Elisa si diede una lavata alla meglio, poi si passo’ una salvietta imbevuta di profumo e si reco’ verso la postazione del dj dove aveva appuntamento con Vanessa.
Era li che l’attendeva ed Elisa le disse di aver fatto tutto quello che le aveva ordinato. Vanessa le disse allora andiamo, e le mise il guinzalgio li dentro alla discoteca con enorme vergogna di Elisa che la segui a testa bassa tenuta al guinzaglio sotto lo sguardo incuriosito ed eccitato di alcuni mentre altri si mostrarono scandalizzati.
Rientrarono ed Elisa consegno’ i preservativi a Vanessa, poi le permise di lavarsi e di andare a dormire le lego’ le mani dietro la schiena dicendole che era per evitare che si masturbasse troia come era, e si corico’ accanto a lei. Durante la notte, vanessa si sveglio’ perch’ nel sonno agitato Elisa le si era stretta contro, come in cerca di protezione, si disse che la signora era matura e la sua mente oramai era plagiata, le slego’ le mani certa che non si sarebbe mossa senza ordini.

CAPITOLO IV
Al mattino ben inoltrato Vanessa si sveglio’ e trovo’ Elisa attaccata a lei, in uno stato di dormiveglia le accarezzo’ la curva del seno, e subito il capezzolo si induri’ al tocco delle sue dita, allora lo prese tra il pollice e l’indice e lo massaggio’ Elisa apri’ gli occhi, verso Vanessa, e le sorrise come se fosse rassicurata dalla sua presenza.
Vanessa le chiese: ‘ come sta la mia cagnetta stamattina’, ‘io…io sto bene signorina, grazie’.
‘basta con questi io, io, quando devi parlare di te, devi usare la terza persona dicendo ‘ la sua cagna sta bene padrona ‘ da questo momento mi chiamerai sempre padrona eccetto quando siamo in pubblico a meno che non sia un pubblico da me scelto appositamente per esibirti come la mia cagna, hai capito?’
‘La sua cagna ha capito padrona’ rispose Elisa prontamente, sorprendendosi della facilit’ con la quale si sottomentteva alla fanciulla, e provando un brivido di vergognoso piacere che non sfuggi’ all’occhio attento di Vanessa.
Andiamo ragazza mia, non possiamo poltrire a letto tutto il giorno, dobbiamo lavarci e poi mi preparerai la colazione.
Vanessa prese Elisa per mano e la condusse in bagno, le permise di liberarsi ma sotto il suo sguardo vigile, poi le fece fare la doccia e la mando’ in cucina, mentre lei si preparava.
Quando Vanessa entro’ in cucina vestita e truccata, Elisa era nuda ed aveva preparato la tavola, il caff’ era pronto e aveva anche preparato dei toast’s sul tavolo c’era del burro e della marmellata.
Vanessa come una regina prese posto, e ordino’ di versarle il caff’, Elisa si precipito’ e ossequiosa le verso’ il caff’, poi le preparo’ una tartina imburrata e le chiese se gradiva la marmellata di fragole, Vanessa assenti’ con la testa senza rispondere mentre si portava alle labbra la tazzina di caff’.
Poi dopo aver addentato la tartina le disse: ‘puoi prendere un caff’ anche tu adesso’. ‘la sua cagna la ringrazia padrona’. Bevv’ il suo caff’ che le diede un po’ di sollievo ne aveva bisogno. Poi Vanessa le chiese se aveva fame ed Elisa non sapendo cosa rispondere abbasso’ la testa, ma Vanessa le ordino’ di darle una risposta adeguata alla sua nuova condizione, ‘Si’ la sua cagna ha fame padrona’.
Vanessa le diede la met’ della sua tartina alla marmellata che Elisa prese e portatala alle labbra si fermo’ vedendo lo sguardo corrucciato di Vanessa allora disse: ‘la sua cagna la ringrazia padrona’, Vanessa fece un cenno del capo di approvazione per la sottomissione di Elisa.
Finirono la colazione e allora Vanessa le ordino’ di andare a prendere la sua borsa e il collare con il guinzaglio che era ora di ritornare alle corrette abitudini e dovevano prepararsi per uscire.
Elisa ando’ nella camera da letto si allaccio’ il collare al collo con il guinzaglio che pendeva tra i suoi seni e poi raccolse la borsa di Vanessa presentandosi al suo cospetto, come la padrona desiderava.
Vanessa frugo’ nella borsa, e ne estrasse un fallo di plastica aveva piu’ l’aria di uno strano cono oblungo con una parte che si restrigenve lievemente alla base e una rondella che fungeva da base, Elisa capi’ perfettamente quale era la funzione dell’oggetto, e attese ansiosa ed impaziente presa da una strana sensazione di eccitazione e di vergogna.
Vanessa le disse che doveva tapparle il culo, le avrebbe fatto bene per abituarla a sentire che quella sua parte fosse maggiormente sensibilizzata e ammorbidita.
Le ordino’ di succhiare il simulacro fallico per inumidirlo bene e poi di infilarselo bene nel culo, Elisa si accinse alla bisogna vergognandosi di quello che era costretta a fare, ma soprattutto perch’ sentiva che si bagnava, poi dopo averlo insalivato piego’ le gambe e si appoggio’ l’oggetto alla pastiglia dell’ano, e lentamente lo spinse fino a conficcarlo bene in fondo.
Vanessa volle controllare e la fece piegare e le ordino’ di aprirsi le natiche da sola, cosa che venne eseguita prontamente da Elisa, la quale sentiva che non avrebbe potuto nascondere la condizione della sua passera inondata di succhi, cosi’ non poteva avere giustificazioni alcune per le perversioni a cui si sottoponeva eccitandosi in quel modo e vanessa l’avrebbe avuto ancora piu’ nelle sue mani, si abbandono’ al piacere umiliante di quella esibizione.
La fece vestire con calze e reggicalze, poi indosso’ il vestitino rosso della sera prima, e una giacca di pelle, che era lunga quanto l’abitino, e Vanessa parve soddisfatta, l’aveva fatta truccare pesantemente, le disse che doveva sembrare esattamente per come si sentiva una puttana.
Vanessa mise il guinzaglio nella sua borsa e uscirono, Elisa tiro’ fuori l’auto dal garage, poi nel vialetto si fermo’ all’altezza di Vanessa ma questa non saliva, allora Elisa scese e chiese cosa doveva fare, Vanessa le disse: ‘vieni ad aprirmi la portiera’, Elisa obbedi’ si guardo’ intorno sperando che non vi fossero vicini che la vedevano, poi apri’ la portiera a Vanessa che si accomodo’.
Partirono e Vanessa le diede le indicazioni da seguire, Allora raggiunta l’autostrada Elisa si azzardo’ a chiedere: ‘puo’ la sua cagna chiderele dove siamo dirette, Padrona?’.
Vanessa le rispose che se aveva molte domande da fare, Elisa le disse che era curiosa perch’ non voleva correre il rischio magari di distrarsi e di commettere errori e se la strada era lunga dovevano fare benzina.
Vanessa le disse: ‘bene ti diro’ dove andiamo, ma per ogni domanda che ritengo inopportuna e fastidiosa decidi tu quale punizione dovrai subire poi’, Elisa rimase un po’ in silenzio e poi vedendo che Vanessa la osservava in attesa rispose: ‘la sua cagna, chiede che per ogni disturbo che arreca alla padrona, di ricevere due colpi di frusta… su…sul culo, padrona’.
‘Pensi che sia una punizione, a te piace essere battuta sul culo, ma va bene hai fatto del tuo meglio, per ogni richiesta due colpi di frusta sul culo da pagarsi tutti al nostro ritorno a casa tua’.
E cosi’ Elisa fece la sua domanda, venendo a sapere che si recavano in una provincia adiacente in una cittadina che conosceva di nome ma dove non era mai stata, e poi chiese se si potevano fermare all’autogrill per fare la pipi e anche per il pieno di benzina’. Vanessa acconsenti’.

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CAPITOLO V.

Arrivate nella cittadina Vanessa indicava ad Elisa la strada da seguire. Fino a quando arrivarono ad una villa in campagna, A quel punto si fermarono davanti ad un cancello. Vanessa scese e suono’ il campanello Elisa non sentiva cosa diceva ma il cancello si apriva e risalita le ordino’ di entrare, dal cancello alla casa vi erano almeno 500 metri la recinzione esterna impediva a chiunque di vedere all’interno del parco. Le ordino’ di andare a parcheggiare in un capannone che fungeva da autorimessa vi erano tre auto parcheggiate.
Le ordino’ di scendere ed Elisa obbediente si affretto’ ad andare ad aprire la portiera di Vanessa.
Ora spogliati mettiti nuda, le mise un collare al collo, e le disse ricordati non ti azzardare a non eseguire nemmeno con un esitazione i miei ordini, dovrai essere quella che oramai hai acconsentito di essere, una schiava docile, obbediente e annullarti per renderti utile alla tua Padrona, sei la mia cagna e il mio animaletto di compagnia, camminerai a quattro zampe e non ti alzerai se non per evidenti necessità, e sempre che questo sia utile al servizio della tua Padrona o di altri a cui avro’ delegato questo diritto.

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Elisa si presento’ in salotto, dove seduta confortevolmente sul divano Vanessa attendeva, appena Elisa si presento’ vedendo che si era preparata come si aspettava da lei sorrise compiaciuta, e le disse: “vedo che sei una cagnetta ubbidiente, va bene cosi’, adesso vieni a inginocchiarti davanti a me”.
Elisa obbediente si mise in ginocchio davanti alla sua padrona, non si stupi’ nemmeno della sua mente che si diceva che oramai era entrata nel ruolo di schiava obbediente incapace di ribellarsi.
Vanessa le fece ripetere quanto detto poco prima in salotto e lei ripetè che era la sua schiava e che le apparteneva anima e corpo e avrebbe obbedito ai suoi ordini senza discuterli.
“Bene, mia cara ti mettero’ alla prova”, e cosi’ facendo le prese il guinzaglio e la condusse in camera dove le fece indossare delle calze con reggicalze e il vestitino rosso che aveva comperato, ovviamente niente biancheria intima.
Quando Elisa si osservo’ allo specchio si disse che aveva l’aria di una puttana molto perversa che andava in giro in cerca di clienti, vestita cosi’!
Elisa si mise a preparare qualcosa da mangiare per Vanessa, e attese come una provetta cameriera accanto a lei, Vanessa le chiese se aveva fame, ed Elisa degluti’ saliva e assenti con un cenno del capo.
Vanessa le diede un bocconcino di bistecca, le disse che era per tagliare il senso di fame, ma era molto meglio se restava leggera, il trucco le disse è di bere molta acqua.
Elisa allora autorizzata si verso’ da bere un bicchierone di acqua fresca, Vanessa le disse di berlo tutto e poi di versarsene un altro, costringendola a berlo tutto anche quello.
Poi Elisa si mise accanto a Vanessa come questa le aveva ordinato, e le versava da bere a richiesta, Vanessa bevvé due bicchieri di vino rosso, con la bistecca, poi prese il caffé.
Alla fine le disse che era bene andare a lavarsi i denti, si recarono al bagno assieme, Elisa tirata al guinzaglio da Vanessa. Arrivate, vanessa le chiese se aveva uno spazzolino nuovo, Elisa le fece cenno dove erano quelli nuovi, aveva un bagno ben organizzato, poi la fece lavare i denti anche a lei, e infine Vanessa si sedette sul vater per svuotare la vescica. Appena ebbe terminato, Elisa fece per fare anche lei i suoi bisgogni, ma l’altra la blocco’: “cosa pensi di fare?”
“Signorina, io pensavo di liberarmi, sà con tutta quell’acqua che ho bevuto”.
“No, non puoi fare nulla senza il mio permesso, nemmeno fare la pipi’ e nemmeno altre necessità, tu puoi respirare autonomamente ma per il resto saro’ sempre io a decidere quando ti puoi liberara anche gli intestini, sia sempre chiara nella tua mente questa regola”. “Si signorina” disse Elisa con un singhiozzo.
Vanessa prese il guinzaglio in mano e nell’atri le fece indossare il cappotto e poi uscirono, appena scesi gli scalini e arrivati al centro del giardino, Vanessa si rivolse ad Elisa dicendole di liberarsi li, sull’erba.
“Ma signorina come, qui’ nel giardino e se passa qualcuno?”. “se ti sbrighi forse riduci la possibilità che qualcuno passi e poi a quest’ora e al buio è quasi impossibile, avanti sbrigati”.
Elisa si sollevo’ il cappotto e si accuccio’ all’inizio non riusci’ a farla, malgrado l’impellente necessità, poi riusci’ a rilassarsi, quel tanto da sentire che usciva a poi non si fermo’ piu’”.
Vanessa la osservava silenziosa e alla fine sbotto’ mentre Elisa si rialzava “ una pisciata da vacca, accidenti pensa che se non ti fosse uscita in quel momento ti avrei proibito di pisciare per il resto della serata.”
Poi ripresero l’auto e si avviarono Elisa guidava seguendo le indicazioni di Vanessa, dopo un po’ si fece coraggio e chiese dove erano dirette, Vanessa le disse di avere pazienza.
“Signorina, sono angosciata, la prego mi dica cosa vuole farmi fare cosi’ vestita non possiamo andare da nessuana parte”.
Vanessa rise, e le chiese: “cosa pensi che voglia farti fare cosi’ vestita?” “ vuole forse prostituirmi signorina?” e Vanessa rise di gusto del tono ansioso aggiungendo: “mia cara la tua è una domanda o forse un desiderio?”.
Elisa tacque si rendeva conto che in quel contesto e l’eccitazione angosciosa che provava e che la faceva vergognare poteva solo inguarsi di piu’ con le sue ripetute domande, e oramai sapeva che il vizio nel loro rapporto era la base e sapeva che era troppo eccitata da tutto questo e malgrado la vergogna temeva il momento in cui non avrebbe potuto trattenersi dal godere appena sarebbe stata sfiorata.
Si fermarono nel parcheggio di una discoteca, e Vanessa estrasse dalla sua borsetta una scatola di preservativi, li consegno’ ad Elisa dicendole: “Bene troia, adesso andiamo in discoteca e tu adescherai almeno quattro uomini e mi porterai quattro preservativi pieni di sborra, spero che ti dimostrerai all’altezza o ti puniro’ severamente, adesso sono le 23,20, al massimo a mezzanotte e mezza dovrai aver fatto il tuo lavoro e ci ritroveremo vicino alla postazione del dj, chiaro?”.
“signorina, veramente questa è una cosa impossibile, se qualcuno mi riconosce sarà uno scandalo per me, io non posso fare una cosa simile, sono una donna sposata”.
“Tu sei solo mia come ti ho spiegato e hai promesso di obbedirmi, percio’ scegli correre il rischio che qualcuno ti veda ma non è sicuro o le tue foto esposte in tutte le sale del quartiere dove abiti, e nei luoghi che frequenti e nella scuola di tuo filgio con il tuo nome e numero di telefono allegati?”
Elisa rassegnata scese dall’auto, e si avvio’ verso il locale, Vanessa le aveva tolto il guinzaglio ma non il collare, sarebbe sembrata proprio una donnaccia, e con il cuore in gola si avvicino’ alla cassa e fece due biglietti uno per lei e uno per Vanessa.
Entrate si separarono ed Elisa si avvio’ a fare il giro della sala, noto’ un ragazzo giovane che la guardava concupiscente e allora prese il coraggio a due mani e gli si avvicino’ “Ciao, conosci vanessa una ragazza bella e della tua età che dovrebbe attendermi qui’ in questa zona, avevamo appuntamento, non l’hai vista?” il agazzo scosse la testa, non la conosceva e non aveva visto nessuna ragazza nell’ultima mezz’ora che si fosse fermata li’, lui pero’ le disse: “ possiamo aspettare assieme, ti va di bere qualcosa?”.
“Si grazie, volentieri” rispose Elisa, il ragazzo chiamo’ un cameriere e ordino’ da bere per entrambi senza chiederle cosa desiderava, poi le fece cenno di sedersi accanto a lui sul divanetto, Elisa era un po’ impacciata con la sua gonna corta, ma si sedette comunque tenendo le gambe ben strette.
Il ragazzo era carino le mise un braccio attorno alle spalle, e lei si lascio’ fare, poi lui le si avvicino’ per baciarla ed Elisa si lascio’ fare, poi lui le accarezzo’ una gamba salendo lentamente verso la coscia.
Elisa gli disse: “non qui’ ti prego, se vuoi possiamo andare fuori, hai la macchina?” lui fece cenno di si’ ed uscirono gli timbrarono la mano all’uscita per poter rientrare.
In auto il giovane le disse: “spero che non mi chiederai soldi perchè io non pago” Elisa arrossi’ era un vero insulto ma doveva portare a termine il suo incarico per non fare arrabbiare Vanessa e gli disse: “che sciocco che sei, non mi prostituisco mica sai, lo faccio perchè mi va”.
Appena lui si fu abbassato il pantaloni lei pero’ gli infilo’ il preservativo, lui avrebbe preferito senza ma Elisa insisté.
Alla fine il ragazzo si lascio’ convincere ma gli si era un po’ ammosciato, Elisa lo prese in bocca e con due leccate il ragazzo si riprese.
Appena messo il preservativ Elisa gli sali’ sopra, e se lo infilo’, entro’ con estrema facilità era tutta la sera che era eccitata, e quindi aveva la fica in fiamme e lubrificata.
Lo monto’ con rabbia cercando di arrivare all’orgasmo, non ne poteva piu’ di quella tensione, e si mioveva bene le pareva di non essere mai stata cosi’ smaniosa di godere, ma anche sapeva di avere poco tempo a disposizione.
Quando il ragazzo venne lei non era arrivata ancora all’orgasmo colpa della tensione probabilmente si disse, gli sfilo’ il preservativo e lo lego’ per non perdere il prezioso contenuto che avrebbe dovuto portare come prova, il giovane si stupi’ ma si disse che era una tipa fuori dal comune, Elisa usci’ dalla macchina e lo saluto’ allontanandosi rapidamente lasciandolo ancora alle prese con i pantaloni che gli erano scesi alle caviglie.
Entrata nuovamente nella discoteca, oramai era piu’ sicura di sè, era stato facile, incontro’ un giovanotto che doveva essere piuttosto imbranato, lo abordo’ e lui timidissimo l’ascoltava e quando lei gli chiese se voleva che lei gli facesse un pompino per poco non si strozzo’, lui le chiese se voleva essere pagata, giustamente penso’ Elisa vestita cosi’ possono pensare solo che sono una battona a caccia di clienti, lo rassicuro’ dicendogli che era tutto gratis perchè lui le piaceva. Il ragazzo diede il suo assenso e allora lei se lo trascino’ dietro in una zona buia, lo fece sedere, e gli apri’ la patta dei pantaloni, estrasse il suo pisello che non era nemmeno troppo duro, sicuramente il ragazzo era un po’ spaventato, allora lei gli disse che se voleva poteva toccarla, lui con timore allungo’ la mano e si insinuo’ tra le gambe di Elisa, risali’ lentamente e trovo’ il suo sesso bagnato e liscio, come la tocco’ la senti’ che lei si tendeva e che era eccitata, Elisa si sporse verso di lui, e lo bacio’ sulla bocca, il ragazzino ebbe un sussulto e il cazzo nella mano di Elisa si ingrosso’ spaventosamente, divenendo subito bello duro.
Elisa si disse che doveva essere magnifico scopare con un ragazzino vergine e insegnargli tutto, pero’ non aveva il tempo, gli mise il preservativo e si curvo’ su di lui iniziando a suggere con la bocca lo fece venire in un battibaleno. Elisa gli levo’ il preservativo legandolo come il primo e mettendoselo nella borsetta, il ragazzo le si avvicino’ per baciarla ma lei si tiro’ indietro, allora lui si scuso’ le chiese se era arrabbiata perchè non aveva resistito abbastanza. Elisa si senti’ un po’ mortificata per lui, doveva essere un bravo ragazzo, allora gli disse di non preoccuparsi che per la prima volta era andato benissimo, e lo bacio’ sulla bocca con passione, il ragazzo ebbe una nuova erezione e glielo fece notare, Elisa sorrise, soprattutto perchè lui le disse che l’amava che voleva rivederla, comunque Elisa non voleva fare stare male quel ragazzo cosi’ carino e timido che diceva di amarla, come spesso accade i ragazzi timidi si innamorano facilmente, allora gli apri’ di nuovo la patta e gli mise un altro preservativo, e gli sali’ sopra infilandosi il pene dentro di lei, stava sverginando un ragazzino giovanissimo era per lei una sensazione esaltante, si mosse su di lui lentamente e si disse che era una fortuna che non aveva le mutandine.
Anche questa volta lui non resistette a lungo ma anche Elisa raggiunse l’orgasmo il piacere cerebrale di avere sverginato un ragazzo aveva decuplicato la sua eccitazione. Lui le riempi’ il preservativo di sborra ancora una volta, godendo e se lei non lo avesse baciato forse avrebbero gridato entrambi.
Se lo sfilo’ e mise via anche questo preservativo, poi il ragazzo le chiese il suo numero di telefono, ma lei non volle darglielo, gli disse che questa storia finiva li’ non ci sarebbe stato un seguito, le dispiaceva vedeva che il ragazzo ne era addolorato ma non aveva scelta.
Si alzo’ e se ne ando’, doveva trovare un altro per riempire il quarto preservativo, ma non fece in tempo ad allontanarsi che due tipi dietro un angolo, la fermarono, le dissero dove vai bella troia, ti piacciono solo i ragazzini o te la fai anche con gli uomini, lei non ci penso’ troppo su e disse che se volevano sarebbero potuti andare insieme nei bagni e fare qualcosa assieme.
Si recarono nei bagni e dentro ad un cesso, la presero prima uno e poi l’altro furono rapidi rudi, le sborrarono dentro nei preservativi e lei glieli chiese loro si misero a ridere, e le chiesero perchè li voleva allora Elisa disse che aveva fatto una scommessa e che doveva portare quattro preservativi di quattro uomini diversi con il loro seme dentro per non perdere la scommessa. Vollero sapere quanto avrebbe dovuto pagare se perdeva, e allora Elisa disse che il pegno sarebbe stato di venire frustata se perdeva. Il piu’ cinico dei due, allora le disse che se li voleva doveva farsi pisciare in bocca da loro, e bere la loro urina.
Elisa si senti’ male, ma non aveva scelta i bastardi aveva in preservativi in mano e li dondolavano sopra la tazza del cesso, lei chino’ il capo e disse: “ si va bene potete pisciarmi in bocca, ma vi prego datemi i preservativi, almeno uno dei due adesso e l’altro dopo”. Erano d’accordo e cosi’ fecero, Elisa in ginocchio ricevette la pioggia dorata dei due balordi, e ingoio’ tutto quanto potè qualcosa le sfuggi andando a bagnarle l’incavo dei seni e la camicetta. Al termine felice si fecero una risata dandole del cesso e le diedero l’altro preservativo.
Elisa si diede una lavata alla meglio, poi si passo’ una salvietta imbevuta di profumo e si reco’ verso la postazione del dj dove aveva appuntamento con Vanessa.
Era li che l’attendeva ed Elisa le disse di aver fatto tutto quello che le aveva ordinato. Vanessa le disse allora andiamo, e le mise il guinzalgio li dentro alla discoteca con enorme vergogna di Elisa che la segui a testa bassa tenuta al guinzaglio sotto lo sguardo incuriosito ed eccitato di alcuni mentre altri si mostrarono scandalizzati.
Rientrarono ed Elisa consegno’ i preservativi a Vanessa, poi le permise di lavarsi e di andare a dormire le lego’ le mani dietro la schiena dicendole che era per evitare che si masturbasse troia come era, e si corico’ accanto a lei. Durante la notte, vanessa si sveglio’ perchè nel sonno agitato Elisa le si era stretta contro, come in cerca di protezione, si disse che la signora era matura e la sua mente oramai era plagiata, le slego’ le mani certa che non si sarebbe mossa senza ordini.

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CAPITOLO IV
Al mattino ben inoltrato Vanessa si sveglio’ e trovo’ Elisa attaccata a lei, in uno stato di dormiveglia le accarezzo’ la curva del seno, e subito il capezzolo si induri’ al tocco delle sue dita, allora lo prese tra il pollice e l’indice e lo massaggio’ Elisa apri’ gli occhi, verso Vanessa, e le sorrise come se fosse rassicurata dalla sua presenza.
Vanessa le chiese: “ come sta la mia cagnetta stamattina”, “io…io sto bene signorina, grazie”.
“basta con questi io, io, quando devi parlare di te, devi usare la terza persona dicendo – la sua cagna sta bene padrona – da questo momento mi chiamerai sempre padrona eccetto quando siamo in pubblico a meno che non sia un pubblico da me scelto appositamente per esibirti come la mia cagna, hai capito?”
“La sua cagna ha capito padrona” rispose Elisa prontamente, sorprendendosi della facilità con la quale si sottomentteva alla fanciulla, e provando un brivido di vergognoso piacere che non sfuggi’ all’occhio attento di Vanessa.
Andiamo ragazza mia, non possiamo poltrire a letto tutto il giorno, dobbiamo lavarci e poi mi preparerai la colazione.
Vanessa prese Elisa per mano e la condusse in bagno, le permise di liberarsi ma sotto il suo sguardo vigile, poi le fece fare la doccia e la mando’ in cucina, mentre lei si preparava.
Quando Vanessa entro’ in cucina vestita e truccata, Elisa era nuda ed aveva preparato la tavola, il caffè era pronto e aveva anche preparato dei toast’s sul tavolo c’era del burro e della marmellata.
Vanessa come una regina prese posto, e ordino’ di versarle il caffé, Elisa si precipito’ e ossequiosa le verso’ il caffé, poi le preparo’ una tartina imburrata e le chiese se gradiva la marmellata di fragole, Vanessa assenti’ con la testa senza rispondere mentre si portava alle labbra la tazzina di caffé.
Poi dopo aver addentato la tartina le disse: “puoi prendere un caffé anche tu adesso”. “la sua cagna la ringrazia padrona”. Bevvè il suo caffé che le diede un po’ di sollievo ne aveva bisogno. Poi Vanessa le chiese se aveva fame ed Elisa non sapendo cosa rispondere abbasso’ la testa, ma Vanessa le ordino’ di darle una risposta adeguata alla sua nuova condizione, “Si’ la sua cagna ha fame padrona”.
Vanessa le diede la metà della sua tartina alla marmellata che Elisa prese e portatala alle labbra si fermo’ vedendo lo sguardo corrucciato di Vanessa allora disse: “la sua cagna la ringrazia padrona”, Vanessa fece un cenno del capo di approvazione per la sottomissione di Elisa.
Finirono la colazione e allora Vanessa le ordino’ di andare a prendere la sua borsa e il collare con il guinzaglio che era ora di ritornare alle corrette abitudini e dovevano prepararsi per uscire.
Elisa ando’ nella camera da letto si allaccio’ il collare al collo con il guinzaglio che pendeva tra i suoi seni e poi raccolse la borsa di Vanessa presentandosi al suo cospetto, come la padrona desiderava.
Vanessa frugo’ nella borsa, e ne estrasse un fallo di plastica aveva piu’ l’aria di uno strano cono oblungo con una parte che si restrigenve lievemente alla base e una rondella che fungeva da base, Elisa capi’ perfettamente quale era la funzione dell’oggetto, e attese ansiosa ed impaziente presa da una strana sensazione di eccitazione e di vergogna.
Vanessa le disse che doveva tapparle il culo, le avrebbe fatto bene per abituarla a sentire che quella sua parte fosse maggiormente sensibilizzata e ammorbidita.
Le ordino’ di succhiare il simulacro fallico per inumidirlo bene e poi di infilarselo bene nel culo, Elisa si accinse alla bisogna vergognandosi di quello che era costretta a fare, ma soprattutto perché sentiva che si bagnava, poi dopo averlo insalivato piego’ le gambe e si appoggio’ l’oggetto alla pastiglia dell’ano, e lentamente lo spinse fino a conficcarlo bene in fondo.
Vanessa volle controllare e la fece piegare e le ordino’ di aprirsi le natiche da sola, cosa che venne eseguita prontamente da Elisa, la quale sentiva che non avrebbe potuto nascondere la condizione della sua passera inondata di succhi, cosi’ non poteva avere giustificazioni alcune per le perversioni a cui si sottoponeva eccitandosi in quel modo e Vanessa l’avrebbe avuto ancora piu’ nelle sue mani, si abbandono’ al piacere umiliante di quella esibizione.
La fece vestire con calze e reggicalze, poi indosso’ il vestitino rosso della sera prima, e una giacca di pelle, che era lunga quanto l’abitino, e Vanessa parve soddisfatta, l’aveva fatta truccare pesantemente, le disse che doveva sembrare esattamente per come si sentiva, una puttana.
Vanessa mise il guinzaglio nella sua borsa e uscirono, Elisa tiro’ fuori l’auto dal garage, poi nel vialetto si fermo’ all’altezza di Vanessa ma questa non saliva, allora Elisa scese e chiese cosa doveva fare, Vanessa le disse: “vieni ad aprirmi la portiera”, Elisa obbedi’ si guardo’ intorno sperando che non vi fossero vicini che la vedevano, poi apri’ la portiera a Vanessa che si accomodo’.
Partirono e Vanessa le diede le indicazioni da seguire, Allora raggiunta l’autostrada Elisa si azzardo’ a chiedere: “puo’ la sua cagna chiderele dove siamo dirette, Padrona?”.
Vanessa le rispose che se aveva molte domande da fare, Elisa le disse che era curiosa perchè non voleva correre il rischio magari di distrarsi e di commettere errori e se la strada era lunga dovevano fare benzina.
Vanessa le disse: “bene ti diro’ dove andiamo, ma per ogni domanda che ritengo inopportuna e fastidiosa decidi tu quale punizione dovrai subire poi”, Elisa rimase un po’ in silenzio e poi vedendo che Vanessa la osservava in attesa rispose: “la sua cagna, chiede che per ogni disturbo che arreca alla padrona, di ricevere due colpi di frusta… su…sul culo, padrona”.
“Pensi che sia una punizione, a te piace essere battuta sul culo, ma va bene hai fatto del tuo meglio, per ogni richiesta due colpi di frusta sul culo da pagarsi tutti al nostro ritorno a casa tua”.
E cosi’ Elisa fece la sua domanda, venendo a sapere che si recavano in una provincia adiacente in una cittadina di cui conosceva di nome, ma dove non era mai stata, e poi chiese se si potevano fermare all’autogrill per fare la pipi e anche per il pieno di benzina”. Vanessa acconsenti’.
Si fermarono e fecero prima benzina, il benzinaio che si avvicino’ diede un’occhiata dentro e si mise a fare il pieno, infilo’ la pistola della benzina e si mise a pulire il vetro per guardare meglio Elisa. Chissà cosa stava pensando di lei si chiese Elisa sicuramente che era una puttana, e al solo pensiero si eccito’ ancora di piu’, finito di fare benzina dovette scendere per andare a pagare alla cassa, ancheggiando sui suoi tacchi a spillo, le dava proprio l’aria della puttana con il suo collare al collo, era molto eccitante, e l’idea che quelli che la guardavano si stavano magari eccitando stuzzicava la vanità di Elisa, accentuando il movimento delle anche.
Poi parcheggiata l’auto si reco’ nei bagni per fare la pipi’ accompagnata da Vanessa che entro’ con lei nel cesso si dovette alzare la gonna e messasi leggermente accovacciata sopra la tazza farla sotto lo sguardo di Vanessa e questo la imbarazzava notevolmente.
Poi ripresero il viaggio e Vanessa le disse di sedersi bene a culo nudo alzando il vestito. Si fermarono ancora una volta al casello dove poco prima di arrivare Vanessa aveva messo la mano nella passera di Elisa masturbandola, e le disse: “ appena arriviamo al casello dovrai godere, e se mi deludi sappi che ti puniro’”.
Elisa solo sentendo le dita di Vanessa colava succhi e l’idea di quanto sarebbe stato vergognoso godere sotto le sue dita, appena davanti al casellante si disse che il pericolo era solo di godere prima di arrivare tanto era eccitata.
E puntualmente appena ebbe consegnato il biglietto al casellante inizio’ ad ansimare piu’ forte e lancio’ un urletto per il piacere che stava provando aveva avuto il suo orgasmo, e non poteva non essere sfuggito all’uomo che si sporse a guardare e vide la mano di Vanessa che si muoveva tra le cosce aperte di Elisa, rimase li’ a godersi lo spettacolo, appena Elisa si fu un attimo ripresa rossa in volto dalla vergogna guardo’ il display del casello lesse l’importo e diede i soldi, l’uomo le diede il resto e le disse: “grazie dello spettacolo, peccato non poter approfondire la nostra conoscenza” Elisa ingrano’ la marcia e parti’ senza rispondere.
Arrivarono a destinazione, attraversarono il paese e uscirono dalla parte opposta alla periferia presero una stradina e si fermarono in un cortile di una vecchia casa, Elisa scese e ando’ ad aprire la portiera di Vanessa.
Aprendo la portiera si inchino’ come le aveva chiesto Vanessa e questa prima di scendere le fisso’ il guinzaglio al collare poi scese e se la tiro’ dietro, appena entrarono nella casa, sentirono delle voci, Vanessa prese uno scudiscio che si trovava in un portaombrelli, e le disse di mettersi in ginocchio e di avanzare lungo il corridoio e tenendola al guinzaglio proprio come una cagna la fece camminare davanti a se, dandole qualche colpetto con lo scudiscio ma solo per farle capire che era sempre a rischio di punizioni se non obbediva.
Aveva il culo scoperto perché la gonna si era sollevata sopra le natiche, e quindi immagino’ quale osceno spettacolo sarebbe stato per qeulli che l’attendevano, e il suo volto era già imporporato dalla vergogna che avrebbe provato ma la sua fica rispondeva alla vergonga bagnandosi.
Elisa non vedeva che scarpe di persone sentiva le voci alcune le pareva di averle udite, ma non osava alzare la testa per vedere chi erano.
Vanessa la condusse fino ad una poltrona dove un uomo era seduto e senti’ che diceva “allora che te ne pare dell’altezzosa borghese che ho portato a casa?”.
“Molto ben fatto ragazza mia” rispose l’uomo. Allora Elisa alzo’ lo sguardo e vide che si trattava del padre di Vannessa, erano tutti li’, sua madre suo fratello e altre due coppie e un uomo singolo, e due cameriere che pero’ portavano una maschera di cuoio, vestite come cameriere ma con abiti molto succinti e trasparenti corsetti che non coprivano interamente i seni e gonnellino che arrivava a metà chiappe con grembiulini microscopici bianchi e delle mascherine di cuoio sul volto. Anche loro avevano collati borchiati ed erano evidentemente delle sottomesse.
Elisa venne fatta spogliare, e poi condotta al bagno fatta rinfrescare e appena pronta venne condotta nuda nella sala da pranzo e costretta a inchinarsi e mostrare il culo aprendosi le natiche facendo vedere che aveva un anus picket che lo teneva tappato, e lo preparava a essere eventualemente aperta per essere presa agevolmente da quella parte.
Elisa si vergognava tantissimo a queste manifestazioni a cui era costretta e arrossiva sotto gli epiteti che le venivano rivolti dai commensali, ogni tanto qualcuno le tendeva un bocconcino e lei doveva mettersi in ginocchio e andare come se fosse veramente una cagna a prenderlo dalle mani di colui o colei che glielo tendeva e le era stato imposto di ancheggiare in modo che sembrasse una cagna che scodinzola.
Tutto questo era terribilmente umiliante per Elisa che non sapeva se avrebbe mai superato la vergogna che provava.
Alla fine del pasto il padrone di casa disse che per rilassarsi sarebbe stato giusto che avesse lui la precedenza nel farsi succhiare il cazzo dalla nuova schiava ed Elisa venne portata davanti a lui e darsi da fare, gli apri’ i pantaloni e si mise il pene mezzo moscio in bocca. Lo lecco’ con devozione con Vanessa dietro di lei che le accarezzava le natiche con lo scudiscio, una minaccia inutile perchè Elisa non pensava minimamente a ribellarsi oramai era cosi’ succube da non pensare a nulla altro che a soddisfare i padroni.
Appena l’uomo venne nella sua bocca venne offerta agli altri uno dietro l’altro dovette spompinare ogni maschio presente, Lorenzo fu l’ultimo, e le dispiaceva che lui fosse complice di quella trappola perchà il ragazzo le era piaciuto e aveva goduto con lui durante le vacanze quando erano stati assieme.
Venne messa su una poltrona in ginocchio con le natiche esposte verso la sala e le signore le diedero sei colpi a testa sulle natiche offerte con una frusta composta da una larga cinghia di cuoio munita di un manico era di pelle morbida.
Le frustate si abbattevano sulle natiche ed Elisa si morse le labbra sperando di resistere e di non gridare pero’ alla lunga non resistette si mise a piangere e a lamentarsi agitando le natiche per il dolore ma senza mai provare a sottrarsi al morso della frusta che la batteva arrivarono a darle oltre una ventina di frustate.
Poi si armarono di falli finti allacciati alla vita con cinture e la presero sbattendola come se fossero stati uomini facendole provare diversi brucianti orgasmi.
Poi appena lei era stata sfinita dagli orgasmi le tolsero il dildo dal culo e ricominciarono ma inculandola prima con i falli finti furono le donne e poi si succedettero gli uomini ma oramai Elisa sentiva male al culo perché era arrossato e irritato.
Furono ore di umiliazione e di forte impatto psicologico, che la lasciarono sfibrata nel corpo e nella mente.

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CAPITOLO V
Elisa, al mattino si sveglio’ scossa da qualcuno, ma era distrutta e non riusciva ad aprire gli occhi, si sentiva la testa pesante.
Alla fine cerco’ di mettere a fuoco l’immagine, e vide Sandra sopra di lei che cercava di svegliarla, Sandra una delle schiave di Vanessa, anzi quella che lei aveva visto in spiaggia che veniva assoggettata ad uno dei bagnini negli spogliatoi, le chiese: “ ma che ore sono?”, “sono le dieci, devi prepararti fra non molto la padrona verrà a prenderti e non deve trovarti ancora a dormire”.
Elisa cercava di trovare le forze per alzarsi e si lamento’ dicendo “sono cosi’ stanca, non ce la faccio”.
“su su, si che ce la fai, adesso tirati su, dai sbrigati, non voglio essere punita per colpa tua”.
Elisa si sollevo’ e cerco’ di capire dove si trovavano e si rese conto che era una stanza da letto con mobili piuttosto antichi, molto normali come quelli di sua nonna, un letto di ferro alto, como’ massiccio, una specchiera con tavolino da toilette, e un armadio a quattro ante.
Era nuda portava pero’ il suo collare e chiese a Sandra se poteva toglierlo per lavarsi, l’altra le disse di si, ma doveva sbrigarsi a lavarsi.
Elisa si sedette sulla tazza per liberare la vescica, la tensione per la fretta che le metteva Sandra le fece sul momento bloccare e non riusciva a liberarsi.
Con uno sforzo mentale riusci’ a estranearsi e si rilasso’ liberando la vescica e poi gli sfinteri.
Si fece una doccia che le permise di svegliarsi, e infine si lavo’ i denti, con uno spazzolino nuovo che le aveva dato Sandra.
Ritornata nella stanza si rimise il collare, e lo allaccio’ incatenandosi da sola questo fatto le procuro’ un brivido, in pratica era come se assimilava quel gesto come fosse la normalità.
Sandra le disse di truccarsi e le diede la sua assistenza, le passo’ un fondo tinta e poi le trucco’ gli occhi in modo pesante, completo’ il tutto con un rossetto dal colore molto acceso, le passo’ lo stesso rossetto sui capezzoli, Elisa non oso’ protestare e quando Sandra le disse di aprire bene le cosce che doveva evidenziarle le labbra della fica, lei obbediente esegui’ l’ordine senza obiettare, infine dovette piegarsi e aprirsi le natiche e la stessa operazione venne fatta per il cerchietto dell’ano.
Sandra le mise il guinzaglio dicendole adesso ti accompagno dalla padrona, le serviremo la colazione come si deve, e poi deciderà lei cosa dovrai fare successivamente.
Elisa era tesa, perchè si chiedeva quali altri tormenti avrebbero escogitato per lei in quel giorno.
In cucina prelevarono la colazione preparata da una signora che era certo abituata a quelle particolari circostanze ma vedendola Elisa ebbe un moto di sorpresa e arrossi’ violentemente quella signora le diede un’occhiata era piuttosto robusta e doveva avere piu’ di cinquanta anni aveva il volto segnato dal tempo come di una donna che avesse vissuto, la squadro’ da capo a piedi e disse soltanto: “Una nuova, bene carina vieni qui’, devi portare la colazione per la tua padrona, e cerca di essere sollecita, deve arrivare ancora calda, e non rovesciare nulla. Chiaro?”
“S…si signora” le rispose Elisa timidamente, imbarazzata per la sua condizione davanti a quelle che doveva essere una domestica della famiglia.
Prese il vassoio appena pronto e segui’ Sandra che le faceva strada, quando giunse davanti alla porta della stanza di Vanessa le apri’ la porta e la fece passare, le indico’ un mobile e le fece posare li’ il vassoio.
Si avvicinarono al letto, e scopri’ Vanessa che dormiva nuda Sandra le disse a bassa voce che era necessario destarla con delicatezza e di baciarle i piedi e poi di leccarli lentamente con dedizione e non dimenticando le dita.
Elisa non aveva scelta e comincio’ a eseguire l’ordine, baciando dapprima un piede poi l’altro.
Dopo la prima operazione si decise a lambire le pianta del piede piu’ vicino partendo dal tallone, salendo lentamente fino alle dita, e da li’ prese a succhiare ogni dito come fossero dei piccoli cazzetti, all’inizio le aveva dato fastidio, ma piano piano si stava dedicando con passione, in fondo stava entrando sempre piu’ nella parte della schiava, quelle operazioni avevano certo lo scopo di perfezionare la sua sottomissione ed era anche la prima volta che toccava la sua padrona. Era stata sempre Vanessa a toccarla, lei non si era mai fatta fare nulla nemmeno nessun tipo di approccio, e adesso per la prima volta le stava leccando i piedi, era da considerarsi come una piccola concessione di contatto, era sempre meglio di niente e forse avrebbe dimostrato di apprezzare quello che stava facendo, forse non sarebbe stata poi cosi’ dura, un po’ di tenerezza per ricambiarla, magari quel po’ di calore umano che chiunque cerca.
Era passata al secondo piede e Vanessa si era mossa cosi’ facendo l’aveva agevolata e adesso Elisa stava impegnandosi a fondo, Vanessa era di certo già sveglia, ma voleva peremetterle di finire.
Appena Elisa ebbe succhiato l’ultimo dito, Vanessa si stiro’ le braccia e fece cenno di essersi appena svegliata.
Sandra fece cenno a Elisa di prendere il vassoio ed Elisa si affretto’ a prederlo e presentarsi davanti a Vanessa, rimase silenziosa in attesa di ordini e appena Vanessa le fece cenno le pose il vassoio sul letto quest’ultima apri’ il coperchio e prese la tazza del caffé e bevve un sorso poi prese un cornetto e inizio’ a mangiarlo, lo divoro’ praticamente, Elisa la guardava con lo stomaco che le si torceva, aveva fame e la bocca le salivava dal desiderio. Vanessa se ne era accorta, e le chiese se aveva qualche supplica da presentarle.
Prima Elisa fece un cenno affermativo con la testa e ingoio’ un po’ di saliva che non le permetteva di parlare “la su…la sua… cagna, la supplica di permetterle di mangiare padrona, la sua cagna ha molta fame”.
“Va bene, adesso ti do qualcosa, ma per il disturbo cosa pensi che io ti somministrerei come punizione, spero che tu ti avvicini al mio pensiero dandomi un numero maggiore, perchè se mo la dai inferiore al numero che penso io aggiungero’ il tuo se indovini ti daro’ quanto previsto se dici un numero maggiore ti daro’ quanto previsto da me”.
“La s…su…sua ca…gna, padrona le chiede un numero di che tipo incluso tra quali tra quali numeri”.
“ Va bene altro disturbo allora pensero’ un nuovo numero e ti do’ una indicazione tra uno e cento”.
Elisa sapeva che era pericoloso quel gioco, pero’ come fare a indovinare un numero tra uno e cento.
Rifletté poi disse è meglio che la spro grossa, le disse “forse venti colpi padrona?”.
Vanessa tacque per farle crescere l’ansia, poi le disse: “tieni” e le porse un morso di cornetto imbevuto nel caffé, Elisa si abbasso’ e lo prese tra le labbra e lo mastico’ a lungo, pero’ il suo pensiero era alla punizione che avrebbe subito.
Vanessa ritenne che aveva atteso abbastanza, e le disse: “sei stata brava cagnetta, avevo pensato a dodici colpi, e li prenderai sulle natiche dove so’ che ti piace tanto, non è vero?” “si padrona, mi piace tanto”, Elisa si rese conto che la prima persona non la doveva usare e si morse il labbro prima di rettificare “alla sua cagna padrona piace tanto” con tono ansioso e teso iniziando a tremare.
Vanessa sorrise e condiscendente disse: “per questa volta ti perdono” e le porse il resto del cornetto da mangiare “grazie padrona” rispose Elisa prima di prendere il cornetto tra le labbra e poi ingoiarlo e masticarlo con calma.
Dopo colazione le venne ordinato di portare giu’ il vassoio e di ritornare per fare la toilette della sua padrona.
Appena di ritorno Vanessa era già in piedi aveva lasciato cadere la sua vestaglia ed Elisa si disse che era una ragazza molto bella aveva il pelo del pube molto ben curato i seni stavano su come si deve i capezzoli erano rosso scuro, una ragazza che avrebbe fatto felice qualsiasi uomo, e invece si divertiva a tormentare le donne, Elisa le fissava il pube forse si disse deve essere bello e profumato e provo’ il desiderio di leccarla, si ricordo’ che le era piaciuto molto con Elena.
Arrossi per quello che aveva pensato, e Vanessa se ne accorse, e le chiese se aveva fatto pensieri sconci sulla sua padrona, Elisa si rese conto che non sarebbe mai riuscita a nasconderle nulla e si sentiva come una scolaretta che ha infranto qualche regola, si butto’ in ginocchio ai piedi di Vanessa e le chiese perdono e confesso’ cosa aveva pensato. Vanessa le disse: “è bene confessarsi, ma desiderare la propria padrona come se fosse una persona alla pari è sbagliato la devi sempre considerare come tua superiore, ed è per questo che ti puniro’ aggiungendo altri dodici colpi a quelli che già devi subire”.
“Gr…Grazie padrona” rispose prontamente Elisa, sperava che cosi’ faceva alla fine avrebbe ottenuto un po’ di respiro dalla padrona.
Vanessa le disse che doveva lavarla e si diresse nella sala da bagno seguita da Elisa che procedeva in ginocchio.
Appena si fu immersa nella vasca, Elisa su ordine della padrona prese una spugna e imbevutala di doccia schiuma la passo’ sul corpo della padrona con estrema dolcezza, la lavava con cura.
Alla fine lei era pronta ed Elisa praticamente eccitata, si chiese perché non voleva fare l’amore con lei, in fondo Elena le aveva detto che era bella e che ci sapeva fare e adesso questa ragazza avendola in suo potere non ne usufruiva e questo la frustrava, si chiese cosa avesse che non andava bene.
Quando Vanessa usci’ dalla vasca come venere che emerge dalle acque, le parve ancora piu’ bella e desiderabile, come ogni cosa che si pensa di non poter avere la si desidera.
Asciugo’ lentamente Vanessa con un telo morbido da bagno, passando con la mano accarezzando attraverso la spugna del telo le curve del corpo di Vanessa.
Elisa era eccitata, e si rese conto che i suoi movimenti erano lenti e quasi lascivi anzichè asciugarla era come se l’accarezzasse, si vergognava, di questa sua debolezza, e appena ebbe finito si chino’ con la fronte a terra e le diede un bacio su ogni piede. Poi alzo’ la testa cercando l’approvazione della sua padrona, che le regalo un sorriso ed un cenno del capo di conferma e di aver apprezzato l’omaggio.
“Stai imparando, diventerai una brava schiava”, “la sua cagna la ringrazia padrona”.
Poi Vanessa ritorno’ nella sua stanza seguita da Elisa che le correva dietro carponi, appena giunta indosso’ un perizoma nero, delle calze autoreggenti e un vestito aderente che le fasciava il corpo.
Dopo di ché le disse che l’avrebbe vestita e se ne sarebbero andate ma restava una piccola formalità.
“Non ti sarai dimenticata della punizione? Vero?”, “la sua cagna non l’ha dimenticata padrona”.
Vanessa le ordino’ di prendere la frusta che era appesa nell’armadio, Elisa obbediente ando’ all’armadio e prese una frusta di cuoio molto vecchia era fatta di cordicelle di cuoio un gatto a nove code, e si reco’ in ginocchio ad offrirlo alla sua padrona la quale le ordino’di posizionarsi sul letto con le natiche offerte.
Elisa si mise in posizione tremando, Vanessa accostatala le sussurro’ all’orecchio, voglio che mantieni la posizione fino all’ultimo colpo, è un ordine e tu non mi devi deludere, Elisa fece cenno di si’ con la testa e si accinse a sopportare sicuramente la punizione piu’ severa che la sua padrona le avrebbe inflitto.
“Inarca la schiena, se vuoi puoi abbassarti con la testa sul letto cosi’ offrirai megli il culo,” Elisa esegui’ si mise con la testa tra gli avanbracci cosi’ era piu’ offerta, e se ne rendeva conto.
Il primo colpo la colpi’ brutalmente le corregge della frusta si erano abbttute con violenza, colpendo praticamente tutta la superficie del suo deretano, “conta i colpi” secco risuono’ l’ordine, un’altra difficoltà, “uno padrona” disse Elisa obbediente.
Il secondo arrivo’ puntuale e lei si agito’ ma mantenne la posizione, stoica, aveva già volgia di urlare che le faceva male ma cosa disse “Due padrona”, era stata lei a dirlo? Si era la sua voce che le pareva provenisse da altrove.
“Tre padrona” e il terzo colpo le aveva colpito la parte alta in parte sulla schiena, poi un quarto, fino al diciottesimo colpo e lei agitava il culo e la sua padrona era felice di vederla sopportare la frusta era arrivata alla fine era fiera di aver mantenuto la posizione, ora le pareva che le sue chiappe fossero triplicate di volume le bruciavano maledettamente e non osava muoversi.
Vanessa le disse che non avevano tutto il giorno per divertirsi e di alzarsi che doveva vestirla, Elisa obbediente si sollevo’ un po’ barcollando e si rimise carponi e ando’ a baciare i piedi di Vanessa, quest’ultima le fece una carezza sulla testa come fosse stata una cagnolina. Quella carezza era come un segnale di affetto da parte della sua padrona ed Elisa si senti’ praticamente gratificata e pronta a proseguire nella sua sottomissione incondizionata.
Vestita anche Elisa uscirono lei e la sua padrona, che la fece sedere sul sedile posteriore dell’auto, al centro, e le ordino’ di sollevare la gonna sopra l’inguine, e di tenere la gambe spalancate, regolo’ lo specchietto retrovisore per poterla controllare, e le disse che doveva restare in quella posizione per tutto il viaggio. Elisa non fiato’ annuendo con il capo, era oramai perfettamente sottomessa e sapeva che Vanessa si attendeva che obbedisse in qualsiasi momento e luogo, e lei era pronta ad eseguire ogni ordine.
Il viaggio cosi’ bastava che si fermassero da qualche parte e ai caselli per permettere a chiunque divederle la passera aperta in modo osceno tra le sue cosce, si sentiva molto porca perché sentiva che si stava bagnando all’idea di questa sua esibizione. Il suo volto era rosso ma questa vergogna che provava non poteva che aumentare il suo livello di eccitazione.
Dovevano attraversare il paese ma era difficile che qualcuno potesse vederla se non si avvicinava alla vettura, e Vanesse scelse una strada diversa di quella del giorni prima al loro arrivo una strada piu’ isolata e piu’ scorrevole evitando gran parte del centro paese, era domenica mattina e quindi la gente era a messa o ancora dormiva.
Arrivarono a casello autostradale, ed Elisa si chiese se poteva vederla il casellante e si disse che era improbabile perchè avrebbe osservato Vanessa che era una bella ragazza, e quindi lei forse passava inosservata. Almeno lo sperava, ma forse non era vero, perchè si eccitava da tutto questo, già essere esposta in quel modo era umiliante e il sapere che la sua padrona guardando lo specchietto aveva la perfetta visione del suo sesso offerto, era imbarazzante e al contempo fonte di piacere, sentiva che si bagnava sempre piu’. Al casello passarono senza incidenti, e si immisero nella corsia si destra, dell’autostrada, per fortuna non vi erano camion la domenica, solo un’auto sfreccio’ sulla corsia di sorpasso.
Loro sorpassarono alcune auto, ma nulla faceva pensare che potessero vedere che lei era a gambe aperte esibendo il suo pube imberbe.
Due orette di strada, il pieno era stato fatto il giorno prima, e per questo non si dovevano fermare, prima di arrivare al casello di uscita Vanessa le disse: “masturbati e voglio che lo fai bene, ma non godere fino al casello, dovrai godere appena mi fermero’ per pagare ne un secondo prima ne un secondo dopo, sono stata chiara?”
“Si padrona, la sua cagna ha capito”, Elisa doveva immaginarsi che le avrebbe chiesto la stessa cosa del viaggio di andata.
Elisa si accarezzava con delicatezza, era già molto eccitata e non doveva godere troppo in fretta cosa non facile, dalle sollecitazioni mentali di quei giorni la sua vergogna costante la sua stessa sottomissione e il piacere che provava nell’annullarsi sottomettendosi a quella ragazza, tutto contribuiva a farle mantenere una tensione costante molto eccitante ma come fare per resistere al desiderio di godere.
Lo fece quando arrivarono allo svincolo dell’uscita si infilo’ tre dita dentro alla fica e inizio’ un massaggio cosi’ intenso che dovette rallentare un paio di volte per non godere troppo in fretta. Al momento in cui l’auto si fermo’ si pigio’ sul clitoride con l’altra mano mente con le tre dita si affondava nella fica come in un coito, diede un urlo intenso e prolungato mentre Vanessa pagava, e il casellante aveva messo fuori la testa del sportello per vedere cosa accadeva, Vanessa si trattenne un po’ di piu’ per mettere i soldi nel portafogli e permettere al casellante di ammirare la fica aperta di Elisa che godeva e sussultava sbattendo le natiche sul sedile.
L’uomo cerco’ di richiamarla e fermarla sicuro che desiderava farle una proposta ma Vanessa parti’ a razzo e girata a destra in direzione della zona dove abitava Elisa rallento’, per permettere a Elisa di ricomporsi prima di arrivare a casa.

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