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Il collega – parte 3

By 2 Agosto 2024No Comments

Paola non mi ha mai reso partecipe della sua avventura, non so se per paura o per vergogna!
Invece Giovanni non ha avuto lo stesso tatto, anzi il giorno dopo si è presentato al lavoro ed in pausa pranzo ne ha approfittato alla grande, mi ha fatto andare lì accanto alla sua postazione ed infilata una chiavetta usb(mi aspettavo vecchie foto) se lo e’ tirato fuori…già mezzo duro!
Inizia dicendomi che quello che vedrò mi ecciterà e mi sconvolgerà ma che dovevo guardare fino alla fine.
Inizia dalla prima immagine e vedo una ragazza inginocchiata ma irriconoscibile e dice:
G: cosa ne pensi di questa Troia
D: beh sembra piacevole ma dove siete…sembra un sexy shop
G: esatto e’ quello del mio amico Piero
Va avanti nelle immagini e piano piano è sempre meno vestita e sempre più in atteggiamenti da maiala
G: guarda la Troia come lo succhia
E nel mentre mi prende la mano e la sposta verso il suo cazzo ormai duro, io cerco di resistere ma lui andò avanti nelle foto e …
G: l’hai riconosciuta la vacca…guarda come l’abbiamo sborrata…. Non era mai sazia
Rimasi basito, vidi Paola inginocchiata a terra riconoscibilissima, con il viso sporco di sborra ed un cazzo vicino ….
D: ma come avete fatto?
E nel mentre continuavo a segare Giovanni…sempre più veloce
G: bravo frocetto…sega il vostro padrone…non te lo dico come ho fatto, ma se fai un bel lavoro la prossima volta ti farò guardare….dai fammi sborrare…
Senza rendermene conto aumentai il ritmo, vedevo Paola in diverse situazioni ed anche le prime foto, ora avevano un senso!
Giovanni finalmente venne copiosamente sull’ mia mano e mentre continuava ad offendere me e Paola, scorreva le foto, finito l’amplesso prese la chiavetta e la stacco’, spostando anche la mano, vistosamente sporca
G: mi hai fatto venire….bravo adesso ti faccio vedere una cosa e tu farai le tue valutazioni.
Mi mise davanti un foglio dove in pratica vi era una dicitura che indicava Giovanni come padrone di Paola e come artefice e creatore di situazione e che io non sarei potuto intervenire se non chiamato in causa direttamente da Paola…alla fine sembrava proprio un contratto di vendita…mi guardò negli occhi:
G: allora cornuto vuoi far fare il balzo finale alla Troia?
D: mah… non saprei
In realtà non riuscivo a capire, ma Giovanni mi mise la penna in mano ed io, come un automa…firmai!!
Tornai a casa e quella sera provai ad approcciarmi a Paola…ero eccitatissimo dopo quello che avevo visto, ma lei mi snobbò…o meglio…mi fece un footjob mentre si masturbava e nel mentre diceva
P: allora dade…ti eccita ancora l’idea di vedermi palpata, toccata…insomma a disposizione del tuo collega?come si chiama…..Giovanni?
Avevo il cazzo di marmo…tra i suoi piedi, vedendo la figa zuppa di Paola che continuava a mugolare
D: beh…non mi dispiacerebbe…lo sai, ma da quello che vedo neanche te dispiacerebbe
P: uhhmmm … quindi ti piacerebbe…sei un maialino … magari vorresti vedermi anche fare di più
Nel dirlo si sposto’ e si avvicino’ col viso al mio cazzo ed iniziò a leccarlo
P: magari cirresti vedermi così
D: ohhhhh siiiiii, continua ti prego
Presi le 2 mani le posizionai sulla sua testa e di i ja a scoparle la bocca, lei godeva e mugolava ed io venni quasi subito e lei ingoiò tutto!
Mi guardò’ e mi disse
P: dade …stiamo cambiando…mi sento molto Troia a pensare a certe cose
D: Paola non ti preoccupare…sono solo fantasie
Ovviamente te sapevo di mentire, ma volevo vedere la reazione…che non tardo’ in quanto mi si piazzò davanti a gambe aperte e disse :
P: non ho ancor finito io
Mi prese la testa e se la fece leccare…
P: dimmi che sei il tuo collega
D: si sono Giovanni ed impazzisco davanti alla tua fighetta…troia
P: siiii …. Vengo brutto porco!
Da quel momento capii che Paola stava subendo una trasformazione e che non si poteva fermare!
Ormai iniziava a fare caldo, eravamo prossimi all’estate, il giorno dopo andammo entrambi a lavorare, lei aveva un pantalone bianco morbido ed una camicia azzurina con un paio di scarpe col tacco…appena entro’ in ufficio il propryle disse che sarebbe dovuta tornare dal proprietario del sexy shop che aveva chiesto una nuova sua consulenza. A Paola ovviamente tornarono in mente le situazioni che si erano create in quell’episodio e nonostante la sua paura non poté far altro che accettare.
Arrivata davanti al negozio, suono’ e la porta si apri’…arrivo’ al bancone e vide Piero che si mosse per salutarla
Piero: ecco la mia avvocatessa preferita
Paola: non esageri signor Piero
Nel mentre Piero le si era avvicinato e nel baciarle le guance le palpo’ il culo e lei non disse niente e Piero capì di aver campo libero
Piero: carissima, tra poco arriverà il proprietario di ilun negozio di calzature femminili qui di fianco, uno di quelli che si lamenta … tu devi far in modo di convincerlo che non c’è differenza tra il mio ed il suo negozio
Paola: va bene signor Piero ma non saprei da dove iniziare
Piero: viene con me
E mi prese la mano e mi porto’ dietro il bancone
Piero: inginocchiati troia ed inizia a succhiarmelo che ti spiego
Piero si era già calato braghe e mutande mostrando il suo bene rigido mentre Paola rimase inebetita fino a che Piero non la spinse giù…a quel punto non capì più niente ed iniziò a succhiare
Piero: spettacolo…ecco la mia avvocatessa! Troia e disposta a tutto
Nel dirlo fece appoggiare la testa di Paola al bancone ed iniziò a spingere…sempre più forte, Paola emettena dei suoni gutturali ma continuava a prenderlo in bocca…fino a che non furono destati dal suono del campanello del negozio
Piero: zoccola sbrigati altrimenti aprirò mentre melo stai succhiando
Paola: no no la prego signor Piero
Ed aumento il ritmo e Piero finalmente le venne in bocca… tutto in bocca, lei tossi ma fu costretta ad ingoiare
A quel punto Piero la fece alzare e si sitemo’
Piero: finalmente una vera Troia …brava avvocatessa, adesso lasciati guidare in questo incontro .
Piero apri’ e quando il proprietario dell’altro negozio arrivò’ Paola rimase impietrita…era Edoardo, un suo compagno di liceo, ricco di famiglia, fisicamente brutto, basso, grasso, sempre sudaticcio’ ma che aveva sposato una ragazza del paese, Cristina …tanto bella quanto odiosa che non era riuscita a finire le superiori ma che ora gestiva insieme al marito il negozio di calzature femminili ed era ricca!
E: ciao Paola, cosa ci fai qui, in questo postaccio?
E si avvicino’ per baciarla
Paola ricambio il bacio
Paola: ciao edo! Ma che piacere rivederti! Sai adesso sono avvocatessa e lavoro per uno studio che ha preso come lavoro la difesa del signor Piero che si sente vessato e discriminato dal vicinato
Piero intervenne
Piero: scusatemi, credo che la vostra conoscenza possa essere utile a risolvere il prima possibile questa situazione

Continua
Per qualsiasi cosa o suggerimento d rivetemi a Davide.impiegato@gmail.com

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