Il prestito
Avevo di acquistare un negozio già avviato che i proprietari mettevano in vendita; visto le mie condizioni economiche decisi di recarmi in banca per ottenere un prestito per l’avviamento dell’attività.
Dopo un po’ d’attesa fui ricevuto dal funzionario addetto ai prestiti per le aziende, mi si presentò davanti una quarantenne normale, non stupenda; era una donna come tante altre, ma appena la vidi m’ispirò sesso. Era bionda con i capelli lunghi sulle spalle, occhi verdi; aveva un piccolo golfino rosa che le fasciava il busto mettendo in evidenza il piccolo seno, una mini nera di pelle, calze nere e stivali alti con il tacco a spillo anch’essi neri.
Era talmente preso dal guardarla che quasi dimenticai il motivo della mia visita.
Mi disse di attendere un attimo, poi si girò di spalle e si mise a parlare con un suo collega appoggiando il ginocchio sulla sedia e chinandosi leggermente in avanti; potei così notare che aveva delle autoreggenti che finivano con un pizzo elaborato e che il suo culo era piccolo e sodo.
Dopo poco tornò da me ed incominciammo a parlare. Purtroppo la mia richiesta era troppo alta per le garanzie che potevo fornire; l’unica alternativa era trovare qualcuno che garantisse per me, qualcuno di cui la banca potesse fidarsi. Mi disse tutto questo con un sorrisetto che io interpretai malizioso; mi feci coraggio e domandai:
– Qualcuno tipo lei che ci lavoro dentro ?
– Beh ‘ rispose ‘ Io posso senz’altro dare una spinta, ma anche lei dovrebbe darci dentro e spingere un po’.
Che dire ? Se questo non era un invito, cos’era ?
Ci scambiammo i numeri di cellulare e fissammo un appuntamento per la sera stessa in banca dopo l’orario di chiusura.
Arrivai con un po’ di ritardo davanti alla banca e, come da accordi, la chiamai sul telefonino, mi rispose subito e attivò i meccanismi d’apertura delle porte.
– Buonasera, come và ?
– Bene grazie, e lei ? E’ pronta per discutere del mio prestito ?
– Si, sono pronta ‘ rispose sorridendo ‘ ho appena finito di prepararmi per quest’incontro.
Aveva cambiato il golfino con una giacca da donna che prontamente aprì intanto che mi rispondeva. Sotto aveva un reggiseno di quelli che non coprono il seno ma lo sostengono soltanto, naturalmente era di pelle nera. Mi disse di seguirla in un ufficio senza visuale dall’esterno. Appena entrati le dissi:
– Resta ferma con le gambe leggermente divaricate e le mani dietro la schiena.
Lei così fece e rimase in attesa della mia prossima mossa; le girai dietro e bloccai i suoi polsi con una mano, mentre con l’altra le palpai il seno. Indugiai sui capezzoli tirandoli e pizzicandoli.
– Ti piace essere usata come un oggetto? Essere solo una cosa che deve soddisfare le richieste altrui?
– Si. La cosa mi fa eccitare molto.
Scesi con la mano sui fianchi e poi passai sotto la mini e arrivai alla sua figa che era già bagnata, non indossava le mutande. Comincia i massaggiarle il clitoride per poi infilarle un dito. Mugolò di piacere. Lentamente tirai il suo bacino indietro fino a far appoggiare il suo culo sul mio membro che aveva raggiunto delle dimensioni notevoli.
– Inginocchiati puttana.
Lei si girò e si inginocchiò davanti a me, il suo viso era a pochi centimetri dal mio cazzo, non fece altro e alzò il viso per guardarmi, io mi sbottonai i calzoni ed estrassi il mio cazzo.
– Adesso, sempre tenendo le mani dietro la schiena prendilo in bocca e comincia a succhiare.
Non se lo fece dire due volte, le sue labbra si chiusero sul mio glande facendomi godere immensamente, incominciò un pompino fantastico; il mio cazzo scompariva nella sua bocca e la lingua continuava a leccare la punta seguendo un movimento circolare. Eccitato al massimo dalla sua maestria le bloccai la testa ed incomincia a spingere il mio cazzo nella sua bocca fino ad arrivarle alla gola, non era più lei a farmi un bocchino, ma ero io a scoparle la bocca. Questo mio trattamento le fece venire dei conati di vomito, le mancava il respiro, ma continuava a succhiare, evidentemente le piaceva.
La feci alzare per farle appoggiare le chiappe sulla scrivania, incomincia a leccarle i capezzoli e con la mano tornai ad occuparmi del suo bassoventre.
– Oh si, così, fammi godere.
Strinsi i capezzoli con i denti procurandole un fremito, poi vidi un Uni Posca sulla scrivania; lo presi e dopo averla messa a novanta gradi sulla sua scrivania glielo inserì nel buco del culo; Feci subito seguire il mio membro che s’infilò nella sua figa grondante d’umori.
– Ecco troia, Così impari a non concedermi subito i soldi. Prendi puttana, ora sono il tuo padrone.
– Si, scopami così. Fammi sentire piena. Farò tutto quello che vuoi, ma non smettere ti prego.
Continuai a stantuffarla con il mio cazzo, mentre con la mano mi alternavo tra le sue tette e il pennarello che giravo e muovevo nel suo culo.
Lei si dimenava dal piacere, nonostante avesse le mani ancora bloccate dietro la schiena riusciva a far forza sulla scrivania per alzare il bacino cercando di prenderlo sempre più a fondo. Volli togliermi uno sfizio; presi il suo perizoma, che si trovavano vicino al PC, Arrotolai l’indumento al centro della mia cintura e con un rapido movimento le cinsi il viso facendo in modo che la parte con il perizoma le finisse in bocca, poi tirai indietro le due estremità della cintura; così facendo l’avevo imbrigliata. Aveva la mia cintura che le passava in bocca, con i denti lei strinse il morso improvvisato e godette ancora di più. Era proprio una cagna in calore, le piaceva come la trattavo, era desiderosa di essere usata, di essere domata e sottomessa.
– D’ora in avanti, farai tutto quello che ti dico. Se non sarai ubbidiente non ti darò più il mio cazzo che ti piace tanto. Scoperai solo con me, al quel cornuto di tuo marito non darai più niente.
Dopo un quarto d’ora. Sentii che stavo per venire, tolsi il morso dalla sua bocca la girai e la feci inginocchiare.
– Vedi di bere tutto per bene, se perdi anche solo una goccia ti frusto con la cinghia.
Raggiunsi l’orgasmo, i primi schizzi la colpirono in faccia in quanto era rimasta a bocca chiusa
– Apri la bocca troia, devi ingoiare tutto.
Ubbidì e il resto della sborra gli finì in gola, ingoiò tutto e poi si dedicò alla pulizia della mia cappella.
– Brava, ora però devi pulire anche la tua faccia.
Quando ebbe finito di pulirsi il viso con le mani che poi leccava avidamente, firmò l’autorizzazione al prestito.
– Quando ti scopavo come una vacca ‘ dissi ‘ non scherzavo. Ora sei la mia schiava e farai tutto ciò che voglio.
– Ma non posso. Sono sposata come faccio a non concedermi a mio marito ? Sarò sempre tua ogni qualvolta vorrai usarmi, ma non posso negarmi per eterno.
– Forse non mi sono spiegato bene, il tuo corpo mi appartiene, dovrai scopare solo con chi voglio io e con nessun altro. Tutto quello che è successo qui e stato registrato. Mi sono portato un minirecorder che ha registrato tutte le tue urla intanto che ti scopavo. Vuoi che per caso una copia finisca alla direzione generale ?
– Quindi non ho via d’uscita. Devo fare per forza quello che mi dici.
– Eh già, per cominciare domani dovrai venire in ufficio vestita da troia, senza mutande e appena entri nel tuo ufficio t’infilerai il pennarelli nei due bei buchi che hai. Io verrò verso le 10.30 e controllerò.
– Va bene.
– No ! devi dire va bene padrone.
– Va bene padrone.
Uscii dalla banca felice come una pasqua, avevo ottenuto i soldi che mi servivano ed avevo pure trovato una figa da scopare a mio piacimento. Mi sarei divertito un mondo in futuro, ma questa, come si dice, è un’altra storia.
Graditi commenti
Blacksir69@hotmail.com
Grazie Rebis
Bellissima storia, molto realistica
Pisellina… fantastico! Un buon mix di Femdom e umiliazione
Storia molto intrigante. Per favore, continua! :)
In tutte le volte in cui Maria ordina a Serena di spogliarsi, Serena rimane sempre anche a piedi nudi oppure…