Con i miei colleghi raggiungemmo il bancone per ordinare i caffè. Io non parlavo più, tanto che i miei colleghi mi chiesero cosa avessi.
Ero ancora sotto shock per quello che avevo visto, le gambe di Laura aperte, le mani dei miei due superiori che la toccavano lì, le dita dentro di lei… gli risposi sottovoce che non avevo nulla, solo un po’ di stanchezza dopo aver bevuto un po’ troppo.
Al bancone ci dissero che la cassa era chiusa, non ci rimase che tornare indietro. Guardavo verso Laura, la vedevo con la testa all’indietro, quando arrivammo al tavolo si riprese. Avvisai che ormai era tutto chiuso e che era meglio rincasare.
Si alzarono dalla panca, Laura si era ricomposta senza darlo a vedere, ma come fece un passo traballava, mi avvicinai per sostenerla ma venni preceduto da M, il capo area, mentre dall’altra parte la sosteneva E, il capo reparto. I miei due colleghi che per tutta la sera mi avevano fatto compagnia si rimisero a chiaccherare con me mentre tornavamo tutti alla macchine.
Ogni tanto buttavo l’occhio indietro per cercare di capire cosa stesse succedendo con Laura ed i miei capi, loro avevano rallentato il passo tenendosi a distanza. L’avevano cinta per i fianchi ma le loro mani non si vedevano.
Camminammo ancora svoltando l’angolo, i miei colleghi erano arrivati ma io non vedendo più Laura tornai indietro, bloccandomi però subito e nascondendomi dietro una macchina. Si stavano limonando mia moglie, mentre uno la teneva da dietro l’altro la baciava con le mani sulle tette, poi si scambiarono il posto e anche l’altro si mise a palparla. Era troppo, feci per chiamarla, i due la lasciarono subito, sussurrandole qualcosa. Quando la raggiunsi lei mi abbracciò ridendo, io salutai i miei superiori, mi girai e ci avviammo verso la nostra auto.
Salimmo, lei abbassò un po’ il sedile dicendomi che era stanchissima ma che aveva passato una bella serata, mi ringraziò dicendomi ti amo.
Dopo pochissima strada prese sonno lasciandosi andare sul sedile con le gambe semiaperte ed un seno che usciva dal vestito, non la risvegliai, ero eccitatissimo, avevo il cazzo che mi scoppiava nei pantaloni ma ero anche turbato da come si era fatta toccare e baciare senza remore, averla vista così mi aveva eccitato parecchio.
Guidando la guardavo, con un gesto allungai la mano spostando il lembo dello spacco mettendo in bella evidenza la fica, ancora tutta umida con quelle sue grandi labbra ed il clitoride che svettava tutto bello rosso come una grossa ciliegia in un corpicino esile come il suo, mancava poco che senza toccarmi mi venissi nei pantaloni. Per tutto il tragitto la lasciai così, poi lei si mosse sul sedile, alzando le braccia fece uscire anche l’altro seno, era oscena ed eccitante allo stesso tempo.
Arrivammo a casa, parcheggiai l’auto al solito posto, sotto il lampione. Scesi per aprirle la portiera e la svegliai. Laura senza ricomporsi uscì mezza assonnata. Sfortunatamente proprio in quel momento uscì il vicino per buttare la spazzatura, io mi misi davanti a mia moglie cercando di nasconderla ma oramai era troppo tardi, di sicuro il seno l’aveva visto, ed infatti mi salutò con la mano ridendo, Laura non si accorse di niente.
Entrammo in casa, l’accompagnai in camera, lei sì slacciò il nodo del vestito facendolo cadere a terra, si buttò a letto prendendo sonno subito.
Io mi spogliai, ma guardandola mi chiesi che fine avessero fatto le sue mutandine, in auto dall’eccitazione non ci avevo riflettuto, ma ora Laura non le aveva più su.
Finii di spogliarmi, mi coricai ma non resistetti pensando a tutto quello che era successo estrassi il cazzo dalle mutande non feci ora a toccarlo che godetti come un ragazzino venendomi sulla pancia. Andai in bagno, mi diedi una sistemata poi mi coricai ma non riuscii a dormire, ripensai per tutta la notte all’accaduto. Io l’avevo sempre spinta a vestirsi più sexy, a lasciarsi andare, ad essere più provocante, facendo un po’ la porcellina… ma quella sera si era spinta oltre, questo mi ingelosiva ma anche mi eccitava, mi piaceva… decisi di non calcare la mano il giorno successivo sperando forse inconsciamente in altri sviluppi, anche se un piccolo timore ce l’avevo, non mi piacevano quei due che l’avevano palpeggiata, baciata, toccata fra le gambe… Ma l’eccitazione era stata più grande di ogni riserva che potessi avere, non volevo fermarmi a quella sera, volevo rivivere momenti come quello della festa.
Il giorno successivo mi alzai che lei ancora dormiva, feci colazione ed andai al lavoro. La mattinata passò in fretta, andai in mensa con i miei colleghi finché entrarono anche M ed E, i miei capi, che si sedettero. Io feci finta di non vederli ma poi fui obbligato a salutarli quando passarono accanto al nostro tavolo. Loro due ricambiarono il mio saluto con un gran sorriso.
Passò anche il pomeriggio, arrivai a casa e come entrai Laura mi abbracciò, dicendomi che mi amava. Le risposi che anch’io la amavo, lei mi avviso’ di prepararmi che la cena era quasi pronta, e se ne tornò in cucina. Mi feci una doccia veloce, poi la raggiunsi fuori, sotto al gazebo. La tavola era già pronta, faceva ancora molto caldo. La vidi uscire con un vassoio, indossava un prendisole molto corto ma di bottoni ce n’erano pochi chiusi che partivano da sotto al seno ed a ogni movimento si vedeva tutto, era senza reggiseno.. Si sedette, iniziammo a bere, parlando del più e del meno.
Infine presi coraggio, le chiesi se pensava che non mi fossi accorto di nulla di quello che era accaduto la sera precedente.
Laura si alzò, venendo verso di me mi fece spostare con la sedia allargando le gambe, si sedette in braccio. Il vestito si aprì mettendo in mostra un perizoma rosso trasparente con il triangolino di peli completamente fuori.
“Sono sicura che non ti dispiaceva…”
In quel momento ebbi un’erezione, Laura se ne accorse subito.
“Senti, senti… nemmeno a lui dispiaceva…”
mi infilò la mano dentro prendendomi il cazzo, iniziando a menarmelo lentamente, sussurrandomi,
“ti piaceva che facessi la porca?”
in preda all’eccitazione le risposi di sì,
“Allora mi lascerai farlo di nuovo?”
“Si, si, ancora”
“ti piaccio così porca, o vuoi che lo sia ancora di più…”
“Voglio che lo sei di più..”
“ti piace sapermi porca?”
le risposi ancora di sì, lei allora aggiunse,
“allora posso fare tutto quello che voglio, avere amanti… oppure padroni…”
Con quell’ultima frase mi bloccai, ma lei rallentò il movimento fino a fermarsi, allora le dissi subito, “si, si, puoi avere chi vuoi o essere di chi vuoi!”
Lei riprendendo il movimento mi faceva impazzire, mi diceva, bravo amore mio, domani vado a fare shopping, vedrai che vestitini mi prendo,
“Sì amore, tutto quello che vuoi…”
Con un attimo di lucidità le dissi del nostro vicino,
“sai che il Rumeno, il nostro vicino, ieri sera ti ha visto uscire dall’auto mezza nuda…”
Rallentò il movimento,
“Per davvero? non mi ero accorta di nulla… ma puo’ venire buono anche lui come terzo incomodo, cornutello mio”, aumentò il ritmo facendomi venire pazzescamente .
Si alzò come niente fosse, andò a lavarsi la mano.
Anch’io andai in bagno a lavarmi e cambiarmi, quando tornai fuori mentre mi sedevo Laura mi disse,
“amore, mi ero dimenticata di dirti che siamo stati invitati da M sabato sera per un party…”
“E tu cosa gli hai detto?”
“Ho accettato, per non essere scortese.”
La guardai, lei sorrideva, sorniona.
“Se va bene a te è ok”
“Benissimo amore.”
(Continua. Dedico il racconto a L, la protagonista della storia. Ciò che ho narrato è tratto da una esperienza realmente vissuta, cambiano solo i nomi… potete contattarmi qua, dueamanti@tutamail.com)



Bellissimo spero di leggere il prossimo capitolo presto
Grazie! A breve i prossimi capitoli, sono già pronti