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Racconti di Dominazione

La coppia sottomessa – un marito ubbidiente

By 3 Novembre 20253 Comments

Tornammo a casa, Laura si fece una doccia ma era distrutta e andò subito a letto.
Io rimasi in giardino con Maria, lei col suo fare altezzoso mi chiese se mi era piaciuto quel trattamento. Non risposi, ero imbarazzato, lei allora mi riprese alzando la voce. Le confessai,

“sì, signora, mi è piaciuto..”

Lei scoppiò a ridere. “Bene, bravo. Anche tu sei di natura remissiva, vediamo se trovo qualcuno che ti sistemi per bene, come ti meriti. Adesso inginocchiati davanti a me, mettiti nudo.”
Senza dir nulla mi spogliai mettendomi in ginocchio, lei alzò la gonna ordinandomi di leccarle la fica. Senza indugiare mi misi al lavoro, usai la lingua meglio che potessi, lei si inarcava sempre di più, spingendomi la testa sul culo. Le leccai anche il buchino, ficcandoci dentro la lingua il più possibile.

“Adesso mettilo dentro, cornuto!”

Le appoggiai il cazzo alla fica scivolando dentro senza problemi, a fatica sentivo qualcosa data la sua larghezza, aveva anche lei la fica sfondata. Non ci volle molto perché venissi ma lei prima me lo fece levare ordinandomi di venire e raccogliere la sborra sul palmo della mano. Le mostrai lo sperma, lei mi fece aprire la bocca, sapevo cosa voleva e prima che me lo ordinasse inghiottì tutto.

“Vedo che capisci al volo frocio cornuto, adesso apri bene la bocca.”

Mi avvicinai alla fica e lei iniziò a pisciarmi direttamente in bocca. Cercai di ingoiare il più possibile ma una parte mi fuoriusciva. Non contenta mi prese la testa spiaccicando la bocca sulla fica. Gli ultimi zampilli di urina mi riempirono, feci fatica ad ingoiarla tutta. Mentre lei mi strofinava la fica in faccia io continuai a leccarla come fossi un cagnolino ai suoi piedi. Mi venne in bocca, la leccai profondamente, non ne persi una goccia. Ero in una condizione pietosa ai suoi piedi, e mentre lei si riprendeva dall’orgasmo mi disse, “fai schifo, sei proprio un cesso, non meriti di essere un uomo ma una latrina. Adesso vattene cornuto.”

Mi alzai ma mentre andavo in bagno mi richiamò.

“Cornuto adesso vattene in bagno e quando esci ti voglio vedere completamente depilato. Da domani dovrai farti anche tu i clisteri, ogni giorno, ti voglio sempre pulito dentro. È chiaro?”

Non le risposi, mi girai per andare in bagno ma lei si arrabbiò richiamandomi. Tornai indietro, mi fece inginocchiare, io la guardavo, lei all’improvviso mi sferrò un calcio nella palle che mi fece un male pazzesco e caddi a terra dal dolore.

“Non ho sentito la risposta”, con un filo di voce le dissi “sì signora”.
Stavo per alzarmi quando lei indossando le scarpe col tacco mise un piede sopra il cazzo facendo pressione.

“Non ho sentito”

Continuava a premere, il tacco mi procurava un dolore lancinante alla cappella, ripetei ad alta voce, “sì signora”, allora lei soddisfatta mollò la presa lasciandomi andare

Andai in bagno a testa bassa. Feci la doccia, poi presi una lametta e la schiuma da barba e mi misi con calma a depilarmi completamente. Quando finalmente uscii mi presentai davanti a lei chiedendole se andava bene, si mise a ridere, era soddisfatta del mio lavoro.

Me ne andai a letto, volevo starmene in pace senza pensare più a niente ed addormentarmi in fretta ma Maria mi raggiunse dopo pochi minuti. Si spogliò coricandosi al mio fianco e mi venne sopra. Iniziando a baciarmi mi disse, “Da stasera sei una checca, non meriti di essere un vero uomo, l’hai capito vero?”
Si spostò prendendomi il cazzo in mano, “se fossi un uomo ti sarebbe già diventato duro invece eccolo qua, moscio che non ti serve a nulla, solo per pisciare.” Si girò dall’altra parte e in poco tempo si addormento’ al mio fianco.

Il giorno dopo ero perso nei miei pensieri, al lavoro ero distratto, rivivevo nella mente tutti i momenti passati con Maria. Mi rendevo conto di quanto mi eccitasse starle sottomesso, venire umiliato dai suoi ordini… in ufficio avevo il cazzo costantemente in erezione, ma fortunatamente anche grazie alle mie dimensioni nessuno si accorse di niente.
Quando rientrai, dopo il lavoro, ritrovai di nuovo Maria con Laura, distese al sole.
Mi feci la doccia e le raggiunsi in giardino. Subito Maria di rivolse a Luana dicendole,

“Eccolo arrivato il tuo maritino… o per meglio dire, il verme! Spogliati, e fai vedere a tua moglie quanto sei bello liscio!”

Mi spogliai all’istante, Laura guardandomi si mise a ridere. Maria rise con lei, soddisfatta, e mi ordinò di andarle a prendere da bere.
Quando tornai da loro stavano discutendo del programma per quella sera. Mia moglie disse,

“Facciamo quello che vuole lei, padrona.”

Allora Maria guardandola le disse

“Invitiamo di nuovo il vicino… hai voglia di scopartelo?”

“sì, sì.. certo, Padrona.”

Maria mi guardo’ con quella sua aria di superiorità, io abbassai lo sguardo, non potevo certo oppormi ai loro piani. Mi diede l’ordine di andare ad invitare il vicino, io senza obiettare mi vestii. Prima che uscissi Maria si alzò venendomi accanto e mi disse,

“Sii gentile col vicino, digli che questa sera è libero di usare tua moglie, di non avere scrupoli con lei, di fare ciò che vuole, deve essere perverso, mi voglio divertire.”

(Continua)

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