Bum.Bum.Bum.Bum.Bumbumbumbumbumbumbum.
Che woofer, minchia! Che woofer.
E che naste, a ‘sto rave… Sto come i draghi.
Le luci intorno a me mi vogliono bene, si accordano coi suoni e con gli odori e mi cullano, mi spingono, tingono tutto di rosa e giallo fluo.
Che storia.
E quella?
Mica male quella. Ci vado a ballare. Si muove bene. Che occhi a palla, dev’esser carica di speed.
Minchia, è con gli amici. Fanno suoni strani. Son pallidi, anche. Mingherlini.
—Come va ragazzi? Bella fiesta, eh? AHAHAHAH.
-Pardon?
—Ah, minchia, non capite, nonca.
-Que c’est q’il dit, ce mec?
—Ah, Fransè! Salù! Savà! Santè!
Ah, lo vedi che ridono. Allora, minchia, vedi, poliglotti, tutti poliglotti.
-Tchiaò! Iò sonò Anais.
Mi parla, la bionda. Mi vuole bene. Quanti anni avrà? Mi piace. La voglio.
—Ciao! Io sono Mir! Come la roba spaziale, là, sai. Comunque. Savà! Bella fiesta, eh?
-Bela fiestà, si!
—C’hai il ragazzo, qua?
-Non capitò.
—Il ragazzo, garson, boifrend, stasera.
Ride la bionda, mi fa l’occholino. E come balla, diobozzi, come balla. Io la butto lì…
—Vulevù cuscè avec muà?
-Oh, mais, quell’approche…Franchement! Bon, viens avec moi…
—Vianvecmuà. Cosa vuol dire?
Mi prede la mano, la bionda. Com’è, com’è? Anaisse. Anaisse. Mi tira. Dove andiamo? L’ambiente cambia si gira, giostra, stelle filanti sulla testa. Luci che copulano.
Wow. Anaisse. Dove mi porta?
—Dove vai? Dove andiamo?
-Bon, on vas dans un champ, non?
—Non capisco, bionda, geneparlè pà fransè.
-Andiamo scopare.
—Andiamo a scopare? Bella storia! Dove?
-Chez la Sorciere.
—Chi è che c’è? La sorciera? Dov’è?
-Non, chèz la Sorciere. A casa della… della… strega?
—A casa della strega? Che storia! Ma chi è la strega?
-Tu verra.
—Eh?
Ah, ecco. Sarà quel furgone lì. Si si. Bussa. Rumore di metallo fortissimo. Musica lontana. Si apre il furgone. Fumo densissimo. Ma non è fumo di fumo. Minchia. Oppio. Che storia.
–Ciao, bell’ometto!
—Ciao! Sei la sorciera, te?
–Sono la Strega. Entrate
-Je l’a trouvé comme ‘a. Il’ a bien envie.
–Bene. Sei arrapato?
—Ma si, ma te chi sei?
Guardo la strega. Quarant’anni? Cinquanta? Tutta vestita di nero, magra magra, autoreggenti, stivali a punta, mutandine di pizzo. Bucate sulla sorca, fra l’altro. Reggiseno coordinato, collare di pizzo, bracciali e anelli a sperdifuffa. Pelle biaaaaanca. Trucco viola e nero. Quanto. Sugli occhi. Capelli nerissimi tinti. Lunghi. Un po’ stopposi. Ma che ci fa, lei qua. Io voglio inchiappetare la bionda. Anaisse.
Eccola lì. Uh, ma s’è spogliata, la bionda. S’è messa su ‘sto coso, ma che è? Un lettino da dentista? Ma pensa te, con i sostegni per le gambe? Guarda lì, che mi apre le gambe davanti e c’ha la sorca già mezza aperta, io le faccio vedere, adesso.
Spogliarsi in fretta. via i vestiti. Tutti. La strega mi prende per un braccio.
–Senti bello, adesso accendo la telecamera nell’angolo e facciamo un filmino. Tu fai quello che dico io e fra mezz’ora siamo a farci delle belle pipe d’oppio. Fino all’alba. OK?
—Forte e chiaro, strega. Forte e chiaro. Mi scopo Anaisse?
–Ti scopi Anais, ma prima, vieni qui.
Mani legate dietro la schiena. La strega mi spinge fra le gambe di Anaisse.
–Leccale la fica, falla bagnare per bene, ‘sta troietta.
La strega lega Anaisse mani e piedi, la bacia in bocca, le dice che è una troia. Io la lecco, Anaisse. Sta sbrodando di brutto. E’calda. Ce l’ho già duro.
La strega assicura tutti i legacci, accende la telecamera. Poi viene dietro di me. Sono sempre in ginocchio che mangio la fica alla bionda. La strega mi stringe per i capelli e mi grida qualcosa in una lingua strana.
Palla di plastica in bocca, rumore acuto di scotch strappato e poi intorno alla mia faccia. Respiro col naso, la strega mi dice di scoparmi Anaisse.
Io mi ci avvicino. E’ un casino centrarle il buco senza mani e con due delle nuove Verdeacquette sullo stomaco. La strega me lo prende in mano e lo infila nella figa di Anaisse.
E mò me la scopo. Anche lei ha una palla in bocca. Da quando? Ha la figa calda e fradicia. Ce lo infilo tutto fino in fondo. Ah, bella. Ha due tettine piccole e acerbe, Anaisse, ma soffici abbastanza da sussultare sotto i miei colpi. La Strega mi sculaccia, da dietro. Non smette un attimo di urlare in una lingua strana. Sono dentro ad Anaisse. Mi guarda con gli occhi fissi. Li conosco. Sono occhi da zoccola. Ogni colpo mi prega con lo sguardo di darle il prossimo un po’ più forte.
–Dai, bravo, spaccale la fica, a questa troietta, buttaglielo dentro, sfondala.
A volte la strega parla italiano.
–Adesso arriva la bacchetta magica, bello mio.
La bacchetta magica. Chissà che roba. Sta già parlando nell’altra lingua, adesso. Sento le sue dita spalmarmi qualcosa di freddo sul culo. Mi sculaccia ancora con il tagliere. Io insorco la bionda usando il peso di tutto il mio corpo. Secondo me è già venuta una volta perchè ha fatto dei suoni fortissimi e ha sgranato gli occhi. E adesso è più calma. E allora le dò ancora più colpi.
Sento qualcosa vibrare fra le mie chiappe. Qualcosa di freddo e rotondo che spinge contro il buco del culo. Spinge ancora. La strega parla e parla con suoni alieni. Sento un cedimento. La bacchetta magica mi è entrata nel culo. Dietro la cosa fredda e rotonda c’è solo una bacchetta. E vibra. E avanza nel mio culo. Mi riempie. Mi fa infoiare ancora di più. Mi piace. Le chiappe della bionda risuonano sulla mia pancia. Ogni affondo lei grida. Sembra che gode.
Meraviglia delle meraviglie. La bacchetta magica è arrivata in fondo, a profondità sconosciute. E un senso di piacere nel mezzo della pancia. Bellissimo. Come un centro sconosciuto di godimento. La bacchetta è davvero magica. La strega la fa uscire dentro e fuori. E ogni volta che arriva in fondo ho un brivido lungo la schiena. Non mi sento più le braccia legate dietro. Sono una mente che percepisce. Un cazzo che affonda. E un centro di piacere dietro. La punta vibrante della bacchetta. Sto per scoppiare. Lascio andare ogni freno e comincio a impalare la bionda. Ritmo da coniglio. Potenza da gorilla. Lei grida e grida e grido anch’io. Sento che sto per sborrarle in figa. La punta della bacchetta fa più bene che mai. La strega mi tira via dalla fica della bionda. Me lo prende in bocca. Mi trapassa con la bacchetta. Tutto il mio corpo trema. Trombe di angeli sovrapposte ai bassi techno. Una giungla di piacere. Un eruzione vulcanica. Le viscere squassate. Le vengo in bocca. Urlo come un pazzo dietro la palla di plastica.
Lei me lo succhia. Bene. Diligente. Beve tutta la mia sborra. Poi mi toglie la bacchetta dal culo. Disconnessione. Brivido sulla schiena. Sono perfetto. Svuotato. Senza orpelli. Connesso con un’altra realtà. Più magica e profonda. Nirvana.
Anaisse si alza, mi bacia, mi abbraccia. La strega sorride. Spegne la telecamera. Ci rivestiamo. La strega ci fa sedere, Anaisse sulla sedia da dentista, io per terra. Di fianco a me la strega su un seggiolino di plastica. Riempie una pipa d’oppio. Parla con Anaisse in una lingua che non so.
Che naste a ‘sto rave. E che storia. Sto come i draghi.
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…