Erano ormai passati anni da quando Giuliano aveva lasciato Roberta ma la sua vita sentimentale non riusciva a ripartire. Non che fosse ancora preso dall’ex, non particolarmente, ma il problema era sempre lo stesso: il suo feticismo! Non era praticamente attratto dal sesso convenzionale; tutto quello scambio di piacere, il dare e il ricevere, l’affidarsi e il lasciarsi andare risuonavano in lui come concetti retorici e vuoti. Nel silenzio della sua stanza sognava sempre di stare ai piedi di qualche bella ragazza per essere umiliato, calpestato ed infine ignorato. Fra le altre fantasie, sognava che la ragazza sfogasse su di lui ogni sua frustrazione, rabbia su qualcuno che lei odiava. Non gli interessava essere il destinatario diretto di tutto il disprezzo provato, gli bastava poterlo vivere.
Con Roberta tutto era stato perfetto da quel punto di vista finché era durato. Erano stati assieme a lungo, fra i 18 e i 22 anni, e all’inizio della storia lui le fece credere di avere delle doti telepatiche molto spiccate e particolari. L’aveva persuasa di essere in grado di far sognare a qualsiasi persona lei avesse desiderato, tutto quello che lei faceva a lui disteso a terra ai suoi piedi. Non solo, le aveva fatto capire che mentre lei gli metteva i piedi addosso, la sua parte cosciente sarebbe andata in una sorta di stato di incoscienza e avrebbe obbedito ciecamente ad ogni suo ordine a patto che non fosse letale. La vittima designata avrebbe poi sognato durante la notte tutto quanto. In aggiunta, grazie ad una particolare pillola (zigulì in realtà), era in grado di proteggere il proprio apparato digerente da microbi ed infezioni e quindi avrebbe potuto ingoiare lo sporco delle suole, lo sputo, l’urina e le feci senza compromettere la propria salute.
La cosa incredibile fu che, forse per la giovane età oppure per la capacità e la convinzione che Giuliano aveva mentre raccontava queste fantasie, Roberta e altre sue amiche ci avevano creduto sul serio a quelle fandonie ed avevano usato queste sue fantomatiche doti per sfogare le proprie rabbie e frustrazioni.
Il bello di stare sotto i piedi di quelle ragazze in sostanza consisteva nel fatto che l’umiliazione era data come punizione e quindi era autentica. Con le mistress che aveva provato a contattare da quando si erano lasciati, non c’erano filtri, loro sapevano che essere trattato male a lui piaceva e quindi, quella stessa umiliazione (a parte essere a pagamento) era data come premio. Non era la stessa cosa, era l’opposto, era finta!
Nel giro di un paio d’anni dopo la fine della relazione con Roberta, anche le amiche della sua ex che lui continuava a frequentare, si stancarono di quel gioco. Chi perché palesemente cominciava a nutrire dubbi sulla veridicità della cosa, chi sulla sanità mentale di Giuliano e chi semplicemente perché vi ci aveva perso l’entusiasmo. Lui stesso aveva perso la ‘verve’ nel raccontare la storiella di essere telepatico. Era cresciuto come il suo pubblico. Sapeva che non poteva più raccontare balle impunemente.
Per il nostro eroe cominciarono quindi anni di masturbazioni folli che si nutrivano di ricordi, di situazioni reali vissute ed irripetibili. Fu un periodo anche di frustrazione principalmente per due ragioni: la prima perché tentò di rivolgersi a delle mistress ma la finzione e l’innaturalezza delle sessioni non lo eccitavano; la seconda perché, a causa di questa parafilia, non riusciva ad avere veri rapporti con le donne che approcciava.
Passavano gli anni e lui non stava più sotto i piedi di una bella ragazza da un sacco di tempo.
Ma il desiderio non scemava e il confronto con Roberta e le sue amiche era impossibile reggerlo con le mercenarie che offrivano i loro servizi online. Così, ad un certo momento gli parve chiaro che non c’era altro modo di ottenere quello che voleva: doveva ricominciare a scoprire fra le ragazze che conosceva o che incontrava, quali avessero attitudine a primeggiare sugli altri, ad essere vendicative e con un desiderio di rivalsa sufficientemente adolescenziale da accettare di sfogarlo in quella maniera.
Doveva rispolverare la vecchia storia rendendola attuale, credibile alle orecchie di un pubblico più maturo e che doveva tassativamente capire che l’umiliazione era una dannazione per chi la subiva, non un premio!
C’è da dire che la fantasia di Giuliano era tanto spiccata quanto la sua capacità di osservare e sondare l’animo delle persone perché, sicuramente spinto dalle sue ormai irrefrenabili pulsioni, non ci mise molto a trovare la nuova vittima.
Si chiamava Margherita e quando la conobbe lei aveva 25 anni e lui 27. La incontrò durante la finale in cui l’Italia vinse i mondiali. (Quindi, avete tutti gli elementi per capire le date e gli anni dei personaggi e, mal che vada, potreste sbagliare di 24 anni ahahah).
Era single da 3 anni e, nonostante il tempo trascorso, era ancora molto incazzata col suo ex. Non aveva il piglio della Padrona, era semplicemente passionale, non era vendicativa, ma l’idea di obbligare una persona a lei invisa a fare cose umilianti la entusiasmava. Cominciò tastando il terreno, con qualche battuta qua e là, poi nelle serate successive, proseguì spostando la conversazione su argomenti inerenti il paranormale e l’occulto e vide che la ragazza, da brava oca, abboccava. Era fatta!!!
Le raccontò di far parte di un esperimento di parapsicologia condotto dall’università di una città italiana che stava cercando di capire come incanalare le frustrazioni delle persone per sfogarle senza che nuocessero all’equilibrio psico-fisico dell’individuo. Margherita pendeva dalle sue labbra a metà fra l’ammirazione e lo scetticismo. Man mano però che Giuliano proseguiva ad argomentare, lo scetticismo andava via via scemando nella sua mente lasciando sempre più posto all’ammirazione e facendo, al contempo, crescere in lei la curiosità e la voglia di provare questa nuovissima terapia ancora in fase di sperimentazione.
Con antica sapienza, quando vide che la ragazza stava abboccando, il buon Giuliano cambiò rapidamente discorso dicendo di essere stanco di parlare di lavoro e che voleva godersi il resto della serata in pace con lei e gli amici. Questo sicuramente aumentò l’interesse di Margherita che però dovette acconsentire a rimandare la conversazione ad un altro momento.
Passò più di una settimana dopo quella serata ma un bel giorno a Giuliano arrivò un sms che gli fece palpitare il cuore: ‘Pensavo a quella cosa voodoo di cui mi parlavi, dev’essere interessante, come posso fare se volessi provarla?’. Da anni non sperava nemmeno più di poter vivere qualcosa del genere. Di nuovo, dopo 4 anni, una ragazza voleva umiliare qualcuno sul serio servendosi di lui come tramite. Doveva calmarsi. Non doveva rispondere subito per non trasmettere quella frenesia e tradire così la sua felicità. Andò in bagno e si fece una sega. Sapeva che anche dopo quella era meglio non rispondere, era troppo distaccato dopo essere venuto. Attese ancora, fece passare più di un’ora e poi le rispose: ‘ciao bella, cosa voodoo??? Ahahahah ma va, non c’entra nulla il voodoo, comunque mi piace come la metti giù!! Guarda, dovrei informarmi perché non siamo in tanti a fare sta cosa in Italia e qui siamo in due ma il mio collega ha 71 anni. Devo chiedere e ti posso far sapere.’
Dopo pochi secondi, la risposta: ‘Ma quindi dovrei avere te sotto i piedi?’
G: ‘Sì, ma sarei subcosciente, al mio risveglio non ricorderei nulla’ lo so sarò difficile all’inizio ma secondo me dopo un paio di sedute sarà più facile’
M ‘Ma se proviamo poi posso smettere o devo per forza concludere tutta la fase sperimentale?’
Giuliano preferì tagliare corto’
G: ‘Pronto Marghe, forse è meglio parlarne al tel. Via sms diventa lunga’ (e poi non voleva lasciare troppe tracce scritte qualora lei avesse scoperto la verità e lo volesse sputtanare.
Per farvela breve, dopo un paio di giorni i due si incontrarono e Margherita volle provare la terapia.
‘Dove ci sistemiamo’
‘Dove vuoi, devi essere comoda’ io mi sistemo a terra, dimmi solo se vuoi stare in piedi per dominare la vittima dall’alto e montarci sopra oppure preferisci stare seduta comodamente interagendo e ignorando chi vorrai avere sotto di te?’
M: ‘Uhm’ mi piacciono entrambe’ ma cercherei di fare la cosa più semplice per il momento’ forse da seduta dove l’iterazione è più scarsa è meglio come prima volta’
G: ‘Ok, allora mi metto sotto a questa sedia con la testa che sbuca fuori così potrai appoggiarci i piedi oppure giocarci comodamente.’
M: ‘Sì ma’ come funziona? Come faccio a sapere quando posso cominciare, come saprò se è il momento di finire? Spiegami meglio’.
G: ‘Sì, hai ragione’ sono abituato a lavorare con utenti che hanno già un po’ di esperienza alle spalle e quindi cominciavo direttamente. Dunque, ti è chiaro quanto ti ho detto sin’ora e cioè che tutto ciò che avverrà in questa stanza dopo che comincerà la seduta lo sognerà la tua vittima alla prima volta che avrà un sonno ininterrotto e prolungato per almeno 6 ore? Gli insulti e le frasi che gli dirai, le sensazioni fisiche, il gusto di quello che eventualmente gli facessi testare o ingoiare, sono tutte cose che percepirà in sogno la persona che sceglierai. L’obbiettivo è che tu ti possa sfogare. L’esperimento si basa sul fatto di permettere ai nostri utenti di potersi comportare in maniera difforme da come farebbero nel normale contesto sociale.’
M: ‘Sì, fin qui avevo capito’ non mi è chiaro come funzioni ma faccio un atto di fede, casomai me lo spieghi dopo, continua’.
G: ‘Sì, non è difficile a parole, è difficile saper creare il legame telepatico! Comunque, in poche parole, tu mi dici chi vuoi ai tuoi piedi e se puoi mi fai vedere una sua foto, poi io mi concentro e, sfruttando le tue emozioni (non pensieri, la mia telepatia è bassa, non so leggere nel pensiero, percepisco solo le emozioni), devo riuscire ad individuare le sue onde cerebrali. Una volta individuatele, il primo collegamento è fatto. A quel punto, a me non resta che concentrarmi, mediante un sistema che non sto a spiegarti. Diciamo che mi auto ipnotizzo e cado in una sorta di trance in cui sono cosciente come un automa. Quell’essere è formato dall’inconscio della tua vittima (che quindi ti riconosce ma non ha nitidi i ricordi del vostro vissuto), da una struttura mentale mia residua che lo obbliga a comportarsi in un certo modo e dal mio corpo e, per comodità, lo chiamiamo ‘fantoccio’. Come dicevo, grazie allo stato subcosciente in cui è, obbedisce in maniera più o meno automatica agli ordini che gli vengono impartiti, immagazzina i ricordi di ciò che avviene e poi, invece di immagazzinarli normalmente nel mio cervello, li trasmette al cervello della tua vittima attraverso le sue onde cerebrali e questo ne riceve una immagine onirica la prima volta che si fa una bella dormita. Al suo risveglio, il malcapitato penserà di aver fatto un brutto sogno particolarmente realistico ed assurdo. è un po’ più chiaro ora?’
M: ‘Cazzo!!! Che roba’ è un po’ ingarbugliata e al limite dell’occulto ma infondo ci sono tante cose che non ci spieghiamo e il metodo scientifico non ci spiega sempre tutto. Mi affascina sta cosa. Poi, non credo sia una bufala, che senso avrebbe un’intera associazione che si fa umiliare?’
G: ‘Ahahahah in effetti’ Comunque, devo dirtelo, non sempre si riesce a creare il collegamento o a trasmettere il sogno e, in tal caso, il ricordo viene in un certo senso eliminato, trasmesso a qualche animale o a onde cerebrali a caso in modo che io, al mio risveglio, non abbia memoria di quello che gli hai fatto. A volte si concordano più destinatari che, se si fallisce con uno se ne possono avere altri.’
M: ‘Ma se lui sogna che ne so’ che gli sputo la gomma in bocca e gliela faccio ingoiare oppure gli ordino di leccarmi le suole, al di là del sogno, fisicamente sei tu che ti becchi la gomma o i microbi!’
G: ‘Giustissima osservazione! Per questo esiste una pastiglia, anch’essa in sperimentazione e che non posso divulgare perché me le danno numerate e devo giustificarne l’uscita, che, in sostanza, inizia a sciogliersi in bocca e continua a farlo lungo tutto l’apparato digerente man mano che essa scende lungo l’esofago lo stomaco e l’intestino. Per 2 ore tutto ciò che viene ingerito dal mio fisico non viene assimilato ma espulso. Purtroppo il rivestimento è fragile e quindi non consigliano di ingerire cose estremamente tossiche o velenose oppure elementi vivi (che ne so, insetti o vermi’ cose del genere) che potrebbero lacerare la pellicola protettiva. Diciamo comunque che non ti devi preoccupare di questo. Tu fai quello che vuoi, se stai per fare qualcosa che non il fantoccio non può eseguire, quello te lo dirà dicendoti che ‘non è autorizzato a farlo’ a quel punto tu capirai che non ha senso insistere.
Per quanto riguarda il suo grado di obbedienza, questo è definibile assieme a priori e può variare da utente ad utente, da vittima a vittima o da tuo personale stato d’animo che può essere diverso seduta per seduta: ci sono volte dove vuoi un semplice automa che esegua in silenzio, altre che vuoi sfogarti e quindi ti va bene avere un fantoccio scontroso con cui incazzarti e sfogarti, altre potresti desiderare di non sapere se ce la farai ad importi su di lui e te la giocherai volta per volta. Ad ogni modo, senza un tuo esplicito ordine, il fantoccio non può in alcun caso alzarsi da terra e non può ribellarsi (a meno che tu non lo desideri). Poi, ”
M: ‘No, ok, ho capito, è pazzesca sta roba’ Ma come fai a creare il collegamento?’
G: ‘Tesoro’ io te lo spiego anche ma facciamo notte, se vuoi”
M: ‘No no, magari me lo spieghi un’altra volta, quindi ora, come procediamo?’
G: ‘Mi sdraio come ti ho detto e tu mi vedrai chiudere gli occhi e concentrarmi; poi un sussulto improvviso scuoterà il mio corpo: vorrà dire che la mia mente si sarà liberata della mia parte cosciente e avrà lasciato il posto alla quella subconscia della tua vittima anche se questo ‘subconscio ospite’ non sarà ancora arrivato. Da questo momento in poi tutto quello che farai non sarà ricordato da me al mio risveglio. La terza fase è quando mi vedrai aprire gli occhi e al posto del mio sguardo vedrai un occhio più smarrito e inespressivo. A quel punto il collegamento è stabilito e da quel momento in poi la vittima sognerà tutto quello che farai.’
M: ‘Pazzesco! Dai, cominciamo?’
A Giuliano tremavano le mani dall’emozione! Erano passati anni dall’ultima volta che aveva inscenato quel teatrino e ricordava la purezza di quelle umiliazioni. Purezza poi’ c’era comunque un inganno alla base solo che, mentre con le mercenarie di internet chi mentiva erano loro fingendo di provare gusto in quelle pratiche, lì era lui che prendeva in giro le ragazze che però sfogavano le loro frustrazioni con rabbia genuina. E di quella genuinità lui voleva nutrirsi. Si assolveva da solo a quel senso di colpa dicendosi che almeno non spillava soldi alle sue vittime come quelle ‘parameretrici’ della rete.
Nel coricarsi a terra vide con la coda dell’occhio i sandali ai piedi della sua amica che si scostavano per fargli posto. Riusciva a percepire la fragranza di cuoio e crema provenire da quei piedi. L’attesa di ciò che stava per succedere era pari quello che sognava. Era come l’attimo prima del primo bacio dato ad una donna che da tempo si aspetta, era il Sabato del villaggio, era il ‘ti amo’ detto all’improvviso durante una lite accesa che ridicolizzava ogni motivo di disaccordo e faceva tornare ad entrambe la voglia di fare l’amore. Quei piedi erano tutto e stavano per essere tutti per lui!
Fra sé e sé sorrise nel ripercorrere qui canali mentali nel mettere in scena quella farsa; gli sembrava che il tempo non fosse passato e, per un attimo, al posto di Margherita, vide Roberta. Di nuovo si raccolse in una riflessione profonda, socchiuse gli occhi e lasciò passare una trentina di secondi senza muoversi. Poi, all’improvviso diede uno scossone al suo corpo e rimase ancora con gli occhi chiusi in silenzio ad attendere. Margherita non dava segni di vita ma, d’altronde, la aveva avvisata, lui sarebbe stato fantoccio dallo scossone in poi e avrebbe incarnato la vittima solo dopo aver riaperto gli occhi. Così, con una calma studiatissima, dopo un po’ iniziò a sbattere le palpebre e ad aprire gli occhi.
Sopra di lui Margherita era seduta sulla sedia sulla quale l’aveva lasciata pochi istanti prima ma, a differenza da quello che si aspettava, non lo stava guardando: aveva i piedi sistemati ai lati della sua testa all’altezza delle orecchie e a parte le caviglie, i polpacci e le ginocchia, non vedeva altro della sua padroncina. Lei era seduta con la schiena appoggiata allo schienale e lo stava ignorando.
Giuliano provò ad attirare la sua attenzione: ‘DO’ dove sono? Che cosa succede?’
Per tutta risposta ottenne un calcetto sulla guancia datogli con la punta del sandalo destro. Marghe aveva capito che il gioco era cominciato ma stava prendendo tempo.
Dal canto suo Giuliano cercava di mettere a proprio agio l’amica provocandola a reagire. ‘Non so chi cavolo tu sia ma mi aiuteresti ad alzarmi invece di startene lì imbambolata e magari sposti pure i tuoi piedacci da vicino alla mia testa?’
Appena ebbe finito di dire quella frase, Giuliano vide quelle gambe alzarsi leggermente e spostarsi sopra la sua testa. Le suole dei sandali gli stavano improvvisamente impedendo la visione del soffitto per poi calarsi sopra il suo volto. ‘Meglio adesso?’ Disse Marghe che evidentemente aveva trovato il modo di rompere il ghiaccio.
‘Ma’ ma’
M: ‘Su dai, non lamentarti, dopotutto sei stato tu a chiedermi di spostare i piedi da lì e io, come sempre, ti ho accontentato! Che c’è Albi, non ti va bene?’
A: ‘Albi, ci conosciamo?’
M: ‘Ma come, non mi riconosci dalla voce? Vediamo allora se mi riconosci da altri segni”
A: ‘Sara? Giulia?’
M: ‘Uhm’ no’ però se fossi in te smetterei di andare a caso, se fossi un’amante gelosa, a sentirti avere tutte queste incertezze sulle donne a cui pensi in queste situazioni, sai’ potrei iniziare a pestarti come l’uva’ insomma’ fatti furbo no?’
A: ‘Davvero, non capisco’
M ‘Ah, non capisci? Allora fa così, toglimi la scarpa destra e guarda bene il mio piede e dimmi se ti ricordi qualcosa”
Giuliano sapeva bene che Maggie aveva un piccolo neo sulla pianta del piede vicino ad una voglia che assomigliava ad un gattino e aveva sempre detto che quella strana combinazione le ricordava un gattino che giocava con un gomitolo leggermente in rilievo sulla sua pelle. Così quando tolse la scarpa potè recitare bene la sua parte nell’esclamare con tutta la sorpresa del caso ‘Ma Ma Marghe???’
A quel punto la ragazza tolse anche l’altro piede ancora calzato dalla faccia della sua vittima e si sporse in avanti a guardare negli occhi il fantoccio.
M: ‘Oh’ ti ce ne è voluto di tempo per arrivarci eh? Come va lì sotto?’
A: ‘Bene bene ‘ cioè, no, perché sono qui?’
M: ‘Perché? A me lo chiedi? Perché non me lo dici tu cosa ci fai là sotto fra i miei piedi? Cos’hai combinato per meritarti tanto?’
A: ‘Ma nulla’ cosa vuoi che abbia fatto? Sarà mica per la faccenda di Serena vero?’
M: ‘Serena? Cos’hai combinato con Serena? Io pensavo ad altro veramente, non sapevo nulla di Serena’
Giuliano qui aveva superato se stesso, in recitazione e in stronzaggine: sapeva bene che l’ex di Margherita l’aveva tradita con Silvia, una loro amica, ma sapeva anche che aveva avuto un piccolo flirt recentemente con un’altra conoscente di Maggie, appunto Serena. Non avendolo mai detto alla sua amica, Giuliano poteva così avvalorare la messa in scena dando maggior personalità al fantoccio.
A: ‘No, no’ intendevo dire che non so cosa ti abbiano detto ma” uno sputo lo interruppe mentre parlava. Subito dopo un altro ed un altro ancora. Immediatamente dopo la suola del sandalo sinistro prese a strofinarglisi sopra.
M: ‘Lecca bastardo, puliscimi i sandali. Già bagnati dovrebbero essere più semplici da pulire!’
A: ‘Ma dai amore cosa fai?’
M: ‘Amore? Amoreee???? Non azzardarti mai più in vita tua a chiamarmi amore! Tu non sei Amore, tu sei Merda! Sei solo uno zerbino nato per pulirmi le scarpe! Vedrai che ti farò rimpiangere non tanto quando stavamo assieme, quanto la posizione privilegiata che hai ora. Finirà per piacerti leccarmi le suole rispetto a tutto il resto che ti farò fare nei prossimi giorni. Tu verrai in vacanza con me e starai ai miei piedi per ore ed ore ahahahah, vediamo con che faccia andrai da Serena a fare il fighetto. La tua faccia avrà l’odore e il segno dei miei piedi che, per inciso, valgono da soli 1000 volte più di te. E adesso vattene, mi fai schifo’
Non ci voleva, qualcosa era andato storto, mai una sessione era durata così poco e lui non era nemmeno riuscito a divertirsi un po”
A: ‘Ma’ ma’ cosa ho fatto?
M: ‘Forse non mi hai capito, ti ho detto di andartene se non vuoi che ti faccia male davvero’
Giuliano colse la palla al balzo e vide la provocazione come unico mezzo per sbloccare la situazione
A: ‘Ahahah ma cosa vuoi farmi, mi ami troppo per torcermi un capello. Sì mi hai messo le scarpe in faccia ma infondo i tuoi piedi non sono in grado di farmi nulla. Dai, facciamo pa”
Un lampo improvviso lo acciecò e un dolore caldo si stava spargendo attorno al suo naso. Maggie gli aveva appena dato un pestone inaspettato sul viso probabilmente spaccandogli il setto nasale. Subito dopo sentì che la ragazza che ‘tanto lo amava’ stava istericamente saltando sul suo addome minacciandolo a ritmo dei suoi stessi salti: ‘BRUT — TA MER ‘ DA TI HO — DETTO DI — ANDAR — VIAAAA’ e scendendo dal suo corpo mise il piede scalzo sul collo del fantoccio e iniziò a premere con pressione sempre crescente. Si sorprese lei stessa quando vide che l’altro piede era ormai sollevato da terra e tutto il suo peso gravava sulla gola dell’ex sotto di lei. Tuttavia non accennava a smontare e guardandolo arrossire sempre di più sotto di lei gli disse: ‘VATTENE’
Giuliano non si era mai trovato in quella situazione e, data la mala parato cedette anche perché cominciava a temere che Maggie non avesse ben compreso i limiti del gioco. Così si rilassò completamente simulando una sorta di svenimento e chiuse gli occhi. Sentì che la ragazza scendeva dal suo collo e lui potè riprendere fiato. Quando riaprì gli occhi e tornare ad essere se stesso, trovò la ragazza in lacrime.
G: ‘Ehi’ Maggie, che succede? è andata male?’
Lei non rispose a parole ma, fra i singhiozzi e le lacrime fece senno di sì con la testa’
Giuliano si sentì decisamente una merda, non avrebbe mai pensato che Marghe fosse così fragile ed ancora innamorata di Alberto. Sinceramente non ne avrebbe approfittato anche se lo desiderava tanto.
G: ‘Maggie, mi spiace, non credevo’ è la prima volta che una persona mi reagisce così’ scusami. Non lo faremo mai più!’
A quelle parole interruppe un momento le lacrime, guardò l’amico con sguardo demoniaco che fece soggezione persino a Giuliano e, afferrandogli stretto il braccio come a volerlo bloccare e trattenerlo a sé gli disse: ‘Neanche per sogno! Voglio quella merda ai miei piedi per almeno una settimana. Lo voglio polverizzare, voglio che i miei piedi diventino la cosa più romantica a cui lui possa lontanamente ambire e sognare!’
‘Mio Dio’ ‘ Pensò giuliano ‘Che cos’ho fatto, ho creato un mostro!’
Quanto vorrei che il live action di disney fosse più simile a questo racconto! Scherzi a parte: divertente, interessante, bel…
grazie amore
Non credo di aver avuto il paicere, ma grazie intanto della lettura.
Leggendo i tuoi racconti continua a venirmi in mente Potter Fesso dei Gem Boi
grammaticalmente pessimo........