Skip to main content
Racconti di Dominazione

Mia sorella Giuseppina 38

By 16 Marzo 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Giuseppina, così bella, così innocente, commette un errore. Pensa che sia tutto finito, ma è in agguato il fato..
Lui vede subito la possibilità di poter trarne vantaggio.
La storia si divincola nei giorni che si susseguono. La piccola giovane Giuseppina non sa cosa le accadrà..
Leggete e scoprirete..

i miei racconti
http://www.iomilu.com/viewuser.php?uid=843

Sequenza di
Mia sorella Giuseppina
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=5496
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=5498
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=5539
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=5598
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=5690
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=5704
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=5723
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=5749
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=5828
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=5852
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=6006
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=6199

baby sitter
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=6334

http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=6700
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=6873
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=7142
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=7415
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=7488
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=7516
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=7605
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=7614
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=7809
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=7974
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=8415
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=8699
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=9100
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=9204
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=9498
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=9626
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=9930
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=9932
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=10225
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=10271
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=10312
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=10558
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=10631

Giuseppina si avviò verso l’aula, sperando che l’insegnante non avesse ancora cominciato la lezione. Se la cattedra fosse stata ancora libera, i ragazzi sarebbero stati ancora in pieno casino, e lei avrebbe avuto la possibilità di intrufolarsi tra loro, senza dar troppo nell’occhio. Il problema del suo abbigliamento non sarebbe certamente scomparso ma, almeno, l’attenzione dei suoi compagni non sarebbe stata puntata del tutto su di lei.
Appena passò la soglia, le sue speranze caddero miseramente: la professoressa era lì, di fianco alla lavagna, sul punto di chiudere la porta. Le rivolse uno sguardo nel quale si leggeva tutto il disappunto: ‘Hai dimenticato l’orologio a casa, per caso?’ Rimproverandola.

Se ce ne fosse stato ancora bisogno -ma non ce n’era- Giuseppina sentiva già su di se gli occhi puntati, increduli e molto interessati di tutta la classe.
La frase della Signora Cappelli avrebbe fatto di lei una specie di parafulmine, capace di attirare su di sé, sul suo bel corpo l’attenzione più sfrenata e morbosa.

‘Ti sei alzata molto tardi, oggi? Vedo che ti sei preparata di fretta: Ti sei dimenticata, praticamente, di vestirti’.’

Ci fu, immediatamente, un rincorrersi frenetico di risatine molto eccitate: Giuseppina aveva la sensazione che una quantità di occhi le si fossero appiccicati sul seno e sulle cosce. Per di più, mentre si avviava al suo banco con il viso rosso ed in silenzio, il passo veloce procurava l’apertura della gonnellina che pur abbottonata completamente, si era sollevata mostrando il pube depilato e solcato da uno spacco delizioso, facendo bella mostra di sé, causando deglutizioni forzate ai ragazzi seduti lungo la fila centrale che stava percorrendo. Uno dei maschi, mentre passava, spinse in fuori il braccio per sfiorarle il fianco, senza far nulla per non farsene accorgere. Ciò provocò altri risolini divertiti ed una blanda, molto blanda reprimenda della professoressa, che non riusciva, neppure lei, a trattenere l’ilarità, sotto l’esibita severità, cui il suo ruolo la obbligava.

Il tempo non passava mai. Le ore di lezione risultarono un calvario senza fine, per Giuseppina che, tuttavia, non poteva evitare di sentirsi terribilmente eccitata dalla situazione. Sarebbe voluta sprofondare sottoterra ma anche potersi accarezzare per dare un po’ di sollievo alla sua figa palpitante.

Durante la seconda ora pomeridiana, per alleviare un prurito irrefrenabile alla vulva, la sua mano destra corse subito a strofinare delicatamente la pelle sensibile. Incapace di fermarsi, il dito continuò ad accarezzare freneticamente il clitoride che sporgeva in fuori con una rigidità che lo faceva assomigliare al modello di una prua di una nave. Il liquido secreto era talmente abbondante, da farle temere che qualcuna delle compagne, vicine di banco, avrebbe potuto perfino pensare che si fosse urinata addosso. Aveva paura che la pozza di liquido prodotto dalle sue ghiandole supereccitate, fosse colata eccessivamente sulla sedia bagnando il sedere e il vestito..

Il sollievo risultò assolutamente momentaneo. Tornata al presente dietro al suo banco, Giuseppina continuò a sentirsi bersaglio di sguardi avidi. Vedeva i ragazzi tormentarsi senza ritegno la patta dei pantaloni; ma anche alcune delle loro compagne tendevano a sfregare le cosce con frenesia, dopo averle dato un’occhiata di traverso, fintamente distratta.

Il cambio rapido dei professori successivi non le consentirono di alleviare in alcun modo, ancora, la tensione: l’intera classe l’aveva circondata ed isolata con varie scuse banali come quella di commentare in maniera assolutamente insulsa i vari temi del prossimo esame di maturità. Giuseppina si rese conto che solo l’ambiente scolastico la salvava -ma sino a quando? Si chiedeva- da un assalto concentrico e violento.

Finite le lezioni, se la prese comoda ad uscire dalla classe. Si avviò verso l’uscita della scuola, con lo sguardo basso e talmente in imbarazzo da non riuscire neppure a guardare in faccia a qualcuno. Tanti ragazzi avevano visto o intravisto la sua figa o le tette. Voleva andare a casa e rifugiarsi nella sua casa, sola, a piangere disperata ma non poteva. Un appuntamento l’aspettava.

Si alza per ultima dal banco, sotto lo sguardo attento di molti dei suoi compagni e del professore. Giuseppina cerca di non incrociare i loro sguardi e sommessamente si avvia verso le scale e giù verso il corridoio che porta all’uscita. Arrivata ai bagni si infila dentro e vi si nasconde. Libera del tutto la vescica e l’intestino, ciò che le fa provare una splendida sensazione di piacere. Si lava, si risistema ed aspetta. Quando sente il bidello parlare con uno studente, esce dall’angusto gabinetto, ritorna nel corridoio ed attende che lui si accorga della sua presenza. Le viene in mente quante volte in quei cinque anni di scuola, ha visto nello stesso posto una ragazza, nella medesima posizione.

‘Ah! Bene!’ Esclama il bidello vedendola. ‘Vieni, entra.’ Si discosta dall’ingresso per lasciarle spazio sufficiente per passare.

Giuseppina vorrebbe scappare. Le tremano le gambe e stringe forte i pugni per farsi coraggio. La pancia prominente dell’uomo le si struscia addosso facendola sentire ancora più sporca e provocandole una sensazione di schifo. Si fa largo fra gli oggetti di pulizia e, lasciato cadere a terra lo zaino con i libri, attende che lui le dica qualcosa. Spera che sia rapido e che non la umili ulteriormente. Si sente già abbastanza stanca e col morale sottoterra, e trattiene a malapena le lacrime.

Senza dire una parola, l’uomo allunga le mani e comincia a palparla ed accarezzarla, bramoso di nutrirsi della bellezza della piccola e indifesa ragazza.
Giuseppina, impaurita, fa un piccolo balzo appena si sente toccare, e geme per la sorpresa e per il senso istintivo di repulsione. Alla sua reazione il bidello sorride, eccitato dal timore che vede negli occhi della fanciulla.
Giuseppina sapeva cosa l’aspettava, quale compito avrebbe dovuto svolgere: le sue mani hanno incominciato a vagare verso la patta dei pantaloni dell’uomo. Attraverso il tessuto, ha iniziato ad accarezzarlo con forza.
Lui continua a toccarla dappertutto. Poi le sbottona la parte superiore del vestito e le tette, ora esposte, sono preda delle sue mani.

Giuseppina tentava di evitare che il bidello si accorgesse del calore che le mani maschili stavano facendo crescere nel suo corpo. Sentiva un certo fremito al basso ventre indotto dalle continue carezze e dalle stimolazioni cui erano sottoposte le tette ed i capezzoli martirizzati.

Poi l’uomo si china in avanti e con sorpresa della ragazza, la sua bocca inizia a succhiare alternativamente i capezzoli. Si aspettava di doversi abbassare per iniziare a succhiargli il cazzo, e non di ricevere quei forti stimoli che la stavano portando, suo malgrado, al limite dell’estasi.

Come lui si rimette dritto in piedi, Giuseppina può finalmente sbottonargli i pantaloni, per poi afferrare il cazzo semi turgido attraverso le mutande. Muove lentamente la piccola mano e riesce a superare la resistenza dell’elastico prendendo infine l’asta calda nel suo pugno.

Incomincia a muovere lentamente la manina, percependo il calore di un cazzetto ancora un po’ moscio, ma che però si fa sempre più duro e lungo sotto lo stimolo irresistibile. Poi incunea anche la mano sinistra sotto il cazzo, alla sua base, sicchè, con la destra, può compiere più agevolmente una sempre più veloce masturbazione.

‘Giuseppina.’ La ferma l’uomo, afferrandola al contempo per un polso. ‘Siamo qua per un pompino, non per una sega. Ora voglio che mi baci. Fai in modo che mi piaccia.’

Trema pensando al significato quanto mai intimo di quel bacio. ‘Ma, Signor bidello, non mi interessa baciarla. Non ‘là’, perlomeno.’ E’ riuscita a rispondere, facendo appello a tutto il suo coraggio. Ma teme per l’eventuale punizione che può causarle la sua ritrosia, il suo rifiuto di assolvere ad un ordine tanto umiliante.

‘Ti voglio nuda. Spogliati.’

Lentamente lo accontenta, slacciando i pochi bottoni che erano rimasti nelle asole. Una volta che si è tolta l’abito, lo appende sul manico di una scopa e si abbassa per iniziare l’operazione per cui era entrata in quella stanzuccia maleodorante.

Ora, in ginocchio, gli abbassa le mutande ed un senso di nausea le sale subito dallo stomaco. Nota il tipico alone giallo di urina che macchia il tessuto e le torna in mente quello che ha provato la volta scorsa. Facendosi coraggio, avvicina la bocca alla cappella del cazzo e incomincia a solleticarla con leggeri colpi di lingua. Una mano accarezza le palle e l’altra lo sega avanti e indietro, lentamente. Schifata per il forte odore e il gusto vomitevole, continua tuttavia a nettarlo con la lingua, alternando la fellatio a piccoli, fugaci baci.

La testa si abbassa sempre più e sempre più porzioni di cazzo entrano nella calda e accogliente bocca. Lui è molto grato alla piccola ragazza che già quella mattina l’aveva fatto godere. Allora si era accontentato solo di un lavoro di mano, per quanto molto piacevole e soddisfacente. Ora, si sta godendo appieno ogni sensazione, tentando di controllarsi al massimo grado per evitare di sborrare in quella eccezionale boccuccia. Vedere tutto il suo cazzo sparire nella bocca di lei, lo sta facendo impazzire.

‘Mmmmhhhh’ Sei bravissima Giuseppina. Se continui di questo passo mi farai venire fin troppo presto.’ Un gemito sordo, è stato la risposta della ragazza, intenta a soddisfarlo come meglio poteva.

Lei è tutta intenta a lavorare sul pene inturgidito, duro come un’asta di marmo, mentre l’uomo assapora con gli occhi chiusi ognuna delle inebrianti sensazioni che riceve. Incapace di stare ferme, le sue mani vagano sulla schiena e sulle spalle di Giuseppina, sino alla prima morbidezza del seno, accompagnando il lavoro della sua bocca. Tiene e dirige la piccola testa, le dita immerse fra i capelli, mentre cerca di ritardare l’orgasmo. Stringe gli occhi fortemente, il respiro divenuto spasmodicamente affannoso, mentre sente lo sperma montare dalle palle.
Malgrado tutto, Giuseppina è eccitatissima. Sente i suoi stessi umori scorrerle sulle cosce e vorrebbe staccare una mano ‘ ma non può ‘ per carezzarsi sino ad un orgasmo travolgente. E però non riesce a trattenersi del tutto, ed i suoi dentini stringono la punta del cazzo un po’ troppo energicamente. Il bidello, allora, tira fortemente i capelli con le dita, obbligandola a distaccarsi da lui.
‘Ahi! Perché l’hai fatto?’
Giuseppina lo guarda con aria di scusa, continuando a succhiarlo, ma con meno enfasi.

Con il respiro corto lui la guarda. ‘Alzati in piedi. Voglio guardarti ancora.’

Mentre la ragazza si alza, l’uomo nota il fluttuare dei lunghi capelli, gli occhi verdi, la deliziosa pelle di un colore dorato uniforme.
‘Vedo che non hai segni del costume.’ Le mani vagano sulle piccole tette sollecitando successivamente i duri capezzoli. Lo sguardo scende ancora più in basso, lungo il ventre piatto e glabro. Spostandosi leggermente ha potuto notare le labbra vaginali sporgere impudicamente fra le gambe. Una mano scende lentamente sul corpo per andare a sondare fra le calde pieghe del suo sesso. Un dito si incunea all’interno e una volta estratto, appare umido e lucido di ciprigna.

Lo guarda incredula. Le sensazioni sono tanto intense quanto discordanti. Non riesce a decidere se sentirsi mortificata o contenta per le parole che le ha detto. Si sente sempre più calda e al limite dell’orgasmo.

‘Molto bene. Sei bellissima Giuseppina F. Ora prosegui il lavoro che avevi iniziato.’

Mortificata ed eccitata, torna in ginocchio fra le sue gambe e da sotto la pancia il cazzo vibra davanti ai suoi occhi. è certa che non durerà ancora molto. Accarezza le gambe pelose del bidello e cerca di dimenticare l’odore e il gusto nauseabondo. Dolcemente una mano stringe la base del cazzo mentre la seconda soppesa le palle che trova sorprendentemente dure anch’esse. Appoggia le labbra sulla cappella violacea e mentre succhia, aspira tutto il cazzo in bocca.
‘Ooohhh! Sii” Mormora lui, mentre con gli occhi chiusi, abbatte la testa all’indietro godendo al massimo il pregevole lavoro che la ragazza va svolgendo.

Giuseppina vi si dedica appassionatamente, muovendo la testa avanti e indietro lungo il cazzo ed accompagnando al contempo il movimento anche con entrambe le mani. Il lavorio è breve e intenso, e mentre lui geme a bocca chiusa, il carico delle palle si riversa sulla linguetta. Non è stata molta la sborra che la ragazza ha dovuto ingoiare: non si è fermata, ha continuato a muovere la testa finche non lo ha sentito tremare.

Passata l’eccitazione più acuta, Giuseppina si trova a disagio, a trovarsi nuda in ginocchio di fronte a lui, e la nausea allo stomaco torna a farsi sentire.

‘Leccami le palle.’
Giuseppina sgrana gli occhi incredula. Questo non era nei patti e lei era indecisa: non sapeva se soddisfare la nuova richiesta o no. Non farlo avrebbe significato salvare almeno un filo della sua dignità tanto provata. Se non avesse obbedito, però, il rischio sarebbe stato davvero enorme. Schifata, soprattutto dalla falsità lasciva dell’uomo, non smette di accarezzare quelle palle che sente tanto pesanti, mentre lui continua a tenere gli occhi chiusi, ancora beatamente in preda alle sensazioni che lo hanno portato ad un orgasmo tanto intenso.

Stupito, come sempre, per la bellezza e bravura della ragazza, del tutto oltre le prestazioni simili, alle quali è abituato: se Giuseppina continuasse a stimolarlo, a carezzarlo in quel modo superbo, il suo cazzo potrebbe tornare duro senza difficoltà e lui potrebbe godere nuovamente, con la stessa intensità. Nota una goccia sulla cappella e presosi il cazzo in mano lo dirige verso la boccuccia simile ad un bocciolo, che vede di fronte a sé..

Ormai avvezza a quel contatto, come sente la calda cappella premere sulle sue labbra, Giuseppina apre la bocca e la ingoia. Entrambi si perdono in un gioco perverso nel quale lui spinge in avanti il cazzo e lei glielo succhia e lecca, che dura alcuni istanti. Poi lui si ferma definitivamente ben sapendo di essere in procinto di venire nuovamente.

‘Hai finito di rollare il cazzo. Alzati.’

Sollevata si mette in piedi con il senso di nausea che si aggrava.

‘Domani voglio un bis di ciò che abbiamo fatto oggi.’
Giuseppina lo guarda incredula. Non finirà mai, si chiede, la sua terribile schiavitù?
‘Questo è per il ritardo e per esserti fatta cercare. Bada a te!’ Accompagna la manaccia con una pizzicata ad un capezzolo. ‘Non scomparire nuovamente o saranno guai seri per te e per i tuoi amichetti.’

Mortificata e umiliata, la povera ragazza geme a causa del dolore che egli infligge alla sua tetta tenera e delicata. Si riveste velocemente per sfuggire al tormento ed al bruto violentatore. Si è lasciata usare e ha ceduto ad un momento di sconforto, ed ora deve subirne le conseguenze. ‘Quando finirà, tutto questo schifo?’ è l’unico pensiero che le pervade la mente e che la perseguita senza tregua e con terribile crudeltà. L’odore di lui è forte e vorrebbe farsi una doccia per togliersi da dosso tutto lo schifo che la sta pervadendo sempre più.

Ancora in ritardo. Lo sapeva, e doveva correre. Fortuna che c’erano rimaste pochissime persone, nella scuola; e così poté farlo velocemente, senza preoccuparsi che le tette le ballassero in quel modo decisamente eccessivo. Sentiva il vomito risalirle in bocca. Forse sarebbe riuscita ad evitarlo se solo avesse avuto il tempo di andare in bagno e lavarsi la bocca. Si sarebbe accontentata anche di una sorsata di coca cola, ma invece doveva correre e arrivare in cima alle scale con la massima urgenza.

Lo vede nervoso camminare avanti e indietro davanti alla porta della sala professori. Neppure il tempo di poter ricomporre il vestito, che Tonino l’afferra per un gomito strattonandola e guardandola cupamente. ‘Sei sempre in ritardo.’ La guida verso la porta e dopo aver bussato brevemente entra.

Maxtaxi
Un grazie particolare a Gianfranco per i suoi suggerimenti. Senza di lui questo capitolo non avrebbe visto la luce.

Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

taximassimo@yahoo.it ‘ mail e msg nelle poche volte che sono collegato.

Questo romanzo non deve essere riprodotto elettronicamente o a mezzo stampa senza la mia autorizzazione scritta.
This novel should not be reproduced electronically or in print with out my written permission.

Leave a Reply