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Racconti di Dominazione

Noelle capitolo 6

By 8 Luglio 2024No Comments

Roman

A febbraio Jezabel si prende due settimane di ferie e va a Marsiglia dai suoi. Tornerà giusto per il mio compleanno. Una decina di giorni prima del suo ritorno, arrivo al cantiere quasi all’una, devo parlare del giardino con Roman; andando al cantiere vedo da lontano che gli operai e le donne sono tutti insieme che mangiano e Maruska ha il bambino al seno. Noto che fa segno a uno dei ragazzi di aspettare, lui sembra impaziente non so di cosa. Mi fermo a guardare incuriosita, non si accorgono di me: lei finisce di allattare e si sistema la tetta nel reggiseno, poi dice qualcosa a una delle donne e le passa il bambino. Quindi si alza e si dirige verso il fondo del cantiere, dove ci sono le latrine. Anche il ragazzo si alza e insieme a lui anche un secondo uomo: questo è Mihai, un capo squadra, un tipo tarchiato e rozzo come Roman. Il ragazzo lo squadra deluso ma non dice niente e insieme seguono Maruska. Sono sempre più intrigata, la faccenda sta prendendo una piega un pò strana. Mi incammino anche io da quella parte, ma faccio un giro lungo perché non mi vedano. Arrivo vicino al container delle latrine e sono dietro a una catasta di legna, sento delle voci, mi sporgo lentamente e sbircio al di là….Mi trovo davanti a uno spettacolo sconcertante: adesso gli operai sono in tre, ce n’è anche uno che non ho mai visto, un tipo alto e più scuro degli altri. Maruska è accovacciata in mezzo a loro, con in bocca il pene flaccido del capo, mentre gli altri hanno i loro in mano e li guardano. Sono scioccata, trattengo un’esclamazione e vado subito via. No. Non me ne vado, sono ancora dietro la catasta, non riesco a muovere i piedi. Ascolto…. sento alzarsi le loro voci, stanno commentando qualcosa. Sbircio di nuovo: il pene del capo adesso è duro, grosso e tozzo come lui, lei lo sta leccando come un gelato e gli sorride. Anche gli altri ormai hanno i loro pronti, si sono avvicinati. Anche io sono pronta…. mi accorgo di essere bagnata!
Maruska si alza e si gira verso il container, si tira giù i pantaloni e le mutande fino alle caviglie, allarga le ginocchia, si appoggia con le mani al muro e aspetta. Il primo è il capo, si avvicina da dietro e subito le alza maglione, maglia e tutto quello che ha addosso sopra le spalle, poi le slaccia il reggiseno in modo che lei abbia le tettone che pendono giù, come due mammelle; gli altri due approvano a gran voce. Poi glielo appoggia dietro e lo strofina sulla fessura: vedo che lei è bagnata, si muove e gli cola sul cazzo. Adesso Mihai entra, lentamente, vedo che Maruska irrigidisce un attimo le gambe ma poi rilassa i muscoli e si allarga, sporge il bacino indietro, si lascia penetrare fino in fondo. Inizia a scoparla lento, regolare; lei continua a muoversi, sembra che le piaccia, lui adesso spinge più forte e più veloce, Maruska sta ansimando piano; non riesco a staccare gli occhi dalle sue tette, grosse, ancora gonfie di latte, i capezzoli enormi e scuri: dondolano sotto di lei seguendo i suoi movimenti, mi eccitano un sacco! Ed ecco che ora Mihai, sempre scopandola, si allunga e le prende i seni con le mani, li strizza come due mammelle da vacca, vedo che escono due schizzi di latte: gli altre due ridono, lei invece spalanca la bocca e geme, lui accelera, ha quasi finito, lei ansima più forte, sembra che stia per venire anche lei ma lui, con un verso roco, dà un colpo forte, finale e resta fermo dentro. Vedo che la ragazza fa una smorfia di stizza ma resta ferma, lui dà altri due colpi forti e poi esce. Quando lo tira fuori vedo un filo di sperma che cola fuori dalla figa ancora aperta. Mihai si pulisce con un fazzoletto e lo butta per terra insieme a una banconota da 20€…… Ecco che lavoro fa Maruska! Poi l’uomo si riabbottona con calma e se ne va. Il secondo è quello alto e scuro, ha già il pene pronto, aspetta che il capo se ne sia andato e poi si avvicina a Maruska che nel frattempo è rimasta ferma in posizione. Lo appoggia ed entra subito fino in fondo con un colpo violento: lei sussulta e apre la bocca, poi lui inizia a muoversi e la ragazza sorride, sta godendo! La sento ansimare, gemere e dopo poco, mugola e si raddrizza di colpo, tremando. Spinge via l’uomo che si sfila da lei, si riappoggia alla parete e resta così ad ansimare forte per alcuni secondi. Il ragazzo ride e poi la penetra di nuovo, violentemente. La scopa così, con colpi forti e profondi, lei si contorce, spinge anche lei contro di lui. Vanno avanti così un bel pò, il terzo è impaziente e si sta segando mentre li guarda, dice qualcosa ma loro continuano e continuano e….. merda sono un lago, ho bagnato le mutandine! Mi infilo la mano tra le gambe e strofino la stoffa contro la vulva, il contatto degli slip bagnati mi eccita ulteriormente! Sto pensando di andare a casa a farmi un ditalino ma voglio finire di vedere. Intanto il tizio continua, avanti e indietro, rude, e Maruska ansima sempre piu forte… finché viene di nuovo, le gambe le tremano più di prima. Ma stavolta l’uomo non esce, si ferma ma resta dentro. Il terzo sta perdendo la pazienza, si avvicina e dà un colpo sulla spalla della ragazza, lei gli grida qualcosa in rumeno e quello si allontana di nuovo. Quando lei respira più piano il ragazzo alto riprende a scoparla, con colpi sempre violenti ma adesso più veloci, sempre piu veloci e finalmente anche lui le viene dentro, e tirato dall’altro esce quasi subito. Il tempo di buttare lì i soldi e riabbottonarsi che il terzo ha già finito, gli sono bastati una decina di colpi rapidissimi. Anche questo, soldi e pantaloni e se ne vanno insieme. Lei rimane un minuto appoggiata a riprendere fiato, poi si infila due dita dentro per far colare bene fuori lo sperma; infine se le infila in bocca per pulirsele, raccoglie i soldi e poi si riveste…. ma intanto che si riveste si gira, mi guarda e, sorridendo, mi fa l’occhiolino!
Scappo subito via, vado verso la macchina, devo essere rossissima. Salgo, sto per mettere in moto ma mi ricordo che devo parlare con Roman…. merda il ditalino dovrà aspettare.
Vado verso il container/ufficio, passando di fianco guardo dentro dalla finestrella per vedere se c’è….. santo cielo ma che succede oggi??? Lo vedo da dietro che si sta facendo una sega! Questo è un posto di pervertiti! E io lo sono piu di loro perchè mi fermo a guardare! Ha quasi finito, perché muove il braccio velocissimo, poi d’improvviso viene con un grugnito animalesco…. mi stacco dalla finestra prima che possa girarsi, mi allontano dal container. Dopo pochi minuti lo vedo che si allontana verso le auto e….. dovrei raggiungerlo per dirgli quella cosa sul giardino…. invece…. mi sto muovendo verso il container… la porta è aperta. Ho il cuore a mille, non so perché ma entro, chiudo e mi dirigo diretta verso la scrivania. In bella mostra sul piano c’è una rivista pornografica di donne legate e frustate! Che schifo! Ma perché resto qui? Su una pagina c’è una grossa sborrata, sembra shampoo…. ho un’allucinazione, mi immagino di prenderla con tre dita e infilarmela in bocca…. non è fantasia, l’ho fatto! Ho il suo sperma sulla lingua!! Lo tengo lì e poi non riesco a trattenermi, lo ingoio!!! Cosa mi ha preso?? Dio mio chi sono??? Cosa sono diventata??? ….. finalmente riesco a riprendere il controllo delle mie gambe ed esco di lì… Riprendo il controllo delle gambe ma non della vagina, continua a colare! Ansimando arrivo alla macchina, quasi correndo, non c’è nessuno, apro la portiera e mi accuccio di fianco: faccio pipì, mi svuoto completamente poi salgo in macchina, allargo le gambe e infilo la mano nelle mutande. Mi masturbo con forza come se da quello dipendesse la mia vita…vengo quasi subito ma continuo, ne voglio ancora. Al secondo orgasmo mi fermo ansimando. Aspetto 10 minuti e poi metto in moto e vado verso casa, guido piano perché sto ancora tremando. Non penso, non voglio pensare, sono un automa! Vado a casa e salgo diretta in camera. Jez è a Marsiglia e Salvatore da qualche parte in giro per il mondo: sono sola, nessuno mi verrà a disturbare. Mi butto vestita nel letto, abbasso pantaloni e mutande insieme, alle caviglie… mi torna in mente Maruska, l’eccitazione sale a dismisura! Allargo le ginocchia e mi infilo un dito in vagina, non mi basta, ne infilo due e poi tre. Quattro! Mi fotto con forza, voglio sentirmi troia, voglio sentirmi come lei! Vengo quasi subito soffocando l’urlo in un verso grottesco, resto ad ansimare con ancora la mano dentro, sento la vagina che pulsa e si serra sulle mie dita. Quando le tiro fuori sono piene del mio succo, me le porto al viso e annuso. Me le asciugo sulla pancia e mi abbandono sul materasso. Coi piedi tolgo i pantaloni e le mutande dalle caviglie e li scalcio via, lo stesso col resto dei vestiti. Sono nuda sul letto, allargo braccia e gambe e resto così; sto ansimando, sento la vagina aperta, pulsante, bagnata, guardo il soffitto e ripenso a oggi: Maruska e le sue mammelle gonfie, i tre uomini che la scopano, Roman che si fa una sega e io che ingoio il suo sperma. E poi il ditalino in macchina e adesso. Ansimo più forte, voglio fottere, dove cazzo è Salvatore, non c’è mai quando mi serve! Porto una mano tra le gambe e mi tiro la pelle intorno al clitoride per esporlo, lo guardo: è gonfio, rosso. Con il medio dell’altra mano lo solletico da sotto e resto senza fiato. Sono a un passo dall’orgasmo e allora gioco a nascondino con la mia voglia: lascio stare il clitoride e sfioro le grandi labbra, con l’altra mano sfioro l’ano e il perineo, poi porto entrambe le mani sulla pancia. Mi accarezzo, pancia, fianchi, seno. Sfioro i capezzoli e mi piego in due dal piacere, allora salgo ad accarezzarmi il collo, la mascella, la fronte. Sfioro le labbra con un dito e Dio ci sono vicina, non resisto! Allora mi lecco le dita della mano e scendo al clitoride e, contemporaneamente con l’altra mano vado ai capezzoli…..Stavolta non trattengo l’urlo, vorrei continuare ma tremo troppo non ci riesco! Alla fine mi giro pancia sotto, respiro e mi addormento quasi subito.
Il giorno dopo torno al cantiere, devo dire a Roman quella benedetta cosa, non so come farò a guardarlo in faccia. Entro nel container e lui non c’è, è appena uscito, ma sulla scrivania c’è ancora una rivista con sopra sborra fresca… e anche oggi, lo stesso di ieri, ingoio lo sperma e mi masturbo. Vado avanti così per quattro giorni; il venerdì però vengo sorpresa da Roman mentre mi infilo le dita in bocca! Rimango di sasso, non riesco a muovermi per la vergogna e lui ne approfitta: in due passi mi raggiunge, con una mano enorme mi prende per il collo e mi sbatte contro la parete, mentre con l’altra si slaccia i calzoni. Sono in panico, non so cosa vuol fare ma allo stesso tempo sono un lago! Con la coda dell’occhio vedo che se l’è tirato fuori, un pene enorme e flaccido che gli dondola davanti… avvicina lentamente la faccia alla mia, Dio come puzza! Con la mano ormai libera mi ha preso un seno sopra il maglione e lo stringe, con forza, per fami male 《ti piace la sborra del tuo Roman, vero francesina?》 mi lascia il collo ma sono nel panico e nella vergogna più totali, non oso muovermi né dire niente. Mi prende una mano e se la mette sull’uccello, è ancora bagnato dalla sega di prima, mi fa schifo ma sono sempre più eccitata, quasi non mi accorgo che dice 《era ancora calda? Dovresti provarla direttamente alla fonte che ne dici?》 Sento il suo alito rancido, la sua puzza di sudore: lo schifo ha la meglio sull’eccitazione e, farfugliando non so neanche io cosa, mi divincolo e sguscio via. Vado alla porta, la apro ed esco, tutto mentre Roman sta ridendo a crepapelle!
Arrivo alla macchina quasi correndo, metto in moto e filo a casa! Per cinque giorni, con la scusa di un pò di febbre, non mi faccio vedere al cantiere, ma oggi tornano sia Salvatore che, soprattutto, Jezabel e non voglio farmi trovare a letto. Decido che non le dirò niente, quindi vado a prenderla all’aeroporto e cerco di essere normale. Ovviamente si accorge che c’è qualcosa che non va ma svicolo le sue domande con la scusa della febbre. Spero se la sia bevuta, non potrei confessare questa cosa, ho troppa vergogna!
In ogni caso domani è il mio compleanno, ne faccio 22, mi dico che ormai sono una donna adulta e decido quindi di affrontare Roman! È stato un errore sia da parte mia che da parte sua, io mi sono comportata male ma lui peggio, ci metteremo una pietra sopra e nessuno dei due dirà niente a chicchessia. Questo è più o meno quello che voglio dirgli, limpido, semplice, diretto.
Arrivo al cantiere più presto del solito, per le 9 ho già parcheggiato. Mi dirigo dritta verso l’ufficio, busso ed entro senza aspettare risposta. Lui è lì che guarda dei fogli, mi vede e, con un gran sorriso si appoggia allo schienale e allontana la sedia dalla scrivania:《uuuh la francesina ha deciso di tornare a farci visita eh? Adesso la vuoi la sborra calda del tuo Roman?》 mi sento come se mi stessi osservando da fuori, mi vedo rispondere 《sì per favore》 e mi muovo, mi avvicino alla a lui, mi infilo tra la sedia e il piano e mi inginocchio; con le mani gli allargo le ginocchia, e poi cerco di aprirgli il bottone, ma sto tremando e non ci riesco, lui me le scosta bruscamente e se lo slaccia da solo. Lo guardo da sotto e lo ringrazio timidamente, poi tiro giù la zip, infilo una mano dentro e lo tiro fuori. Stavolta non è proprio flaccido, ed è unto e puzza… di sudicio… e per qualche diavolo di motivo la cosa mi eccita! Non so bene cosa fare, è la prima volta che lo faccio… inizio a dargli dei baci sopra ma lui mi prende per i capelli e mi gira la testa in alto per guardarlo: 《che cazzo fai! La lingua! E la bocca! Devi farmi un pompino, non mettermi a nanna!!》 Nessuno mi aveva mai parlato così, è umiliante…. ed eccitante! Gli rispondo come gli rispondono i suoi operai: 《si signore, mi scusi signore》 Per qualche ragione umiliarmi così mi eccita a dismisura! Inizio a leccarlo, impacciata, il sapore è peggio dell’odore, lecco così per un poco ma vedo che il cazzo invece di indurire si sta ammosciando. Vado nel panico, lo lecco con più foga e intanto sbircio la sua faccia, Dio mio mi sembra annoiato! Non so che fare, non ho mai neanche…. 《con la lingua non ci sai fare, apri la bocca e prendilo dentro!》 mi affretto a ubbidire, ma ho la bocca secca e faccio fatica. Però una volta che è dentro inizio a salivare, e riesco a farlo scivolare di più… mio Dio è enorme! Respiro dal naso, cosi ho sentito dire che si fa. 《Occhio ai denti se non vuoi guai francesina!》 Mi appoggia una mano sulla testa e me la spinge più giù, io mi ritraggo e lui spinge ancora. Iniziamo così un su e giù che gli piace, me lo sento crescere in bocca. Ormai la saliva è tanta, sta anche colando fuori e questa cosa mi riesce sempre meglio, lui cresce sempre di più. Quando mi sembra abbastanza duro per potermi scopare faccio per togliere la testa ma lui me la tiene lì, bloccata. Lo guardo da sotto e vedo un espressione cattiva, tento di uscire con più forza ma è una morsa, non mi muovo di un centimetro! Mugolo qualcosa di incomprensibile e Roman mi prende per i capelli con entrambe le mani, molto forte, e mi muove la testa su e giù a suo piacimento! Adesso ho la mascella indolenzita e inizio a far fatica a respirare perché ormai è enorme e in più mi spinge fino a tapparmi la gola, ho dei conati di vomito che trattengo, mi puntello con le mani sulle sue gambe ma è inutile, adesso sta accelerando e va più a fondo, inizio ad avere veramente paura. Spingo con le braccia con tutta la forza che ho e per risposta mi ritrovo col cazzo veramente in gola e Roman mi tiene lì. Non respiro, mi aggrappo alla poltrona e alla sua camicia, mi inarco, spingo con le gambe ma è tutto inutile, finché grazie a Dio mi tira su la testa e io prendo un respiro a pieni polmoni. Ansimo cosi forte che lo sento a malapena: 《devi ubbidire francese del cazzo hai capito?》 Ansimando farfuglio un 《s-sissignor..》 e mi rispinge giù, me lo infila a forza di nuovo in bocca e riprende a scoparmi la faccia. Devo resistere a tutti i costi, ma è difficile finché mi accorgo che il ritmo sta accelerando, sempre più veloce, ci siamo sta per finire…. quando viene mi tiene la testa giù, ma non tanto da sborrarmi direttamente in gola; è tanta e continua a uscire, mi riempie la bocca e persino il naso, cerco di nuovo di uscire di lì ma mi blocca, qualcosa ingoio e qualcosa cola fuori, ho bisogno di respirare, cerco di ingoiare tutto quello che posso e alla fine mi lascia, mi tiro all’indietro e sbatto la schiena contro la scrivania, cado a quattro zampe e tossisco fuori saliva, peli e sperma! Rimango un pò lì, poi mi alzo in ginocchio, e gli pulisco il cazzo e le palle con la lingua e le mani. Quando mi sembra che sia pulito mi fermo e gli sorrido: 《sono stata brava?》 lui si alza ma mi risponde solo 《adesso vattene che ho da fare》 e intanto si abbottona. 《No ti prego non mandarmi via! Scopami!》 Allora lui mi guarda, mi prende di nuovo per i capelli e mi solleva in piedi di peso, poi sempre per i capelli, mi sbatte di schiena contro la parete. Ha la faccia a due centimetri dalla mia, sento il suo alito fetido e puzza di sudore. Mi bisbiglia serio 《vuoi scopare con me? non ti piacerà…》 Ho il cuore a mille e sto grondando. Mi esce un 《si… si… ti prego…》 con la sinistra mi prende il collo, e mette la destra alla scollatura della camicetta. Uno strappo improvviso e la camicia è aperta, la maggior parte dei bottoni sono saltati, ma non mi importa, sento la vagina spalancata, fa lo stesso col reggiseno, rotto pure quello. Poi con uno strattone mi tira giu i pantaloni e infila la mano nelle mutandine: 《mmmm la francesina ha tanta voglia vero?》 e me le strappa via! Poi si asciuga la mano sulla mia pancia. Adesso con due mani mi afferra il seno, con forza, mi fa male. Appoggio le mie mani sulle sue e spingo, voglio che stringa di più, che mi faccia più male! Mentre con le dita sale ai capezzoli e li torce, mi bisbiglia nell’orecchio: 《tiramelo fuori》. Sto tremando ma stavolta riesco a sbottonarlo alla prima e glielo tiro fuori. È già quasi duro, me lo strofino sulla fessura, sento che lo sto bagnando, non resisto, lo appoggio all’entrata per farlo entrare. Ma lui mi fa abbassare a forza, adesso ho la cappella davanti agli occhi, so cosa devo fare ma non voglio, lui mi strofina il cazzo sulla faccia finché cedo e apro la bocca. Di nuovo comincia a scoparmi la faccia, non posso ritirarmi perché ho la testa appoggiata alla parete, mi aggrappo ai suoi pantaloni e cerco di resistere, ma dopo poco lo tira fuori, adesso è duro e pronto per entrare. Mi afferra per i capezzoli e mi tira su in piedi, strappandomi in urlo di dolore, poi gira con la faccia contro la parete, ormai sono un burattino nelle sue mani, mi tira indietro il sedere ma ho le caviglie imprigionate nei miei pantaloni, rischio di cadere, così mi appoggio cin le mani alla parete. Mi rendo conto di essere nella stessa posizione di Maruska quando si faceva scopare dagli operai pochi giorni fa, con le tette che ormai mi sembrano delle mammelle da vacca appese e dondolanti. Il pensiero mi eccita tanto che mi sento colare lungo le cosce. Adesso Roman appoggia la cappella, la sento enorme, non so se mi entr…《AAAAAHIA!》 Mi ha sfondata, con un colpo violentissimo mi ha penetrata fino all’utero facendomi male, la mia vagina non è abituata a quelle dimensioni! Lui sembra leggermi nel pensiero: 《non preoccuparti francesina è elastica, vedrai che ti abitui》. Poi mi prende per i capelli e mi tira la testa indietro, e comincia a fottermi, subito fa male ma sono così bagnata che rapidamente il piacere aumenta. Il palo enorme in vagina, le mammelle dondolanti, la testa tirata indietro per i capelli… mi sento come una troia e godo come una troia, rapidamente vado fuori di testa e spingo furiosamente, facendo dei versi sconnessi, e vengo, un orgasmo abnorme, mi tremano gambe e braccia, cado in ginocchio, continuo a tremare come una foglia, non respiro. lui mi rialza di peso e cerca di penetrarmi di nuovo ma lo respingo a pugni e urla e torno per terra, con le cosce strette, voglio restare sola con il mio orgasmo, la vagina mi pulsa a lungo. Dopo alcuni minuti mi calmo e, come al solito, mi piscio addosso; adesso lui mi alza ancora e stavolta lo lascio entrare, ma vengo quasi subito, ormai non mi reggo più in piedi allora mi prende, mi porta alla scrivania e mi ci appoggia di schiena, poi mi tira su le gambe e ci infila la testa in mezzo. Adesso ho una gamba su ogni sua spalla, le caviglie sempre bloccate dai pantaloni; allargo le ginocchia piu che posso e mi lascio penetrare, ormai entra facilmente. Ma una volta entrato lui si ferma, e con le mani mi afferra le tette: le stringe, le pizzica, le schiaffeggia, mi torce i capezzoli, li tira con forza. Mi fa male, tanto, alzo le mani ma non cerco di fermarlo, ansimo e piango ma non gli chiedo di smettere. Infine mi afferra per le cosce e riprende a muoversi, mi fotte più forte e più veloce di prima, io per tutto il tempo che mi scopa mi stringo i seni e i capezzoli con forza, voglio il dolore, e continuo ad avere orgasmi; gemo, mugolo e credo di aver anche urlato qualcosa e alla fine, dopo un’eternità, grugnendo come un cinghiale, esce e mi sborra sulla pancia. Mi lascia andare e cado per terra, procurandomi un livido su un gluteo, ma non m’importa, con le dita prendo lo sperma dalla pancia e lo spalmo sui seni,sui capezzoli, sulle labbra. Alla fine mi appoggio con la schiena alla parete e respiro………..
Mi vedo da fuori: disfatta, gambe larghe e caviglie unite dai pantaloni, seduta col culo nudo sul pavimento lurido, la vagina aperta che cola ancora, le braccia abbandonate e senza forza, le tette doloranti, coi capezzoli duri come chiodi, un filo di bava che mi cola…. e … felice??? Si felice!… ma felice di cosa? Di questo schifo? Di essermi fatta fottere da un cinghiale?? Credo anche di avere un sorriso idiota stampato in faccia.. lo cerco con gli occhi, non lo vedo…. è già alla porta, si gira 《pulisci tutto, quando esci chiudi la porta》 e se ne va. Poi, come ripensandoci, si riaffaccia: 《bella francesina, domani, prima di venire qui, fatti un clistere che ti sfondo il culetto》 e stavolta se ne va davvero.
Resto seduta ancora un pochino, poi mi faccio forza e mi alzo. Mi rivesto al meglio ma sono senza mutande e senza reggiseno; non mi pulisco, voglio tenermi addosso la sborra di Roman più che posso. Poi cerco qualcosa per pulire, trovo degli stracci luridi e ci asciugo la pozza di pipì. Li butto nel bidone, cerco di sistemarmi al meglio, prendo la borsetta, il soprabito ed esco. Per andare alla macchina devo passare in mezzo agli operai, riconosco quelli che si erano scopati la ragazza, e sento l’eccitazione crescere di nuovo! Accelero il passo, ma quando arrivo alla macchina sono un lago, devo masturbarmi, non resisto! Ma c’è troppa gente in giro, non posso, quindi metto in moto e parto. A casa probabilmente non potrei chiudermi in camera, oggi è il mio compleanno, chissà che ci sarà da fare, quindi mi dirigo verso un centro commerciale a metà strada. Mi infilo nel parcheggio sotterraneo, a quest’ora non è pieno, e vado in fondo, dove non ci sono macchine parcheggiate. Non c’è nessuno intorno e comunque la mia landrover ha i vetri oscurati e quindi sono libera: infilo il naso nella camicetta e aspiro l’odore di Roman, è inebriante, ansimando mi tiro giù i pantaloni, allargo le ginocchia e mi masturbo frenetica, mi fermo solo dopo il terzo orgasmo….. guardo giù, ho sporcato il sedile, pulisco con dei fazzolettini ma rimane la macchia… e mi piace! Sono ancora eccitata, guido fino a casa senza tirarmi su i pantaloni, e quando arrivo sono di nuovo bagnata! Mi pulisco, mi rivesto e scendo, evito due o tre domestici che mi cercano per non so cosa e cerco di andare fino in camera di nascosto, ma mi si para davanti Jezabel!!!! Si stringe al petto un pacchettino, e in viso ha un sorriso dolcissimo.
Stamattina l’ho evitata, ma oggi è il mio compleanno e mi ha aspettata. Mi sta dicendo qualcosa sui miei occhi, su stasera, sulle mie labbra… non la sto ascoltando, voglio solo togliermela di torno per poter stare sola con il mio corpo, sporco di Roman, farfuglio qualcosa sul fatto che sono caduta, mi fa male il culo, non sto bene… lei si illumina, non desidera altro che potersi prendere cura di me, si avvicina speranzosa, ma la fermo con un gesto. So con certezza che se la lasciassi fare, se salissi in camera con lei, sarebbe bellissimo, ma non voglio, adesso desidero solo restare nella mia degradazione; voglio che Jez sparisca e divento cattiva, le dico di andarsene, di lasciarmi sola, non può pretendere di starmi sempre addosso, 《fatti una vita cazzo!》 Ho alzato la voce, ci sono due domestiche che ci guardano, Jezabel è arretrata verso le scale, balbetta delle scuse, mi mette in mano il pacchettino e scappa via. Silenziosamente ringrazio Dio e corro su, mi chiudo in camera, mi spoglio completamente e mi sdraio sul letto. Mi passo le mani su tutto il corpo, mi annuso, l’eccitazione sta salendo e inizio di nuovo a masturbarmi. Cerco di ricordarmi quello che è successo al cantiere, ma mi torna continuamente davanti agli occhi il viso spaventato di Jezabel, i suoi occhi, la sua bocca. Mi sforzo di pensare a Roman, al suo pene enorme ma vedo gli occhi di Jezabel quando mi bacia, torno a stamattina, come godevo, lo sperma sulla mia pancia ma riesco solo a sentire le labbra di Jez, il suo odore… no! Non voglio, lei non c’entra, non posso insudiciarla con questo, Jez è pura…. mi costringo a fermarmi, mi alzo, corro in bagno e faccio una doccia fredda! Mi calmo, resto nella doccia ancora un pò, poi mi lavo con cura, voglio togliermi tutto lo schifo dalla pelle. Vorrei chiamarla ma forse è meglio che resti un pò sola. Vado in camera, cerco il pacchetto, era finito sotto il letto, lo apro e trovo un piccolo pendente d’oro, a forma di sole sorgente. Insieme c’è un biglietto:
“Noelle, amore mio! Ho scelto questo piccolo sole per ricordarci sempre l’alba che abbiamo visto abbracciate insieme, quella mattina di novembre. È stato il momento più magico della mia vita: i baci che ci siamo date, le parole che ci siamo dette. Lì ho capito per la prima volta cos’è l’amore, quello che sta al di sopra di tutto. Ti amo Noelle e ti amerò per sempre!
P.s. il sole me lo sono fatto fare a Marsiglia, la nostra città, dove spero, un giorno, di tornare con te.”
Mi accorgo di avere dei lacrimoni che mi scorrono lungo le guance, sorrido e mi vesto. Adesso so cosa fare, fanculo a Roman e al cantiere, domani prendo Jez e me la porto in campagna, voglio farle passare una giornata fantastica.
Passo la giornata a seguire i preparativi per la mia festa, con indosso il mio sole, ma non trovo Jez da nessuna parte. La sera arriva in fretta, Salvatore torna dal lavoro e presto iniziano ad arrivare gli invitati. Comincia la festa e finalmente vedo Jez, è insieme alle altre domestiche, capisco che sta lì perché ci deve stare ma andrebbe volentieri altrove. Cerco più volte di incrociare il suo sguardo ma mi evita accuratamente, e la serata scorre lenta e inutile.
Non riesco a stare sola con lei nessun modo e in più mio marito mi ricorda che dovevo parlare con Roman, mi dice che è urgente, devo farlo assolutamente domattina!
Che compleanno di merda…. fanculo, vado a dormire!

Marcellaeselene

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