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Racconti di Dominazione

Principessa…Regina…schiava…puttana

By 12 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Dedicato a te, che sogni queste sensazioni, che hai il timore di viverle, ma lentamente, seguendomi, saprai accettarti, comprenderti,”’.vivere

Grazie a chi vorrà inviarmi commenti e giudizi.

Grazie ai lettori di iomilu che mi seguono nella sezione raccolte, scambiando pareri ed intrecciando amicizie.

***

Finalmente, finalmente, dopo mesi di contatti virtuali, corsi sul filo della tecnologia, e-mail, chat, telefono, finalmente ci incontreremo, ti vedrò, finalmente non più solo icona su una lucida immagine fotografica, finalmente non più tremulo fantasma attraverso una web cam.

Finalmente mi vedrai, la mia voce che tanto ami non più filtrata da circuiti e chip, finalmente i miei occhi direttamente nei tuoi, a rubarti l’anima, carpirla e farla mia, come tu vuoi.

L’auto corre e ti porta verso me, verso le sponde del mio lago, quel lago Maggiore che tanto ti ho decantato, in un afoso venerdì di Giugno, il traffico sull’autostrada ti scorre accanto, persa nei tuoi pensieri, nei tuoi desideri, nei tuoi timori e rimorsi.

Ripensi alla scusa trovata per lui, per fuggire da lui, per ” vivere ‘finalmente, anche solo per una notte.

Una scusa banale, che sembra aver accettato senza dubbi, un’improvvisa convention sul lago, credibile essendo luogo noto per eventi e convegni, due giorni, una sola notte lontana da casa.

Il cuore in gola mentre prepari i bagagli, lui che si muove per la casa, affacciandosi ogni tanto alla porta della camera, tu che, vedendolo, ti affretti a gettare nella borsa quell’intimo troppo audace che hai appena acquistato pensando a me. Per un attimo il desiderio di rinunciare, mandare tutto all’aria, cedere alle paure ed ai rimorsi ed inventare un feroce mal di testa dicendogli “in fondo &egrave solo una convention, sarà per un’altra volta” ed abbracciarlo forte, lasciando che si stupisca per quello slancio affettuoso.

Ma &egrave solo un attimo, la mia immagine, le mie parole, risuonano nella tua mente, assurdamente ti provocano spasimi di desiderio, ti mordi le labbra, chiudendo con un gesto deciso il borsone, afferrando la ventiquattrore, piena d’inutili carte infilateci solo per avvalorare la tua scusa, ed esci con un bacio frettoloso; “stai attenta”, “si, stai tranquillo, ti chiamo appena arrivo in hotel”.

Poi l’autostrada, che corre veloce, la tua mente ancor più veloce, verso me, con me.

Controlli macchinalmente il tuo cellulare, speri in una mia chiamata, la mia voce, dio mio come la desideri ora, dolce e decisa, sensuale, forte, che sembra accarezzarti, coprirti, avvolgerti, in un manto di sensualità ed eccitazione, racchiuderti in un bozzolo dal quale liberare te stessa, piccola crisalide pronta a sbocciare, meravigliosa farfalla pronta a spiccare il volo.

La desideri per rinfrancarti, per fugare ogni senso di colpa, per aumentare la tua determinazione, per ‘.. eccitare il tuo corpo e la tua mente.

Nulla, nessuna chiamata.

Il casello, esci, ti dirigi verso Stresa, ecco l’hotel, sai che ho prenotato una camera a tuo nome, entri, check in, documenti, sali in camera.

Ti guardi attorno, la camera &egrave un’ampia suite, arredata con gusto, un balcone affacciato sul lago, davanti alle isole, il sole che ti bacia e ti riscalda.

Una rosa profumata ti osserva, ti avvicini, sfiorandone i petali serici con la punta delle dita, vedi un piccolo biglietto, lo apri con frenesia, lo leggi: “Benvenuta, una gioia averti qui”.

Una gioiosa stretta al cuore, mentre non riesci a staccare gli occhi dal biglietto, gustando il delicato profumo di quel fiore.

Ecco, finalmente il trillo del tuo cellulare, non hai bisogno di guardare il numero, sai che sono io, la tua voce un pò roca, le gambe improvvisamente tremanti

Dimentica di tutto ora

“Ciao cucciola, ti aspettavo, ben arrivata”

sussurri un “grazie” dandoti della sciocca per le mille cose che vorresti dirmi e ti si strozzano in gola.

“passo a prenderti alle 20, per una serata speciale, la nostra serata, la nostra notte, finalmente”

solo un “..si” dalle tue labbra, dio mio come ti senti stupida, una 14enne al primo appuntamento, eppure, come &egrave eccitante tutto ciò.

Il sordo click della comunicazione interrotta, resti per un attimo a guardare il cellulare, quasi potesse animarsi, farmi apparire davanti a te.

Poi lo posi lentamente, apri il tuo borsone, sistemando con cura l’abito da sera che hai portato.

Seducente, sexy, vuoi essere ammirata stasera, desiderata, e sai che ti farò sentire speciale, sempre al centro dell’attenzione, io e te, insieme. Che ti darò quelle emozioni che hai solo sognato, guidata dalla mia voce, dalla mia fantasia, facendotele provare sulla pelle.

Si, Principessa ‘ Regina ‘ Schiava.

Un brivido, ti riscuoti, cerchi di sgombrare la mente.

Entri nel bagno, la grande vasca idromassaggio ti guarda invitante, lasci scorrere l’acqua; su un piccolo tavolino in legno una ciotola con tre candele galleggianti, le accendi, lasciando che il delicato aroma di vaniglia riempia la stanza, ti immergi nell’acqua, i getti che ti accarezzano il corpo, ti sfiorano la pelle, impetuosi eppure sensuali, ti muovi piano nella vasca, offrendo il tuo corpo a quei getti, accompagnandoli sulla pelle, cercandoli, lasciando che l’eccitazione che provocano cresca in te, lenta ed inarrestabile. Osservi le lente volute di fumo levarsi dalle candele, salire e perdersi, dissolversi come i tuoi pensieri che, confusamente, si librano, cercando di immaginare, di vivere, la notte che ci aspetta; salgono in un crescendo di eccitazione, di attesa, per poi svanire nella nuvola di inconsapevolezza, di ignoto che sai preparerò per te, e tutto ciò fa volare il tuo corpo, la tua mente.

Esci dalla vasca, il corpo gocciolante, osservandoti lungamente allo specchio, ti vedi bella come non mai, gli occhi lucenti, la pelle liscia, curata.

Il morbido accappatoio ti avvolge, come un caldo abbraccio, poi lo lasci scivolare a terra, umido, osservandoti allo specchio, nuda.

Sollevi una gamba appoggiandola al bordo della vasca, lasci scorrere la mano sulla pelle, accarezzando il collo del piede, il polpaccio, spalmi con cura una crema idratante, profumata, dai piedi lentamente su, alla coscia, al ventre, al seno, al collo, beandoti di quella carezza, gioendo all’idea di prepararti per me; ami il tuo corpo, ed ancor più ami renderlo affascinante per la nostra serata.

Ora quell’intimo che hai acquistato apposta, un leggerissimo perizoma, quasi impalpabile, inconsistente, lo senti accarezzarti la pelle, insinuarsi in te, tra le tue natiche, dandoti un brivido. Le calze ora, sottili, velate, quasi una seconda pelle che esalta le tue gambe, le dita che leggere le sistemano, i tuoi occhi che scrutano ogni minimo difetto. Perfetta, così vuoi essere per me.

Ora l’abito, scelto con cura, elegante e seducente.

Circonda, alto e avvolgente, il tuo collo sinuoso, come un morbido collare, lasciando le spalle e la schiena nude, modellando i tuoi seni. Nero, di seta, lo senti scivolare sulla pelle, donandoti sensazioni inattese. Scende sui fianchi, disegnandoli, per poi cadere morbido oltre il ginocchio, frusciante, preludio di intime carezze, di emozioni.

Con cura spazzoli a lungo i capelli, raccogliendoli in una lunga coda, sai che amo vedere l’ovale del tuo viso. Solo un velo di trucco, come io ti ho chiesto e’sei pronta, ti ammiri allo specchio, con occhio critico, ti piaci, sai di piacere.

Un occhiata all’orologio, le 20, lo squillo del telefono della camera “La Signora &egrave attesa nella hall”, sorridi alla mia puntualità “scendo subito, grazie”, esci frettolosa, afferrando la piccola pochette, l’ascensore, ed eccoti davanti a me, il mio sorriso, in cui ti perdi, cercando di vincere l’imbarazzo; mi avvicino lentamente, prendendo la tua mano, sfiorandola con un bacio a fior di labbra, che ti fa rabbrividire “sei splendida, una Principessa”. Arrossisci appena, inclinando la testa con gesto vezzoso, si, così ti senti ora, una ‘ Principessa.

Usciamo, davanti all’hotel una limousine nera in attesa, l’autista tiene aperta la portiera, perso nei suoi pensieri, il cappello tra le mani; lascio che tu salga, raggiungendoti.

Hai gli occhi lucenti, il cuore in gola, il viso arrossato dall’emozione. Solo ora ti accorgi di non aver ancora detto neppure una parola.

L’auto si avvia lenta, il silenzio tra noi, senti i miei occhi su te, il mio sorriso sfidarti quasi, volgi piano il viso verso me, accorgendoti di trattenere il respiro, la mia mano che sfiora il tuo volto, le tue labbra e lentamente ti avvicina a me, i volti vicini ora, molto vicini, troppo

Un lieve bacio, timido quasi, ma che basta ad accendere mille desideri, il tuo sapore in me, il mio in te, staccandoci per poi cercarci di nuovo, sempre dolcemente, lasciandoci illanguidire da questo inizio di serata.

L’auto si ferma, l’autista apre la portiera, scendiamo, in riva al lago, un motoscafo ci attende; prendo la tua mano mentre avanzi titubante sui tacchi a spillo, cercando di ritrovare l’equilibrio in armonia con il lento ondeggiare della barca.

Il motore si accende, la riva si allontana mentre un isola, piccolo gioiello incastonato nelle acque del lago, si avvicina rapida, le luci tremule riflesse nell’acqua, che si dissolvono al passare dell’imbarcazione, un pontile, un ristorante, entriamo.

Luci soffuse, una musica ovattata e piccole salette caratteristiche, intime, rischiarate dalla calda luce giallognola di candele che disegnano ombre sulle pareti.

Ci accompagnano al nostro tavolo, scosto la tua sedia, mentre ti siedi la mia mano sfiora la tua schiena nuda dandoti brividi inattesi, mi siedo di fronte a te, osservandoti.

Ti dai della sciocca per non aver ancora detto neppure una parola, ma ora sono davanti a te, lasci che il tuo sguardo si perda nel mio, le nostre dita si sfiorano, e lentamente il ghiaccio si scioglie, le parole fluiscono più rapide ora, parliamo di tutto, di te, di me, di noi soprattutto.

Un cameriere si avvicina servendo due flute di champagne ed attendendo le nostre ordinazioni;

Provi un attimo di allegro imbarazzo quando, con voce seria, dico, guardandoti negli occhi: “forse come antipasto gradiresti una julienne di carote non condita”?

Trattieni a stento una sussulto di risata ricordando un nostro vecchio gioco che il cameriere non può capire, mormorando un “no grazie” soffocato dal riso, ma sentendo un violento rossore imporporarti il viso e, improvvisa, l’eccitazione coglierti al ricordo di quella prova superata con fierezza; l’inizio della nostra avventura, del nostro percorso.

Ordino la cena, perdendomi nei tuoi occhi

Rapidi e discreti camerieri ci servono, quasi non ti accorgi di ciò che mangi, tali sono le emozioni che stai vivendo. Si, una ‘ Regina, così ti senti ora.

Una gioia immensa, una felicità da bambina, quasi un estasi.

La cena finisce, ancora il pontile, ancora il motoscafo, di nuovo verso riva, in silenzio.

I tuoi pensieri turbinano

Sei stupita della dolcezza della serata, del fatto che nessuna parola, nessun gesto abbia neppur lontanamente accennato ai giochi tante volte sognati insieme, tu tra le mie mani, lasciandoti plasmare, guidare, sottomettere forse. Desideri che avevi sempre negato, che hai accettato con me, con gioia.

Ma fino ad ora solo tanta tanta dolcezza, e tutto ciò ti fa volare forse ancor più, vorresti abbracciarmi, restare stretta a me, in silenzio.

Sbarchiamo, l’auto ci aspetta, saliamo. Hai un brivido di freddo nell’aria della notte. Sorrido stringendoti a me. Rabbrividisci ancora, non &egrave il freddo ora, ma le mie braccia attorno a te.

Le nostre mani ci sfiorano, i nostri visi si cercano, le nostre labbra si trovano, impetuose ora, come un torrente che travolge improvvisamente un argine troppo debole per trattenerlo, senza più ostacoli, le lingue frenetiche che si scambiano emozioni, frugando in noi, respiri sui respiri, ansimi negli ansimi.

Il tuo corpo che reagisce ai miei baci, alle mie carezze, il busto si inarca, i seni si protendono, quasi a chiedere, urlando, attenzioni troppo desiderate, gonfiando la seta, tendendola a modellare il tuo corpo.

Le mie mani sulle tue, afferrando i tuoi polsi, con decisione ora, portandoli dietro la tua schiena, facendoti sentire mia, ancor più mia, chiudi gli occhi, abbandonandoti e, improvviso, un rumore metallico, secco, una gelida stretta ai tuoi polsi, la rabbrividente sensazione di non poterli muovere. Mia

Un brivido di paura ora, un gemito non di piacere, mentre spalanchi gli occhi, vorresti chiedermi spiegazioni, capire, ma’

I miei occhi nei tuoi, profondi, sicuri, decisi, ti fanno morire in gola le parole, ora non hai più paura, ora sai di non aver nulla di cui temere, ora inizi ad apprezzare quella forzata immobilità decisa da me, voluta da me.

Mi scosto appena da te, ammirandoti.

Le braccia che scompaiono dietro la schiena, premute tra te e l’accogliente sedile in pelle, le braccia nude, le gambe graziosamente unite, il seno incredibilmente eccitato che mi chiama, ed i tuoi occhi, i tuoi occhi che ora assumono quella torbida espressione che hai scoperto in te, guardandoti allo specchio mentre la tua mente volava con me, quella espressione che hai imparato ad amare, a desiderare, quella espressione che rivela la vera te stessa.

Dischiudi la bocca rovesciando mollemente il capo contro lo schienale, abbandonandoti a me, senza smettere di guardarmi, respirando a labbra dischiuse.

Lasci che il mio sguardo ti accarezzi dolcemente, sfiorando il tuo collo, la gola, i seni eccitati, soffermandosi impudicamente sui capezzoli tesi, evidenti, sfacciati.

Ti stupisci di quanto possa eccitarti il mio lento sguardo sul tuo corpo.

Le mie dita scivolano su te ora, sui fianchi, sulle cosce, mentre gemi sommessamente. Scostano l’orlo della tua gonna, accarezzando le tue gambe, sollevano il tuo bacino scivolando sotto te, che ti sollevi, invitandomi, con i gesti del corpo, a proseguire. L’abito scivola sotto di te, cogli la piacevole sensazione della pelle del sedile sulla tua pelle, il pulsare ormai frenetico del tuo sesso contro quella pelle, sulla mia mano. Si la mia mano che ti sfiora, ti fruga, a tratti gentile a tratti decisa.

Il sottile filo del tuo perizoma, lo scosto lentamente dal tuo solco, facendolo scivolare sulle tue natiche. Lo senti muoversi su te, in te, scoprire il tuo sesso ormai umido di piacere, di desiderio. E le mie dita, le mie dita che accarezzano le grandi labbra, gonfie, sensibili, frementi.

Il corpo rilassato, abbandonato a me, muovendo il bacino, cercando le mie mani.

Un mio movimento rapido, un sommesso click, un ronzio e’..

Il sottile divisorio che ci separa dall’autista scorre lentamente, aprendosi, ti irrigidisci, vorresti chiedermi di chiuderlo, ma non osi;

non sai cosa, ma qualcosa ti spinge a tacere, mentre un violento rossore imporpora il tuo volto.

Il tuo corpo ora &egrave teso, quasi un cerbiatto ferito che aspetta tremando rannicchiato tra i cespugli. Tesa, sai che, alla fioca luce interna dell’auto, l’autista potrebbe vederci dallo specchietto retrovisore, cogliere la tua voglia, il tuo abbandono, capire che le tue mani sono legate dietro la tua schiena ed intuire quanto ciò ti ecciti.

Ma ora le mie mani si fanno più decise, ora aprono il tuo sesso umido, ora inconsciamente schiudi un poco le gambe, favorendo i miei movimenti.

Non importa se lui può vedere, capire, non importa, ora vuoi me, e soprattutto vuoi essere mia.

No, non mentire a te stessa, ti piace, ti eccita l’idea che lui ‘.. forse ”. possa rubare attimi del tuo piacere, che lui possa fantasticare con torbidi pensieri su di te, che la sua mente vada oltre ciò che può vedere ”. forse ”…, o forse lui, assorto nella guida, professionale, assente, non degna di uno sguardo quei passeggeri che trasporta, badando solo al traffico, alla strada.

” forse ” anche questa incertezza ti fa fremere.

Spalanchi la bocca trattenendo a stento un gemito mentre le mie dita entrano prepotenti in te, scivolando sul tuo piacere, ansimi cercando aria, la testa rovesciata sul sedile, le gambe che sempre più si aprono, il ventre che si solleva e si abbassa, cercandomi, Volendomi, disperatamente, mentre sotto di te la mia mano si muove abile, invadente, eccitante.

Poi ti abbandona,

per un attimo,

mi guardi, cercando di rallentare i battiti del tuo cuore, ma ecco che ancora senti le mie dita scivolare sotto di te, sollevi il bacino, ancora le mie mani sulle tue natiche, sul tuo sesso pulsante.

Una nuova sensazione sulla tua pelle, qualcosa di liscio, freddo, un lampo nella tua mente, ‘ le palline ‘ , quelle palline cinesi di cui tanto abbiamo parlato.

Hai appena il tempo di realizzare, di capire, che ‘ le senti scivolare in te, forzare il tuo sesso accogliente, entrare, riempiendoti, prima una, poi la seconda.

Invadendo la tua intimità, colmandola, eccitandola.

Ora hai gli occhi sbarrati, persi nel nulla del desiderio, li chiudi un attimo, per poi spalancarli nuovamente, guardando in viso l’estasi che vuoi raggiungere, cogliere, fare tua. Il respiro mozzato dall’improvviso piacere che stai provando, ti sembra, per un attimo, di cogliere lo sguardo dell’autista nel retrovisore, arrossisci ancor più, il viso in fiamme, calore improvviso sulla pelle, ma la sensazione di essere osservata accentua il tuo desiderio, la tua voglia, mentre squassanti spasmi contraggono il tuo ventre.

Ti muovi sulla mia mano, che sapientemente fa ondeggiare le palline in te, segui i miei movimenti, accordandoti con me; tolgo la mano, ma il tuo bacino continua la sua danza oscena, imparando a dosare i movimenti per trarre il maggior piacere, avvicino la mano al tuo volto, la mia mano pregna di te, del tuo odore, del tuo sapore, la poso sulle tue labbra, fissandomi la tua lingua la lecca, avida del tuo sapore, il tuo sguardo mi parla di desiderio, di perversione, di abbandono; mi avvicino a te, la mia bocca sulla tua, la mia mano tra le nostre bocche, assaporando lo stesso sapore, incuranti degli sguardi furtivi dell’autista.

Ora, ora la tua mente &egrave mia, ora il tuo abbandono &egrave totale, spalanchi le gambe, gemendo tra le labbra socchiuse, la tua lingua inventa vortici estasianti sulle mie dita, tra le mie labbra; la tua bocca aspira la mia saliva, il mio desiderio, me.

Lingue, dita, labbra, bocche; unite, cercate, desiderate, assaporate.

Lasci scivolare il bacino in avanti, sul sedile, la gonna scorre su te, scoprendo le tue gambe, l’intimo, il tuo sesso palpitante; le apri ancor più, in un invito spudorato.

Ti sembra quasi di sentire lo sguardo dell’autista tra le cosce, le palline che ti riempiono, il corpo abbandonato che trema in preda a sensazioni impensate.

La mia mano, invadente accarezza lentamente l’interno delle tue cosce senza più nessun impedimento, il tuo sguardo fisso sulle mie dita che scivolano sulla tua pelle, quasi ad attirarle là dove vorresti; le vedi salire lente, apri ancor più le gambe, sai che un’occhiata al retrovisore permetterebbe all’autista di vedere il tuo sesso fremente ed umido, il perizoma scostato, forse anche il sottile filo che unisce le palline ‘. Questo pensiero ti provoca uno spasmo violento, che fa sussultare il tuo bacino, sollevandolo di scatto verso l’alto, per poi ricadere, spossato, accompagnato da un grido gutturale, estendendo il capo, i muscoli del collo tesi, il desiderio che aumenta ancora, e la mia mano, la mia mano che maleficamente evita di sfiorarti lì, lì dove più brami.

Si avvicina, lenta, accarezza le pieghe dell’inguine, ridiscende, per risalire ancora, toccare per un attimo i tuoi peli riccioluti ed umidi, e di nuovo si allontana.

Muovi scompostamente il bacino, sempre più rapidamente, spingendolo verso ‘ il vuoto, quasi a mimare un coito immaginario che solo la tua mente sta vivendo, gustando ‘ per ora;

spingi sulle punte dei piedi, sollevando i talloni, alzandole ginocchia piegate, completamente divaricate, come a trovare la posizione più consona ad essere penetrata in profondità, quasi ad appropriarti, con la mente, del mio sesso agognato, o almeno delle mie dita sfuggenti, il tuo capo che si muove scompostamente, a destra e sinistra, la tua coda che ondeggia, mormorii, grida, ansimi.

Suoni inarticolati dalle tue labbra, sempre più alti, sempre più rochi.

Ormai anche volendo sarebbe impossibile per l’autista non comprendere ciò che provi, ciò che desideri ardentemente, ciò che VUOI.

Un mio movimento rapido, un sommesso click, un ronzio e’..

Il sottile divisorio che ci separa dall’autista scorre lentamente, richiudendosi.

La mia mano sul tuo capo ora, lo guida con decisione, facendoti chinare su di me, i polsi sempre imprigionati dietro la schiena, la tua bocca contro il mio ventre, la mia mano che libera il mio sesso, posandolo sulla tua guancia, sulle tue labbra.

La mia pressione sul tuo capo aumenta leggermente ‘.. ma non serve, la tua bocca &egrave già aperta, accogliente, bramosa, scivolo in te, sulla tua lingua, circondato dal caldo abbraccio della tua saliva, scivolo in te, fino in fondo, fino a solleticare la tua gola, sollevando poi appena il tuo capo, per subito spingerlo di nuovo contro me, fino in fondo.

Le mie mani ti guidano, mentre scomodamente rannicchiata sul sedile, cerchi di controllare il tuo desiderio, di frenare gli spasimi del tuo ventre, di addomesticare le palline che sembrano esplodere in te squassandoti.

Torturi le mani tra quelle manette che ti serrano i polsi, vorresti farle scorrere sul mio corpo, tra le tue gambe forse, ma sai bene che anche questa forzato immobilità ti eccita ancor più.

Più veloce ora, più veloce, mentre la saliva scivola dalle tue labbra

Più veloce, mentre il mio sesso pulsa nella tua bocca, più veloce, mentre lacrime colmano i tuoi occhi, lacrime di desiderio

Di piacere

Di umiliazione forse,

quell’umiliazione complice che hai desiderato e sognato da sempre,

non imposta ma condivisa, voluta.

Più veloce, ancora più veloce, stringendo le labbra, aspirando il mio sapore, cogliendo sulle tue labbra i battiti del mio cuore attraverso il mio sesso gonfio e pulsante, cercando di succhiarmi l’anima, con l’orgoglio di dimostrarti abile, esperta, di dimostrarti femmina, fino in fondo.

Femmina con tutto ciò che di positivo comporta questo termine.

Nella foga dell’estasi scivoli dal sedile, rannicchiata ai miei piedi ora, i polsi che dolgono leggermente, le braccia intorpidite dalla posizione costretta, il corpo che freme portato lontano dal solo piacere di avermi nella tua bocca, di sentirti presa da me.

Il trovarti così, quasi per caso, ai miei piedi ti da sensazioni violente, sempre più forti, le palline ora, con il corpo quasi piegato in due, premono con forza in te, riempiendoti, la tua bocca inventa sublimi arabeschi per rubarmi il piacere, coglierlo, berlo, farlo tuo.

Più veloce, più veloce ancora, ormai senza più respirare, a che serve l’aria, l’ossigeno, la vita, se hai me tra le labbra, se puoi respirarmi?

Più veloce ancora, i miei colpi ormai sembrano penetrarti l’anima

Più a fondo, colpi decisi, le mie dita che stringono i tuoi capelli, con forza, facendoti sentire che sei mia, completamente mia

Ed ecco, uno scatto deciso del mio corpo, arrestandomi di colpo in te, poi colpi rapidi, in successione, tenendo con forza il tuo capo tra le mani, e un fiume caldo che riempie la tua bocca, scivola sulla tua lingua, in gola; cola dalle tue labbra, sul mento, sulla gola, bagnando l’alto colletto del tuo abito.

Un violento orgasmo ti esplode nel cervello, inatteso forse, un orgasmo della mente più che del corpo, ma non per questo meno intenso ed appagante, anzi, forse più appagante di molti altri.

I muscoli del tuo viso improvvisamente contratti, quasi a fissare l’estasi sul tuo volto, il collo teso, il corpo scosso da spasmi simili a singulti incontrollabili, che muovono scompostamente le tue membra, le unghie conficcate nel palmo delle mani, il respiro che si blocca per lunghi istanti, per poi fluire impetuoso ed incontrollato, portando con se gemiti convulsi, suoni inarticolati, soffiando dalle narici dilatate, e dalla bocca che ancora avvolge il mio sesso, per poi di nuovo bloccarsi, quasi ad imporre un silenzio che meglio ti faccia essere partecipe delle sensazioni provate, quasi un sospendere tutti i tuoi sensi nel limbo del piacere, enfatizzarli, quasi estraniandosi da tutto, sublimandosi nel piacere, e di nuovo esplodere, soffiare, violento, impetuoso, dalle tue labbra sul mio sesso.

Un orgasmo dovuto alla gioia ed alla fierezza di avermi portato al piacere, di esserti dimostrata abile, di esserti donata a me senza tabù.

Un orgasmo dovuto all’eccitazione che da troppo cresceva in te.

Un orgasmo dovuto alla situazione, al realizzarsi di fantasie troppo spesso negate e temute.

I muscoli che si rilassano, il respiro che si acquieta, il viso finalmente disteso mentre ancora hai me tra le labbra, bevendomi, gustando il mio sapore, il mio piacere, con calma ora, con consapevolezza di ciò che stai facendo; aspirando lentamente, sentendo l’acre sapore, leggermente salato, scivolare in te, lasciando che il mio piacere scivoli lentamente dalle tue labbra, per poi, con gesto aggraziato e impudico, raccoglierlo con la lingua, guardandomi, sfrontata, impudica.

Un mio movimento rapido, un sommesso click, un ronzio e’..

Il sottile divisorio che ci separa dall’autista scorre lentamente, aprendosi ancora.

Hai un sussulto

Sei lì, accucciata ai miei piedi, le mani ammanettate dietro la schiena, il mio sesso tra le labbra, il mio seme sulle pelle, il mio sapore in te, l’odore dei nostri corpi, del nostro piacere che impregna l’abitacolo, e l’autista che non può non vederti.

Ma questa volta non te ne curi, lasci, indecentemente, che la tua lingua continui a cercarmi, a detergere il mio piacere dalla pelle, a lasciarlo scivolare in gola, il viso sollevato verso me, la gola morbida mostrata, esibita, i muscoli che sussultano mentre inghiotti, saliva, piacere, sesso.

E tutto ciò ti fa fremere, vibrare, eccitare nuovamente.

Lì, ai miei piedi schiava, si così ti senti ora: ‘ schiava, ma senza timori, senza costrizione; consapevole e consenziente parte di un gioco che abbiamo creato assieme, condividendolo, e che ci porterà lontano, insieme.

Sollevi lentamente lo sguardo verso me, i nostri occhi s’incontrano, sorrido, dolcemente, mi sorridi, dolcemente.

Ora sai che la nostra notte &egrave iniziata ”””..

Ora sai che le mille emozioni, le molteplici sfaccettature che aspettavi e bramavi si stanno realizzando, come sognavi, forse di più, facendoti sentire, di volta in volta, turbinosamente ”’ Principessa’Regina’schiava; forse’puttana.

Dedicato a te, che sogni queste sensazioni, che ora hai meno timore di viverle, che lentamente, seguendomi, sai accettarti, comprenderti,”’.vivere, volare.

Grazie a chi vorrà inviarmi commenti e giudizi.

Grazie ai lettori di iomilu che mi seguono nella sezione raccolte, scambiando pareri ed intrecciando amicizie.

***

SI, ora sai che la nostra notte &egrave iniziata ”””..

Ora sai che le mille emozioni, le molteplici sfaccettature che aspettavi e bramavi si stanno realizzando, come sognavi, forse di più, facendoti sentire, di volta in volta, turbinosamente ”’ Principessa’Regina’schiava, ”””’puttana forse’.”

un sommesso click, un ronzio e’..

Il sottile divisorio che ci separa dall’autista scorre lentamente, richiudendosi nuovamente, riportandoci in quell’intimità che credevi essere la sola che permettesse ai tuoi sensi di liberarsi, di essere vivi.

Ancora soli nella limousine che corre silenziosa nella notte.

Tu ancora accucciata ai miei piedi, il mio sapore ancora sulle labbra, il mio piacere che bagna la pelle del tuo viso, il tuo collo, che macchia il tuo abito; la mia mano sfiora il tuo volto, leggera, ti aiuta a sollevarti di nuovo sul sedile.

Mille emozioni turbinano nella tua mente, fremono sotto la pelle:

eccitazione folle per ciò che hai appena vissuto

vergogna al pensiero di ciò che l’autista abbia potuto vedere e cogliere

paura immaginando cosa potrei portarti a fare,

soprattutto paura verso te stessa per la netta sensazione che ‘.’ lo farai ‘.. provandone un piacere immenso.

Ti abbandoni sul sedile in pelle, chiudendo gli occhi per un istante; i polsi ancora stretti dietro la schiena, imprigionati da quel freddo acciaio, e ‘ le palline ancora in te, che si muovono ad ogni tuo minimo spostamento, ad ogni contrazione, anche involontaria, dei tuoi muscoli, riaccendendo la tua eccitazione.

Sollevo lentamente le tue gambe, posandole sulle mie, sfilo piano le tue scarpe, accarezzando i tuoi piedi velati da quelle calze che valorizzano così bene le tue gambe. Lascio che la mia mano scivoli lenta sulle tue gambe, leggera, accarezzandole.

Senti, pur ad occhi chiusi, il mio sguardo su te, che non ti abbandona, sfacciato, indecente, mentre la mia carezza si fa più dolce ed insistente.

Riapri gli occhi lasciando che i miei rubino i tuoi, che ne rubino le emozioni nascoste per entrare ancor più nella tua mente.

Lasci che i muscoli si rilassino, apprezzando la lenta carezza, ma non potendo, nel contempo, frenare un tremito leggero.

No, non &egrave timore, &egrave ansia, &egrave attesa, &egrave consapevolezza che la nostra notte continuerà e che tu sei pronta a seguirmi.

Le mie dita iniziano ad abbassare una calza, la senti scivolare sulla pelle, rabbrividendo, la vedi sfilarsi con gesto aggraziato dal piede;

poi l’altra,

le vedi nelle mie mani, le lascio cadere a terra davanti a me, dove poco prima tu, in ginocchio, mi davi piacere, prendevi piacere, MIA.

Quel pensiero ti da spasmi improvvisi al ventre, il desiderio si riaccende prepotente, la bocca si schiude, i muscoli si contraggono, pur conservando uno sguardo smarrito, da tenera cucciola che aspetta, con ansia, con gli occhi spalancati, ciò che avverrà;

che vuole, con tutta se stessa che ciò accada, abbandonandosi alle mie mani.

Le mie mani, le mie mani che lente si muovono sulla tua pelle, cogliendone i brividi, il desiderio, appropriandosi del tuo calore,

le mie mani che salgono indecenti, scivolando sotto l’abito, più su, verso quell’intimo acquistato apposta per questa serata, già zuppo del tuo piacere, salgono verso il tuo sesso che anela le mie dita, che vuole essere accarezzato da me, frugato, posseduto.

Abbandonata sul sedile, la bocca aperta, ritmando il respiro con i fremiti del tuo corpo, gli occhi spalancati nei miei, fissi e vacui nel piacere, seguendo ansiosa ogni mia mossa, aspettandola, anticipando con la mente ogni mia carezza, quasi a gustarla appieno prima ancora di averla.

La mia mano finalmente s’impossessa del tuo perizoma fradicio, inizia lentamente a sfilarlo, fissandoti

come a sfidarti a fermarmi,

o ad invitarti a chiedere di più.

In silenzio, senza neppure la forza di parlare, sollevi il bacino, lasciando che il perizoma scivoli, umido, sulla tua pelle, sulle gambe nude, lo sfilo lentamente ed anche lui cade frusciante davanti a me, accanto alle tue calze.

L’abito ormai sollevato in vita, le gambe dischiuse, il tuo sesso offerto, impudicamente, esibito dall’ondeggiare del tuo bacino; i tuoi occhi che urlano il desiderio, che implorano il piacere.

Vedo le grandi labbra gonfie di desiderio

I peli riccioluti imperlati di umori,

il clitoride teso, svettante, impertinente quasi.

Violente contrazioni di desiderio fanno vibrare il tuo sesso, che si schiude lentamente contornato dall’appiccicaticcio miele della tua voglia, per tornare a contrarsi, per poi schiudersi di nuovo, boccheggiante, ansimante, quasi bocca in attesa; non d’aria, non d’ossigeno, ma ‘di me.

Lascio che le mie dita sfiorino il tuo umido e roseo fiore, sentendolo vibrare, sfidandoti con gli occhi a rimanere ferma, vedendoti cedere al mio sguardo, al tuo desiderio, al piacere.

Ondeggiando ancor più il bacino, sollevandolo in una danza oscena, spudorata, cercando le mie mani mentre dalla tua gola sfuggono inarticolati suoni gutturali; premi con i piedi contro mie gambe, sdraiata sull’ampio sedile, inarcando la schiena, aprendoti senza pudore, felice ed eccitata nel mostrarti a me.

Afferro il filo che unisce le palline, tirandolo lentamente a me, muovi le anche, stringi con forza i muscoli, quasi ad impedire che sfuggano da te seguendo inesorabilmente la mia mano.

Ti senti dilatare leggermente, la pallina che spunta dal tuo sesso, lucida di umori, vorresti poterla spingere ancora in te, trattenerla, ma’.le tue mani sono legate, il tuo corpo &egrave mio.

Stringi con forza le gambe imprigionando la mia mano, ti guardo severo, senza parlare; con un sussulto le riapri lentamente mentre con un sordo suono la prima pallina esce da te strappandoti un gemito di disappunto subito soffocato.

Continuo a tirare con inesorabile lentezza il sottile filo, ancora quel senso di lieve dilatazione, ancora la seconda pallina che si affaccia umida al tuo sesso, ti sfugge un “..nno, ti prego”.

Sorrido, le mie dita lentamente la risospingono in te, muovendola contro le pareti grondanti del tuo sesso, facendola roteare, strappandoti convulsi mugolii, ansimi, gemiti; facendo contrarre i tuoi muscoli come spasmi tetanici, per poi rilassarli improvvisamente, ma solo per un attimo, solo fino alla nuova carezza indecente, violenta, possessiva.

Ed ecco che’.

Improvvisamente’.

con un colpo deciso strappo da te anche la seconda pallina.

Un sussulto, un grido, un senso di vuoto, ma subito il desiderio si riaffaccia prepotente, spalanchi le gambe ora, sollevando il bacino, allargando le ginocchia piegate, “ti prego, ti prego, ti prego”, sorrido dolcemente lasciando che le mie dita giochino con i tuoi peli ricoperti di piacere e desiderio, tirandoli leggermente, strappandoti piccoli gridolini, ed ecco, senza preavviso, le mie dita entrare in te, prepotenti, decise, sicure, eppure dolci insieme, spingono in te, allargandosi, per poi richiudersi e sfilarsi piano e di nuovo sprofondare in te, riaprendosi, ruotando, premendo fino a sfiorare il collo dell’utero, solleticandolo appena.

I tuoi muscoli contratti, la bocca aperta in una smorfia di piacere perverso, senza più respirare, lasciando che le spasmodiche sensazioni che partono dal tuo ventre si diffondano in te scoppiando nel tuo cervello, dipingendo sul tuo volto la maschera del piacere;

spingi con forza contro la mia mano, impossessandotene, pretendendola mentre dai tuoi occhi una muta preghiera mi chiede di non smettere, di concederti il piacere, di permetterti di raggiungere un nuovo orgasmo, fisico questa volta e non solo mentale come poco prima.

Sussulti del tuo corpo, movimenti delle mie mani, che si fondono, si accordano, crescono insieme, tutto si confonde e si annebbia alla tua vista, spii, tra spire di piacere che vela il tuo sguardo, ogni mio movimento, temendo che decida di negarti il piacere, muovi il tuo corpo, cercando di rubare il piacere, di impossessartene, più veloce, ancora più veloce ”

uno squassante orgasmo ti coglie improvviso, facendo sussultare tutto il tuo corpo in movimenti incontrollati, intuisci attraverso la nebbia del piacere la tua voce che urla, mentre contrazioni sempre più violente accompagnano il tuo orgasmo, quasi a prolungarlo indefinitamente, a spingerlo verso l’infinito, fino ‘. a lasciarti spossata, ricadendo sul sedile, le cosce bagnate di umori, odore di sesso nelle narici, sudore salato sulla tua pelle mentre ancora le mie mani, dolcemente ora, accarezzano il tuo sesso donandogli gli ultimi sussulti di piacere, apprezzando le violente contrazioni del tuo sesso che spremono le ultime gocce di piacere da te, riversandolo copioso sulle mie dita.

Lentamente il tuo respiro rallenta, riprendi coscienza del tuo corpo, del battito del tuo cuore, dello scorrere del sangue nelle vene, pur sussultando ancora agli ultimi spasimi di piacere; sussulti improvvisi, che scuotono il tuo bacino con movimenti involontari ed incontrollabili, non abbandoni mai i miei occhi, donandomi, con uno sguardo, tutta te stessa; uno sguardo di gratitudine, di sottomissione, di fierezza, di perversione, mentre una calma rilassante si fa strada in te, dando pace al tuo corpo, gioia e serenità alla tua mente ‘ per un attimo, solo per un attimo.

un sommesso click, un ronzio e’..

Il sottile divisorio che ci separa dall’autista scorre lentamente, riaprendosi.

Ti irrigidisci realizzando che sei sdraiata sul sedile, l’abito sollevato in vita, il sesso scoperto, nudo, mostrato indecentemente ed ancora pregno di te, le cosce umide di piacere e ‘ quell’odore, quell’esaltante ed aspro odore di sesso che impregna l’aria.

Senti il tuo volto imporporarsi di vergognoso rossore, trattieni il respiro sfuggendo ogni sguardo, chiudi gli occhi, pur sentendo ancora in te quella lieve eccitazione che già ti ha colto nell’essere ‘..

mostrata,

esposta a possibili sguardi estranei,

pur senza avere la certezza che quegli sguardi si siano posati su te.

Mi chino in avanti verso l’autista, poche parole, “possiamo tornare, grazie”

un sommesso click, un ronzio e’..

Il divisorio si richiude.

Volto il viso verso il finestrino, abbassandolo un poco, una fresca folata entra, accarezzando la tua pelle nuda, facendoti rabbrividire, ti ignoro ostentatamente, mentre tu vorresti stringerti a me, abbracciarmi, baciarmi;

ed ancora l’ansia ed il timore dell’ignoto ti assalgono: quando libererò le tue mani? Vorresti chiedermi di abbassare il tuo abito, di aiutarti a ricomporti, ma la mia ostentata indifferenza ti chiude in gola le parole, ed improvvisamente ti senti gli occhi colmi di lacrime; lacrime di vergogna, di appagamento, di timore, di ansia, di paura, si di paura, non per ciò che potrà essere, ma assurdamente per il timore che io ti giudichi non all’altezza, che io sia rimasto deluso da te, che ti giudichi indegna di essere mia.

A questo pensiero non puoi trattenere un singhiozzo soffocatoti odi per come ti mostri, debole, indifesa quasi,

tu che sei abituata da sempre a primeggiare;

si, un singhiozzo che odi ma che non puoi evitare; ti mordi le labbra, cercando di ingoiare le lacrime che scorrono sul tuo volto, lente e calde, quasi a scavare un solco sul tuo viso, mentre il tuo corpo sussulta in incontrollati singhiozzi.

Lentamente mi volto verso te, il mio sguardo cerca il tuo,

dolce ora, consolatorio.

Sfioro il tuo viso, con dolcezza, abbasso il tuo abito sulle cosce, coprendole, e ti aiuto a rialzarti, stringendoti a me;

assurdamente il tuo pianto aumenta, i tuoi singhiozzi scuotono il tuo corpo stretto al mio, un pianto di gioia ora, uno sfogo all’eccitante tensione accumulata, la certezza che la nostra notte continuerà.

Un lieve sussulto e l’auto si ferma, hai un tremito, la portiera si apre e realizzi di avere ancora i polsi bloccati dietro te; mi guardi con sguardo implorante e sottomesso insieme, in silenzio prendo da dietro il sedile un’ampia mantella in seta e la drappeggio sulle tue spalle, celando alla vista altrui le tue braccia, i tuoi polsi, quei lucidi oggetti di sofferenza e piacere.

Scendo lentamente poi allungo una mano prendendo dolcemente il tuo gomito per aiutarti a scendere; mi guardi smarrita lanciando uno sguardo alle tue scarpe che giacciono a terra assieme alle calze, assieme al tuo perizoma fradicio.

Una stretta leggera al tuo braccio, “vieni”

Il tuo sguardo corre ininterrottamente da me a quegli oggetti all’autista che, ritto e silenzioso attende.

Mille pensieri nella mente, come potrai entrare così nell’Hotel?

A piedi nudi, il viso segnato da mille emozioni.

Riuscirai a nascondere le tue braccia imprigionate?

Cosa penserà di te l’autista trovando quegli oggetti nella sua auto?

Ma nonostante tutto chini un poco il capo e scivoli fuori dall’auto, il ruvido asfalto del parcheggio dell’hotel sotto i tuoi piedi nudi, la portiera che si richiude, imprigionando sensazioni vissute con una intensità impensata.

Ti avvii al mio fianco, cerchi di assumere un’andatura normale, disinvolta, di celare la posizione costretta delle braccia.

Senti il viso paonazzo per l’imbarazzo, sai di essere molto poco presentabile, il volto sfatto dal piacere, il trucco colato dalle lacrime, il mio piacere ormai asciugato sulla pelle, invisibile e che pure senti presente come un marchio di fuoco sul viso, il colletto dell’abito macchiato dal mio seme e quei piedi nudi, senza neppure le calze, che ora sfiorano tremanti il pavimento di marmo della hall.

Un assonnato portiere aspetta, guardandoti, fissandoti tra lo stupito ed il libidinoso.

Gli leggi in viso il suo silenzioso giudizio, ‘ ‘.. avvampi ancor più; sussurro al tuo orecchio “chiedi la chiave cucciola” con voce tremante mormori “la 427 grazie”, il portiere accenna ad un sorriso professionale ma non può nascondere i commenti che gli si formano nella mente e gli si dipingono sul volto;

ti porge la chiave, protendo la mano afferrandola, “grazie, buonanotte” e ci avviamo verso l’ascensore, stretti l’uno all’altra.

Senti il suo sguardo sulle tue natiche, quasi sapesse della tua nudità, quasi vedesse le tue cosce su cui sta asciugando il tuo orgasmo, quasi sentisse l’acuto odore di femmina che si leva dal tuo ventre appagato eppure nuovamente eccitato da tutto ciò.

Hai un sussulto violento, quasi un nuovo orgasmo mentale a questi pensieri,

mai avresti pensato di vivere una situazione simile,

mai e poi mai vorresti averci rinunciato,

mai e poi mai potresti rinnegarla.

Sorridi voltandoti verso me, avvicinando la bocca al mio collo, posando il capo sulla mia spalla e sussurrando

“..grazie”.

Ti guardo sorridendo,

una coppia non più giovane aspetta l’ascensore, senti la mia mano scivolare sulle tue natiche, accarezzandone la rotondità, apprezzando la nudità sottostante, muovendo il leggero tessuto sulla tua pelle; sfioro le tue dita, le tue mani, i tuoi polsi ‘.

Uno scatto silenzioso e ‘..

ti ritrovi le mani libere.

Assurdamente non le muovi, quasi a prolungare quell’immobilità forzata, mentre la mia carezza si fa più indecente, più intima, sfidando con uno sguardo sorridente l’ignara coppia accanto a noi.

L’ascensore arriva, si apre, lascio passare la coppia,

poi te, con un accenno di inchino e ti seguo.

Ti appoggi alla parete mentre premo il pulsante del 4 piano e chiedo alla coppia dove deve andare, “al 4′ anche noi grazie” rispondono.

Sorrido lasciando che la mia mano s’insinui tra te e la parete, scivolando sulla tua schiena nuda, fissandoti con desiderio, spudoratamente, senza cercare di nascondere ciò che desidero.

Sei imbarazzata, tremante, eccitata, tesa.

Senti lo sguardo di disapprovazione della coppia,

disapprovazione per l’eccitazione e l’appagamento che leggono sul tuo volto

per il tuo trucco sfatto

per i tuoi piedi nudi e quell’abito macchiato

sai che tra poco, soli, commenteranno acidamente la tua immoralità, eppure non ti importa, nulla importa,

nulla

Solo la mia mano che sfiora la tua pelle

Che ora scende sulle natiche,

che senti sfiorare l’orlo del vestito

e’.

un toc sordo sul pavimento

chini la testa

tutti gli sguardi seguono il tuo

e vedi”

le ‘ palline ‘. a terra ‘ tra i tuoi piedi

quasi fossero scivolate da te

vorresti piangere dall’imbarazzo

urlare

graffiarmi, forse coprendomi di insulti

ancor più quando con voce soave dico

“tesoro guarda cosa ti &egrave scivolato, le tue palline del piacere”

aggiungendo con voce improvvisamente dura “RACCOGLILE”

trattieni un singulto, senti le lacrime riempirti gli occhi

ma

ti chini con gesto aggraziato, le raccogli e ti sollevi, porgendomele, a capo chino.

Vorresti che l’ascensore aumentasse la sua corsa

Che fosse gia arrivato

Che tutto ciò fosse finito

Che fosse già il passato

NO

Non puoi mentirti

Vorresti

Vuoi

che tutto ciò continui

Che l’eccitazione che tutto ciò ti da aumenti

Che l’umiliazione e l’imbarazzo a cui sei portata ora si trasformi in quell’esaltante piacere che ormai conosci bene.

Sollevi piano lo sguardo verso me, con un gesto di complicità, prendi le palline dalle mie mani, le avvicini al volto annusandole con desiderio ed uno sguardo estatico, poi, fissando spudoratamente la coppia, lasci che la tua lingua rubi le memorie del tuo sapore che ancora le ricoprono.

L’ascensore si arresta con un lieve sussulto, la porta si apre e la coppia esce in fretta, quasi fuggisse dai demoni dei loro tabù, sussurrando a denti stretti “puttana”.

Prendo il tuo viso tra le mani, guardandoti con sguardo pieno d’orgoglio

“brava, si, hanno ragione loro, stasera, stanotte, con me, per me e solo per me sei la mia puttana, la mia schiava, ma anche la mia Regina, la mia Principessa”

infilo la chiave nella porta della nostra stanza, la apro, entriamo abbracciati e sorridenti richiudendola alle nostre spalle.

Tremi di felicità, ”. La nostra notte continua, ancora ed ancora ed ancora’..

Ancora per te, che sogni queste sensazioni, che ora le stai vivendo, che lentamente, seguendomi, ti accetti, ti comprendi,”’.vivi, voli.

Grazie a chi vorrà inviarmi commenti e giudizi.

Grazie ai lettori di iomilu che mi seguono nella sezione raccolte, scambiando pareri ed intrecciando amicizie.

***

SI, ora sai che la nostra notte continuerà”””..

Infilo la chiave nella porta della nostra stanza, la apro, entriamo abbracciati e sorridenti richiudendola alle nostre spalle.

Tremi di felicità, ”. La nostra notte continua, ancora ed ancora ed ancora’..

Ti stringo a me, dolcemente, il tuo corpo trema contro il mio, spossato dalle emozioni appena vissute, eppure desideroso di altre sensazioni, di ME.

Accarezzo lentamente la tue schiena nuda, i tuoi capelli, mentre le nostre bocche si cercano, si trovano, le labbra si mordono, affamate, le lingue si conoscono, scambiandosi sensuali carezze, confondendo la saliva, i sapori.

Lentamente scivolo dietro te, le mani sul tuo seno, stringendolo attraverso la stoffa sottile dell’abito ormai sgualcito, sento i capezzoli reagire al contatto con le mie dita, il tuo volto contrarsi nella spasmodica attesa di nuovo piacere.

Le mie dita sul tuo collo ora, slacciano dolcemente l’abito che scivola sul tuo corpo con un fruscio, accarezzandoti per poi appallottolarsi ai tuoi piedi.

Nuda ora

MIA.

Le mie dita leggere sulla tua pelle

Scorrono dalla tua gola ai tuoi seni, quasi un soffio, scendono sul tuo ventre mentre tu premi contro me le tue natiche, dichiarando muta la tua urgenza di un contatto

Di un possesso

Il tuo desiderio di ME.

La mia voce al tuo orecchio, dolce eppure decisa

“vuoi continuare a seguirmi?”

Pronta la tua risposta, seppur accompagnata da un lungo tremito che scorre sotto la tua pelle”‘ssi”,

Una benda nera sui tuoi occhi

Improvvisa

A toglierti la luce

A far vivere gli altri tuoi sensi

Il nodo che stringe dietro la nuca

Il respiro più rapido

E la mia voce, più dura ora, più decisa, forte

“INGINOCCHIATI”

ti lasci scivolare a terra mentre le mie mani che ancora sfioravano il tuo ventre, scivolano su te, accompagnandoti in quel movimento, scorrendo dal ventre al seno, al collo, al viso.

Ed abbandonandoti poi

Nuda, in ginocchio, in ansante attesa.

Senti i miei passi attorno a te

Movimenti di cui cerchi di indovinare i gesti, rumori soffocati, e di nuovo i miei passi verso te, dietro te.

Ti sforzi di restare immobile, mentre il cuore martella la tua gola tagliando il respiro, mordendoti le labbra al tocco lieve delle mie dita sui capelli, sentendole scendere sul collo e’.

stringere attorno a te ”

‘. Un collare

Puoi cogliere l’odore del cuoio, la sua lieve ruvidezza sulla tua pelle, ti stupisci di come tutti questi piccoli particolari si combinino nella tua mente, allineandosi a formare un quadro preciso, definito eppure impalpabile.

Il collare si stringe lentamente, una sensazione strana ed esaltante insieme, la consapevolezza di diventare, ad ogni stretta, sempre un pò più mia.

Ancora la mia voce: “E’ questo che vuoi? Appartenermi? essere guidata? Portata lontano?”

Una flebile risposta “‘.ssi, ti prego” flebile non per l’incertezza ma per la tensione, l’aspettativa, l’ansia ed il desiderio che ti stringono lo stomaco, ti annodano le viscere, ti chiudono la gola; flebile ma determinata insieme. Sicura della tua scelta.

Senti le mie dita chiudere il collare, stretto ma non troppo, abbastanza da sentirti costretta, non tale da procurare fastidio o dolore.

” LE MANI DIETRO LA NUCA, ORA, E RESTA IN SILENZIO PERFETTO”

il tuo corpo ha un sussulto nel sentire quel tono così deciso, il tuo ventre uno spasimo di piacere mentre lentamente porti le mani dietro la nuca, intrecciando le dita, posandole sul collare.

Inconsciamente spingi in avanti il busto, protendi il seno, i capezzoli svettanti.

Tutto il tuo corpo urla la tua fierezza per ciò che fai, i gomiti aperti il busto eretto.

Un muro di silenzio attorno a te, ora non cogli più nessun movimento, nessun suono.

Non riesci a capire dove sono, solo il tuo respiro affannoso rompe il silenzio.

Lenti minuti scorrono, minuti che paiono ore, il buio, l’immobilità, la posizione scomoda e faticosa, tutto accentua le tue sensazioni, ma soprattutto la mia assenza.

Sono ancora lì? Con te? O silenziosamente sono uscito, lasciandoti sola?

Ti sto osservando e giudicando? O solo i fantasmi delle tue fantasie sono con te ora?

Vorresti chiamarmi, chiedermi di parlarti, di fare anche solo un piccolo rumore per darti la certezza della mia presenza, ma sai che non devi, che non puoi.

Resti immobile, le ginocchia sul lucido parquet iniziano a dolere, le braccia sollevate con i gomiti larghi si appesantiscono sempre più, la fatica, la tensione ti stanno spossando.

Tremi ora, un tremore leggero che scorre sulla tua pelle, irrefrenabile, che vince ogni tua resistenza, lente lacrime sgorgano di tuoi occhi, bagnando la benda.

Eppure stringi le labbra per mantenere quel silenzio imposto.

Da sotto la benda le lacrime scivolano sul tuo volto, bagnano le tue labbra serrate, ne senti il sapore salato, eppure raddrizzi ancor più il busto, ancor più fiera.

Lenti minuti passano, ore forse, hai perso ogni cognizione del tempo, le braccia sempre più pesanti che a tratti cadono ma che subito risollevi, risoluta e decisa.

Ora hai un pò di timore, troppo lunga questa attesa. E se realmente me ne fossi andato? Se ti lasciassi sola tutta la notte? In quella posizione?

Un pensiero risoluto in te

Non importa, non importa per quanto, questa &egrave la posizione che io ho deciso per te e tu la manterrai, finch&egrave io vorrò, minuti, ore, non importa, mi dimostrerai quanto sei determinata.

Quasi avessi letto nei tuoi pensieri, improvvisa la mia voce risuona nella stanza, quasi uno scoppio a confronto di tutto quel silenzio.

“Ora puoi abbassare le braccia, ora puoi rialzarti, ora possiamo continuare la nostra notte, se ancora lo vuoi”

apri le labbra per rispondere, nessun suono esce, troppa tensione, ti schiarisci la voce e rispondi con fermezza ” si, si, si, lo voglio, assolutamente si, e lo sai”.

Con gesto aggraziato ti rialzi, il buio della benda ti fa perdere per un attimo l’equilibrio, lo ritrovi prontamente e resti immobile, in piedi, le braccia lungo i fianchi, finalmente rilassate dopo tanta tensione, il respiro affrettato per l’attesa, il capo un poco chino

e..

tutto il tuo corpo che urla la sua eccitazione, il suo desiderio.

“avvicinati a me”

il suono della mia voce ti guida, quasi ti sembra di cogliere il profumo del mio corpo, ti muovi lentamente, disorientata dal buio, eppure ansiosa di raggiungermi, avanzi, un passo dopo l’altro

“FERMA”

resti immobile, le tue ginocchia sfiorano il bordo del letto, la mia mano prende la tua delicatamente, ti avvicina a me, ti siedi sul letto, lasciandoti abbracciare, sentendo il mio corpo nudo contro il tuo, le nostre pelli si parlano, si scambiano emozioni, mentre rotoliamo su quel letto, lasciando che i nostri corpi si conoscano, liberamente, le nostre bocche si mangino, le nostre membra si incrocino in un viluppo sensuale ed inestricabile.

Attimi di abbandono, l’eccitazione sale, i respiri affannosi, i corpi elettricamente attratti l’uno dall’altro.

Le mie mani sulle tue, sui tuoi polsi, portandoli sopra il tuo capo, tu distesa, offerta, MIA.

Ancora un sordo scatto metallico, ancora il freddo acciaio sui tuoi polsi, li senti tendersi verso la testiera del letto, fissarsi, lasciandoti ansiosa, tremante, scombussolata da questo improvviso alternarsi di passione e durezza

Di dolcezza e decisione,

eppure proprio questo ti eccita.

Senti il mio corpo allontanarsi dal tuo, eppure mi senti ancora accanto a te.

Intuisci, senza vedere, la mia mano che si avvicina al tuo viso, al collo, la senti a pochi millimetri dalla pelle, quasi puoi coglierne il calore, muovi piano il corpo, cercandola, ma, perversamente si allontana un poco, per poi riavvicinarsi.

Non trovi l’agognato contatto, eppure quella carezza poco più che immaginaria &egrave più forte di mille carezze reali.

Senti il mio viso avvicinarsi al tuo corpo, al tuo seno, il mio respiro su di te, un rivolo di saliva che bagna il capezzolo, facendolo rabbrividire, e subito un soffio del mio alito su quella carne eccitata.

Trattieni un mugolio, cerchi di muovere il corpo, di trovarmi, pur sapendo che, solo quando io vorrò mi troverai.

Il tuo sesso palpita, senti i miei occhi li, tra le gambe, le schiudi, fiera di mostrarti, di mostrarmi la tua eccitazione, il tuo desiderio di me.

Aspetti che la mia mano si impossessi di te, che il mio sesso finalmente entri in te, facendoti completamente MIA.

La mia bocca sulla tua pelle, sull’ombelico, baciandolo avidamente, mentre contrai i muscoli sollevando il bacino.

Sfacciatamente chiami con il tuo corpo il mio viso tra le gambe, implori un bacio, una carezza, SESSO.

No, no sesso, sai bene che non &egrave banale sesso, &egrave molto di più, appartenenza, sottomissione, educazione, complicità e simbiosi.

La mia lingua scivola sul tuo corpo, scendendo verso la fonte del tuo piacere, lambendo i peli, asciugandoli del tuo piacere, bagnandoli della mia saliva.

Le grandi labbra gonfie, umide, che a tratti si dischiudono invitanti e frementi, il clitoride turgido, svettante, pulsante

e..

finalmente la mia lingua lo sfiora

strappandoti un lungo gemito

hai un fremito, temi di dover star zitta, ma la mia voce ti rassicura

“si cucciola, urla, grida, dimmi il tuo desiderio, il tuo piacere”

un senso improvviso di liberazione a quelle parole, la tua voce che ti suona strana, eppure &egrave la tua, roca, eccitata, ..perversa

“prendimi, ti prego prendimi, fammi tua, usami, entra in me possedendomi, ”. Scopami”

non hai mai detto queste frasi

certo avresti voluto mille e mille volte, ma pudori e tabù ti frenavano, ma non ora, ora no

“ti prego, ti prego, voglio essere la tua cagna, la tua puttana, la tua schiava”

quasi guidata dalla tua voce la mia lingua sfiora il clitoride, con tocchi leggeri, lievi, sempre più ravvicinati, si indurisce rotolandogli intorno, circondandolo di una calda carezza, di saliva, di calore.

Le mie labbra lo stringono, succhiandolo avidamente, i miei denti lo mordicchiano dolcemente rigandolo di desiderio.

Sussulti in preda ad una eccitazione incontenibile, il bacino si solleva a scatti premendo contro il mio volto

Il viso ruota a destra e sinistra, facendo ondeggiare i tuoi capelli, i muscoli delle braccia, costrette in quella posizione, si tendono e si rilassano in accordo con il tuo respiro, sempre più rapido, sempre più affrettato.

Senti l’orgasmo avvicinarsi, ad ondate violente, vorresti negarlo, vorresti aspettare

Vuoi essere presa.

Ma la mia lingua si muove abile e frenetica su te, entrando in te, bevendoti, tornando sul clitoride

Inesorabile

Sempre più decisa

Sempre più veloce

e’.

Uno squassante orgasmo ti travolge.

Perdi ogni cognizione del tempo, del luogo, una voce lontana urla, a malapena capisci che &egrave la tua

‘vengo, vengo, dio mio sto godendo,”

Il mio viso inondato dal tuo piacere che bagna la mia pelle, mentre continui sussulti prolungano il tuo piacere, mentre ora la tua voce non riesce più neppure ad articolare una parola definita, ma solo mugolii e gemiti, suoni senza senso, eppure più espliciti ed eccitanti di mille parole.

Un orgasmo che sembra non finire

Che si acquieta per tornare improvviso a risvegliarsi, ancora più violento

Per poi smorzarsi in piccoli piaceri che si rincorrono, sovrapponendosi l’uno all’altro, potenziandosi a vicenda in un crescendo armonico e violento ‘..

Fino a lasciarti senza fiato, il corpo sudato, i muscoli tremanti, senza respiro.

Aspetti una mia carezza lieve, aspetti di essere stretta a me, teneramente.

Ma..

Le mie mani ti fanno voltare

La tua schiena, le tue natiche sode verso me. La mia mano che sfiora la tua pelle, le natiche, aprendole, sfacciatamente, senti il mio sguardo scivolare nel tuo solco, il mio respiro avvicinarsi

“mio dio non &egrave possibile, mi sto eccitando di nuovo” questo pensiero ti attraversa la mente, e subito il tuo corpo reagisce, il bacino si solleva, offrendosi, nuovi umori colano sulle tue cosce, nuovi ansimi dalle tue labbra.

Ti sollevo il bacino, in ginocchio, sul letto, le mani imprigionate, il viso schiacciato nel cuscino, io dietro te.

Il mio sesso teso, eccitato, sfiora il tuo, lo accarezza, batte piano sul clitoride ancora eccitato, reso ancora più sensibile dall’orgasmo appena raggiunto, apre le tue labbra bagnandosi di te

E

Lentamente

Entra

Entra in te

Piano

Quasi ad apprezzare ogni millimetro di te, ogni fibra del tuo essere, donando e prendendo piacere, ma inesorabilmente a fondo

Riempiendoti.

Soffochi i tuoi gemiti nel cuscino, imbevendolo di saliva, spingi contro me, mi vuoi.

Afferro le tue natiche, con forza, guidandoti

Accordando i tuoi movimenti ai miei

Più rapidi ora

Più decisi

Mi muovo in te, veloce, inesorabile, portandoti lontano, fuggendo con te in un mondo nostro, fatto solo di sensazioni, di odori, di stimoli.

Uno schiaffo sonoro sulla tua natica, la senti arrossare, ma tutto ciò non fa che aumentare la tua voglia.

Fai leva sulle ginocchia premendo contro me, donandoti senza remore, muovendo ritmicamente il bacino, urlando frasi sconnesse, volgari a volte, ma che nulla di volgare hanno in se.

Un rivolo di saliva cola tra le tue natiche, le mie dita lo raccolgono, lo spalmano, inumidiscono il tuo buchino, premendo

Ti senti puttana come non mai, ami essere la mia puttana

Cerchi di rilassare ogni muscolo, di dilatarti

Lasciando che le mie dita violino quel tuo antro

Ecco le senti in te, le muovo mentre il mio sesso inesorabilmente scivola in te, le mie dita mi accarezzano attraverso te.

Stringi spasmodicamente le mani imprigionate, conficcando le unghie nel palmo della mano.

Urli, urli con quanto fiato hai in gola accelerando con me i tuoi movimenti, più veloce, più veloce, più a fondo.

Ecco

Ecco la marea del piacere

Ecco la tempesta dell’orgasmo

Ecco la risacca montante che ti avvolge

Ti ammanta, tutto obnubila

Ti prende il cervello

Ti ruba il corpo.

Senti appena le mie mani sul tuo capo

Uno strappo e la benda scivola via, volto a forza il tuo capo verso me

“GUARDAMI”

spalanchi gli occhi

occhi pieni di voglia, di perversione, di desiderio

occhi che vivono l’ennesimo orgasmo,

vacui nel piacere assoluto

dilatati sul nostro mondo

specchio di ciò che senti

pieni di di te

persi nei miei

ed urli con me il tuo piacere.

Esco da te

Scosso già dai primi sussulti dell’orgasmo

Il mio sesso tra le mani

Rosso, le vene turgide, pulsante

Davanti al tuo viso

La tua bocca spalancata ad attendermi

A ricevermi

Sulle labbra, nella gola, inghiottendomi con foga

Solleticandomi con la punta della lingua quasi a implorare l’ultima goccia del mio piacere

Per averla in te

Per gustarla a fondo

I tuoi occhi nei miei.

Felici

Appagati

Fieri

”’..

i nostri corpi appagati stretti

il sudore che si confonde al sudore

i respiri che si uniscono mentre le braccia, libere ora da ogni catena, stringono l’uno il corpo dell’altra

con dolcezza ora

le manette giacciono a terra

niente più costrizioni ora

solo dolcezza

tenerezza

lievi carezze su corpi sfatti

che lentamente tornano dal mondo in cui erano stati trasportati

ritrovando coscienza

riacquistando la nozione dello spazio, del tempo

apprezzando questa dolce intimità dopo la turbolenta tempesta di emozioni violente.

Sento il tuo respiro rallentare, farsi regolare, lento

Sento i tuoi muscoli rilassarsi, seppur scossi da qualche improvvisa contrazione involontaria

Le tue braccia intorno a me farsi pesanti

‘.

Dormi

felice

abbracciata a me

dormi trasportata dai tuoi sogni divenuti realtà

dormi sognando la nostra notte, come mille notti hai fatto

ma ora la sogni dopo averla vissuta.

Lentamente afferro il lenzuolo, lo tiro verso noi, coprendoti le spalle nude.

Un lieve movimento, un sordo borbottio, mentre ti stringi più forte a me, quasi temessi di sentirmi fuggire, quasi temessi di perdere quel caldo contatto.

dormi

‘.

Accanto a me

Ed il tuo corpo rivive in sogno, le emozioni vissute

Sapendo che mai rinuncerai a ciò

Alla vera te stessa

Principessa..Regina..schiava..puttana

Ancora per te, che sogni queste sensazioni, che ora le stai vivendo, che lentamente, seguendomi, ti accetti, ti comprendi,”’.vivi, voli.

Grazie a chi vorrà inviarmi commenti e giudizi.

Grazie ai lettori di iomilu che mi seguono nella sezione raccolte, scambiando pareri ed intrecciando amicizie.

***

Dormi

‘.

Accanto a me

Ed il tuo corpo rivive in sogno, le emozioni vissute in questa nostra notte

Sapendo che mai rinuncerai a ciò

Alla vera te stessa

Principessa..Regina..schiava..puttana

I tuoi sogni si rincorrono galleggiando sulle sensazioni provate

Vergogna

Umiliazione

Desiderio

Ansia

Paura

Piacere .. piacere .. piacere

Dormi

Accanto a me, stretta a me, i nostri corpi allacciati in questa lunga notte.

Ti osservo dormire

Il volto rilassato, una espressione serena, piccoli movimenti del volto, rapidi movimenti degli occhi sotto le palpebre chiuse, muti testimoni dei tuoi sogni.

Dormi’

Minuti, ore forse

La mia mano che lenta solleva il lenzuolo, scoprendo il tuo corpo nudo, rannicchiato contro me, la mia mano che dolcemente scivola sulla tua pelle, accarezzando le tue spalle, la schiena, i glutei

Un leggero soffio sulla tua pelle, che inconsciamente rabbrividisce, mentre stringi ancor più il tuo corpo contro il mio, a cercare calore, protezione forse

Le mie dita leggere che giocano sul tuo corpo

Quel corpo che ho imparato a conoscere

Quel corpo che mi hai donato completamente, assieme alla tua mente.

Le dita scorrono sulla pelle, che ancora reca tracce asciutte del mio e tuo piacere, lentamente seccatesi sulla pelle, compenetrandola, quasi fondendosi con essa.

Dita lievi, insistenti, intriganti, che accarezzano i tuoi capezzoli, solleticandoli,

che seguono il contorno dei tuoi fianchi, stringendoli,

che disegnano le tue gambe, graffiandole piano,

che eccitano il tuo sesso, facendolo inconsciamente inumidire nel sonno.

Tra veglia e realtà

Senza capire se &egrave sogno o vita

Senza renderti conto se realmente le mie mani stanno sfiorandoti o se solo la tua mante le vede e le sente.

Eppure restando immobile per timore che tutto svanisca.

Mi piace vedere il tuo corpo nudo ed addormentato sotto le mie dita

Mi piace scorgere piccoli movimenti dei tuoi muscoli al passaggio ed al tocco lieve dei miei polpastrelli

Mi piace scorgere la svettante eccitazione dei tuoi capezzoli

Amo sentire il tuo umido desiderio al contatto con la mia mano

Sapere che il tuo corpo reagisce mentendo alla tua mente,

senza svelarle se &egrave sogno o realtà

O forse &egrave il tuo cervello che mente al tuo corpo,

senza svelargli se &egrave sogno o realtà

Persa in un limbo

Sospesa nel vuoto

Apprezzando ogni sfumatura

Ogni odore

Ogni carezza

Come se venisse dal nulla, come fossero solo fantasmi della tua mente

O forse benefici geni perversi.

Le mie mani, le mie dita, che ora si fanno più insistenti, più sfacciate, scivolando tra le tue gambe, sfiorando i tuoi peli già umidi.

Le dita audaci premono sulle grandi labbra gonfie di voglia, movimenti leggeri, senza destarti completamente, lievi movimenti circolari che rubano fremiti sussultanti, un insinuarsi sornione tra quei due carnosi fiori di voluttà, scoprendo il tuo umido desiderio, accentuandolo, sapendo che, nell’irrealtà tra veglia e sonno tutte le sensazioni, pur sfumate, vengono esaltate.

Il tuo clitoride, teso, eccitato, sensibile, ancor più sensibile dopo le carezze e gli orgasmi vissuti, si lascia accarezzare, titillare, circuire sfacciatamente, mentre il tuo corpo, nelle nebbie dell’irrealtà, si muove pigramente sul letto, completamente aperto a me.

Sfinenti carezze sul tuo clitoride, premendolo a lungo per poi negarmi appena, e riprendere ad accarezzarlo lievemente, alternando pressioni a lente evoluzioni delle dita attorno a lui, sentendo il tuo piacere scorrere copioso.

Il mio viso che sprofonda tra le tue gambe, inalando voluttuosamente il tuo odore di femmina, la lingua impertinente che ruba il posto alle dita, che si impossessa del clitoride, muovendosi lenta lo ricopre di densa saliva, con tocchi leggeri e via via più rapidi e decisi, per ritornare a lenti, umidi passaggi.

Spio il tuo volto, gli occhi chiusi, i muscoli distesi nel dormiveglia, eppure contrazioni improvvise rivelano i tuoi spasimi di piacere, accompagnano i miei movimenti, guidandoli quasi, con smorfie di disappunto quando i miei tocchi si negano o si fanno troppo leggeri, con espressioni estatiche, quasi preda di un sogno perverso, quando rapidi colpi di lingua, dolci e decise carezze aumentano il tuo piacere.

Lenta la mia lingua scorre sul tuo corpo semiaddormentato; non vuoi risvegliarti completamente, vuoi rimanere in quel limbo fatto di nulla, di sole sensazioni.

Cogli con nitida lucidità piccoli particolari a cui normalmente non presteresti attenzione, il lieve soffio dalle mie labbra sulla tua pelle bagnata dalla saliva, il leggero graffiare della barba che sta iniziando a ricoprire il mio volto, brividi incontrollabili che corrono sulla pelle, il leggero aroma del mio profumo, il fruscio delle lenzuola al contatto con i corpi.

Lascio che il mio viso, coperto dallo spuntare della prima barba mattutina, ruvida, dura, accarezzi i tuoi capezzoli, quasi carta vetrata che, muovendosi dolcemente, riesce a renderli incredibilmente sensibili, li irrita un poco per poi farli fremere al soffio del mio respiro, pronti a ricevere la carezza delle mie dita, della mia lingua.

Ti sfugge, nel semisonno, un lungo gemito a labbra chiuse, vedo la tua pelle rabbrividire, tremare, mentre lentamente ti faccio coricare su un fianco, incuneandomi dietro te, entrambi in posizione fetale, i sessi stretti l’uno all’altro, umido antro in attesa il tuo, sfacciato maglio eretto il mio.

Lenti movimenti del mio corpo verso te, il sogno che continua, la realtà che lo supera, una pressione costante che sfida il tuo inconscio, che ti apre, umida ed accogliente, scivolando in te, lentamente, molto lentamente, sprofondando dentro te e lentamente ritirandosi, per poi prenderti ancora.

Sogno e realtà si fondono

Movimenti dolci, lenti, eppure sconvolgentemente eccitanti.

Così diversi dal tuo essere mia poco prima, niente impeto violento ora, niente selvaggio abbandono, ma un lento risucchiarmi in te per poi lasciarmi sfuggire, ben sapendo che in te tornerò.

Lento, come una marea, come la risacca che con moto perpetuo scivola a rubare granelli di sabbia per poi riportarli in mutevoli forme, ecco cosa provi ora, un senso di vuoto momentaneo al mio abbandono e subito il ritrovarmi in te, con emozioni sfaccettate, multiformi, mutevoli, ma sempre eccitanti.

Il respiro che ansima appena nel torpore del quasi risveglio, i muscoli che iniziano a guizzare scompostamente sotto la pelle, il piacere che cogli, stupendoti dell’intensità con cui cresce in te, così sproporzionato alla dolcezza del rapporto, eppure, forse per questo così violento, appagante, tranquillo ed accecante insieme.

I movimenti ritmati dei nostri corpi come in sogno, i respiri mai così violentemente ansanti come poco prima, ma che si rincorrono in un crescendo estatico, sospesi nel nulla, come in una bolla di sapone dove tutto &egrave colore dalle mille sfaccettature, cangiante al mutare della luce;

la luce, sempre più intensa nelle nostre menti, più vivida, cresce con noi, esalta le sensazioni, accarezza le menti, blandisce ed eccita i corpi, fino ad esplodere in un bagliore accecante che vuota la mente trascinandoci nel nulla del piacere.

Un orgasmo sublimato dallo stato di limbo tra sonno e veglia, un orgasmo che ci coglie abbracciati e sussultanti riuscendo ad apprezzare ogni minima sfumatura del piacere e rendendolo così più intenso ed appagante.

Il mio seme su di te, ancora sospesa tra sonno e veglia, a godere fino in fondo di questa sensazione di appartenenza ed abbandono, a godere della mia dolcezza verso te, a godere delle attenzioni dedicate al tuo corpo, senza cercare di capire se &egrave sogno, realtà o entrambi, ma limitandoti a gustarlo; lasciandoti poi scivolare lentamente ancora nel sonno più profondo, stretta tra le mie braccia, tu che da sempre hai odiato essere svegliata, sentire il tuo sonno disturbato, eppure che ora vorresti che ancora ed ancora venisse interrotto, vorresti sentirti ancora desiderata, coccolata, adorata, come poco fa, molto più Principessa e Regina che non schiava e puttana.

Ma sai che la nostra notte continuerà, ancora ed ancora, che ancora ed ancora tornerai ad essere Principessa .. Regina .. schiava .. puttana, con questo ultimo dolce pensiero, che dipinge un estatico sorriso sul tuo volto, sprofondi nel sonno, non senza cogliere, acuto, l’odore della nostra estasi che aleggia leggero nella stanza, non senza avvertire i nostri umidi piaceri unito che lentamente asciugano sulla tua pelle, muti testimoni non di un sogno ma di stupenda realtà.

Ancora per te, che sogni queste sensazioni, che ora le stai vivendo, che lentamente, seguendomi, ti accetti, ti comprendi,”’.vivi, voli.

Grazie a chi vorrà inviarmi commenti e giudizi.

Grazie ai lettori di iomilu che mi seguono nella sezione raccolte, scambiando pareri ed intrecciando amicizie.

***

Dormi

‘.

Cullandoti nei sogni delle sensazioni vissute, nel desiderio di riviverle, di scoprirne di nuove.

I tuoi sensi intorpiditi dal sonno si stiracchiano mollemente nell’ovatta del dormiveglia, lentamente riprendi coscienza di suoni, odori, profumi.

Una musica di sottofondo, un blues ritmato, ti lasci rapire da quei suoni, riconoscendoli, B.B.King in duetto con Eric Clapton, il pezzo che sai che io amo, ti lasci prendere da quella magica atmosfera, allontanando il momento del risveglio, cacciandolo quasi, poi un profumo accattivante solletica le tue narici, caff&egrave, forte, nero, profumato, sorridi tra te al pensiero di come io amo prenderlo, doppio, forte, poco zucchero e solo una nuvola di latte.

Ti stupisci di quante piccole cose sai di me, quelle all’apparenza più insignificanti, eppure’..

L’aroma del caff&egrave ti seduce lentamente, una luce filtra attraverso le palpebre, infastidendoti, stringi gli occhi e hai le certezza del mio sguardo su te.

Apri lentamente gli occhi, volgi lo sguardo nella suite, mi vedi, seduto non lontano da te, in una poltroncina, avvolto in un accappatoio, un vassoio con due tazze fumanti accanto a me, sorrido guardandoti.

Sfacciatamente lascio scivolare lo sguardo sul tuo corpo nudo, lo stendi, mostrandoti, esibendoti, donandoti a me.

Mi alzo lentamente, una tazza tra le mani, sedendomi sul letto, qualche goccia di caff&egrave nel cucchiaino che poso sulle tue labbra, le bevi, guardandomi, felice.

Ti accorgi di avere una gran fame, da quanto non sentivi tanto appetito al mattino?

Da quanto non restavi a letto sfacciatamente nuda davanti ad un uomo, senza provare l’impulso a sollevare il lenzuolo per coprirti?

Ti sfioro le labbra con un bacio, prendendoti la mano e facendoti alzare, nuda, splendida.

Ti guido lentamente verso il bagno, la Jacuzzi spumeggiante di mille bolle ti invita, mi sorridi entrando e lasciandoti cullare dall’idromassaggio;

mi volto ed esco.

Hai una smorfietta di disappunto, speravi che entrassi con te, ma torno poco dopo, con un vassoio carico, ricco, invitante.

Croissants, caff&egrave, marmellata, frutta, un trionfo di breakfast.

Lo poso accanto alla jacuzzi, slaccio lentamente l’accappatoio lasciandomi guardare, il corpo abbronzato, non la strafottente abbronzatura da lampada, ma quel dolce colore ambrato, che rende liscia e profumata la pelle; entro lentamente, i miei occhi nei tuoi, le gambe che si incuneano tra le tue, i getti che scivolano sui nostri corpi, massaggiandoli dolcemente, risvegliandoli dal torpore della notte.

Non lascio il tuo sguardo mentre avvicino alle tue labbra un pezzetto di croissant profumato e caldo.

Non lascio il tuo sguardo mentre sorseggi piano il caff&egrave, lasciando che il suo aroma ti riempia il palato, solleticando ogni papilla.

Non lascio il tuo sguardo mentre sfacciatamente accarezzo il tuo seno e le mie gambe accarezzano, tra i mille getti, le tue; insistenti, intriganti, invitanti.

Risate argentine, liberatorie sgorgano dalla tua gola, i tuoi occhi risplendono di felicità abbandonandoti a quelle carezze dolci, sensuali, ammalianti; gustandoti quel rilassante massaggio, la testa vuota, senza pensieri, senza tensioni.

Lunghi momenti, vissuti con piccoli gesti apparentemente insignificanti, dolci e sfacciati insieme.

Poi un sorriso sul mio volto, quel sorriso che hai imparato ad amare e temere insieme, mentre lentamente mi alzo, uscendo dalla jacuzzi, infilando un accappatoio e lasciandoti sola, per lunghi attimi, preda dei tuoi pensieri, dei tuoi timori, dei tuoi desideri.

La porta del bagno si riapre, entro lentamente, avvicinandomi a te, scostando i tuoi capelli, sfiorando il tuo collo e .. improvvisamente .. cingendolo di un alto collare in cuoio, che stringe la tua gola.

Mille sensazioni ti assalgono, sempre più ti stupisci dell’improvviso contrasto tra la mia dolcezza e la mia determinazione, mentre fisso un guinzaglio al collare, costringendoti ad alzarti, ad uscire grondante d’acqua, rabbrividendo eccitata nell’attesa di ciò che sarà.

Basta un mio sguardo per farti scivolare a terra, per spingerti a seguirmi a quattro zampe, ingoiando la tua razionalità che ti spingerebbe a rifiutare tutto ciò; NO, non ora, non più, ora questo &egrave esattamente ciò che vuoi; essere completamente MIA.

La camera da letto ci accoglie, ti faccio stendere sul letto, fissando con strette corde le tue gambe e le tue braccia, aperte, spalancate a me; una benda nera sui tuoi occhi, lasciandoti in spasmodica attesa.

Lunghi, lunghissimi attimi, poi il rumore di una porta che si apre e si richiude, la netta sensazione che qualcun altro sia entrato, la vergogna nel mostrarti così, il desiderio di parlare, di chiedere, di sapere, ma la consapevolezza di dover tacere.

Fruscio d’abiti, rumori ovattati che popolano la tua mente di mille fantasmi, poi, lenta, una mano che sfiora il tuo corpo, imparando la tua pelle, non la mia mano, sei certa di questo, quel contatto sconosciuto ti fa rabbrividire pur facendo reagire il tuo corpo. Intuisci in un lampo che si tratta di una mano femminile, hai un sussulto, NO, non questo, sapevo che era un tuo tabù, ne avevamo parlato; vorresti dirlo, urlarlo, muoverti, ma qualcosa frena il tuo impulso; non le corde che legano la tua carne, non la benda sul viso, la mia mente, che senti in te, nella tua, che sussurra dolci parole, “abbandonati, lasciati andare, ascolta il tuo corpo, cancella paure e tabù”.

E lentamente ti rilassi, lentamente lasci che il tuo corpo segua le sensazioni che quelle dita gli danno, lasci che l’eccitazione rinasca in te, favorita dal buio nei tuoi occhi.

Quelle dita sfiorano il tuo seno, solleticano i capezzoli, facendoli inturgidire, seguono la curva dei fianchi, delle cosce, portandoti inconsciamente a sollevare un poco il bacino, ad offrirti, conscia dell’umido desiderio che ti sta bagnando, conscia soprattutto del mio sguardo su te, che sai, senza vederlo, pieno di approvazione.

Senti il tuo respiro accelerare, rauchi mugolii sfuggire dalla tua gola.

Tu, tu cha mai avresti immaginato di lasciarti accarezzare da una donna, tu che mai avresti pensato di provarne piacere, tu che ora vorresti urlarle “toccami, accarezzami, baciami, fammi tua”

Questi pensieri attraversano in un lampo la tua mente dandoti brividi di eccitazione, il tuo corpo che scompostamente si muove sotto le sue dita, cercando di guidarle, di portarle dove più desideri, dove il tuo desiderio &egrave più forte, e scopri che quelle dita ti assecondano, seguono i tuoi desideri, capiscono il tuo corpo portandoti verso il piacere.

Un’altra mano sui tuoi capelli, la mia ora, non puoi sbagliare, la senti, dolce e decisa insieme, sfiorarti i capelli, scendere sul volto, accarezzare il collare che ti stringe.

Serri i pugni con forza, conficcando le unghie nel palmo, ed improvvisamente strappo la benda dal tuo volto.

Stringi per un attimo gli occhi, poi li apri, vedendo lei accanto a te, nuda, sinuosa, che con dolcezza muove su te la sua mano, tenendo gli occhi pudicamente abbassati, il capo un poco chino coperto da un lieve rossore;

giri lo sguardo, mi vedi, sorrido fiero, e la consapevolezza che io sia fiero di te ti riempie di gioia.

Mi segui con lo sguardo, già vacuo dal desiderio e dall’eccitazione, mentre afferro la sua mano, allontanandola da te, posandola sul suo corpo; segui la mia mano guidare le sue dita sul suo seno, scoprendolo gonfio, i piccoli capezzoli rosei turgidi ed eccitati; vedi le mie dita premere sulle sue stringendo insieme il suo capezzolo, dolcemente, e ben sapendo ciò che lei prova, ciò che tu ora vorresti provare.

La sua mano, guidata dalla mia, scivola ora sul suo corpo, li, accanto a te, senza che nulla possa sfuggire ai tuoi sensi, alla tua vista, al tuo olfatto.

La sua eccitazione &egrave palpabile, gliela leggi negli occhi, sulla pelle, nel velo di sudore che la copre, nel suo odore, nel suo respiro; la sua eccitazione assurdamente aumenta la tua, mentre vedi che porto le nostre mani tra le sue gambe, sul suo sesso, mentre la vedi aprirsi a se stessa ed a me, cogliendo improvviso l’odore del suo desiderio, vedendo le sue grandi labbra gonfie e frementi sfiorate dalle nostre dita, il suo clitoride ergersi, rosso e teso, urlante di desiderio.

Mentre vedi i suoi muscoli guizzare sotto la pelle, contrarsi mentre inarca il busto protendendo il bacino verso noi.

“stronzo, bastardo, porco” queste parole ti trafiggono la mente, ma sono parole dettate dal desiderio, dalla voglia, dall’umiliazione, e subito si trasformano, in implorazioni non dette, solo pensate, in richieste espresse solo con gli occhi, con i movimenti del tuo corpo, con ansimi soffocati del tuo respiro. Spingo lentamente il suo capo, portandola a chinarsi verso te, spalanchi la bocca in un muto urlo di desiderio, di attesa, mentre le sue labbra sfiorano il tuo seno, solo per un attimo, prima che la mia mano la sollevi un poco dal tuo corpo

Resta li, vicina a te, il suo respiro sul tuo seno, facendo fremere i tuoi capezzoli. Cerchi di inarcarti, ti raggiungere quella bocca; non importa ora che sia la bocca di una donna, non importa più nulla, solo ciò che senti in te e ciò che sai io voglio.

Resta li, vicinissima a te, eppure sembra irraggiungibile.

La sua mano continua a muoversi tra le sue gambe, sola ora, spinta dal suo desiderio, i suoi ansimi si trasmettono a te attraverso il suo respiro, mentre muovo il suo capo lungo il tuo corpo, sul collo, di nuovo sul seno, sempre più eccitato, sul tuo ventre che sussulta di spasimi incontrollati, sempre lì sempre vicina, sempre irraggiungibile.

Per un attimo ancora le sue labbra sfiorano la tua pelle, quasi una scossa elettrica che ti porta vicina ad un orgasmo, per un attimo la sua lingua spunta frugando il tuo ombelico, bagnandolo di saliva, solo per un attimo, prima che la mia stretta decisa la allontani di nuovo.

Ed ancora il suo respiro sul tuo corpo, ancora i suoi ansimi, i suoi gemiti, il suo avvicinarsi al piacere, lei stessa eccitata da tutto ciò.

Ora il suo viso sul tuo sesso, ora il suo respiro sul tuo clitoride, un soffio di calda eccitazione che ti fa mordere le labbra, sollevare scompostamente il bacino, sapendo che lei si sta inebriando del tuo odore, cogliendo dalle sue apnee seguite da respiri violenti il suo avvicinarsi al piacere.

Un brusco gesto la allontana da te, ti sfugge un “nnnoooo”, subito soffocato da ansimi eccitati, rivolgendomi uno sguardo impaurito.

Afferro la sua mano, grondante di umori, la tengo stretta tra la mia, ignorando i sussulti del suo corpo per aver interrotto il suo piacere.

Ora &egrave la sua mano che si avvicina al tuo corpo, che sfiora il tuo volto, il palmo aperto, viscido di bianco desiderio, ora &egrave il suo odore che, inebriante, ti scoppia nel cervello, sporgi la lingua, cercando il suo sapore, lo cogli, lascio che la tua lingua scorra sulle sue dita, rubando il suo piacere, poi, di nuovo, muovo la sua mano, il palmo aperto, pronto ad una carezza, ma anche stavolta vicina, molto vicina ma ‘.. solo la sua ombra sfiora la tua pelle.

Disegna lentamente il tuo corpo, segue le tue curve, il tuo corpo solo un fascio di desiderio.

Ancora sul seno, ancora sul ventre, ancora li, sopra il tuo sesso, vicinissima eppure irraggiungibile. Resta immobile, tra le tue gambe spalancate, sopra il tuo sesso grondante, sul tuo clitoride eccitato, incurante dei tuoi gemiti, dei tuoi sospiri, dei sussulti del tuo corpo. Li, immobile, solo lievi movimenti delle dita sfiorano per qualche attimo i tuoi peli fradici, accentuando il tuo desiderio, portandolo più vicino al piacere, tu persa nella mia mente, agognando il tocco di mano femminile.

Un gesto deciso porta il suo capo tra le tue gambe, schiacciando la sua mano tra voi, liberando desideri troppo a lungo repressi.

Lei, come liberata dal mio gesto, lascia che le sue dita ti scoprano, ti frughino, aprendoti, divaricando le labbra grondanti, lei, lascia che la sua bocca si impadronisca del tuo clitoride, succhiandolo mentre la sua lingua lo vellica abilmente, lei, liberata dal mio gesto, lascia scivolare in te le sue dita affusolate, muovendosi in te, appropriandosi del tuo corpo, facendolo suo, NO, MIO, sai bene che tutto ciò &egrave guidato e voluto da me, sai bene che neppure per un attimo ho smesso di rubare le vostre menti, di farle mie.

Ti abbandoni a quella bocca, a quelle dita a quel respiro, gli occhi dilatati, un gemito continuo dalle labbra, vedi il suo corpo accovacciato accanto a te, a darti piacere, vedi le sue natiche sussultare alla disperata ricerca, all’implorazione di un tocco, di una carezza; vorresti strappare quelle corde che ti legano, non per essere libera, ma per toccare quel corpo, per accarezzarlo, per restituirle in parte in piacere che ti sta donando.

Mi vedi avvicinare a lei, aprendo l’accappatoio, vedi il mio corpo nudo, il mio sesso teso, vicino alla sua pelle, un moto di gelosia, “NO, io lo voglio, non lei, non &egrave giusto” ma la sua abile lingua, i suoi tocchi sensuali ti portano ad abbandonarti ancora, a lasciarti trasportare pur senza smettere di guardarmi.

Mi vedi giocare con il mio sesso sulle sue natiche, aprirle con le mani, frugandola tra le cosce con il mio membro, lasciandolo scivolare sui suoi umori.

Senti attraverso i suoi movimenti ed il suo respiro la sua eccitazione crescere, trasferirsi a te, unirvi.

Un sussulto violento del suo corpo ti dice che &egrave mia; la sua bocca affonda nel tuo sesso

I movimenti della sua lingua si fanno più ritmati, sincroni con i miei, come se il mio sesso, attraverso lei, giungesse alla sua bocca, penetrandoti.

Non importa ora chi ti bacia, chi ti prende, chi ti da fisicamente piacere, sai bene che sono IO, sempre io.

Spalanchi gli occhi nei miei, vitrei di desiderio, la bocca aperta, riarsa, senza più voce, sussultando, tre corpi uniti, UNO.

Il piacere avvolge la tua mente come una nube, cancella tutto, solo sensazioni, emozioni, piacere.

Senti il mio corpo attraverso il suo, i nostri piaceri fondersi, aumentare, sublimarsi, fino ‘..

All’esplosione comune di urla e piacere, senti il suo corpo contrarsi e restare immobile, contemporaneamente al tuo, le grida di entrambe mozzate dello stesso orgasmo, una sensazione di pienezza, quasi che il mio seme, attraverso lei, riempisse anche il tuo corpo.

Lunghi attimi immobili, rifiutando quasi di riprendere coscienza, di tornare alla realtà, che piano si fa strada in noi.

Un movimento lento della mia mano su lei, una guida, un ordine silenzioso.

Scivola con il suo corpo su te, la sua pelle sulla tua, il suo sesso davanti al tuo viso, contro la tua bocca, odoroso di lei e di me, e lentamente le sue mani lo aprono, lasciano che il mio seme scivoli da lei, unito al suo piacere, sulle tue labbra, sulla tua lingua che avidamente lo lecca, assaporandolo. MIA

La nostra notte continua, pur dopo l’alba, verso il superamento di vecchi tabù, con gioia, con fierezza, MIA.

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