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Racconti di Dominazione

sbattuta da un vecchio porco

By 6 Giugno 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Ciao a tutti mi chiamo Giulia e ho 20 anni. Sono alta 1.70 bionda, occhi azzurri, un bel viso, terza di seno e un bel fisico. Purtroppo non sono di famiglia agiata e dopo la maturità sono dovuta andare a Milano per cercare un lavoro e una casa. Purtroppo &egrave difficile trovare subito un alloggio e un lavoro, ma ho accettato un lavoro come badante: vitto e alloggio compreso.
Questo mi permetteva anche di avere un bel po’ di tempo per studiare.
Solo che dovevo assistere un anziano signore sulla 70ina scorbutico grasso e parecchio maleodorante.
Era parecchio sgradevole ma non potevo perdere quell’occasione. Gli illustrai la mia condizione e lui mi fece firmare un contratto in cui dietro lauto compenso io mi impegnavo a esaudire ogni sua esigenza, altrimenti avrei dovuto pagare una penale.
Iniziai a lavorare subito a luglio per poter mettere da parte un po’ di soldi subito. Faceva molto caldo e per pulire la casa mi vestii molto leggera, con un paio di pantaloncini cortissimi attillati e una canotta bianca che copriva solo il seno e non arrivava nemmeno all’ombelico. Il signor Mario come al solito stava davanti alla tv. Ad un certo punto mi chiese di fargli un caff&egrave. Mentre stavo pulendo la macchinetta nel lavandino sento che si avvicina e mi palpa il sedere con forza, io mi giro di scatto
‘Che fa?&egrave impazzito?’
lui ‘no hai un culo da favola, lo sai?’
Io ‘non ricapiti mai più’
Intanto se ne ritorna sulla sua poltrona ridendo in modo sguaiato.
La sfortuna più grande era che, purtroppo, la casa era abbastanza piccola e io dovevo dormire nel letto vicino a quell’essere che russava e puzzava da far schifo. Però sopportavo perché un’occasione del genere non mi sarebbe capitata una seconda volta.
Un giorno, in agosto c’era un caldo torrido, quasi non si respirava. Avevo una gonnellina cortissima e un’altra canotta ancora più corta. Stavo pulendo il bagno ascoltando la musica.
Improvvisamente vedo nello specchio l’immagine del signor Mario che mi guarda intensamente, mi giro e inizio ad aver paura.
Velocemente si avvicina e mi prende con violenza, sollevandomi e portandomi in cucina.
‘Che fai? Lasciami subito!!!’ e inizio a urlare
Con uno schiaffo mi mette a tacere ‘Zitta troia!ora mi farai godere, hai capito?’
‘no no, non farmi del male’
‘faccio quello che mi pare, ricordi il contratto no?’
Detto questo si toglie maglietta e pantaloncini ed esibisce un corpo peloso e sporco e un cazzo di dimensioni enormi.
Sono paralizzata dal terrore.
Il vecchio schifoso inizia a leccarmi dappertutto e con una mano fruga sotto la gonna, con l’altra inizia a stringermi forte i seni, facendomi male e strappandomi gridolini di dolore.
‘mettiti in ginocchio, muoviti’
Io eseguo e lui mi sbatte il suo cazzo davanti alla bocca
‘Succhia, troia.’
Mi prende la testa e inizia a premerla sul suo membro, io lo prendo in bocca e faccio del mio meglio per farlo venire subito, ma l’odore schifoso mi provoca nausea e vomito, cerco comunque di trattenermi.
Sento che il suo cazzo inizia a crescere dentro la mia bocca.
‘AHHHH SIII CHE BOCCHINARA CHE SEI!!!’
Spero sia finita ma lui velocemente mi prende e mi sbatte sul tavolo, con violenza mi strappa la canotta e la gonnellina.
Continua a leccarmi e a palparmi ovunque.
Velocemente mette la sua mano nelle mie mutande e inizia a masturbarmi con violenza, con l’altra continua a stringere i miei seni. Mi toglie anche il reggiseno e il tanga e rimane per un po’ a guardarmi.
‘Sei proprio una fica, &egrave da tanto che non scopo una come te ed &egrave da tanto che non scopo, preparati perché oggi ti sfondo tutta’
‘NO NO non farmi del male, ti prego’ inizio a piangere ma lui mi tira un altro schiaffo.
Sputa sulla mano e con quella mi bagna la figa e inizia a fottermi con forza. Io gemo per il dolore sotto i colpi martellanti del suo membro enorme.
Va avanti per un tempo indefinito, io continuo a gemere e a implorarlo di smetterla ma lui sembra assatanato e va avanti a fottermi come un treno.
Sento un dolore lancinante, non sono abituata a quei ritmi e a quelle dimensioni.
Sceglie di smettere e mi costringe nuovamente a prenderlo in bocca. Cerco di farlo venire per interrompere questa violenza ma sembra un’impresa impossibile.
Mi gira e mi fa mettere a cavalcioni su di lui e con una violenza impressionante mi impala, facendomi andare su e giù.
Ad un certo punto mi gira nuovamente a pecora e rallenta. Con un grido disumano svuota tutta la sua sborra nella mia figa inondandola completament: io lo guardo terrorizzata
‘perché l’hai fatto?’
‘perché d’ora in poi sarai la mia troia’ ‘non pensare che questa sia l’ultima volta ahahah’

devo modificarlo ancora un po’.. Infatti quella non sarebbe stata l’ultima volta. Pochi giorni dopo, di sera, il signor Mario mi disse:
‘tra poco mi farai divertire..ma indirettamente’
Io non capii esattamente cosa intendesse per ‘indirettamente’, ma ero sicura che non si sarebbe trattato di qualcosa di piacevole.

Dopo mangiato, mi occupai di sbrogliare il tavolo e lavare piatti e posate.
Ogni volta che incrociavo lo sguardo del mio ‘capo’ lui rideva in maniera diabolica, provocando in me un forte terrore.
Dopo aver ripulito tutto quanto mi sedetti sulla poltrona davanti alla tv.

Il signor Mario mi disse ‘vai in camera da letto e indossa i vestiti che ti ho messo sul letto’.

Io obbedii e entrata in camera da letto notai che mi aveva preparato i sandali col tacco alto, una mini cortissima e un top che in pratica mi avrebbe ricoperto solo il seno.

Mi vestii come mi aveva ordinato e ritornai alla tv. Lui si alzò e mi venne vicino, mi alzò la mini e disse
‘per caso ti ho dato il permesso di metterti biancheria intima? Non mi sembra proprio, togli quelle mutande subito’.
Io lo guardai terrorizzata e le tolsi con le mani che mi tremavano.

Fino alle 23 guardammo la tv, ogni tanto allungava la mano sulle mie cosce o sul mio seno, ma niente di più, ogni volta mi ritraevo ma un suo sguardo fulminante mi costringeva a subire quelle palpatine.

Alle 23.15 si alzò
‘adesso andiamo a fare un giretto per la città ahahah’.

Io non capii perché continuava a ridere, certamente non avevo intenzione di andare in giro la sera d’estate svestita a quel modo.
Si sa che a città quasi deserta &egrave molto pericoloso per una ragazza girare da sola per le vie di Milano, soprattutto se vestita in modo molto succinto

Ma evidentemente lo scopo del signor Mario era proprio quello di mettermi in mostra a chiunque incontrassimo.

Uscimmo dopo 10 minuti e ci avviammo alla fermata della metropolitana.
La stazione era deserta e lui mi disse

‘ora saliamo e tu fai quello che ti viene detto chiaro’
Io mi limitai ad annuire.
‘Ecco brava troietta vedo che ci siamo capiti.’

Dopo pochi minuti arriva la metro, entriamo, lui si mette in fondo alla carrozza e poi mi indica un posto a metà del vagone.
Mi misi a sedere vicino alla porta..pronta ad ogni evenienza per scappare.

Non sapevo dove mi stesse portando e mentre ero sovrappensiero sentii una mano che si posava sulla mia gamba.
Mi girai e vidi un barbone, sporco grasso e puzzolente, peggio ancora del mio capo.

‘ehi bella, per caso sei una puttana? Quanto vuoi?’

Io ‘per chi mi hai preso, non ci pensare nemmeno, non sono una puttana’

‘ah no?beh da come sei vestita lo sembri’

‘no non lo sono e lasciamo stare’

‘non me ne frega niente se lo sei o meno, io ho voglia di scopare e tu mi accontenterai chiaro?’

‘NO NO..AIUTO!!!’
‘STAI ZITTA’ detto questo mi prende per i capelli e mi tira a se, tappandomi la bocca.
Io guardo istintivamente il signor Mario che però ride facendomi l’occhiolino.

Il barbone si guarda intorno e mi dice ‘non ti farò del male, voglio solo osservarti nuda’

‘no, non se ne parla, lasciami stare’ ho le lacrime agli occhi quasi. Mi sembra di vivere in un incubo.

Il treno arriva ad una fermata, completamente deserta, siamo quasi fuori città, praticamente al capolinea, il barbone mi spinge fuori a forza e con la coda dell’occhio vedo che il signor Mario ci segue da lontano con una mano nei pantaloni.

‘Adesso ci facciamo un bel giretto ahaha’
Usciamo dalla stazione e ci avviamo in direzione di un capannone apparentemente abbandonato.
Entriamo e infatti &egrave quasi vuoto, ci sono solo mobili rotti, tavoli e macerie.
‘Dai spogliati, muoviti’.
Io rimango ferma, bloccata dalla paura e non ho nemmeno la forza di gridare.
Il barbone allora prende l’iniziativa e mi assale, mi tocca e mi palpa dappertutto. Mette la mano sotto lo gonna e scopre che non porto le mutandine.
‘Lo dicevo che eri una troia, non porti nemmeno le mutande’. Mi prende di peso e mi sbatte su un tavolo tutto sporco. Mi fa volare via il top e si dedica ai miei seni palpandoli con forza, strizzandoli e succhiandomi i capezzoli.
Mi lecca in ogni parte del corpo e io sento l’odore nauseabondo di sporcizia alcool e di non so quali altri schifezze. Si toglie tutti gli stracci e mostra un corpo orrendo, sporco e peloso.
‘mi farai impazzire troia!!!’
Subito dopo mi costringe in ginocchio a prendergli in bocca il cazzo.
Conati di vomito mi assalgono per lo schifo ma con forza mi costringe a succhiarlo.

‘AHHHH HAI UNA BOCCA VELLUTATA CAZZO!!!’
Continuo il rapporto orale fino a quando decide che &egrave arrivato il momento di fottermi.
Mi strappa letteralmente di dosso la gonnellina e inizia a sditalinarmi selvaggiamente.
Non riesco a reagire e rimango paralizzata in balìa di questo porco.
Improvvisamente mi penetra senza troppi complimenti e inizia a fottermi con un ritmo forsennato, io urlo dal dolore ma anche, purtroppo, dal piacere.
Va avanti senza dare segnale di cedimento, mi palpa i seni sempre più forte.
‘AHHHHH SEI PROPRIO UNA TROIA, MI STO FACENDO UNA BELLA SCOPATA AHAHAH’
Io mi sento la fichetta squarciata da quel membro enorme che continua come un treno a martellarmi.
Urlo e vengo due volte, il barbone mi lecca in maniera disgustosa, lasciandomi su tutto il corpo la sua bava.
Solo dopo un bel po’ di tempo rallenta.
‘ora ti vengo dentro lurida cagna ahahah’, detto questo, nonostante le mia proteste si ferma e svuota litri di sborra nel mio ventre.
Io piango e non so che fare.
‘ora puliscimi per bene il mio cazzo’
Obbedisco e con la lingua gli pulisco il suo pene dalla sborra dai miei umori.

Dopodiché si ricompone e si riveste dei suoi stracci, portandosi via il mio top e i resti della mia gonna.
‘adesso vai a casa così come sei, ahahah’.
Rimango distesa sul tavolo piangendo, non sapendo cosa fare.
Arriva dopo 10 minuti il signor Mario
‘Brava, così ti voglio, ora torniamo a casa’

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