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Questa sera forse è la volta buona. Mia moglie, che è stata via per lavoro tutta settimana e che torna questa sera a casa, mi ha chiesto di prepararmi, e questo forse significa che avrò la mia soddisfazione. Eccitato e fremente, sono tornato presto dal lavoro, e ho cercato di fare tutto quello che so piacere. Ho preparato una cenetta romantica, le ho preparato la vasca con sali profumati e candele, e ho cambiato le lenzuola del letto. Quando è arrivata l’ho accolta con un bacio e un abbraccio. Le ho illustrato quello che ho preparato per lei e l’ho vista sorridere soddisfatta. Mi ha chiesto se durante la giornata mi ero comportato bene e se avevo fatto quanto mi aveva chiesto. Io orgoglioso e speranzoso ho risposto di sì. “Verifichiamo”ha detto, “spogliati che voglio vedere!”. Velocemente mi sono tolto i vestiti, rimanendo con il minuscolo perizoma rosa di pizzo e le calze autoreggenti nere. La gabbietta si intravede come una protuberanza sotto lo slippino. Il mio corpo è perfettamente depilato come so che piaccio a lei. Mi scruta, con lo sguardo percorre tutto il mio corpo. Tremo, di eccitazione e di imbarazzo. Con la mano mi accarezza il petto, poi la ruota è percorre tutto il mio corpo fino all’inguine. Abbassa il perizoma fino a mezza coscia , prende in mano le mie palle, le soppesa, le strizza leggermente e sorride felice e soddisfatta. Mi sfugge un leggero gemito di desiderio. Sono imbarazzato ed eccitato allo stesso tempo. Mi sento come una puttana, nudo, con le mutandine abbassate mentre vengo guardato e palpeggiato da una donna completamente vestita. Io in intimo femminile, lei elegante e formale ma tremendamente sexy ed autoritaria. Arrossisco ed abbasso lo sguardo impacciato ed umiliato. “Quanto tempo è passato dall’ultima volta?” Mi chiede maliziosamente. “18 giorni” rispondo ansioso. “Pensi che sia arrivato il momento di svuotarle?” “Mi farebbe molto piacere!” ” Vedremo” mi risponde enigmatica. Mi guarda la gabbietta. È quella piccola, di acciaio, riduce il mio pene a poco più di un bottoncino tra 2 palle gonfie. Mi sfiora la gabbietta, la strattona leggermente, mentre con l’altra mano mi strizza un capezzolo. Sa quanto sono sensibile, e il risultato è immediato. Il tentativo di erezione riempie la piccola gabbietta, facendo trasbordare quanto riesce a passare dalle sue spire, mentre il tronco del pene si allunga allontanando palle e gabbietta dal mio corpo. Non potendo erigersi liberamente, il corpo reagisce allungando o distanziatore la parte interna. Con una mano mi massaggia il tronco, con l’altra continua a strizzarmi il capezzolo. Mi fa male, l’ unghia incide la pelle, una vampate di calore ed eccitazione si diffonde in me. L’altra mano afferra l’altro capezzolo. Ora strizza entrambi. Il dolore aumenta, mi sento le gambe cedere, mi in ginocchio ai suoi piedi mentre me lo torce e ride sadicamente di me. Cerco di resistere, ma il gemito che mi esce questa volta è di dolore. Molla la presa e mi allontana con un calcio. Finisco a gambe all’aria con le mutandine a mezza coscia. Mi chiede di mettermi carponi e di girarmi. “Allargati le cosce e fammi vedere quello che hai dentro”. Eseguo, allargò le cosce e le mostro la base del plug anale che vi ho inserito. “È quello grosso?Me lo mostri?” Eseguo prontamente, lentamente estraggo il dildo. È quello grosso, 5 cm di diametro per 10 di lunghezza. Lo indosso regolarmente dalla sua partenza. Mi sento l’ano dilatato al massimo, poi lo sento scivolare fuori. Ora mi sento solo un grande vuoto. Allargo le cosce e spingo per mostrarle la voragine. Mi sculacciate senza violenza complimentandosi con me per averle obbedito. “Bravo ragazzo, vedo che ti sei comportato bene!” Mentre si complimenta con me spinge il dildo per infilarmelo nuovamente. Fa un po’ fatica ad entrare, lo estrae nuovamente, me lo porge “Leccalo e lubrificato per bene” Eseguo, estraggo la lingua e comincio a leccarlo tutto intorno. ” Non così, ingoialo” Lo prende e me lo spinge in bocca, facendo pressione per farlo entrare tutto. È largo, fatico a farlo passare, lei me lo spinge tutto dentro. Le guance mi fanno male, la bocca è al limite, ma riesco a ingoiare tutto. Ora lo muove dentro e fuori come volesse scoparmi in bocca. Ho le lacrime agli occhi ma resisto. Finalmente pensa che sia abbastanza. Mi gira e lo punta nuovamente al mio ano, dopo averci sputato sopra. Lo fa scorrere un paio di volte lungo il solco poi lo punta e spinge con forza. Incontra resistenza, cerco di sottrarmi per il dolore è mi arriva una sculacciata secca e violenta che mi lasciami l’impronta delle cinque dita sulla natica. “Non muoverti frocetto, il tuo culetto non è ancora pronto? Frigni come una femminuccia.” Lo ripunta e lo spinge secco, questa volta entra, ma il dolore è atroce. Resto senza fiato, le tre sculacciate secche che mi arrivano mi scuotono. Lei afferra nuovamente il dildo e lo estrae di colpo. Altre due sculacciate e dentro tutto di nuovo. Mi sento dilaniare lo sfintere, mentre lei ripete l’operazione, 4,5,10 volte, fino a quando entra ed esce senza più resistenza. Un filo di liquido trasparente mi cola dalla gabbietta. E’ il precum che non posso trattenere. Lei lo vede, sorride divertita. “Non ne puoi proprio più! Stai volando come una troietta in calore!” Con un dito lo raccoglie e lo porta alla mia bocca, costringendomi a ripulirlo. Ricomincia a giocare col plug sul mio ano, poi di colpo lo spinge dentro tutto definitivamente.”Bravo ragazzo, vedi che quando vuoi ci riesci?” Sorride soddisfatta. “Stanotte dormi così! Questa non è ancora la sera giusta! Io vado da Luca, ho bisogno di un vero cazzo! Tu, non aspettarmi, ci vediamo domani!”

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