Le lenzuola non hanno più quell’odore fresco di bucato, la faccia affondata nel cuscino, guardi con un solo occhio un squarcio di azzurro nella finestra.
Accarezzi con la mano la superficie delle lenzuola arrotolate scompostamente, come se fossero loro a sfiorare le tue dita e non tu con le tue mani.
Un rumore lieve di pioggia giunge dal bagno, qualche sospiro e una melodia accennata appena a bocca chiusa.
Allunghi il braccio verso il posto vuoto vicino a te, forse dovresti alzarti anche tu e raggiungerla sotto la doccia, ma rimani li distesa a pancia sotto, con le lenzuola un po’ strette tra le gambe, i capezzoli contro il fresco cotone e la tua schiena nuda esposta.
Pensi alla tua timidezza, persa in uno sfiorarsi di labbra, ai tuoi dubbi, fugati dal semplice tocco di una mano sul tuo braccio, all’indecisione, smarrita nel suo sguardo.
La mattina sei arrivata sicura di te, di qualcosa che potevi controllare a cavallo del tuo bolide, una Dea quasi androgina della macchina, un appuntamento senza nulla di definito o scritto, o almeno così pensavi.
Poi Lei, sensuale, naturale nel suo muoversi dentro la sua pelle come se non indossasse niente altro, la voce calda e suadente.
Doveva essere un pomeriggio tra amiche e poi era divenuto quello che ognuna delle due sapeva essere destinato loro, semplicemente non si erano opposte, alla corrente che le spingeva l’una a cercare l’altra in un abbraccio.
Il calore di sole della sua pelle, la carezza dei sui lunghi capelli corvini sul seno, l’indecente dolcezza delle labbra, ora spietate, ora misericordiose nel ridarle fiato.Donna Ancora
Le lenzuola non hanno più quell’odore fresco di bucato, la faccia affondata nel cuscino, guardi con un solo occhio un squarcio di azzurro nella finestra.
Accarezzi con la mano la superficie delle lenzuola arrotolate scompostamente, come se fossero loro a sfiorare le tue dita e non tu con le tue mani.
Un rumore lieve di pioggia giunge dal bagno, qualche sospiro e una melodia accennata appena a bocca chiusa.
Allunghi il braccio verso il posto vuoto vicino a te, forse dovresti alzarti anche tu e raggiungerla sotto la doccia, ma rimani li distesa a pancia sotto, con le lenzuola un po’ strette tra le gambe, i capezzoli contro il fresco cotone e la tua schiena nuda esposta.
Pensi alla tua timidezza, persa in uno sfiorarsi di labbra, ai tuoi dubbi, fugati dal semplice tocco di una mano sul tuo braccio, all’indecisione, smarrita nel suo sguardo.
La mattina sei arrivata sicura di te, di qualcosa che potevi controllare a cavallo del tuo bolide, una Dea quasi androgina della macchina, un appuntamento senza nulla di definito o scritto, o almeno così pensavi.
Poi Lei, sensuale, naturale nel suo muoversi dentro la sua pelle come se non indossasse niente altro, la voce calda e suadente.
Doveva essere un pomeriggio tra amiche e poi era divenuto quello che ognuna delle due sapeva essere destinato loro, semplicemente non si erano opposte, alla corrente che le spingeva l’una a cercare l’altra in un abbraccio.
Il calore di sole della sua pelle, la carezza dei sui lunghi capelli corvini sul seno, l’indecente dolcezza delle labbra, ora spietate, ora misericordiose nel ridarle fiato.
Tra tutte le domande che ora le ronzavano in testa, solo la più temuta si asteneva dal presentarsi: ‘Io cosa ci faccio qui?’.
Passi nudi e bagnati alle tue spalle, vorresti voltarti, ma non lo farai, come se volessi offriti ancora alla sua vista, come se volessi un ulteriore conferma che no è stato un capriccio, un caso.
Piccole gocce scivolano sul tuo sedere e sulla schiena, anticipando il contatto con il pennello bagnato dei suoi capelli, prima di tornare a sentire il fresco contatto umido dei sui capezzoli sulla schiena.
Sorridi malandrina, aspettando la sua iniziativa che fingerai di subire ancora, mentre attendi di tornare ad essere donna per la tua donna…ancora.
Tra tutte le domande che ora le ronzavano in testa, solo la più temuta si asteneva dal presentarsi: ‘Io cosa ci faccio qui?’.
Passi nudi e bagnati alle tue spalle, vorresti voltarti, ma non lo farai, come se volessi offriti ancora alla sua vista, come se volessi un ulteriore conferma che no è stato un capriccio, un caso.
Piccole gocce scivolano sul tuo sedere e sulla schiena, anticipando il contatto con il pennello bagnato dei suoi capelli, prima di tornare a sentire il fresco contatto umido dei sui capezzoli sulla schiena.
Sorridi malandrina, aspettando la sua iniziativa che fingerai di subire ancora, mentre attendi di tornare ad essere donna per la tua donna…ancora.
Stupendo
Ciao purtroppo non sono brava nello scritto, Se vuoi scrivermi in privato . delo.susanna@gmail.com
Per un bohemienne come me, che ama l’abbandono completo al piacere e alle trasgressioni senza limiti, questa è forse la…
Ho temuto che non continuassi… sarebbe stato un vero peccato, il racconto è davvero interessante
Grazie, ne sono lusingato. E' da poco che lo faccio, ma lo trovo divertente. Tu scrivi, ho provato a cercare…