Skip to main content
Racconti Erotici Lesbo

Marina e Loredana

By 13 Settembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Marina e Loredana

Ero in piedi nuda davanti allo specchio del bagno e mi stavo asciugando i capelli dopo una lunga, lunghissima doccia. Durante la quale, mi ero interrogata, mentre l’acqua scivolava calda sul mio corpo, su come fosse stato possibile, che la sottoscritta, da tempo moglie e mamma coscienziosa, oltre che professionista conosciuta, si sia trovata in quella situazione che si era rivelata molto, ma veramente molto piacevole e nello stesso tempo molto imbarazzante e che solo poco tempo prima non avrei mai immaginato potesse accadermi.

Come dicevo sono oltre che moglie una professionista: da vent’anni ho un’agenzia immobiliare che mi ha portato a conoscere gente di tutti i tipi. Ora ho 46 anni e le mie forme si sono decisamente arrotondate ma, anni fa, la mia figura era veramente notevole e non era raro che qualche cliente ci tentava. Io, con gentilezza e cortesia, erano pur sempre clienti, li ho sempre mandati in bianco. Forse proprio tutti no, infatti con un finlandese, alto, biondo, occhi azzurri e bello, ma veramente bello……cercava un appartamento arredato ed è finita che abbiamo verificato se il letto fosse comodo. Anche con l’affascinante avvocato che cercava un piccolo appartamento, un piedaterre, era andata a finire che mi ero prestata volentieri all’inaugurazione del suo, chiamiamolo pure, riservato “scopatoio”. Questi però si possono definire degli errori di gioventù, poi non c’è stato più nessuno anche perché la gravidanza aveva arrotondato le mie forme, che poi gli anni hanno appesantito e …..stendiamo un velo pietoso sui pretendenti.
E’ da un po’ di tempo però che mi sta succedendo una cosa strana, non ci sono più galletti che mi ronzano intorno ma, faccio colpo su galline; sì proprio sulle donne.
Circa un anno fa vicino al mio ufficio hanno aperto un nuovo bar; per me era comodo parcheggiare la macchina e fare colazione prima d’aprire l’ufficio. Al banco c’era una signora molto cordiale che accoglieva tutti con un sorriso, poi con il passare del tempo, nei miei confronti, questa cordialità si è trasformata in qualcosa di più. Aveva preso una certa confidenza con frasi, dette a mezza voce, del tipo: “Cara, stamattina sei splendida”e un giorno, brutto e piovoso, in cui eravamo sole nel locale: “Che giornata, …..come mi piacerebbe essere sotto il piumone tutta nuda.” il tono era inequivocabile.
Ne parlai con una amica che mi confermò che si sapeva che la barista fosse lesbica.
Cambiai bar ma, trovai quasi subito un’altra pretendente, una collega con cui avevo cominciato a collaborare. Questa addirittura si comportava, a discapito della sua quarantina, come una ragazzetta innamorata; mi chiamava cento volte al giorno con scuse stupide, credo mi seguisse perchè la incontravo in ogni dove, mi invitava a cene, a feste e quant’altro. Era diventata la mia ossessione poi per mia fortuna trovò la sua anima gemella e mi lasciò in pace.

Ero in ufficio in attesa di una cliente, era in ritardo, guardai sull’agenda, il cognome era comunissimo dalle nostre parti; un po’ infastidita cominciai a digitare il suo numero di telefono, quando sentii aprirsi la porta dello studio ed entrò una bella donna della mia stessa età, che riconobbi immediatamente! Era Loredana una mia amica di scuola, eravamo inseparabili poi ci siamo perse di vista. Mi alzai per raggiungerla e quando mi vide disse: “non ci posso credere Marina…. ma sei davvero tu? ma che ci fai qui?”; ci abbracciammo strette e parlammo a lungo.
Quando si era sposata aveva cambiato città ed anche nazione, il marito era un grande manager di una multinazionale, aveva avuto una figlia; in principio ci sentivamo spesso, poi solo per gli auguri di Natale e poi….
Mi disse che si era separata dal marito ed allora aveva scelto di ritornare a “casa”, lavorava come commessa in un bel negozio del centro ed ora tutto sommato si sentiva appagata e soddisfatta della sua vita. L’ex-marito le aveva comprato un grande appartamento, per lei troppo impegnativo, e voleva metterlo in vendita per comprarne uno più piccolo e realizzare anche qualche soldino. Aveva visto la pubblicità della mia agenzia su uno di quei giornaletti pubblicitari, le era piaciuta, ed eccola lì.
Da quell’incontro casuale cominciammo a frequentarci assiduamente, anche solo per un panino nella pausa di mezzogiorno ed a ricordare i tempi andati quando eravamo inseparabili, al punto che, il giorno in cui lei perse la verginità mi chiamò a casa, allora non c’erano i cellulari, e mi chiese di vederci IMMEDIATAMENTE per raccontarmi l’accaduto.
Questa ritrovata amicizia, le nostre complicità passate non mi fecero accorgere quello che Loredana stava maturando nei miei confronti.
Non mi vesto mai in modo vistoso, elegante si ma, neanche d’estate amo scoprirmi troppo, anche perché i miei fianchi prepotenti, arroganti, vengono scusati solo dal mio metro e settanta abbondante e non sospettavo che Loredana mi ammirasse, che scrutasse le linee del mio corpo con desiderio.
Durante i nostri incontri, non mi accorsi neanche di come punteggiava la conversazione di piccoli commenti sul mio abito, sulle mie scarpe, facendomi complimenti per il gioiello, o chiedendomi dove avevo comprato quel foulard che mi donava tanto al collo.
Ed ogni commento era una scusa per sfiorarmi, con gesti di una delicatezza che li rendeva quasi impercettibili.
Fino a quando una sera uscimmo sole e quando salimmo sul taxi, Loredana mi colse in contropiede dicendo all’autista di portarci nel più costoso ristorante della città, decisione alla quale io feci per oppormi, ma lei mi zittii appoggiandomi una mano sulla gamba e dicendo “Non ti devi preoccupare, questa è un’occasione speciale” al che io le chiesi. “ma Loredana, non pensavo ci fosse una qualche occasione..”, “L’occasione qualche volta va creata….dico bene?!”, fu la sua risposta e lo sguardo interrogativo di Loredana si era trasformato in uno sguardo luminoso, carico di aspettative.
Solo allora iniziai a realizzare in che guaio mi stavo mettendo, si era creata una tensione in quel taxi e sentii di doverla rompere in qualche modo, e azzardando sbagliai tutto con un: “Loredana, io non avrei molta fame.”
Lei prese la palla al balzo e mi rispose. “se preferisci possiamo fare uno spuntino a casa mia ?” e proseguì di getto: “ Ti piace l’orientale, conosco un take away delizioso.”. Mi ero messa nell’angolo da sola. Lei diede il nuovo indirizzo al taxista, che in pochissimo tempo ci accompagnò davanti al locale. “ Faccio in un attimo aspettami qui.” mi disse scendendo dal taxi e lasciandomi sola con i miei pensieri. La mia mente tornò indietro negli anni, quando ancora adolescente scoprii per caso mia madre, che allora aveva circa la mia stessa età ma il corpo decisamente più appesantito intenta con una amica a masturbarsi e leccarsi a vicenda. La visione di quei due corpi, così intenti a donarsi vicendevolmente piacere,nonostante uno fosse di mia madre, fece nascere in me non un che di rigetto ma il desiderio prurignoso di trovarmi e godere con loro due. La mia vita però prese un’altra piega anche se, nel corso degli anni, mi capitò altre volte di soffermarmi a guardare delle donne ed a cercare d’immaginarmi come dovesse essere il loro corpo sotto il vestito. Probabilmente in me c’era una componente lesbica dormiente, che io, per retaggi culturali, cercavo di dominare. Mentre ero assorta in queste riflessioni, notai Loredana che usciva dal negozio e si avvicinava al taxi. Il mio sguardo si concentrò sulla sua figura, sul suo vestito e cercai d’immaginarmi il suo corpo che, nonostante le forme piene, sembrava ancora ben modellato.
Quando arrivammo a casa, Loredana in un lampo apparecchiò la tavola e ci sedemmo una di fronte all’altra. Io mi gettai sul cibo per acquietare il languore che, strada facendo verso il suo appartamento, era aumentato fino a divenire un fuoco, la fissavo e cercavo d’immaginarmi come fosse il suo sesso ed a quel pensiero mi accorsi di essermi eccitata profondamente. Loredana se ne accorse e mi accarezzò la mano: “ti devo ringraziare davvero per aver accettato il mio invito. Ormai passo settimane cenando da sola”.
“Scherzi? Una bella donna, come sei tu, chissà quanta compagnia deve avere.”.
“Non sempre quella che uno desidera, sai?”, mi sussurrò, e mentre lo diceva, mi accarezzò di nuovo la mano.
Gliela strinsi forte, e per un attimo mi si fermò il cuore, sentivo in me il senso di peccato, era veramente una bella donna e non potevo fare a meno di guardare i suoi bei seni che si intravedevano dalla camicetta trasparente. Loredana mi guardava negli occhi languidamente, mi prese la mano e se l’appoggiò sul seno. Come fossimo telecomandate, , ci alzammo e andammo nel salotto, dove ci trovammo ad essere una davanti all’altra eccitate. Avvicinò le sue labbra alle mie ed io ricambiai il suo bacio con passione.
Le mani di Loredana erano sul mio seno che prese a carezzarmi con le dita tremanti per l’eccitazione, poi mi sbottonò l’abito, e mentre la cerniera scendeva silenziosa e decisa, sentivo un tuffo al cuore e l’umore colare sulle gambe bagnatissima e sconvolta da me stessa.
Mi aveva tolto l’abito e aveva preso a coprirmi di baci, talvolta mordicchiandomi, ed io non ressi più: non ebbi alcuna remora nel donargli la mia verginità saffica, volevo scoprire il piacere di farmi baciare, toccare, leccare e masturbare da una donna.
Mi trascinò in camera mi fece sdraiare sul letto e mi salì sopra guardandomi con desiderio e accarezzandomi dolcemente il seno mi sussurrò: “sei così bella Marina e ti desidero tanto…”; “anche io ti desidero” le sussurrai a mia volta.
Dopo averle dato il mio consenso lei divenne subito più vogliosa e selvaggia, mi tolse il reggiseno ed iniziò a leccarmi i seni e a stringermi i capezzoli, già duri, con forza, io cominciai a mugulare dal piacere. Lentamente mi fece scivolare verso il basso i collant e le mutandine scoprendo la mia passerina, era sdraiata al mio fianco avevo la mia gamba in mezzo alle sue e la sentivo bagnata, lei mi guardò e io decisi di contraccambiare il mio piacere e iniziai a toccarle il seno.
Iniziò a percorrermi con la lingua tutto il corpo, la sua bocca avida mi fece giungere al deliquio,
Con un gesto imperioso, afferratemi le caviglie, mi spalancò le gambe e mise la sua testa tra le mie gambe e fu il paradiso.
Iniziò a leccarmi la fessura, a tratti smetteva e iniziava a succhiarmi il clitoride e poi riprendeva a leccarmela e io godevo, godevo e godevo. Quando stavo per venire del tutto lei mi finì infilandomi un dito dentro, mi stava scopando con un dito, poi due, non riuscivo più a tenermi dentro i gemiti di piacere e un urlo mi attraversò la gola quando venni, con lei che mi leccava gli umori.
Fui presa da una furia incontrollabile, la spogliai, quasi strappandole i vestiti. Era come me l’ero immaginata, un corpo maturo ma ancora con belle forme ed una pelle liscia ed elastica. Le palpai le tette grosse con i capezzoli scuri, le sfilai le mutandine, scoprendole la vulva depilata, sormontata da un triangolino di peli che la rendeva ancor più eccitante. La leccai da tutte le parti, era tutta bagnata. Mentre le lambivo i capezzoli la mia mano scivolò tra le sue gambe , sentivo il suo clitoride già gonfio. Poi le misi il dito dentro , lei urlò dal piacere e venne Tutti i suoi umori mi colarono sulla mano, io mi leccai le dita e unì a cuneo le tre centrali e ricominciai a scoparla per sentirla ancora gemere.
Dalle dita passai alla lingua.. leccavo e lei mi diceva: “Si, si……ancora!!” tenendomi la testa fra le gambe. Mentre la leccavo la passera, le misi due dita dentro…. la combinazione funzionò.
Urlava di piacere, i suoi gemiti mi facevano impazzire. Per la prima volta in vita mia, stavo scopando una donna. Continuai così fino a che non ebbe un orgasmo che la fece fremere tutta. Ci ritrovammo completamente nude, sudate e piene di umori, avvolte l’una all’altra mentre ci esploravamo i corpi a vicenda e ci facevamo complimenti per le nostre belle forme.
Ci baciammo diverse volte, spudoratamente, in bocca come due amanti e le nostre lingue di nuovo iniziarono ad intrecciarsi.
Loredana rovistò in un cassetto della sua stanza e tirò fuori un vibratore: “Ora è venuto il momento di usarlo” disse mentre infila la mano libera tra le mie cosce. Divaricai le cosce agevolandola a toccarmi facilmente la vulva desiderosa di nuove sensazioni.
Mi fece sdraiare sul dorso a cosce aperte, poggiò il fallo tra le labbra della mia passera e lentamente mi penetrò. Ero tutta bagnata ed il fallo entrò dolcemente, senza resistenza. Lei girò una manopola ed il vibratore incominciò a ruotare e oscillare dentro di me. Emisi grida di piacere, mentre un brivido mi percorse tutta la schiena: “Ancora! Ancora!” quasi gridai, mentre lei mi disse: “ Voglio vederti godere. Godi, godi! ….poi devi fare godere me”
E veramente stavo godendo come mai un vita mia, ero tutta un fremito.
Poi toccò a me. Loredana si sdraiò a gambe larghe con la vulva aperta in attesa. Volevo assaggiare ancora il suo sapore e avvicinai la mia bocca alla sua fessura. Il piacere della mia lingua che penetrava nella sua fenditura mi faceva venire i brividi. Leccare un pene è bello ma leccare una bella vulva calda non è da meno. Con la punta della lingua le titillavo la clitoride facendola gemere di piacere mentre abbondanti succhi fuoriuscivano dalla sua vagina. Le piaceva e iniziò a gemere ancora più forte non appena la mia lingua iniziò a leccarle l’ano. Poi usai le dita, lingua e dita si alternavano nel suo secondo buco.
Ora era mio il piacere nel vedere come Loredana si contorceva per il godimento che le provocava il vibratore tutto dentro nella passera e il mio dito dentro il suo ano.
Mi fermò e si mise a pancia sotto, con il bel sedere sollevato e con le mani si allargò le natiche. Era un invito a sodomizzarla. Sicuramente era una pratica a cui era abituata, perché il fallo, anche se di buone dimensioni, entrò in lei con facilità. Venne ripetutamente e fu lei che con una filo di voce mi implorò di smettere.
Ripresasi dall’orgasmo Loredana si alzò e si diresse in cucina, ritornò con i vassoietti di cibo orientale ed una bottiglia di prosecco: “Questa ginnastica mi ha fatto venire fame…..a te no?”.
Se qualcuno mi avesse detto che un giorno mi sarei ritrovata a sbocconcellare spiedini di non so che nel letto di un’altra donna completamente nuda, gli avrei dato del pazzo ed invece ero lì.
Era quasi mezzanotte quando ci salutammo dandoci un ultimo bacio ed un arrivederci a presto.
Sul taxi che mi riporta a casa mi abbandono spossata, ma appagata come se avessi fatto l’amore con un uomo….forse di più.

Leave a Reply