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Racconti Erotici Lesbo

Noelle capitolo 4

By 25 Giugno 2024No Comments

Regalo per Jezabel

Annette non era assolutamente d’accordo con il mio piano, dice che mi sono già comportata abbastanza male con Jezabel e questo sarebbe come buttarglielo in faccia. Ma sa quanto sono testarda, se mi metto in testa qualcosa non c’è modo di farmi cambiare idea, e allora ha accettato di aiutarmi 《per cercare di limitare i danni che potresti fare!》
È appena andata via, spero che riesca a prendere l’aereo; sono stati due giorni intensi, siamo d’accordo che la chiamo domani o appena potrò per raccontarle tutto.
Non ha voluto assolutamente chiudere le manette, e da sola non ci riesco. Dice che sarà Jezabel a farlo se e quando vorrà. Però mi ha aiutato a allestire tutta la scena, dandomi anche parecchi consigli. Ho scoperto un lato di Anny che non conoscevo, il lato bondage o, come dice lei, soft bondage; nonostante non fosse assolutamente d’accordo con quello che volevo fare, è stata veramente preziosa, sia materialmente sia con consigli. Si è occupata degli acquisti di tutte le attrezzature “particolari”, comprandole su internet e facendosele spedire a casa sua. Per i regali mi ha solo accompagnata, ho scelto io: mutandine e reggiseno di seta viola e soprattutto un gioiello che ho comprato da un mio vecchio amico dei tempi del liceo, un solitario, piccolo, incastonato in platino. È prezioso e discreto, così come lo è Jezabel.
Anche per la lettera ho deciso di fare da sola, Annette mi ha solo dato un consiglio: 《se veramente sei innamorata di questa ragazza, penso che dovresti dirle tutto, non dovete avere segreti》 e così ho fatto, le ho scritto tutto quello che provo per lei ma anche come l’ho spiata e cosa ho fatto in questi mesi.
Per essere libera di prepararmi l’ho convinta a uscire con le sue amiche per festeggiare il suo compleanno; mi pare di aver visto un ombra di delusione sul suo viso, ho capito che voleva festeggiarlo con me.
Adesso che Annette se n’è andata e la scena è pronta, inizio ad avere ripensamenti: avrò fatto bene? Jezabel s’incazzerà, lo so bene, ma quanto? Spero non in maniera irreparabile, spero mi permetta di …. cosa? Non so neanche cosa farò io, figuriamoci lei.
E quindi eccomi qui in camera mia: indosso reggiseno e mutandine di raso rosse e nere con inserti in pizzo semitrasparenti. Sono sdraiata supina sul mio letto, gambe e braccia tenute allargate da delle manette fissate ai 4 angoli del letto. Ho una benda sugli occhi e un pezzo di scotch grande a tapparmi la bocca. Sulla mia pancia ho sistemato la lettera per jezabel, con sopra la chiave delle manette. In camera sua, sul suo letto, ho messo i pacchetti dei regali e un biglietto: dice che il regalo vero è in camera mia sul letto; sto inevitabilmente pensando a Jezabel, al suo corpo a tutte le volte che l’ho spiata: e quindi ho le mutandine bagnate, spero che non si veda troppo.
Che ora è? Con la benda non posso vedere l’orologio, ma saranno più o meno le 11, dovrebbe rientrare da un momento all’altro… Eccola! Sento aprirsi la porta in camera sua… ho il cuore che batte a mille, spero che non si arrabbi troppo. Dai suoni che sento: si ferma, prende il biglietto, deve starlo leggendo. Non apre i pacchetti, sento i tacchi che si avvicinano. Eccola si è affacciata alla porta e si è fermata. Mi sta guardando ma non parla. Si avvicina lentamente. Prende la chiave, poi la lettera, posa di nuovo la chiave sulla mia pancia, il contatto delle sue dita mi provoca un brivido. Anche da qui sento odore di alcool, è ubriaca, deve aver festeggiato alla grande. Si siede sul letto per leggere la lettera, mi sembra di sentire che abbia la respirazione accelerata, poi un sospiro. Oddio sembra che pianga… sì, sta piangendo anzi sta proprio singhiozzando. Si alza, accartoccia la lettera. Adesso che fa? Si avvicina di nuovo… chiude le manette! Spero sia un buon segno! Prende la chiave dalla mia pancia e …. se ne va! Ma non va in camera sua, si siede sulla poltroncina di fianco al mio letto! La sento che si spoglia, e intanto … piange di nuovo, forte, singhiozzando. Mi sa che ho esagerato. Piange per un bel pezzo, poi silenzio. Si alza e va in camera sua, mi sembra di sentire che apre i pacchetti. Sta un pò di là, mi piace pensare che si stia provando la biancheria e il diamante. Ecco che torna, si siede di nuovo sulla poltrona. La sento muoversi ma non so cosa… sta ansimando…. ansima più forte… va avanti così cosi per un pò, sembra che si stia masturbando, infine un gemito e si ferma. Sento fruscio di stoffa, si avvicina… AHIA! mi ha strappato il nastro dalla bocca, ma non faccio tempo a dire niente che mi infila a forza della stoffa dentro la bocca e rimette il nastro. 《Ti piace annusare le mie mutandine sporche no? Adesso le hai in bocca, mi sono appena masturbata, spero che siano di tuo gradimento》 lo dice con tono piatto.
Si siede sul letto, con una mano mi sfiora la pancia provocandomi un brivido, poi si muove… un bacio all’ombelico, Dio si!!
Si alza…. mi sale a cavalcioni, sento che è senza slip, certo, me li ha messi in bocca, ha la vulva appoggiata al mio pube, sento che è bagnatissima. Adesso si allunga su di me, sento il suo seno premere sul mio, sento il suo respiro, è vicinissima, le sue mani raggiungono le mie. Mi riempie il viso di baci, ma sento che mi sta bagnando, sono lacrime, piange in silenzio. Si ferma, si alza…. 《chi ti dà il diritto!》. Mi tira uno schiaffo, forte, a mano aperta: 《puttana! 》 un altro schiaffo, più forte 《mi hai violata!》 mi prende per i capelli e avvicina il viso al mio 《ti odio!》 e scende dal letto. Non mi aveva mai parlato così, è come una coltellata al cuore. Ovviamente me lo merito, ma sto male.
Torna sulla poltrona. 《Con la mia amica abbiamo festeggiato, e adesso sono sbronza, se no avrei già fatto le valigie》…. tremo… 《ma sono ubriaca, non ne ho il coraggio… e poi, tutto quello che vorrei fare adesso è strapparti di dosso la biancheria e fare l’amore con te…. Però adesso ti odio》 Si alza, viene vicina, si ferma. Cosa fa? È ferma in silenzio… mi guarda? Cosa…. ecco, si muove dove sta andando? Sento che rovista nella mia scrivania…. ritorna….. si avvicina, contatto del metallo freddo sulla mia pelle: mi ha appoggiato qualcosa di metallo sulla pancia, sembrano forbici, adesso ho quasi paura di lei!
Le prende e… mi punge un seno. Punge anche l’altro.
Mi fa male, punge anche una spalla, mi graffia un seno….. taglia i lacci del reggiseno e lo sfila via.
Adesso posa le forbici e prende a baciarmi il petto; mentre mi bacia i capezzoli, mi graffia le tette con le unghie ma il male si somma al piacere e mi muovo sotto di lei 《Ti piace? Certo, sei una maiala! Vuoi che te li succhi?》 E, circondando un capezzolo con la bocca inizia a succhiarlo piano, poi allarga le labbra fino a circondare l’areola e succhia, forte, mentre stimola il capezzolo con la lingua, e intanto la mano si occupa dell’altra tetta. Sto mugolando e mi muovo, Dio non fermarti, ti prego…..
Si ferma e riprende le forbici: le fa scorrere le sulla pancia, arriva al pube, all’elastico degli slip. Si ferma: 《sei bagnata. Ti piace che la tua puttanella negra ti faccia godere?》 No no no Jezabel ti prego sto male! Cristo potessi parlare, ti direi quanto mi sento in colpa, ti chiederei perdono, ti direi fammi male me lo meritoooOOOOOH! Mi ha appoggiato un dito sulle mutandine, dove sono bagnata… e lo sta muovendo piano… Dio mio si, mi sto contorcendo dal piacere. Si ferma 《Sono brava a fare l’amore con una donna lo sai? la mia fidanzata me lo diceva sempre che la facevo impazzire… ma poi mi ha lasciata… Lo sai che è colpa tua se Ginevra mi ha lasciata? Diceva che quando facevamo l’amore sembrava che io fossi con un’altra… e aveva ragione, mentre baciavo lei in realtà stavo baciando te》 Da come parla deve essere proprio piena di alcool… oddio, riprende a muovere il dito, adesso sono due… wow sì! Si ferma di nuovo. Sento che prende le forbici, taglia i bordi degli slip, me li toglie. Appoggia le forbici. Si sposta… ODDIOMIO! mi sta leccando! Dio mio sono sull’orlo di un orgasmo! 《mi piace il tuo sapore, sai di pulito》 … mi lecca ancora… 《ti amavo lo sai?》… adesso si ferma… sento le sue dita sul seno… 《queste tette me le sogno ogni notte….》 mi sta sfiorando il seno, si ti prego, i capezzoli Dio Dio Dio e all’improvviso me li torce, fortissimo, per farmi male. Urlo ma tra gli slip in bocca e il nastro adesivo si sente poco. Ma è sufficiente, si ferma e inizia a baciarmi dove mi ha fatto male… poi di nuovo me li torce Dio che dolore, urlo e si ferma, mi bacia. Va avanti così per un paio di minuti, ho i capezzoli doloranti e duri come due chiodi ma allo stesso tempo sto godendo, anzi credo che il dolore amplifichi il piacere. Adesso si ferma del tutto e si sdraia di fianco a me 《Perché!!!》 《Hai rovinato tutto! certo, non avrei mai avuto il coraggio di dirti niente ma ti sognavo, era così bello!》 Mi sta baciando, furiosamente, le guance, le tempie, la bocca, il naso, tutto, mi batte il cuore voglio baciarti liberami ti prego. Adesso rallenta, mi sta baciando piano e con la mano mi accarezza, dolcemente, quasi con devozione. Si ferma … si muove… si sta sistemando sopra di me, le sue gambe tra le mie che sono legate larghe, siamo entrambe nude, sento i suoi seni a contatto coi miei, sento il suo pelo sul mio, riprende a baciarmi e inizia a muoversi, strofina tutto il suo corpo sul mio, prima piano, dolcemente, poi con più foga, strofina il pube sul mio, ma ho le gambe larghe e la sento sulla mia vulva, aumenta la pressione, ho il clitoride completamente eretto che sfrega su di lei, anche io mi muovo, anzi sono più convulsioni, Dio mio sto godendo, tanto, Dio mio sono vicina arriva non si ferma arriva sta arrivando… non fermarti! Si blocca di colpo e si alza. Sto mugolando forte perché mi dice 《si si lo so, vuoi venire, ma prima devo fare una cosa》 sto ansimando dal naso ma sento che sta facendo qualcosa con della stoffa… cosa fa?… mi sta sistemando un lenzuolo sotto il culo.. 《così non facciamo casini》 ma certo, si è ricordata che rischio di pisciarmi addosso… oddio si è sdraiata di nuovo su di me, e riprende a muoversi, sì sì sì…. finalmente mi lascio andare e arriva, violento e dolcissimo, e mentre vengo mi bacia, ed è bellissimo! Mi bacia per tutto il tempo che mi dura l’orgasmo e io vorrei poterle dire quanto la amo… mi calmo ed inevitabilmente mi esce un pochino di urina, poca roba perché prima di farmi legare mi ero svuotata. 《Non preoccuparti piccola, ti pulisco e poi ricominciamo va bene?》 si alza, toglie il lenzuolo e mi dice 《bravissima ne hai fatta proprio poca!》. Sento che mette via il lenzuolo e mi aspetto che vada a prendere delle salviette, invece sento all’improvviso la sua lingua, mi pulisce si, ma con la lingua! Mi sta leccando e io sto volando, adesso si concentra sul clitoride e ho un orgasmo improvviso, non me l’aspettavo, lei se n’è accorta perché si blocca un secondo e poi riprende, e dopo poco vengo di nuovo, e poi di nuovo, e ancora, non si ferma e io continuo a venire, vorrei urlare di fermarsi, non ce la faccio più, o le convulsioni ma lei continua e continua e continua, mi scoppia il cuore basta ti prego…..
Finalmente si ferma e io respiro, si alza 《Vado a farmi la doccia, puttanella… e magari, se mi passa la sbornia trovo il coraggio di fare le valigie….》
Basta questa frase a mandarmi nel panico: non riesco a pensare ho il cervello annebbiato riprendo ad ansimare anche piu di quando mi leccava … mi ritrovo inconsapevolmente a pregare! Sto letteralmente pregando, recito tutte le preghiere che conosco, Dio ti prego non la fare andare via, non togliermela… sotto la benda sto piangendo, Annette aveva ragione, questa messinscena è stata una pessima idea, vorrei poterle parlare, vorrei non aver fatto quello che ho fatto, vorrei….
Si fa la doccia nel mio bagno, è una doccia molto lunga, esce…. sento odore di caffè che proviene dal mio angolo cottura. Si sta facendo un caffè… se lo viene a bere qui da me in poltrona. Non dice niente. Immagino che mi stia guardando. Si alza si avvicina. Mi sfiora ancora con le dita… e se ne va. Sento di nuovo la doccia, stavolta nel suo bagno, credo voglia proprio farsi passare la sbronza. Annette aveva ragione è stata una pessima idea, ma io testarda….
Dopo un bel pò di tempo ritorna, la sento avvicinarsi: 《Ciao Noelle sono tornata. Mi sei mancata… ci credi? Mi manchi anche solo per il tempo di una doccia. Adesso ho la mente lucida, o almeno abbastanza lucida…. ho fatto le valigie, ma come vedi sono ancora qui. Dipende da te se me ne vado o no》
S avvicina e si siede sul letto. Mi toglie delicatamente la benda. Ci metto un paio di minuti ad abituarmi alla luce, piano piano la metto a fuoco: è ancora nuda, bellissima, gli occhi arrossati per le lacrime. 《Adesso ti tolgo il bavaglio, ma non voglio sentire nessuna parola da te, nessuna scusa , nessun ti amo, niente di niente, va bene?》 Annuisco e me lo toglie, molto delicatamente cercando di non farmi male. Poi mi sfila le mutandine dalla bocca 《ti sono piaciute?》 Annuisco decisa perché non oso parlare. 《Bene. Adesso ti tolgo le manette ma non devi fare niente che non ti dica io d’accordo? Non cercare di abbracciarmi, di farmi l’amore, niente, stai solo ferma, va bene?》 Annuisco di nuovo. Mi toglie le manette, sia ai polsi che alle caviglie e le butta per terra. 《Adesso tira giu le braccia e unisci le gambe》 Faccio quello che dice, ringraziandola mentalmente perché avevo le braccia anchilosate. Poi mi copre col piumone e si infila nel letto di fianco a me, appoggia la testa sul cuscino e mi passa un braccio e una gamba sopra, mentre mi bacia dolcemente una guancia. Sono in paradiso ma non oso dire niente né muovere un muscolo e lei mi sussurra 《ti amo》. Mi sto sciogliendo! 《Voglio fare l’amore con te. Sei libera di muoverti e di fare tutto quello che vuoi, ma non dire niente va bene?》 Io faccio di sì con la testa e lei mi avvolge col suo corpo e mi fa sprofondare in un abisso di piacere, ma soprattutto di emozioni……….
Abbiamo fatto l’amore per tutta la notte, o meglio, all’inizio è stata lei a fare tutto, poi piano piano mi ha insegnato, più con l’esempio che con le parole. E di parole io non ne ho detto mezza per non disobbedirle!
Poi abbiamo guardato l’alba sul mare dal mio terrazzo, nude e avvolte nel piumone, abbracciate strette, e finalmente abbiamo parlato, tanto, sono forse riuscita a farmi perdonare. Mi ha anche raccontato del suo primo rapporto sessuale con un ragazzo: 《lui era giovane, giovanissimo, come me. Avevamo 17 anni, lui al liceo, io lavoravo già. È successo quasi per caso, ci siamo trovati a casa sua e i suoi non c’erano; bè quasi per caso magari no…. comunque dai baci siamo passati velocemente ad altro, in pochissimo tempo eravamo nudi. Ma sentivo che qualcosa non andava, non mi sentivo…. non so…. poi mi sono ritrovata sul letto, sotto di lui. È stato dolcissimo e premuroso, e devo dire che mi è anche piaciuto… solo che per tutto il tempo continuavo a pensare a sua sorella più grande, non volevo ma continuava a venirmi in mente lei, il suo viso, il suo corpo, soprattutto quando ho iniziato a sentire piacere, c’era sempre lei nella mia testa. Quando abbiamo finito lui mi ha fatto le coccole per un sacco di tempo, voglio dire: il ragazzo perfetto per qualsiasi donna! E io pensavo a lei… e ho iniziato a immaginare di fare l’amore con lei, sentivo che mi bagnavo al pensiero, era ormai evidente anche a me che ero lesbica》 《E ti sei poi fidanzata con lei? È lei Ginevra?》 《No no, per carità! Lei non è lesbica e poi ho scoperto che è anche parecchio stronza!》… 《Come me?》 Jezabel mi guarda, seria, ci pensa alcuni secondi e poi: 《no, come te no… ma quasi!》 E scoppiamo a ridere insieme, un riso liberatorio, riappacificante.
Dopo, mezze congelate, siamo rientrate e ci siamo infilate di nuovo nel letto, sotto le coperte e ci siamo baciate fino ad addormentarci.
Apro gli occhi intorno a mezzogiorno, e lei mi sta guardando. Mi sorride e poi mi dice: 《Noelle io ti amo. Ti amo più di quanto ti immagini, ma ho bisogno di sapere se mi posso fidare di te. Quello che hai fatto, che MI hai fatto, nelle ultime settimane….. per qualcuno può non essere niente di che, ma per me, per come sono…. mi sono sentita violata, nel mio intimo! E mi hai mentito, fare quelle cose a mia insaputa è mentire. Io mi fidavo ciecamente di te!》 Quindi mi chiede di darle il numero di Annette, e mi dice di aspettarla lì, di non muovermi. Poi va in camera sua e chiude la porta. La sento parlare, piangere e ridere. Ma soprattutto parlare… tanto…. e io sto tremando.
Torna dopo più di un ora, è ancora nuda, gli occhi bagnati di lacrime ma sorride; ha al collo il solitario che le ho regalato! Non dice niente, si infila di nuovo nel letto e inizia di nuovo a farmi l’amore, furiosamente. Se possibile è ancora più bello di stanotte, soprattutto perché adesso sono in grado di ricambiarla…. ci fermiamo solo per mangiarci un panino e poi ricominciamo, ma adesso fuori dal letto, sulla mia scrivania, la poltrona, sul tappeto del salottino, in camera sua, mentre facciamo la doccia, mentre disfa (Dio ti ringrazio!) le valigie, mentre prepariamo i panini per cena, non siamo mai sazie! A sera siamo esauste di orgasmi, ci sdraiamo di nuovo nel mio letto e lei mi si addormenta sul seno.
Jezabel non mi ha mai voluto dire cosa si sono dette lei e Annette, e Anny nemmeno. Ma il giorno dopo ricevo un messaggio dalla mia amica: – Sei una testa di cazzo! Quando mi hai parlato di Jezabel non avevo capito veramente com’è. Noelle quella ragazza è unica! Non hai idea del rischio che hai corso! Non mancarle piu di rispetto se non vuoi fartela scappare, e credimi, non ne trovi un’altra uguale! Tienitela ben stretta o vengo a prenderti a calci in quel bel culetto tondo che ti ritrovi! –

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Marcellaeselene

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