Sono un revisore dei conti. Sono convinta di svolgere uno dei lavori più noiosi che esistano, ma la vita ed i miei studi mi hanno condotto a questo. Nemmeno da ragazza ho mai avuto in mente quale lavoro avrei voluto per me, tanto da scegliere l’università più frequentata dagli amici del momento. Dopo la laurea, occasioni fortunate mi hanno portato ad acquisire una buona esperienza lavorativa che mi ha così consentito di aspirare alla posizione che ricopro oggi. Mi ripeto: il lavoro è noioso, ma lo stipendio e le gratificazioni ripagano ampiamente la noia di certe ispezioni contabili. Oggi è una di quelle giornate in cui desideri solo che non intervengano problemi e che il lavoro si concluda al più presto.
Sono seduta davanti al computer, mentre la responsabile amministrativa mi siede a fianco. Le illustro i problemi riscontrati durante la mia ispezione, le spiego le possibili soluzioni, le eventuali sanzioni, le parlo della mia esperienza in casi simili, quando, finalmente, mi propone una pausa.
Come se arrivasse dal cielo, accetto di buon grado la proposta.
Ci concediamo qualche minuto di relax cominciando a chiacchierare come due amiche, raccontandoci qualche aneddoto, gli uomini, le aspirazioni, i desideri. In realtà sono io a parlare; lei, più che altro, ascolta e sembra felice di farlo. La osservo meravigliarsi della mia spigliatezza e sincerità forse eccessiva nel raccontare come sono: tanto appaio seria e professionale nel lavoro, tanto invece sono una persona irresistibilmente espansiva, chiacchierona, solare, divertente. Così le rivelo che la mia passione è quella di scrivere racconti. Di che tipo?, mi chiede. Erotici!, le rispondo candidamente. Noto piacevolmente il suo sguardo mutare; protendersi in avanti come per ascoltare meglio ciò che ho da dirle. Un sorriso le illumina il volto, per nulla scandalizzata dalla mia confessione, ma piuttosto maggiormente interessata all’argomento. Vorrei tanto leggerne qualcuno, mi chiede. La accontento immediatamente. I miei racconti sono pubblicati sul web, così in pochi istanti le propongo racconti quali Valeria, Una piccola stravaganza, Sera d’estate. Vado a recuperare due caffè mentre la lascio sola ad assaporare i miei sogni, i miei desideri narrati in brevi racconti.
Cammino lungo il corridoio fino alla macchinetta del caffè chiedendomi che persona troverò tornando in ufficio. Come chiunque si diletti a scrivere anch’io ho sempre il desiderio di ascoltare il parere dei lettori in merito ai miei lavori, ma non mi era mai capitato di farlo con qualcuno con il quale avessi semplicemente un rapporto di lavoro. In questo momento potrebbe essere piacevolmente impressionata dal contenuto dei miei scritti, così come disgustata dal linguaggio o dalle sensazioni forti ed intense che ho sentito il bisogno di descrivere. Senza dubbio, però, troverò una persona diversa: tra noi si sarà creata una complicità qualora apprezzasse il mio lavoro, oppure un gelo siberiano nel caso non condivida la mia passione.
Ma non credo sarà così.
In compagnia di questi pensieri torno in ufficio con due caffè profumati e fumanti. Richiudo la porta dietro di me, poso i bicchierini sul tavolo e, finalmente, la osservo in viso. La guardo con occhi diversi, la scruto per cogliere qualche segnale: il suo sguardo é ancora fisso sullo schermo, mentre divora le parole che si susseguono veloci, come il suo desiderio di terminare l’ultimo dei tre racconti proposti. Aspetto silenziosa. Termina la lettura, attende qualche istante, si sistema i capelli e finalmente si gira verso di me cercando i miei occhi curiosi, in attesa di un responso. Inclina impercettibilmente la testa di lato, lo sguardo si ammorbidisce, ma il rossore sul suo volto tradisce l’emozione che la lettura le ha suscitato. Mi sorride. Avverto la sua volontà di farmi stare sulle spine. Sembra divertirsi di questo. Si inumidisce le belle labbra rosse prima di confessarmi di aver letto dei racconti meravigliosamente eccitanti. Mi dice di essersi emozionata, di averli divorati, mi chiede se ne ho scritti altri. Mi inonda di complimenti, mettendo a segno ogni colpo: la sua è una critica precisa, bella, profonda. Fino al momento in cui mi chiede se ho narrato vita vissuta. Mi chiede perché parlo prevalentemente del rapporto saffico, se è esperienza personale o solo un desiderio inconfessato. Le sorrido, mi accomodo sulla sedia. Chissà perché ma mi aspettavo questa domanda. Così le rivelo che il mio è un desiderio. Da tempo convivo con questa mia ricerca di una donna che sappia soddisfare questa mia curiosità, che sappia condurmi con dolcezza in un mondo a me sconosciuto, ma che so essere popolato di emozione, di passione. Voglio vivere questa esperienza, ma non mi sono ancora decisa a farlo. Ancora lo stesso atteggiamento di prima. Si protende in avanti. Un lieve dilatare delle pupille, la voce abbassa volontariamente i toni: si fa calda, sensuale. Ancora la lingua che accarezza le labbra carnose, prima di offrirsi compagna di questo mio viaggio.
Rimango esterrefatta. Sono sola in un ufficio con una bella donna che si offre a me, confidandomi di desiderarmi dalla prima volta che mi ha vista. Ancora non riesco a formulare una risposta, ma forse la mia è una volontà precisa. Il mio silenzio, mentre non riesco a distogliere lo sguardo dal suo, le trasmette sicurezza tanto che la osservo alzarsi, girare intorno al tavolo di cristallo, avvicinarsi a me; la vedo poggiarsi sulla scrivania, scostare appena la mia poltrona. Sento la sua mano carezzarmi il viso, sollevare il mento verso il suo volto. Non riesco a muovermi, mentre avverto un calore improvviso invadermi l’anima. Il suo volto è più vicino. Le labbra rosse sfiorano le mie. Sono morbide, calde carnose. Le assaggio, come se fosse una pratica già vissuta. Con incredibile naturalezza mi sorprendo a porgerle la mia lingua. Sento che mi cerca. Sento di desiderare quel bacio come non ho mai desiderato nient’altro. Mi spinge contro lo schienale della poltrona; sono intrappolata tra il mio desiderio ed la sua bocca che gusta la mia voglia. Il suo corpo contro il mio: avverto il calore dei suoi seni sui miei. Le sue mani mi accarezzano il viso, mentre si stacca da me lievemente divertita dal mio imbarazzo. Mi osserva sussurrandomi quanto mi desideri. Sei bella, mi dice. Lasciati andare. Mi bacia ancora ed ogni volta rispondo sempre più al suo invito. La lascio fare mentre le mani si infilano sotto la camicia, trovando immediatamente i seni. Sento le sue mani sottili e ben curate sulla mia pelle nuda. Le unghie lunghe carezzano dolcemente i capezzoli sporgenti. Sorride del mio desiderio ormai svelato. Si inchina davanti a me. Le apro le gambe. So cosa vuole fare ed è ciò che voglio anch’io. Desidero sentire le sue mani di donna dentro di me. Desidero che senta la mia eccitazione. Vorrei che assaporasse tutto il desiderio che ha saputo far esplodere così violento. Ma sono immobile. Voglio subire ogni sua azione, ogni suo desiderio. Aspetto di godere, senza trattenere i gemiti, lasciando che la stanza si riempia del mio ansimare sempre più forte e del profumo della nostra voglia. Le sue mani mi cercano, risalendo lungo le autoreggenti, fino a soffermarsi sul pizzo che delimita la calza. E’ un gioco al buio; la mia gonna non è sollevata: cerca sotto senza guardare, eccitandosi visibilmente mentre trova la fine delle calze e la pelle nuda e calda delle cosce. Non arresta la corsa, mentre reclino la testa all’indietro, abbandonata e fremente di desiderio. Cerco di aprire le gambe ancora di più, ma la poltrona mi limita. Le sue dita proseguono l’eccitante esplorazione, fino a giungere al piccolo slip di pizzo: lo aggira, intrufolandosi oltre il tessuto già intriso di me. Sorride ancora, consapevole di ciò che troverà. Sposta lo slip, navigando nel lago calmo della mia voglia, come in attesa che scoppi la tempesta. Due dita proseguono ancora la corsa, terminandola dentro di me. Spinge ancora scatenando un uragano di sensazioni, di emozioni fortissime, che non posso trattenere. La corsa si arresta: le sue dita danzano dentro e fuori, sempre più veloci, sempre più bagnate, stuzzicando meravigliosamente il centro del mio irresistibile piacere. Le esplodo in mano, senza freno, godendo completamente in un orgasmo violento, trasgressivo ed indimenticabile.
Rallento il respiro, riapro gli occhi e la osservo leccarsi le dita colme e bianche del piacere che ha desiderato regalarmi. Mi chino verso di lei, offrendole la mia lingua, per leccare insieme. Le nostre lingue si cercano ancora, colme di un sapore intenso, di un profumo forte. Ci baciamo ancora, ci lecchiamo le bocche, le dita, e poi ancora un tuffo nel calore dei respiri.
Ci rivedremo?, mi chiede. Il ruolo si è ribaltato. Ora è lei a chiedere. Io conduco.
La tigre si è trasformata in una bambina supplichevole. Mi sento forte. Sono io che le farò provare il paradiso, io che sceglierò il momento per condurla nei sogni più segreti che abbia mai immaginato’io che farò di lei la mia regina’.
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…