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Racconti Trans

Al cinema con due amiche

By 28 Luglio 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Gli anni trascorsi alla Bocconi non solo mi hanno consentito di laurearmi in una delle università più prestigiose d’Italia. C’&egrave anche un altro ‘piccolo’ ricordino che ho portato con me da Milano. Ho preso consapevolezza di adorare il sesso fatto con le transex, senza alcuna distinzione di ruoli attivi o passivi. In particolare, dopo aver conosciuto Sandra (e la sua amica Giulia) ho capito di voler mettere in pratica tutte le mie fantasie sessuali. Ne racconto una che abbiamo studiato insieme e ci ha eccitato al solo pensiero di realizzarla.

Una sera cercavo sensazioni forti: avevo voglia di trasgredire in un cinema porno. Ma non volevo limitarmi a spompinare Sandra mentre venivo toccato dappertutto da Giulia (e viceversa). Desideravo qualcosa di ancora più spregiudicato: interpretare una donna violentata da due transex sconosciute, in completa balia delle loro pulsioni sessuali. Quando le confessai il mio desiderio pensò che stessi scherzano ma poi decise di accettare. La cosa esaltava da morire anche lei. Non era la prima volta che mi concedevo al godimento suo e della sua amica. Amo essere usato come uno strumento di piacere: udire i miei stessi gemiti uscire soffocati dalla gola riempita da un cazzo; sentirmi violato nelle viscere e sopportare il dolore dell’inculata.

Ci eravamo accordati che io raggiungessi il cinema in indumenti maschili, per trasformarmi solo successivamente all’interno del locale.
Feci così: entrai nel bagno degli uomini, chiusi la porta a chiave e diedi inizio al rito della femminilizzazione. Indosso una gonna al ginocchio con uno spacco vertiginoso al lato e una camicetta stretta che mette in risalto il reggiseno imbottito. Niente di appariscente per non dare nell’occhio, ma sotto… perizoma nero sgambatissimo che fa risaltare il culo ben tornito, autoreggenti con il reggicalze in tinta che inguainano le gambe affusolate; ai piedi degli stivali neri in pelle con i tacchi a spillo altissimi.
Appena terminato mi accomodo in un posto con poca luce, quasi in penombra. Non c’&egrave luogo migliore per attuare il nostro gioco. Il cinema &egrave semivuoto e poi ci siamo andati in un giorno feriale durante l’ultimo spettacolo della sera.

Sandra e Giulia capiscono dove sono e vengono a disporsi ai miei lati. Per un po’ non succede niente. Aspetto impaziente che accada qualcosa. Intanto comincio ad accavallare e scavallare nervosamente le cosce per mantenere viva l’attenzione delle mie amiche, muovendo il bacino per sfregare il culo sulla poltrona.
Passa qualche minuto e sento qualcosa che mi sfiora la coscia. Mi rendo conto che &egrave la mano della mia vicina (Sandra). Istintivamente provo a spostare leggermente la gamba per evitare il contatto’ ed il fastidio scompare, per tornare quasi subito.
Questa volta non &egrave un movimento casuale: sento i suoi polpastrelli che si appoggiano poco sopra il ginocchio. Per un attimo rimango assolutamente immobile. Dovrei ribellarmi ma una corrente di eccitazione mi attraversa il corpo. Sono decisamente spaventato e sorpreso dal mio stesso comportamento. Non mi sembra ancora vero di fare una cosa del genere. Comincio a pensare che la ragione mi stia abbandonando. Ma l’istinto sessuale ha la meglio e perdo qualsiasi freno inibitore. In me &egrave viva la curiosità di provare anche quest’esperienza. Sentendo che non fuggo più, la sconosciuta inizia ad accarezzarmi lungo le gambe quasi completamente scoperte dallo spacco alto. Con una lentezza esasperante le sue dita guadagnano centimetri e poco per volta si spingono fino all’interno delle cosce. Mi godo il massaggio stendendo le gambe per facilitarle i movimenti. A questo punto prende l’iniziativa: mi afferra la mano e, prima che io possa reagire, se la porta tra le sue gambe facendomi afferrare un membro già duro. Il contatto &egrave come una scarica elettrica che mi paralizza il cervello. Dovrei ribellarmi, ma l’impressione di essere totalmente sottomesso ai suoi desideri aumenta decisamente il mio piacere, reso ancora più intenso dalle sue parole:
– “Non provare a respingermi’ altrimenti sono costretta a prenderti con la forza!!!'”.

A questo punto dscelgo di assumere un atteggiamento più consono al personaggio che mi hanno assegnato per quella sera: interpretare una donna prigioniera e sottomessa, in completa balia delle loro perversioni.

Invoco pietà e prometto che se mi avesse lasciato andare glielo avrei succhiato:
– “Farò quello che vorrai, ma’ per carità’ non farmi del male ” – ribatto con maggiore intensità.
Sandra risponde che si sarebbe accontentata del pompino:
– “Bene, adesso che ci siamo chiariti, possiamo divertirci’ Inginocchiati e fammi vedere come usi la bocca'” – continua con voce perentoria. Capisco che &egrave arrivato il momento di darmi da fare. Allungo la mano sul suo membro e inizio a muoverla su e giù, ma lei afferrandomi per i capelli mi fa capire cosa vuole veramente da me. Mi trascina verso il basso fino a che la mia faccia sfioro la punta del suo cazzo. Sposto la testa in avanti, facendolo entrare fino in gola. Inizio a muovere la lingua in maniera costante, ruotando attorno alla sua punta che piano piano si gonfia dentro la mia bocca. Lei guida la mia testa imponendo il ritmo che preferisce: a volte scopandomi, altre tirandolo fuori per farmi giocare con la lingua. Continuo a succhiare con ritmo regolare come fosse un ghiacciolo, insalivando tutta l’asta fin dove riesco a coglierla, cosa che dimostra di apprezzare.
Qualche minuto di quel trattamento e capisco che &egrave pronta a godere. I suoi movimenti diventano decisamente più frenetici. Faccio per staccarmi, ma lei mi posa la mano sulla nuca, tenendomi fermo il viso a pochi centimetri dal suo cazzo e mi sprona a continuare:
– “Dimostrami che sei una brava pompinara’ fammi godere nella tua bocca”.
Così dicendo mi schizza in faccia. Colto di sorpresa cerco di riprenderlo tra le labbra ma non faccio in tempo ad evitare il secondo schizzo abbondante che mi colpisce sul naso per andare a terminare sul sopracciglio destro. Ho il viso pieno di sperma e anche i capelli sono sporchi.

Mi rimetto in posizione eretta; faccio per ripulirmi ma l’altra sconosciuta (Giulia) mi afferra e dice:
– “Dove pensi di andare’ Credi proprio che ti lascio scappare senza avere la mia razione’ Ora tocca a me divertirmi un pò'”.
Senza tanti complimenti mi spinge giù. Mi trovo nuovamente in ginocchio: abbasso la testa e comincio a lavorare con le labbra quel cazzo che quasi mi soffoca per quanto &egrave grosso: me lo spingo in gola sempre di più come se la mia bocca fosse stata creata apposta per succhiare, stuzzicando il glande con la lingua ancora impastata dello sperma di Sandra. Giulia inizia a scoparmi tenendo un ritmo quasi forsennato. Improvvisamente accelera l’andatura e gode: non so quanta me ne abbia scaricata in bocca. Sembra che possa continuare a sborrare all’infinito e intanto ripete come una litania sempre la stessa cosa:
– “Bevi troia… bevi!!!” – e intanto dà ancora qualche colpo per finire di svuotarsi. Poi lo caccia fuori. Vorrei sputarla da qualche parte, ma Sandra &egrave categorica:
– “Ingoia puttana’ altrimenti non ti restituisco i tuoi vestiti da uomo. Vedrai che poi ti piace'”. Terrorizzato dalle sue parole, obbedisco senza discutere: chiudo gli occhi e deglutisco.
Sandra fa notare che se fosse arrivata la Maschera sarebbe stato un casino, allora Giulia dice: – “Hai ragione’ andiamo a continuare là dietro'” – e rivolta a me: – “Vieni puttanella’ che stasera ti facciamo il servizio completo'”.

E’ arrivato il momento che aspettavo da quando siamo entrati e adesso posso finalmente avverare quel desiderio. Nello stesso tempo ho paura che possano vederci, anche se non c’&egrave praticamente quasi nessuno nelle vicinanze. Ma i nostri posti sono vicini a una specie di rientranza della sala, coperta da un tendone pesante. Mi alzo in silenzio con le gambe tremanti, ricompongo a malapena la gonna oscenamente scompigliata e raggiungo la tenda dietro l’uscita di sicurezza, scortato dalle due violentatrici.
Appena dietro il tendone mi fanno mettere a novanta gradi, piegato leggermente in avanti con le braccia appoggiate al muro. In un attimo avverto una mano sollevarmi senza nessuna pietà la gonna sopra il sedere.
Sono uno spettacolo decisamente eccitante in quella posizione oscena: il culo in vista a loro completa disposizione incorniciato dal perizoma, le cosce inguainate dalle calze autoreggenti velatissime… gli stivali….
Sandra ne approfitta per farmi divaricare le gambe. Un brivido mi percorrere la schiena quando si abbassa dietro di me. Comincia a passarmi metodicamente la lingua sulla parte interna delle natiche, percorrendo il solco centimetro per centimetro. L’area del buchetto si sensibilizza bagnata delle sue secrezioni. Si insinua nella mia intimità con la lingua, spingendovi dentro la saliva. Intanto si armeggia il cazzo pronta a scoparmi. Sposta il filo del mio perizoma e ordina che mi divarichi le chiappe con le mani, costringendomi così ad inarcare la schiena. Eseguo, tenendole il più aperte possibile. Mi afferra per i fianchi e appoggia la cappella allo sfintere. Appena ha sentito il pene nella giusta posizione, inizia a spingere lentamente. Centimetro dopo centimetro &egrave affondato senza incontrare alcuna resistenza. La mia stupratrice ha atteso che l’ano si adattasse e poi ha iniziato a pomparmi con decisione, continuando a far scorrere per tutta la lunghezza il suo membro in me come uno stantuffo, sino al punto di appoggiarsi con il bacino alle mie natiche. Va avanti così per un poco e poi fa accomodare la sua amica.

L’inculata di Giulia &egrave meno rude. Una leggera pressione e poi con un’unica spinta mi penetra fino in fondo. I suoi colpi non sono molto violenti, ma secchi e profondi. Entra ed esce con un ritmo dolce e incalzante ed asseconda le sue spinte ondeggiando il bacino con un movimento rotatorio per allargarmi un poco di più. Ogni tanto si ferma stringendomi forte a se ed inizia a variare il ritmo dell’inculata come se stesse danzando.

Senza darmi il tempo di raffreddarmi mi hanno indicato quale doveva essere il mio ultimo obiettivo. Mi sono inginocchiato nuovamente davanti a loro, quindi mi sono dedicato a spompinarle. Ho continuato a succhiare i due cazzi mentre mi preparavo a sentire sulla lingua gli spasmi del loro piacere, andando su e giù prima lentamente poi sempre più velocemente. Presto hanno raggiunto il secondo orgasmo della serata, inondandomi con fiotti caldi di sperma per metà dentro la bocca e per l’altra sul viso. La sborra mi cola sul corpo mentre continuo a masturbarle. Lo raccolgo con l’aiuto delle mani, poi pulisco per bene le dita dagli ultimi umori mettendomele in bocca. Dopo mi hanno tenuto qualche minuto in quella posizione. Mi piace pensare che la maschera di sperma sia il simbolo della mia totale obbedienza: un bocconcino a loro completa disposizione, docile, sottomesso e felice di esserlo!!!

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