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Racconti Trans

LA MIA SECONDA FORMAZIONE EROTICA-PARTE 3

By 23 Giugno 20242 Comments

La mia seconda formazione erotica-parte 3

Torniamo subito a casa di Monya e meno male che saliamo direttamente dal garage sotterraneo al suo piano così nessuno mi vede le unghie colorate!
Appena entrati ci sistemiamo sul divano e continuiamo a chiacchierare di noi. Lei è curiosa di sapere di più sulla mia vita e non risparmia le domande anche intime e molto personali. Mi afferra dolcemente le mani e mi guarda fisso negli occhi, devo ammettere che subisco nettamente la sua personalità. Anch’io vorrei chiederle tante cose, ma in quel momento sono solo in grado di rispondere. Comunque sia, mi sento sempre più a mio agio, tant’è che dopo alcuni minuti ci stiamo già baciando con passione, mi tornano in mente tutte le emozioni che ho provato ieri sera nel giardino della festa. Le mie mani corrono a toccarle il collo e poi giù sulle sue belle tette dure. Togliendomi la camicia mi dice:
– “Stai bene depilato, non trovi?”
– “Non so, non l’avevo mai fatto. E’ stato un po’ imbarazzante però…”
– “Vuoi dire tutte quelle battutine su di te nudo?”
– “Sì…”
– “Ma stavamo scherzando per metterti a tuo agio” dice con malizia “Abbi pazienza e capirai meglio”
– “Cioè?”
Non risponde direttamente, ma prende l’iniziativa facendomi alzare e accompagnandomi verso la sua camera da letto.
Lì continuiamo a baciarci e spogliarci completamente. Monya nuda è fantastica: pelle liscia e ambrata, proporzioni perfette, movenze da gatta. E poi quell’affare lì in mezzo alle gambe che è già un po’ duro. La palpo dappertutto, mi sembra di impazzire, quando mi fa sedere sul bordo del letto, mentre lei rimane in piedi davanti a me. Agitando il cazzo mi dice:
– “Dai succhialo, troia!”
Quel modo deciso e quel linguaggio mi fanno sentire umiliato ed eccitato, ma non posso fare a meno di sottrarmi.
Lo prendo in mano, lo scappello e lo lecco come ho fatto ieri: in breve diventa proprio duro e in fondo mi sento perfino un po’ orgoglioso! Dopo un po’ lei ne ha abbastanza e tenendomi ferma la nuca, me lo infila tutto fino in gola e inizia a scoparmi lentamente la bocca.
– “Dai Gianni la troia, adesso tocca a te. Mettici impegno!”
Sempre più umiliato non posso sottrarmi ai suoi ordini e mi do da fare per darle piacere con la bocca. A volte perdo un po’ il controllo usando troppo i denti, ma ci pensa lei a mettermi in riga:
– “Devi essere più delicata, puttana. Non devo sentire i tuoi denti” accompagnato da uno schiaffo sulla guancia. E’ incredibile: più Monya mi umilia, più ci metto vigore e impegno nel pompino. Quando mi ordina di mettermi alla pecorina, non ci metto molto ad ubbidire, anche se ho una paura matta di quello che mi aspetta.
La sento aprire il cassetto e prendere qualcosa, ma non ho il coraggio di guardare. Dopo qualche secondo sento una sensazione fredda nell’ano.
– “Che cos’è?”
– “E’ una cremina per non farti male”
– “Scusa, ma non sono sicuro di volerlo fare. Ho paura del dolore, E poi non sono mica, mica…”
– “Vuoi dire che non sei gay?”
– “Si esatto”
– “Infatti non sei gay, sei solo una troietta” e accompagna queste parole infilando con decisione un dito nel culo. “Vedi che ti piace?”
In effetti è tutto sommato una sensazione piacevole. Poi ne infila un altro. Il trattamento dura qualche minuto durante il quale non mi accordo neanche di accompagnare i suoi movimenti con leggeri gemiti.
– “Mettimelo” dice buttando un preservativo sul letto. Ubbidiente apro la confezione, mi giro e srotolo il condom sul suo bel cazzo duro e ricurvo. Mi fa mettere di nuovo alla pecorina.
– “Piega le spalle giù e inarca la schiena, così entra meglio”.
Sono letteralmente terrorizzato da quello che mi aspetta, ma non ho vie di scampo. E questo, lo confesso, mi eccita parecchio.
Sento che appoggia il cazzo nel buchino e lo spinge un po’ dentro. Sento subito un dolore forte:
– “Fa male, ti prego, basta!”
– “Devi solo rilassarti, troietta. Se se tesa è peggio” Ne approfitta per infilarlo un altro po’.
– “Ti prego, basta. Non voglio più farlo!”
– “Ti ho detto di inarcare la schiena” me lo ripete un paio di volte, ma io non sto capendo più niente dal dolore. Allora mi dà uno schiaffone fortissimo sulla natica.
– “Inarca la schiena , puttana!”. Lo faccio e in effetti il dolore cala un po’, ma non è finita. Sento che lo spinge, centimetro dopo centimetro, nel mio ano: è un dolore inimmaginabile accompagnato da un bruciore insopportabile, ma non dico nulla per non farla arrabbiare. Capisco che ce l’ha tutto dentro quando sento le sue palle a contatto con le mie cosce.
Lo tiene fermo per alcuni secondi lì, poi mi afferra i fianchi con le mani e comincia a pompare lentamente. Ogni affondo è un bruciore ancora più forte di prima.
– “Basta ti prego, fa troppo male”. Per tutta risposta aumenta il ritmo della scopata.
– “Dicevi?” mi dice a voce alta.
– “Fa male!” Aumenta ancora la velocità degli affondi.
Cerco di rilassarmi, ma non è per niente facile. Faccio fatica a trattenere i lamenti.
– “Menati l’uccello, troia, ti aiuta a rilassarti”. In effetti il dolore diminuisce un po’, anche se la mia azione non ha effetto sul mio cazzo che rimane moscio dalla paura e dal dolore.
Sarà quello, sarà il fatto che il buchino si è un po’ allargato, i miei gemiti dolore si trasformano in gemiti di piacere. Anche Monya se ne accorge:
– “Brava troietta. Ti dicevo che ti sarebbe piaciuto”.
– “Si” Rispondo ansimando.
I suoi colpi si fanno sempre più profondi e veloci, il suo trattarmi da troia sottomessa mi eccita da impazzire.
Non so quanto stia durando, ma a me sembrano ore!
La sento ansimare sempre di più
– “Oh, si che bello. Sto per venire…!” Rimando per un attimo terrorizzato, ma poi penso che ha preservativo. Mi dà un ultimo colpo profondissimo ed accompagna il suo orgasmo da alcuni grugniti profondi che fanno uscire per alcuni secondi la sua voce maschile.
Lo toglie dal mio culo e mi dice:
– “Stai fermo coì” e la sento armeggiare col suo telefono.
– “Che fai?”
– “Dopo ti faccio vedere” Al solito con lei non si discute.
Monya si stende sul letto esausta. Fa un cenno del viso:
– “Toglilo”. Le tolgo il preservativo e lo butto in un cestino ai piedi del letto. Alcune gocce di sperma sono rimaste sulla cappella.
– “Puliscilo per bene”. Un po’ alla volta lo lecco e riassaporo gli odori di ieri sera. Anche se si è nel frattempo ammosciato, non resisto a farle un altro pompino che Monya sembra gradire.
Terminata la mia opera, prendo il coraggio a due mani: le porto una mano verso il mio cazzo:
– “Monya, vorrei venire…” Per tutta risposta, ritrae la mano e fa un diniego con viso.
– “No, sono stanca adesso. Se ti va di venire, puoi andare a farti una sega in bagno”. Come una sega in bagno? Mi ha appena deflorato il culo e mi dice di farmi una sega in bagno? Rimango senza parole, ma l’eccitazione è troppa, quindi mi alzo e vado nel bagno accanto alla camera. Mentre me lo meno furiosamente sopra al water pensando alla scopata di poco fa, sento la sua voce dalla camera:
– “Chiamami quando hai fatto che non abbiamo ancora finito noi due!”
Mi ci vogliono pochi minuti per venire e appena ripreso fiato la chiamo.
Si presenta in bagno ancora tutta nuda, apre un mobiletto e tira fuori una scatola.
– “Ora facciamo questo”
– “Che cos’è?”
– “Non vedi che è un clistere?”
– “Oddio, che ti è venuto in mente ora? Non ti è bastato quello che mi hai appena fatto? Il bruciore mi sta passando appena adesso…”
– “Ti serve proprio perché non ti faccia male le prossime volte”
– “Ma io veramente…”
– “Non ti devi preoccupare che so che cosa fare; ormai sono esperta perché l’ho fatto decine di volte a tutte le altre troiette”.
Insomma, mi lascio infilare anche questa peretta nel culo, ma in fondo poco fa mi era entrato qualcosa di più grosso. Dopo svuotato tutto il contenuto, Monya mi dice di aspettare qualche minuto, evacuare tutto quanto e poi farmi una bella doccia.
Finita anche questa tortura, la raggiungo in camera sperando di rilassarmi un po’, ma lei ha altri programmi. Apre un cassetto del comodino e tira fuori un affare rosso.
– “Adesso ti metto questo”
– “Non è ancora finita? Che roba é?” Ormai sono esausto.
– “Sai che cos’è un plug-in anale?”.
In effetti mi sembra di aver già visto quell’oggetto in qualche porno su Internet. Ovviamente si infila nel culo…
– “Serve per allargare il buchino, così le prossime volte che entro, io faccio meno fatica e a te non fa male”. Mi spiega che il clistere era servito per svuotarmi l’intestino, così il plug-in rimane dentro per più tempo e mi allarga di più il buchino. Una vera esperta, non c’è che dire!
Mi metto alla pecorina e infila in po’ alla volta il coso nel mio culo. Appena infilato provo un po’ di fastidio, ma dopo alcuni minuti è già passato.
– “Guardati allo specchio se non sei carino cosi”
Messo in piedi davanti al grande specchio mi vedo per la prima volta tutto depilato e in effetti mi piace. Mi giro e vedo spuntare l’estremità del coso rosso dal culo. In quel momento mi sento come una femmina e istintivamente cammino sculettando un po’.
– ” Brava, è proprio ciò che devi fare”. Passa con disinvoltura dal femminile al maschile umiliandomi in tutti i modi.
Prende in mano il suo telefono e mentre ci smanetta mi dice:
– “Io sono un disastro a cucinare. Ordino la cena, ok? Intanto mi faccio la doccia”. Si avvia verso il bagno senza degnarmi di uno sguardo.
Io mi metto addosso un paio di cose e mi siedo sul divano a guardare la TV in attesa della cena. Lo faccio più che altro per non pensare troppo a quello che è successo questo pomeriggio che ha mi ha sconvolto completamente. Insomma, ero certo di essere una certa persona con certe convinzioni, invece…
Dopo mezz’ora suona alla porta il rider con la cena. Monya mi grida dal bagno:
– “Apri tu? Ho lasciato sul tavolo della cucina la mancia per il ragazzo!”
Solo quando apro la porta mi ricordo che ho ancora lo smalto rosa sulle unghie, ma al quel punto non posso farci niente. Ritiro la cena e gli allungo la mancia cercando di far finta di niente, ma lui ha uno sguardo strano e appena si gira per andarsene noto le sue labbra piegate in un leggero sorriso. Ci mancava solo questa!
Mentre ceniamo, parliamo del più e del meno come se non fosse successo niente. Io vorrei parlare anche di quello che mi ha fatto, vorrei capire che vuole da me, ma non trovo mai il coraggio di dire qualcosa di mio.
Dopo cena rimaniamo abbracciati a guardare qualcosa alla TV. In quel momento sembra come una qualsiasi ragazza che si coccola il suo ragazzo, mentre poco prima era tutta un’altra cosa.
Quando decidiamo di andare a dormire, io mi stendo sul letto ad aspettarla perché è andata in bagno a prepararsi per la notte. Dopo qualche minuto entra in camera tutta nuda a stendersi sul letto. Decido di togliermi tutto anch’io. Siamo entrambi stesi sul fianco, ci guardiamo intensamente negli occhi per qualche minuto tenendoci le mani. Nella penombra noto che si è struccata, ma non ha perso niente della sua femminilità. Quindi allunga delicatamente una mano a sfiorarmi il sedere:
– “Come va?” Mi domanda a bassa voce. In effetti mi ero ormai abituato a quel coso nel mio ano. Lo sento, ma non mi dò alcun fastidio. “Bene così. Devi fidarti di me e vedrai che sarà ancora meglio”.
Per un attimo penso che in realtà è tutto assurdo, ma il suo atteggiamento fermo e pacato mi tranquillizza.
Rimaniamo così fino ad addormentarci.

Mi fa piacere ricevere commenti, opinioni e critiche andrea_7112@outlook.it

grazie

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andreamix

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