Skip to main content
Racconti Trans

LA MIA SECONDA FORMAZIONE EROTICA-PARTE 5

By 29 Giugno 2024No Comments

La mia seconda formazione erotica-parte 5

I giorni seguenti a quella mattina sono stati un vero incubo. Mentre, ancora a casa sua, mi sto rivestendo per tornare a casa, mi arrivano alcuni messaggi da Monya: ci sono foto che aveva fatto al mio culo la sera prima con la didascalia “Culetto sverginato” e un messaggio vocale in cui mi diceva di portare a casa il plugin anale e tenermelo nel culo il più possibile. Alla fine una frase in tono deciso:
– “Non cercarmi, mi farò viva io”.
Potete solo immaginare quanto mi sentissi umilitato e sottomesso. Mi sembrava di essere solo un oggetto nelle sue sapienti mani.
Comunque sia, me ne torno a casa cercando di riprendere la vita normale, ma è praticamente impossibile. Mi metto a studiare e penso al suo corpo favoloso; faccio da mangiare e penso al suo charme unico; faccio le pulizie e penso al suo cazzo che mi ha fatto scoprire sensazioni mai provate prima. Esco con gli amici e non spiaccico una parola, sempre a guardare il telefono in attesa di un suo cenno.
Il pomeriggio successivo non resisto oiù e le scrivo un laconico
“Come va?” gusto per rompere il ghiacchio.
“Ho detto che ti scrivo io” la risposta dopo pochi minuti
“Mi manchi…” ci riprovo.
Dopo un paio d’ore mi manda un selfie: è tutta in tiro con vestito scuro aderente a fiori e tacchi alti. Poi un messaggio:
“A cena con amciche”
“Sei bellissima” le rispondo, ma poi più nessun messaggio da parte sua.
Il giorno successivo l’ho passato a torturarmi se farmi vivo o meno: mi sarebbe bastato anche un piccolo cenno, ma d’altra parte avevo paura di contrariala col rischio di perderla. Comunque sia resito alla tentazione e cerco di concentrarmi sulle sue disposizioni: mentre sono a casa mi tengo il coso rosso infilato nel culo e mi metto con cura lo smalto rosso nei piedi.
Verso mezzogiorno del giorno seguente arriva finalmente il suo messaggio “Alle 17 da me. Ciao”.
Avrei voluto urlare a tutto il mondo la mia gioia. Appena ripresa la calma, mi sono preparato un pranzo veloce e mi sono messo a preparami per la serata. Prima una bella doccia, poi mi raso per bene al barba e infine scelgo accuratamente vestiti e scarpe, ma a quel punto mancano ancora un paio d’ore all’appuntamento che passo sul divano a guardare la TV per cercare di distrarre la mente. Poco prima di uscire due gocce di profumo e via da Monya.
Suono al citofono, salgo le scale e Monya mi aspetta sorridente sulla porta facendomi entrare. Ha jeans attillati, maglietta rossa e tacchi 10 cm: uno schianto. Noto che rispetto al nostro incontro ha i capelli un po’ più corti e la frangia sulla fronte. Quando glie lo faccio notare risponde con un “Grazie, sei gentile”. Mi offre un bicchiere di vino bianco per alleggerire la tensione e ci sediamo sul divano.
– “Come haio passato questi giorni?” esordisce lei.
– “Non vedevo l’ora di vederti, ho pensato solo a te”
– “Posso immaginare che fossi impaziente, ma era necessario”
– “Necessario a cosa?” domando sorpreso
– “Ci sono molte cose che devi capire e imparare. Ad esempio, a che cosa hai pensato in questi giorni?”
– “A te, al tuo corpo, a come mi hai…preso”
– “Appunto, E questo che cosa ti dice?” Rimango per un attimo muto a guardarla. Accompagna tutto ciò che dice con una calma e una serenità che non ho mai visto in nessuno. In ciò che fa sembra avere sempre tutto sotto perfetto controllo.
– “Avrai capito che non ho mai fatto a letto quello che ho fatto con te. Insomma, non mi mai venuto in mente di fare sesso con un…, ho sempre avuto relazioni con ragazze nor…,” mi stavo attorcigliando e non sapevo come venirne fuori. Al solito ci pensa Monya:
– “Lo so che tu hai paura di essere gay” mi rassicura stringendomi lemani “ma credimi se ti dico che non lo sei”
– “allora che cosa sono? Bisex, fluido,…” rispondo ingenuamente.
– “Niente di tutto questo” la sua calma comincia a contaminarmi. “Vedi, ho incontrato decine di ragazzi come te che sono convinti di essere rigorosamente etero, ma poi basta che li convinco una volta a farsi scopare da me che non mi mollano più: diventano tutti delle docili troiette. Farebbero qualsiasi cosa per farselo mettere nel culo altre 100 volte. Devi sapere una cosa: c’è na cosa che le donne sanno, ma che non direbbero mai esplicitamente. A un certo punto della propria vita ogni donna scopre una cosa che le cambia tutto”
– “Che cosa?” dico trattenendo il fiato.
– “Il cazzo. A un certo punto una donna, chi prima e chi dopo, scopre il cazzo. Da quel momento in poi la sua vita ruota attorno a questa esigenza: avere relazioni, trovare fidanzato, convivere, sposarsi, avere figli, tradire, separarsi sono tutte, in qualche modo, variabili di questa esigenza” seguo il suo discorso a occhi sbarrati senza emettere fiato. “Ora, la stessa cosa accade in modo diverso anche per gli uomini: non tutti, ma molti hanno delle fantasie ‘gay’:”accompagna la parola con indice e medio a indicare le virgolette “alcuni si fermano a fantasie generiche, altri non vedono l’ora di metterle in pratica. Ora, Gianni, rispondi con sincerità: hai avuto fantasie di fare sesso con uomini o trans?”.
– “Sì” dico deglutendo forte dopo alcuni secondi
– “Molte volte volte, vero?”
Annuisco.
– “E non erano fantasie generiche, cioé ti immaginavi di fare realmete sesso orale e anale vero?”
Annuisco.
– “E quanto spesso succede?”
– “Spesso, insomma non ogni giorno, ma quasi”
– “E magari anche mentre fai sesso con una ragazza, vero?
Annuisco.
– “Ecco vedi, è questo che intendo quando dico ‘scoprire il cazzo’. Solo che, mentre per una donna è normale cercare un partner, cioè un cazzo, ma per un uomo non viene considerato normale, per cui scattano tutta una serie di etichette e stereotipi: gay, bisex, trav, fluido ecc. Certo, ci sono uomini a cui piacciono solo uomini, ma gli altri vogliono alla fine solo fare esperienza del cazzo”.
– “E quando avresti capito tu tutto questo di me?” dico un po’ diffidente e dubbioso del suo discorso.
– “Appena ti ho visto alla festa, caro”.
– “Cioè mi hai inquadrato così dopo pochi secondi?” dico con espressione incredula a cui le risponde con una risata forte e sincera
– “Ti ho detto che ho incontrato decine di troiette come te, ormai vi riconosco all’istante”.
– “Non capisco: non facevo niente di strano, erò li per il compleanno di…”
– “Non serve che tu capisca tutto e subito” mi interrompe con voce ferma “Devi solo avere fiducia in me e avere pazienza. Col tempo ti sarà tutto molto chiaro”
– “Ma io, insomma, non posso rimanere così senza capire bene…” mi stavo di nuovo incartando. Monya si alza in piedi e mi fa cenno di fare lo stesso: coi tacchi mi sovrasta in altezza di qualche centimetro mettendomi sempre un po’ in soggezione. Mi mette le mani sul sui suoi fianchi e con le sue mi abbraccia il collo. Mentre ci baciamo con passione, struscia il ventre contro di me come una gattina in calore, e non tarda a venirmi duro.
D’improvviso si stacca da me.
– “Ora spogliati che vediamo se se stato ubbidiente”. In silenzio esegue rimanendo nudo col cazzo mezzo duro e i vestiti sparsi per il pavimento.
– “Hai messo lo smalto nei piedi, bene.” commenta soddisfatta. Poi sfiorandomi il pube con un dito “Vedi qua che ti ha depilato col rasoio dopo pochi giorni già si sente la ricrescita. Ti devi depilare spesso col rasoio perché odio sentire i peli e amo la pelle liscia, OK?” annuisco con forza. “Per il resto del corpo ti porterò io dall’estetista quando serve OK?” annuisco di nuovo con forza. Quindi mi sfiora conle dita l’ano “Qui vedremo fra poco se hai ubbidito” dice con un leggero sorriso.
Mi spinge sulle spalle per farmi inginocchiare: quando si abbassa la cerniera già so che cosa fare. Quando lo metto in bocca è ancora moscio perché fino a poco prima costretto nei jean stretti, ma basta poco che cominci a indurirsi. Lo scappello, lo lecco e lo succhio senza sosta, voglio servire al meglio la mia Dea.
Quando decide che ne ha abbastanza, mi prende per mano e la seguo dentro la sua camera dove ricominciamo a baciarci con sempre piuù passione e foga. Le sfilo uno alla volta i vestiti e quando rimane nuda la spingo sul letto distesa: mi butto su di lei a baciarle e palparle i seni. Quindi scendo lentamente lungo l’addome e riprendo il suo cazzo in bocca. Mentre il suo corpo e la sua pelle sanno di femmina, lì nel pube c’è invece un forte odore di maschio che mi manda letteralmente in estasi.
– “Brava la mia troietta, hai imparato in fretta come si fa eh? Adesso basta, mettiti a 4 zampre”.
Mentre si rialza prende dal cassetto un preservativo e me lo butta: non c’è bisogne che mi dica che fare. Messa dietro di me ruota un indice attorno al mio ano.
– “Ora vediamo se hai fatto i compiti per casa”
– “Sì, Monya ho tenuto il coso dentro”
Per tutta risposta appoggia la cappella nel buchino e la fa entrare con una leggera spinta.
– “Brava, si sente che è più largo”. In effetti mi sento aprire senza il forte dolore della prima volta.
– “Che vuole adesso la mia troietta?” Non riesco a rispondere perché sono in apnea. “Che vuole adesso la mia troietta?!” ribadisce con voce più forte.
– “Voglio che mi scopi, Monya” rispondo.
– “Non ho capito: che cosa vuoi, troietta?”
– “Voglio che me lo metti nel culo” cercando di alzare la voce
. “Non ho capito!”
– “Voglio che mi scopi forte, adesso!” rispondo con tutta l’energia che ho dentro.
Per tutta risposta un unico colpo forte, dritto e profondo a infilarmi il cazzo tutto dentro. Un dolore terribile mi devasta seguito da un bruciore fortissimo, tanto che un urlo strozzato mi esce dalla bocca. Per un attimo mi pento di essere lì, ma Monya sa esattamente che cosa fare: lo tiene fermo dentro per darmi il tempo di abituarmicisi. Quando il respiro affannoso rallenta, mi afferra dolcemente per le anche e mi scopa lentamente. Ora il dolore è minimo e mi concentro sul cazzo di Monya che si fa largo dentro le mie viscere. Da qui in poi è la miglior scopata della mia vita.
Monya mi prende in tutte le posizioni immaginabili; da dietro, da davanti, stesi sul fianco. Mi dice come mettermi e come tenere il bacino per avere il massimo piacere. Capisco in breve che il piacere non è tanto nell’atto in sè quanto nel seguire alla lettera ciò che la mia Dea ordina. Ormai il tempo non è dato dall’orologio, ma dai cambiamenti di posizione.
Ad un certo punto si stende supina e mi fa sedere sul suo cazzo. Stavolta è leggermente più doloroso, ma qwuando comincio a pompare sù e giù torna prepotente il piacere. Dopo qualche minuto la vedo ansimare sempre più.
– “Dai continua così, non fermarti, troietta” mi incita, anche se non ce nè bisogno.
Il suo respiro è sempre più veloce finchè non arriva l’orgasmo. Inarca la schiena e gode dentro di me, mentre si massaggia le tette con le mani. Mi fa cenno di alzarmi e io so già qual’é il mio compito: sfilarle il preservativo e lo pulirlo con la lingua.
Appena termianto quello che dovevo, La osservo mentre il suo respiro un po’ alla volta si placa. Ho il cazzo durissimo, come non mai nella mia vita. Prendo tutto il coraggio che ho:
– “Monya, io ti vorrei…insomma io ti vorrei…vorrei, bhè hai capito no, metterlo io dentro. Che dici…” riesco solo a farfugliare. Lei mi mette dolcmente l’indice sotto il mento.
– “Gianni, ti capisco e sei anche molto dolce, ma non sei ancora pronto”. Rimango si sasso.
– “Che vuol dire che non sono pronto? Vedi come ce l’ho duro, eppoi con tutto quello che abbiamo fatto adesso” protesto.
– “Non è questione di capacità, é che non è ancora il tuo momento. Arriverà, ma devi avere pazienza e fiducia”.
– “Pensi che non ne sia capace?” le domando rabbuiato.
– “Certo che ne saresti capace, ma, come ti ho appena detto, non è ancora il tuo momento. Arriverà, ma per adesso devi solo avere fiducia in me. Dovrai essere la mia troietta ancora per un po’ prima di potermi scopare. Se proprio vuoi venire” continua “puoi andare in bagno a farti una sega, ma non qua”. Rimango ancora più di sasso: vorrei sapere di più, quando arriverà il mio momento e che cazzo significhi questo, ma l’eccitazione è troppa: corro nel box doccia e mi sego con foga per venire più velocemente possibile. Quindi mi faccio una doccia per lavare via tutto.
Torno in camera, mi stendo accanto a lei e appoggio la testa tra i sui seni. Mi accarezza la testa, mentre le sfioro lentamente il fianco.
– “Hai fame?” domanda dopo un po’.
– “Certo” rispondo. Ci alziamo, ci mettiamo qualcosa addosso e andiamo in cucina.
Monya tira fuori qualcosa dal congelatore e lo mette nel microonde a cucinare, mentre io preparo la tavola e tiro fuori un paio di birre dal frigo. Mi accorgo che per la prima volta da che io ricordi, faccio tutto lentamente, mentre una volta ogni tanto lancio occhiate alle sue gambe sode.
Ci sediamo in silenzio uno di fronte all’altra mentre addentiamo la cena: da quando siamo usciti dalla camera non abbiamo scambiato una parola, non ce nè bisgono.
– “Com’è?” mi chide.
– “Buono” rispondo non sapendo neppure che cosa mangio.
– “Anche se è da congelatore e microonde non è male”.
Per tutta risposta annuisco.
Dopo un paio di minuti mi fissa negli occhi e con un sorriso ironico dice strizzando leggermente l’occhio destro mi dice:
– “In fondo non è male stare con me, no?” Per un attimo smetto di masticare. ‘Stare con me’ ha usato proprio queste parole. Insomma, io adesso starei insieme a lei, una vera e propia ‘trans’. Scaccio in fretta il pensiero.
– “No, non è affatto male” rispondo sorridendo mentre riprendo a masticare il boccone.

mi fa piacere ricevere commenti, opinioni e critiche andrea_7112@outlook.it

grazie

11
andreamix

Leave a Reply