Sembra un classico domenica pomeriggio a casa sua: io in minigonna e autoreggenti, truccata e profumata e decisamente molto femmina, e lui completamente nudo.
Seduti davanti al suo computer a guardare la caterva di video porno che abbiamo messo in coda di download ieri sera, mentre nel letto io pompavo come una forsennata per fargli schizare ogni goccia di sperma fuori dalle palle.
Quanto avremo dormito? Tre ore? Quattro?
Eppure ora siamo qui, belli pimpanti; glielo sto menando da tre quarti d’ora e ancora non è venuto… sarà che non ci sto mettendo impegno o sarà che è davvero un bel bastardo resistente. Per quanto mi riguarda, il solo stringere nella mia manina sinistra i suoi ventiquattro centimetri di bollente virilità mi sta eccitando come una porca!
D’un tratto sullo schermo appare una bella giapponesina con i capelli neri e il viso da scema.
“Questa troia somiglia a tua zia Monica” mi dice lui e io non posso fare a meno di sorridere.
Lo sa che ho sempre avuto un debole per lei, e uno dei nostri giochi perversi è quello di cercare su internet fotografie e filmati di ragazze che somigliano a nostre amiche o parenti.
Sono tutte ben ordinate e separate in cartelle… qui c’è mia zia Monica, lì alcune mie ex compagne di classe, e poi la sua ex moglie e così via…
Nel video la giapponesina mostra alla telecamera la bocca piena di sperma, quindi con un sorriso la manda giù.
“Ci provo anch’io” gli dico, sempre continuando a massaggiare il suo bel birillo
Arrossisco e mi manca il respiro… accidenti, non mi sento ancora pronta… sono soltanto pochi mesi che ho scoperto la mia natura femminile… e mi sono fatta una certa cultura su come vestirmi, truccarmi, su come modificare la mia voce e il mio comportamento per sembrare una vera signorina durante i nostri appuntamenti! E fargli pompini mi piace molto, mi piace da impazzire… ma ricevere il suo seme???
La mia bocca di rosa non è ancora pronta per arrivare a tanto.
“Devo proprio farlo?” gli chiedo.
“Si. Questo fanno le donne.”
Oddio! Non vorrà lasciarmi?
O peggio, non vorrà mica ricattarmi??? Mi ha scattato delle foto, da travestita… ed ero talmente truccata e ben vestita che forse nessuno riuscirebbe a riconoscermi… e se invece qualcuno ci riuscisse???
E già mi appresto ad inchinarmi sul suo bel cazzo e ricevere tutto quello che ha da darmi, e pazienza se sarà disgustoso e se mi verrà da vomitare… l’avrò soddisfatto e mi sentirò ancor più donna.
E invece lui mi da un’alternativa…
Ascolto bene la sua proposta e la trovo così intrigante ed eccitante che veramente ora berrei il suo seme.
Invece mi limito a baciargli la cappella e a succhiare, succhiare fino a quando lui mi avvisa di essere arrivato al limite.
Mi faccio una doccia per pulire via i sette lunghi filamenti di sperma che mi hanno decorato i capelli e poi via a casa, a fare quello che mi ha detto.
Arrivo a casa e come al solito evito la valanga di domande dei miei genitori su dove sono stato e se ho bevuto e su perchè non ho chiamato.
La mia sorellina sghignazza e dice: “Sarà stato a scopare con qualche sua amica”
Bene, così mia madre si preoccupa di sgridare lei per il suo linguaggio e il discorso si perde nel nulla; è sempre imbarazzante parlare di come passo i miei sabati sera… ho sempre paura di dire qualcosa di sbagliato, di tradirmi, e loro scoprirebbero tutto. Sarebbe un pò come tornare a casa dopo aver fatto la doccia, rimosso il trucco e lo sperma dal viso, e scoprire che ho dimenticato di mettermi i jeans anzichè la minigonna!
Ad ogni modo, alle undici vanno a messa e la casa è tutta per me, così posso fare quello che mi ha chiesto il mio uomo.
Nel pomeriggio torno da lui, e gli consegno la borsetta con dentro la roba che mi ha richiesto. Mentre lui la esamina, io vado in camera da letto a cambiarmi.
Nel suo guardaroba c’è un angolino dove tiene i vestiti da donna che mi compra ogni settimana; oggi opto per una minigonna di pelle, camicetta e gilet piuttosto eleganti con collant chiari. Un pò di rossetto, un pò di rimmel, sciolgo i capelli e via! Sono pronta per un altro pò di amore trans!
“Ti piace quello che ho portato?” gli chiedo.
Ha rimosso tutto ciò che c’era nel sacchetto: tre paia di mutandine, due di mia madre e una di mia sorella, un reggiseno e dei collant, questi tutti di mia madre. Poi un album di fotografie; lui ha tolto una decina di foto in cui mia madre e mia sorella sono in bikini.
“Queste mi verranno utili durante la settimana, quando devo divertirmi da solo!”
Sorrido, anche se dovrei essere gelosa… ma quando lo sento fantasticare su mia madre…. mmmh, mi sento fremere dalla testa ai piedi!!!
“Visto che ora ci sono, divertiamoci un pò assieme…” gli faccio.
Lui allarga le gambe e io mi ci inginocchio in mezzo. Gli abbasso la cerniera dei jeans e il suo arnese fa capolino, mi si strofina sulla faccia a mò di saluto.
“Mi sei mancato, amore…” gli sussurro… e poi via, sotto con il pompino!
Alla fine però non ho ancora avuto il coraggio di fare l’ingoio; ho tirato come una matta per farlo venire il prima possibile ed è comunque durato mezz’ora. Quando ho sentito che stava per arrivare, mi sono tolta e l’ho ricevuto sulla faccia. Cinque schizzi potenti e caldi che mi hanno imbrattata completamente. Quando sono andata in bagno a pulirmi è venuto via anche tutto il trucco è ho dovuto rifarlo.
“Scusa se non ho ingoiato” gli dico.
Per scusarmi mi siedo di fianco a lui e ricomincio a masaggiarglielo, anche se so che in questo momento non gli deve fare un grande effetto. Ha appena schizzato mezzo litro di bianco sperma.
Ad ogni modo, mentre parliamo continuo a menarglielo, e man mano glielo meno torna a prender vita. E’ proprio una macchina soddisfa-donne.
“Che ne dici di fare una vacanza assieme?” mi chiede all’improvviso.
Non capisco dove voglia arrivare… lo sa che mi vergogno a farmi vedere in giro da travestita. E poi, mica posso andare in spiaggia in costume da bagno!!
“Una vacanza romantica? Soli io e te?” chiedo.
Lui scuote la testa:
Immagino che abbia in mente qualcosa di strano, ma le sue idee solitamente sono sempre molto eccitanti…
Mentre gli faccio l’ennesimo pompino della giornata, lui me ne parla, e l’idea è così eccitante che stavolta dimentico di spostarmi prima che venga.
Però non lo ingoio: lo sputo… è davvero disgustoso!
Mi sono trovata un bel cappellino da infermiera, stavolta… dopo aver fatto la liceale, la ragazza pompon e la donna di classe, l’infermiera mi mancava!
E poi, a parte il fatto che a tutti gli uomini piacciono le infermiere, c’è anche da dire che la sua ex moglie faceva questo lavoro… e ho pensato che avrebbe potuto fargli piacere questa sorpresa.
Quello a cui non avevo pensato era che la divisa di infermiera potesse essere il suo punto debole! Appena mi sono messa il cappellino e le mie labbra di crocerossina si sono posate sul suo centro del piacere, un potente schizzo mi è finito negli occhi!
Proprio lui che solitamente riesce a resistere anche tre quarti d’ora a pompini e seghe forsennate!
Ma questo non è importante ora… avremo tempo per rifarci durante la nostra piccola e ormai imminente vacanza. Sono venuta a casa sua proprio per parlargli di questo.
Mentre mi asciugo lo sperma dalla faccia e dal vestitino, lui mi porge delle collanine a forma di osso.
“Che cosa sono?” chiedo, esaminandole. In tutto sono sette, e su ognuna ci sono dei nomi strani… nomi che al primo impatto non riesco a collegare l’uno all’altro.
“Ti ho detto che non facciamo una vacanza soli io e te. Sarà una vacanza di gruppo.”
“Quindi queste sono per le invitate?”
“Esatto. Sei intelligente per essere una pompinara!”
Offesa, faccio segno di graffiargli il pisello con le mie unghiette di gatta… ma sotto sotto lo sappiamo entrambi che mi fa godere essere insultata!
“Allora uno di questi va a me?” chiedo, guardando i nomi segnati sui ciondoli a forma di osso. Sono di quelli da mettere ai collari dei cani… o delle cagnette in calore, in questo caso.
Lui me li strappa di mano: “A te lo darò alla fine. Ora bisogna pensare a invitare le ragazze!”
FIABA DI BIANCANEVE
C’era una volta, e c’è tuttora, poco distante da casa mia, una strega cattiva di nome Cristina.
Cristina è una bella donna sui quarantacinque anni, tanto attraente quanto odiosa; vive in una lussuosa e gigantesca reggia, e nel vicinato circola la voce che sia di sangue blu.
Non so se questo sia vero o sia dovuto al suo fare altezzoso e al suo parlare forbito, che la rendono antipatica a tutti gli abitanti della via, ma a guardarla in faccia diresti davvero che si tratta di una nobile: gli occhi affilati, lo sguardo sicuro, il nasino all’insù, i capelli color oro che le incorniciano il viso e il piccolo neo sull’angolo superiore della bocca.
Ha un fisico magro e asciutto che lei ama esibire con eleganza, indossando tailleur o cardigan con gonne al ginocchio, le gambe fasciate da collant marroni.
La strega Cristina è stata il mio primo sogno erotico, fin dai tempi delle medie, ma essendo realista sapevo che era completamente fuori dalla mia portata.
Il mio uomo, invece…
Sto per entrare nel vialetto che porta all’appartamento del mio uomo, e faccio appena in tempo a nascondermi dietro un muro. Cristina sta uscendo, accompagnata da lui, e la strega mi conosce abbastanza bene da riuscire a riconoscermi anche sotto il pesante trucco che mi sono messa. Si salutano cordialmente, come se avessero passato il pomeriggio a bere tè e discutere d’affari… ma io riconosco il luccichio di soddisfazione nei suoi occhi verdi, è lo stesso che ho io dopo essermi sfamata con la sua virilità. E sento il tintinnio dell’osso che porta al collo; ovviamente non riesco a leggere quello che c’è scritto, ma più tardi quando glielo chiedo me lo dice lui.
Biancaneve, c’era scritto sul suo osso.
Ed è così che la strega cattiva si è trasformata nella dolce Biancaneve che verrà in vacanza assieme a noi.
FIABA DI CAMPANELLINO
Ci sono due cose che non ho ben capito: la prima, perchè per mia cugina Ramona è stato riservato il ciondolo con la scritta CAMPANELLINO… insomma, mica era una fatina, quella?
Ramona, vent’anni, uno più di me, può essere considerata tutto, una bella zoccolona ad esempio, o anche una fata… ma non certo una ‘fatina’!
E’ alta quasi un metro e ottanta, robusta, seno prorompente e culo monumentale. Bella abbondante, l’ideale per fare del doggystyle…
La seconda cosa che non capisco è… perchè devo essere io a consegnarle la medaglietta e l’invito?
Forse perchè lei è l’unica persona a sapere della mia personalità femminile?
“Fammi capire bene” dice con severità. Mi sta giudicando una porca, non c’è dubbio… “mi stai chiedendo di venire in vacanza una settimana con te e con il tuo uomo a fare orgie?”
Io annuisco; siamo sedute sul letto di camera mia, una di fianco all’altra, e anche se io sono travestita, non ci metterei niente a diventare una lesbica furibonda… una lesbica con il cazzo, pronta a scopare fino allo sfinimento di entrambe.
E… oddio, che spavento! Mi ha messo la mano sulla coscia, ma per un attimo ho pensato che me l’avrebbe messa in mezzo alle gambe per masturbarmi!
“Lui com’è? Prestante?”
Mi torna in mente tre giorni fa, la storia del cappellino da infermiera, quando è venuto nel giro di sei secondi dal primo contatto.
“Può durare anche tutta la notte…” le dico io sorridendo e mi sento proprio come quelle donne che escono assieme il sabato sera e si scambiano confidenze sui rispettivi partner. E il bello è che io sono quella fortunata, che si è beccata lo stallone instancabile!
Lei sbuffa e si rigira tra le mani il ciondolo con scritto il nome CAMPANELLINO. Mentre se lo lega al collo mi chiede: “Ti offenderai, se non ti farò pompini?”
Alzo le spalle: “Veramente, io sarò soltanto una delle sette donne del suo harem, come te… ma se ci chiedesse di fare qualcosa di lesbo?”
Lei mi sorride: “Una sega potrei anche fartela!”
Oddio, non vedo l’ora che arrivi questa fottuta vacanza!
Ultimamente ho preso l’abitudine di tenere sempre addosso degli autoreggenti sotto i jeans, anche a scuola, quando non ho educazione fisica… a casa invece mi va di esagerare e quando la sera mi chiudo in camera mia mi vesto anche per intero.
In questo momento ad esempio sono anche truccata, e con i capelli appena lavati che profumano di fragola sembro proprio una signorina!
Ma sarà l’incontro di prima con la mia cuginona Ramona… anzi, la cuginona Campanellino, sarà la storia della vacanza, sarà il fatto che ero al telefono con lui per comunicargli la notizia che Campanellino ha accettato l’invito… o forse sarà la primavera, fatto sta che mi sono dimenticata di chiudere la porta a chiave.
E quando si è aperta, mi sono sentita cadere il mondo addosso… fortuna che era soltanto mia sorella.
Ci siamo guardate per un lungo istante durante il quale non sapevamo cosa dire; per un secondo mi sono resa conto che non mi aveva riconosciuta e che magari me la sarei cavata, magari lei avrebbe pensato che ero una ragazza della scuola e se ne sarebbe andata. Invece mi ha puntato contro il dito e ha riso.
“Lo sapevo! Lo sapevooo!”
“Stai zitta e chiudi la porta!”
Lei chiude a chiave e inizia a girarmi attorno con aria cattiva.
“Era da parecchio che volevo chiederti come mai mi rubi le gonne e le mutandine dal cassetto. Immaginavo che le indossavi tu…”
“Senti…” dico, impotente.
“Ti prostituisci? Eri al telefono con un cliente, vero?”
“No, io…”
“Però sei carina. Sei più carina come ragazza che come ragazzo!”
“Grazie, ma…”
“Fai pompini?”
Questa domanda è un brivido freddo; non riesco nemmeno a mormorare nulla e lei sorride soddisfatta.
“Beata te. Io devo ancora decidermi a sbarazzarmi della mia verginità!”
E detto questo incredibilmente si gira e fa per uscire dalla stanza. Ma io la chiamo.
“Non lo dirai a nessuno, vero?”
“Io mantengo il tuo segreto se tu mantieni il mio!”
Già, il suo segreto; a fine scuola vuole andare in vacanza con delle amiche, ma ai nostri genitori è andata a dire che parteciperà alla gita dell’oratorio.
Insomma anche lei vuole fare la sua vacanza da favola.
“Ah, sorellina, una cosa…” mi dice, prima di uscire.
“Si?”
“Saresti più femminile se evidenziassi meglio il contorno degli occhi. Magari quando avremo la casa libera ti insegnerò a farlo!”
Una volta uscita inizio a cambiarmi e struccarmi; ho rischiato troppo per oggi.
A cena mia sorella mantiene la sua parola; avrei giurato che avrebbe fatto la troia cominciando a lanciarmi frecciatine o provocandomi sull’argomento travestimenti. Invece si è comportata bene.
E io… ero così distratta dall’idea che la cretinetta avrebbe potuto farmi fare una figuraccia che non mi sono nemmeno accorta di un particolare importante.
Attorno al collo di mia madre c’è un ciondolo a forma di osso; ho passato tutta la serata a chiedermi se fosse una di QUELLE medagliette… e quando lei è andata a letto e l’ha appoggiata sul comodino, sono andata a controllarla.
E’ proprio una delle nostre. C’è scritto CAPPUCCETTO ROSSO.
Immagino gliel’abbia data il lupo cattivo! “Ho visto che hai invitato anche mia mamma” gli dico mentre siamo in macchina. Sono seduta sul lato passeggero, vestita da ragazza dark, con tanto di rossetto nero, mascara e collare con le borchie, e gli sto facendo una delle mie famose seghe al volante per cui sono famosa in tutto il mondo.
“Sei gelosa?” mi chiede ridendo.
“No, sono solo curiosa. Cosa c’è tra voi due?”
“Flirtiamo da diversi mesi. Non c’è ancora stato niente di fisico.”
“Allora succederà in vacanza?”
“Si. Voglio che tu assista alla prima volta in cui mi scoperò la tua mammina.”
Oddio, sono così eccitata che potrei venire nel perizoma. Lui invece è bollente ma non dà cenno di voler schizzare. Mi abbasso e gli stampo un bacio sulla punta, lasciandogli un’impronta di rossetto nero.
FIABA DI CENERENTOLA
Quando siamo fuori città non ho vergogna a vestirmi, a truccarmi, insomma ad essere Sara anche in pubblico. Così andiamo in questo bar dove in mezzo al caos nessuno sembra fare caso a me, anche se in realtà mi è sembrato di sentire più di uno sguardo entrare nella spaccatura della minigonna.
Ci sediamo al tavolo e diamo un’occhiata alle liste.
“Tu cosa prendi?” mi chiede
“Ma che domande, il solito”
“Cioè sborra a fiumi giù per la tua gola da troietta?”
Gli faccio la linguaccia e nel mentre arriva la cameriera.
Ci saluta, poi guarda lui e non riesce a trattenere un gemito di sorpresa.
“Ciao Jasmine”
“Papà? Che ci fai qui?”
“Sono con la mia amica Sara. Sara, questa è Jasmine”
Sua figlia? Strano, non me ne aveva mai parlato; è una ragazza alta e magrissima, senza curve, le gambe slanciate, il viso che fa trasparire un’infinita timidezza e insicurezza.
“Ciao” la saluto.
“Ciao” risponde lei abbassando la testa.
“Dai, adesso prendici le ordinazioni, muoviti!” la incita lui, e Jasmine prende il blocnotes dalla tasca dei pantaloni, lo fa cadere e si china a raccoglierlo; nel farlo si mette a novanta, con il sedere esattamente davanti al viso di lui, che socchiude gli occhi.
Dopo che Jasmine ha preso le ordinazioni, gli chiedo informazioni.
“Ma è davvero tua figlia?”
“Ma no, è solo una che mi scopavo, una come te. Giocavamo a padre e figlia, è una cosa che mi eccita da morire, ma non è facile trovare una disposta a farlo. Lei è entrata talmente tanto nella parte che mi chiama ancora papà, anche se ormai non ci vediamo da anni.”
Quando Jasmine torna con i nostri drink, lui le dà una delle medagliette a forma di osso. Jasmine la prende e sembra disperata: “E’ quello che penso?”
Lui annuisce: “Te la ricordi la vacanza di cinque anni fa? Stiamo per rifarla, e voglio che venga anche tu”
“Ma io non so se…”
“Verrai” taglia corto lui. “E sai perché? Perché c’è un buco che non ti ho mai scopato, quando stavamo assieme. E ti è rimasta la voglia, te lo si legge su quella faccia da puttanella che ti ritrovi”
Jasmine ha sempre la stessa espressione preoccupata, sull’orlo delle lacrime, di prima, ma sta anche ansimando come in preda a un orgasmo.
Lascia sul tavolo il biglietto del conto e ci scrive su un numero di cellulare.
Poi se ne va.
Quando torna per riscuotere, nessuno parla, ma al collo Jasmine si è messa l’osso con su scritto Cenerentola.
* * *
Oggi l’ho invitato a casa mia. Non è un’occasione che capita spesso, ma i miei sono via e quindi fino a domani abbiamo tutto il tempo che vogliamo. Non so perché, ma quando siamo in camera mia mi sento infinitamente più eccitata.
Mi sono vestita di nuovo da infermiera, che è il suo travestimento preferito, quello con cui sembra durare di meno. Mi sono messa anche i guanti in lattice, ma con tutta la saliva di cui il suo membro è coperto la mano è ben lubrificata e procede veloce per tutta la lunghezza dell’asta.
Mi sborra sul cappellino e poi tutto mi cola lungo la fronte, sul naso e fino alle labbra.
“Cazzo che puttana che sei” dice lui in preda al piacere.
“Ti va se mi metto i vestiti di mia madre?” gli propongo.
“Se lo fai, ti devo scopare il culo per forza.”
Io rido. Non l’abbiamo ancora mai fatto in quel modo, e anche se lo desidero ardentemente, non mi sento ancora pronta.
“Voglio vedere come farai a scoparmi, dopo che ti avrò spompinato così forte da toglierti tutte le energie”
Vado in camera dei miei e prendo dall’armadio una manciata di abiti di mia madre, più della biancheria.
La indosso davanti a lui, atteggiandomi, imitando mia madre; senza nemmeno toccarsi, il suo cazzo ritorna eretto in pochi minuti.
Mi ci getto sopra e lo bacio più e più volte.
Proprio in quel momento si apre la porta.
“Ma che stai facendo?”
E’ la voce di mia sorella.
Il cazzo di lui fa partire un getto di sperma forte e inaspettato che mi finisce nel naso.
“Così questo è il tuo fidanzato?” mi dice, maliziosa.
“Così questa è la tua sorellina?” ribatte lui.
“Cosa ci fai qui? Non dovresti essere con mamma e papà?”
“Non sono andata con loro, ero dalle mie amiche. Ehi, hai della sborra in faccia!”
“Mi è partita” sembra giustificarsi lui. Sta guardando mia sorella con uno sguardo che conosco bene. “Ma sei talmente carina che quando ti ho vista non sono riuscito a trattenermi”
Mia sorella ridacchia e arrossisce. Gli soffia un bacio e poi esce: “Vi lascio andare avanti, divertitevi!”
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…