Il tavolo
Laura cammina senza prestare attenzione a ciò che la circonda, il suo sguardo è fisso in avanti verso un punto indefinito, immaginario, il suo corpo attraversa la gente con indifferenza.
La modesta statura della ragazza ed il suo aspetto minuto e sottile fanno esaltare, per contrasto, i lineamenti severi ed orgogliosi del viso.
Capelli castani, lisci, lunghi fino alle spalle; gli occhi, anch’essi castani, sono nascosti dietro alle lenti scure degli occhiali. Dalla scollatura del maglioncino marrone esce il colletto bianco della camicia che, rivolto verso l’alto, sembra avvolgere il collo in un abbraccio. Tante piccole lentiggini decorano la pelle intorno al naso; altre lentiggini, più numerose sullo sterno, esaltano il piccolo seno di Laura e insieme alla collana d’oro bianco sembrano quasi brillare alla luce del sole.
La gonna nera, poco sopra il ginocchio e stretta intorno alla vita, evidenzia il sedere piccolo ma ben tornito. Le scarpe lucide sbattono con prepotenza i tacchi sull’asfalto, con un incedere non frettoloso, ma sicuro e continuo.
La mano destra tiene salda la piccola borsa, priva di tracolla, il braccialetto, largo sul polso e appesantito da innumerevoli ciondoli, tintinna ad ogni passo.
Movimenti e gesti meccanici, ripetitivi, sempre uguali tutte le mattine.
Laura arriva al portone dell’ufficio, sale i tre gradini dell’ingresso prende le chiavi dalla borsetta cercandole solo con la mano, senza guardare all’interno.
Il rumore della serratura che gira e scatta, la porta che si apre per poi richiudersi alle sue spalle; il campanello dell’ascensore che indica la presenza della cabina al piano, altra chiave, altra serratura e un diverso scatto. Ogni porta ha una sua voce, una propria personalità.
Carlotta è già al lavoro con il suo inseparabile telefono, si salutano con un cenno del capo. Lo sguardo di complicità tra le due ragazze è in netto contrasto con la formalità e il distacco che da sempre caratterizza i loro rapporti. Una complicità anomala, priva di confidenza, nata durante uno dei numerosi momenti di intimità tra Carlotta e Andrea, in cui gli occhi e le orecchie di Laura hanno rubato il piacere di entrambi.
Solo Carlotta si è accorta di essere osservata dalla collega e quasi subito la sensazione di fastidio e disagio ha lasciato il posto alla curiosità e all’eccitazione di essere spiata, tanto da spingere Carlotta a creare le occasioni perché Laura potesse assistere, di nascosto, agli incontri con Andrea.
L’eccitazione è diventata ossessione e Carlotta non ha potuto fare a meno di confidare all’uomo quanto stava succedendo.
Ciò che Laura ha dovuto dapprima rubare e poi ricevere di nascosto in dono dall’amica, oggi le sarà offerto da entrambi.
Laura prosegue lungo il corridoio e raggiunge la sua stanza, piccola ma curata e arredata con gusto. Al centro c’è il tavolo di cristallo davanti al quale la ragazza passa la maggior parte del tempo. Le gambe in ferro battuto reggono il piano di cristallo, sempre pulito e brillante.
Ogni sera prima di uscire spruzza il detergente sulla superficie e pulisce il vetro con uno straccio fino togliere ogni impronta delle dita, fino a renderlo splendente. Laura è orgogliosa del suo tavolo, di quel cristallo.
Le ore si susseguono lente e monotone fino al pomeriggio inoltrato, quando gli ultimi raggi di sole muoiono sul davanzale della finestra. Laura si alza e va in bagno per togliersi dalla faccia la stanchezza della giornata.
Carlotta e Andrea si accorgono di essere ormai soli in ufficio e approfittando della momentanea assenza della collega, entrano nella stanza.
Tutto procede secondo un copione prestabilito, immaginato e ripassato mille volte nei loro pensieri.
La ragazza si siede sulla poltrona, Andrea rimane in piedi davanti a lei, sbottona i pantaloni e tira fuori il cazzo. Carlotta si china verso di lui e comincia a succhiarlo, avendo cura di spostare i capelli sulla spalla in modo da rendere ben visibile la scena.
Riccioli biondi, carnagione chiara, figura minuta, Carlotta indossa un maglioncino di lana viola a collo alto, pantaloni neri e scarpe basse. La compostezza della ragazza e la sua semplicità nel vestire mettono in risalto l’oscenità del suo gesto.
La porta del bagno che si apre, il rumore dei tacchi sul pavimento, Laura gira l’angolo in corrispondenza della porta che dà accesso alla stanza e solleva lo sguardo.
Le immagini che fino ad oggi ha rubato di nascosto dagli angoli e dalle porte socchiuse, con la complicità di Carlotta, ora scorrono libere, senza ostacoli davanti a lei.
Laura rimane immobile, come pietrificata, per alcuni interminabili secondi, sensazioni e pensieri contrastanti si mescolano dentro di lei: stupore, imbarazzo, disagio, impulso di allontanarsi e desiderio di non distogliere lo sguardo, rabbia per tanta sfrontatezza ed eccitazione per essere stata scelta quale testimone consapevole del piacere di entrambi.
Ripercorre con la memoria tutte le volte che ha spiato i suoi colleghi, lo sguardo di Carlotta che incontrava i suoi occhi all’insaputa di Andrea. Da quanto tempo lui ne era a conoscenza? Cosa avranno detto di lei? Che intenzioni hanno adesso?
Le domande che attraversano i suoi pensieri hanno lo stesso effetto dei raggi del sole che ogni mattina entrano nel suo letto, è come se si svegliasse improvvisamente da un sonno profondo; il suo viso assume un’espressione severa, incrocia le braccia e si appoggia allo stipite della porta.
– Scusate, forse sono tornata in un momento poco opportuno ‘
– Non ti preoccupare, non c’è nessun problema, forse è più opportuno di quanto tu non possa immaginare ‘ risponde Andrea sorridendo.
Carlotta continua il suo lavoro di bocca senza prestare attenzione alla presenza della collega.
– Probabilmente non c’è nessun problema per te, ma non vorrei disturbare la tua amica, sembra molto impegnata in quello che sta facendo ‘
Carlotta si ferma, solleva la testa e continuando a masturbare con la mano il cazzo di Andrea, si rivolge sorridendo a Laura: – Non mi disturbi affatto, anzi, se vuoi puoi darmi qualche suggerimento ‘ dopodiché, come se nulla fosse, riprende a succhiare accentuando volutamente il rumore delle labbra sulla cappella.
La ragazza è sorpresa da tanta sfacciataggine e risponde alla provocazione della collega che interpreta come una sfida:
– Non mi sarei mai permessa, ma siccome sei tu a chiederlo, devo dirti che effettivamente hai bisogno di qualche consiglio. E’ ammirevole l’impegno che ci metti, ma i risultati non sono altrettanto ammirevoli, non vedi che è tutto secco, dovresti inumidirlo con la saliva e usare di più la lingua ‘ Laura pronuncia queste parole con tono severo, autoritario, cercando di creare imbarazzo tra i due compagni di giochi.
Carlotta, divertita, fa scivolare una goccia di saliva sulla cappella e continua a succhiare.
– Tesoro, non ci siamo, non ci sai proprio fare! ‘ Laura si avvicina decisa, con la
mano strappa il cazzo dalla bocca della ragazza, si china, fa colare un lungo filo di saliva sulla cappella e spinge la testa della collega verso il basso.
Carlotta oppone resistenza, sul suo viso compare una smorfia di disgusto, poi cede alla pressione della mano di Laura e ricomincia a succhiare. Il sapore del cazzo di Andrea si mescola al sapore della saliva di Laura.
Dopo avere ripulito tutto Carlotta impasta a sua volta la saliva nella bocca, sputa sul cazzo e riprende a succhiare.
– Brava, è così che si fa, falla colare dappertutto ‘ esclama Laura soddisfatta.
Andrea fa sollevare Carlotta dalla sedia, la porta dall’altra parte del tavolo e comincia a spogliarla, la ragazza ricambia la cortesia. Le mani dell’uomo e della donna si incrociano sui rispettivi vestiti che cadono a terra gli uni sopra agli altri. Carlotta si toglie le scarpe e le butta sul tavolo, adesso indossa solamente mutandine e reggiseno; ha sempre pensato che il suo corpo, decorato e impreziosito dagli indumenti, fosse più eccitante della completa nudità. Carlotta adora fare sesso lasciando indosso la biancheria intima.
Andrea, forse per la stessa ragione, abbassa leggermente i pantaloni senza sfilarli ed evita di togliere le scarpe, offre alla vista delle ragazze soltanto il torace. Prende Carlotta per un braccio, la fa girare e piegare in avanti sul ripiano di cristallo. Con le mani scosta il filo di stoffa delle mutandine e comincia a masturbarla.
Laura non toglie alcun indumento, quasi a volere rimarcare il suo distacco, il suo ruolo di spettatrice; si siede sulla poltrona, dall’altra parte del tavolo di fronte a Carlotta e si gode la scena accendendo una sigaretta.
Le dita dell’uomo si muovono abili ed esperte sulla fica della ragazza ed in poco tempo sono già impregnate dei suoi umori. Andrea ritrae la mano e la offre in dono a Laura, la quale, senza esitazione, espira il fumo della sigaretta, si sporge in avanti e comincia a leccare e a succhiare le dita.
Carlotta, che dà le spalle all’uomo, osserva la scena con aria sognante e divertita, ma ben presto i lineamenti sul suo viso mutano e si fanno improvvisamente severi, compaiono piccole rughe di espressione sulla fronte, apre leggermente la bocca ed emette un sospiro. Con l’altra mano, infatti, Andrea sta infilando il cazzo, durissimo, nella fica della ragazza. Dapprima la penetrazione è lenta e dolce, poi, progressivamente, si fa più intensa.
Il tavolo è rettangolare, la lunghezza supera più del doppio la profondità, cosicché Carlotta, essendo appoggiata ad uno dei lati lunghi, si trova di fronte e molto vicino alla compagna di giochi.
Le due ragazze si guardano negli occhi: occhi curiosi e maliziosi, pieni di voglia quelli di Laura; occhi lucidi e interrogativi quelli di Carlotta, sul suo viso compare un’espressione sofferente, quasi a chiedere pietà e aiuto all’amica, per un piacere che da sola non riesce a sopportare. Laura sente sul suo viso l’alito di Carlotta.
Nella stanza c’è un silenzio surreale rotto solo dai colpi che Andrea assesta con decisione aggrappandosi con le mani ai fianchi della ragazza: un rumore umido, bagnato, quando il cazzo si fa strada prepotentemente e ritmicamente tra le labbra intrise degli umori di Carlotta; un rumore secco, come uno schiaffo, quando il basso ventre e le cosce di Andrea sbattono sul culo della ragazza; il tavolo che traballa e i gemiti di Carlotta che seguono una cadenza costante ad ogni colpo che riceve.
Solo suoni e rumori, nient’altro, come se la parola possa essere un elemento di disturbo, di offesa alla sacralità del momento.
Sono gli occhi a prendere il posto della voce per comunicare le emozioni di ciascuno: Andrea, alle spalle di Carlotta, fissa Laura seduta davanti a loro e Laura alterna lo sguardo tra gli occhi di Carlotta e quelli di Andrea; come se gli occhi di Laura volessero comunicare agli occhi di Carlotta, che non può girarsi, le emozioni trasmesse dallo sguardo dell’uomo. Continuano così, per alcuni, interminabili minuti.
Andrea aumenta il ritmo e l’intensità dei colpi, il che provoca l’inevitabile accelerazione dei sospiri e dei gemiti di Carlotta.
Laura inspira profondamente il fumo della sigaretta per poi espellerlo frettolosamente subito dopo; spegne il mozzicone nel posacenere e prende la mano dell’amica, come se volesse aiutarla a sostenere l’immenso piacere che sta provando. Con l’altra mano, sotto la gonna, scosta il filo delle mutandine e si masturba.
Bastano pochi movimenti, lenti e circolari sul clitoride e subito le dita e la stoffa vengono inondate dagli umori della ragazza, un orgasmo improvviso, potente, incontrollabile, tuttavia Laura, seppur sorpresa dalla reazione del suo corpo, non tradisce alcuna emozione e continua impassibile ad osservare la meravigliosa scena che sta scorrendo davanti ai suoi occhi.
Carlotta sta per esplodere, distoglie lo sguardo dagli occhi di Laura e appoggia la testa sul tavolo, come a volere recuperare le ultime forze rimaste, ansima sempre più forte e, con movimento contrario a quello di Andrea, spinge il culo all’indietro verso il cazzo che la sta penetrando.
Improvvisamente rialza la testa con uno scatto secco del collo, con una mano toglie i capelli dalla faccia buttandoli dietro alle spalle, l’altra mano continua a stringere la mano dell’amica tirandola verso di sé. Le guance di Carlotta sono rosse e sulla sua fronte scendono piccole gocce di sudore.
Carlotta chiude gli occhi ed il silenzio della stanza viene rotto dall’orgasmo della ragazza che sale dentro di lei come un’onda calda. I gemiti si trasformano in un grido disperato e prolungato che si scioglie in un bacio appassionato tra le due amiche, i respiri affannosi di Carlotta e Laura si mescolano e diventano un tutt’uno insieme all’intreccio delle loro lingue.
Laura interrompe quel meraviglioso bacio, piega leggermente la testa verso destra e sorride, dopodiché tira fuori la mano da sotto la gonna molto lentamente, con cura, come se volesse conservare qualcosa di prezioso. Le dita sono piene dei suoi umori, la pelle intorno alle unghie luccica, tante piccole gocce la rendono brillante. Comincia a massaggiare i polpastrelli dell’indice e del medio contro il pollice spalmando quel liquido denso e appiccicoso; raramente il suo corpo ha avuto una reazione di questo tipo, un orgasmo inusuale, quasi maschile. Le due ragazze si guardano, sorridono.
Laura col suo modo di fare deciso e prepotente infila le dita sporche nella bocca di Carlotta che comincia a succhiarle avidamente con un’espressione soddisfatta.
Laura per qualche istante si gode la scena, poi avvicina nuovamente il suo viso a quello dell’amica, tira fuori la lingua e lecca le piccole gocce di sudore sulla fronte e sulle tempie, mentre Carlotta continua a succhiarle le dita.
Andrea, tira fuori il cazzo, sempre duro, lo sbatte più volte sul culo della ragazza e sorride, divertito dal rumore che provoca la cappella, dura e gonfia, sulle natiche.
Laura interrompe il gioco e con la sicurezza e la pacatezza che la contraddistingue si rivolge ad Andrea, rompendo, dopo molto tempo, il silenzio:
– Adesso voglio che ti dai da fare con l’altro buchetto ‘
– Oh mio Dio! – esclama con finta preoccupazione Carlotta toccandosi i capelli e rimettendosi in posizione eretta.
– Ogni tuo desiderio è un ordine ‘ risponde divertito Andrea.
Prende per mano la ragazza e la fa avvicinare a Laura dall’altra parte della scrivania.
Carlotta è in piedi con le mani appoggiate sul tavolo e la schiena leggermente inarcata, la testa girata verso destra in direzione dell’amica, seduta sulla poltrona; si guardano e sorridono.
Andrea preme sulla nuca di Carlotta invitandola a piegarsi in avanti, poi con entrambe le mani le allarga il culo.
Davanti agli occhi sognanti di Laura si aprono i due piccoli crateri, uno vicino all’altro, separati solo da un lembo di pelle, eppure così diversi tra loro.
Sotto, le labbra ancora bagnate e rosse si divaricano mostrando il vuoto lasciato dal cazzo di Andrea, il buco è molto dilatato e la pelle intorno è morbida, umida. Sopra, le pareti dell’ano resistono alla pressione delle dita che separano le natiche, il buco è stretto e la pelle intorno elastica e asciutta.
Un filo di saliva scende dalla bocca di Andrea e cola con precisione in mezzo al culo di Carlotta per poi straripare e inondare la fica.
La tentazione è irresistibile, Laura tira fuori tutta la lingua cercando di distenderla fino in fondo, per fare in modo che quanta più superficie possibile del muscolo possa raccogliere quel ben di Dio.
Comincia dal basso e lecca la fica di Carlotta per poi salire verso l’alto e arrivare al culo, preme la punta della lingua nel buco e spinge simulando una penetrazione. Carlotta alza gli occhi al cielo e ride di gusto.
Dopo avere ripulito tutto, Laura appoggia la punta dell’indice sull’orifizio anale e incomincia a solleticarlo, esercita una leggera pressione e i lembi di pelle tesa, ma inumidita dalla saliva, cedono alla pressione, il dito affonda lentamente e inesorabilmente in tutta la sua lunghezza nel culo di Carlotta.
Laura estrae il dito, lo porta alla bocca e lo succhia, dopodiché si solleva dalla sedia e porta quella stessa mano davanti alla bocca dell’amica, intimandole severamente si sputare sul palmo.
Carlotta impasta la saliva con la bocca e la fa colare sul palmo di Laura, la quale soddisfatta ritrae la mano e spalma il contenuto in mezzo al culo dell’amica, per poi ripulire tutto leccando e succhiando. Nella bocca di Laura si mescolano tre gusti differenti: la saliva dell’amica, gli umori e il sapore del suo culo; la ragazza per un istante si ferma e muove la lingua dentro alla bocca chiusa strofinando le labbra, con circospezione, come se stesse assaggiando un cibo sconosciuto.
La mano ancora umida di Laura adesso impugna il cazzo di Andrea e scorre lentamente lungo l’asta, lui si lascia masturbare chiudendo gli occhi e inspirando profondamente. Poi strappa il cazzo dalle mani della ragazza, si gira verso Carlotta e appoggia la cappella sopra il buco ormai dilatato.
Con la mano destra aiuta la penetrazione, lenta ma decisa. La cappella scompare dentro al culo e la pelle si ripiega su se stessa, grosse vene pulsano alla base del cazzo, vicino ai testicoli.
– Dai così, spaccale il culo! ‘ sbotta Laura. I lineamenti severi, eleganti di Laura ed il tono pacato della voce fanno si che tale espressione, seppur forte, non risulti volgare.
Una smorfia di dolore compare sul viso di Carlotta.
Ora il cazzo è tutto dentro al culo e per qualche istante i tre si fermano, rimangono immobili: l’espressione di dolore sul volto di Carlotta prona in avanti sulla scrivania, la soddisfazione negli occhi di Andrea, in piedi con le mani appoggiate sui fianchi di Carlotta, la meraviglia e l’eccitazione nello sguardo di Laura, seduta sulla poltrona alla destra dell’amica.
Andrea incomincia a fare avanti e indietro molto lentamente, la dolcezza e la cura che mette in quel gesto sono decisamente in contrasto con tutto ciò che sta accadendo in quella stanza. Carlotta questa volta non emette alcun gemito, alcun sospiro, si morde il labbro inferiore, quasi a volere soffocare un grido di dolore e rimane in silenzio.
Laura nel frattempo, con la gamba destra appoggiata al bracciolo della poltrona, ha ripreso a frugare con foga sotto la gonna. Questa volta le sue dita non sono concentrate sulla fica, ma stanno esplorando il culo; prima il medio, poi l’anulare, poi tutte e due insieme, come se volesse condividere ciò che sta succedendo alla sua compagna.
Andrea aumenta il ritmo e la decisione nella penetrazione, in maniera graduale ma continua, fino ad assestare dei poderosi colpi.
Carlotta non riesce a trattenere il dolore ed esplode in un grido disperato, al quale si unisce Laura che, ancora una volta, vuole condividere quel momento con l’amica.
Andrea esce fuori dalla ragazza e inizia a masturbarsi, Laura tira fuori le dita dal suo culo, si solleva dalla sedia e le offre a Carlotta; le lingue delle ragazze si alternano intorno alle dita in un intreccio meraviglioso. Poi si prendono per mano e si piegano sul tavolo davanti all’uomo in attesa del meritato premio.
Laura avvicina il suo viso a quello di Carlotta e con una mano massaggia l’amica in mezzo alle gambe, la stoffa delle mutandine è fradicia, piena dei suoi umori.
Andrea continua a masturbarsi vigorosamente davanti al viso di Carlotta rivolto verso bordo del tavolo, la ragazza scosta i capelli sul lato sinistro del collo, apre la bocca e tira fuori la lingua aspettando di essere inondata dagli schizzi.
– Dai vieni, schizzale in faccia! ‘ Laura pronuncia queste parole ansimando, aumentando il ritmo delle dita sul clitoride dell’amica.
La cappella è sempre più gonfia, il respiro affannoso e strozzato dell’uomo prelude all’orgasmo, un orgasmo intenso che però tradisce le aspettative delle sue compagne.
Nessuno schizzo invade il viso della ragazza, lo sperma fuoriesce abbondantemente colando dal cazzo sulla mano e dalla mano sul cristallo del tavolo. Carlotta avvicina la bocca alla cappella e Andrea asseconda il movimento cercando di dirigere il cazzo verso il suo viso, tirando a sé la testa della ragazza.
Le mani di Carlotta si uniscono al movimento della mano di Andrea che usa il cazzo come un pennello intorno alla bocca. Carlotta muove la testa in senso circolare e opposto alle mani, spalmando lo sperma, che continua ad uscire, sulle labbra e sulle guance.
L’uomo è un fiume in piena, il suo orgasmo è tanto debole quanto abbondante, solo una piccola parte dello sperma arriva nella bocca della ragazza, la maggior parte cola sulle mani, sul mento e dal mento sul vetro del tavolo creando una pozza di notevoli dimensioni.
– Ne avevi proprio voglia ‘ esclama Laura stupita ‘ non ho mai visto così tanta ‘roba’ uscire da un cazzo! –
Andrea inspira profondamente e si ritrae ancora duro, guarda la ragazza piegata in avanti sopra il tavolo e la accarezza sulla testa dolcemente.
Carlotta con altrettanta dolcezza accarezza il braccio proteso verso di lei, poi si gira e sorride a Laura invitandola a baciarla; nella bocca delle ragazze è un meraviglioso intreccio di lingue, saliva e sperma.
Laura interrompe il bacio e pulisce con la lingua le labbra e il mento dell’amica, poi guarda la pozza sul tavolo, guarda Carlotta e le sorride spingendole la testa verso il basso.
Carlotta, cedendo alla spinta dell’amica, abbassa la testa sul vetro e comincia a leccare lo sperma, lo lecca e lo succhia facendo un rumore osceno con la bocca.
Anche Laura, come se fosse in preda al delirio, si china sulla superficie e immerge la lingua nella pozza; le due ragazze si contendono avidamente quel meraviglioso nettare sotto lo sguardo stupito e insieme soddisfatto di Andrea.
Ripuliscono tutto con cura e dedizione, si sollevano, si guadano e si baciano appassionatamente passandosi lo sperma l’una nella bocca dell’altra.
Spossatezza nel corpo, imbarazzo e senso di vuoto nella testa; Andrea e Carlotta, senza dire una parola, raccolgono i vestiti, escono dalla stanza e vanno in bagno.
Laura rimane da sola in silenzio per qualche minuto, lo sguardo fisso alla scrivania, sul ripiano di cristallo ormai c’è soltanto una grossa e vistosa macchia secca, altre macchie imbrattano il viso della ragazza intorno alla bocca e sul mento.
Nessuno straccio questa sera verrà passato sul tavolo, Laura sistema la gonna, prende la borsetta ed esce dall’ufficio senza salutare i suoi colleghi, senza nemmeno passare in bagno per lavare la faccia.
Quando Andrea e Carlotta escono dal bagno la luce è ancora accesa, ma la stanza è vuota, solo la macchia opaca e secca che imbratta il cristallo ricorda il piacere che si è consumato su quel tavolo.
Laura è fiera del suo tavolo.
Quanto vorrei che il live action di disney fosse più simile a questo racconto! Scherzi a parte: divertente, interessante, bel…
grazie amore
Non credo di aver avuto il paicere, ma grazie intanto della lettura.
Leggendo i tuoi racconti continua a venirmi in mente Potter Fesso dei Gem Boi
grammaticalmente pessimo........