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Trio

La troia da monta

By 7 Maggio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Laura e Carlo erano una coppia ormai anzianotta, tuttavia in lui non si era ancora spento il desiderio del sesso. Aveva però, comprensibilmente, dei problemi sia di erezione, sia di mantenimento della stessa.
Una sera avevano iniziato i soliti preliminari ed il cazzo di Carlo si era prontamente eretto all’idea di scoparsi la sua Laura. Lei ripeteva , ormai da una vita , i soliti gesti : carezze sul petto, poi più giù , carezze sul cazzo e’ in genere finiva con una pompa o con una scopata. Quella sera invece, quando ormai Laura era pronta ad imboccare il cazzo del marito, il povero Carlo ebbe una defaillance ed il suo cazzo , miseramente, si ammosciò lasciando in Laura la voglia di riceverlo in bocca o nella figa.

‘Cosa succede, tesoro, non hai voglia?’ disse Laura.
E Carlo ‘ certo che ne ho voglia, solo che, come dire, ‘. è sempre la stessa minestra, i soliti gesti. Il finale è sempre lo stesso , il problema è proprio questo. Sai bene che, spesso, il sesso è tutta una questione di testa’

Laura pensò alle parole di Carlo, si sentiva un po’ in colpa e così decise di raccontargli ciò che non gli aveva mai detto prima.
‘Devi sapere che, al di là delle poche scappatelle di cui ti ho messo al corrente, io ho avuto un’esperienza di sesso incredibile. E’ successo quell’estate che sono andata in Sardegna con tua sorella e Franco, ti ricordi?’
Carlo annuì ed immediatamente sentì un fremito al basso ventre. ‘ la mia adorata Laura ha avuto altre avventure di cui non sono a conoscenza’ pensò. ‘su raccontami’ proseguì.

Laura prese a raccontare.

Il terzo giorno della vacanza tua sorella non stava molto bene, ci chiese di scusarla ma proprio non se la sentiva di andare in barca. Tuttavia insistette molto affinchè noi non rinunciassimo all’uscita in mare. E così ci avviammo verso il porto. Arrivati che fummo, stavamo per salire sulla barca di Franco quando qualcuno lo chiamò. Ci girammo : un giovane di colore si sbracciava verso di noi facendoci cenno di attendere. Velocemente si avvicinò e salutò calorosamente Franco. Fui presentata , lui era un amico, conosciuto in Sardegna, col quale ogni tanto concludeva qualche affare immobiliare.
Kaled, cosìm si chiamava il giovane, era alto e snello; indossava solamente degli short bianchi che mettevano in risalto la sua corporatura bronzea. Credimi, rimasi a bocca aperta, incantata dal fisico di quel giovane. I miei occhi incontrarono il suo sguardo, poi li abbassai , magneticamente attratta, verso il suo pube che lasciava presagire un cazzo di notevoli dimensioni. Franco parlava ma né io né Kaled seguivamo il discorso: entrambi ci stavamo scambiando delle occhiate che dicevano tutto : voglia di monta, di pompa, di cazzo , di figa. Anche Franco dovette accorgersi della scintilla che era scoccata tra noi, infatti propose a Kaled di unirsi a noi per la gita in mare.
‘il tempo di disdire alcuni impegni e sono con voi’ disse Kaled. Io continuavo a guardarlo all’altezza del sesso e devo confessarti che per la prima volta in vita mia mi sentiii umida tra le cosce: la figa mi stava letteralmente colando. Mi presero scanzonatamente sotto braccio e salimmo a bordo ma io ero già persa con le mie fantasie; il fisico di quel giovane, il fatto che fosse di colore, il pensiero di trascorrere una giornata con due uomini , tutto ciò aveva scatenato in me una voglia di sesso incredibile.
Stavo già pensando alla maniera di comportarmi , a cosa avrei dovuto fare per riuscire nel mio intento : farmi montare da quello splendido stallone e farmi riempire figa e culo di sborra calda.
Ero lì in piedi, in preda alle mie fantasie, quando Franco mi diede leggermente di gomito e, avvicinatosi al mio orecchio, disse : penso che Carlo stia sentendo un certo prurito sulla fronte, non credi?.
Le mie guance avvamparono al pensiero che Franco avesse intuito i miei pensieri più nascosti tuttavia non riuscii a trattenermi dal rispondere sfacciatamente ‘ e allora? Una volta tanto’.d’altro canto con questo ben di Dio!’ e guardai sia lui che Kaled.
La barca prese il largo ed in breve fummo lontani dalla costa e da sguardi indiscreti. Franco fermò i motori, gettò l’ancora e ci invitò a sdraiarci sul ponte per prendere il sole. Cosa che facemmo in quattro e quattr’otto. Naturalmente io ero in mezzo tra Kaled alla mia destra e Franco alla mia sinistra.
Chiaccherammo , soprattutto loro, del più e del meno , io partecipavo poco, ero presa dai miei desideri: ne sentivo i morsi in mezzo alle gambe , sulla punta dei capezzoli , in tutto il corpo. Desideravo intensamente la monta, desideravo sentirmi troia , oggetto delle loro voglie ma non sapevo come dare il via senza sembrare troppo sfacciata. Fu Kaled a risolvere il problema con la sua osservazione che la mia pelle chiara avrebbe sofferto per tutto quel sole e che sarebbe stato meglio se avessi dato un po’ di crema protettiva. ‘ Si hai proprio ragione Kaled, anzi mettimela tu’ risposi prontamente cogliendo al volo l’occasione.
Kaled si alzò , si avvicinò alla mia borsa dove trovò la crema solare. Tornò e si inginocchiò vicino a me, avevo il suo sesso all’altezza della bocca. Riuscii a malapena a dire ‘ per favore spalmamela’. Kaled cominciò ad ungermi con delicatezza, dal collo verso le chiappe ( ero bocconi) , dalle chiappe al collo, lentamente, sempre fissandomi negli occhi, come per dirmi ‘ ti piace , vero?, vorresti qualcosa di più?’ ed io, senza distogliere gli occhi dai suoi, gli facevo capire che avrei voluto essere scopata , inculata , sborrata , avrei voluto essere la loro troia da monta. Franco guardava la scena ed aspettava. Io avevo notato che anche lui era infoiato: il suo costume lasciava intravvedere un cazzo in erezione di dimensioni ragguardavoli. Cosa che d’altro canto sapevo dai racconti di tua sorella.

Sotto le carezze di Kaled mi stavo squagliando , lo incoraggiai alzando leggermente il culo come per fargli capire : prendilo , palpalo , è per te. Kaled capì al volo perché le sue spalmate di crema si fecero più intense, la sua mano entrò sotto il mio slip ed un dito forte e scivoloso si insinuò nel solco delle chiappe soffermandosi sul buchetto, come in attesa di permesso. Ci guardammo nuovamente e con gli occhi dissi : sì.
Mentre il suo dito cominciava a lavorare sul buchetto disegnando cerchi sempre più stretti ed umidi, con leggeri affondi verso la figa, io alzai un po’ il volto ed appoggiai la bocca sull’enorme bozzo che avevo davanti. Con la bocca semiaperta cominciai ad andare di qua e di la baciando la lunga asta di carne che tra poco avrei gustato in modo ben più approfondito. Fu un attimo, con la mano libera, Kaled si abbassò il costume ed il suo cazzo schizzò fuori come una molla. Presi a baciarlo con furore , aprii la bocca e tentai di imboccare la cappella. Era enorme, già tutto bagnato dai suoi umori , mi sguciava via come un’anguilla e mentre io lo cercavo con la bocca, il dito di Kaled sprofondò nel mio culetto fino al palmo.
Non riuscii a trattenermi , un grido liberatorio mi usci dalla bocca ‘ ahhh, si ‘finalmente, dai affondamelo nel culo’.
Ero riuscita finalmente a farmi entrare la cappella in bocca , con una mano gli circondai l’asta e cominciai a segarlo con lentezza e con forza. Sentivo il suo nettare che usciva e mi impastava la bocca , sentivo la figa che colava come una fontana.
Intanto Franco mi si era avvicinato dall’altro lato e, sdraiato accanto a me, mi sussurrava ‘ hai visto che sberla di cazzo che ha Kaled? Ti piace vero? Tra poco ti sfonderemo in tutti i buchi, sei proprio una gran bella troia’ ed io di rimando ‘ si , si’ mi piace , sono la vostra troia e voglio essere sfondata , davanti e didietro, voglio esser montata come una vacca dal toro , voglio affogare nella vostra sborra.
Le mie parole avevano eccitato ancor di più sia Kaled che Franco. Ci alzammo e ci spogliammo del tutto. I miei due uomini erano davanti a me , con i cazzi svettanti, entrambi enormi , lucidi di umori. Fu un gesto naturalissimo per me inginocchiarmi davanti a loro ed impugnare quei due bellissimi cazzi. Cominciai a baciarli alternativamente, in adorazione mentre li pregavo : ora mi scoperete , mi inculerete fino in fondo , mi darete la vostra sborra in figa , in culo ed in bocca.

Franco si sedette, allargò le gambe, impugnò l’enorme cazzo e cominciò a segarsi lentamente. Ogni volta che la sua mano risaliva verso la cappella potevo vedere un fiotto di liquore che affiorava; lui lo spandeva sulla cappella oppure si metteva il dito, inumidito nel suo umore , in bocca ed intanto mi guardava come per dire ‘ guarda com’è grosso , caldo ed umido, lo vorresti, vero?’
Intanto Kaled, che si era messo dietro di me, mi mise la mani sulle spalle e con una leggera pressione mi fece inginocchiare spingendomi la testa verso il cazzo di Franco. Non fu necessaria alcuna forza , non desideravo altro che pompare quella mazza umida.
Mi misi carponi e Franco rapidamente mi afferrò la testa spingendo in avanti il cazzo, lo impugnai e me lo affondai in bocca; poche boccate poi me lo sfilai e guardandolo negli occhi gli dissi : ho sognato tante volte questo splendido cazzo e pensando a lui mi sono sditalinata con furia. Ora lo voglio , infilamelo in bocca , tutto in gola , fino ai coglioni. E tu , Kaled, cosa aspetti ? non vedi che muoio dalla voglia di essere sfondata?’
Si chinò dietro di me e la sua lingua calda cominciò a torturarmi il buchetto , era una cosa deliziosa , presi a sculettare e ad incitarlo ‘ si, cosi così, come lecchi bene , dai infila la lingua nel mio culo , scopami con la lingua’.
Le mie parole lo eccitarono ulteriormente .’ oh si, troiona, te lo lecco il tuo bel culo e dopo te lo sfondo , te lo riempio di cazzo’
Smise di leccare ed avvicinò la sua enorme cappella al mio buchino, mi afferrò per le tette e cominciò a spingere.
Ero fuori di testa, sentire quella bestia che tentava di forzare il mio culo mi dette una sferzata , spinsi anch’io indietro andando incontro al cazzo , sentii la cappella che veniva risucchiata , sospirai e lo incitai ancora ‘bravo, bravo, inculami così , sfondami il culo, riempimi il culo col tuo splendido cazzo, fammi sentire la tua vacca , la tua troia da monta , bravo , spingi , sfonda , incula , sborrami in culo , dammelo fino ai coglioni’. Il piacere aveva sostituito il dolore iniziale, mi sentivo sfondata, allargata , inculata e mi immaginavo la scena : io a pecorina con una cazzo enorme piantato per metà nel culo ed un altro cazzo , altrettanto grosso , vicino alla mia bocca vogliosa.
Mi sentivo un lago , sentivo la figa che mi gocciolava come una fontana. Kaled , sempre più infoiato, mi diede un ultimo terribile colpo : il suo cazzo sprofondò fino ai coglioni nel mio culo ed io venni spinta in avanti , verso il cazzo di Franco il quale, afferratami la testa con una mano, mi affondò il cazzo in gola impedendomi di muovermi. Mi sentii soffocare , tentai di ribellarmi ma Franco mi teneva stretta. Con i due cazzi piantati in culo ed in bocca mi lasciai andare completamente, come un burattino disarticolato; Kaled spingeva ed il cazzo di Franco mi riempiva la gola, riuscivo solo a scodinzolare nel tentativo, inutile, di sentirmi ancor più inculata. Come in trance sentii Kaled che diceva a Franco : ‘guarda come li prende bene due cazzi , ha un culo stretto e profondo , mi sta mungendo il cazzo , tra poco le sborro in culo’ E Franco di rimando : ‘ hai proprio ragione, non immaginavo fosse così troia, guarda come ingoia il mio pitone, fino alle tonsille , anch’io tra poco le sborrerò in bocca.
Quele parole mi dettero la scossa, cercai di ingoiare ancora un pò di cazzo , grugnii, sculettai e strinsi i muscoli del culo come per mungere quel magnifico cazzo che mi stava sfondando il culo e venni travolta dall’orgasmo. Anche i miei due stalloni cominciarono a grugnire : tieni, tieni , prendilo tutto, fino in fondo, fino ai coglioni te lo diamo.’ Li sentii irrigidirsi , poi cominciarono a tremare spingendo i loro cazzi ancor più dentro di me. Fiotti caldi mi riempirono il culo e la gola. Fu un piacere travolgente inghiottire la sborra calda e sentire nel mio culo quella iniezione di sperma. Mi tennero ferma fino a quando i loro cazzi persero consistenza, poi li sgocciolarono uno in culo l’altro in bocca.

Sfiniti giacemmo per un po’, crogiolandoci al sole ed alla salsedine. Poi mi misi in ginocchio tra i due e li ringraziai :’ mi avete fatto godere come non mai, grazie , siete stati splendidi!’ misi le mani sui loro cazzi ormai senza consistenza , ma non per questo piccoli, anzi.., e li accarezzai con voluttà.
Kaled mi guardò con gli occhi socchiusi e mormorò : ‘non pensarai che sia finita qui, il mio cazzo non ha ancora assagiato la tua figa!’ Un brivido di piacere mi percorse, pensavo che la sborrata precedente avesse esaurito i miei due montatori ma mi sbagliavo di grosso.
Kaled si stese sul ponte e mi invitò a mettermi a cavalcioni , con la figa sul suo volto. Eseguii , mi inginocchiai, divaricai le gambe ed in un attimo mi ritrovai con la sua lingua che mi rovistava la figa e mi suggeva il clitoride. Poi mise le mani dietro di me , sotto le chiappe, mi alzò leggermente e scivolò con la bocca all’altezza del culo. Dapprima mi lappò ma subito dopo cominciò a risucchiare , mi sembrava una ventosa , sentivo la sborra che fuoriusciva e veniva inghiottita da Kaled. L’idea che lui si stesse bevendo la sua stessa sborra direttamente dal mio culo mi mandò in palla. ‘ si , bravo , succhiami , aspirami il culo , bevi la sborra calda ‘ Ed intanto gli strofinavo la figa sul naso cercando di farmi entrare qualcosa dentro; avevo nuovamente voglia di monta, voglia di cazzo che riempie , che spacca e che erutta sborra.
Franco intanto aveva fatto aprire le gambe a Kaled , vi si era inginocchiato ed aveva puntato il suo cazzo, nuovamente eretto, sul mio culo. Lo sentivo grosso e caldo che cercava di insinuarsi tra le mie chiappe e la bocca di Kaled. L’idea che quello splendido ragazzo potesse fare una pompa a Franco mi esaltò ancora di più. ‘voglio vedervi’ dissi e sguciai via. Quello che vidi mi fece schizzare la libido a mille : Franco in ginocchio aveva preso la testa di Kaled tra le mani e gli aveva infilato il cazzo in bocca; Kaled , con le guance gonfie, succhiava infoiato mentre Franco lo incitava: ‘ si , così , come succhi bene, che bocca calda che hai, fai le pompe meglio di Laura, ingoiami!!’ Guardai per un po’ la scena, incantata da tanta meraviglia ( il cazzo di Kaled, nel frattempo, si era di nuovo eretto e maestosamente mi invitava) poi li apostrofai : ‘non crederete di fare tutto tra voi, oh; ci sono qua io che non chiedo altro, fatemi su’.
Franco ritirò il suo cazzo dalla bocca di Kaled e mi fece posto. Non mi feci ripetere l’invito e prontamente mi calai sulla splendida mazza : la mia figa si allargò in un attimo ed inghiottì l’enorme cazzo. Sospirai di piacere e cominciai la danza del ventre incitandoli .
‘ oh che bello , come mi hai riempito bene la figa , me la sento piena e gonfia, dammelo fino all’utero, sfondamela , ficcaci dentro anche i coglioni!!’
La mano di Franco sulla schiena mi fece capire subito che presto anche il mio culo sarebbe stato riempito. Con dolcezza ma fermamente mi spinse giù sul petto di Kaled, poi mi prese per i capelli con una mano , appoggiò la sua cappella umida e calda sul mio culo e spinse. Mi sentii aprire come un panetto di burro , sentii l’enorme mazza di carne che cominciava a sprofondare nel mio culo. Il pensiero di essere scopata ed inculata contemporaneamente ( cosa che non avevo mai fatto prima d’allora) mi rese pazza di voglia. ‘ Oh si, si !!! vi voglio tutti e due dentro di me ; che bello, uno in culo ed uno in figa. Spaccatemi tutta, sfondatemi , riempitemi il culo e la figa , farcitemi con la vostra sborra bollente. Fatemi sentire ancor di più la vostra troia, la vostra vacca da monta. Si, si bravi spingete , datemi anche i coglioni, tu, Kaled, riempimi l’utero e tu Franco, sfondami il culo , infilaci anche i tuoi grossi coglioni e svuotali dentro il mio culo. Sono vostra, vostra, la vostra troia da monta!!!’

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