Risonanza
Premessa: io è la mia signora, abbiamo avuto un trascorso di vita sessuale molto intenso, che si è affievolito solo negli ultimi anni, ma in precedenza non sdegnavamo lo scambio di coppie o incontri con singoli e la frequentazione assidua in un privè di una grande città dell’Emilia Romagna.
Ma come dicevo, la mia signora aveva tirato i remi in barca e di certe cose non voleva più saperne, mentre io vivevo nel ricordo dei tempi che furono ed ogni volta ripensando alla mia lei con uno o più cazzi in bocca o alle doppie penetrazioni dovevo ricorrere alla masturbazione. Detto questo torniamo ai giorni nostri.
Da qualche tempo soffro di un fastidioso dolore al ginocchio destro che non mi fa dormire la notte, una quindicina di giorni fa sono stato dall’ortopedico che dopo una visita abbastanza discutibile per la sua rapidità aveva sentenziato: ‘Per me è menisco ad ogni modo si faccia fare la richiesta dal suo medico per una risonanza magnetica’. Ovviamente con me c’era mia moglie che accompagna ogni passo della mia vita.
Volevamo andare a Monselice nel padovano, lì non c’è tanto d’aspettare massimo un paio di giorni e ti fanno la risonanza, ma francamente di fare cento km e oltre mi seccava e prenotammo in un ospedale cittadino. C’era d’aspettare otto giorni, non era tanto e l’altro giorno accompagnato dalla mia signora mi recai all’ospedale avevo l’appuntamento alle 14: 00 ma prima delle tredici eravamo già lì.
Espletato l’iter burocratico, quello riferito al pagamento del ticket ed altre procedure pallose, scendemmo due rampe di scale, il reparto radiologico era sito nel seminterrato del nosocomio, percorremmo un lungo corridoio con varie porte sia a destra che a sinistra c’erano diverse persone sedute ad aspettare il proprio turno, alla fine del corridoio vi era una reception anche qui dovevamo consegnare e ricevere documenti.
Mentre mia moglie aspettava che le due donne addette a tale compito la smettessero di parlare di cose personali e le prestassero attenzione, mi sedetti vicino alla porta vetro che conduceva ai vari gabinetti radiologici. Mostravo segni di sofferenza, quelle due bisbetiche nella reception che continuavano a parlare mi infastidivano, mia moglie mi fece cenno di stare calmo, alla fine si sedette anche lei ma di fronte a me, guardavo l’orologio attaccato al muro mancavano ‘ d’ora alle 14: 00.
Dalla porta vetro entravano ed uscivano medici e tecnici, che nel passare buttavano lo sguardo sulla mia signora che sembrava stesse da sola, anche lei ricambiava gli sguardi e quando passò un ragazzo nemmeno trent’enne moro, con il viso non rasato, fece un’espressione come dire: ‘Non male il ragazzo!’ io gli sorrisi e lei ricambiò.
Mia moglie, indossava dei jeans e una camicetta bianca, da dove si intravedeva il seno maestoso (una quarta) io ero in tuta da ginnastica blu con bande laterali gialle e sotto la giacca con lo zip indossavo t- shirt orange in onore dell’Olanda che affrontava la Romania, mentre l’Italia doveva giocare con la Francia quella sera e vincere non bastava se l’Olanda si fosse messa d’accordo con i rumeni.
Torniamo al bel tenebroso, che continuava ad entrare ed uscire dalla porticina subito dopo la porta vetro, aveva un camice bianco con una grossa croce verde sulla tasca posta sul petto sinistro come verde era il resto dell’abbigliamento dalla casacca ai pantaloni per finire agli zatteroni.
Non pensava che io e quella signora così carina stessimo insieme, infatti, si avvicinò e si fece consegnare tutti i documenti che mia moglie aveva in mano, quando il tipo rientro si rimise a ridere.
– Perché ridi? ‘ gli chiesi.
– Adesso, prende i pali pensa che sono io a dover fare la risonanza.
– Bhe una volta che siamo dentro lo puoi accontentare benissimo. ‘ gli risposi e lei fece il gesto di lanciarmi la borsa.
– Togliti tutto quello che è metallico.
– Non penso ve né sia bisogno credo che la risonanza sia mirata al solo ginocchio.
– Fa come ti dico! ‘ incalzò seccata ed io mi tolsi le catenine d’oro e il braccialetto e alzandomi consegnai a lei il tutto che mise nella borsa.
Per essere lì presto, non avevamo mangiato e lo stomaco cominciava a brontolare, di fianco a mia moglie si sedette una ragazza che faceva uso di stampelle, arrivò molto dopo di noi, ma entrò prima e la cosa mi fece imbestialire, stette dentro una mezz’ora poi dopo finalmente entrammo noi.
La stanza, non era grande appena si entrava sulla destra vi era la scrivania con sopra il computer nel mezzo della stanza la famigerata macchina, che come avevo previsto era mirata al solo ginocchio, infatti, era di quelle piccole con un lettino accostato ad essa.
Il ragazzo, mi disse di togliere i calzoni, mi sedetti su una classica sedia da ospedale ossia di color bianco e dalla struttura completamente metallica.
Tolsi scarpe e calzoni e dopo che il tizio aveva steso sul lettino uno strato di lenzuolo di carta mi sdraiai misi il piede sinistro su un apposito sostegno della macchina e infilai la gamba destra nell’oblò fino ad uscire con il piede dall’altra parte dove era il tecnico che lo legò, mi raccomandò di stare immobile e fece partire la macchina.
La mia bella signora si sedette sulla sedia, e a me inizio l’ansia. Stare fermo, immobile mi creava problemi, mentre sentivo il ginocchio riscaldarsi e un formicolio al piede.
Lei rispondeva alle domande del ragazzo, che secondo me stava scrivendo il tutto girai la testa verso di lei e mi sembrava più seducente che mai, avevo allungato la t-shirt sugli slip perché sapevo che quella situazione per altri normale a me mi faceva gonfiare il cazzo, forse perché tutte le volte che ci siamo trovati in tre (io lei ed un altro) è sempre finita allo stesso modo ossia abbiamo scopato.
Il ragazzo, uscii ed io dissi a mia moglie di avvicinarsi.
– Ho visto come lo guardi, te lo faresti vero? ‘ lei mi diede un buffetto.
– Smettila, con ste cazzate.
– La smetto, ma devi rispondermi.
– Ti ho risposto prima, non è male mi piace punto.
– Allora, perché non cerchiamo di fare qualcosa?
– Sei scemo! Dove lo vorresti fare?
– Qui sembra il posto adatto, anche lui ti guarda interessato.
– Dai, Franco smettila. ‘ gli aprii un altro bottone della camicetta lei oppose poca resistenza adesso il seno era maggiormente visibile e il mio cazzo crebbe come da tempo non succedeva.
– Angela senti il mio cazzo.
– Dai se entra che figura ci facciamo!
– Non temere toccami. ‘ infilò la mano negli slip e lo impugnò le sue gote divennero rosse e lo sguardo era quello tipico di, quando è arrapata.
Quando lui entrò lei sembrava in catalessi non tolse la mano, e lo guardava sentivo il tipo che si schiariva la voce certo quella situazione l’aveva spiazzato.
Angela, mi menava il fallo all’interno degli slip e continuava a fissarlo io gli sbottonai quei pochi bottoni ancora chiusi e a questo punto sentii dare due mandate di chiave alla porta, e mia moglie mi tirò fuori il cazzo e si chinò per prenderlo in bocca.
Finalmente vidi il ragazzo che si posizionò dietro di lei e le afferrò le tette ancora coperte dal reggipetto, lui cercava di evitarmi con lo sguardo, mentre io lo cercavo proprio per arraparmi di più.
Smise di ciucciare e tornò nella posizione eretta lui sempre appiccicato al suo culo la palpava le tette che aveva tirato fuori dal reggiseno e gli leccava il collo. Angela si era completamente abbandonata con la testa appoggiata sulla spalla del ragazzo, e la sentivo gemere.
Poi si girò e i due si baciarono in bocca appassionatamente, le mani di lui poggiate sulle spalle della mia signora la invitavano ad accucciarsi lei lo fece e in un solo colpo gli abbassò calzoni e mutande e il cazzo del tipo (di tutto rispetto) saltò furori oscillando nell’aria.
Messi di profilo lì potevo osservare bene, lei aveva poggiato un solo ginocchio per terra l’altra gamba era piegata come una centometrista pronta a scattare. E scattò la sua testa in avanti e la sua bocca magicamente si aprii ricevendo quel rotolo di carne. Dai primi colpi non sembrava avesse fretta, lo avviluppava lentamente con moderazione, forse stava prendendo le misure per vedere fino a che punto riusciva ad ingoiare quel palo, andò oltre il suo record era arrivata quasi alla radice visto che di più non poteva iniziò a dare un ritmo più serrato al suo andirivieni e la vedevo inclinare la testa ora a destra ora a sinistra, e quel cazzo diveniva sempre più lucente effetto reso dalla saliva cha mia moglie gli spargeva sopra per renderlo più scivoloso, sembrava una trivella quella mazza e la bocca di Angela un pozzo.
– Posso’chiavarti anche in figa!? ‘ chiese il ragazzo con una voce rauca, mia moglie con il capo gli fece segno di sì.
– Alzati. ‘ l’aiutò a rialzarsi e mentre lo faceva la mia donna si calò di jeans e mutandine e si mise a 90 grandi prendendosi cura del mio cazzo, mentre il tipo glielo ficcava dentro.
– Uuuu’ohhh’ – nell’essere penetrata me lo strinse forte come forte strinse anche i denti e mi guardava supplichevole.
Mentre il tipo la stantuffava quasi con rabbia, e lei godeva da, quando tempo non la vedevo godere in quel modo? Troppo, è tutto tempo sprecato tolto alle nostre vite.
– Sto’per sborrare! ‘ disse il ragazzo, mentre l’attirava a se e si irrigidì.
– Ohhh’siii. ‘ anch’io venni in bocca a mia moglie che dischiuse le labbra facendo colare la mia sborra lungo le pareti della mia asta che sembrava un cremino di cioccolata bianca che lei si apprestava a rimuovere con la bocca.
Eravamo esausti tutti e tre, lui si accasciò sulla sedia alle sue spalle e il suo fallo pulsava. Infilai due dita nella figa di mia moglie intrisa di umori e sperma, e subito dopo gliele conficcai nel culo quello fu il colpo di grazia ebbe subito un altro orgasmo in un lasso di tempo così breve.
Se non ci fosse stata gente oltre quella porta avremmo gridato il nostro piacere, che si sarebbe sentito fino al cielo, ma questo non fu possibile.
Dopo che ci ricomponemmo mia moglie e il tipo si scambiarono i numeri di cell, tornammo a casa e per tutto il tragitto non dicemmo niente ma mentre guidavo la tenevo per mano ed eravamo sereni come da tempo non succedeva, tutti i guai sembravano spariti almeno accantonati al momento.
La serata si concluse con la vittoria dell’Italia e l’accesso ai quarti di euro 2008.
Ho voluto narrarvi questo episodio di vita realmente vissuto, dopo riprenderò con il mio passato sempre che vi faccia piacere ciao da Franco.
FINE.
viarpino@yahoo.it
Sempre più pazzesca..vorrei conoscervi..anche solo scrivervi..sono un bohemienne, cerco l’abbandono completo ai piaceri.. e voi.. Scrivimi a grossgiulio@yahoo.com
Grazie per i complimenti. Ma non so come consigliarti per cercarli.
Adoro i tuoi racconti! c'è ancora modo di trovarli raccolti per autore? con la nuova versione del sito non ci…
Grazie mille, sapere che il mio racconto sta piacendo mi riempie di soddisfazione! Se non vuoi aspettare i tempi di…
Ma che bello vedere la complicità, l'erotismo e l'affinità costruirsi così! Davvero ben scritto! Attendo il seguito! E ho già…