Premo il tasto “invio” e il sms parte.
“Che gli hai scritto, a quei poveri derelitti?” mi chiede Claudio con un sorrisetto sardonico.
“Gli ho scritto che proprio non potevamo raggiungerli’ che avevamo già altri programmi’ Li ho comunque ringraziati dell’invito’ Siamo due personcine educate, noi!” e ricambio il sorriso.
“Figuriamoci se vado a perdere il mio tempo con quegli sfigati di chatters! Me li immagino’ Tutti tirati a lucido, le donne magari saranno pure andate dal parrucchiere per l’occasione’ Capirai, una chat-cena! Un avvenimento!” e Claudio ride di gusto.
“Beh, magari si poteva incontrare qualcuno di interessante’ Della serie, un ago in un pagliaio, però qualcuno di quelli che ho conosciuto ultimamente non mi pareva male'” lo provoco.
“Amore, se avevi voglia di andare potevamo farci un salto’! Io mi sarei divertito a provocare qualcuna di quelle cozze in tenuta da parata’ Ci sarebbe stato da ridere’!” Claudio mi guarda stringendo gli occhi in un sorriso malizioso.
“Non ne avevo assolutamente voglia, chicco’ Quello che voglio è stare con te!” e mi allungo verso di lui per farmi abbracciare.
“Dai, furbona’. Ammetti che sarebbe piaciuto farti ammirare dai tuoi amichetti’ Certo che le donne sarebbero diventate verdi’! Tutti gli sguardi dei maschietti sarebbero stati per te, e nei prossimi giorni ci sarebbe stato un frenetico scambio di commenti in pvt! Sai, cose tipo’ Hai visto che strafiga quella VelvetRose? Davvero bona!” strofina il naso contro il mio sfiorandomi le labbra con un bacio.
“Magari qualcuno mi aspettava proprio’ Magari qualcuno si era davvero illuso che avrebbe finalmente incontrato la stronzissima VelvetRose!” ridacchio.
“Sì’! Qualcuno di quelli che hanno visto la tua foto e da allora smaniano per incontrarti! Qualcuno di quelli che ti riempiono di messaggi chiedendoti un incontro di nascosto da me!” Claudio sorride: è perfettamente al corrente dei giochetti che si fanno in chat, ma sa altrettanto bene che di me può fidarsi.
“Beh, secondo te il mio abbigliamento sarebbe stato adatto all’occasione?” chiedo con falsa innocenza staccandomi da lui per farmi guardare. Indosso un maglioncino nero aderente e corto che lascia intravedere l’ombelico, una gonna lunga molto leggera, calze velate e scarpe con un altissimo tacco a spillo.
“Più che adatto!” risponde Claudio bevendo un sorso dal suo bicchiere “Peccato che tu non possa sfruttarlo a dovere!”.
“Vorrà dire che lo sfrutterò provocando te, amore mio’!” e, seduta sullo sgabello, inarco la schiena e sollevo la gonna sulle gambe accavallate, fissandolo negli occhi. Forse ho bevuto un goccio di troppo e mi sento allegra, quasi euforica’ Faccio scorrere lo sguardo in giro, un mezzo sorriso sulle labbra e negli occhi’ Non avevo davvero nessuna voglia di andare alla cena di chatters che si svolge a qualche isolato da qui, anche perché penso che stasera mi divertirò molto di più rimanendo in albergo’
‘Il bancone del bar è alto e la bibita fresca ma molto alcolica scorre nella gola’
Ti stai divertendo a provocare in giro’fai giochi che mi sembrano banali, scontati’ accavalli le gambe forse facendo alzare la gonna un centimetro di troppo, sorridi, guardi’ Ti lascio fare’ la cosa mi diverte anche se inizio a trovarla scontata’ da film con la Fenech e Vitali per intenderci’
Intorno a noi pochi clienti, forse 4 o 5 e tutti uomini, che sono in albergo per lavoro e che vengono al bar per non restare nelle loro stanze’ Hai puntato in particolare uno’ E’ di fronte a noi, leggermente spostato, forse sui 40 anni’ bel tipo in effetti ma’ bah! ‘e dalla poltroncina bassa che occupa è da tanto che rimira le tue cosce’
All’improvviso il gioco ti stanca’ stiamo parlando di cose futili libri, scarpe’ cose normali, ma riconosco che il tono è cambiato’ la tua voce è strozzata, bassa, calda’ stai pensando qualcosa, qualcosa che ti eccita ma che preferisci tenere per te’ far depositare nel tuo cervello’ raffinarla’ coccolarla e non la condividi con me’ rotola nella tua mente e prende forma’
“Hai visto il tipo? E’ mezz’ora che si lustra gli occhi sulle mie cosce!! Non dici nulla? Non ti da fastidio?” hai cambiato di punto in bianco discorso’ si parlava di libri e ora mi lasci interdetto con una frase del genere!!!
“Mah! Fastidio?! Perché mai!! Sai che mi piace se ti guardano!!! Mi piace da matti!!!” e sorrido forse con aria ebete’ intuisco che c’è qualcosa’la tua espressione lentamente sta cambiando’ ho già visto quello sguardo una sera nella tua macchina di ritorno dal ristorante’
“Ti piace da matti, eh? E se gliela facessi vedere? Se vedesse che è anche bagnata? Ti piacerebbe lo stesso? Vediamo!!!” ‘ hai deciso il gioco’ non mi dai tempo di rispondere che già sei scivolata dallo sgabello e ti avvii verso i bagni’torni dopo neanche un minuto’ sorridi, siedi di nuovo sullo sgabello e cominci ad intingere il dito nel bicchiere per poi farlo scorrere sull’orlo’ sorridi e la tua espressione mi piace’ la ricordo’ apri la borsetta e ne estrai il perizoma’ lo poggi sul bancone vicino alla mia mano’ rapidamente, imbarazzato dalla presenza del barman lo faccio sparire ma il gesto è stato notato dal tipo’ accavalli le gambe muovendoti esageratamente e scoprendo un bel po”
“Allora grand’uomo? Ti piace che mi guardi per bene la fica? Ti viene duro? Ti eccita sapere che il tipo mi si farebbe qui? Ora? Scommetto che anche quel cazzo lì deve essere molto, molto gonfio e duro” mi hai parlato sorridendo, fissandomi negli occhi, la voce suadente ma tesa, non sai se accetterò di giocare’
Ricambio il sorriso e la mente inizia a lavorare’ Rifletto che in passato ti ho suggerito io di giocare, che mi sarebbe piaciuto vederti provocare’ Vediamo dove arrivi, fin dove il tuo coraggio ti spinge’ Un gioco rischioso ma proprio per questo più affascinante’
Mi avvicino al tuo orecchio sussurrando “Certo che ce l’ho duro!!! E anche il tipo non mi sembra da meno!”
I nostri occhi si incrociano’ uno sguardo intenso, profondo, vero: ho accettato il gioco e ti ho dato le redini per condurlo fin dove vuoi tu. Sappiamo che un gioco non intaccherà nulla perché tacitamente accettato da entrambi’ Sappiamo che la fiducia che riponiamo l’uno nell’altra è totale’
“Un whisky, per cortesia!” la voce ci distoglie gli sguardi: il tipo si è alzato ed è a fianco a noi ad ordinare da bere, pur potendo comodamente chiamare il cameriere “Serata calda, eh? Forse un whisky non è molto indicato ma'”.
Calda? Bollente vorrà dire!!!” sorridi innocentemente ma la tua voce non da molto spazio all’immaginazione.
“Posso offrire un secondo giro?” di rimando.
Iniziamo a scambiare le solite frasi di circostanza tra perfetti estranei’ Come ti chiami? Sara, Claudio, Paolo’ che lavoro fai? Informatico, segretaria, bancario’ Banalità, ma la tensione si taglia con il coltello.
Il bar si è svuotato’ è mezzanotte e anche il barman ci sta maledicendo’ A chi tocca la prossima mossa? A te? A me? Mi togli dall’imbarazzo di dover pensare a cosa fare, d’altra parte sei tu che stai giocando:
“Sentite perché non mandiamo a letto il barman e andiamo in camera nostra a bere il bicchiere della staffa? Ti va Claudio se continuiamo la chiacchierata di sopra?”.
“Si, perché no? Ammesso che vada anche a Paolo, tra l’altro il discorso è anche interessante!”.
“Per me non ci sono problemi!!! Non ho sonno” figurati se diceva altrimenti, lo stronzo.
Si sale’ Mille pensieri, mille paure, mille incertezze si accavallano nella mia mente: un gioco di provocazioni sta diventando qualcosa di più concreto e reale’ Un turbinio di domande, da quella più banale “dove si arriverà?” a quella meno banale “perché?”. Una sfida? Una prova di forza? Una prova di dipendenza dall’altro? Cosa ci spinge ad affrontare un gioco di cui non sappiamo l’esito e lo svolgersi, e come ne usciremo? Uniti? Separati?
Sono immediatamente dietro te e sento un bisogno urgente di conferme, sia pure tacite, accennate’ Quasi in risposta alla mia muta richiesta ti volti, continuando a salire le scale: anche tu hai i miei stessi pensieri evidentemente’ Uno sguardo’ dura solo pochi secondi’ Per la seconda volta nella serata i nostri occhi parlano per noi e quello che leggiamo l’uno negli occhi dell’altra è: Amore, okay, continuiamo il gioco, perché solo di gioco si tratta’ Mettiamo alla prova il nostro coraggio e la nostra incoscienza perché sappiamo che nulla ci separerà!
Finalmente questa processione profana arriva dinanzi alla porta, apro’ certo non è l’Hilton’ nella stanza c’è una sola sedia’
‘.La sensazione che provo salendo quelle scale è di trionfante potere. Il divertimento che pregustavo è cominciato, altro che chat-cena! Due uomini mi seguono dove io ho deciso di portarli, due uomini che tacitamente hanno accettato il mio gioco’ quello che in cuor loro sperano sia solo un gioco. Sento il mio respiro affrettato, e non è solo lo sforzo di salire le scale’ L’eccitazione che ho coltivato e coccolato giù al bar mi sta prendendo completamente’ Non so bene che accadrà dietro la porta chiusa della stanza mia e di Claudio’ Claudio’ Lo amo, lo amo tanto’ E’ l’uomo della mia vita, ma lo è anche perché con lui posso essere me stessa, sempre. Posso essere dolce e dura, remissiva e determinata, posso essere schiava e padrona, bambina e puttana’ Lui non dubita mai del mio amore, sa che per me lui viene prima di tutto il resto’ Ma sa anche che non può legarmi, che deve lasciarmi libera, anche di seguire i miei istinti, le mie pulsioni, i miei desideri. Mi giro a guardarlo, chissà cosa sta pensando’ So che i miei giochi lo intrigano, so che lo eccitano, ma fino ad ora non eravamo mai arrivati al punto di coinvolgere direttamente altre persone’ Lo guardo e in fondo ai suoi occhi leggo anche un bisogno di conferme’ Sì, amore mio, stiamo giocando, e stiamo giocando insieme’
Apro la porta. La nostra camera è come l’avevamo lasciata’ Il letto sfatto è la testimonianza muta ma eloquente dei nostri giochi pomeridiani. Ci sono un mio reggiseno e un perizoma minuscolo, neri entrambi, che spiccano sul lenzuolo bianco’ Non mi curo certo di riporli o di nasconderli, anzi voglio che Paolo li veda, come voglio che veda il flacone di Olio Johnson stappato che c’è sul comodino’ Chissà se può immaginare a cosa è servito’ Ripensare a come l’ho spalmato sul cazzo di Claudio, a come ha reso setosa la sua pelle e lisce le mie dita che glielo stringevano, glielo accarezzavano, glielo massaggiavano mi procura un brivido di piacere che mi si irradia fino all’inguine.
“Oh, bene, eccoci qua finalmente!” e indirizzo un sorriso luminoso ai miei due ospiti’ Chissà perché in questo momento mi sento davvero una padrona di casa che ha invitato due amici a farle visita’ Perché Claudio, in questo momento, è allo stesso livello di Paolo’ Li ho voluti entrambi io, qui, per giocare con me’ per giocare con loro.
“Amore, ti prego, fai accomodare Paolo’ Io vado in bagno un attimo’ Ho un caldo con questo maglione’!”.
Nel bagno mi tolgo il maglioncino nero che indosso, e la gonna’ Rimango con le autoreggenti e il reggiseno, e sorrido ricordando quando ho passato il perizoma a Claudio, giù al bar. E’ stato divertente vedere la sua espressione imbarazzata mentre cercava di nasconderselo in tasca il più velocemente possibile’ Il barman ha fatto due occhi così, ma erano brillanti di malizia, e la sua espressione era quasi complice.
Mi fermo un attimo davanti allo specchio del bagno’ Mi slaccio il reggiseno e tolgo le calze’ Certo, fa proprio caldo’ La mia pelle è coperta di un leggero velo di sudore, le guance sono arrossate e i capelli arruffati’ Gli occhi sono lucenti, forse è stato quello che ho bevuto, forse è l’eccitazione per quello che potrà accadere tra poco, per quello che accadrà’ Non riesco a prevedere niente, anche se mi sforzo non so ipotizzare quello che succederà’ quello che farò succedere’ So soltanto che ho voglia di sesso, e me lo dico allo specchio’ Le mie labbra si muovono senza che ne esca alcun suono, ma lo dico chiaramente a me stessa “Ho voglia di fare sesso, ho voglia di cazzo, ho voglia di prenderlo ancora e ancora!”.
Sono nuda, come faccio ad uscire dal bagno ora?? Mi affaccio sulla porta, mostrando il viso e un lato del corpo ‘ spalla, braccio, fianco, coscia ‘ completamente nudo’
“Claudio, amore, non è che mi passeresti la tua camicia? Sì, quella che avevi oggi pomeriggio’ Dev’essere lì sulla sedia’ Grazie, tesoro'” e gli mando un bacio mentre afferro la camicia che mi porge. Richiudo la porta ridacchiando tra me’ Claudio ha fatto sedere Paolo sull’unica sedia disponibile, ed entrambi hanno un bicchiere in mano. Quando ho aperto la porta stavano chiacchierando di non so cosa, ma hanno smesso istantaneamente appena mi sono fatta vedere e ora li ho lasciati ammutoliti.
Infilo la camicia di Claudio e’ Ah, il furbacchione! Sapendomi in difficoltà, assieme alla camicia mi ha passato anche il perizoma che aveva nascosto in tasca quando eravamo al bar! Bene, meglio metterlo, non esageriamo’
La camicia di Claudio mi copre abbondantemente mezza coscia, allaccio un paio di bottoni al centro, giusto per tentare di coprire un po’ le tette, e mi rimetto anche le scarpe con il tacco alto che avevo prima’ Bene, è arrivato il momento di tornare dai miei due ospiti’ Sorrido tra me mentre mi chiedo cosa succederà’
‘uffa! Per essere un bancario chiacchiera quanto una lavandaia!!! Parla, parla, parla’ è logorroico e da quando ti sei affacciata sulla porta ho voglia di pensare, riflettere, immaginare’ rispondo a monosillabi’ Paolo parla forse per mascherare l’emozione o forse la tensione’ Dentro di me, invece, una freddezza assoluta’ sorrido, rispondo ma sono freddo, razionale, cosciente e’ Penso’ seduto a terra, la camicia jeans sbottonata fin sullo stomaco per il gran caldo e forse per quel bicchierino in più’ Mi diverto ad osservarlo seduto sulla sua sedia’ in posizione chiaramente di vantaggio almeno viste le nostre posizioni’ Sorrido mentre lo ascolto’ sorrido mentre rispondo’ ma il mio sorriso credo possa somigliare più ad un ghigno che ad una vera apertura mentale’ Lo fisso, ma si vede lontano un miglio che sto pensando ad altro’ ad un giocattolo’ ecco a cosa penso. Ho iniziato da qualche minuto a vederlo come un oggetto, un essere inanimato senza potere decisionale’ un uomo trasformato da te in un giocattolo’ perché, in fondo, ora che ci penso, è così che lo stiamo considerando’ che differenza passa tra un cazzo in lattice di gomma ed il cazzo di un perfetto estraneo che non si incontrerà mai più nella vita? Sara mi ha pregato decine di volte di comprarle un cazzo di gomma per giocarci al fine di stuzzicarmi ed eccitarmi a dismisura’ Beh, ora tesoro ne hai uno a disposizione’ di carne e con in più degli accessori che nei cazzi di gomma non si trovano’ vene pulsanti, calore, gemiti, sospiri, e la possibilità di manipolare i comportamenti e la mente di un uomo’
I tuoi occhi, che ho osservato passandoti la mia camicia, erano lucidi’ non venirmi a dire che era l’alcol! Quando sei brilla ti viene da ridere, parli e dici strafalcioni’ no! Non è l’alcol che ti rende gli occhi lucidi’ sai di avere carta bianca’ sai che mi piace’ sai che siamo in sintonia e per questo’ ti senti in caccia! Hai fiutato la preda ed è come se sentissi l’eccitante odore del suo sangue! Sei eccitata! Immagino la tua bocca secca, il respiro affrettato, uno strano calore all’inguine’
Finora ha sempre parlato Paolo, non ho accennato a nessuna possibilità, a nessuna evenienza e non gli ho dato in alcun modo nessuna speranza’ Mi riscuoto dal mio torpore sentendo la porta aprirsi e i tacchi sul parquet’ sei bella! Una bellezza che solo un’esecuzione magistrale di un brano jazz potrebbe eguagliare! Una miscela esplosiva e sapientemente dosata di sensualità, innocenza, genio e sregolatezza’
“Scusate se vi ho fatto aspettare troppo!” esclami accoccolandoti a fianco a me’ Pieghi le gambe sotto di te con grazia ed eleganza’ non fai vedere nulla ma è peggio che se fossi nuda’ quella camicia che mette in risalto capezzoli da succhiare e che copre sapientemente ciò che è al centro del desiderio’ ti stanno d’incanto!
“Di cosa parlate?” . “Raccontavo a Claudio alcuni aneddoti divertenti del mio lavoro'”
Ma guarda questo! Quei pantaloni tra un po’ gli esploderanno! Mi viene quasi da ridere ma anche i miei jeans sono tesi al massimo e l’adrenalina sta facendomi accelerare il cuore.
“Dai raccontate qualcosa anche a me! Non fatemi aspettare'” poggi la mano sul mio petto’ percepisci il battito affrettato’ sai cosa significa’ sai cosa provo’ una morsa magnifica allo stomaco e una eccitazione mentale più che fisica’ siamo simili, ti conosci’ mi conosci’
“Claudio me ne dai un sorso? Cosa è?”
“Boh! C’era solo questa roba in frigo! Credo sia un semplice analcolico'” porgo il bicchiere alle tue labbra’ si sentono solo i nostri respiri’ tre respiri pesanti’ vagamente affrettati’ eccitati’ La tua lingua esce dalle labbra socchiuse e si immerge nel liquido color crema’ si vede in trasparenza’ ne succhi un po” e sposti la testa’
Con voce bassa e roca esclami “Mmmmm’ buono!” e la lingua raccoglie l’ultima traccia di sapore sulle labbra’ “Ne prendo un po’ per me, ne volete ancora?” ti alzi con grazia e avviandoti verso il frigo forse sculetti un po’ troppo! No! Non esagerare! Sai essere sensuale e provocante anche senza scadere nel banale! Ti abbassi sulle ginocchia per prendere la bottiglia’ brava amore’ vedi? Sai che se ti fossi chinata mostrandoci tutto sarebbe stato squallido e banale’ brava! Si ma’ ora? Come si continua? Che si fa? Tutte domande al momento insolute e a cui dovremmo, anzi dovrai, dare una risposta prima o poi’
Torni ad accoccolarti a fianco a me ed inavvertitamente urti il mio braccio’ Un po’ di liquido cade dal bicchiere sul mio torace: “Scusa amore'” e più veloce di una gatta ti metti carponi badando a non scoprire nulla’ la camicia sale ma rimane comunque pochi centimetri appena sotto il sedere’ accosti il viso al mio petto’. La lingua saetta fuori velocemente’ Cristo! Se fossi stata nuda sarebbe stato meglio! Sei provocante da impazzire e ci riesci senza far vedere altro che un paio di cosce e le tette che ballano dentro la camicia’
La tua lingua inizia a raccogliere il liquido che ormai e’ arrivato sullo stomaco’ Paolo è immobile, teso’. Sembra una statua di sale’ Risali lentamente il mio corpo raccogliendo con la punta della lingua il liquore’ e chiudi la tua lasciva manovra con un bacio’ un bacio languido, morbido, in cui le nostre lingue, per pochi secondi, si vedono giocare rincorrersi ed intrecciare nell’aria’
“Perdonata, amore? Paolo non ti sarai scandalizzato spero! Scusami! Ma non potevo lasciarlo li quel liquore! Nella bottiglia è quasi finito, uffa!” è il continuo altalenare tra un atteggiamento da bimba e un atteggiamento da femmina in calore che mi manda in estasi’ sai giocare’ e lo percepisci’
“No figurati, Sara! Per tanto poco’ non mi sono affatto scandalizzato!”‘ che uomo di mondo! Cazzo! Chissa mai per cosa si scandalizzerà questo maritino in libera uscita! Già, perché quella fede parla chiaro! E’ in libera uscita, sia pure per lavoro, ma a casa ha una mogliettina che lo aspetta! E si atteggia a uomo di mondo!
E infatti ecco il cellulare! Ahahahah’!
“Pronto? Chiara sei tu? Ciao! No guarda siamo ancora a cena con sti colleghi’ ci sentiamo dopo’ Si, ti chiamo tra un’oretta, verso l’una magari’ sarai ancora sveglia? Si? Ciao allora, a dopo!” e rivolto a noi “Che palle sti cellulari!”.
“Mi interessa il discorso di prima. Dicevi che non ti scandalizzi per tanto poco! E per cosa ti scandalizzeresti allora? Sentiamo!” il tuo tono è vagamente aggressivo’ vuoi mettere in imbarazzo il povero Paolo’ stai giocando con lui come il gatto con il topo e io mi sto godendo la scena! O forse, ma non me ne rendo ancora conto sono anche io un topo con cui ti stai divertendo?!?! Sei divina’
‘ Eccoli qui i miei due ospiti, i miei compagni di giochi’. Paolo, la cui eccitazione è quasi palpabile’ Guarda come gli tirano sul davanti i pantaloni, ha uno sguardo quasi imbambolato anche se si atteggia a uomo di mondo’ Quella povera mogliettina a casa, com’è stato naturale quando le ha mentito, con quale disinvoltura ha raccontato di essere con i suoi colleghi’! Povera Chiara, chissà quante balle le sono state rifilate’! Anche se sono sicura che Paolo non si è mai trovato in una situazione del genere’ E Claudio’ Claudio che chiaramente si sta divertendo, ma non è del tutto rilassato, sa che sono imprevedibile, che
il gioco può prendere una piega assolutamente inattesa. Anche lui è eccitato, e la sua eccitazione, i 501 che si tendono sull’inguine, sono per me, come al solito, una potente scarica di adrenalina.
Mi verso nel bicchiere l’ultimo residuo di liquore’ Sa di caramella ma ha un retrogusto amaro’ Bevo gettando indietro la testa, allungando la lingua dentro il bicchiere per raccogliere anche le ultime gocce’ So che con questo gesto la camicia mi si apre davanti e un capezzolo inturgidito fa capolino.
“Oh, Paolo, ma vedo che tu non l’hai assaggiato! Sono stata davvero scortese a finirlo senza offrirtene!’. Ed è un peccato che tu non abbia sentito quant’era buono’ Però forse posso rimediare'”. Infilo il medio dentro il bicchiere, raccogliendo quel che resta sul fondo, e allungo la mano verso la bocca di Paolo’ Sono accovacciata ai suoi piedi, mi allungo facendo aprire ancora di più la camicia sul seno, offrendolo apertamente ai suoi occhi quasi increduli, e gli sfioro le labbra con il dito umido, gliele accarezzo delicatamente’ La bocca di Paolo si socchiude e finalmente la sua lingua mi lecca il dito mentre i suoi occhi diventano due fessure languide’ Paolo ha capito il gioco, ma non deve credere che sia così facile. Ritiro di scatto la mano e lo lascio quasi stordito, mentre mi riaccoccolo a fianco di Claudio’
“Amore, che ne diresti di massaggiarmi un po’ la schiena? Questi tacchi mi hanno quasi ucciso stasera!”. Mi siedo sui talloni, dandogli la schiena, e Claudio ubbidiente comincia a massaggiarmi le spalle con movimenti lenti. Socchiudo gli occhi mugolando di piacere mentre il massaggio diventa più profondo e Claudio, in ginocchio dietro di me, mi bacia sul collo.
Allora interviene Paolo’ “Anche a me piacciono molto i massaggi’ Mi piace farmeli fare, ma mi piace soprattutto farli’ E chi ha provato dice che sono davvero bravo’ Ti andrebbe di fartene fare uno, quando Claudio si fosse stancato?”.
Però! Il ragazzo si fa intraprendente! Giro la testa verso Claudio e socchiudo la bocca per essere baciata, la punta della lingua che fa capolino’ Lui si china verso di me, sfiorandomi la lingua con la sua quasi per mostrare sfacciatamente a Paolo il nostro livello di intimità, di complicità’ Ci baciamo profondamente e a me sfugge un gemito quando la mano di Claudio scompare dentro la mia camicia, accarezzandomi un seno. Ma poi mi stacco da lui e’
“Oh, che bella idea Paolo, mi farebbe piacere provare i tuoi massaggi! Claudio, amore, non ti secca, vero?’ Però credo che starei più comoda distesa sul letto'”. Ora sono accoccolata tra le braccia di Claudio che mi sorregge standomi alle spalle, ho una gamba piegata che appoggia al pavimento la scarpa con il tacco alto, mentre l’altra è allungata nella direzione di Paolo, ancora seduto sulla seggiola.
“‘ Ma non si può stare a letto con le scarpe’!” e sorridendo maliziosamente allungo il piede verso di lui per farmi togliere la scarpa. Paolo è più che disponibile’ Sorride a sua volta fissandomi negli occhi mentre mi sfila la scarpa, e ancora mentre trattiene il mio piede nudo tra le mani… Con due dita mi accarezza lievemente il collo del piede, senza smettere di fissarmi’ Non vedo l’espressione di Claudio’ Stranamente è da un po’ che non dice nulla’ Però posso percepire la sua tensione, e anche una vena di serpeggiante risentimento mentre mi afferra la testa, la rovescia verso di sé e mi bacia con violenza, la lingua quasi impazzita dentro la mia bocca, le mani senza più ritegno sopra i miei seni, mostrando apertamente che io sono sua.
Quando ci stacchiamo i nostri occhi si incontrano’ I suoi sono seri, mi frugano dentro l’anima cercando di capire dove voglio arrivare’ I miei sono allegri, e rassicuranti’ Non andrò da nessuna parte senza di lui.
Sempre fissando Claudio intensamente, mi alzo, scalcio via la scarpa rimasta e, dando le spalle ai due uomini, mi sbottono del tutto la camicia a la lascio scivolare a terra, mentre mi dirigo lentamente verso il letto sfatto. Ho soltanto il perizoma addosso e mi lascio guardare’ Paolo e Claudio stanno zitti, so che mi stanno fissando, e chissà se tra loro si scambiano almeno uno sguardo’ Mi domando cosa provano l’uno nei confronti dell’altro’
Mi distendo sul letto di traverso, prona, e mi giro verso di loro: “Dai Paolo, sto aspettando’!” dico sorridendo. E poi: “Amore mio, ma non hai caldo con quella camicia addosso? Perché non la togli? Come sono ubbidienti tutti e due’! Paolo si toglie le scarpe e sale in ginocchio sul letto, a cavalcioni su di me’ Claudio si toglie la camicia’
“Vieni qui amore, stammi vicino'” e allungo un braccio invitandolo a sedersi per terra vicino a me. Paolo inizia ad accarezzarmi la schiena’ Chiaramente il suo non vuole essere un massaggio, ma qualcosa di molto più intimo, di più insinuante’
Ma deve imparare a stare al suo posto, a non prendere iniziative non richieste, e con voce sferzante gli ordino “Più forte, premi di più sulle vertebre cervicali, così piano non mi serve a nulla!”.
Lui ha un attimo di incertezza, sono sicura che pensava volessi proprio le tenere carezze che mi stava facendo, ma subito si dà da fare ad assecondare i miei capricci. “Bene, così va meglio’. Insisti di più lì in mezzo, okay, bravo'” lo tratto proprio come un professionista a pagamento, con distacco, quasi con freddezza’
Intanto Claudio si è seduto sul pavimento vicino al bordo del letto dove appoggio il mento. Gli sorrido mentre allungo una mano per accarezzargli il viso, indugiando con la punta delle dita sulle labbra, infilandogli un dito in bocca, facendomelo succhiare. Claudio si rasserena’ Vede che Paolo e quello che mi sta facendo sono passati in secondo piano, Paolo non è che uno strumento, un oggetto, una specie di elettrodomestico che una volta avviato ci si dimentica di avere accanto.
Mentre Paolo continua diligentemente i suoi massaggi (“Va bene, così?” , “Sì, bravo’ continua'”) mi lecco due dita, inumidendole abbondantemente di saliva, e sempre fissando Claudio negli occhi inizio ad accarezzargli il torace, sfiorandogli delicatamente i capezzoli induriti’
“Ho voglia di fare sesso con te, amore, ne ho una voglia matta’!” gli sussurro, abbastanza forte da essere udita da Paolo.
“Lo faresti ora, tesoro?” mi chiede Claudio con un mezzo sorriso.
“Ora davanti a Paolo, intendi dire?” e giro la testa verso il massaggiatore che rallenta il ritmo’
I miei occhi sono due fessure brillanti di malizia, ma lo guardo senza sorridere: “Perché no? Prima ha detto che non si scandalizza facilmente’ O sbaglio?”.
Paolo deglutisce e si sforza di inalberare un’espressione disinvolta’ “Non mi è mai capitato prima ma non vedo perché dovrei sentirmi in imbarazzo'”. Tenta addirittura una battuta: “Non penso sarebbe poi molto diverso da un film porno, e ogni uomo che si rispetti ne ha già visto almeno uno!” e sorride un po’ incerto.
Lo traggo apparentemente d’impaccio cambiando bruscamente discorso: “Ti prego, Paolo, ora basta così’ Grazie infinite, mi sento molto meglio'” ma non appena lui si rialza io mi giro sulla schiena, lasciando sporgere la testa oltre il bordo del letto, verso Claudio che è ancora seduto sul pavimento. Voglio essere baciata e attiro il suo viso verso il mio, mentre le sue mani scivolano sulle mie tette, e le dita strizzano i capezzoli turgidi. Gemiti strozzati mi riempiono la gola’ E’ eccitante mostrarmi così a Paolo, un perfetto sconosciuto’
Ma interviene Claudio e, senza smettere di accarezzarmi “Paolo” dice “ho sentito che i massaggi ai piedi sono molto rilassanti’ Perché non ne fai uno a Sara? Poverina, prima diceva che quei tacchi alti l’hanno distrutta'”.
Lui non se lo fa ripetere’ “Però mi tolgo anch’io la camicia, qui dentro fa davvero troppo caldo'”.
Ora sono distesa sul letto, le braccia in alto oltre la testa, Claudio che mi bacia da togliermi il fiato e contemporaneamente mi massaggia le tette, mi accarezza la gola, le ascelle, i fianchi’ e Paolo che si dedica ai miei piedi, accarezzandoli, sfiorandoli delicatamente con le dita, e poi baciandoli dolcemente, e ancora leccandoli’
Sento il loro respiro affrettato, il loro alito caldo sulla pelle’ Due uomini che si dedicano a me, al mio piacere, con un atteggiamento quasi adorante’ Li sento mugolare, sono tutti e due eccitati e questo mi fa impazzire’ Tra le gambe sento un’umidità bollente, contrazioni incontrollabili mi percorrono l’inguine, la fica pulsa al ritmo veloce del mio cuore e mi sembra quasi che il clitoride stia sporgendo dalle grandi labbra, tanto è gonfio e turgido.
Con uno sforzo sovrumano riesco a mormorare: “Ora’ ragazzi’. che ne direste di scambiarvi il posto?”.
Paolo e Claudio si guardano e tra loro serpeggia una muta sfida’ Quasi che io stessi “provandoli” entrambi, mettendoli a confronto’ Mentre si alzano e ognuno prende la posizione che l’altro aveva prima (così disponibili, così ubbidienti’.) io mi tolgo il perizoma fradicio e rimango completamente nuda. Mi accarezzo la fica e come previsto la trovo bollente, grondante’ Allargo le cosce, loro mi stanno guardando incantati, respirando affannosamente’ Chiudo gli occhi, la bocca semiaperta’ “Avvicinatevi, tutti e due'” sussurro.
Mi accarezzo la fica con una mano, con l’altra, affondando le dita dentro, e finalmente le porgo ai miei due compagni di giochi’ dita calde, bagnate di me, da leccare’
Claudio e Paolo afferrano ognuno una delle mie mani e mi leccano le dita, avidamente’
Li guardo con gli occhi socchiusi’ Sembrano animali in calore’ I pantaloni premono sul loro cazzo gonfio.
‘ E così hai saltato il fosso, lo hai fatto saltare ad entrambi’ Quelle che erano solo fantasie, sogni notturni, voli di una fantasia forse esagerata si stanno trasformando repentinamente in realtà’ Mi è stato improvvisamente chiaro nel momento in cui mi hai chiesto di massaggiarti la schiena’ fino a quel fatidico momento era tutto un gioco, una provocazione forse esasperata ma pur sempre limitata al gioco’ E ora’ dovrebbe dispiacermi dividerti con uno sconosciuto? Forse si’ ma quando ti ho visto ancheggiare, sfilarti la camicia ed invitare Paolo a salirti sopra per massaggiarti’ beh, una fortissima stretta allo stomaco e il cazzo che si induriva oltre ogni dire sono stati lampanti segnali che volevo vederti scopata, sbattuta, montata, fottuta sotto i miei occhi con il mio consenso ed il mio aiuto’ e che la cosa non mi procurava fastidi anzi! Non sono più innamorato di te? Assolutamente falso! Non mi attrai più come donna? Semmai è vero il contrario! E allora perché?!
Adesso non voglio rispondere, non voglio pensare’ ho altro a cui dedicarmi’ Mentre reclini leggermente il capo oltre il bordo del letto una furia sessuale mi assale’. Ti bacio’ ti torturo i capezzoli eretti’ vorrei avere mille mani ed altrettante lingue’ Guardo Paolo che fissa tra le tue cosce mentre ti lecca un piede’ mi sembra di leggergli nella testa’ ha voglia’ una voglia trattenuta, esasperata, che a malapena riesce a gestire’ ha voglia di infilartelo dentro fino in fondo e godere di te’ Mi piace tutto ciò’ mi esalta soprattutto perchè so che qualunque cosa accada tra poco tu sei mia e rimarrai tale!
“Avvicinatevi, tutti e due'” sussurri’ Le tue dita sono bagnate di te’ lecchiamo avidamente come cani’ come animali’ “Forza ragazzi’ spogliatevi’ tirate fuori quei cazzi duri’ ma non toccatevi! Dai! Che aspettate?” la frase è decisa, secca, quasi un ordine’ Rapidamente sfiliamo i pantaloni e, come sempre quando ci si ritrova nudi tra uomini, gli occhi di entrambi corrono a guardare il cazzo dell’altro per fare un confronto’ Beh, per fortuna non è Rocco Siffredi, mi rincuoro’ Gli occhi di Paolo rimandano lo stesso sollievo’ Lentamente, e non senza imbarazzo (a nessuno di noi era mai capitata una esperienza del genere), torniamo sul letto’
“Mmmmmm’ ma che bell’assedio! Niente male!” le mani di Sara carezzano delicatamente le gambe dei due uomini che si ritrova a destra e sinistra’ risalgono lentamente verso quei due cazzi che sembrano quasi implorare una carezza’ le corte unghie giocano con la sottile pelle dell’uno e dell’altro’ carezze’ solo carezze’ lunghe carezze’ l’attesa è sfibrante’ Vorrei tanto montarle sopra e scoparla ma il gioco non è in mano mia’ almeno non ora!
“Sara, sei eccezionale” la voce di Paolo, rotta dall’eccitazione, sembra un singhiozzo’
“Dai chicca’ non sopporto più questa attesa’ che dobbiamo fare?” non sto perdendo la pazienza ma la voglia di avere di più che qualche carezza sta diventando insopportabile’.
Drinnnn’. Drinnnn’
“Paolo ma che cazzo fai? Non hai spento il cellulare?” urla furibonda Sara.
“Scusate, ma non potevo! Doveva chiamare mia moglie!” di corsa attraversa la stanza ed afferra il cellulare: “Pronto? Pronto? Si Chiara ciao!”. Fa quasi ridere’ nudo, il cellulare in mano e il cazzo in tiro che fa lo smorfioso con la moglie “Ma no! Macchè disturbi’! Sono appena rientrato ma stavo andando a letto, ho un sonno che muoio'” forse lo sta cazziando per non averla chiamata prima ma quello che prima svettava bellicoso si sta lentamente trasformando in una mozzarella’
“Chicca, non pensi che dovresti sopperire in qualche modo alla sfuriata della mogliettina? Se va giù perdi una grande occasione’!”‘.
Un lampo negli occhi di Sara’ abbiamo la stessa idea’ Si alza e va verso il povero Paolo che non riesce, per quanti sforzi faccia, ad interrompere quella valanga di parole che esce dal cellulare’
‘ Dio che stronza! Ma che accidente le viene in mente di chiamare proprio ora? Dev’essere una di quelle mogli appiccicose, ossessionanti e mezzo isteriche, che devono sempre avere tutto sotto controllo’. specialmente il maritino! Sorrido tra me mentre mi chiedo cosa farebbe se sapesse in che situazione si trova ora il caro marito’ se sapesse cos’ha interrotto con la sua telefonata.
Claudio mi provoca’ Non vorrò lasciar sbollire l’eccitazione di Paolo! Non vorrò permettere che il suo cazzo prima così invitante si trasformi in un arnese flaccido e inutile! In pratica, non vorrò che i miei giochi siano resi vani dalla telefonata di una nevrotica!
Oh, no’! Proprio no!
Paolo continua a balbettare incoerenze alla moglie’ Si è persino voltato faccia al muro, quasi si vergognasse di noi’ O forse si vergogna del suo cazzo ormai inconsistente’
Restituisco lo sguardo malizioso a Claudio, un mezzo sorriso mi aleggia sulle labbra’ Il suo cazzo è ancora turgido’ Mmmmm’.! Mi avvicino decisa, lo afferro con una mano e socchiudo le labbra’ Claudio vede la mia lingua pronta a lambire la cappella gonfia mentre le mie dita stringono e tirano la pelle del suo cazzo fino allo spasimo’
“Dai’ Leccalo’ Dai’!” è imperioso, come sempre’ Ma sono io che comando! Glielo meno un’ultima volta e mi allontano di scatto, alzandomi dal letto. Mi dirigo decisa verso Paolo che sta ancora parlando con la moglie’ Lo sento in difficoltà, non sa come sganciarsi da lei senza insospettirla troppo e, da parte sua, Chiara avverte la sua tensione e lo trattiene al telefono cercando di capire cos’abbia. So che Claudio mi sta guardando, ma lo ignoro. Mi inginocchio e costringo Paolo a girarsi verso di me’ Non cerco il suo sguardo, non m’importa di vedere la sua espressione’ non ora, almeno.
Mi siedo sui talloni abbracciandogli le gambe e allungo il collo per arrivare con la bocca al suo inguine. Non gli toccherò con le mani il cazzo flaccido’ Glielo farò inturgidire di nuovo solo con la mia bocca, con la mia lingua’ Inizio a strofinare le tette sulle sue gambe, divertendomi a sentire la sua voce strozzarsi in gola’ Appena comincio a leccarglielo, reagisce subito’ E mentre apro di più la bocca perché lo infili dentro, finalmente guardo Claudio’ Chissà cosa prova a vedere la sua donna fare un pompino ad un perfetto sconosciuto davanti a lui’ Claudio se lo sta menando’ E’ in piedi, le gambe leggermente divaricate, gli occhi ridotti a due fessure, la bocca semiaperta che lascia sfuggire un gemito, l’espressione dura’ La sua mano va su e giù quasi con violenza, sembra quasi che voglia farsi male’ E’ eccitato da pazzi, vedo che guardarmi accucciata ai piedi di un altro uomo, la bocca piena del suo cazzo, non gli dispiace affatto, anzi’! Il suo cazzo è gonfio e duro, la cappella rossa e lucida’ Spero non intenda venire da solo, non vorrei che un’eccitazione così deliziosa andasse sprecata! Ma ormai anche il cazzo di Paolo ha raggiunto una consistenza decisamente più piacevole’. Ma non smetto di succhiarglielo mentre lui disperato cerca di chiudere la telefonata con una scusa talmente falsa da essere quasi patetica: “Amore, non ti sento più! Pronto!’ Pronto, Chiara, dove sei finita?’ Pronto??’ Chiara, non ti sento’!” e finalmente spegne il suo maledetto cellulare. Lo scaraventa sul tavolino con un’imprecazione e fulmineamente mi afferra la testa spingendomi il cazzo fino in gola. Mi piace essere trattata con violenza, Claudio lo sa’ mi auguro che non intervenga in mia “difesa”!
Ma ora basta! Sono loro ad essere al mio servizio, mica io al loro! Mi divincolo e mi alzo in piedi guardando duramente Paolo: “Non credere di essere qui per divertirti, tesoro! O almeno, per divertirti soltanto tu!”. Lo afferro per i capelli e lo costringo ad inginocchiarsi’ Sempre obbligandolo a stare in ginocchio e tirandolo per i capelli lo trascino verso il letto, dove mi siedo a cosce spalancate davanti a lui: “Leccami la fica! Muoviti!” e rivolta a Claudio “Tu vieni qui! Ho voglia del tuo cazzo in bocca’ Dai!”.
Mi distendo sul letto, le gambe oltre il bordo, aperte, la fica esposta alla lingua di Paolo’ E Claudio a cosce divaricate sopra il mio viso, che mi infila il suo cazzo in bocca e lo spinge con forza: “Guardami negli occhi, puttana!” sibila “Guardami! Voglio scoparti anche il cervello oltre alla bocca!”.
Intanto Paolo mi ha spalancato le cosce alzandomi le ginocchia e mi lecca la fica come un forsennato mugolando come un animale in calore.
Sono eccitatissima’ La fica mi fa male da quanto è turgida e contratta’ Ho voglia di godere, ma non posso far finire tutto così velocemente’
‘ Dio che roba! Ho voglia di spingerlo fin dentro il cervello di Sara’! Vuoi godere? Vuoi sentirti riempita fino agli occhi? Bene, avrai ciò che desideri! C’è tempo ancora e ancora molto da giocare’ Le scopo la bocca grugnendo e penso che forse un cane sarebbe più discreto! Vedere il cazzo di Paolo riprendere vigore, gonfiarsi, farsi duro nella sua bocca’ reso lucido dalla sua saliva’ vederla riempita fino in gola con durezza mi ha reso quasi folle di eccitazione’ Mi volto mentre continuo a infilarglielo in bocca’ Paolo è accucciato, il viso completamente immerso tra le sue cosce, bagnato dei suoi umori’
Una nuova ondata di eccitazione mi arriva al cervello’ mi gira quasi la testa’ “Amore tu vuoi di più vero?” prendendomi il cazzo in mano lo passo lentamente sul viso di Sara “Lo so che vuoi di più, ti conosco bene ormai!”
Interpreto un gemito più forte degli altri come un assenso’ Mi sposto, avvicinandomi con il viso alla testa di Paolo “Bravo ragazzo! Lecca’ Dai, falle sentire la tua lingua’ Ma cosi non basta!’ Aspetta'” Paolo interrompendosi mi guarda perplesso’ blocca, non senza un leggero disappunto, il suo solerte lavoro’ Mentre sento la lingua delicata di Sara ricominciare a stuzzicarmi il cazzo (come se ce ne fosse bisogno) allungo le mani e con le dita allargo per quanto posso la sua fica:
“Ecco ti aiuto io! Continua’ dai! E non smettere fin quando non te lo dice lei!”
Osservo estasiato Paolo riprendere a leccarla’ Da rapide leccate’ rallenta’ cambia ritmo repentinamente’ “Scopatela con la lingua’fagliela sentire’ E infilale un paio di dita dentro’ forza!” la voce sempre più tesa e bassa’ Dio se mi piace!!! Sto dando la mia donna in pasto ad un uomo’ uno sconosciuto’ e questo invece di farmi sta male mi procura piacere’ mi da una strana ed intensa sensazione di potere’ Non ho mai sentito Sara “mia” come in questi momenti’ Sentirla gemere perché un uomo che non sono io le sta lavorando per bene la fica ed essere certo, al tempo stesso, del suo amore mi manda fuori di testa’
Lascio Paolo al suo instancabile lavorio, sicuro che fino a che non riceverà un ordine di Sara continuerà imperterrito’ Mi metto in ginocchio sul materasso ed osservo la scena per alcuni interminabili secondi’ guardo il tutto con occhio clinico, freddo, cinico forse’ scruto i particolari di quanto sta accadendo’ Sara con le cosce spalancate, le dita che pizzicano con forza i capezzoli, la bocca aperta che lascia uscire gemiti di piacere incontenibile’
Mi avvicino al suo orecchio e in un soffio “Dai piccola’ guarda come ti sta lavorando’ guarda!” sollevo la sua testa e vedo che gli occhi sono ormai annebbiati “Ti piace dolcezza? Dimmelo!!! Dillo che ti piace’ e non è finita qui vero?”
La testa si volta lentamente, la sua lingua cerca la mia “Cristo amore’ Mi piace’!”
Voglio esporla di più’ aperta’ come se fosse in vendita’ carne da macello’
“Paolo basta’ fermati’!” vedo il suo viso che si sposta’ una mano ad asciugarsi le labbra’ “Piccola, girati’ mettiti carponi con le ginocchia sul bordo del letto’ ” lentamente Sara esegue tutta la manovra’ sembra quasi stordita’ Mi metto seduto sul bordo al suo fianco’ il braccio destro sopra la sua schiena’ Paolo sempre in ginocchio che respira affannosamente (non si respira bene laggiù, eh? Sorrido dentro di me)’
“Scopatemi’! Fatemi sentire i vostri cazzi a turno’ Dai!” una voce che pare provenire dal profondo della tua anima’ da quella parte che abbiamo sempre sospettato esistere ma che non abbiamo mai scoperto’
“Scoparti? No, amore’ c’è tempo per riempirti la fica, non andare di fretta! Pensa ad abbassare la testa sul materasso piuttosto’ mostrati interamente!” quasi abbracciandole il bacino, prendo le labbra della sua fica tra le dita’ la spalanco di nuovo: “Tu! Riprendi’! Leccala!” Paolo è incantato, probabilmente non ha mai visto una femmina così disinibita’ Allunga il collo, si sistema con dovizia in ginocchio e riprende a leccare la fica di Sara’ Lei ha il culo per aria’ bello, esposto, invitante’ non resisto a passarci la lingua e a farci scivolare un filo di saliva’
‘ Questi due uomini sono davvero perfetti per una notte di giochi’.
Mentre me ne sto con il viso premuto contro il materasso, le unghie ad artigliare il lenzuolo, il culo esposto per aria, Claudio che mi allarga la fica con le mani e Paolo che me la lecca con una dovizia davvero ammirevole, mezza stordita dal piacere incontenibile che provo, riesco a pensare che potrei davvero utilizzarli come voglio, fargli fare quello che voglio’.
Cerco di divincolarmi, certa di avere ancora in mano la situazione, ma’ Claudio fa quello che ha sempre “minacciato”, cioè sottomettermi con la sua forza fisica. Tento di girarmi, di abbassarmi almeno, ma lui mi trattiene: “Tesoro, non vorrai andartene proprio ora!’ Proprio ora che ci stai mostrando questo spettacolo delizioso’!”.
Paolo ha avvertito il cambio di mano, ha capito che ora il comando l’ha preso Claudio e si ferma’
Girando con qualche difficoltà la testa verso di loro vedo che si guardano’ Ed è complicità quella che leggo nei loro occhi, sono due maschi che si alleano’ Che avrà in mente Claudio?? Quasi in risposta alla mia muta domanda, lui mi guarda’ e mi rassereno. Nei suoi occhi, oltre l’eccitazione animale che gli ha invaso la mente, riesco a leggere tutto l’amore che prova per me’ Stiamo solo giocando e con lui sono al sicuro, lo sarò sempre.
“Paolo, ti piace il culo della mia donna, vero? Che ti piace la sua fica l’ho capito da un pezzo’ E allora guarda’ guarda'” Claudio mi lecca il culo, dolcemente, inondandolo di saliva’ Poi sento due dita che me lo accarezzano, che premono leggermente’.
“Paolo, prova a fare lo stesso con la sua fica, dai’! Facciamola sentire piena dappertutto’! So che le piace’ vedrai quanto le piace!'”.
Provo a divincolarmi ancora’ Non voglio veramente scappare’ Fa solo parte del gioco, lo rende solo più eccitante’ Claudio mi trattiene, le sue braccia sono come morse, e mi conviene arrendermi, gemendo’
Queste schermaglie rendono Paolo folle di eccitazione’ Sento le sue dita insinuarsi con forza nella mia fica, spingere violentemente’ Due, tre’ quattro dita che premono per entrare tutte insieme’ Ed è allora che Claudio comincia a fare lo stesso con il mio culo’ Prima solo con un dito’ Mi fa male, ma è talmente eccitante che il piacere fa sbiadire il dolore e mi lascio completamente andare, perdendo quasi il controllo’ Claudio interpreta le mie urla di piacere come un assenso, e riesce ad infilare due dita’ I due uomini hanno trovato un muto accordo, il loro ritmo è alternato’ Paolo mi spinge le dita nella fica e quando le ritrae è Claudio a spingermi le sue nel culo.
La voce di Claudio è tesa e dura, quasi distaccata, mentre mormora: “Senti le sue urla, Paolo? Te l’avevo detto che le piaceva’ la conosco bene’!” e rivolto a me: “Diglielo quanto ti piace! Digli che ti eccita da impazzire essere trattata da troia’ Digli che stai godendo come mai prima!”.
Non credo che potrò resistere ancora per molto’ Il misto di godimento e di sofferenza è esaltante, sono quasi sconvolta dal piacere mentre riesco a sussurrare: “Sì’ Sì, mi piace’! Mi piace da morire’! Non smettete’ No’!”.
Paolo geme e mugola in preda ad un’eccitazione incontenibile, mentre Claudio sembra quasi freddo, ma so che anche lui è eccitatissimo, che anche il suo cazzo è duro e gonfio tanto da parere sul punto di esplodere.
Improvvisamente dice “Basta così’!” e allontana bruscamente Paolo da me. Paolo è chiaramente risentito ma stranamente non si ribella’ Sembra proprio aver accettato il gioco, e aver capito che la sua parte è da comprimario, è la parte dell’oggetto in mano ai due protagonisti.
Io rotolo sulla schiena e rimango riversa sul letto, ansimante, le cosce spalancate, un vago dolore alla fica e al culo e’ nonostante tutto’ la sensazione di non averne ancora avuto abbastanza”.
‘”Non credere di averne avuto abbastanza piccola” la fisso negli occhi “Tu non ne hai abbastanza vero? Rispondi!”. La voce di Sara è ansimante, spossata: “No! Non ne ho abbastanza’ Ho voglia di cazzo, di sentirmelo dentro!’ Non siete capaci di montarmi oltre che leccarmi?”.
Allora la afferro quasi con brutalità alle caviglie trascinandola di nuovo sul bordo del letto e abbassandomi glielo infilo dentro tenendo le sue cosce alte e aperte: “E tu, lì dietro, goditi il tuo film porno!” sogghigno.
Certo lo spettacolo che Paolo ha davanti è dei più eccitanti e meno consueti a cui si possa assistere, immagino: il primo piano del mio cazzo che si fa lentamente strada e spalanca la fica di Sara’ Apro di più le mie gambe per permettergli una visuale migliore’ Mi piace farmi la mia donna, mia e di nessun altro, davanti agli occhi di Paolo’ Spingo lentamente’ voglio che veda i dettagli, la fica che si dilata accogliendo ed aderendo perfettamente al cazzo’ gli umori che lo rendono lucido, viscido’. Vado avanti per un po’ fissando il mio sguardo negli occhi del mio amore’ Leggo le stesse sensazioni, gli stessi pensieri, le stesse emozioni’
Ma rapidamente una furia parossistica sta riprendendo la mia mente’ “Dalle il cazzo in bocca Paolo’ vedrai come lo succhia bene mentre si sente riempire la fica’!”
Neanche termino la frase che Paolo è già con il cazzo all’altezza di quella splendida bocca ansimante’ Allungo una mano per prendere la nuca di Sara’ le sollevo la testa piegandola leggermente di lato e la indirizzo verso quel cazzo voglioso’ Ma subito la mia mano viene sostituita’
“Claudio, ci penso io’ Tu pensa a pompartela, spaccala, aprila’ tanto mi sembra di capire che le piaccia, no?” Azz! Ora anche Paolo pretende di dare ordini? Comunque accetto di buon grado’ Mi appoggio sulle braccia ed inizio a spingere violentemente’ I nostri bacini si scontrano, il rumore che producono quasi sovrasta gli ansiti che riempiono la stanza’ “Tieni’ prendilo tutto’ lo senti? Senti il mio cazzo nello stomaco dolcezza?” le soffio nell’orecchio ed in risposta ricevo soltanto dei gemiti soffocati ed uno sguardo da demonio’
Sì, sarà una gran bella nottata penso, mentre vedo a pochi centimetri dal mio viso il cazzo di Paolo pomparle ritmicamente la bocca’
‘ E’ fantastico, è delizioso’! Due uomini mi stanno pompando dentro il loro cazzo duro e gonfio’ E’ il desiderio di tutte le donne, anche di quelle che non hanno il coraggio di ammetterlo nemmeno con loro stesse’ essere prese con violenza da più uomini, essere trattate da oggetti sessuali, essere riempite in ogni orifizio’ essere scopate da un uomo mentre si fa un pompino ad un altro credo sia il massimo’! Era proprio qui che desideravo arrivare’
Sento che l’orgasmo è vicino’ Ormai è un pezzo che vengo stimolata in ogni modo’ Mi hanno toccata, accarezzata, leccata, penetrata praticamente ovunque’ E ho potuto ascoltarli gemere, ansimare, sospirare, ho potuto guardare i loro cazzi eretti, e i loro visi sconvolti dall’eccitazione’
Con uno sforzo sovrumano di volontà trattengo l’orgasmo, riprendo il controllo di me stessa, e delle mie sensazioni’ So che se sarò abile questa notte durerà ancora a lungo’
Claudio e Paolo stanno entrambi guardandomi in faccia’ L’immagine del cazzo di Paolo che mi scopa la bocca è tremendamente eccitante per tutti e due’ Bene, guardatemi signori’!
Il mio viso si accartoccia, inizio a gemere’ Ma non è il gemito di una donna che sta godendo’
“Amore, che succede??” Claudio si ferma come paralizzato. Paolo non capisce subito, ma appena si rende conto di quello che succede si stacca da me come se avesse presso la scossa.
Mi sto talmente immedesimando nella parte che manca poco che pianga davvero! Claudio mi accoglie tra le braccia, mi bacia teneramente, mi stringe forte, mentre Paolo se ne sta lì come un salame senza saper che fare, desiderando probabilmente poter scomparire all’istante.
Non posso far durare troppo questa messinscena’. Volevo riprendere il controllo della situazione, ma non ho alcuna intenzione che la loro eccitazione vada sprecata!
Un sorrisetto malizioso mi illumina gli occhi che fissano il mio uomo da sotto in su’ Claudio capisce all’istante: “Brutta stronza!” esclama sorridendo “E io che ci avevo creduto!”.
“Ti ho fatto uno scherzetto innocente, amore! Ma ora sarai ricompensato adeguatamente, vedrai’!” e lo abbraccio forte baciandolo profondamente, la mia lingua impazzita dentro la sua bocca’
Il povero Paolo è completamente disorientato’ Sono sicura che si domanda con che razza di pazzi è andato a mescolarsi! Ma sono anche sicura che una situazione come quella che gli permettiamo di sperimentare non gli capiterà mai più nella vita, e che cercherà di approfittarne più possibile. Quindi, se da un lato vorrebbe darsela a gambe, dall’altro è sufficientemente incuriosito e coinvolto da decidere di rimanere, succeda quel che deve succedere.
Per darsi un contegno (tanto ormai il suo cazzo si è afflosciato miseramente) dice: “Mio dio, ho bisogno di bere qualcosa’!” e si avvicina al frigo, da cui toglie una bottiglia di minerale’ Il grand’uomo!
Afferro la mia borsa aperta sul pavimento’ Da una tasca laterale tiro fuori due sciarpe di seta’. Mi avvicino a Claudio, che è ancora seduto sul letto, e lo faccio inginocchiare per terra’ Ha capito cos’ho in mente’ Era una sua fantasia, me l’ha descritta tempo fa e io l’avevo trovata molto eccitante ma non l’avevamo ancora messa in pratica’ Comincio a legargli i polsi dietro la schiena con una delle sciarpe, e intanto mi rivolgo a Paolo, seduto sulla sedia con la bottiglia in mano’ Ha l’aria sfinita, ma mi sembra che il suo interesse sia ancora ben vivo’ “Paolo, ecco un’altra scena del film porno che sembravi disposto a guardare’ Goditela, mi raccomando!”.
Con l’altra sciarpa bendo gli occhi di Claudio’ Mi fa venire in mente il simbolo della Sardegna, i quattro mori bendati, che ho sempre associato a lui con un brivido di eccitazione’
Eccolo, come desiderava’ Nudo, bendato, le mani legate dietro la schiena, seduto sui talloni, le gambe leggermente divaricate e il cazzo in tiro’ Per completare la sua fantasia manca solo l’Olio Johnson, che sta sul comodino e che afferro prontamente.
Le mie mani unte di olio gli massaggiano il cazzo mentre mi godo i suoi sospiri che terminano in piccoli gemiti trattenuti’ “Ti piace, amore? Dimmi che ti piace farti menare il cazzo! Dimmi che ti fa male da quanto ti tira! Dimmi che hai una voglia disperata di godere, di schizzare il tuo sperma bollente! Dai’ Pregami di farti venire! Implorami di farti schizzare!’ Dimmi che nessuna te l’ha mai fatto tirare come me!'” Claudio ha la bocca socchiusa, guaisce come un cane in calore e la mia eccitazione sale a livelli quasi intollerabili’ Il suo cazzo è di marmo sotto le mie dita, la cappella sembra sul punto di esplodere, le vene in rilievo sono cordoni duri, i testicoli gonfi sembrano urlare il loro bisogno di schizzare fuori lo sperma che li riempie. Gli lecco la bocca e subito la sua lingua esce a cercare la mia’
“Oh, che lingua invitante che ha il mio tesoro’! E pensare che finora non l’ho ancora sentita sulla fica’!” mi alzo in piedi e avvicino l’inguine alla sua bocca, aprendomela con le dita perché lui possa leccarmela più agevolmente. “Dai, così’ Leccami, amore’ Leccami, fammi vedere quanto ti piace'”.
Guardo Paolo’ Com’era prevedibile il suo cazzo è di nuovo duro’ Perfetto!
“Paolo’ vediamo se davvero sei un tipo che non si scandalizza’!” e gli faccio segno di avvicinarsi, mentre Claudio continua a lavorarmi la fica’ Ha una tale voglia di scoparmi che non potendolo fare col cazzo (almeno per il momento) sta evidentemente cercando di sopperire con la lingua’
Paolo si avvicina silenziosamente’ e mentre io mi riabbasso a menare il cazzo di Claudio, prende il mio posto, infilandogli fulmineamente il cazzo in bocca. Claudio si blocca, si irrigidisce e istintivamente tenta di ritrarsi ma Paolo si rivela una spalla perfetta, trattenendogli la testa con una mano’
“Amore, una fantasia per uno, no? E poi potrebbe rivelarsi un’esperienza più che piacevole’!”.
E’ stupendo! Sto facendo una sega al mio uomo che contemporaneamente fa un pompino ad un altro! Lo desideravo da tanto, e tutto sommato Paolo è all’altezza della situazione’ E’ un bell’uomo, anche se non con il fascino magnetico di Claudio’
Claudio sembra essersi adattato bene alla cosa’ E’ piuttosto incerto nei movimenti, ovviamente non si sente a suo agio, ma quel che conta è che io possa godere di una scena che tutte le volte che avevo provato ad immaginare non mi aspettavo così eccitante’ Vedo la sua bocca riempirsi ritmicamente del cazzo di Paolo, serrarglielo tra le labbra, e ad un certo punto scorgo anche la lingua che lo lecca’ Si sta impegnando sul serio, sa che lo sto guardando e che mi piace lo spettacolo che mi offre’
“Amore’ Dio mio’ E’ eccitante da morire’!”. Chissà qual è lo stato d’animo di Paolo’ Ma ovviamente, chi se ne frega, non mi devo certamente preoccupare di quello che prova lui’ Lui, il nostro uomo-oggetto, il nostro giocattolo’.
Ho voglia di godere guardando il mio uomo che pompa il cazzo di un altro uomo’
Mi siedo a cosce spalancate sulla sedia e comincio a massaggiarmi la fica’ E’ madida, grondante’ rovente’ Afferro la bottiglia che Paolo aveva abbandonato sul pavimento e me la infilo nella fica continuando a stuzzicarmi il clitoride’ La muovo su e giù, spingendola fino in fondo, mentre le dita sfregano come impazzite’ Dio, che voglia’! Ma perché venire con una misera bottiglia avendo a disposizione ben due uomini eccitati come animali?
Mi costringo a smettere’
‘ Cristo non erano questi i patti” ritrovarmi io a fare un pompino’! La mano di Sara che scivola sul mio cazzo’ Sposto la testa: “Fallo mettere seduto!” ordino sentendomi quasi ridicolo data la situazione di sudditanza in cui mi trovo, ma, non potendo sopportare l’idea che sia tutto in mano ad altri, cerco un misero palliativo e cerco di imporre anche i miei punti di vista’ Sorrido dentro di me mentre immagino i visi sorpresi di tutti e due che non riescono a capire cosa voglia fare.
In effetti all’inizio, quando molto subdolamente Sara mi ha infilato quel coso in bocca ho avuto un moto di disgusto, quasi un conato di vomito’ sentirmi quella carne bollente dentro la bocca mi ha colto all’improvviso ma ora’ ci sto prendendo gusto’ volete vedermi? Godete allora! Le mie manovre non sono certamente all’altezza di una puttana ma non voglio sfigurare’
Mentre questi pensieri mi attraversano la mente Sara ha fatto sistemare Paolo seduto sul bordo del letto e con le mani, delicatamente tenendomi i capelli, mi sta indirizzando di nuovo la bocca verso quel cazzo eretto:
“Wow! Vedo che ti piace molto succhiare il cazzo! Non lo immaginavo dolcezza’ tieni!” e cosi dicendo mi spinge in bocca quell’arnese duro’
Con uno sforzo riesco a liberare la testa: “Troietta’ se devo pomparlo ci penso io!’ Tu, se vuoi, goditi la scena”.
“Sei davvero una puttana amore’ Dai, fammi vedere quanto sei bravo’ Dovrei averti insegnato qualcosa, no?” nonostante il mio invito a farsi da parte Sara però non rinuncia volentieri al suo lavoro, ha comunque, lo sento, voglia di stringere qualcosa di bollente e duro e mentre abbasso il volto bendato su Paolo lei riprende in mano il mio cazzo e comincia a menarlo come se mungesse una vacca’
Succhio, lecco, aspiro e la sua voce nelle orecchie affrettata, sussurra, incita, incoraggia, consiglia: “Bravo, lentamente’.. ora affondalo in gola’ succhialo velocemente’ leccalo’!”.
La voce stentorea di Paolo raggiunge le mie orecchie “Claudio, lo succhi meglio di una donna!!” e di rimando, quasi inviperita, Sara: “Meglio di una donna? Dammelo!” sento la sua mano che mi spinge via la testa’ non vedo nulla ma sento il respiro affannoso a pochi centimetri dal mio viso’ sento succhiare forsennatamente’ “Allora? Chi succhia meglio cosa?” e magicamente la mano di Sara sospinge il mio volto verso Paolo “Ma ora basta! Questo giochetto sta cominciando a stancarmi!”.
Nella mia mente una domanda corre veloce’ e ora cosa inventerà? Io ho voglia di scopare, di godere, ma questa, cos’ha in mente?
Sento le dita di Sara trafficare con la benda’ il lampo improvviso di luce mi rende cieco per qualche secondo’ e l’immagine sconvolgente ma talmente eccitante da tagliarmi il respiro che si presenta ai miei occhi appena riabituati alla luce è quella del cazzo dritto come non mai di Paolo puntato a pochi centimetri dalla fica di Sara che, a gambe larghe lo sovrasta dandogli la schiena, e mi osserva negli occhi tenendomi leggermente sollevata la testa verso di lei’ le mani di Paolo le artigliano i fianchi pronte per guidarla dove lei desidera’ ma ‘ lo desidera?
‘ Lo ammetto’ Guardare Claudio con in bocca il cazzo di Paolo è stata un’esperienza così eccitante da essere quasi sconvolgente’ Non è stato facile smettere di masturbarmi’!
Ma continuo a volere altro, non so nemmeno io cosa’ Mi sento percorsa da una strana frenesia sessuale, da un desiderio selvaggio’ Ho voglia di godere, ma ho la sensazione che posso avere di più’ Perché non provarci?
Paolo è seduto sul bordo del letto e io, in piedi a gambe larghe, gli volgo le spalle’ Il suo cazzo è in tiro come non mai, le sue mani sui miei fianchi vorrebbero guidarmi verso il suo inguine per impalarmi con violenza, fino in fondo’ In un lampo mi rendo conto che ne ho voglia’ ho voglia del suo cazzo nella fica, ho voglia di sentirmi nuovamente riempita da un uomo’
Claudio è davanti a me, in piedi, le mani ancora legate dietro la schiena’
Gli afferro il cazzo con una mano e con un unico movimento fluido mi siedo sulle gambe di Paolo, lasciandomi scivolare dentro il suo cazzo’ guardando negli occhi Claudio.
Paolo ha un gemito e le sue mani mi stringono i fianchi, imponendomi un movimento su e giù’
Mi chino leggermente in avanti e comincio a leccare il cazzo di Claudio al ritmo delle pompate di Paolo’ lo prendo in bocca, lo succhio delicatamente, gustando le gocce di miele che stillano dalla cappella gonfia’ gli accarezzo i testicoli duri, accarezzando la pelle di seta, tesa fin quasi allo spasimo’
Claudio e Paolo vanno all’unisono’ Lo stesso ritmo, la stessa forza nello spingermi dentro i loro cazzi’
“Amore, quanto sei troia’! E quanto mi piaci quando sei così porca’! Godi’ godi, puttana!” la voce di Claudio è un mormorio carezzevole, mentre Paolo sa esprimere soltanto con guaiti e mugolii il suo godimento.
Mi chiedo cosa voglio, adesso’ Voglio permettere a questi due uomini di venirmi dentro, di schizzare il loro sperma nella mia fica, nella mia bocca?’
No’
Allontano Claudio e mi divincolo dalle mani di Paolo che inutilmente tenta di trattenermi con un’esclamazione di rabbia e di frustrazione’ Lo fulmino con lo sguardo’ “Non permetterti di protestare, tesoro’!” sibilo duramente “Qui sei soltanto un ospite!”.
Mi avvicino a Claudio e sciolgo la sciarpa che ancora gli lega i polsi. Poi lo abbraccio, con tenerezza, con tutto l’amore che ho per lui’ E lui mi ricambia, stringendomi forte e, finalmente, baciandomi appassionatamente’
‘ Un bacio come raramente ce ne siamo scambiati’. Talmente profondo che non si incrociano soltanto le nostre lingue ma anche e soprattutto le nostre anime’ diventiamo e siamo una sola entità’
“Prendiglielo in mano’ fallo venire’ Dai, così ce lo togliamo di torno!” mormoro staccandomi dalla sua bocca’ Sara si gira lentamente’ si mette a lato di Paolo e con pochi veloci, distratti e quasi assenti colpi, fissandomi nello sguardo, lo fa venire’
La furia che fino a poco prima ci assaliva è quasi scemata, ora ho soltanto voglia di lei, di venire dentro di lei e leggo lo stesso desiderio nei suoi occhi’ Mi avvicino e delicatamente la stendo sul letto’ Quasi al rallentatore entro dentro di lei’ Sono al limite’ è al limite’ Abbiamo bisogno di godere l’uno dell’altra’ Il mio bacino si muove ritmicamente’
Paolo ormai soddisfatto carezza con lunghe movenze il corpo di Sara’ Sto quasi per venire, e sento che anche Sara è prossima all’orgasmo’ mi muovo lentamente quasi come le mani di Paolo che percorrono il suo corpo in languide carezze.
All’improvviso la voce di Paolo risuona nella stanza:
“Però, è vero’ Rosa di Velluto ti sta proprio bene’!”
Nel mio cervello saetta un fulmine e realizzo come stiano davvero, come siano andate veramente le cose’
Mentre insieme raggiungiamo un orgasmo come ne abbiamo avuti pochi nella vita, avvinghiati uno all’altra nel corpo e nell’anima, mentre esplodo dentro di lei in un piacere incredibile la scintilla di un pensiero ha il tempo di insinuarsi nella mia mente’
In chat si parlerà moltissimo di VelvetRose.
Qualcosa ho scritto. Principalmente, uso l'eros e il sesso come temi frammisti a narrazioni varie che spesso e volentieri possono…
Ti ringrazio del tuo commento. Ho appena inviato il secondo episodio del racconto spero ti piaccia. Tu hai scritto qualcosa?…
Un racconto scritto bene, continua
Oh, posso immaginare! Devo dire che stai gestendo la chiusura con grande maestria! Attendo il seguito!
Molto bello! Ben scritto, l'inizio descrittivo è dettagliato e poetico, nient'affatto scontato né tantomeno volgare e ottimo anche il proseguo!