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Racconti di Dominazione

Giulia, il suo stage alla polleria

By 23 Aprile 2022No Comments

Lo stage di Giulia in polleria

Dopo la mia pausa ritorno con un nuovo racconto, come sempre tutti i nomi e fatti sono di fantasia, ringrazio tutti i miei lettori che mi hanno scritto, chi mi ha raccontato la propria storia, come avete già letto nei racconti precedenti le mie storie preferite sono quelle che riguardano la dominazione sia maschile che femminile, lo spunto di questo racconto è nato da una mia giovane lettrice che ringrazio… buona lettura

Ciao a tutti, mi presento sono Giulia ho 19 anni sono una studentessa universitaria, la storia che vi racconto risale a un anno fa, era luglio, avevo finito gli studi e cercavo un lavoretto per poter avere qualche soldino in più, sono una ragazza molto minuta, seppur molto bassa ho un bel fisico e una terza di seno, non sono fidanzata, sono una ragazza molto riservata e timida, mi sono sempre concentrata sullo studio e poco al divertimento, avevo risposto ad un annuncio che cercavano una ragazza per uno stage in una polleria, il locale era specializzata nel pollo in tutte le sue specialità, facevamo anche panini, si lavorava tanto con l’ asporto e col domicilio, io locale era aperto dalle 16 alle 21 la sera, io ero l’ unica ragazza che avrei gestito ordini e cassa, oltre a me lavoravano altri 7 ragazzi indiani che gestivano tutta la cucina e la preparazione degli ordini, la proprietaria il primo giorno mi aveva spiegato bene il mio compito e se avessi avuto domande avrai potuto telefonarle, perché loro avevano molti locali e non erano mai presenti, mi consegno il kit con la mia divisa, tre cambi in modo che fosse sempre tutto pulito, tre grembiuli tre paia di leggings e tre canotte tutto nero e con il marchio del locale in bianco sempre visibile, ora che vi ho fatto una panoramica della situazione veniamo alle giornate seguenti:
Il primo giorno mi presentai in orario per iniziare il mio turno , Mi apri la porta sul retro un ragazzo, si presento con il nome di Malren, mi fece entrare e mi mostro il locale spogliatoio, non c’era divisione tra maschie e femmine, ma solo una stanza senza porta dove c’erano alcuni appendiabiti attaccati al muro, due lunghe panchine di legno, da li si accedeva al bagno e alla doccia, c’era solo una finestra che dava sul atrio del palazzo, cosi presi le mie cose e feci per andare in bagno a cambiarmi visto che la stanza non aveva porte, ma subito Marlen mi riprese:
Non è che puoi tenere il bagno occupato per cambiarti, qui siamo come una famiglia e non ci devono essere problemi tra di noi
Rimasi di stucco e non volevo cambiarmi li, ma appena lui usci dalla stanza decisi di farlo per non farlo arrabbiare, mi cambiai molto velocemente con un occhio verso il magazzino, ma quando mi girai notai che c’erano due uomini nell’ atrio del palazzo che sicuramente mi avevano guardata spogliarmi, visto che il vetro non aveva alcuna protezione comincia male pensai, presi posto nella mia postazione, tutti i ragazzi a turno venivano a presentarsi mi abbracciarono e mi detterò dei bacini , mi stringevano un po’ troppo per i miei gusti, c’era molto lavoro e non si stava un attimo fermi, tutti quando mi passavano vicino mi mettevano una mano sui fianchi, io ero infastidita da questo ma non volevo fare una scenata davanti ai clienti, cosi feci finta di niente, loro ne approfittarono e ogni scusa era buona per passare di li e darmi una toccatina, Lal era il più molesto, la sua mano mi afferrava sempre troppo in basso praticamente riusciva molto spesso a toccarmi il sedere, era molto furbo, le prime volte feci un movimento per staccarmi, ma lui lo aveva previsto cosi invece di evitare il contatto agevolavo la sua palpata, la giornata passo cosi, in chiusura andammo tutti a cambiarci, alcuni sì fecero la doccia mi passavano davanti nudi esibendo come trofei i loro membri.
Nei giorni seguenti presero molta confidenza, ormai tutti mi avevano palpata il culo, i più audaci mi avevano anche toccato le tette, in spogliatoio avevo trovato il modo di non dovermi spogliare, come intimo indossavo un pantaloncino e top da palestra, cosi potevo cambiarmi senza mettere niente di più in mostra, ma loro escogitarono un modo per fregarmi, cosi, il giorno seguente mentre mi stavo cambiando mi fecero un gavettone d’acqua, ma questo fu niente, un attimo dopo mi rovesciarono addosso un contenitore pieno di farina, senza neanche il tempo di capire cosa era successo mi ritrovai completamente sporca di un mix di farina e acqua che mi ricopriva completamente, a quel punto scoppiai a piangere, uno di loro finse di difendermi mando via da li tutti gli altri in modo che potessi farmi una doccia tranquilla e rimettermi in condizioni di lavorare, io abboccai completamente, mi diressi verso la doccia che era riparata solo da una tendina, una volta dentro tolsi l’ intimo e lo posizionai sull’ asta che reggeva la tenda insieme ad un piccolo asciugamano che avevo con me, apri la doccia e cominciai ad insaponarmi i capelli, cosa non facile vista la presenza di farina che rendeva tutto appiccicoso, due di loro si erano appostati e si avvicinarono alla doccia, senza farsi sentire, potevano vedere la mia ombra dalla tenda , stettero immobili fino a che videro che stavo facendo scorrere l’ acqua sopra i capelli, e che come immaginavano stavo tenendo gli occhi chiusi, cosi senza farmi accorgere di niente aprirono un po’ la tenda, tanto quando bastava per vedermi nuda che mi insaponavo i capelli, ovviamente erano già pronti e si misero a filmare con il cellulare, io avevo gli occhi chiusi e non mi accorsi di nulla, continuarono in silenzio a filmarmi, uno di loro ebbe la brillante idea di prendere il mio intimo e di farlo cadere sul piatto doccia in modo che si bagnasse e che io pensassi fosse caduto , sempre mantenendo un silenzio totale si allontanarono da li e tornarono in negozio ad informare gli altri delle novità, quando mi asciugai gli occhi mi resi conto che le mie cose erano cadute e si erano completamente inzuppate, disperata mi asciugai in fretta e andai a mettermi la divisa prima che qualcuno mi vedesse, ovviamente senza intimo che era completamente zuppo, non avevo scelta, dovevo lavorare cosi…
Sentivo che mi chiamavano dal negozio, entri e mi dissero di sbrigarmi che c’era la coda, andai in cassa a prendere le ordinazioni, loro se la ridacchiarono era evidente che non portavo nessun intimo i leggings delineavano completamente le mie forme, si potevano chiaramente vedere le labbra della mia patatina e dal top oltre alla scollatura si vedevano chiaramente ì capezzoli che pressavano sulla canotta, in un attimo di tranquillità mentre c’era solo un rider che aspettava il suo ordine, si misero a scherzare con me, incominciavano a farmi il solletico io cercavo di levarmi ma mi presero in due e mi fecero un solletico fortissimo sui fianchi, io non riuscii a resistere e mi piegai in avanti, piegandomi cosi in avanti la canotta si apri notevolmente, davanti a me c’era il rider che dalla sua posizione si stava godendo una bella vista delle mie tette, proprio quello che volevano i miei colleghi che continuarono sempre più forte, dalla mia posizione vedevo l’ apertura della canotta dalla quale le tette si vedevano completamente fino ai capezzoli, non contenti con dei movimenti furbi abbassarono il top tanto basta da far uscire le tette di fuori, a quel punto mi portarono le mani dietro la schiena e mi fecero raddrizzare, io ero rossa in viso e lo diventai ancora di più quando mi accorsi che ora i rider erano tre mi fissavano le tette mentre quei due mi tenevano le mani dietro la schiena, per fortuna dei clienti si stavano avvicinando e mollarono la presa mi risistemai il top e andai a servirli, sentivo il commento dei rider che ridacchiavano alle mie spalle, ero completamente imbambolata e imbarazzata che non riuscivo neanche a fare resistenza e loro ne approfittavano, quando i clienti andarono via loro cominciarono a fare battute sulle mie tette insieme ai rider che si erano goduti la scena, sei una maleducata mi dissero, non hai neanche chiesto se le tette gli sono piaciute hahahahah rise uno, mi si avvicino e con tono più deciso disse dai chiediglielo, dalla mia bocca usci un smettila deficiente , lui si arrabbio mi prese le braccia e le riporto dietro la schiena lui era enorme rispetto a me e qualsiasi resistenza sarebbe stata inutile,
Deficiente a chi mi disse… adesso chiedili se gli sono piaciute le tette, io abbassai lo sguardo dalla vergogna ma lui mi riprese subito e mi obbligo a guardarli negli occhi , diventai paonazza ma avevo paura si arrabbiasse ancora, cosi chiesi ai rider se gli erano piaciute le mie tette, loro ridendo dissero che erano stupende, uno si lascio andare commentando il segno dell’ abbronzatura che stonava.
La giornata giunse finalmente al termine, ci ritrovammo tutti nello spogliatoio, loro si sedettero tutti a cerchio, quello più grosso di tutti mi disse dai cambiati, io che non portavo l’ intimo dissi di scordarselo, ma lui si avvicinò a me e mi disse chiaramente che ho lo facevo da sola o ci pensava lui ed era peggio, mi stava succedendo tutto cosi in fretta che non avevo il tempo di pensare e reagire, mi sentivo completamente in loro controllo, mentre mi alzavo la canotta e la toglievo pensavo a come stavo ubbidendo al loro ordine come se fossi un robot, senza neanche sapere il perché porsi il primo indumento ad Amir, quello che mi aveva dato l’ ordine non tentai neanche di coprirmi le tette, con le mani presi i bordi dei leggings e li abbassai rapidamente, li tolsi e porsi anche questi nelle sue mani, ero li completamente nuda, io non mi radevo spesso, cosi la mia patata era coperta da uno strato di peli, stetti li immobile qualche istante, mentre loro si passavano i miei vestiti e gli annusavano, non lo so perché ma non mi misi i vestiti per uscire , ero in attesa di un loro ordine, in quel momento Amir vide dalla finestra un signore che si stava avvicinando, si alzo di scatto e mi copri da dietro con le mani gli occhi per non farmene accorgere, poi comincio a canticchiare ta ta re ta ta re facendomi danzare con dei movimenti rotatori per non farmi capire dove stavo andando, gli altri capirono le mie intenzioni e aprirono la porta finestra e fecero segno al vecchio di fare silenzio, dopo alcune rotazioni mi fecero fermare davanti alla finestra, il vecchio mi squadrava dalla testa ai piedi , tra i due ci fu un gesto di consenso, lui afferrò con sicurezza le mie tette, io da subito tentai di ritirarmi ma all’orecchio mi ordino di stare ferma e di tenere gli occhi chiusi, Amir tolse le mani che coprivano i miei occhi, e io continuai a tenerli chiusi come mi era stato ordinato, non sapevo chi mi stava toccando, neanche che fossi cosi esposta davanti alla porta finestra aperta, solo dalla presenza del vecchio vicino tra me e il cortile del palazzo, intorno a me i miei colleghi avevano tirato fuori i cellulari e mi stavano filmando , il vecchio palpo per bene le mie tette poi scese ad accarezzarmi il culo, io non capivo chi fosse e sentivo un brivido dentro di me, ben presto il suo tocco si fece più audace, la sua mano si infilo tra le mie gambe nel mentre Amir con un piede me le fece allargare, sentivo la mano carezzarmi il clitoride, una vampata di calore mi avvolse, sentivo che mi stavo bagnando pesantemente, sentivo i miei umori che mi colavano lungo le cosce mentre qualcuno che non sapevo chi fosse mi stava stuzzicando, era come se sapesse dove toccarmi non capivo più niente quando senti una mano tirarmi il capezzolo, il vecchio tiro verso di lui finche non arrivò a baciare le mie labbra, distinto tentai di indietreggiare ma lui strinse forte il capezzolo cosi da farmi male, mi riavvicinai immediatamente e mi lasciai baciare, mi prendeva la lingua con ferocia succhiandola e mordendola, aveva sempre in mano il mio capezzolo che tirava e schiacciava forte quando non tiravo fuori la lingua come voleva lui, intanto con l’ altra mano continuava a giocare nella mia patata infilava le dita e le muoveva con gesti forti e decisi, non capivo più niente, ero schifata dal bacio, mi faceva malissimo al capezzolo e allo stesso tempo mi stava letteralmente facendo impazzire con le sue dita, sembrava conoscesse il mio corpo , ogni volta che stavo per venire si fermava e cambiava punto, non mi dava tregua, stavo per scoppiare, ad un certo punto mi sentii come svenire, qualcuno dietro di me me mi afferrò per non farmi cadere in quel momento un orgasmo fortissimo mi travolse, sentivo chiaramente gli spruzzi uscire dalla mia fighetta, mi sentivo come svuotata quando aprii gli occhi, davanti a me vidi il vecchio ,vicino e cliente, fu uno shock, cercai di riprendermi e di allontanarmi da li, vidi i cellulari puntati su di me, tentai di scappare verso il magazzino, Amir mi prese per un braccio poi mi strinse a lui quasi a consolarmi, mi guardo negli occhi e mi disse: sei stata bravissima, adesso calmati ok, mi stava abbracciando e io nonostante quello che era successo e il fatto che mi trovassi ancora nuda mi sentivo al sicuro, mi tranquillizzai, poi mi girò continuando ad abbracciarmi, istintivamente mi copri con le mani come potevo, adesso vedevo di nuovo tutti gli altri e anche il vecchio mi agitai di nuovo cosi Amir mi accarezzo, devi rilassarti mi disse, ma io ero tesa, sentivo tutti gli sguardi su di me, ma lui mi parlava, con un italiano approssimativo, la sua voce era calma e sicura, riusciva a ipnotizzarmi con le sue parole , nonostante la posizione mi stavo rilassando, lui continuava a farmi i grattini sulla pancia, io coperta solo dalle mie braccia, mi diceva che dovevo lasciarmi andare, io li dissi che non volevo, lui mi disse si che lo vuoi, e che ancora non lo capisci, il tuo corpo invece sa già cosa vuole, mi ricordo dell’ orgasmo avuto poco prima, io mi sentivo succube delle sue parole, sapeva entrare nella mia mente, stavo davvero pensando che aveva ragione lui, e che dovevo lasciarmi andare, mi sentivo meglio, il mio battito riprese ad essere normale, mi girai un attimo a guardare i suoi occhi, lui mi sorrise e mi abbracciò più forte, a quel punto tornai a guardare i presenti , il vecchio che si era seduto, senza che nessuno mi disse niente, spostai il braccio, lasciai i miei seni di nuovo alla vista di tutti, Amir mi diede un bacio sul collo e mi sussurro un brava all’ orecchio, cosi spostai anche l’altra mano e lasciai che tutti potessero ammirare la mia patatina, l’ imbarazzo si mischiava all’ eccitazione, ora Amir si avvicinò al mio orecchio e mi disse cosa fare, mi spostai verso il vecchio, lui si alzo in piedi, presi le sue mani con le mie e pronunciai queste parole: la ringrazio per tutto quello che ha fatto per me, è stato un orgasmo bellissimo, mi avvicinai e gli diedi un bacio…
Continua…

Un ringraziamento particolare alle mie lettrici che mi hanno raccontato le loro storie e ispirato questo racconto,
Se avete storie di dominazione e imbarazzo da raccontare io sono qui, sempre con la massima discrezione,
aspetto i vostri messaggi a
Delodo@outlook.it

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