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Erotici Racconti

Le Vacanze di Natale.

By 10 Febbraio 2023No Comments

L’azienda chiuse per le vacanze natalizie se ne riparlava di riprendere il lavoro dopo la befana avevo tre settimane di riposo.
Dovevo evadere dalla mia routine, mi sentivo asfissiare ero arrivato a dicembre senza aver fatto un giorno di riposo e soprattutto mi dovevo riprendere dalla shock per la fine della relazione con Rodrigo.
Non ne potevo più ormai eravamo due estranei che non si sopportavano quindi prendemmo la decisione di troncare, in quattro e quattr’otto misi lo stretto necessario nei bagagli per iniziare la fase di ricollocamento.
Tutto fu più difficile di quanto pensassi, mi sentivo perso, solo, mi trovai spesso sulla brandina della pensione a piangere disperatamente ma alla fine ce la feci
Ma avevo ho bisogno di una vacanza.
La casa era piena di dépliant turistici, alla fine li raccolsi e via tutti nel sacco della carta e poi al macero, dopodiché mi confidai con Adriana una mia cara amica,
“Adriana ho bisogno di aiuto” mi azzittì subito,“Claudio quante volte ti ho detto vai in vacanza..” “ma dove?… dove?..non so dove andare…cazzo!” “un consiglio? vai sul Monte Áthos…” “ ma…fottiti…tu e i tuoi monasteri ortodossi!…” “ allora un consiglio da amica vai a Dakar… tre settimane a Dakar…” rimango interdetto “Claudio ci sei?…ti mando il tour che ha fatto mio fratello questa estate”” tuo fratello non era un gay che ha troncato una relazione di 6 anni” “peggio la moglie l’ha mollato dopo 28 anni portandosi via i figli e la casa”
Atterrai all’aeroporto di Dakar alle due di notte, mi trascinavo una valigia quattro stagioni un borsone ed un borsello, l’aeroportoera quasi deserto cercai un taxi di quelli ufficiali ma non ne vidi: cominciai ad entrare nella fase che precedeva il panico.
“Dove devi andare bello?” mi chiede in francese un omino piccolo e brutto, ormai sono in panico “NO…NO…Merci!” “Va te faire foutre, connard” “merci..”
Mi sedetti sulla valigia :ero esausto.
“ Dove devi andare?” la voce era calda e rilassata, quasi un sussurro, mi girai e quello che vidi per primo fu il magnifico sorriso di un giovane con indosso solo una canottiera falso Armani e un paio di leggins al ginocchio che gli fasciavano le cosce ed un paio natiche da sballo.
Mi alzai e gli scrissi su un pezzo di carta il nome dell’albergo non avevo ancora finito di scrivere che lui aveva già caricato sulla spalle il borsone trascinando sulle ruote il valigione.
“Stai aspettando qualcuno?” “No!! perchè” “Quanti mesi resti Dakar?” “mesi?! Due settimane!”, si mise a ridere “”che hai da ridere?” “per due settimane tutti questi bagagli? mon dieu tu es fou”.
Mi accompagnò in camera e sbatté i bagagli in un angolo.
“il costo della corsa?” mi guardò facendo spallucce “quello che vuoi”, insistetti “dimmi quanto vuoi?” “250 euro” “ma nemmeno se mi punti la pistola”, rise con quel sorriso che a me piaceva tanto alla fine gliene diedi 50 poi gli dissi “ho bisogno di una guida e di un’autista se tu vuoi parliamone “”Si, posso farlo se ti va bene così” mi porse la bozza con i prezzi “Adesso cominciamo a ragionare, come ti chiami?” “Auguste”.
Portò i bagagli in camera, credevo che si avviasse per uscire invece andò verso il bagno e lasciò la porta aperta, sentivo l’acqua della doccia scorrere.
Rapido disfeci le valigie ma stanco come ero caddi sul letto e fui preso dal dormiveglia; Auguste si distese al mio fianco.
La fragranza del bagno schiuma che si combinava con l’afrore della sua pelle mi: resuscitò dal primo sonno.
Si girò verso di me e cominciò a sbottarmi la camicia me la feci sfilare e sentì le sue dita che mi stringevano i capezzoli,il calore del palmo della sua mano sul mio cuore mi eccitò, i battiti si fecero rapidi, mi attirò a sé, la sua lingua scivolò sulle mie labbra secche: mi sentii completamente donna: non resistetti, eiaculai.
A cavalcioni sul mio petto si chinò verso di me e mi sussurrò nell’orecchio” tutto questo e quello di dopo è un extra”, mi pose sulle mie labbra il glande rosa umido di precum: era bellissimo, aprii la bocca e lo sentii scivolare non fermandosi nonostante i miei primi conati, il suo grasso e floscio pene si spinse sempre più in fondo: mi sentivo soffocare ma non volevo che si fermasse anzi cercai di aiutarlo a penetrarmi più a fondo possibile.
Mi fotteva lentamente, si godeva la mia gola stretta che gli stringeva il pene ormai in erezione; quel abbondante pezzo di carne rigido entrava ed usciva dalla bocca lucido e scivoloso facendomi provare una nuova arrapante sensazione.
Si abbassò su di me per sussurrarmi all’orecchio “troia, sarai la mia magnifica conquista”; fosse vero o no mi piaceva sentirmelo dire, affogavo mi mancava il respiro lacrimavo e strabuzzavo gli occhi, ingoiai il suo sperma abbondante dolciastro e denso.
Il suo corpo lucidato dal sudore era disteso supino al mio fianco: magnifico, guardavo il suo rotolo di carne che invitava mi eccitai ancora, mi masturbai e venni mentre lui dormiva.
Mi svegliai che il sole era già alto da molto tempo, al mio fianco Auguste non c’era ma c’era la sua canottiera ed suo leggins, andai in bagno ne uscii dopo due ore completamente in forma. Auguste? non c’era, andai a fare colazione e chiesi di lui nessuno sapeva niente; feci colazione e tornai in camera.
Auguste era sprofondato nella vasca da bagno coperto di schiuma, “dove sei andato?” “abbiamo una jeep per gli spostamenti “una jeep!?” “Sai cosa è una jeep? ne hai mai sentito parlare?” “quanto costa?” “non preoccuparti -braccine corte- costa meno di quanto pensi, ora vieni a rilassarti in vasca dai!”.
Di botto uscì dalla vasca grondante acqua e schiuma con il cazzo mezzo in tiro i mi prese tra le braccia depositandomi nella vasca piena di acqua a temperatura ambiente starnazzai “ma sei fuori di testa!!!” “hai ragione mia troietta” e rise.
La vasca per quanto larga era stretta per due ma Auguste trovò la soluzione mi mise alla pecorina e senza complimenti o delicatezza mi puntò il rotolo di carne e lo spinse con un colpo secco.
Mi mancò il fiato per gridare ma il dolore fu tremendo, lui imperterrito continuò ad incularmi spingendo con forza “non preoccuparti ti passerà subito, e poi mi piace sentirti guaire come una cagna, lo senti? – muovendosi “ .
Era tutto mestiere ma ci volli credere, il dolore c’era stato quando il suo largo rotolo di carne dai 23/24 cmt mi slargò duramente l’ano ma più mi fotteva più l’amavo, guaivo ancora perché mi fotteva con dura brutalità, i colpi sempre più duri mi affondavano nell’ano, più resistevo e lui più si infoiava alla fine mi rilassai .
Lasciai che abusasse di me, mi feci stuprare con piacere oramai godevo, quando poco prima che venisse cominciò con le sue mani grosse dalla pelle ruvida a giocare afferrando i miei pettorali morbidi come accenni di seno mi portò allo stremo, ci dava dentro come un maschio infoiato “Auguste portami in cielo così…fottimi…””si Claude…piace anche a me… sto provando bella eccitazione”
Quando eiaculò dentro mi sentii come se avessi il culo figato pieno da scoppiare ma poi lo sentii vuoto quando mi ritirò lentamente il suo rotolo.
Rimasi in vasca stremato ma lo sfintere ebbe una contrazione quando lo vidi uscire dalla vasca, ammirai il suo corpo agile e tonico, i suo glutei sodi e compatti appena attraversati da un solco che li divideva perfettamente, quel ciondolo cadente su due turgidi testicoli; pensai con compiacimento che era stato dentro di me e mi aveva lasciato il suo seme.
Augusto parlava seriamente “Claude dobbiamo definire la mia posizione nel nostro momentaneo rapporto: due settimane come guida più come amante con sesso senza limiti hanno un costo dimmi se lo accetti o altrimenti tutto finisce qui”, mi diede un foglietto con la cifra.
La vacanza trascorse meravigliosamente non solo turisticamente ma anche sessualmente, Auguste mi trattava come una cosa sua non mi faceva mancare mai il suo sesso giornaliero, mi fotteva come e quando voleva, mi metteva in più a disposizione di altri come se fossi una puttana vendendomi a terzi, gli posi però un limite: la scelta toccava a me.
I giovani maschi dotati si allupavano per fottere me giovane trentenne biondiccio maschio con quella leggera nuance feminine che non disturbava ma eccitava e come si eccitavano quando resistevo alla loro bramosa libidine.
A me stava bene anzi benissimo finalmente mettevo a nudo e soddisfacevo la mia troiaggine. La notte davo il meglio di me, mi appagava vedere il maschio che dopo avermi dato il suo sperma nel culo o sul corpo usciva dal tucùl con il cazzo non ancora floscio, mi emozionavo quando ancora in una specie di vasca guardavo l’altro che entrava intimidito dal viso incerto che si spogliava. Mi attraeva quella situazione nella quale il mio corpo attizzava quell’uomo facendolo godere
Adriana “che sballo è stato!! . raccontai alla mia amica la mia vacanza senza celare niente e di come Auguste avesse fatto il mio pappone.
Siamo rimasti in ottimi rapporti viene a trovarmi spesso ,durante il soggiorno gli presento i miei amici gay che restano entusiasti delle sue prestazione come io vado abitualmente da lui che da bravo “pappone” mi procura maschi da favola.

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