Skip to main content
TradimentoVoyeur

Riflettere, comprendere, amare e ricominciare.

By 6 Marzo 20232 Comments

Riflettere, comprendere, amare e ricominciare.
Questo racconto è, secondo me, diverso dai soliti. Il tema portante è il tradimento, ma il contorno è da decifrare. Chi mi ha fornito gli input per il racconto deve aver sofferto molto e il suo stimolo a far pubblicare la sua esperienza e dovuto al desiderio di fornire un suggerimento, un aiuto, a chi dovesse trovarsi in una situazione analoga alla sua.

Sono Marco è il mio racconto prende lo spunto da quello che mi è capitato, anzi che ci è capitato, a mia moglie e me circa due anni fa.
Stavo attraversando un periodo difficile per il lavoro ,ma non più complicato di tanti altri periodi, e fra i tanti casini mi sono dovuto recare presso l’ACI di corso Venezia per il bollo della mia nuova auto. Lavoro a ovest di Milano e quando quella mattina mi sono accorto che stavo uscendo dalla “finestra” per pagare il bollo ho deciso che dopo aver risolto le beghe lavorative urgenti sarei andato all’ACI.
Se mi fossi sbrigato avrei potuto pranzare con Laura, mia moglie, che lavora in una via che si infila in piazza Duomo e sarebbe stato comodo incontrarci. Solitamente lei va in pausa pranzo verso le 13.
Non la avvisai non sapendo quanto tempo ci volesse; presso l’ ACI le code sono quotidiane e finii la mia pratica poco dopo le 13 e decisi di non chiamarla. Sarebbe sicuramente stata fuori a pranzo con colleghi e colleghi di cui ogni tanto mi diceva
Mia moglie ed io ci siamo conosciuti in università, secondo anno e stesso corso di laurea, dopo pochi mesi eravamo insieme e ci laureammo nello stesso periodo.
Laura ed io arriviamo da famiglie del sud ed incorporiamo i valori nobili della famiglia del sud. E’ una donna solare, intelligente, responsabile e il suo fisico è da copertina aiutato da due giorni alla settimana in piscina e altri due giorni in palestra.
Io, non posso parlare di me, se sono intelligente o creativo, che siano gli altri a parlare però posso dire che sono un tipo deciso che prima di Laura, come lei ho/abbiamo avuto diversi partners.
Come Laura vado due volte in piscina la settimana, ma ci aggiungo gli allenamenti per il calcio e la partita di fine settimana.
Sono in ottima forma fisica e se Laura mi ha scelto e si è fatta scegliere vuol dire che non sono male
Iniziammo a lavorare quasi da subito in due diverse aziende dello stesso settore ed eravamo soddisfatti del nostro lavoro e dei nostri guadagni. Per farla breve a 27 anni ci sposammo e a 28 Laura rimase incinta di nostra figlia Chiara.
E qui iniziarono le prime difficoltà. Non voglio giustificarmi ne giustificare; faccio una fotografia di quel passato dopo un intenso percorso di riflessione
A 28 anni Laura , lanciata in carriera, perché è una donna intelligente ed in gamba, oltre che molto carina ebbe il suo primo stop . A 29 anni riprese appieno la sua attività e a 30 trascorsi fece un bel gradino di carriera; io l’avevo anticipata e la mia carriera cresceva velocemente.
Un po’ a sorpresa ad inizio 31 anni rimase incinta di Lorenzo.
Non disse nulla ma questo dovette essere un trauma per lei che da poco aveva ripreso possesso della sua vita lavorativa.
Anche allora il mio comportamento non fu esemplare, come anche nel passato ero catturato dalla mia crescita professionale che aveva aumentato in miei impegni. Spesso ero via per lavoro lasciandola sola con i bambini.
Fu un lungo periodo difficile soprattutto per lei.
L’anno dopo riprese il lavoro, ma il treno della carriera, complice i due figli che per mentalità aziendale erano un peso perché distraevano e portavano via tempo per il lavoro ,si era allontanato e procedeva lentamente.
In quel periodo, colpa dei figli, del lavoro, delle preoccupazioni di tutti i giorni , il nostro rapporto quotidiano si incrinò. Eravamo sempre stati complici in tutto, non lo eravamo più . Adesso il nostro feeling era diminuito e non solo il sesso tra noi ne risentì
Si ,non dimenticavo una festa o di portarle spesso i fiori che amava ,ma quel genuino feeling che ci univa si era annebbiato.
Attenzione per me è facile dire queste cose adesso, ma allora non me ne rendevo conto.
Torno a quel giorno, a quel martedì che capovolse la nostra vita.
Incazzato uscii dall’ufficio ACI, dispiaciuto per non aver potuto pranzare con Laura pensando che per fortuna non l’ avevo “bloccata” per nulla.
L’ uscita della ACI è nel grande marciapiede che costeggia Corso Venezia a cui si affiancano più avanti i grandi giardini intitolati a Montanelli in cui sono presenti il museo di storia naturale ed il planetario e dove in inverno vengono fatte le casette di Natale e la pista del ghiaccio.
Esco e mi approssimo velocemente verso porta Venezia dove avrei preso la MM. Io cammino velocemente. Dopo il primo incrocio iniziano i giardini. Al mio arrivo al semaforo scatta il rosso e mi fermai di colpo e guardai avanti quelli che avevano raggiunto il marciapiede opposto.
Seppur da dietro vidi una donna che per abbigliamento, portamento, colore e lunghezza capelli potesse essere mia moglie.
Indossava una gonna chiara leggermente corta al ginocchio ed aveva lunghi capelli color sabbia.
Nel gruppetto era a fianco di un uomo alto più di lei , più o meno come me, me ne accorsi perché stavano parlando in modo sorridente.
Il mio primo pensiero: ma è davvero mia moglie?
Il secondo: cosa fa così lontano dall’ ufficio?
Il terzo: lui chi è?
Mi diede un po’ di fastidio la loro sintonia. C’era allegria nei loro volti mentre si parlavano.
Entrarono nel parco che ha diverse strade; al verde attraversai velocemente e li vidi che erano davanti di una cinquantina di metri. Sempre parlando deviarono per un’altra stradina a fondo chiuso che terminava contro la “massicciata” dei bastioni di porta Venezia .
Conoscevo bene ,per diversi motivi, quei giardini , oltre ad averci portato più volte i nostri figli, quando ero più giovane, ci avevo portato un paio di “fidanzatine” recandomi proprio in quella zona. Era il posto ideale per le mamme perché essendo la “zona” chiusa non vi passavano le biciclette ed era il posto ideale per le coppiette che in altro orario potevano restare appartate dovendo “curare” solo da una parte l’eventuale arrivo di indesiderati. Vi erano, alternate per lato, alcune panchine che avevano alle spalle tanti grossi cespugli intorno che contribuivano a “nascondere” le coppiette alla ricerca di un po’ di intimità. Si ogni tanto qualcuno ci passava ma era raro poiché era fuori dai percorsi principali e faceva allungare e passare sui prati chi volesse attraversare il parco.
Ho uno strano ricordo di quel posto. Stavo limonando con la mia ragazza di quel momento quando mi accorsi che un uomo ci stava spiando seminascosto tra i cespugli. Mi ricordo che dissi a lei: ci stanno spiando; fui sorpreso quando lei mi disse: lascialo guardare, se piace a lui…
Ero giovane e non feci caso alla sua affermazione, oggi qualche domanda su lei me la porrei.
Si sedettero su una panchina laterale ai bastioni con alle spalle i cespugli. Era il punto ideale per non farsi notare.
Se posso dare una caratteristica di me è la freddezza mentale nei momenti di difficoltà che mi permette di non farmi schiacciare dall’emozione e di agire con la massima razionalità rimandando ad un momento successivo tutte le emozioni perché anch’io sono un uomo e non un robot.
A sostegno di questa affermazione una vicenda che mi capitò non in ambito lavorativo.
Ero in auto con una amica intima , stavamo tornando a casa da una giornata di ski, quando in una buia galleria notai poco avanti delle macchine ammassate . Reagii prontamente, ma al freno la macchina sbandò e prese a ruotare su stessa. L’asfalto era ricoperto da una lastra di ghiaccio non visibile e ciò aveva provocato un grosso incidente. Bloccai il volante, la macchina ruotò ancora una volta prima di sbattere di fianco la galleria e poi fermarsi contro un’altra macchina. Era il caos , ma per fortuna la mia amica ed io non avevamo riportato danni fisici.
Scesi dall’auto, andai alla sua portiera e l’aprii. Era rannicchiata, spaventata. La presi per un braccio e la portai fuori dalla galleria cercando il passaggio tra le altre auto incidentate stando attento che le macchine che arrivavano dall’altro senso non ci colpissero. Per fortuna non era una lunga galleria. Usciti le feci scavalcare il guardrail e poi la raggiunsi.
Eravamo salvi .Con il senno del poi avrei potuto dirmi bravo ( anche fortunato); ero stato freddo e razionale in un momento di grande pericolo. Ma sapete cosa mi successe un paio di minuti dopo il salvataggio?
Cominciai a tremare. Le mie gambe e le mie mani avevano la tremarella , sembrava una scena da film comico , ma era la realtà. Per fortuna quei sintomi durarono solo alcuni minuti poi cessarono. Mi ricordarono che sono anch’io un uomo.
Dal punto di vista psicologico quel giorno fu come allora.
Freddo , attento, razionale. Cosa avrebbero fatto?
Qualcuno può chiedersi perché non intervenni subito?
Facile la risposta. Se vi fosse stato qualcosa tra loro anche mostrando la mia presenza fin da subito avrei facilmente solo rimandato il problema; invece se non vi fosse stato nulla la mia interruzione sarebbe stata mal giudicata da mia moglie.
Indi mi avvinai; ero dietro ad un folto grosso cespuglio a non più di 3- 4 metri da loro.
Memore della mia antica esperienza rimasi ben coperto guardando per quanto possibile cosa facessero e sforzandomi di sentire i loro discorsi anche se le parole non mi giungevano sempre chiare
Erano vicino e parlavano un po’ di tutto , soprattutto di cose che riguardavano il loro lavoro e ciò mi fece intendere che lavorassero nella stessa azienda.
Mia moglie era serena ed allegra, la vidi persino ridere; era tanto che non la vedevo così spensierata.
Avevano estratto dei panini da un sacchetto di carta e parlando mangiavano.
Guardai l’orologio. Per tornare per tempo al lavoro entro pochi minuti lei doveva rientrare.
Avevano finito i panini e lei disse : dobbiamo andare.
Lui la guardò come se quella considerazione gli avesse fatto scattare una scintilla , si avvicinò a lei e le mise una mano dietro la testa. Le diede un bacio che diventò lungo perché la mano impedì a mia moglie di tirarsi indietro.
Quando lei riuscì a spostarsi gli disse: non dovevi farlo; lo sai che siamo sposati; ma il tono non era da arrabbiata.
Lui: lo so che siamo sposati, ma non riesco a starti lontano e a non pensarti
Avvicinò nuovamente il capo a quello di mia moglie che non arretrò; le mise la mano intorno al collo avvicinandola a lui; questa volta non vi fu resistenza.
Limonarono come adolescenti arrapati per alcuni minuti.
Io registravo freddamente con i miei occhi quanto avveniva.
Per fortuna mia moglie si riprese, si staccò da lui e si alzò e vidi bene che il suo volto esprimeva gioia. Non disse nulla del bacio , disse: dobbiamo andare, è tardi.
Lui: hai ragione. Rifecero il percorso inverso e li seguiì.
Non si toccavano; si parlavano come nulla fosse successo, ma con la stessa allegra animosità dell’andata. Li seguii a distanza e non notai altri gesti affettuosi.
In San Babila lui si fermò mentre lei continuò la strada per l’ufficio. Lui attese qualche minuto e poi riprese il cammino. Entrò nello steso portone ove era l’azienda di mia moglie. Erano colleghi.
Tornai in ufficio e a fatica feci quello che dovevo fare, ma la mente era altrove.
Pensavo a lei, a quello che avevo visto ,a me.
Mi dicevo : forse era stato un momento che non si ripeterà.
Quella sera guardavo mia moglie con occhi diversi chiedendomi se davvero la donna che amavo e che sempre ha dimostrato di amarmi, quella fantastica donna oltre che mamma amorevole, potesse tradire.
Lei pareva serena e tranquilla. Fece da mangiare, accudì i bimbi come al solito e parlammo delle solite cose.
Parlando le buttai lì che quel mezzogiorno avevo mangiato con colleghi e chiesi cosa avesse fatto lei.
Mi disse che aveva pranzato con i soliti colleghi mangiando una piadina. Pareva tranquilla, ma io che la conoscevo bene potei vedere un’ombra nei suoi bellissimi occhi.
Sperai fosse stato un momento di pazzia che non si sarebbe ripetuto. Può capitare.
Se a qualcuno non sia mai successo un attimo di follia alzi la mano.
Repressi le mie emozioni ed il mio istinto di sbandierare quanto avevo visto.
La sera passò e quella notte attesi che fosse a letto e contrariamente all’usualità volli fare l’amore . Se fosse stupita del mio approccio non ebbi a vederlo , ma partecipò con piacere. Facemmo le solite cose che le piacciono molto e che piacciono anche a me, Una mezzoretta e apparentemente stavamo dormendo.
Al mattino lei andò al lavoro mentre io come al solito portai i bimbi dai nonni prima di andare al mio ufficio.
In ufficio ruminavo e pensavo a lei e a me.
Lei era stata sempre solare e a pensarci negli ultimi tempi quell’allegria non la vedevo più . Era spesso pensierosa anche se non si è mai distratta dai suoi doveri e all’interesse ai figli e me. Percepivo a pelle che qualcosa non andasse ma pensavo che fosse qualcosa di passeggero che si sarebbe risolto da solo.
Ripensando alla precedente notte riflettei che fare l’amore con lei era stato per me soprattutto un gesto di rivendicazione del suo possesso. Non che non mi fosse piaciuto, anzi, ma la motivazione non arrivava dal cuore.
Dovevo fare qualcosa e intanto decisi se avessi potuto verificare che quanto accaduto si ripetesse.
Già alle 12 ero in un punto defilato che curavo l’uscita di dove lavoravano mia moglie e quello che chiamerò lui.
Puntuale alle 13 vidi lui uscire ed andare verso piazza San Babila; due minuti dopo uscì lei. Si ricongiunsero in Corso Venezia all’altezza dell’Aci. Era stato proprio una casualità che il giorno prima li vedessi insieme.
Era lampante, vedendoli come si rapportassero, che fossero felici di stare insieme.
Proseguirono ed entrarono nei giardini per poi andarsi a sedere nello stesso punto giorno; nel tratto dei giardini le loro mani ogni tanto si toccavano come se fosse un tocco casuale, ma secondo me di casuale non c’era nulla.
Anche io arrivai nel punto del giorno prima, solo che questa volta avevo il mio cell in mano in funzione video
Questa volta non mangiarono panini. Dopo essersi seduti si guardarono intorno per sincerarsi non vi fosse alcuno poi presero a baciarsi come non avessero interrotto il bacio di ieri.
Devo fare una confessione sapevo o meglio immaginavo cosa sarebbe avvenuto; sino all’ultimo minuto non ne avevo la certezza, ma c’erano tutti i presupposti.
Questa non è una confessione da scrittore di racconti erotici è una realtà. La descrivo per poter chiarire i miei ed i suoi pensieri e comportamenti a venire. Conosco la password del cell di mia moglie, alcuni anni prima me l’aveva detta per una cosa che dovevo urgentemente fare con il suo telefono perché lei tecnologicamente è molto scarsa. Si era impallato il programma del cell, ho dovuto spegnerlo ed è uscita la richiesta di password . glielo chiesta e lei non ha potuto o non le interessava nasconderla e me l’ha detta. Non l’avevo mai dimenticata anche se non l’ avevo mai più usata.
Sperai non l’avesse cambiata; immaginavo che sarebbe stato complicato per lei.
Tutte le sere prima di andare a letto facciamo la doccia, solitamente lei è la prima e pone il telefono in ricarica sul suo comodino
Quella sera non appena sentii lo scrosciare dell’acqua presi il suo telefono inserii la password ed andai prima sui messaggi. Quel giorno solo messaggi di telefonate fatte o ricevute, ma che non potevano dirmi nulla. Poi andai su wats up.
Non erano molti , saranno stati al max una decina; ci stava. Esclusi quelli che portavano nominativi conosciuti: mamma, family, big family, Roberto, Anna e altri vidi due nomi sconosciuti : uno femminile ed uno maschile.
Bisogna essere contorti per mettere nomi falsi o sesso diverso nella propria rubrica e a questo penso ci si possa arrivare solo se hai una determinata indole o se fai certe cose, ma nella normalità riporti il nome corretto. Il nome era Federico; aprii e vi erano un po’ di wats up in entrata e in uscita.
Il primo arrivava da lui: è stato un pranzo fantastico. Grazie
Lei: è piaciuto anche a me
Lui : potremmo ripeterlo?
Lei: perché no?
Lui : domani stessa ora e posto?
Lei : si
Vidi che quei pochi wats up erano stati inviati appena erano rientrati in azienda, poi nulla
Conosco abbastanza, attraverso mia moglie, quell’ azienda. Sono circa trecento dipendenti su cinque piani che svolgono attività diverse tra loro. Per sentirsi e mettersi d’accordo in quel modo significava che durante la giornata avessero difficoltà ad incontrarsi o a sentirsi telefonicamente.
Rimasi il telefono nella posizione originaria con molto anticipo prima che Laura uscisse dal bagno.
Quella notte anche se avevo fatto l’amore faticai a dormire; immaginate perché.
A differenza di ieri tra loro c’era più ardore e convinzione in quei baci Furono lunghe “limonate” e strette di corpi con utilizzo di braccia e mano. Interrompevano per riprendere un pò di fiato e anche per sincerarsi che nessuno li vedesse perfettamente. Da lontano potevi intuire cosa facessero ma non potevi esserne sicuro
Ebbero diverse interruzioni e nel durante chiacchieravano felici ed eccitati come degli adolescenti al primo amore.
Io intanto avevo fatto numerosi piccoli video dei loro scambi di lingua. Data la posizione potevo riprendere solo le loro teste , ma era sufficiente
Lui guardò l’orologio: abbiamo ancora 10 minuti e dobbiamo rientrare e la strinse e dal movimento del braccio osò. Vidi il braccio alto e sicuramente la sua mano era sulla camicetta di lei e le stringeva e/o toccava il seno . Notai dall’espressione del viso la partecipazione di mia moglie; poi lo stesso braccio si mosse e immaginai che la mano fosse entrata sotto la camicetta per toccare direttamente le sue tette. Questo palpeggiare durò un po’ poi vidi il braccio spostarsi ed intravidi la mano cadere in basso.
Mia moglie disse: cosa fai ? No, potrebbero vederci.
Lui guardò verso la stradina, lo stesso fece mia moglie: non c’è nessuno
Disse lui: solo un attimo ,voglio sentire.
Dalla immediata reazione vocale di lei e dopo pochissimo del corpo e viso avrei potuto scommettere che la sua mano si fosse infilata dall’alto nella gonna e fosse arrivata dove una moglie fedele non l’avrebbe mai fatta arrivare.
Mia moglie alzò il capo al cielo. Le stava piacendo quello che lui faceva. Non fu un solo tocco, durò molto di più poi si staccò un po’ da lei. Lui aveva alzato il busto dritto e udii distintamente: non ne posso più. Guarda.
Diede un rapido sguardo in giro e lo vidi abbassare ambedue le braccia.
Compresi.
Molto facile per noi maschi portare allo scoperto il pene anche in situazioni difficili e poi lì si era sufficientemente coperti e la possibilità di coprilo se arrivasse qualcuno sarebbe stata semplice; più difficile è avere su una panchina una gonna sollevata ed una passera all’aperto.
La tirò a se.
Lei: sei matto.
Lui: dai non c’è nessuno; solo un po’.
Fu mia moglie questa volta a guardarsi intorno e poi rassicurata a girarsi lui. La sua mano destra doveva averlo preso e lo stava masturbando mentre continuavano a baciarsi. Per lui doveva essere una grande libidine.
Durarono poco poi mia moglie staccò le labbra, ma non spostò il braccio e disse: dobbiamo andare?
Lui si un attimo ancora e poi a sorpresa con sguardo implorante :gli dai un bacio per favore? Solo uno.
Mia moglie lo guardò come stranita dalla richiesta. Girò ancora il capo per assicurarsi della solitudine e con mia enorme, immenso ,stupore scese il capo e sicuramente glielo baciò. Io non potei vedere; la schiena della panchina e il corpo di lui mi impedivano la vista, ma andò sicuramente cosi.
Fu talmente veloce il piegamento su lui che non penso sia stato l’inizio di un pompino ; penso più che le sue labbra si siano poggiate per un tempo brevissimo sulla sommità del glande.
Sollevò il capo e si guardarono negli occhi. Erano davvero adolescenti in subbuglio ormonale.
Lui : dammi la lingua, fammela vedere.
Lei tirò fuori la lingua e sembrarono bambini impegnati in un gioco. Lui tirò fuori la sua e le lingue si toccarono all’aperto.
In tutto questo mi accorsi che il braccio di mia moglie era ancora sul grembo di lui. Gli stava ancora tenendo il cazzo in mano
Lui : me lo baceresti con la lingua?
Mai un obbligo, sempre la ricerca della condivisione.
Lo guardò come se ci pensasse poi si chinò sul suo grembo. Si fermò qualche secondo di troppo. Non era stata una solo leccata.
Poi si sollevò, aveva il viso ridente ed anche lui era nella stessa situazione.
Sorridendo si ricomposero. Si alzarono e rientrarono all’ufficio. Li seguii . Si replicò il precedente giorno, e come all’andata se qualcosa era cambiato rispetto il precedente giorno era che le loro mani ogni tanto si toccavano come se fosse un tocco casuale e questo continuò fino a piazza San Babila.
Erano allegri e complici.
In ufficio ripensai e ricominciai a farmi delle domande su me e mia moglie conoscendola come la conoscevo.
Cosa ho fatto di male? Cosa ho sbagliato? Cosa gli dà lui che io non le dò? Cosa sta passando per la sua testa?
Per quanto riguarda i quesiti che riguardano lei avrei potuto avere risposta solo chiedendo a lei; avrei dovuto trovare la giusta occasione.
Per quanto riguarda i miei feci un autoriflessione generale e in particolare.
Fisicamente sono a posto, il lavoro mi occupa molto ma sono soddisfatto e non mi lamento dei guadagni.
Ho molti amici e sono rispettato
Sono felice della mia famiglia . Il sesso che faccio con mia moglie mi piace e mi sento ampiamente soddisfatto.
Se vogliamo vedere qualcosa della mia personalità
Ho una mente analitica che mi ha permesso di eccellere nel mio lavoro dove sono il responsabile della compliance di un “gruppo” internazionale molto noto: processi organizzativi e numeri sono il mio zucchero di vita.
Sono corretto e schietto nei rapporti interpersonali. Sufficientemente interessato al mondo che ci circonda.
Raramente mi lascio andare all’emozione ,ma ciò fa parte della mia formazione.
Forse un po’ rigido nel pensiero.
Sono un metodico, metto tutto in ordine al solito posto e di conseguenza ad essere spesso ripetitivo.
Sembro un freddo programmatore? No , sono un razionale capace di discernere il bene dal male e se necessario capace di intervenire per modificare una cattiva situazione o almeno pensavo di esserne capace.
Il sesso con mia moglie va bene, certo nel tempo la passione si è un po’ affievolita, ma penso che ciò sia normale dopo anni di convivenza, figli e lavoro.
Di solito facciamo l’amore al venerdì o sabato sera dopo che i bimbi sono a letto, raramente due o più volte la settimana.,
Alla sera a casa tutto normale: i bimbi, la cena, lei . Nel durante le chiesi come fosse andata la giornata. Lei: come vuoi sia andata? Al solito. Fu un po’ brusca e non mi pareva felice. Lasciai perdere.
Nel pomeriggio avevo pensato che dovevo iniziare a fare qualcosa per lei per sottrarla a quello che potesse essere una depressione che avrebbe potuto avere brutte conseguenze per la famiglia.
Finalmente i bimbi erano a letto
La feci sedere un attimo vicino a me che guardavo la tv. Mi guardò sospettosa. Ma sorrise quando le proposi un week end al mare solo per noi due ; i bimbi li avrebbero potuto tenere i nonni.
Vidi un luccichio nei suoi occhi ed un sorriso: si facciamolo ,mi piacerebbe molto.
Un pò di tv per me mentre lei resettava casa ed infine io a letto e lei in doccia. E come la sera prima guardai il cell ;adesso sapevo cosa cercare
Lui: riusciamo a stare insieme domani sera dopo l’ufficio?
Lei: è difficile, i ragazzi devono mangiare , cosa dico a mio marito? E poi rientrerei troppo tardi
Lui: di che hai una riunione che finisce tardi, non sarà la prima volta che ti succede, poi ti posso accompagnare in auto a un mezzo vicino casa che rientri in fretta
Lei: non so fammi pensare
Lui: ci spero tanto
Lei, oltre un’ora dopo: ok
Lui, subito: alle 5 appena esci gira nella prima via a destra c’è un garage; esco prima di te e ti aspetto all’ingresso.
I primi messaggi sono di poco dopo che sono rientrati in ufficio, si vede che quando sono insieme pensano solo al presente
Il giorno dopo sicuramente non si sarebbero visti a pranzo altrimenti perché mettersi d’accordo prima? Oppure più realisticamente dovevano organizzarsi per le rispettive famiglie e ciò poteva essere fatto solo sapendo in anticipo cosa sarebbe avvenuto il giorno dopo, o no?
Rimasi a posto il cell nella speranza che la mia proposta avrebbe fatto saltare quel pericoloso programma.
Quella sera non ebbi proprio alcun stimolo a coccolarla e le girai le spalle fingendo un sonno che non arrivò.
Comunque il giorno successivo nell’ora di pranzo rimasi nel mio ufficio per portarmi avanti nel lavoro
Dal numero di cell e dal nome e città ,quella mattina , ero riuscito a risalire al profilo FB di Federico. Chi non ha oggi un profilo FB? Solo i molto anziani. Potevo essere così sfigato che lui non l’avesse? No, non fui sfigato; lo aveva.
Che bella famigliola. Una bella moglie e due figli piccoli come i nostri.
E quante “serenate” e foto erano dedicate alla moglie e ai figli ed alla famiglia. Pareva un marito e padre perfetto e innamorato.
Figlio di puttana e puttana anche lei.
Già la sera prima a tavola ,prima della mia proposta, mi aveva detto che la sera dopo sarebbe rientrata più tardi che aveva una riunione che iniziava tardi
Le dissi :non preoccuparti ,prendo i ragazzi ,li porto a casa e se vuoi inizio a far qualcosa da mangiare anche per loro prima che arrivi.
Lei : va bene , comunque sai che come le altre volte al massimo per le 8 sono a casa.
Si sarebbero visti? Dove sarebbero andati ?
Nel dubbio pensai a come organizzarmi
Al mattino salutai mia moglie, non ebbi la forza di darle il consueto veloce bacio sulle labbra. Non vi fece caso, altrimenti, forse, avrebbe potuto riflettere su qualcosa.
Portai i bimbi a casa dei nonni ed andai al lavorare con il mio storico vespino che tenevo presso il garage dei miei e che utilizzavo quando dovevo fare delle commissioni in città; lasciavo l’auto in garage e prendevo il vespino.
Lo parcheggiai davanti il mio ufficio .
Dopo pranzo le mandai un wats up: riunione confermata?
Lei: purtroppo si.
Alle 16.15 ero defilato, che “curavo” l’uscita del loro ufficio; con giubbotto e casco ero irriconoscibile
Aspettai vicino al garage da lui indicato. Alle 16 e 55 arrivò e pensai aspettasse Laura invece entrò . Pensai che per guadagnare tempo fosse andato a prendere l’ auto. Avevo ragione. Dopo pochissimo un Audi bianca è uscita del garage e si è accostata subito al marciapiede e vi era lui al volante. Meglio così, mi aveva semplificato la vita; non sapevo quale auto avesse e avrei potuto perderlo all’uscita del garage.
17.05 mia moglie gira l’angolo prossimo al garage ; lui non appena la vede scende dall’ auto per farsi riconoscere e le fa segno.
Lo raggiunge e sale in auto . Non si baciarono, troppo pericoloso, e si avviarono. Li segui agevolmente stando una o due macchine dietro.
Non descrivo lui in quanto inutile; nel complesso posso dire un bell’uomo.
Come detto da lui stava andando verso una zona non lontana da dove abitiamo noi per poterla farla rientrare a casa più velocemente.
Continuano a parlare in modo animato e partecipe mantenendo le distanze da seduti.
Certo non poteva fermarsi nella via principale
Girò per alcune laterali fino a portarsi in una zona defilata dove c’è durante il giorno un discreto passaggio di auto, ma poca frequenza di pedoni. Non era molto comoda per mia moglie per raggiungere la fermata dell’autobus, ma secondo me l’avrebbe poi accompagnata lui .
Accosta e si inserisce in un posto libero tra due auto. Mi fermo tre auto dietro loro e scendo dal vespino. Mi levo il casco e lo metto nel sottosella e attendo il seguito.
Stanno parlando. Parlano per un bel po’, chissà di cosa?
Poi si abbracciano e limonano. Io mi avvicino con discrezione stando d’angolo alla loro auto per non farmi notare.
Continuano a limonare e nelle interruzioni chiacchierano per lunghi minuti. Poi ricominciano
Vedo del movimento di braccia. Aspetto un pò e mi avvicino ancora
Si baciano e le mani di lui sono intorno le spalle di Laura e la stringe a se; l’ altra mano è nella camicetta che doveva aver già sbottonata e sta giocando con le sue tette. Poi la sua mano esce per scendere. Sparisce alla mia vista. Non vedo ma immagino stia scendendo molto in basso sotto la gonna per poi risalire. Non vedo in basso e sotto la gonna ma vedo le loro bocche unite ;per quello che posso vedere dalla mia la posizione il mio cell riprende, ma vede e riprende solo alto .
Sono troppo presi per guardare dietro. Guardano sicuramente davanti e di fianco al marciapiede , ma di pedoni non se ne vedono.
Appare un pedone si staccano e io mi volgo per sembrare interessato ad attraversare la strada. Il pedone passa senza nemmeno vederli e loro riprendono.
Torno alla mia posizione. Da quello che posso vedere e lui che si sta occupando di lei che ha la camicetta sbottonata e la bocca di lui adesso sta giocando con le sue tette, questo riesco a riprenderlo abbastanza; la testa di lei verso l’alto e la bocca aperta mi fa pensare che la stia scopando con le dita. Purtroppo I loro suoni non mi giungono, ma mia moglie sta sicuramente avendo piacere.
Passarono almeno dieci minuti. Io avevo “chiuso” la ripresa e mi ero tirato un po’ indietro ;non c’era bisogno che rischiassi di farmi vedere. Poi vidi lei calare il capo e quello di lui rialzarsi. L’aveva soddisfatta pensai, adesso tocca a lei soddisfarlo
Tornarono a baciarsi e vidi lui muoversi. Stava aprendo i pantaloni con il gesto già fatto alla panchina che noi uomini , tutti allo stesso modo, facciamo. Non potevo vedere se avesse tirato fuori l’uccello o se l’avrebbe fatto fare a lei.
Sta di fatto che si baciavano e lei era piegato verso lui mentre lo baciava e poi chinò leggermente la testa a guardare in basso. La testa di lui era verso l’alto come prima era lei. Lo stava certamente segando e ripresi a riprendere, ma da dietro poco si poteva riprendere. Lui ed il sedile ostacolavano la ripresa.
Aspettavo il momento propizio e fu quando la testa di mia moglie calando sparì alla mia vista.
Si era di sicuro impossessato del suo uccello ed aveva iniziato a fargli un bel pompino; uno dei tanti che in dieci anni, quasi, aveva fatto a me.
Le mani di lui immaginavo fossero sulla testa di lei e avrebbe potuto avere gli occhi chiusi, come spesso anch’io faccio, per meglio godermi il pompino. Era il mio momento e andai davanti a fianco del finestrino di lui. Adesso vedevo bene. ero poco oltre a un metro dal pompino che gli stava facendo. Un metro da lei che con la testa giù, e quindi senza potermi vedere, gli stava tenendo il cazzo in bocca andando su e giù in un movimento continuo aiutandosi con la mano per tenerlo.
Vedevo la bocca, le sue labbra, allargarsi scendendo sul cazzo poi ristringersi risalendo senza mai farlo uscire dalla bocca. Ammirai freddamente quello scientifico pompino che presto avrebbe sicuramente dato i suoi frutti con conseguente ingoio di sperma. Mia moglie ha sempre bevuto il mio sperma perché avrebbe dovuto fare diversamente con lui?
Dopo il pompino e la fase di rilassamento avrebbero scopato in auto? A favore: il tempo c’era, l’auto era sufficientemente comoda, aveva la gonna ed era sufficiente alzarla. Contro: era ancora giorno e anche se vi erano pochi pedoni era rischioso, per comodità si sarebbero dovuti sedere dietro ( rischio elevato),avrebbero potuto fare le cose comodamente in una camera d’albergo quando io sarei stato via per lavoro(ciò accadeva abbastanza di frequente)
No, magari ci stava un altro ditalino da parte sua ed un pompino da lei; speriamo non vadano a sedersi dietro.
Queste cose che richiedono tempo per essere scritte nella mente impiegano un attimo per dipanarsi.
Avevo ragione ; ho ragione troppe volte e non sempre è un bene. Lui aveva le mani sulla testa di lei e gli occhi chiusi. Ripresi la scena per un bel po’ di secondi e non si accorsero di me, troppo presi. La mente mi girava vorticosamente.
Un conto è guardare tua moglie che ti fa un pompino. E’ un piacere guardare il suo approccio, come lo tiene in mano, come lo prende in bocca, come te lo succhia, come usa la mano. La seconda volta che guardi ti rendi conto che la sua è una tecnica che diventa una abitudine. A me piace che quando sono prossimo a venire la sua mano lasci l’uccello e prenda i testicoli e me li massaggi dolcemente e così vengo felicemente.
Un altro conto è vedere, da una visuale differente, come tua moglie faccia un pompino ad un altro.
La tecnica e più o meno la stessa , ma cogli un differente fervore ed impegno. Registri come la sua mano lo tenga saldo alla base e non lo masturbi ( verrebbe troppo in fretta con meno piacere?). Vedi come la sua bocca lo ingoi e scenda e risalga due o tre volte mantenendo la stessa profondità e poi una volta scenda cercando di catturarne di più per risalire più lentamente dandogli maggiore piacere. Vuoi far provare al tuo novello partner un piacere migliore o diverso dal solito?
Non c’è nulla da fare in ogni nuovo rapporto cerchi di dare il meglio, ciò vale sempre per ogni nuova occasione che ti metta in gioco sia che sia per il lavoro, sia nei rapporti interpersonali, sia nel gioco, sempre.
Avevo visto e pensato a sufficienza. Basta, avevo visto per troppo tempo muoversi le labbra di mia moglie su quel cazzo e per troppo avevo visto quanto il suo impegno le desse godimento. Aveva piacere a prenderlo in bocca e a fargli un pompino.
Dopo vidi che furono circa 30 secondi di registrazione; presi come fossero non si erano accorti di me.
Misi via il cell e con le nocche bussai intensamente sul finestrino facendo un duro rumore. Lui aprì gli occhi girandosi a me con faccia stupita; lei sollevò il capo dal cazzo cercando di capire cosa stesse succedendo.
Lui mi vide. Passò dallo stupito all’incazzato, ma non sapeva chi fossi. Gridò a finestrino chiuso : chi sei? Che cazzo vuoi?
Non poteva uscire dall’ auto con l’uccello fuori.
Gli dissi e feci segno, tirandomi indietro per non spaventarlo, di “scendere” il finestrino. Sento il suo nuovo: che vuoi? E abbassa un po’ il finestrino. Io mi piego senza muovermi da dove sono che potesse vedermi bene in viso e sentirmi altrettanto bene.
Mi sentivo freddo come il ghiaccio, e dissi : da te nulla, ma puoi chiedere per favore a mia moglie cosa devo preparare per la cena dei bambini?
Non me l’ero preparata, ma in quei secondi che precedettero il mio intervento avevo deciso di essere freddo tagliente ed ironico, poi si sarebbe visto..
Quella frase mi usci da sola .
Lui si irrigidì rimanendo in silenzio, aveva ben sentito e forse era stato anche stupito e colpito dalla mia apparente tranquillità; si girò verso lei che sino a pochi istanti prima non aveva potuto vedere chi fossi visto che il mio viso andava oltre il finestrino; ma quando mi piegai anche lei potè vedermi in faccia e sentire le mie parole.
Il mio sguardo si rivolse a lei e dissi: scusa Laura stamattina ti sei dimenticata di dirmi cosa preparare ai ragazzi ; no ,scusa ancora, magari puoi dirmelo dopo. Mi rivolsi a lui: potete continuare e chiusi con un ciao Laura, a dopo.
Mi girai andando verso il vespino. Penso che li agghiacciai. Ero appena partito che sentii le grida di mia moglie :Luca, Luca, aspetta, non andare.
Doveva aver perso qualche secondo per riprendersi e resettarsi. Andai.
Non mi allontanai molto, mi sottrassi alla sua vista girando l’ angolo poi mi fermai e tornai a guardare da lontano cosa stessero facendo. Lui era sceso dall’ auto e la raggiunse.
Non potevo sentire cosa si dicessero ma potevo vedere i comportamenti: mia moglie era disperata e lui cercava inutilmente di calmarla. Poi lui salì in auto e si allontanò mentre mia moglie lentamente si allontanò; penso alla ricerca di un mezzo pubblico o di un taxi.
Andai dai miei genitori, erano le 18,25. Il loro incontro era durato un’oretta. Presi i ragazzi e andai a casa. Adesso la bile e l’emozione mi stava salendo. Ero incazzato nero.
Non era ancora arrivata. Metto a “posto” i ragazzi e vado in cucina. Metto la pentola sul fuoco intanto che apparecchio.
Dieci minuti e sento le chiavi girare per aprire la porta.
Arriva da me, si guarda intorno, i bambini?
Dico: sono in camera loro.
Si avvicina piangente; è distrutta ,disperata. Sarò un coglione, ero incazzato ma mi faceva male vederla cosi
Scusa. Non volevo. Scusa
Io: scusa per cosa?
Per quello che stai facendo con lui? Per il pompino che gli stavi facendo o per quello che avresti fatto dopo? Adesso mangiamo e mettiamo a letto i bambini poi parleremo.
Una delle cene peggiori della mia vita. Come aveva potuto tradirmi?
Sicuramente la loro relazione fisica per quello che avevo visto era iniziata da poco
Continuavo a ripetermi in testa ponendomi le stesse domande. Perché? Cosa ho fatto io di male? Cosa ho sbagliato? Cosa gli dà lui che io non le dò?
La verità? Quella sera non riuscii a parlare con lei. Dopo che i bambini furono a letto senza dirle nulla uscii e feci una lunga passeggiata rientrando a casa dopo l’una.
Lei era a letto sveglia. Aspettò che mi mettessi a letto per abbracciarmi. La scostai. Dissi: non mi toccare, non ho voglia di parlare e le diedi le spalle.
Non dormii, ma finsi di farlo.
La mattina dopo pochissime parole, per poi dirle in modo asciutto mentre andavo con i ragazzi: se non sei impegnata con lui e torni a casa ci vediamo stasera.
A sera arrivò a casa puntuale , voleva parlare e io continuavo a dirgli: adesso no, non sono ancora pronto, quando lo sarò….
Dormivamo nello stesso letto, ma cercavo di tenermi staccato
Arrivò il week end, non andammo via. La situazione era pesante , ma non potevo dimenticare quanto di bello avessimo fatto insieme fino a pochi giorni prima.
Quella notte accettai il suo abbraccio , che continuò in un profondo bacio. Era calda , il suo corpo era tutto dedicato a me. In un attimo fummo nudi . Avevo un desiderio matto di entrare in lei. Ci baciavamo e stringevamo come tanto tempo prima.
Lei disse: facciamo l’amore, ti amo e poi il suo grande errore. Disse: stasera prendimi dietro. Avevo capito bene? Mi stava offrendo quello che mi aveva sempre negato. Ci avevo provato nei primi anni della nostra relazione poi avevo accettato la sua volontà e ci avevo rinunciato e adesso me lo stava offrendo. La cosa avrebbe dovuto ingolosirmi, lusingarmi , farmi felice ed invece fece cadere quella voglia di amore e sesso che avevo.
Uno volta tanto l’emozione mi aveva prevaricato e sbottai , forse urlai. E un suo atto che oggi sono convinto fosse d’amore lo percepii come un affronto
Come? Adesso mi offri il culo per compensare quello che hai fatto? E se non vi avessi visto magari l’avresti offerto a lui come grande dono della vostra relazione? Ma vaffanculo. Mi alzai e andai in cucina.
Sbollii la rabbia davanti la tv.
Rientrai a letto molto più tardi. Era raggomitolata su se stessa e a tratti sentivo i suoi singhiozzi, piangeva.
Nella mia testa il vuoto.
Dopo iniziai a razionalizzare il mio comportamento e pensai che forse non avevo tutte le ragioni; che vedevo le cose solo dal mio particolare punto di vista senza conoscere i suoi perché.
Non fu un processo semplice passarono altri giorni e notti in cui vagavamo nel buio. Non riuscivo a perdonarla. Non capivo perché fosse successo quello che era successo. Non capivo lei.
Ero educato, gentile. Adempivo ai miei doveri di padre e marito ( no sesso) ; ma ero “staccato” da lei.
Dopo una settimana io ero stanco della situazione , ma lei era diventato uno straccio e si stava ammalando, lo vedevo. Mangiava poco, non parlava se non l’indispensabile, non era più andata in piscina e palestra, anche coi bambini faceva fatica a sorridere.
Non sapevo se avesse più rapporti con lui; non mi interessava e non guardai più il suo cell.
Stavo malissimo, ma fingevo indifferenza.
Non si poteva continuare cosi e dopo quasi dieci giorni di quello strazio chiesi ai miei genitori se “tenevano” i ragazzi per la notte da loro.
Era a casa , come ormai sempre, prima di me; stava cucinando.
Fu sorpresa di non vedere i ragazzi e mi chiese dove fossero.
Stanotte dai nonni. Adesso possiamo parlare. Ti ascolto. Dimmi.
Mia moglie indossa la solita tuta abbondante e comoda che usa in casa. Non ha nessuna intenzione di fare ricorso al suo sex appeal e alla sua bellezza per parlare con me, per convincermi; sempre che abbia intenzione di continuare il nostro rapporto, non ho nessuna certezza in merito.
Siamo seduti in cucina presso il tavolo che migliaia di volta ha visto una famiglia aggregata e felice e adesso?
C’è un silenzio pesante di quelli che precedono momenti importanti spesso gravosi.
Aspetto che mia moglie cominci a parlare, per ora non ci siamo proprio detti niente a parte di dove sono e come stanno i bambini.
Sembra davvero stanca come se le ultime settimane siano state un vero calvario.
Il viso sempre sorridente e attraente pare abbia perso di lucidità, ha gli occhi tristi.
Mi fa male vederla così.
Il tempo lenisce tutti i dolori ed i miei si sono affievoliti e ho iniziato pensare al futuro .Con chi dipende anche da lei Chissà che aspetto ho io e cosa pensa lei del mio aspetto?
Luca, posso iniziare dicendo che mi dispiace tanto di averti ferito, ti conosco come nessun altro. Dal tuo aspetto esteriore sembra tu stia bene, ma so che è apparenza, che riesci a mascherare bene il tuo dolore; ti conosco troppo bene. Il vederti impassibile mi fa sentire ancora perché so che dentro stai male ed è tutta colpa mia. Avrei preferito che mi avessi insultato, sgridato , minacciata ed invece ti sei chiuso su te stesso. Lo so che ti difendi così , ma ciò ti impedisce di parlare con me. Mi impedisci di chiederti scusa, di implorare il tuo perdono e di dirti tutto, ma proprio tutto di ciò che è successo.
Non voglio giustificare le mie azioni. Devi ascoltarmi e poi decidere se mi vuoi ancora.
Io non so cosa sai . E parlò ancora.
La mia relazione era appena iniziata , era il terzo appuntamento che avevo con lui e ringrazio la tua attenzione, vuol dire che mi conosci meglio di me, che ha impedito che avvenissero danni maggiori.
Sto rischiando di mandare al macello il mio matrimonio e la mia famiglia ,erano tre appuntamenti di troppo, non avrei mai dovuto uscire con lui. In quel periodo ho pensato di superare i miei problemi con un’altra persona e non con te unico compagno e amore della mia vita
Lacrime le stavano scendendo lungo il viso.
So che sei una persona affettuosa e uomo generoso e che sai perdonare. Se mi dai la possibilità ti dimostrerò che sarò la Laura che hai sempre conosciuto. La Laura che ama te e la nostra famiglia. La Laura che gioca con te, scherza con te e pensa solo al nostro futuro e a quello dei nostri figli
Luca, per favore parlami.
Involontariamente feci un grosso respiro e parlai.
Dici che ti dispiace per aver causato il mio dolore; non è solo l’aspetto del tradimento fisico che mi ha fatto male , ma è che non hai avuto fiducia in me. Ti sei rivolta ad un altro per avere un aiuto che io avrei dovuto darti; ma non mi hai ancora detto il perché l’hai fatto.
Lei: non ho mai voluto incidere sul nostro matrimonio, non ho mai pensato che tu non avresti potuto essere il mio futuro.
Solo vedendo la tua sofferenza , perché ho visto quanto soffrivi ho davvero ho capito quanto sia stata stupida a non parlare con te dei miei problemi.
Perché?
Mi sembravi lontano perso nei tuoi pensieri; si eri con noi ma pensavi al altro al tuo lavoro o non so. Ho provato a parlarti, a chiedere, ma non te ne sei accorto e man mano mi son chiusa ho iniziato a soffrire dentro. Ho pensato che ti davo fastidio con i miei discorsi di mamma frustrata dalla famiglia e da un lavoro che mi dava pochi stimoli. Mi sono sentita sola e ho sbagliato.
Un singhiozzo e..
Ho conosciuto lui; non lo nominava.
L’ho interrotta: lui ha un nome, una famiglia, un lavoro, cosa fa?
Tutte cose che sapevo ma volevo sentirle da lei e sapere se avrei potuto fidarmi anche per queste piccole cose.
Mi disse quello che già sapevo e continuò.
Lui si è mostrato disponibile ad ascoltarmi ,gentile nel consigliarmi e a fare quello che da tempo tu non fai piu: ad adularmi, a farmi sentire donna ricercata, a farmi ridere e sognare
Continuava a parlare, ma non la ascoltavo se non in sottofondo. Mi avevo colpito al cervello e al cuore
Pensavo: e se aveva ragione? Quanto ho sbagliato, non volendo, anche io? Ma se è così , se il mio comportamento è stato quello che dice lei non ho giustificazione anzi qualche giustificazione sul suo comportamento l’ha lei.
Non mi sono accorto delle sue richieste d’ aiuto e sono stato anche egoista isolandola dai miei pensieri.
Sono io, suo marito, il suo “bastone” ed in ogni momento glielo devo far percepire e se non lo comprende è colpa mia e se non sono abbastanza bravo da farglielo capire e allora devo migliorare.
Mi distolsi dalle mie riflessioni quado non sentii più la sua voce.
Si era interrotta. Il suo pianto, i suoi singhiozzi non le permettevano di parlare. Lei piangeva e non era strano, fu strano che cominciai a piangere io .
Nella nebbia delle lacrime la vidi alzarsi e precipitarsi da me, Mi abbracciò e si sedette sulle mie gambe come tante volte aveva fatto nei nostri momenti felici.
Ci stringemmo e poi ci baciammo mischiando le nostre lacrime . Eravamo caldi ,le nostre bocche erano fuse ,ma non era sesso era amore.
Eravamo nuovamente un solo cuore e corpo
Da quel giorno abbiamo passato molto tempo a parlare.
Laura ed io da quel momento riprendemmo ad essere una coppia.
Non dimenticai però Federico che aveva approfittato della sua debolezza.
Sarò buono e comprensivo e disponibile a riconoscere i propri errori e a perdonare, ma non sono per questo un santo.
La moglie di Federico doveva essere a messa a conoscenza delle belle gesta di suo marito. Ho saputo da Laura che la moglie di Federico lavorava ma che rientrava in casa con figli prima del marito che avendo compiti di responsabilità usciva sempre tardi dall’ufficio
La settimana successiva mi presentai al palazzo della casa di Federico vestito da non suscitare brutta impressione e attesi seduto in auto davanti al suo portone . La vidi arrivare con i bimbi al seguito. Le diedi tempo di salire in casa e fare le prime utili cose prima di raggiungerla.
Di mio aiuto fu la presenza della portineria e del portinaio altrimenti sarebbe stato più difficile , ma non impossibile, arrivare in sua presenza. Gli chiesi se potesse accompagnarmi dalla signora Elvira o se poteva avvisarla della mia presenza e gli diedi un mio documento qualificandomi come un conoscente del marito. Verificò il documento e chiamò la signora Elvira dicendole di me e come gli avevo suggerito le chiese se dovesse accompagnarmi; come immaginavo la signora disse di si per una questione di sicurezza, non mi conosceva.
Sono una persona intelligente? Si, lo so.
Mi accompagnò da lei dove mi qualificai come un collega del marito e che avevo cose importanti da dirle. Era preoccupata, ma pensava ad altro: il lavoro, un incidente.. La tranquillizzai subito: suo marito stava bene, il lavoro andava bene ed ero lì per un altro motivo.
Era davvero una bella e dolce signora.
Era tesa e preoccupata. Mi guardava con circospezione ed era inquieta . Mettetevi nei suoi panni.
Mi presentai con educazione dicendo che ero il marito di Laura, collega di suo marito…
La faccio breve. Raccontai del rapporto tra lui e mia moglie e per convincerla le feci vedere fotografie e video.
Non le dissi cosa stesse succedendo tra me e mia mia moglie e non le lasciai copia di quanto possedevo.
Poveretta; immaginatevi la sua reazione.
Tornai a casa e non dissi nulla a mia moglie.
Tre mesi dopo mia moglie mi disse che Federico aveva dato le dimissioni.
Io, subito: lo senti ancora allora?
Lei : no, da allora non l’ho ne sentito , ne visto; ne parlavano alla macchinetta del caffè. (Ricopriva un ruolo importante in azienda ed era conosciuto da quasi tutti, la notizia delle sue dimissioni girarono).
Dopo una breve riflessione le risposi: perché me lo dici? A me non interessa lui e cosa fa. Interessi tu e cosa fai tu; e con “cattiveria” che non avrei dovuto mostrare, ma non avevo ancora “digerito tutto”: sai quanti Federico possono esserci in una azienda?
Rimase sorpresa dalla mia veemenza. Voleva tranquillizzarmi e invece…. Non disse altro.
Si sono un coglione, ma soffrivo ancora. Mi giustifica?
Il nostro riavvicinamento era cominciato e riprendemmo anche a far sesso
Sono passati due anni da quei brutti momenti e vi sono stati anche incontri di terapia di coppia
Ora siamo più forti anche se la paura di perderla non passerà mai e questo ritengo sia per me un bene perché mi stimola. Faccio di tutto per abbattere la mia paura ed ansia godendomi mia moglie, i nostri figli, le nostre gite, le passeggiate e le vacanze insieme, assicurandomi ogni momento di essere l’uomo e il compagno che voglio essere per farla felice sicuro che lei faccia altrettanto per me. Quindi sì, si può comprendere e perdonare e ricominciare. Certo ci vuole tempo perché si possa tornare a prima e forse non sarà più come prima. E’ un impegno faticoso soprattutto per chi , leggi me, deve modificare i propri atteggiamenti e comportamenti che riteneva giusti per il suo successo e per tutti gli aspetti della vita.
Non volli allora e non ebbi dopo la sua verginità anale. Sono felice egualmente e la amo.

27
3

2 Comments

Leave a Reply