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Manola ed il negozio degli egiziani

By 3 Maggio 2023No Comments

Era estate ormai, dopo la ripassata alla cena di classe Manola non aveva occasione di tornare dal preside anche se lui la aveva cercata, aveva voglia di mare ma al momento i soldi non c’erano per cui si accontentava di andare in piscina. L’ultima volta era stata chiamata in direzione per il costume troppo succinto, era tutto coperto ma essendo una piscina per famiglie le avevano chiesto la gentilezza di coprirsi un po’ di più. Non era un problema coprirsi ma Manola voleva arrivare con una abbronzatura con il minor numero di centimetri di pelle bianca. Se avesse potuto sarebbe stata completamente nuda. Le piaceva avere addosso gli occhi degli uomini e farli arrapare anche se trovava che i migliori risultati li avesse ottenuti col “vedo non vedo”.

Era estate dicevamo e Manola in quel periodo si nutre molto di frutta e verdura, tornando in forma ed idratandosi. Si serve abitualmente in un negozio gestito da egiziani vicino a casa sua. Le piace andare sia per i prodotti con un buon rapporto qualità prezzo che per il personale. Il padrone ogni volta ci prova, è un tipo laido sui 50 anni con una panza da commendatore, non troppo alto. Insieme a lui ed a turno ci sono il nipote di circa 20 anni alto oltre 1,90 ed il fratello più vecchio prossimo ai 60. Di solito sono in due in modo da tenere aperto più possibile e Manola d’estate va in piscina con vestitini corti o pantaloncini, sabot con un piccolo tacco e magliette attillate che lasciano scoperta la pancia dove si è recentemente fatta un piercing all’ombelico. Al negozio dove è andata a farlo il titolare le ha proposto anche tatuaggi e poi ha buttato lì “abbiamo richieste per piercing nei posti più nascosti, lei non immagina quante signore bene hanno un anellino al clitoride”. La cosa la ha incuriosita ed è andata a vedere su internet per trovare fotografie e trova che insieme ad una fighetta ben depilata sia una ulteriore arma per far arrapare gli uomini. Certo se si arriva li si può supporre che l’uomo (o la donna) sia già sufficientemente arrapata. Manola stava però valutando in vista nel nuovo anno scolastico e delle scopate che si immaginava avrebbe fatto con il preside ed il professore di ginnastica.

Torniamo a noi, Manola andava regolarmente nel negozio di frutta di Ahmed, quel giorno stranamente erano presenti tutti e tre, stava tornando dalla piscina ed era quasi ora di chiusura. I tre uomini stavano riponendo la roba nelle celle frigorifere quando Manola entrò. Di solito tornando dalla piscina non indossava il reggiseno perché bagnato ed a volte, e questa era una di quelle volte, nemmeno lo slip. Maglietta e pantaloncini semitrasparenti facevano intuire i capezzoli e pure la passerina.

Entrò, nel negozio in cui di solito ci si serviva da soli per poi passare alla cassa ma quella sera parecchia della roba era già stata messa via. Manola mentre entrava disse al padrone: “lo so che è tardi ma mi servireste lo stesso?”

La risposta fu abbastanza scontata “Manola servirti per noi è sempre un piacere se vuoi ti serviamo tutti e tre così fai prima” disse queste parole mentre strizzava l’occhio sia a lei che agli altri due uomini.

Manola si rese conto che doveva fare una scelta, irrigidirsi o dare confidenza con conseguente scopata. Come dicevamo prima era un po’ che non metteva un bel paio di corna ad Alberto (suo marito ndr) e decise di portargli un bel regalino di sborra per la serata.

Manola snocciolò le sue richieste ortofrutticole, c’erano delle zucchine fra le cose che voleva per la sera. “Grandi o piccole?” le chiese Mustafà, il nipote di Ahmed. “Sempre grandi” rispose ridendo. Il terzo uomo le girò alle spalle ed abbassò parzialmente la serranda. “Non ti dispiace Manola ma è ora di chiusura, se entra qualcun altro ci disturberà”.

“Certo che non mi dispiace, ho mezz’ora di tempo e non voglio perderlo.”

Mustafà le si avvicinò porgendole delle zucchine di un bel diametro e di una lunghezza superiore ai 20cm. “Vanno bene queste?”. Mentre Manola le soppesava Ahmed le si avvicinò da dietro, mise il pube schiacciato contro il sedere della donna e le mani a coppa sulle sue belle tettone scoprendole mentre sollevava la maglietta. Manola lasciò cadere le zucchine proprio mentre Mohamed, il terzo uomo, finiva di chiudere la serranda. Mustafà estrasse un cazzo in linea con la sua altezza, era già in tiro, raccolse uno zucchino di dimensioni simili al suo uccello e li porse entrambi a Manola che sorrise. “Questi sono gli zucchini che mi piacciono. Si abbassò in ginocchio e cominciò a leccare lo scroto del giovane. Gli altri due uomini intanto si erano calati i pantaloni. I loro uccelli erano meno corposi di quello di Mustafà e non erano nemmeno completamente dritti. Manola li prese uno per mano e cominciò a segarli. In breve tutti e tre gli uccelli erano pronti per scoparla. Lei si era bagnata ed era pronta.

“Comincio io, disse Ahmed, altrimenti poi non sento più nulla”. Aveva un cazzo di dimensioni normali, anche più piccolo di quello di suo marito. La misero di peso su un bancone con la passera che spuntava dal bordo. Lui infilò l’uccello che scivolò dentro, non ci mise molto a venire. Lei nel frattempo invece era ben lontana. Ahmed estrasse l’uccello poco prima di venire e le spruzzò sulla pancia una sborrata non particolarmente copiosa.

Il cazzo di Mohamed invece era di poco più largo ma molto lungo, era già bagnato delle poche boccate che Manola gli aveva dato prima e si insinuò nella sua passera dandole un po’ più di godimento. Durò anche molto di più comunque abbastanza per farle avere un orgasmo. Cambiarono anche posizione. Mustafà si era seduto sul bancone e lei lo spompinava mentre Mohamed la pompava di gusto alla pecorina. Il più vecchio dei tre venne dentro di lei in modo copioso poco dopo che lei aveva goduto. Almeno 4 schizzi le avevano riempito la passera.

A questo punto non restava che Mustafà e Manola pregustava l’uccello del giovane, passava i 25 centimetri ed era anche bello grosso.

“Non voglio metterlo dove hai sborrato tu papà” disse il più giovane.

“Inculala tanto è sfondata, ho già visto prima mentre la scopavo” gli fece eco lo zio.

Si ritrovò così con la faccia schiacciata sul banco e le braccia bloccate ed una mano sulla bocca in quanto gli uomini temevano che si rifiutasse di farsi sfondare il culo.

Riuscì a divincolarsi “Non c’è bisogno che mi teniate, mi piace prendere gli uccelli in culo”. Detto questo la lasciarono, Mustafà aveva iniziato ad insalivarle il buco che si presentava già bello aperto, appoggiò la cappella e diede un colpetto ma il suo uccello era troppo grande e l’ano di Manola doveva essere preparato. Mohamed prese allora una zucchina leggermente più piccola del suo uccello, le spalmò dell’olio di oliva che vendevano nel negozio e pian piano la affondò nel buco di Manola. Ci mise un paio di minuti e la zucchina fu per buona parte inghiottita dal culo sfondato della donna. Mohamed cominciò a pomparla con l’ortaggio vedendo le pareti che si dilatavano e stringevano. Quando la zucchina entrava e usciva senza fatica la estrasse, si unse il cazzo e questa volta la cappella scivolò dentro senza fatica. Manola sentiva un po’ di dolore e si morse il labbro ma resistette. Dopo un paio di minuti l’inculata divenne sempre più piacevole. Mustafà si era aggrappato alle sue grosse tette e le stringeva fino a farle anche un po’ male ma nel complesso non le dispiaceva questo trattamento. Ahmed infilò la mano sotto e cominciò a sgrillettarla, Manola perse ogni freno e cominciò a mugolare di piacere. Ebbe il secondo orgasmo proprio mentre anche Mustafà stava venendo. Le riempì il buco del culo con 5 schizzi di sperma. Estrasse l’uccello e lo mise davanti alla sua bocca perché lo ripulisse. “Succhiamelo e ripuliscimelo Manola, sono sicuro che ti piace il cazzo che è stato nel culo” le disse il ragazzo.

Manola ripulì per bene, aveva sborra in figa, nel culo e sulla schiena, si rimise pantaloncini e maglietta, prese il sacchetto con frutta e verdura che le avevano preparato nel frattempo e mentre Mustafà apriva la serranda, Ahmed le disse: “Manola non dimentichi qualcosa?”.

“Cosa?” le rispose la donna. “Lo scontrino” le rispose l’uomo sorridendo. Manola uscì e si diresse verso casa, Alberto stava aprendo il portone, lei lo salutò e baciò mentre entravano.

“Che strano sapore hai tesoro” le disse il marito. “Spezie egizie, ho appena succhiato 3 cazzi egiziani nel negozio qui vicino”.

Alberto la guardò curioso, “solo succhiati?”

“Certo che no, mi hanno riempito tutti i buchi ed ho dei bei regalini per te” rispose Manola

“Non vedo l’ora” fu la replica del cornuto.

Entrarono in casa e Manola, dopo essersi tolta maglietta e pantaloncini, si sedette sul divano a gambe larghe facendo segno con l’indice al marito di avvicinarsi, lo prese per i capelli e lo spinse sulla sua passera.

“Lecca vedrai che buona la sborra dei faraoni”. Alberto si impegnò a fondo e la moglie spinse fuori prima dalla figa e poi dal culo quanta più sborra poté poi disse ad Alberto “scopami”. L’uccello del marito, che nel frattempo si era spogliato, era dritto, la pompò a fondo in diverse posizioni facendola godere. Lei gli raccontava cosa le avevano fatto nel negozio e lui sempre più eccitato la fotteva con più vigore fino a quando non vennero all’unisono.

“Devi farti consegnare la spesa a domicilio da Mustafà così vi posso vedere stando nascosto”.

“Ogni tuo desiderio di vedermi scopata è un ordine per me, cercherò di organizzare già per settimana prossima”. I due si avviarono insieme verso la mega doccia, Alberto si accorse che Manola aveva un po’ di sborra anche sulla pancia e prima di aprire il rubinetto dell’acqua la ripulì anche lì. “Ce ne sono altre che mi sono perso?” le disse. “No tesoro sei stato un cornuto molto attento e capace vedrò di ricompensarti con altre sborrate quanto prima” quindi si lavarono vicendevolmente per poi mettersi a tavola.

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