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Racconti Erotici

Rossella babysitter

By 24 Dicembre 2023No Comments

Quell’estate ero in vacanza dalla zia in montagna e mi ritrovai a fare da babysitter alle cuginette, una di 5 anni e una con il pannolino
Bella fortuna a 17 anni, in un paesino dove non vi era nemmeno il cinema.
Fortunatamente c’era un ragazzo che villeggiava con la famiglia nell’appartamento all’ultimo piano, e spesso era in cortile con i suoi libri di fisica.
Era un universitario, si chiamava Otello, e doveva preparare un esame.
Io vestita solo di una canotta e una minigonna mi sedevo spesso di fronte a lui fingendo di scrivere delle cartoline, ma era solo una scusa per farmi notare.
Dovevo darmi da fare perché nonostante fossi alta 1,75 e fossi molto snella avevo una cicatrice sul mento, frutto di una brutta caduta in bicicletta da piccola, e un paio di tette veramente minuscole, spuntavano appena i capezzoli.
La cuginetta di 5 anni era una che non si faceva mai gli affari suoi, ma almeno una volta venne utile, quando mi chiese: “Scrivi al tuo ragazzo?”.
“Non ho il ragazzo.” Risposi.
La risposta suscitò l’interesse si Otello che finalmente mi notò e mi chiese almeno il nome.
“Rossella” gli risposi. “E tu hai la ragazza?”
Non aveva la ragazza, e la cosa rimase ferma lì, fino al giorno dopo quando presi posto di fianco a lui.
La cosa gli stuzzicò l’attenzione soprattutto quando cercava di sbirciare nelle scollature.
Io movendomi facevo in modo che la canottiera, che non era aderente, si aprisse in po’ per fargli vedere qualcosa, e qualcosa si doveva vedere del mio minuscolo seno dato che i jeans si rigonfiavano.
“Allora non hai il ragazzo” tornò a chiedermi. Glielo confermai senza problemi dato che non era una balla. Il compagno di scuola con cui avevo scopato a una festa non si era mai curato di me, e nemmeno io ero interessata a lui.
Così dopo un paio di giorni mi chiese se volessi uscire un sera con lui, e così andammo a berci una birra all’osteria del paese.
Quella sera mi misi la minigonna e una camicetta, del reggiseno non avevo bisogno, e delle mutande feci volentieri senza, se avesse voluto allungare una mano avrebbe auto una piacevole sorpresa.
All’osteria ci mettemmo in un tavolo isolato e Otello senza togliermi gli occhi dalla scollatura della camicetta allungò una mano sotto il tavolo cominciando ad accarezzarmi una coscia.
Lo lasciai fare, ero sicura che si sarebbe eccitato.
Dopo la seconda birra decidemmo di uscire, e all’altezza dell’ultimo vicolo prima di casa, mi abbracciò, mi tirò a sé e mi baciò.
Lo ricambiai e poi mano nella mano ci avvicinammo a casa.
Quando fu ora di entrare lo trascinai nel buio del cortile, e gli misi le braccia al collo baciandolo di nuovo.
Mi abbracciò anche lui, stretto, voleva sentire il mio corpo aderente al suo, lo accontentai, e mi strofinai su di lui. Mi tastò attraverso la camicetta, mentre l’altra mano scendeva sul culo.
Ricambiai accarezzandolo tra le gambe, ancora un po’ e gli sarebbero scoppiati i pantaloni.
La sua mano scese sotto la gonna, risalì lungo le cosce, e rimase sorpreso di trovare le natiche nude.
“Piaciuta la sorpresa?” gli chiesi.
“E me lo chiedi?”
Lasciò perdere la camicetta ormai del tutto aperta per infilare le mani sotto la gonna, palpandomi per bene, arrivando anche alla passera che con quel trattamento si bagnò in fretta.
Quando sentii la zip della patta dei suoi pantaloni scendere capii che era fatta, un attimo dopo accostò la cappella del suo pene all’ingresso della passera.
Lo strinsi forte a me per farlo entrare, e lui mi spinse contro il muro per ficcarmelo fino in fondo.
Era eccitatissimo, venne poco dopo, ma ero eccitata pure io, e sentendo la sua sborata dentro di me venni.
Rimanemmo avvinghiati forse un’altra decina di minuti prima di ricomporci un po’ e rientrare.
Il giorno dopo come ogni giorno mi alzai e appena la zia fu fuori casa mi misi a rassettare i letti.
Le camere erano al piano terra e davano sul cortile.
Sentii bussare, guardai fuori, era Otello.
Gli aprii la finestra e ci scambiammo un bacio, poi gli dissi: ”Entra”. Subito saltò la finestra e ci baciammo di nuovo.
Le sue mani fecero volare via la mia maglietta mettendo a nudo il mio piccolo seno che fu subito baciato, succhiato, mentre le sue mani mi accarezzavano ovunque.
Poco dopo ci rotolavamo nudi sui letti sfatti fino a quando non mi salì sopra e dopo avermi allargato le gambe me lo cacciò nuovamente dentro la passera, questa volta però l’emozione non prese il sopravvento e mi scopò a lungo prima di venire, facendomi godere più volte.
Per il resto della vacanza ci vedemmo ogni giorno, lui ogni tanto andava in escursione, ma quando eravamo assieme non mancavamo di accarezzarci, baciarci, toccarci e se riuscivamo a rimanere appartati anche scoparci, soprattutto se uscivamo assieme la sera.
E quando la sera non potevano scopare, mi dava la buona notte con un bacio, ma il buon giorno era sempre della sua mazza che me lo dava
Dopo un paio di settimane mio padre ebbe un incidente, e dovetti rientrare in fretta a casa.
Non rividi più Otello ma dentro di me rimasse il bellissimo ricordo di lui che cresceva giorno dopo giorno.

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