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Istinto da sottomessa – Cap. 1

By 27 Settembre 2023No Comments

Per lavoro, mi trovo in un paesino situato in riva a un lago. Non c’è moltissima vita, specialmente la sera, e decido di passare la serata nell’unico bar aperto. Un posto non troppo grande, un paio di stanze, un biliardo come unica attrattiva e con i soliti anziani che giocano a carte.
Saluto il barista, ordino da bere, e mi posiziono seduto in un tavolino, un pò in disparte, nella sala dove è presente il biliardo. Bevo qualcosa mentre scorro le notizie sul mio cellulare e ascolto distrattamente l’ambiente circostante. All’improvviso sento un chiacchiericcio sempre più intenso finchè non vedo arrivare alcuni ragazzi che dapprima si siedono in un tavolo poco lontano dal mio e poi decidono di fare una partita.
Tra di loro attira la mia attenzione l’unica ragazza del piccolo gruppo. Avrà una ventina di anni, capelli scuri, occhi verdi, particolari, che mi colpiscono subito. Un fisico snello, come piace a me.
Si mettono quindi a giocare a biliardo. Vedo lei muoversi e osservo meglio. Ha dei pantaloncini molto attillati, di lycra, che lasciano poco spazio all’immaginazione. Si vede bene che sotto porta un perizoma. Ha un sedere sodo e stupendo, che noto essere spesso tirato in causa nelle battute che si scambiano i ragazzi. Il top che indossa invece evidenzia il seno, piccolo ma sodo, coi capezzoli che ogni tanto si intravedono sotto quel leggero tessuto.
Noto subito, per come è vestita, che dev’essere una ragazza con un forte spirito esibizionista. La vedrei bene come modella, col suo fisico. Non si fa problemi a subire le battute dei ragazzi che sono con lei e anzi sta molto al gioco ma è molto autoritaria e si impone sempre sugli altri.

Più la serata procede, più i bicchieri che i suoi compari le fanno bere la sciolgono sempre di più. Le cose però restano sempre sul piano di battute o scherzi, qualcuno ogni tanto prova ad allungare le mani su di lei per brevi toccatine ma è tutto ciò che ottiene perchè poi viene rimesso al suo posto da lei.
Prendo un altro cocktail, parlo col barista che mi chiede cosa ci faccio li. Giustamente le facce sono sempre quelle e un forestiero si nota subito. Gli dico che sono li per lavoro, mi hanno ingaggiato per realizzare alcuni video e foto per una piccola azienda locale. Che ovviamente il barista conosce, come tutto da quelle parti. Dovrò stare per alcune settimane e gli chiedo cosa si possa fare la sera di interessante ma mi spiega che c’è poco da fare, e mi dovrei spostare quantomeno al paese limitrofo, che è più grande e turistico e li c’è un pò di vita.
Mi accorgo che la ragazza sta ascoltando la nostra conversazione e da un pò di minuti ha preso a guardarmi. Dapprima di sfuggita, poi sempre più assiduamente.

“E invece qui cosa c’è di bello?” gli chiedo.
“Poca roba” mi risponse un pò sconsolato, poi a bassa voce aggiunge: “Una delle poche ragazze del posto degne di nota è quella che sta giocando a biliardo coi ragazzi. E’ sempre poco vestita e scherza con tutti, sembra una facile e invece poi puntualmente mi ritrovo i ragazzi del posto che si sfogano con me che si lamentano di essere andati in bianco. Dovrebbe avere il ragazzo ma è quasi sempre qua sola per cui tutti più o meno ci hanno provato. Secondo me avrebbe potenzialità ma sono inespresse. Invece le altre ragazze del posto sono quasi tutte fidanzate e raramente escono fuori la sera qui in paese”
Ringrazio il barista e ritorno al tavolino, e mi metto ad ascoltare i discorsi dei ragazzi facendo finta di osservare distrattamente la loro partita. In realtà la cosa che mi interessa è solo lei, con la quale ci scambiamo anche un paio di sguardi e sorrisi.

Sento lei che parla con i ragazzi a cui ricorda la sua situazione, che si trova qui per il periodo estivo mentre è in pausa dagli studi ed è sola perchè il suo ragazzo è fuori Italia per lavoro. In realtà sembra che voglia raccontarlo a me, i suoi amici la conoscono benissimo. Non ha paura di mostrarsi e scambiare battute, anche spinte, con loro. Ma non so se per il fatto che abbia un ragazzo o per altro, non sembra interessata realmente a nessuno di loro anche se ci scherza molto. Imparo il suo nome perchè lo ripetono spesso: si chiama Giulia.
Nei periodi statici della partita qualcuno si avvicina a Giulia provando ad allungare le mani, chi cingendola al fianco, chi abbracciandola da dietro, tutte ottime scuse per allungare qualche palpata al seno o al culo. Lei li lascia fare ricambiando gli abbracci ma appena osano un pelo di più li rimette al loro posto.
Poveri ragazzi, penso, hanno trovato una che gliela fa annusare e poi li lascia li, all’asciutto.

All’ennesimo bicchiere, sento la necessità di recarmi al bagno. Entro in questo stanzino non troppo grande, un antibagno in comune per entrambi i sessi, nel quale ci sono poi due piccole porte che dividono i due bagni. Entro in quello degli uomini anche se il cartello è così scolorito che ormai non si distingue nemmeno più e espleto le mie necessità. Ho quasi finito quando qualcuno apre la porta, che in mancanza di una chiusura funzionante (c’era ma rotta) si spalanca. Mi trovo davanti proprio Giulia, che bofonchia “s-scusa, di solito vado in questo bagno li e pensavo non ci fosse nessuno”. Sarà ma non le credo. Anche perchè rimane bloccata li a osservarmi il cazzo, che per la situazione si è fatto barzotto, per diversi secondi. Non faccio niente per copririrmi e la lascio osservare.
Noto i suoi capezzoli durissimi che quasi bucano la maglietta.
Il suo atteggiamente mi spinge a osare: “Ti piace eh, piccola troietta?”
Rimane un pò colpita ma nemmeno molto.
“Sei venuta qui apposta vero?” le chiedo.
Lei continua a guardarlo. Un pò si vergogna, come una che è stata beccata. Non riesce a guardarmi in faccia e non risponde.
Esco nell’antibagno, dove c’è più spazio. Lei è ancora davanti a me ferma, in attesa. Non so se volesse tutto questo o se si sia trovata in mezzo alla situazione, ma decido di giocare con lei.
Le stringo i capezzoli da sopra il leggero tessuto della maglia, lei geme. Ma lascia fare.
Mi da l’idea di poterle fare tutto ciò che voglio ma probabilmente è la stessa che da anche ai suoi amici. Voglio essere chiaro con lei, non voglio certo essere l’ennesimo che poi manda in bianco.
Sto per dirle di inginocchiarsi e succhiarmelo, quando si sentono delle voci molto vicine, forse in arrivo verso i bagni.
Decido di fermarmi. Rimetto dentro il mio uccello e mi lavo le mani.
“Senti ragazzina. Ho il doppio dei tue anni. Se vuoi giocare per me va bene ma sii conscia che giocherai col fuoco. E ti scotterai. Tra poco uscirò dal bar. Ho parcheggiato nella via buia subito sulla destra. Ti aspetterò in auto 5 minuti. Scegli tu se venire, ma voglio essere chiaro, se decidi di salire comando io i giochi.”
Ha uno sguardo misto eccitazione e stupore. Mi risponde solo: “Ho un debole per gli uomini più grandi”.
Le sorrido. “Non sono come i tuoi amici, non ho tempo da perdere.”
Risponde: “Qua mi annoiano tutti. Ho sentito che sei un fotografo, mi intriga questa cosa”
Come avevo intuito, ha uno spirito esibizionista innato.
Decido di calcare la mano, cosciente di giocarmi il tutto per tutto ma in fondo non mi interessa poi granchè.
“Togliti il perizoma, quando verrai in auto me lo devi consegnare come prima cosa.”
Poi esco e la lascio li, senza nemmeno vedere la sua reazione.

Rientro nella saletta, mi siedo per finire il drink che mi era rimasto. Decido di rimanere qualche altro minuto per gustarmi la scena di lei che esce dal bagno senza perizoma. In effetti è molto eccitante. Torna dai suoi amici, che si sono messi a sedere in un tavolo. Noto che qualcuno di loro, che le squadra spesso il culo, si accorge che il perizoma, che prima era molto visibile, ora non c’è più. Si danno un pò di gomito di nascosto da lei ma non fanno e dicono nulla.
Mi alzo, vado a pagare, saluto il barista ed esco. Noto che il suo sguardo non mi perde di vista ma non indugio su di lei.

Fuori è buio, ci sono le poche luci del bar che illumina di fronte ma già la stradina laterale dove ho parcheggiato è buia. Salgo in auto, attendere non mi piace ma sono fortunato perchè ben prima del tempo, anzi quasi subito, vedo Giulia arrivare.
Mi guarda come per ricevere un cenno d’assenso, apre la portiera ed entra. Come prima cosa fruga nella borsetta, tira fuori il suo perizoma e me lo porge, senza dire nulla.
Lo prendo e meccanicamente lo annuso, si sente l’odore di eccitazione.
Inizia a parlare: “In questo paesino non succede mai niente di eccitante. Ho bisogno di emozioni forti. Da subito ho percepito qualcosa di irresistibile in te. E’ follia, ho un ragazzo, non dovrei essere qui. Ma sento di non poterne fare a meno.”
La guardo. Un attimo di silenzio fra noi e poi le rispondo: “Voglio essere chiaro, non ho tempo da perdere. Non mi interessa che tu abbia un ragazzo, non ho modi garbati e non sono come quei ragazzini nel bar che puoi tenere a bada. Ti cambierò la vita e non so se sei pronta. Puoi scendere ora, oppure io ora parto e vado al mio appartamento e ti porterò li per divertirmi con te.”
Lei ci pensa, sembra titubante. Vorrebbe forse scendere, ma dall’altro lato la vedo attratta. E’ combattutta.
“Non so nemmeno come ti chiami”
“Non ti serve sapere il mio nome, se vieni dovrai rivolgerti a me come Padrone”
Le infilo una mano nei pantaloncini. Le mie dita la espolrano senza la minima opposizione sua. E’ depilata, completamente liscia. E’ una cosa che mi fa impazzire.
Gioco un pò con la sua figa. E’ bagnata, geme e si gode l’intrusione. Mi guarda, completamente abbandonata alla lussuria.
“Portami dove vuoi ma andiamo…” indugia un pò, mi guarda negli occhi e vede il mio sguardo severo, deglutisce e termina con un “…Padrone”.
Parto.

Percepisco la sua eccitazione per tutto il breve viaggio.
Arriviamo nel mio appartamento.
Entriamo e senza tanti preamboli una volta dentro le dico di inginocchiarsi e togliermi i pantaloni.
Forse non è abituata a tutta questa autorità, rimane un attimo bloccata. Ma la sveglio subito con un perentorio “Avanti troia, muoviti!”
La spingo in ginocchio, e dopo la titubanza iniziale mi libera dai vestiti e si ritrova il mio cazzo davanti al viso.
Mi siedo sul divano e le intimo di succhiarmi bene l’uccello.
Ancora tergiversa. E’ eccitata, lo vedo, ma è in una situazione nuova, si vede non abituata a farsi comandare. Imparerà.
Le afferro il viso con una mano, all’inizio delicatamente, poi con due schiaffi la riporto alla realtà. “Troia devi imparare a ubbidire agli ordini!”
Vedo i suoi capezzoli quasi esplodere da sotto il tessuto e sui pantaloncini all’altezza del pube una vasta macchia di bagnato. Segno che la stiuazione le piace, deve solo ammetterlo a se stessa.
La forzo a imboccare il mio cazzo.
Lo prende in bocca e inizia a lavorarmelo con la lingua sempre più calata nella parte. Si aiuta con una mano, mentre l’altra vedo che se la porta sulla figa.
E’ un bel pompino, intenso. Da parte sua c’è molto impegno. Forse però pensa di farmi venire in breve tempo. Non sa che invece ho una lunga durata. Infatti dopo un quarto d’ora vedo che si tiene la mascella.
“Ahah non sei abituata a fare i pompini cosi lunghi. Non ti preoccupare, ti ci abituerai. Devi avere il mio cazzo sempre in bocca, hai capito??” Muove la testa in cenno di assenso, continuando il suo lavoro.
A un certo punto prendo il cellulare e inizio a farle delle foto.
Lei si ferma e si lamenta “No ti prego niente foto, non voglio che si sappia in giro…”
Le prendo la testa e la costringo a continuare la pompa.
“Senti a me non frega un cazzo della tua privacy. Ti farò tutte le foto che voglio, quando voglio. Anzi ti anticipo già che ho intenzione di farti qualche servizio fotografico in giro per il lago…. ovviamente nuda. E tu mi firmerai una liberatoria per cui potrò farne ciò che voglio delle tue foto e dei video. Anzi, aspetta.”
Mi alzo, estraggo fuori da una mia borsa un foglio e prendo una penna dal tavolo.
Mi siedo sul divano e la faccio sedere davanti a me. Con la mia erezione che preme sul suo culo. Metto il foglio e la penna sul tavolino davanti a noi, poi infilo una mano sotto i suoi pantaloncini e inizio a toccarle la sua figa, che scopro essere bagnatissima e in breve ho già due dita dentro di lei, mentre col pollice le sfrego il clitoride. Con l’altra mano le torturo i seni e i capezzoli, già duri come chiodi. Lei sembra gradire molto. Le ordino di firmare. Lei non si muove, vittima di quel godimento che sta provando. Allora mi fermo. Lei è contrariata. Riprendo solo dopo che ha preso in mano la penna. Firma senza nemmeno leggere, mentre la pervade il piacere.
Una volta firmato, le tolgo top e pantaloncini, quasi strappandoglieli, la butto sul divano a pancia in su e la scopo in quella posizione, con le gambe sulle mie spalle, cosi riesco a farglielo sentire tutto bene fino in fondo.
Non mi sono curato di usare il preservativo e mi sono accorto che lei vorrebbe dirmi qualcosa, ma si gode la scopata e resiste dal parlare fino a che il ritmo aumenta, così come la sua paura e mi supplica “Ti prego non venirmi dentro, non prendo nulla”.
“Per tua fortuna non ho intenzione di metterti incinta ma ti conviene iniziare con la pillola, a me piace venire dentro e non ti salverai a lungo. Poi saranno cazzi tuoi”
La scopata continua violenta, dopo poco la sento irrigidirsi e godere. Non me ne curo, continuo a sbatterla come piace a me finchè non mi viene voglia di cambiare posizione. La metto a 90 e continuo con affondi rapidi e duri. Poco dopo viene ancora.
mi viene da ridere, le chiedo “Ragazzina ma da quant’è che non scopavi?? ahahah Non ti preoccupare, ci penso io a te!”
Sento inziare a montarmi l’orgasmo. Per non rischiare spiacevoli conseguenza, decido di incularla. Non le chiedo niente e lei come una bambola non si lamenta. Da lei provengono solo gemiti ormai. Non credo che fosse vergine, il mio cazzo è talmente bagnato dai suoi umori che le entra benissimo. Me l’inculo senza pietà mentre con una mano mi diverto a stuzzicarle la figa. Lei è in preda al piacere e io finalmente mi scarico dentro di lei.
Rimango steso su di lei per un pò. Poi mi alzo e mi siedo davanti alla sua faccia stremata. “Credi che sia finita?? mettilo in bocca troia. Mi piace farmelo pulire cosi.” Vedo la sua faccia schifata ma non è in grado di opporsi. “Ecco brava cosi, succhia fino all’ultima goccia! Non ti piace?? Dovrò farti ingoiare così tanta sborra da farti passare il disgusto allora!”

Abbiamo dormito poco quella notte. Per lo più l’ho passata a farmelo succhiare e a scoparla quando ne avevo voglia. Lei esausta ma cercava sempre di fare quello che le chiedevo.
La mattina quando ci siamo alzati mi sono fatto dare il suo numero di cellulare e le ho inviato le foto che le avevo fatto con il mio cazzo in bocca la sera prima per assicurarmi che il numero fosse corretto.
“Mi hai mandato le foto di ieri?? Oddio ma non posso tenerle sul telefono, se qualcuno me le vede….”
“Hai paura di questo?? Non hai ancora capito cosa ti aspetta. Non hai foto di te nuda sul telefono?”
“No, ovviamente no, non le tengo qui sopra”
“Allora dobbiamo provvedere a farne molte!”
Lei sbianca e mi guarda sorpresa. Vorrebbe lamentarsi ma le prendo il telefono, attivo la fotocamera e inizio a scattarle foto mentre lei, nuda, gira in casa.
Non vorrebbe, si percepisce. Ed è ancora più bello quando dopo un pò si rassegna, e la faccio mettere a gambe aperte sul divano facendole dei primi piani della figa.
“Ecco! Ora ti ho riempito il telefono! Ma come potrei divertirmi ancora con te?? Idea, mando una foto del tuo seno a un numero a caso” le dico nel mentre che le scatto una foto al seno. Quando si rende conto, cerca di fermarmi ma è troppo tardi.
Le ridò il telefono e le dico di dirmi a chi l’ho inviata.
Lei ha gli occhi sbarrati, sembra preoccupata. “E’ un ragazzo 18enne a cui faccio ripetizione. Non ci voleva, già lui mi guarda allupato oltre il normale. Ho sempre fatto fatica a tenerlo a bada. Vive solo con suo padre, che spesso non è in casa. Oddio se gliela fa vedere…”
“Scrivigli che ti sei sbagliata e che era per il tuo ragazzo. Digli che se fa il bravo e non la mostra a nessuno gli farai un regalino.”
mi guarda preoccupata e contrariata ma un mio perentorio “Fallo” la fa procedere ad eseguire l’ordine.
Poco dopo arriva un messaggio del ragazzo: “Wow Giulia che belle tettine! Faccio il bravo ma poi voglio il regalino ;)”
Lei borbotta qualcosa sul fatto che le toccherà impazzire la prossima volta per tenerselo alla larga mentre io penso già a degustarmi il momento in cui la farò scopare con entrambi. Ma evito di dirglielo per il momento.

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Se volete potete scrivermi, per suggerimenti, considerazioni o anche solo se vi è piaciuto: adangerousmind81@gmail.com

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