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Racconti Erotici EteroTradimento

Sara una moglie timida – parte 3

By 2 Luglio 2024One Comment

Ci riposammo un poco prima di cena quindi ci recammo alla sala da pranzo. Per l’occasione mia sorella mi aveva anche rifornito di un pò di vestitini non proprio da educanda. A casa per uscire con i nostri amici non li avrei mai messi, troppo corto, troppo attillato, troppo trasparente e troppo tutto. Si me ne aveva dati 4 tutti molto sensuale di cui uno che probabilmente aveva comprato o in un sexy-shop o online perché di cose così non ne avevo mai viste in giro.
Scelsi il più castigato, era il primo giorno e non volevo farmi la fama di facile.
Era color turchese, tre dita sopra il ginocchio, attillato con un oblò laterale che scopriva l’ombelico, dietro però mancava un pezzo, almeno a mio parere. La schiena era completamente nuda ed il tessuto partiva da pochi centimetri sopra il coccige.
Ovviamente andava indossato senza reggiseno, fortunatamente il tessuto non era trasparente ma nemmeno tanto spesso per cui, a fronte ad un po’ di brezza o di fresco serale il capezzolo inturgidito si sarebbe visto benissimo. Non ci pensai altrimenti non lo avrei mai messo, in una situazione così infatti sarei arrossita per la vergogna. A casa mi ero sempre vestita in modo casto, con abiti che mortificavano la mia femminilità, così mi era stato sempre insegnato e così avevo sempre fatto.
Lo indossai con lo slip che faceva meno segno ma si vedeva anche se non si faceva notare troppo, Era una mutandina di cotone leggero che mettevo abitualmente, la cosa mi faceva sentire più confidente di non vergognarmi. Completava il tutto un sandalino bianco semplice con un tacco di 8 centimetri non particolarmente sottile.
Così vestita, abbarbicata al braccio di mio marito Pietro entrammo in sala che era già piena per metà. Una gentile ragazza ci venne incontro, chiese il numero della stanza e ci guidò al nostro tavolo informandoci che gli antipasti erano a buffet self service mentre poi sarebbe passato il cameriere per i primi. Ce ne erano tre diversi di cu uno vegano ed ognuno poteva prendere quanti e quanto ne voleva.
Dopo un paio di minuti che ci eravamo seduti arrivò una coppia, anche loro del nord e poco più vecchi di noi. Si presentarono Elena e Francesco. Non ci feci caso ma lei era già molto abbronzata, chiacchierammo e scoprii che loro erano arrivati poco dopo l’ora di pranzo per cui erano affamatissimi. Mentre Francesco e Pietro si dirigevano al tavolo degli antipasti, approfondii la conoscenza con Elena. Era una bella donna, biondo naturale, abbronzata, indossava un abito verde acqua con una scollatura molto generosa da cui spuntavano un paio di seni che erano della 5 misura duri come il marmo evidentemente falsi seppure fatti molto bene. Anche le labbra avevano subito un ritocco ed erano turgide e carnose, la mia collega Sonja le avrebbe definite con la funzione per la quale erano, secondo lei, più adatte. Mi sorpresi a fare questi pensieri, non mi ci ritrovavo, stavo cambiando o era solo l’ambiente un po’ libertino della vacanza che mi stimolava?
Arrivò Mauro che con un gran sorriso ci elencò i tre primi, io, che non avevo preso nulla dal buffet, scelsi dei fusilli allo zafferano e speck mentre Pietro optò per qualcosa di più leggero, spaghetti aglio olio e peperoncino. La cena fu gradevole, mangiai, ma soprattutto bevvi, molto più del mio solito cosicché mi alzai da tavola non ubriaca ma con quello stato di euforia che un po’ di alcol induce. Finito di cenare ci alzammo tutti insieme, i nostri mariti ci informarono che sarebbero andati a vedere la partita nella sala cinema così restammo sole e decidemmo che saremmo andate a ballare anche se, data la contemporaneità dell’incontro di calcio, ci sarebbero stati pochi cavalieri.
Elena mentre passeggiavamo ed avevamo preso un po’ di confidenza mi prese in giro.
“Ma come ti guardava il cameriere? Te lo sei già fatto? E’ proprio un bel tipo io mi farei dare volentieri una ripassata ma aveva occhi solo per te”
“Dici” le risposi arrossendo. “Non capisco come mai”. Mentivo e ripensavo al suo cazzo duro e grosso che premeva contro di me durante la lezione di ballo del pomeriggio e mi bagnai.
Arrivati alla pergola dove c’era la musica ed alcune coppie già stavano danzando, ci sedemmo e continuammo a chiacchierare.
“Vedo che sei già abbronzata e mi sembra “completamente, almeno nella parte alta, siete già stati in vacanza?”. Chiesi ad Elena.
Lei mi rispose: “no però io prendo il sole completamente nuda sul terrazzo, abitiamo all’ultimo piano per cui, se non sei in piedi, ma sdraiata sul lettino, non possono vederti. In realtà uno dei palazzi vicini è di circa un metro più alto ed ha il nostro stesso numero di piani però è orientato diversamente e solo dalla punta di un balcone si potrebbe vedere qualcosa. Ho notato che ogni tanto un ragazzo giovane sui 20 anni si nasconde e mi spia e mi diverto a provocarlo, credo che si sia ammazzato di seghe per me, Francesco ed io ci facciamo grasse risate al pensiero e lui mi suggerisce modi per provocarlo. Quando mi capita di incrociarlo per strada arrossisce ed abbassa lo sguardo, un timidone da svezzare, prima o poi ce la faccio a portarmelo a letto”.
Elena era veramente disinibita, almeno a parole. Continuammo a chiacchierare e mi spiegò che lei ed il marito praticavano lo scambio di coppia e, di tanto in tanto qualche scopata estemporanea da soli ma sempre condividendo tutto. La loro filosofia di coppia era che se si andava a letto con un altro/a se il proprio partner lo sapeva non erano corna ma semplice sfogo fisico ed n questa ottica lei non aveva mai tradito il marito pur facendosi scopare da diverse decine di uomini.
Questi discorsi mi avevano tirato su di giri e, quando Mauro si presentò ed invitò Elena a ballare dicendo che dopo sarebbe stato il mio turno, non sapevo se ero gelosa conoscendo le abitudini della mia nuova amica o speranzosa del momento in cui sarei stata di nuovo fra le sue braccia.
Mauro fece tre giri di ballo con Elena e la riportò quando l’orchestra che stava suonando fece un turno di riposo. Fra me e me pensai che non era giusto ma tornando Mauro mi disse che la pausa sarebbe durata 20 minuti ma poi l’orchestra avrebbe ripreso a suonare e che si sarebbe dedicato a me per migliorare i movimenti che mi aveva spiegato al pomeriggio.
“Ottimo ballerino e cazzo notevole. Mentre ballavamo io mi strusciavo a lui ed il suo amichetto ha reagito subito, non mi ha dato tanta corda ma io mi sono gustata tutto il tempo quasi masturbandomi appiccicata a lui”.
“In effetti mi sembravi molto attaccata”.
“Peccato che non ne abbia approfittato, me lo sarei portata direttamente in camera, non avercela con me ma ci ho anche provato esplicitamente ma mi ha fatto un sacco di complimenti ma, di fatto, da glissato facendomi capire che non era interessato.
La cosa mi fece molto piacere, ero come gelosa anche se non ne avevo alcun diritto.
Quando l’orchestra riattaccò a suonare Mauro si presentò puntualmente. Io non ero certo scafata come Elena ma, nonostante i fumi dell’alcool in corpo che però stavano cominciando a svanire, mi sentivo trasgressiva nel mio piccolo.
Mi appiattii contro di lui ed il bozzo in mezzo alle gambe era già bello che formato. Il tacco che indossavo, rispetto al pomeriggio, fece sì che fosse un po’ più vicino alla mia micina che subito cominciò a sbrodolare.
La sua mano sulla mia schiena era pericolosamente vicina ad essere sul mio sedere e pian piano scendeva ed io non facevo nulla per evitarlo. Oltre a scendere mi spingeva contro di lui. Di fatto il ballo molto ritmato poteva essere assimilato quasi ad un atto sessuale e successe il patatrac, venni godendo nel bel mezzo del secondo pezzo, cercai di dissimulare ma lui se ne accorse e guidò verso una zona più appartata e meno illuminata e cominciò anche a mordicchiarmi il lobo dell’orecchio destro.
Alla fine del ballo avevo i capezzoli dritti come chiodi che cominciavano a ritirarsi almeno parzialmente. Il terzo pezzo fu un tormento, avrei voluto farmi scopare li sulla pista da ballo. Non mi era mai capitato alla fine di un orgasmo di avere più voglia di prima.
Lui mi sussurrò nell’orecchio qualcosa tipo andiamo da me ed io non resistetti.
Mi disse di non preoccuparmi per l’orario perché anche se la partita stava per finire gli altri animatori avevano previsto di trattenere con una specie di festa tutti i presenti in sala cinema.
La cosa da un lato mi diede fastidio perché pensai che era tutto programmato, dall’altro, pensando che aveva rifiutato Elena sicuramente più bella e sensuale di me, forse non voleva solo svuotarsi i coglioni. Ero anche un po’ frenata dal fatto che non avrei voluto tradire mio marito ma ripensai al pomeriggio e mi montò una rabbia che si tramutò in una spinta a vivere questa avventura.
Finimmo nella sua camera, varcai la soglia con la sua lingua in bocca sollevata da terra dalle sue possenti braccia con la passera all’altezza giusta. Mi avrebbe potuto scopare in piedi senza fatica da come ero bagnata. I capezzoli si erano rizzati di nuovo.
Entrati nella stanza mi calò sul bordo del letto sollevando il vestito e togliendomi le mutande quindi tuffandosi sulla mia patatina mugolando ad ogni leccata che mi dava.
Non capivo più nulla un’altra botta di calore salì dentro di me e venni stavolta senza trattenermi e, credo, anche urlando tutto il mio piacere. Ma Mauro non smetteva e, sebbene l’orgasmo fosse terminato, continuava a piacermi. Ma volevo il suo cazzo, o se o volevo per cui spinsi via la sua testa e mi trovai a dire una cosa che a mio marito non avevo mai detto.
“Tira fuori quel bell’uccello che hai in mezzo alle gambe che me lo voglio gustare tutto”.
In un secondo era nudo con il cazzo svettante a pochi centimetri dalla mia bocca. Ripensai per un attimo a tutte le descrizioni che la mia collega Sonja mi aveva fatto dei pompini a sconosciuti e mi dedicai a quel bel pezzo di carne con tutta me stessa. Cominciai a segarlo leccandogli le palle dopo averlo scappellato e dato due leccate per inumidirlo (peraltro inutilmente visto che era già fradicio dei suoi umori). Mentre avevo le palle in bocca gli facevo una sega lenta e quando la cappella era scoperta la strofinavo sul mio volto. Mauro gemeva e fr ai vari versi i siiii si sprecavano. Dopo 5 minuti avevo una voglia matta di essere presa, gli chiesi se aveva i preservativi e ne estrasse uno dal comodino vicino al lett. Lesto lo indossò. Volevo guidare io per cui lo spinsi sul letto e gli montai sopra. La cavalcata fu breve, entrambi eravamo troppo eccitati senti il suo cazzo gonfiarsi prima di esplodere poco prima di godere per la terza volta e la crescita e gli spruzzi dentro di me, insieme alle sue mani su tutto il mio corpo fecero si che fu il migliore dei tre orgasmi.
Continuò a pomparmi, nonostante avesse già finito di venire, fino a quando anche io non fui giunta completamente alla fine.
Che differenza con mio marito, Pietro veniva e gli tornava subito moscio e nemmeno per sbaglio quando io non ero ancora venuta si preoccupava del mio piacere se non distrattamente. Potevo dire che con Mauro era stato il miglior sesso di tutta la mia vita, per la situazione, le dimensioni e l’attenzione verso di me il paragone con mio marito era impietoso.

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One Comment

  • STEFANO FRATTI STEFANO FRATTI ha detto:

    Bellissimo racconto di coppia che puo’ tranquillamente essere reale e leggendo l’ultima frase puo’ spingersi oltre il racconto erotico diventanto una serie di capitoli molto interessanti, erotismo e sentimenti di vita mi auguro di leggere le avventure di Sara e i suoi pensieri ancora per molto .Grazie mille

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