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Hai capito la cognatina!

By 4 Luglio 2024No Comments

La prima cosa che notai, quando da fidanzato andai a casa della mia futura moglie Olimpia, fu la sorella più piccola Giada. Era completamente diversa, sia fisicamente che caratterialmente, ma aveva uno sguardo sfrontato che attirò la mia attenzione. Fortunatamente la mia ragazza, sua sorella, era troppo innamorata per accorgersi che ero interessato anche a lei e quindi potei studiarmela per bene senza pericolo di scalfire il nostro rapporto. Giada aveva appena terminato le superiori ma non aveva voluto continuare gli studi e quindi per il momento stava a casa in attesa di trovare lavoro. Olimpia invece già lavorava da anni. La maggioranza delle volte che andavo a casa loro, di solito quando riaccompagnavo a casa la mia ragazza che era uscita dal lavoro, lei stava o con una lunga tshirt o di inverno con la tuta. Il sabato e la domenica mattina invece indossava un camice e si dedicava alle pulizie della casa per avere il pomeriggio libero e uscire con il fidanzato.
Il primo momento in cui attirò la mia attenzione fu quando mi accorsi che sotto la maglietta non indossava il reggiseno e potevo vederle tranquillamente le tette. Certo non potevo stare lì a fissarla, ma occhiate furtive certamente non le facevo mancare. Poi spesso mentre faceva le pulizie, saliva sopra uno scaletto per arrivare in alto sui mobili e più di una volta ebbi l’occasione di guardarle le mutandine sotto la maglietta. Qualche altra volta sbirciai mentre si vestiva o si svestiva in camera sua. A poco a poco divenne un chiodo fisso, dovevo trovare il modo per godere di quella ninfetta.
Il primo problema, a parte Olimpia, era che Giada era fidanzata da anni con uno zotico semianalfabeta. Nonostante tutto però mi era simpatico anche se non avevamo nulla in comune, aveva l’abilità di risolvere ogni problema perché praticamente aveva conoscenze in tutti i campi: uffici pubblici, ospedali, forze dell’ordine, dovunque c’era un amico suo.
Il secondo problema era che ovviamente non avevo assolutamente idea di come fare, non potevo certamente farle delle avances mentre c’era la sorella presente.
E poi l’occasione mi fu servita su un piatto d’argento.
Un sabato sera il ragazzo di Giada aveva avuto un problema all’auto e quindi non erano usciti. Lei però era riuscita a convincerlo a lasciarla andare con la cugina a fare un giro. Verso le undici poiché Olimpia era molto stanca ritornammo a casa e dopo averla salutata me ne tornai a casa mia. Durante il tragitto in auto vidi da lontano un gruppetto di ragazzi tra i quali riconobbi Giada. Stavano facendo casino per strada con schiamazzi e risate sguaiate. Ad un certo punto vidi uno dei ragazzi che abbracciava la cugina di Giada cominciando a palparla e a baciarla. Lei non si sottrasse ma, dopo un po’ ripresero a camminare con lui che teneva un braccio attorno alla vita della cugina e l’altro sulle spalle di Giada. Mentre camminavano il ragazzo canticchiava una canzone oscena con la quale vantava le misure del suo uccello e così cantando abbassava una mano sul seno di Giada mentre con l’altra toccava il culo alla cugina. Nessuna delle due si scompose o mostrò segni di insofferenza, evidentemente gradivano il suo comportamento. Li seguii a debita distanza e vidi che il ragazzo alternava palpate al sedere e alle tette delle due cugine. Ad un certo punto il gruppetto si fermò e si formarono delle coppie che appartarono nel buio e presero a limonare. Solo il ragazzo che stava con Giada e la cugina rimase con loro due. Lo vedevo alternare le due ragazze dividendo le sue attenzioni e mettendo le mani dappertutto. Quando si stancarono di baciarsi lui volle qualcosa di più e quindi la cugina di Giada si inginocchiò e gli tirò fuori il cazzo dai pantaloni apprestandosi a prenderglielo in bocca. Lui però chiese a Giada che glielo prendesse prima un po’ in mano mentre lui la baciava e toccava le tette della cugina. Poi però quella reclamò la sua parte di cazzo e tolse la mano di Giada prendendoselo tutto in bocca. Il ragazzo allora prese a baciare Giada mentre con la mano frugava fra le sue cosce. Restarono così fin quando lui venne in bocca alla cugina. Dopo un po’ si salutarono e, mentre il gruppetto restava lì, Giada si avviò verso casa. La intercettai per strada invitandola a salire in auto per un passaggio. Lei accetto volentieri perché era già tardi e temeva che il fidanzato avesse qualcosa da ridire.
“Penso che avrebbe più da ridire su altre cose che sull’orario.”
“Cosa intendi? Quali altre cose?”
“Sai benissimo quali cose, fino a cinque minuti fa stavi facendo una sega al tuo amico mentre lui ti rovistava tra le gambe.”
Lei impallidì.
“Non avrai intenzione di dirglielo?”
“Non so, sono molto combattuto.”
“Se ti faccio un pompino starai zitto?”
“Vedo che non ti perdi d’animo.”
“Vai lì in quella traversa staremo tranquilli.”
Mi diressi dove aveva detto lei e parcheggiai l’auto, Giada si sfilò l’abitino nero che indossava e rimase solo con un piccolissimo perizoma.
“Dai tiralo fuori.”
Ero un po’ sorpreso dall’audacia e dalla decisione della ragazza però mi affrettai ad ubbidire.
“E non stare lì impalato toccami un po’ le tette, lo so che ti piacciono, mi sono accorta che me le guardi sempre.”
Mentre io le prendevo le tette in mano, come mi aveva ordinato, lei iniziò a baciarmi mentre con la mano mi massaggiava il cazzo per farlo diventare duro. Appena ebbe raggiunto il suo scopo abbassò la testa e me lo prese in bocca. Devo dire che ci sapeva veramente fare. I suoi tocchi erano davvero delicati ma profondi, non trascurava nemmeno un centimetro del mio uccello, massaggiandomi contemporaneamente le palle. Me la stavo godendo veramente.
“Il tuo cazzo mi piace, voglio vedere cosa si prova a sentirlo dentro, non è giusto che se lo goda solo mia sorella.”
Si tolse il minuscolo slip e si mise a cavalcioni su di me infilandosi il mio cazzo nella fighetta bagnata. Prese a muovere il culetto con passione cavalcando l’asta dura all’inverosimile. Venne quasi subito, forse già eccitata dalle effusioni con il ragazzo di prima. Si rimise sul sediolino a fianco e riprese a farmi il pompino finché le venni in bocca.
“Allora acqua in bocca, se sarai bravo magari ripetiamo l’esperienza, se mia sorella ti lascia un po’ di forze.”

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