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Erotici Racconti

L’isola – 1

By 7 Agosto 2024No Comments

I motori dell’aliscafo erano già in movimento e lei giunse all’ultimo minuto. Dovetti aiutarla ad imbarcarsi con le sue borse. Poi mi sedetti vicino all’oblò e vedevo lo scafo allontanarsi dalla banchina e puntare verso il mare aperto. E lei si sedette accanto a me.
Poteva avere circa 60 anni, era una donna piccola e magra, con capelli tagliati a maschietto. Sotto la canottiera non aveva reggiseno, solo due grosse punte che la sollevavano di qualche centimetro. Profumava, credo gelsomino; il viso era liscio, tirato.
-Grazie per l’aiuto – mi disse – ragazzo gentile, quindi.
Volli farle un complimento
– Beh, una bella signora ha diritto a certi riguardi.
– Bella , dici? Mmm… un complimento é sempre bello a riceversi. Ma posso avere quasi il triplo del tuoi anni.
– Che importanza ha, signora…
– Irene, e dammi del tu. Non sono poi così vecchia….e poi vorrei chiederti perché mi trovi “bella” come dici.
– Posso parlare liberamente?
– Certo, e senza censure. Siamo adulti, no?
– Beh, lei è…scusa, tu sei il tipo di donna che fa nascere desideri.
– Desideri osceni?
– Beh, si, almeno parlo per me stesso.
– Ma guarda ! Mi sembra quasi una proposta..- e scoppiò a ridere – Vieni all’isola? E viaggi da solo?
– Beh, sarei dovuto venirci con una ragazza, ma l’ho mandata….
– Litigato? Poco prima delle vacanze? Cosa è accaduto? Scusami, ma la curiosità è femmina, lo sai.
– Ho scoperto che si faceva il suo Capo ufficio, per ragioni di carriera, suppongo. Glie l’ho detto e lei mi ha proposto una…condivisione.
– Capisco. Però vedi, per una donna essere condivisa è troppo affascinante.
– Tu hai questa esperienza?
– Ah….si, l’ho avuta. Avere due uomini, magari insieme è una cosa bellissima per un donna. Cosa stai leggendo? – disse indicando il libro che avevo sulle ginocchia.
– Norman Mayler , una strana storia egiziana.
– Ah, ma quello parla di omosessualità. A te piace? Ti interessa?
– Non ho alcuna esperienza in materia e mi piacciono le donne.
– La trasgressione, il fascino della omosessualità maschile è questo, farsi femmina nel rapporto.
Il rullio ed il beccheggio dell’aliscafo provocava sonnolenza. Anche lei si era rilassata e sonnecchiava, ma uno dei suoi grossi capezzoli sfiorava il mio braccio; poi si girò del tutto verso di me e poggiò la testa sulla mia spalla. Lo strusciare del suo capezzolo sul mio braccio sembrava un movimento involontario, ma eccitava. E mi accorsi che lo faceva apposta, passandolo continuamente sul braccio. Oramai era pomeriggio tardi. I pochi viaggiatori sonnecchiavano.
– Puoi anche toccarmelo se ti piace – mi sussurrò – Mi piace essere toccata da un bel ragazzo, ma non farti notare. Vedo che il tuo bermuda si è sollevato, sei molto ricettivo al sesso.
A bordo spesero le luci bianche ed accesero quelle violette, per far riposare i viaggiatori. Saremmo arrivati quasi a mezzanotte all’isola.
– Non ha mai avuto un bel seno e non mi sono mai voluta farmelo riempire col silicone. Però è sensibilissimo.
Sentii la punta delle sue dita che sfioravano la patta del mio bermuda, lievemente. Le carezzavo il grosso capezzoli sulla canottiera e sentivo la sua eccitazione.
– Faremo i conti all’isola, ti farò pagare questa bella stimolazione. Strizzalo forte, mi piace. Ti farò capire quanto può essere bello con una donna matura.
– Sei sola all’isola ?
– Un bungalow insieme ad una amica, ma non ho nessun impedimento. E’ la prima volta che ci vieni?
– Beh, si.
– Ti hanno accettato forse perché la tua amica c’era già stata. Forse è lì che ha imparato la condivisione, all’isola è normale, ci veniamo per questo.
Arrivammo quasi a mezzanotte. Dovetti aiutarla di nuovo coi suoi bagagli e caricarli sul piccolo triciclo che fungeva da taxi. Seduti dietro il guidatore stavamo stretti ed a contatto. Le carezzai i capelli sulla nuca e lei si avvicinò con le labbra per essere baciata. Continuai a toccarle i grossi capezzoli, a strizzarglieli e torcerli e questo fatto la faceva godere.
– Sai che anche ai maschi dà piacere se imparano a stimolarli? Ma occorre chi te lo insegni…vedremo.
Un inserviente ci accompagnò fino ai bungalows . Il mio era più vicino. Lei posò le borse a terra mi prese e mi baciò in bocca, indifferente agli altri presenti. La sua amica, una donna alta a massiccia di statura mi sorrise, ma era quasi buio e non riuscii a vederla, solo il bianco dei denti nel sorriso.
Il giorno dopo mi alzai presto. Uscendo dal bungalow vidi due ragazze, belle davvero; indossavano slip da bagno e due camicette che tenevano sbottonate davanti e mostravano i loro seni nudi. Andai in spiaggia, verso l’ombrellone che mi avevano assegnato. Vidi due uomini distesi su un largo asciugamani che si baciavano in bocca; a riva un gruppo di donne giovani ed anziane, tutte a seno nudo. Cominciai a capire qualcosa di come si viveva sull’isola. Passai davanti all’ombrellone di Irene; stava distesa a seno nudo e seduta accanto a lei, la sua grossa amica, anche lei a seno nudo, un seno davvero grosso. Mi avvicinai e lei disse:
– Ora puoi baciarmi e baciarmeli.
La baciai in bocca e le feci un succhiotto su ognuno dei capezzoli.
– Dai anche un bacetto a Sandrina
Mi avvicinai alla donna e lei disse:
– Alessandra – disse lei – e nessuna parzialità, voglio lo stesso trattamento
Mi avvicinai alla sua guancia, lei si girò ed aprì la bocca; la bacai in bocca, aveva labbra spesse e molto eccitanti.
– Anche ai capezzoli? – le chiesi
– Si, e siccome le ho più grosse devi metterci più tempo.
Non era bellissima, Sandra aveva un viso ingenuo da ragazzina ed un corpo da donna vissuta, poteva avere 50-60 anni. Quel bacio mi era piaciuto molto.
– Vedi – disse Irene- sull’isola, almeno qui, ci sentiamo liberi. Anche le coppie sposate vengono qui per questo, ciascuno per quello che vuole fare o farsi fare. Ecco, guarda qui a fianco e capisci.
C’era un uomo alto e prestante che teneva la mano nello slip di una donna molto bella: la stava masturbando, si capiva dalle reazioni della donna. Vicino a loro c’era seduto un uomo anziano che li guardava.
– Quello seduto è il marito – disse Irene
– Si fa masturbare in pubblico? – chiesi
– Piacerebbe anche a me – disse Sandra – si vede che lui è molto abile a stimolarle il clito.
– Sandrina – disse Irene – accompagnalo a vedere l sentiero dietro le rocce. Però tu ricordalo – mi disse – sono io la tua prima scelta.
In fondo alla spiaggia dei lastroni di roccia precipitati dalla montagna, avevano formato un specie di sentiero tra la montagna e la spiaggia, dove era cresciuta vegetazione.
– Vedi, qui la gente viene a scopare, in ogni modo che gli piace.
Dietro i massi vidi per primo una donna inginocchiata a fare pompino, mentre un altro uomo, col cazzo eretto aspettava il suo turno. Più avanti c’era un ragazzo con le mani poggiate sulla roccia mentre un uomo lo stava inculando; vidi la sua espressione tra la sofferenza e la libidine e l’accanimento dell’uomo a colpirlo forte.
– Scandalizzato? – mi chiese Sandra – La nostra libertà è questa.
– Anche la tua?
– Prova allora; e vediamo come ti rispondo, ma prima devi leccarmi per eccitarmi di più. Poi lo raccontiamo ad Irene, lei lo ha fatto apposta a dirmi di accompagnarti.
Trovammo un posto dietro una roccia e protetto dalla vegetazione e lei si torse lo slip. Stava in piedi, con le gambe un po’ aperte, era depilata. Mi abbassai per passarle la lingua sul clito.
– Bravo – disse lei – continua un po’
– Hai una fica bellissima.
– Si, ed il clito molto grosso, sembra quasi un glande; succhialo e mordicchialo, poi ti dico io quanto lo voglio dentro
Non le diedi la possibilità di dirmelo, continuai a leccarla, a succhiarle le piccole labbra, la sentivo eccitata e volli farla venire, non mi fermai fino a quando non ebbe il suo orgasmo, fortissimo. Mi sollevò e mi baciò in bocca.
– Irena ha fatto buona pesca a trovarti. Bello come me lo hai fatto.
– Hai un orgasmo bellissimo,, Sandra, e mi piace molto il sapore della tua fica.
– Ti sta aspettando. Anche tu hai un cazzo bello e molto grosso. Vediamo come lo me lo fai.
Le feci poggiare le mani sulla roccia e la penetrai da dietro. Ci misi parecchio a venire, io sono così, venne di nuovo. Torcendosi sotto il cazzo, le venni dentro.
– Beh adesso sei anche tu la mia prima scelta. Sai da quanto tempo non venivo mentre sono penetrata? Qui, tipi come te sono molto richiesti, ma lo farai ancora con me e con Irene, stasera.

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