Riuscii a passare la sessione di esami di luglio con discreti risultati, nonostante le distrazioni che Luisa mi procurava.
Finiti gli esami non potei esimermi, con grande dispiacere, dal passare il resto dell’estate con i miei.
E fu durante quel periodo che mio padre mi dette l’annuncio di ciò che aveva intenzione di fare.
-“Sai Mauro,“ – mi dice una sera dopo cena – “ho ricevuto la liquidazione di un’assicurazione che avevo stipulato tanti anni fa. Sono diversi milioni di lire, così abbiamo deciso di fare un investimento. Vogliamo cercare un appartamento a Firenze, dove, finalmente, potrai vivere da solo e studiare con calma”.
La notizia mi arriva come una mazzata sul collo.
-“Ma non è necessario.” – cerco di ribattere – “Io sto bene da Luisa, coabitiamo benissimo ed in più sono a due passi dall’università, forse è meglio un altro tipo d’investimento”.
-“Non se ne parla nemmeno. Tu starai bene, ma non sappiamo se Luisa la pensa allo stesso modo. Ormai è un anno che stai da lei ed è ora di cercare un’altra soluzione, e poi ho già dato incarico a due agenzie di trovare qualcosa e farmi delle proposte”.
Non ribatto, tanto so che è inutile, ma dentro mi sento morire.
Il giorno dopo telefonai a Luisa e le detti la triste notizia.
Lei reagì in maniera più razionale di me, dicendo che tutto sommato la soluzione era giusta, avrei potuto studiare meglio ed ottenere migliori risultati.
-“Ma come avrei fatto senza di lei?” – pensai.
Passai il resto delle vacanze estive con la morte nel cuore.
Verso la fine di agosto telefonò una delle due agenzie invitandoci a visionare due appartamenti che si sarebbero resi disponibili i primi giorni di ottobre.
Così un giorno, con la famiglia, ci recammo a Firenze per visitare le abitazioni.
La prima fu subito scartata perché vecchia e fatiscente; troppi lavori da fare.
La seconda era un appartamentino carino, al terzo piano di una palazzina anni cinquanta, in zona Riffredi, quindi ad una mezzora dall’università con l’autobus.
Era composto da un ingresso che dava accesso, da una parte ad un saloncino e alla cucina, dall’altra parte a due camere con un bagno doccia nel mezzo.
Tutto sommato comodo e subito conquistò mia madre.
In più saloncino e cucina erano già arredati.
Mio padre iniziò subito le trattative d’acquisto e dopo giorni raggiunsero un accordo per fare l’atto a fine settembre, quando si sarebbe liberato.
La seconda settimana di settembre tornai da Luisa in attesa di trasferirmi nella mia nuova dimora.
Nei giorni che mancavano al mio trasferimento, oltre che frequentare l’università, mi occupavo di sistemare le cose che occorrevano a rendere abitabile la casa almeno per il periodo iniziale e Luisa, quando era libera, mi aiutò molto.
Durante quel lasso di tempo il suo atteggiamento cambiò, era molto distaccata, non girava più nuda, ma sempre con qualcosa addosso, anche se molto succinto.
Poi arrivò il giorno prima della separazione.
Luisa gira per casa senza tregua, sembra nervosa, non trova pace.
Poi dopo cena esordisce:
-”Vieni Mau, dobbiamo parlare”.
Ci sediamo sul divano ed è lei che inizia a parlare.
-“Questa è l’ultima sera che siamo assieme. È passato un anno da quando abbiamo cominciato a coabitare e sono successe tante cose tra noi due, alcune molte belle, altre un po’ meno, ma nel complesso credo che il bilancio sia stato positivo. Tu sei stato il mio primo uomo, il primo con cui ho fatto all’amore completamente, anche se avrei preferito farlo in maniera diversa”.
-“Ti prego,” – la interrompo – “non ricordarmi quel brutto episodio, di cui ancora mi vergogno, in cui mi sono comportato in maniera animalesca”.
-“Non devi vergognarti perché, anche se si è svolto in modo, forse, troppo repentino, mi hai fatto godere molto ed io non lo dimenticherò mai”.
A quelle parole mi sento sollevato ed il petto mi si gonfia d’orgoglio.
-“So, che a volte, ti ho fatto soffrire, diciamo che ti ho un po’ schiavizzato,” – dice sorridendo – “ma questo fa parte del mio carattere, un po’ sadico ed un po’ esibizionista. So di essere una bella ragazza, di piacere agli uomini e mi piace farmi ammirare, ma decido io come, quando e con chi andare”.
-“Ma tu,” – continua – “sei stato sempre buono, gentile, pieno di attenzioni con me, sin dal primo giorno che sei arrivato e questo ha sviluppato, tra noi, un rapporto diverso. Tutte le volte che mi hai dato piacere o che io l’ho dato a te, è stato perché c’era la volontà ed il desiderio di darsi piacere reciprocamente, un affetto, non voglio dire amore, ed un trasporto che con altri non ho mai provato”.
Quando finalmente lei ha finito e tace parlo io.
-“Cara Lu, hai usato delle parole che hanno descritto perfettamente il rapporto che c’è stato tra noi in quest’anno di convivenza. Tutto ciò che hai detto corrisponde perfettamente a ciò che penso di noi due. È vero a volte mi hai fatto soffrire e pure molto, tanto che a volte ho pensato d’impazzire; averti accanto sempre nuda, provocante e non poter fare nulla, tranne le volte che decidevi tu, ma, devo essere sincero, godevo di quella situazione, mi piaceva ed ora sono addolorato per la nostra separazione, ma spero che continueremo a frequentarci con lo stesso affetto di prima e che il nostro rapporto non finisca mai”.
Lei sorride avvicina il viso al mio e mi bacia.
Le sue labbra sono morbide, si aprono e la punta della sua lingua accarezza le mie.
Mi lascio trascinare in quel bacio appassionato che subito mi eccita e timidamente, mentre siamo allacciati, allungo una mano e le carezzo lentamente un seno, coperto solo da una leggera canottiera rosa.
Lei non si ritrae e mugola sulle mie labbra: “Continua… non ti fermare…”
Allora mi faccio audace e con la mano, abbasso la bretellina ed accarezzo il suo seno nudo, caldo, morbido e con il capezzolo già rigido.
Continuiamo a limonare per una decina di minuti durante i quali lei ha avuto modo di tastare per bene la mia erezione ed io la sua fighetta ben bagnata.
Poi mi ferma, si stacca dal bacio e sussurra: “Vieni andiamo di là” – mi prende per mano e mi conduce in camera sua.
-“Ti avevo promesso uno spettacolo privato col mio vibratore e stasera è l’occasione buona per mostrartelo. Mettiti seduto lì, davanti a me” – mi dice indicandomi la sedia davanti al letto.
Incredulo obbedisco e mi metto seduto.
Luisa solleva la canottiera, alza una gamba appoggiandola sul letto, aprendo bene le cosce e mettendo in mostra la vagina rossa e gonfia.
Comincio a sentire il sesso tirare dentro i boxer, li abbasso liberandolo e prendendomelo in mano, senza che lei obietti.
Si sfila completamente la canottiera rimanendo nuda, si stende sul letto ed inizia a palparsi i seni e a lisciarsi la figa.
Gioca con i suoi capezzoli tirandoli, si lecca l’indice ed il pollice, e comincia a ruotarli con le dita pregne di saliva.
Prende a sfiorarsi le labbra intime già piene di umori e stimola la clitoride fino a sentirla gonfia e dura sotto i polpastrelli.
A quella visione accelero i miei movimenti, vedo i suoi seni duri ondeggiare ad ogni sua contrazione, le sue dita sono lucide di umori che colano anche sulle cosce nude e bianche.
Ad un certo punto, Luisa si china e tira fuori una scatola dal comodino.
La apre e ne estrae un vibro blu, di quelli doppi sia vaginali ed anali.
-“Questo è nuovo, ti piace?” – mi chiede sorridendo.
Non rispondo, ho la gola secca dall’emozione.
Se lo porta prima sul viso, lo passa sulle labbra facendolo roteare un pochino, poi chiude gli occhi e lo fa scendere lungo il collo.
Maneggia per alcuni secondi, mettendosi seduta sul letto, aprendo uno sportellino che sembra contenere delle pile, ed ad un certo punto l’oggetto che ha in mano inizia a vibrare.
Allora riprende a passarlo sul collo e sui seni, su entrambi i capezzoli che ha raccolto vicini con la mano libera, chiude nuovamente gli occhi in un espressione estatica di piacere e se lo porta alle labbra insalivandolo per bene.
Al vedere quelle espressioni di lussuria inizio a masturbarmi lentamente per durare il più a lungo e non sprecare quella visione.
Intanto Luisa ha spostato il vibro in mezzo alle cosce, facendolo roteare in senso orario e antiorario fra le sue labbra intime totalmente aperte, tra le quali si intravede la clitoride, che sicuramente deve essere durissima ed eccitata.
Si sdraia sul letto e lentamente fa scomparire la punta dentro la figa ed inizia un lento movimento di entra ed esci; il dildo più piccolo è puntato contro la clitoride e la stimola con la sua vibrazione.
Poi si ferma, lo estrae, prende dal comodino un tubetto e ricopre le estremità del vibro con qualcosa di liquido e trasparente.
Poi se lo riporta tra le cosce. lo infila di nuovo nella figa, ma questa volta la parte piccola è contro il suo buchetto posteriore.
Riprende il lento movimento di entra ed esci e vedo sparire il vibro dentro di lei, sia davanti che dietro.
Sto masturbandomi da un pezzo ed a quella visione non resisto; accelero i movimenti e cerco l’orgasmo.
Ma lei mi blocca.
-“Vieni Mauro.” – mi dice con voce roca, sfilandosi il vibro dal ventre – “Vieni da me, ti voglio”.
A quell’invito, mi alzo e salgo sul letto e lei mi accoglie tra le sue cosce spalancate.
Non c’è bisogno di preliminari, dopo i giochini col vibro, lei è già pronta; il mio membro trova da solo la strada e s’immerge in nella sua vagina fradicia di umori.
-“Aaahhh…” – il suo è un gemito di soddisfazione, solleva le gambe e me le allaccia in vita per sentirmi più in profondità.
È talmente eccitata che bastano pochi affondi e la sento cominciare a fremere, le pareti della vagina si contraggono attorno al cazzo.
-“Ooohhh sììì… Come ti sento… Non ti fermareee…”
Le sue parole mi danno la carica ed affondo in lei sempre più veloce.
-“Eccooo… Daiiii… Vengooo…”
Inizia a tremare, la guardo in viso, ha gli occhi chiusi, la bocca spalancata, il respiro affannato dal piacere.
Vorrei venire anch’io ma sono troppo preso dal guardarla mentre gode, così mi trattengo, anche se mi costa un’enorme fatica.
Lentamente si riprende dal nirvana dell’orgasmo, mi abbraccia forte e mi bacia.
-“Ma tu non sei venuto!!” – esclama accorgendosi che sono ancora duro e profondamente piantato in lei.
.”Aspetta” – mi fa e con un colpo di reni mi rovescia sul letto e mi siede sopra, ben impalata su di me.
Poggia le mani ai lati delle mie spalle ed incomincia a muovere il ventre in una lenta e sensuale danza.
Le pareti della figa mi avvolgono come un guanto e mi stimlano, mentre lei continua nel lento movimento; si solleva fino a lasciarsi dentro solo la cappella, poi ridiscende ad impalarsi completamente sull’asta e ricomincia.
In poco tempo sono sull’orlo del godimento.
-“Aaahhh… Lu così non resisto… Sto per godereee,,,”
-“Vieni, vieni… tra poco ci sono anch’iooo… Lasciati andare”.
Quelle parole hanno su di me un effetto dirompente, inarco la schiena e profondamente piantato in lei rompo gli argini e mi lascio andare ad una copiosa sborrata, a lungo trattenuta, che le allaga l’utero.
-“Ooohhh… Sììì… Godooooo…” – urlo.
-“Siii… Ti sento… Mi stai riempendooo,,, Godooo… Godo anch’iooo… Con teee…” – urla insieme a me.
Scemato il piacere, il membro lentamente si ammorbidisce uscendo dalla vagina ben piena ed un abbondante rivolo di sperma fuoriesce colandomi sull’inguine.
Luisa si stende accanto a me, la testa nell’incavo della mia spalle ed io passo un braccio attorno alle sue, stringendola a me.
-“Mi spiace Lu,” – le dico carezzandola – “non sono riuscito a trattenermi ed ad uscire”.
-“Non ti preoccupare. Da circa due mesi prendo la pillola e poi non sono nel periodo fertile”.
Tranquillizzato la bacio sulla fronte.
-“Abbracciami” – mi chiede girandosi di spalle.
Mi metto a cucchiaio dietro di lei e l’abbraccio, prendendole con la mano un seno caldo e morbido.
Data la posizione il mio uccello è appoggiato in mezzo alle sue natiche ed il contatto non tarda a fargli riprendere consistenza.
-“Ehi ma ti stai eccitando di nuovo!!! – esclama – Ti sei già ripreso?”.
-“Merito del tuo culetto”.
-“Ti piace eh? Vorresti anche lui”.
-“Beh, non mi dispiacerebbe”.
-“Lo so. Sarebbe la mia seconda verginità che prenderesti. Ma ancora non sono pronta, non l’ho mai fatto e ho un po’ paura”.
-“Neanch’io l’ho mai fatto, l’ho solo visto nei film porno. Però prima, col vibro, ci hai giocato per bene”.
-“Il vibratore non è grosso come il tuo uccellone” – mi dice dandomi uno schiaffo sulla coscia.
-“Però possiamo fare un’altra cosa” – fa mettendosi a sedere.
Si gira e si mette in ginocchio. a pecorina, piazzandomi il culo davanti al viso.
-“Comincia col baciarlo” – ordina.
Ed ecco che rispunta il suo lato da Padrona.
Comunque non me lo faccio ripetere, mi inginocchio dietro di lei, le allargo le chiappe e do una lunga slinguata, partendo dalle labbra della figa ed arrivando al buchetto.
Sulla lingua sento il sapore del mio sperma, di cui, la sua figa è ancora piena, ma non mi dispiace, anzi mi eccita.
Rifaccio il percorso all’inverso e poi ancora su; lì mi fermo cominciando a lappare per bene l’ano.
-“Ooohhh ci sai fare con la lingua Mau. Continua così, mi piace!!!”.
Ed io continuo a leccare quel buchino che mi attrae enormemente, irrigidisco la lingua e cerco di penetrarlo.
Da come scuote il culo e da come mugola, penso di fare la cosa giusta.
-“Sììì… Che bellooo… Continuaaa… Mi fai uscire di testaaa,,,”- grida con voce arrochita. dal piacere.
Dopo un po’ di quel trattamento sento che inizia a tremare, il culo si agita in maniera scomposta; passa una mano dietro, sulla mia testa e mi ferma.
-“Basta. Prendimi ora,” – mi chiede – “così da dietro come hai fatto la prima volta”.
Mi alzo dietro di lei, mi prendo con la mano il membro duro come un bastone e lo punto in mezzo alle labbra della vagina.
Una leggera spinta e la figa, ben lubrificata dai suoi umori e dallo sperma che contiene, sembra risucchiarmi fino in fondo.
-“Ooohhh come sei duro!!!” – esclama – “Ti sento così bene… Fino in fondo!!!”
Appoggio le mani sulle sue chiappe e le allargo per poterlo spingere il più a fondo possibile.
La cosa le piace, dondola la testa a destra e sinistra mugolando parole senza senso.
-“Mettimi un dito dietro.” – mi chiede appoggiando la testa sul cuscino – “Voglio provare com’è la doppia penetrazione”.
Appoggio una mano in mezzo alle chiappe, faccio colare un po’ di saliva e col pollice comincio a spalmarla sul suo buchetto.
Lo sento morbido e arrendevole, col polpastrello provo a forzarlo e, inaspettatamente, la prima falange viene come risucchiata all’interno.
-“Aaahhh…” – geme e sento il muscolo irrigidirsi.
Continuo a pomparla e lei poco a poco si rilassa e lentamente entra anche la seconda falange.
Inizio a farlo entrare ed uscire, continuando a scoparla.
-“Aaahhh adesso va bene!!!” – sussurra – “Continuaaa…”
Ed io continuo, con il cervello che bolle; la vista del cazzo che entra ed esce dalla figa, del dito che la sodomizza, la sensazione che mi da il suo sfintere contraendosi sul dito, il tutto mi sta portando velocemente all’orgasmo.
-“Oh mamma mia, che bello!!!” – quasi urla – “Sento dito e uccello che si toccano all’interno, è una sensazione bellissima!!! Non ti fermare, sto per godereee…”
Continuo a pomparla ed ad un tratto la sento irrigidirsi, la sua figa si contrae sul mio cazzo e parte per l’orgasmo.
-“Oh sìììì… Godooo…” – urla.
Le contrazioni delle pareti della figa che mi massaggiano stringendomi l’uccello, mi danno il colpo finale; tolgo il dito, l’afferro per i fianchi e con un grugnito vengo anch’io, riversando un’altra valanga di sperma dentro di lei.
Si lascia andare sul letto ed io la seguo rimanendo ancora dentro, spossato.
-“Caspita, mi hai riempita!!!” – fa passandosi una mano tra le cosce, quando il cazzo, ormai morbido, esce – “Speriamo che la pillola funzioni” – fa ridacchiando, si alza e va in bagno.
Quando torna si sdraia accanto a me.
-“Caspita se me ne avevi messo dentro un bel po’, non finiva più di uscire!!!”.
-“Dormiamo,ora.” – dice dandomi le spalle – “Abbracciami come quella sera che ero ubriaca e tu mi hai coccolata”.
L’abbraccio stretta e dopo poco ci addormentiamo profondamente.
L’indomani mattina mi sveglia la luce che entra dalla finestra aperta.
Mi alzo silenziosamente, lei dorme placida.
Entro in bagno e mi faccio una doccia, ripensando agli avvenimenti della notte.
Luisa si è donata a me con tutta se stessa, come se fosse l’ultima volta e come non aveva mai fatto prima.
Mi vesto, le do un bacio sulle labbra, socchiuse in un leggero sorriso e tristemente esco verso una nuova vita.
Da quella notte di passione, con Luisa ci siamo rivisti più volte, per mangiare una pizza assieme, oppure la invitavo a cena nel mio appartamento, o per andare insieme da qualche parte, almeno fino a che sono rimasto a Firenze, ma non abbiamo mai più fatto sesso.
Poi Luisa ha incontrato un medico che lavorava con lei, si sono frequentati, i nostri incontri si sono diradati; dopo qualche anno di convivenza si sono sposati.
Oggi, a distanza di quasi quarant’anni dai fatti narrati, Luisa ha due figli più che trentenni, un maschio ed una femmina, della quale io sono il padrino di battesimo ed è anche diventata nonna della prima nipotina; ma quando c’incontriamo, anche in mezzo ad altre persone, ci guardiamo negli occhi, complici di un passato che appartiene solo a noi due.
FINE
I commenti e i suggerimenti sono ben accetti, scrivetemi pure a miziomoro@gmail.com
Quanto vorrei che il live action di disney fosse più simile a questo racconto! Scherzi a parte: divertente, interessante, bel…
grazie amore
Non credo di aver avuto il paicere, ma grazie intanto della lettura.
Leggendo i tuoi racconti continua a venirmi in mente Potter Fesso dei Gem Boi
grammaticalmente pessimo........