Con Carlotta la vita proseguiva bene, tra vita “normale” e le nostre trasgressioni, che cercavamo di tenere sempre divise e distanti. Una sera mentre eravamo a letto a farci un po’ di coccole mi venne un desiderio e provai a sondare con lei la sua disponibilità. “Ci stai se uno dei prossimi venerdì sera scrivo un copione che leggerai solo in macchina mentre andiamo dove io ho deciso e rispetti la trama e fai tutto quello che c’è indicato? Ti prometto che non farò nulla di estremo che possa essere spiacevole, ma molto trasgressivo sì però…”. Come al solito Carlotta quando inizio a parlarle di fantasie e di avventure si bagna immediatamente e si eccita e anche quella volta non si smentì. Me lo tirò fuori dai boxer immediatamente e mentre me lo succhiava con avidità continuava a ripetermi che sono un porco, ma che mi amava soprattutto per questo e che non vedeva l’ora di scoprire cosa avevo in mente per quella sera.
Il venerdì seguente inizia nel primo pomeriggio a stuzzicarla, mandandole messaggini al lavoro e poi dicendole come volevo si vestisse quella sera.
L’avrei aspettata al bar vicino a casa nostra per un bicchiere alle 22.
Arrivò con 10 minuti di ritardo, ma perfettamente vestita secondo copione. Vestitino leggero di Versace, colorato, coprispalle azzurro come le scarpe, sempre di Versace, tacco 12 a spillo, rigorosamente senza slip. Non doveva vedersi alcun segno. Era meravigliosa nel suo outfit, con un trucco leggero ma che valorizzava il suo viso angelico, ma provocante.
Due calici di Krug a scaldare l’ambiente e poi uno scambio di effusioni che alzarono la nostra temperatura corporea. Sembravamo due adolescenti in calore.
Salimmo in auto verso le 23:30 e le consegnai un foglio A4 con descritte un paio di situazioni. Mentre guidavo la vidi spalancare gli occhi, poi infilare una mano sotto la gonna e portare la sua mano alla mia bocca. “Sono fradicia”.
Arrivammo a una discoteca estiva di Manerbio, nel bresciano, e appena entrammo come da programma si andò alla ricerca del “fortunato”. Dovevo stare un po’ a distanza per evitare che pensassero fosse impegnata, ma nello stesso tempo non volevo perderla d’occhio. Alla fine vide un ragazzo che ballava a centro pista, si voltò verso di me, mi schiacciò l’occhio e andò a ballare vicino a lui. Era di una sensualità stravolgente, non avevo dubbi che il ragazzo, a meno che fosse gay, cadesse nella “trappola”.
E così fu.
Lo vidi approcciare con un sorriso, ballando un po’ accanto a lei, sfiorandola col corpo e poi invitandola a bere qualcosa. Tutto secondo piano. Moro, fisicamente bello, un tatuaggio che si intravedeva sul petto parzialmente coperto da una camicia bianca, jeans che mettevano in mostra un fisico atletico.
Dopo un paio di mojito lui prese coraggio e iniziò ad allungare le mani, lei lo lasciava fare e, anzi, ricambiava infilandole la mano, con le unghie appena fatte, sul petto sbottonando la camicia. Lui si avvicinò per un bacio, lei ricambiò e vidi da distante nle loro lingue ingarbugliarsi. Ero eccitatissimo.
Lei sussurrò qualcosa all’orecchio del ragazzo e si avviarono verso l’esterno, nel giardinetto dove non mancavano gli angoli nascosti.
Come da copione rimasi seduto, col cuore in gola ad aspettare seduto sul divanetto. Passarono 20 minuti che a me sembrarono mille. La vidi arrivare, con gli occhi luminosi, che sprigionavano energia. Mi saltò al collo. “Ora baciami, amore”. La baciai e sentii, inconfondibile, il sapore di sperma di un altro uomo. La baciai con una passione incredibile, scambiando con lei quel che rimaneva di una venuta immagino copiosa. La tocco sotto al vestitino, è un lago. Mi dice “mamma mia che voglia di cazzo che ho..:”.
Mi racconta che Matteo (il ragazzo moro) aveva un bellissimo cazzo, scuro, grande. Lui voleva scoparla, ma lei con una scusa le ha detto che gli avrebbe fatto solo un pompino. Non se lo fece ripetere due volte e si godette il servizio. “Ma non veniva mai amore, era resistentissimo. Ho dovuto leccargli anche le palle per farlo venire e ne ha fatta talmente tanta che non sono riuscita a trattenerla tutta per te.”
“Ora però continuiamo il copione, mi hai promesso un bel cazzone al club, andiamo ti prego, non resisto. O mi fai scopare alla svelta o torno da Matteo e me lo faccio qui davanti a te”.
Il nostro club preferito a Desenzano ci aspettava, arrivammo e Thomas, il nostro amico bull con il quale avevamo già giocato alcune volte, era già in attesa al bancone del bar.
“Ciao Thomas, mi spiace farti fretta, ma o andiamo in una saletta privè entro 5 minuti o Carlotta la dà al primo che passa, da come è eccitata”. Scoppiò a ridere, la baciò e la condusse immediatamente nella saletta che aveva prenotato.
“Ci vediamo tra un’oretta, come da tuo desiderio” mi disse Carlotta. E chiuse la porta entrando con il suo stallone.
una bella mogliettina caliente…
un racconto nel racconto… bello sarebbe poter giocare con lei, e poi che tu possa venire a conoscenza di tutto tramite un mio racconto erotico, se ti piace scriviamoci fantasticoscrittore@virgilio.it