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Harry, Fleur & Ginny nella dominazione del piacere

By 24 Dicembre 2024No Comments

Questa fanfiction è un’opera di fantasia creata esclusivamente per scopi di intrattenimento. I personaggi, gli eventi e le situazioni descritti sono immaginari o ispirati a opere esistenti, e non sono intesi a rappresentare la realtà o persone reali. Tutti i diritti sui personaggi originali appartenenti a opere di terze parti restano di proprietà dei rispettivi creatori. Il contenuto di questa fanfiction include temi erotici ed è destinato esclusivamente a un pubblico adulto (18+). Se hai meno di 18 anni o se temi di trovare tali contenuti inappropriati, ti invitiamo a non proseguire nella lettura. L’autore non si assume responsabilità per eventuali fraintendimenti o interpretazioni del contenuto. Ogni elemento è stato scritto nel rispetto della creatività narrativa e senza intento offensivo o dannoso.

Buona lettura e scrivete nei commenti cosa ne pensate. Accetto consigli e suggerimenti, anche per eventuali racconti futuri.

Harry, Fleur & Ginny nella dominazione del piacere

Harry era arrivato per le vacanze di Natale a casa di Ron. La famiglia era al completo, inclusa Ginny, mentre Hermione sarebbe arrivata nei prossimi giorni. Quella mattina, il sole era già alto quando aprì gli occhi. Ron dormiva ancora profondamente, il suo respiro ritmico riempiva la stanza. Harry si alzò in silenzio, muovendosi con cautela per non disturbare l’amico.
Il tempo trascorso in quella casa aveva avuto un ritmo tranquillo, ma dentro di sé sentiva un fermento irrequieto. Non aveva ancora visto Ginny, e il pensiero di lei lo tormentava. Non era più una relazione ufficiale la loro, ma ogni occasione per incontrarsi di nascosto, per rubare un bacio o lasciarsi andare a momenti d’intimità, era un fuoco che continuava a bruciare.
Si diresse alla finestra, la luce del mattino che filtrava delicata gli accarezzava il viso. Nonostante il freddo dell’inverno, il calore del suo corpo sembrava sfidare le temperature. Come ogni mattina, il suo corpo rispondeva alla giovinezza e ai desideri trattenuti: un’erezione pulsante gli ricordava che era vivo, giovane, e pieno di impulsi che non poteva ignorare.
Si passò una mano tra i capelli spettinati, il pensiero fisso a Ginny. A quelle volte in cui le mani di lei gli sfioravano il collo, alle sue labbra morbide che cercavano le sue con una fame insaziabile. Quei ricordi accendevano qualcosa di irresistibile, un desiderio crudo e indomabile che Harry non poteva, e forse non voleva, reprimere.
Harry si mosse lentamente, uscendo dalla stanza solo con i boxer addosso. Non sapeva dove la madre di Ron avesse sistemato i suoi vestiti, ma li avrebbe cercati dopo. Per ora, la priorità era il bagno sul piano.
Avvicinandosi alla porta, un suono catturò la sua attenzione: una voce leggera e melodiosa, che cantava piano, quasi coperta dal rumore dell’acqua che scorreva. C’era qualcosa di ipnotico in quel canto, una dolcezza che sembrava sospesa nell’aria. Harry si fermò, combattuto tra il desiderio di restare discreto e la curiosità che lo bruciava dentro.
Il cuore gli batteva forte nel petto. Pensò al mantello dell’invisibilità, ma non lo aveva con sé. Respirò profondamente, prese coraggio e, con movimenti lenti, abbassò la maniglia. Se qualcuno l’avesse sorpreso, avrebbe recitato la parte del ragazzo assonnato e distratto. La porta si aprì silenziosa, e lui sbirciò dentro.
Il vapore riempiva la stanza, e attraverso il vetro appannato della doccia, vide Fleur. Era lì, nuda, immersa nella sua routine mattutina, completamente ignara di essere osservata. La sua pelle candida brillava sotto il getto dell’acqua, liscia e perfetta, come se fosse stata scolpita dalla luce stessa. Le mani delicate si muovevano con lentezza, passando il sapone su quel corpo da sogno.
Harry rimase immobile, il respiro sospeso. Ogni dettaglio di lei sembrava amplificato: la curva morbida dei seni, pieni e sodi, con i capezzoli rosati che si tendevano sotto il getto dell’acqua; il ventre piatto e sinuoso che si congiungeva dolcemente a una fessura liscia e invitante, priva di peli, così perfetta da sembrare irreale. Il sapone scivolava lento sulla sua pelle, seguendo le linee del suo corpo con una sensualità che sembrava fatta apposta per farlo impazzire.
Fleur aveva gli occhi chiusi, il viso rilassato, immersa in quella bolla di intimità. Le sue dita, eleganti e affusolate, esploravano il proprio corpo con gesti fluidi, spingendo la schiuma giù lungo le cosce levigate. Continuava a cantare sottovoce, e la melodia si mescolava al ritmo dell’acqua che scorreva, creando un’atmosfera surreale e irresistibilmente erotica.
Harry sentì il sangue ribollirgli nelle vene, mentre il suo sguardo restava incollato a quella visione, consapevole che stava violando un confine, ma incapace di distogliere gli occhi. Era ipnotizzato da ogni movimento, ogni curva, ogni goccia d’acqua che si infrangeva contro il suo corpo perfetto. Fleur sembrava una creatura eterea, una fata dell’erotismo che si muoveva con una grazia sensuale, trasformando quel semplice gesto in una scena di pura tentazione.
Harry non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Fleur era, senza dubbio, una delle donne più belle che avesse mai visto. Ogni curva del suo corpo sembrava disegnata per accendere desideri, e il pensiero che fosse sposata con Bill, un Weasley tutto sommato anonimo, lo lasciava perplesso. Bill non era particolarmente bello, né brillante. Eppure, era riuscito a sposarla.
Il pensiero gli scavava nella mente, mentre gli occhi continuavano a indugiare su quel corpo perfetto. Fleur non era solo bella: emanava una sensualità naturale, quasi pericolosa. Era una di quelle donne che facevano girare la testa a chiunque, e Harry si convinse che non poteva essere rimasta fedele. Quante mani avevano accarezzato quella pelle? Quanti uomini si erano persi tra quelle cosce lisce e invitanti? Era sicuro che non poteva essere una moglie devota. Con uno sguardo così malizioso e un corpo del genere, doveva aver tradito Bill più volte.
Perso in questi pensieri, sentì il proprio corpo rispondere senza controllo. Il cazzo era duro, pulsante, e premeva con forza contro la stoffa dei boxer. Cercò di riportare la mente altrove, ma ogni movimento di Fleur, ogni scia di sapone che scivolava lungo la sua pelle, lo teneva incatenato. Non si accorse di nulla, immerso com’era nelle sue fantasie, finché il rumore dell’acqua cessò improvvisamente.
Quando alzò lo sguardo, fu troppo tardi. Fleur lo fissava, in piedi fuori dalla doccia. La sua pelle bagnata brillava sotto la luce fioca del bagno, e gocce d’acqua scivolavano lente lungo i seni e le cosce. Si prese qualche secondo per squadrare Harry da capo a piedi, senza nascondere un sorriso divertito. I suoi occhi si abbassarono senza pudore verso la sua erezione evidente, e il sorriso si fece ancora più malizioso.
Harry rimase paralizzato, come se il mondo si fosse fermato. Il sangue gli martellava alle tempie, e sentì il viso diventare di un rosso acceso, mentre il suo cervello cercava disperatamente qualcosa da dire o fare. Ma niente arrivò.
Fleur inclinò leggermente la testa, come se si divertisse a studiarlo, quel ragazzino impacciato con il cazzo duro che non sapeva dove nascondersi. Harry, preso dal panico, afferrò la porta e la richiuse in un movimento goffo, prima di correre in camera, con il cuore che gli batteva a mille.
Una volta dentro, si lasciò cadere sul letto, il respiro pesante e il corpo ancora in tensione. L’immagine di Fleur nuda, con quel sorriso malizioso e il corpo che sembrava uscito da un sogno erotico, era incisa nella sua mente. Ogni dettaglio di lei era ancora lì, vivido, come un marchio che non riusciva a cancellare.
In camera, Ron si alzò finalmente dal letto e, vedendo Harry ancora in boxer, gli passò alcuni dei suoi vestiti. Erano decisamente larghi per lui, che era più magro, ma non aveva scelta. Li infilò alla meglio e si preparò a scendere per la colazione.
Al piano di sotto, la famiglia Weasley era già al completo, radunata attorno al lungo tavolo, immersa nel chiacchiericcio e nell’odore invitante di caffè e pane tostato. Harry si fece avanti con un’aria distratta, ma appena Fleur alzò lo sguardo e i loro occhi si incontrarono, il mondo sembrò fermarsi. Un tuffo al cuore lo colse di sorpresa, seguito da un fremito inconfondibile che si fece strada nei boxer, dove il suo cazzo rispondeva immediatamente alla sua presenza.
Ron si sedette senza pensarci troppo, lasciando ad Harry l’unico posto rimasto libero: proprio di fronte a Fleur. Harry si sistemò a fatica, cercando di non alzare troppo lo sguardo, ma il richiamo era irresistibile. Fleur era impeccabile, con quel suo sorriso appena accennato che sembrava saperla lunga. Ogni suo gesto trasudava una sensualità naturale e pericolosa, che Harry faticava a ignorare.
La signora Weasley portò loro il caffè, e tutti iniziarono a mangiare e a chiacchierare. La tavola era animata, ma Harry era insolitamente silenzioso, troppo distratto da quella presenza davanti a lui. I suoi occhi, nonostante tutti i suoi sforzi, continuavano a tornare su Fleur: il modo in cui le labbra si chiudevano intorno al bordo della tazza, o come le dita sottili giocavano distrattamente con la forchetta. Ogni movimento sembrava studiato per provocarlo.
Quando la madre di Ron chiese cosa avrebbero fatto nel pomeriggio, Harry rispose che sarebbero andati in città. Non aveva ancora finito la frase, quando sentì qualcosa sfiorargli la gamba. Si irrigidì immediatamente, e il respiro gli si fermò. Con un movimento lento e quasi impercettibile, alzò lo sguardo verso Fleur, che lo stava già guardando.
Il suo sguardo era carico di malizia, e sulle sue labbra aleggiava un sorriso sottile, quasi invisibile, che sembrava fatto per lui e solo per lui. Poi, accadde di nuovo. Il piede di Fleur si mosse sotto il tavolo, questa volta con maggiore intenzione, accarezzandogli la gamba in un modo che non lasciava spazio a equivoci.
Harry sentì il cuore accelerare e il sangue ribollirgli nelle vene. L’immagine della doccia, della sua pelle perfetta, dei suoi seni pieni e di quel corpo così dannatamente provocante si mescolava al tocco di quel piede che sembrava chiedere altro.
Il suo respiro si fece più pesante. Si ritrovò, senza volerlo, a immaginare la propria lingua che percorreva quel piede sottile, i baci che si sarebbero spinti lungo la caviglia e oltre. Lo vide, nella sua mente, inginocchiato davanti a lei, adorandola come la dea che era, bevendo ogni suo movimento, ogni sua espressione, come se fosse una preghiera proibita.
Fleur continuava a guardarlo, imperturbabile, mentre il piede disegnava linee lente sulla sua gamba, il suo sorriso sempre più provocante. Harry si sentiva come intrappolato in un gioco di cui non aveva chiaro il finale, ma che già lo consumava dall’interno.
Harry sentiva il cazzo duro pulsare nei pantaloni comodi che Ron gli aveva prestato, mentre il piede di Fleur si muoveva sempre più audace sulla sua gamba, risalendo con una lentezza esasperante. Cercava di non guardarla, ma ogni tanto i suoi occhi ricadevano su di lei: quel vestitino lilla, una vestaglia leggera che si fermava appena sotto il ginocchio, lasciava intravedere il contorno delle sue forme perfette. I capelli, ancora umidi dalla doccia, cominciavano ad asciugarsi, riprendendo quel colore quasi bianco, etereo, che sembrava renderla ancora più irresistibile.
Harry era completamente rapito. Il mondo attorno a lui si era ridotto a quel piede che gli accarezzava la gamba, la stoffa del vestito che accarezzava le sue cosce, il sorriso malizioso che lei cercava di mascherare con un’espressione innocente. A stento riusciva a seguire le conversazioni a tavola; le voci si mescolavano in un brusio indistinto, mentre lui si perdeva nei movimenti di Fleur.
Poi, all’improvviso, sentì il calore del piede di lei attraverso la stoffa dei pantaloni, proprio sopra la sua erezione. Un brivido gli percorse la schiena, e il respiro gli si fermò per un istante. Cercò di rispondere a una domanda della signora Weasley, ma incespicò goffamente nelle parole, il volto che si fece di colpo rosso acceso.
Ginny lo guardò con aria interrogativa, senza capire cosa gli stesse succedendo. Ma Harry non poteva fare altro che abbassare lo sguardo, cercando di controllarsi mentre il piede di Fleur premeva con più decisione contro il suo cazzo. La pressione aumentava lentamente, un massaggio ritmico che lo stava portando al limite.
Fleur, intanto, recitava la parte della moglie perfetta. Sorrideva dolcemente a Bill, seduto accanto a lei, conversando in modo amorevole e naturale, come se niente stesse accadendo. Ma Harry lo sapeva bene: sotto il tavolo, nascosta agli occhi degli altri, quella donna lo stava masturbando senza vergogna.
Era una provocazione feroce, studiata per distruggerlo. Ogni pressione, ogni movimento del piede sembrava calcolato per farlo impazzire, mentre lei manteneva un’aria di assoluta innocenza, come se non fosse una troia sfacciata che godeva nel sedurlo e provocarlo davanti a tutta la famiglia. Harry si sentiva intrappolato, incapace di fermarla e, al tempo stesso, completamente soggiogato dalla sua audacia.
Ogni fibra del suo corpo voleva reagire, ma era paralizzato, intrappolato in quel gioco perverso, il cuore che batteva forte e il respiro sempre più pesante. Fleur non smetteva di sorridere, il suo piede muovendosi con lentezza torturante, mentre Harry cercava disperatamente di non lasciarsi andare e mantenere almeno una parvenza di controllo.
Bill si schiarì la voce mentre finiva il suo caffè e disse:
“Devo andare in città a sbrigare alcune commissioni. Tornerò nel pomeriggio.”
Fleur, che fino a quel momento sembrava assorta nella conversazione, alzò lo sguardo con il suo solito sorriso gentile, ma la pressione del suo piede contro il cazzo duro di Harry aumentò improvvisamente, strappandogli un sussulto appena percettibile. Con voce calma e melodiosa, intervenne:
“Ah, è un peccato, Bill, perché avrei bisogno di un po’ di aiuto per sistemare alcune cose in soffitta… Ci sono scatole pesanti che non riesco a spostare da sola.”
Harry sentì il cuore accelerare, mentre il piede di Fleur si muoveva con lentezza esasperante sulla sua erezione, quasi a volerlo sfidare apertamente. Ron, seduto accanto a lui, rispose senza pensarci troppo:
“Mi spiace, ma ho già promesso a George che lo avrei aiutato con alcune pozioni per il negozio. Forse Harry può darti una mano?”
Fleur sorrise in modo appena più marcato, mantenendo il suo tono impeccabilmente innocente:
“Oh, sarebbe perfetto. Harry, che ne dici? Ti andrebbe di aiutarmi? Non vorrei approfittare, ma sei così gentile…”
Harry si sentì preso alla sprovvista. Il piede di Fleur continuava il suo movimento lento e insistente, mandandogli scosse di piacere che rendevano impossibile pensare lucidamente. Deglutì a fatica e, cercando di non tradire l’agitazione che lo divorava, rispose con un tono esitante:
“S-sì, certo, nessun problema. Posso aiutarti.”
La madre di Ron, che stava portando un vassoio di biscotti al tavolo, intervenne con un sorriso soddisfatto:
“Ma guarda quanto è educato questo ragazzo! Sempre così disponibile. Non come qualcun altro…” Si voltò verso Ron con uno sguardo torvo e aggiunse: “Forse dovresti prendere esempio dal tuo amico.”
Ron sbuffò, alzando gli occhi al cielo:
“Mamma, ti ho detto che devo aiutare George. Non posso essere ovunque, ok?”
Fleur annuì pacatamente, continuando a interpretare la parte della moglie premurosa:
“Va bene, Ron, non preoccuparti. Harry sarà di grande aiuto, ne sono certa. Grazie, davvero.”
La pressione del piede aumentò ancora un po’, costringendo Harry a stringere i pugni sotto il tavolo per non emettere nemmeno un gemito. Ginny, dall’altro lato del tavolo, lo guardò con una leggera piega interrogativa sulle labbra, come se avesse notato qualcosa di strano nel suo comportamento.
Fleur, nel frattempo, si alzò dalla sedia con tutta la grazia del mondo, facendo ondeggiare leggermente la vestaglia lilla, e annunciò con un tono deliziosamente casual:
“Perfetto. Allora, Harry, appena finiamo qui ti mostrerò di cosa ho bisogno. Niente di troppo complicato, non preoccuparti.”
“Va bene,” rispose Harry, con un tono che nascondeva a fatica il nervosismo, mentre si sistemava sulla sedia cercando di non fare movimenti sospetti.
Fleur gli lanciò un ultimo sguardo malizioso prima di voltarsi verso Bill, tornando al suo ruolo impeccabile di moglie amorevole:
“Buona fortuna con le tue commissioni, caro. Io e Harry ce la caveremo benissimo.”
Dopo la colazione, Ron si allontanò rapidamente per raggiungere suo fratello, lasciando Harry libero di salire in camera a prepararsi. Si lavò velocemente e tornò in camera per vestirsi. Mentre infilava la maglietta, sentì bussare alla porta, ma non fece in tempo a rispondere che Ginny entrò di fretta, richiudendosi la porta alle spalle con un gesto deciso.
“Harry, devo parlarti…” disse lei, ma non finì la frase.
Prima che lui potesse rispondere, Ginny gli si avvicinò rapidamente e gli afferrò il viso, premendo le labbra sulle sue in un bacio intenso e carico di desiderio. Harry, colto alla sprovvista, esitò solo per un attimo, poi istintivamente le cinse la vita e la tirò a sé, le mani che scivolarono con decisione sul suo corpo fino a stringerle il culetto sodo con forza.
Ginny gemette piano contro le sue labbra, il suono che vibrava dolcemente nella bocca di Harry. Quando si staccò, il viso di lei era arrossato, gli occhi brillanti di un fuoco che Harry conosceva bene.
“Non ce la faccio più,” sussurrò Ginny, ansimante. “Ho così tanta voglia di te, Harry. Mi fai impazzire…”
Harry sorrise, il suo ego che si gonfiava al pensiero di quanto lei lo desiderasse. Le sue mani non si fermarono, continuando a stringere quel culetto perfetto, mentre il suo corpo reagiva immediatamente. Il cazzo tornò duro in un attimo, pulsante contro i pantaloni leggeri che indossava. Ginny se ne accorse subito.
I suoi occhi si abbassarono, e un sorriso malizioso si disegnò sulle sue labbra. “Ah, eccolo di nuovo,” disse piano, quasi in un sussurro, mentre la sua mano scivolava lenta lungo il fianco di Harry, fermandosi sulla stoffa tesa dei pantaloni. Le sue dita avvolsero con decisione la sua erezione, stringendolo con fermezza.
“Mi sei mancato,” mormorò, guardandolo negli occhi mentre la sua mano si muoveva appena, accarezzandolo attraverso il tessuto. “Non sai quante volte ho pensato a te… a noi.”
Harry si chinò su di lei, baciandola con più passione, le mani che risalivano lungo i fianchi di Ginny, mentre il loro respiro si faceva sempre più pesante. In quel momento, non importava nulla: né la casa piena di gente, né il rischio di essere scoperti.
Harry la fissò negli occhi, confuso per un attimo dal sorriso malizioso di Ginny. Lei inclinò leggermente la testa e, con quel tono morbido ma pieno di sottintesi, chiese:
“Lo vuoi?”
Lui restò in silenzio, ma poi sentì la stretta della sua mano intensificarsi attorno al cazzo, ancora intrappolato nei pantaloni. Ginny premeva con più forza, il movimento lento e provocante, il suo sguardo che non lo lasciava mai. Finalmente, Harry trovò il coraggio di rispondere, un semplice:
“Sì.”
Ginny si avvicinò ancora di più, accorciando la distanza tra loro, e con un sorriso appena accennato aggiunse:
“Allora dillo… Dimmi cosa vuoi che faccia.”
Harry si lasciò trascinare dal momento, la mente invasa dal desiderio. Con un tono deciso, autoritario, rispose:
“Inginocchiati. Prendilo in bocca.”
Non fece in tempo a finire la frase che Ginny, già pronta, scivolò a terra in un unico movimento fluido. Il suo sorriso si fece più complice, il viso illuminato da una luce eccitante, mentre le sue mani si muovevano rapide per abbassargli i pantaloni e liberare il cazzo pulsante.
“Così va meglio,” mormorò, il tono pieno di desiderio, prima di chinarsi su di lui.
Le sue labbra si posarono sulla cappella gonfia, baciandola piano, quasi con devozione, prima che la sua piccola lingua iniziasse a percorrere lentamente l’intera lunghezza dell’asta. Il tocco era leggero, quasi esplorativo, ma sufficiente a mandare ondate di piacere lungo tutto il corpo di Harry.
Ginny lo prese in bocca con più decisione, facendo scorrere le labbra lungo il cazzo con movimenti lenti e profondi. La sua bocca era calda, accogliente, e ogni tanto si fermava per succhiare con più forza sulla punta, facendo gemere Harry piano.
“Sei così duro…” sussurrò Ginny, la mano che avvolgeva la base mentre la sua lingua continuava a giocare sulla cappella. “Adoro sentirti così.”
Harry non riusciva più a trattenersi. La guardava dall’alto, i capelli rosso fiamma che ricadevano sulle sue spalle mentre lei si muoveva con gusto, gemendo piano, quasi fosse lei stessa a goderne. Era una visione irresistibile, e ogni volta che il suo sguardo incontrava quello di Ginny, il desiderio diventava più forte, più animalesco.
Lei aumentò il ritmo, succhiando con più forza, le guance che si incavavano leggermente mentre prendeva sempre più profondamente il cazzo in bocca. Le sue mani si muovevano in sincronia, accarezzandolo con una delicatezza che contrastava con la passione che metteva nei suoi movimenti.
Harry godeva della bocca calda e affamata di Ginny, i movimenti di lei sempre più decisi, sempre più profondi. Ma mentre chiudeva gli occhi, lasciandosi trasportare dal piacere, l’immagine di Fleur si fece strada nella sua mente. Immaginò lei al posto di Ginny, i suoi capelli biondi come la luce, quel corpo etereo e perfetto che si chinava su di lui, la bocca che lo avvolgeva con la stessa maestria.
Aprì gli occhi di scatto e guardò Ginny, cercando di scacciare quei pensieri. Era un’idea folle, ma non riusciva a togliersela dalla testa. Realizzò, all’improvviso, che era in ritardo. Il senso di urgenza si fece strada tra il piacere, e con un gesto fermò Ginny, che lo guardò confusa, le labbra ancora umide e gonfie.
“Mi spiace, ma devo andare…” disse Harry, cercando di controllare il tono della voce, ma il respiro spezzato lo tradiva.
Ginny lo fissò per un momento, leggermente infastidita, ma poi fece un passo indietro e sospirò:
“Va bene, anche io ho delle cose da fare,” disse a malincuore, tirandosi su in piedi. Prima di uscire, si avvicinò e gli diede un bacio veloce, quasi possessivo, prima di sorridergli con un’aria divertita. “Ma finiremo più tardi, vero?”
Harry abbozzò un sorriso, senza rispondere, e la guardò scivolare fuori dalla stanza. Rimase immobile per un attimo, il cuore che ancora gli batteva forte. Si sistemò in fretta, infilando meglio i pantaloni e passando una mano tra i capelli spettinati, poi uscì anche lui, diretto alla ricerca di Fleur.
La trovò nella sua camera. Bussò alla porta, e la voce dolce e armoniosa della donna rispose dall’interno:
“Entra pure, Harry.”
Quando aprì la porta, la vide muoversi con grazia tra scatole accatastate qua e là. Indossava un abito da casa floreale sui toni del blu, leggero e morbido, che si appoggiava delicatamente al suo corpo, accennandone le curve. I capelli erano ormai asciutti, e la luce che entrava dalla finestra illuminava la tonalità quasi bianca delle ciocche, facendola sembrare ancora più eterea.
“Ah, eccoti,” disse Fleur, alzando lo sguardo verso di lui con un sorriso che sembrava innocente, ma che Harry sentì carico di sottintesi. “Stavo iniziando a pensare che non saresti venuto.”
Harry chiuse la porta dietro di sé, cercando di sembrare disinvolto, ma il ricordo del piede di Fleur sotto al tavolo e delle fantasie che lo avevano tormentato poco prima lo rendeva nervoso.
“Mi spiace per il ritardo,” rispose, cercando di mascherare il tremore nella voce. “Ginny mi ha trattenuto.”
Fleur sorrise appena, un lampo di divertimento negli occhi. “Oh, non importa,” disse, alzandosi lentamente da una scatola. “L’importante è che tu sia qui. Ho proprio bisogno di un uomo forte che mi aiuti con queste scatole pesanti.”
Fleur si muoveva con una grazia quasi surreale, come se fluttuasse invece di camminare. Harry la osservava rapito, il suo sguardo scivolava inevitabilmente verso il basso, fermandosi su quei piedi scalzi che lo avevano tormentato di piacere durante la colazione. Erano perfetti, curati, con dita affusolate che sembravano invitare a essere adorate. Harry deglutì a fatica, cercando di distogliere lo sguardo, ma era come se Fleur esercitasse un incantesimo su di lui.
Lei si avvicinò con una scatola tra le mani, porgendogliela con un sorriso sereno. “Tieni questa un attimo, caro,” disse con la sua voce morbida e musicale, e Harry obbedì subito, le sue mani che afferrarono l’oggetto con un lieve tremore.
Fleur, senza dire altro, salì con leggerezza su una sedia per raggiungere il ripiano più alto dell’armadio. Harry, ancora con la scatola tra le mani, non poté fare a meno di seguirla con lo sguardo. I suoi occhi scivolarono lungo le caviglie eleganti, risalendo lentamente sui polpacci definiti, fino a perdersi nelle gambe lisce e affusolate che sparivano sotto l’abito da casa.
Quando Fleur si allungò per sistemare la scatola sul ripiano, il vestito scivolò leggermente verso l’alto, scoprendo una porzione di pelle ancora più invitante. Harry trattenne il respiro, mentre lo sguardo si fissava sulle sue cosce candide, lisce come seta. L’inizio del suo sedere era appena visibile, e Harry sentì il sangue ribollirgli nelle vene.
Non riuscì a resistere. Si sporse leggermente in avanti, cercando di intravedere di più: l’interno delle cosce, l’accenno delle mutandine che si nascondevano sotto il vestito. Ma proprio mentre stava per carpire quel dettaglio proibito, Fleur si voltò all’improvviso.
I loro occhi si incontrarono, e Harry si immobilizzò, il volto che diventava di un rosso acceso. Non sapeva cosa dire, le parole gli morirono in gola mentre Fleur lo fissava, il sorriso che si allargava lentamente sul suo viso.
“Beccato,” disse lei, con una voce maliziosa che gli fece tremare le gambe. “Cosa stavi guardando, Harry?”
Lui tentò di parlare, ma l’imbarazzo era troppo. Balbettò qualcosa di incomprensibile, mentre abbassava lo sguardo, sperando di nascondere la sua colpa.
Fleur scese dalla sedia con la stessa grazia con cui era salita, avvicinandosi a lui con un’espressione che mescolava divertimento ed eccitazione. “Non dirmelo,” continuò, il tono di voce che diventava più basso, quasi un sussurro. “Sei proprio un porcellino, vero? Ti piace guardare… Ti piace spiare.”
Harry si sentì schiacciato dal suo sguardo, ma non poteva negarlo. Ogni parola di Fleur sembrava spingerlo sempre più in un vortice di desiderio e vergogna. Lei rideva piano, un suono che era più eccitante di qualsiasi altra cosa.
“Non c’è bisogno di nasconderlo,” disse, inclinando leggermente la testa, con gli occhi che brillavano di una luce maliziosa. “Mi diverte sapere che non riesci a staccarmi gli occhi di dosso. Ma dimmi, Harry… cosa speravi di vedere, eh?”
Harry rimase immobile, il respiro spezzato, incapace di rispondere. I suoi occhi erano fissi su Fleur, adorante e sopraffatto dalla sua audacia. Lei, ancora in piedi sulla sedia, lo guardava dall’alto con quel sorriso malizioso che lo faceva sentire piccolo e vulnerabile, come un ragazzino colto in fallo.
“Che c’è, Harry?” disse con tono provocatorio, inclinando leggermente la testa. “Stavi cercando di sbirciare le mie mutandine, vero?”
Lui deglutì, il viso che diventava sempre più rosso, ma non riusciva a distogliere lo sguardo. Fleur continuò, la sua voce morbida e provocante come una carezza:
“Dimmi… volevi scoprire il colore? Oppure speravi di vedere qualcos’altro? Magari… la mia fica?”
Il cuore di Harry martellava nel petto. Le immagini della doccia riaffiorarono nella sua mente, il corpo perfetto di Fleur avvolto dal vapore, la sua pelle liscia e candida. Ora, quel corpo era di nuovo davanti a lui, a pochi centimetri, con la gonna che ondeggiava leggermente, sempre più alta, scoprendo tratti di pelle che sembravano quasi brillare.
Fleur si chinò leggermente in avanti, avvicinando il bordo della gonna al suo viso, il movimento lento e calcolato. “O forse… era il mio culetto quello che volevi vedere?” sussurrò, il tono pieno di sottintesi. “Dimmi, Harry, cosa ti piace di più: il mio culetto o la mia fica liscia? Lo so che l’hai vista meglio di così quando mi spiavi in doccia…”
Harry sentì un brivido percorrergli la schiena. Il suo cazzo era duro, pulsante, e i pantaloni lo stringevano sempre di più, ma non riusciva a muoversi, né a parlare. Era come ipnotizzato da quel gioco pericoloso, il bordo della gonna che sembrava avvicinarsi sempre più, sfiorando i confini del proibito.
Fleur giocava con il tessuto, tirandolo appena verso l’alto, lasciando intravedere le cosce lisce e candide, ma fermandosi sempre un attimo prima di rivelare di più. Ogni movimento era una tortura lenta e deliziosa.
“Guarda quanto sei rosso,” continuò, ridendo piano, eccitata dal suo evidente imbarazzo. “Non devi vergognarti, sai. È normale essere curioso… soprattutto davanti a qualcosa di così… bello.”
Le sue dita si muovevano sul bordo della gonna, sollevandola un altro po’, quasi fino a scoprire ciò che Harry desiderava più di ogni altra cosa. Lui non riusciva a staccare gli occhi, il respiro sempre più corto, i pensieri confusi dal desiderio.
Fleur rise di gusto, osservando Harry con un’aria di divertita superiorità. “Ah, Harry,” mormorò, continuando a giocare con il bordo della gonna, “sei proprio un porcellino. Ma sai cosa? Voglio metterti alla prova.”
Si fermò per un attimo, il suo sguardo fisso sul suo, mentre inclinava leggermente la testa. “Ti farò un indovinello. Se indovini, vedrai quello che desideri tanto… ma devi concentrarti.”
Harry deglutì, il respiro pesante e gli occhi incollati a quelle mani che continuavano a sfiorare il tessuto. “Sono pronto,” disse piano, anche se il cuore gli martellava nel petto.
Fleur sorrise, muovendosi leggermente sulla sedia, lasciando che la gonna ondeggiasse sempre più vicino al suo viso. Poi, con una voce morbida e sensuale, iniziò:
“Di seta o di pizzo non importa,
a volte bianca, a volte scura,
è la soglia di un segreto,
ciò che cerchi con premura.
Ma oggi c’è un piccolo inganno:
più cerchi, meno troverai,
perché la porta che ti attira
non ha chiavi, né ostacoli… mai.
Allora, Harry, dimmi:
che colore ho addosso?”
Harry si irrigidì, gli occhi che si spostavano dalle gambe di Fleur al suo viso. Il cervello gli si annebbiava, ma cercò di riflettere, analizzando ogni parola. Le sue mani tremavano mentre formulava la risposta, con il volto rosso per l’imbarazzo e l’eccitazione.
“Non… le porti,” disse infine, la voce appena più di un sussurro.
Fleur lo fissò per un istante, il sorriso che si allargava mentre scoppiava in una risata calda e sensuale. “Bravo, Harry,” disse con un tono che sembrava quasi un premio. “Hai indovinato.”
Poi, lentamente, alzò la gonna un po’ di più, lasciandogli intravedere la pelle liscia e candida, senza nulla a coprirla. Ma prima che Harry potesse perdere del tutto la testa, Fleur abbassò di nuovo il tessuto con un movimento giocoso.
“Dimmi una cosa,” disse, fissandolo con quegli occhi azzurri che lo avevano già ipnotizzato. “Sei più curioso di vedere la mia fica… o il mio culo?”
Harry sentì il sangue ribollirgli nelle vene. Era sopraffatto dal desiderio e dall’imbarazzo, ma riuscì a rispondere con un filo di voce, quasi tremante:
“I-il… il culo.”
Fleur sorrise compiaciuta e si voltò lentamente, dandogli le spalle. Salda sulla sedia, allargò leggermente le gambe per mantenere l’equilibrio, il movimento calcolato che sembrava una danza sensuale. Con una mano si appoggiò all’armadio, mentre con l’altra prese il bordo della gonna e lo sollevò piano, lasciando scoprire centimetro dopo centimetro le sue cosce lisce e perfette, fino a rivelare il suo culetto sodo e candido.
Harry trattenne il respiro. La vista lo lasciò senza parole: la curvatura impeccabile del sedere, la pelle liscia e luminosa, il tutto incorniciato dalla sua postura elegante e provocante. Il suo cazzo pulsava nei pantaloni, e l’unica cosa che riusciva a fare era restare immobile, fissando quella visione paradisiaca.
Fleur, senza voltarsi, inclinò leggermente la testa e con la sua voce dolce, appena velata dal leggero accento francese, gli chiese:
“Ti piace, Harry? Vuoi toccarlo?”
“Sì,” rispose lui, senza esitazione, con la voce tremante per l’eccitazione.
“Allora fai pure, mon cher,” mormorò lei, spostando la gonna un po’ di più per facilitargli l’accesso.
Harry si avvicinò lentamente, come se avesse paura di rompere quell’incantesimo. Le sue mani tremanti si posarono con delicatezza su quel culetto sodo, le dita che ne esploravano ogni curva. Lo prese tra le mani, stringendolo piano, sentendo la morbidezza che si mescolava alla compattezza perfetta. Non riuscì a trattenersi e iniziò a impastarlo con più decisione, le dita che affondavano leggermente nella carne calda.
Con un movimento istintivo, separò le natiche, rivelando il buchino stretto e roseo, così vicino e invitante, mentre sotto di esso le labbra della fica di Fleur si schiudevano appena, lucide e perfette. Era una visione che lo lasciò completamente estasiato.
Fleur, con un tono dolce ma carico di sensualità, gli chiese:
“Ti piace, Harry? Dimmi… cosa pensi?”
“È… stupendo,” riuscì a rispondere lui, quasi senza fiato, ancora ipnotizzato dalla vista.
Lei sorrise, il tono della sua voce che cambiò leggermente, diventando più fermo, più autoritario:
“Allora leccalo, Harry. Adesso.”
Non ci fu esitazione. Harry si chinò immediatamente, le mani ancora strette su quelle natiche perfette, e avvicinò la bocca. La sua lingua uscì lentamente, sfiorando prima il buchino stretto, esplorandone con delicatezza le pieghe morbide. Il profumo della sua pelle era inebriante, una miscela di fiori e desiderio, e il sapore era dolce e irresistibile.
Fleur emise un leggero sospiro, il corpo che reagiva sotto i movimenti della lingua di Harry. Lui continuava a leccare con devozione, alternando movimenti lunghi e profondi a piccoli colpetti che esploravano ogni dettaglio di quel buchino, mentre le sue mani si muovevano sulle cosce e sul sedere, accarezzandola con reverenza.
Fleur gemeva piano, trattenendo i suoni, il respiro spezzato che riempiva la stanza. Dopo un momento, si fermò, delicatamente, poggiando una mano sulla testa di Harry per allontanarlo dal suo corpo. Lo guardò con quel sorriso malizioso e compiaciuto, mentre si girava con grazia sulla sedia e scendeva, il corpo che si muoveva come una danza lenta e ipnotica.
Si avvicinò a Harry, posando una mano sul suo petto. “Sei bravo… davvero bravo, mon cher,” mormorò, la sua voce un mix perfetto tra dolcezza e lussuria. “Non direi mai che sei così… giovane.”
Si allontanò con passi lenti, il suo vestito ondeggiante che sembrava avere una vita propria. Poi accadde: il tessuto si sfilò magicamente, scivolando lungo il suo corpo come fosse stato guidato da un incantesimo. Harry la osservava senza fiato, ogni centimetro della pelle di Fleur che si rivelava sotto i suoi occhi. Quando fu completamente nuda, la luce della stanza sembrava riflettersi su di lei come se fosse una dea.
Fleur camminò fino al letto e si sdraiò con eleganza, i capelli che cadevano morbidi sulle spalle, il sorriso che non lasciava spazio a dubbi sul suo potere su di lui. Con un movimento rapido e quasi impercettibile delle labbra, pronunciò un incantesimo, e Harry si ritrovò improvvisamente nudo. I suoi vestiti, magicamente piegati, si trovavano ora sul tavolo vicino.
“Vieni qui, Harry,” mormorò Fleur, con un tono che era un ordine più che un invito, mentre sollevava una mano e lo richiamava con un cenno lento delle dita.
Lui si mosse verso di lei, ipnotizzato, incapace di opporsi al richiamo. Quando si avvicinò al letto, Fleur alzò leggermente la gamba e gli porse il piede, il sorriso che si fece ancora più provocante.
“Adora-moi,” sussurrò, con una voce che gli fece tremare le gambe.
Harry fissava il piede perfetto davanti a lui. La pelle liscia, le dita sottili e ben curate, un’opera d’arte che sembrava fatta per essere venerata. Tremando, salì sul letto, posizionandosi accanto a lei. Con mani esitanti, prese il piede tra le sue, portandolo alle labbra.
“Bacialo,” mormorò Fleur, inclinando leggermente la testa, il tono più basso e carico di lussuria. “Leccalo. Voglio sentire la tua lingua, Harry. Oui… comme ça.”
Lui obbedì senza esitazione. Le sue labbra si posarono sul piede, premendo con dolcezza, lasciando che il sapore della pelle morbida gli invadesse i sensi. La sua lingua uscì, percorrendo le dita con lentezza, scivolando lungo l’arco del piede, mentre Fleur emetteva piccoli gemiti di piacere.
“Oui, mon petit… sei così devoto,” sussurrò, il suo respiro spezzato mentre Harry continuava, sempre più audace. “Adoro quando fai così… Sei mio, vero? Dimmi che sei mio.”
“Sì,” rispose Harry tra un bacio e un colpo di lingua, la voce tremante ma piena di desiderio.
Fleur rise piano, la sua mano che si muoveva languida tra i capelli di lui, tirandoli leggermente. “Bravissimo. Continua. Voglio sentire quanto mi adori, quanto sei disposto a fare per me.”
I suoi gemiti si fecero più profondi, il corpo che reagiva sotto le attenzioni di Harry, mentre lui, perso nel piacere di venerarla, continuava a leccare e baciare ogni angolo del piede perfetto che lei gli aveva concesso.
Harry continuava a venerare il corpo perfetto di Fleur, ignaro del potere che lei aveva su di lui. L’incantesimo che gli aveva lanciato lo aveva reso completamente succube, incapace di pensare ad altro che non fosse soddisfare ogni suo desiderio. La lingua del ragazzo si muoveva con devozione tra le dita dei piedi di Fleur, assaporandone ogni curva, ogni piega, mentre le sue labbra si posavano con riverenza sulla pelle morbida.
Fleur, sdraiata sul letto, si mordeva piano il labbro inferiore, i suoi occhi azzurri che brillavano di pura lussuria. Le sue mani si erano fatte audaci: una giocava con i suoi seni, stringendo i capezzoli duri, mentre l’altra scendeva lentamente lungo il suo ventre piatto, fino a infilarsi tra le cosce. Le sue dita iniziarono a muoversi piano sulla sua fica liscia e umida, il suo respiro che si spezzava in piccoli gemiti di piacere.
“Oui, mon petit… continua così,” sussurrò, la voce velata di eccitazione. “Leccami… Adora-moi, comme une vraie troie.”
Harry, come in trance, non si fermava. Ogni parola di Fleur lo spingeva a continuare con più devozione. La sua lingua scivolava tra le dita dei piedi, poi percorreva l’arco fino al tallone, prima di tornare alle dita, come se il suo unico scopo fosse quello di darle piacere.
Fleur rideva piano tra un gemito e l’altro, sentendo la sua fica diventare sempre più bagnata sotto il tocco delle sue stesse dita. “Tu es parfait,” mormorò con un sorriso perverso, “un vrai adorateur… ma petite pute, mon esclave.”
La sua eccitazione cresceva a ogni secondo, al punto che le sue parole si facevano sempre più sporche, sempre più mescolate al francese. “Lèche encore… oui, comme ça. C’est bon. Tu veux ma chatte, n’est-ce pas? Ou mon cul? Dis-le, mon petit dévoué…”
Harry non rispondeva, come se fosse perso in un sogno, il corpo di Fleur che era diventato l’unica cosa al mondo per lui. Continuava a leccare, le mani che tremavano mentre stringevano i suoi piedi delicati. Fleur lo guardava dall’alto, il petto che si sollevava e si abbassava rapidamente, il suo corpo inarcato dal piacere.
“Ahhh, Harry… tu es merveilleux,” ansimò, mentre le sue dita aumentavano il ritmo sulla sua fica bagnata. “Mais je veux plus… beaucoup plus.”
Il suo respiro diventava sempre più rapido, i suoi gemiti sempre più profondi. Fleur si sentiva una dea e una troia allo stesso tempo, una combinazione che la faceva impazzire. Usava Harry come un giocattolo, e il pensiero la eccitava ancora di più.
Harry era completamente perso, la lingua che si muoveva senza sosta tra le dita dei piedi di Fleur. Ogni bacio, ogni carezza della sua bocca era un atto di devozione assoluta. Non sapeva di essere sotto il suo incantesimo, non capiva che lei lo stava usando per il proprio piacere. La sua mente era vuota, riempita solo dal desiderio di compiacere quella donna che, agli occhi suoi, era una dea.
Fleur gemeva piano, il corpo che si contorceva leggermente mentre le sue dita si muovevano sempre più rapide sulla sua fica bagnata. “Oui… comme ça, mon petit adorateur,” ansimò, il petto che si sollevava rapidamente. “Lèche-moi… lèche mes pieds comme une vraie troie le mériterait…”
Le sue parole, cariche di lussuria e malizia, lo spingevano a continuare, più devoto che mai. Harry leccava con passione, la lingua che tracciava ogni linea, ogni curva, mentre le sue mani stringevano delicatamente le caviglie di lei. Fleur si mordeva il labbro, i suoi gemiti che si facevano sempre più audaci, mescolati a respiri spezzati.
“Sei bravo, Harry… così bravo,” sussurrò, il tono che si spezzava mentre il piacere cresceva dentro di lei. “Ma voglio di più. Sali… con quella lingua.”
Allargando lentamente le gambe, Fleur fece scivolare la mano che si era infilata tra le cosce, mostrando il liquido che brillava sulle sue dita. Lo guardò con un sorriso che mescolava eccitazione e potere, le gambe aperte in un invito che Harry non poteva ignorare.
“Lèche-moi… viens ici,” mormorò, facendo un cenno con la mano libera.
Harry obbedì, la bocca che lasciava i piedi per risalire lungo le gambe di Fleur, ogni bacio che posava sulla sua pelle lo avvicinava sempre di più alla sua destinazione. Il profumo della sua eccitazione lo avvolse, e quando arrivò a quelle dita lucide che si erano mosse dentro di lei, si fermò per un istante, ipnotizzato.
“Non fermarti,” sibilò Fleur, con un tono che era un ordine. “Léche-moi… goûte-moi, mon petit adorateur.”
Harry prese quelle dita tra le labbra, assaporando il gusto di Fleur mentre la sua lingua le percorreva con attenzione, leccandole una ad una. Fleur gemeva piano, il suo corpo che tremava sotto quel contatto, le cosce che si stringevano leggermente intorno alla testa di Harry.
“Oui… c’est bon,” ansimò, la voce sempre più spezzata mentre il piacere la travolgeva. “Sei mio, Harry… continua… non fermarti mai.”
Fleur afferrò con decisione la testa di Harry, spingendola con dolce fermezza tra le sue cosce aperte. “Lèche-moi… maintenant,” sussurrò, il tono colmo di autorità e desiderio. Harry, senza opporsi, affondò il viso nella sua fica bagnata, la lingua che si muoveva con sempre maggiore intensità, raccogliendo avidamente i suoi succhi caldi.
Lei gemeva piano, il respiro spezzato che si mescolava ai suoni umidi dei movimenti della lingua di Harry. Si mordeva il labbro per trattenere i versi più forti, sapendo che la casa non era completamente vuota. “Oui… comme ça… continua, mon cher,” ansimava, il corpo che si muoveva leggermente contro la bocca del ragazzo, cercando più piacere.
Harry, come in trance, non smetteva di adorarla, il sapore di lei che gli invadeva i sensi. Una mano si abbassò lentamente fino al suo cazzo duro, che pulsava senza controllo. Con movimenti lenti, iniziò a masturbarsi, il piacere che si mischiava al desiderio di compiacere Fleur.
Improvvisamente, due colpi leggeri risuonarono contro la porta, facendolo irrigidire per un istante. Fleur, però, non sembrò minimamente turbata. Senza fermare Harry, alzò leggermente la voce, mantenendo il tono rilassato e melodioso.
“Chi è?” chiese, con un sorriso divertito che giocava sulle sue labbra.
Dall’altra parte, la voce di Ginny rispose: “Fleur, scusa il disturbo… Harry è lì con te? Non lo trovo da nessuna parte.”
Fleur trattenne una risata, il suo sguardo che scivolò verso Harry, inginocchiato tra le sue gambe, il viso affondato nella sua fica e il corpo teso dalla paura. Harry continuava a leccarla, spinto dal suo incantesimo, ma dentro di sé il panico cresceva. Sapeva bene che se Ginny fosse entrata, sarebbe stato un disastro.
Fleur inclinò la testa, il divertimento che brillava nei suoi occhi, e con un tono sussurrato ma malizioso disse ad Harry:
“La tua fidanzatina segreta ti cerca, mon petit. Chissà cosa direbbe se ti vedesse qui… con la bocca piena di me, mentre il tuo cazzo è nelle tue mani.”
Harry si irrigidì, il cuore che batteva forte, ma il corpo non si fermava. Fleur rideva piano, trovando la situazione estremamente eccitante. “Se entrasse… oh, sarebbe un casino, vero?” sussurrò, abbassando leggermente la voce per non farsi sentire dall’altra parte della porta. “Ma che brivido… mon petit esclave. Forse dovrei lasciarla entrare…”
“No! Non farlo!” pensò Harry, ma le parole non uscivano. Era come se il desiderio e l’incantesimo lo avessero reso muto. Continuò a leccarla, la lingua che si muoveva più rapidamente mentre cercava di tenere il controllo della situazione.
“Si, Ginny,” disse infine Fleur, alzando la voce con un tono innocente. “Harry è qui. Mi sta aiutando con qualche scatola… Scenderà tra poco.”
“D’accordo, allora lo aspetto,” rispose Ginny, titubante sull’andare via o restare e bussare ancora.
Fleur guardò Harry con uno sguardo trionfante, spingendo di nuovo il bacino verso la sua bocca. “Che bravo ragazzo,” sussurrò con un sorriso malizioso. “Ora continua, e fammi godere ancora.”
leur, che fino a quel momento aveva mantenuto il controllo assoluto della situazione, ebbe un lampo improvviso negli occhi. Un sorriso sinistro e malizioso si dipinse sulle sue labbra mentre si fermava di colpo, alzando la testa e guardando verso la porta.
“GINNY!” chiamò, con una voce alta e cristallina che risuonò nella stanza. Harry, inginocchiato tra le sue gambe, si irrigidì, il cuore che accelerò.
“È impazzita,” pensò, guardandola con occhi sbarrati. Prima che potesse fare qualcosa, sentì la maniglia della porta girare. Ginny fece capolino con un’espressione perplessa, ma prima che potesse dire una parola, Fleur puntò la bacchetta verso di lei, pronunciando con fermezza:
“Imperium Luxuria!”
Un lampo di luce rosea attraversò la stanza, colpendo Ginny in pieno petto. La ragazza si fermò, i suoi occhi che si dilatarono per un attimo, prima di riempirsi di un bagliore caldo e febbrile. Il suo corpo sembrava rilassarsi, e le labbra si incurvarono in un sorriso lento e seducente.
Ginny entrò nella stanza, chiudendo la porta dietro di sé con calma, senza dire nulla. I suoi occhi passarono da Fleur a Harry, soffermandosi sul corpo nudo del ragazzo con un luccichio eccitato. Fleur la guardò con soddisfazione, il sorriso che si fece ancora più provocante.
“Sei splendida, ma petite,” mormorò, con il suo tono morbido e vellutato. “Dimmi, vuoi unirti a noi?”
Ginny, ormai completamente sotto l’effetto dell’incantesimo, inclinò la testa, il sorriso che si allargava. “Oh si… Non vedevo l’ora,” disse con una voce che sembrava più calda del solito, chiudendosi definitivamente la porta alle spalle.
Fleur rise piano, il suono basso e melodioso che riempiva la stanza, mentre si passava una mano tra i capelli. Poi guardò Harry, che la fissava con un misto di eccitazione e terrore, incapace di comprendere come quella situazione potesse degenerare così rapidamente.
“Vedi, Harry,” disse Fleur, accarezzandogli dolcemente la testa, “ora possiamo divertirci ancora di più. Ginny… vieni qui.”
Ginny avanzò lentamente, i suoi occhi carichi di desiderio mentre fissava Fleur e Harry, nudi e intrecciati sul letto. Il sorriso malizioso sulle sue labbra era un chiaro segno che l’incantesimo l’aveva ormai completamente avvolta. Fleur, con il corpo rilassato e una mano che si muoveva languida tra le sue cosce, la osservava con uno sguardo dominante.
“Vieni qui, ma petite putain,” mormorò Fleur, la voce suadente e ipnotica. Ginny si fermò ai piedi del letto, guardandola con un misto di eccitazione e sottomissione.
“Spogliati,” ordinò Fleur, inclinando leggermente la testa e continuando a toccarsi piano. “Fallo lentamente, trés lentement… Voglio che sia uno spettacolo per me e per il mio schiavo d’amore. Hai capito, puttanella?”
Ginny sorrise, un lampo di sfacciataggine nei suoi occhi, e iniziò a muoversi con tutta la sensualità di cui era capace. Afferrò l’orlo della maglietta, tirandola su lentamente, rivelando prima l’addome piatto e poi i seni ancora avvolti nel reggiseno. Fleur la osservava con occhi avidi, mordendosi piano il labbro.
“Oui, comme ça… brava ragazza,” la incitava Fleur, con un tono che era una miscela perfetta di dolcezza e lussuria. “Continua…”
Ginny lasciò cadere la maglia a terra e si voltò di schiena per togliersi la gonna, facendo attenzione a piegarsi leggermente in avanti, mostrando le curve del sedere ancora coperto dalle mutandine. Harry, con gli occhi spalancati, non riusciva a staccare lo sguardo, mentre Fleur ridacchiava piano, continuando a giocare con se stessa.
“Sei un vero spettacolo, ma chérie,” sussurrò Fleur, il respiro che si faceva più pesante. “Ora togliti quel reggiseno… lentamente.”
Ginny obbedì, sganciando il reggiseno con un gesto fluido e lasciandolo scivolare lungo le braccia, i seni finalmente nudi. Si voltò di nuovo verso Fleur e Harry, i suoi capezzoli tesi per l’eccitazione.
“Le mutandine…,” ordinò Fleur, la voce più bassa, carica di lussuria. “Fallo con grazia… voglio vederti come una vera puttanella che sa di essere desiderata.”
Ginny fece scivolare le dita lungo i fianchi, afferrando il bordo delle mutandine e abbassandole piano, rivelando la sua fica liscia e già bagnata. Le lasciò cadere a terra, alzando di nuovo lo sguardo verso Fleur con un sorriso sfacciato.
“Sei magnifica,” sussurrò Fleur, il suo accento francese che rendeva ogni parola ancora più sensuale. “Ma non abbiamo ancora finito… Ti voglio tutta nuda. Les chaussettes… ora.”
Ginny rise piano e con un gesto lento tolse i calzini uno per uno, usando tutta la grazia e l’intenzione seducente di cui era capace. Quando fu completamente nuda, si fermò davanti al letto, fissando Fleur con occhi pieni di desiderio, mentre Harry la osservava senza fiato.
Ginny salì sul letto con movimenti sinuosi, avvicinandosi a Fleur, che la guardava dall’alto con un misto di desiderio e superiorità. Harry, ancora inginocchiato, si spostò appena per farle spazio, il cuore che gli batteva forte mentre osservava le due donne nude davanti a lui. Fleur, con un sorriso compiaciuto, appoggiò la schiena contro i cuscini e allargò le gambe, lasciando che Ginny si posizionasse tra di esse.
“Brava ragazza,” mormorò Fleur, con il suo tono vellutato. “Adesso lèche-moi… ma profondément,” aggiunse, spostando una mano per afferrare delicatamente i capelli di Ginny, guidandola verso la sua fica bagnata.
Ginny non esitò. Con un respiro profondo si chinò e iniziò a leccare lentamente, la lingua che percorreva con attenzione ogni piega della carne umida di Fleur, raccogliendone i succhi con devozione. Fleur gemette piano, il petto che si sollevava mentre la sua mano si stringeva appena tra i capelli di Ginny.
“Oui… continua, ma petite putain,” ansimò Fleur. “Più a fondo… voglio sentirti ovunque.”
Dietro Ginny, Harry osservava ipnotizzato, ma la voce di Fleur lo riportò alla realtà. “E tu, Harry,” disse con un sorriso malizioso. “Fai godere la tua fidanzatina. Lèche-la, mon cher. Fammi sentire i suoi gemiti.”
Harry si mosse senza esitazione, inginocchiandosi dietro Ginny, il viso all’altezza del suo sedere perfetto, leggermente rialzato mentre lei si concentrava su Fleur. Si chinò e posò le labbra sulla sua fica, notando subito la stretta apertura ornata da una corta peluria rosso fuoco. Il sapore era diverso da quello di Fleur: più giovane, più crudo, e inebriante a modo suo.
La sua lingua iniziò a muoversi con lentezza, esplorando ogni angolo, mentre Ginny iniziava a gemere contro la fica di Fleur. Harry si concentrò sul suo piacere, sentendo i primi umori di lei colargli in bocca, un liquido caldo e salato che lo spinse a continuare con più intensità.
Ginny gemeva più forte, il suo corpo che tremava leggermente sotto il tocco della lingua di Harry, ma non si fermava. Continuava a leccare Fleur, entrando sempre più in profondità con la lingua, mentre la sua padrona la incitava senza sosta.
Le mani di Fleur si muovevano tra i capelli di Ginny, spingendola delicatamente, mentre con l’altra si stringeva un seno, giocando con i propri capezzoli duri. Fleur si contorceva sotto il doppio piacere, la sua piccola puttanella che le dava tutto ciò che desiderava e Harry che, seguendo ogni ordine, la completava.
Harry, con il cazzo duro come non mai, continuava a leccare la fica rossa di Ginny, il sapore dei suoi umori che gli invadeva la bocca mentre si masturbava piano, incapace di resistere alla tensione che lo consumava. Fleur, osservandolo con occhi pieni di lussuria, notò i suoi movimenti e sorrise con aria compiaciuta.
“Harry,” mormorò, con un tono dolce ma carico di comando, “quanta voglia hai, mon cher? Dimmi… quanto hai voglia di scopare?”
Lui sollevò lo sguardo per un istante, il viso arrossato e il respiro pesante. “Tanta… Non ce la faccio più,” rispose con sincerità. “Ho bisogno di… ho bisogno di venire.”
Fleur rise piano, la mano che si spostava sui capelli di Ginny, continuando a incitarla a leccarla. “Allora fallo, mon esclave,” disse con un sorriso compiaciuto. “Prendi la tua ragazza… e scopala. Voglio vedervi godere insieme.”
Harry non si fece ripetere due volte. Si alzò rapidamente, le mani che si posarono sui fianchi di Ginny mentre si sistemava dietro di lei. Poggiò il cazzo alla sua fica stretta e bagnata, spingendo lentamente, sentendo la resistenza iniziale prima che Ginny gemesse forte, il corpo che si apriva per accoglierlo.
“Oui, bravi…” mormorò Fleur, soddisfatta, osservando la scena con occhi avidi mentre Ginny continuava a leccarla senza fermarsi. “Ora scopala, Harry. Fottila con forza… voglio sentirla gemere ancora di più.”
Harry iniziò a muoversi, spingendo con colpi lenti e profondi che fecero tremare il corpo di Ginny sotto di lui. I suoi gemiti si fecero più intensi, vibrazioni che Fleur sentiva direttamente sulla sua fica, aumentando il suo piacere.
“Ahhh, sì!” gridò Ginny, senza staccare la bocca dalla fica di Fleur, leccando sempre più freneticamente.
Harry aumentò il ritmo, le sue mani che stringevano i fianchi di Ginny con forza mentre i suoi colpi diventavano sempre più rapidi e decisi. Ogni spinta riempiva la stanza di suoni umidi e profondi, un mix di gemiti, respiro spezzato e il piacere perverso orchestrato da Fleur.
“Più forte, Harry,” sussurrò Fleur, il suo corpo che si contorceva leggermente sotto la lingua di Ginny. “Mostrale quanto la desideri… fottila come una vera troia.”
Harry obbedì, spingendo con più vigore, il corpo che si muoveva in sincronia con Ginny. Lei gemeva ad ogni colpo, il suo viso affondato tra le gambe di Fleur, il piacere che la travolgeva completamente mentre continuava a dare piacere alla padrona.
Fleur guardava la scena con puro godimento, il suo sorriso soddisfatto e le mani che accarezzavano i capelli di Ginny. “Oui, continua, ma chérie,” mormorò, ansimando. “Sei perfetta… entrambi lo siete. Non fermatevi.”
Ginny non si fermava, la sua lingua si muoveva febbrile sulla fica di Fleur, raccogliendone ogni sapore con devozione. Fleur, stesa sul letto, il corpo che si contorceva sotto le onde del piacere, gemette più forte, le mani affondate nei capelli rossi della ragazza per guidarla sempre più a fondo.
“Oui, ma petite putain… continua così… lèche-moi più forte, fai godere la tua padrona,” ansimava, il tono autoritario che si mescolava ai suoi gemiti spezzati.
Dietro Ginny, Harry continuava a scoparla con forza, il suo cazzo che affondava nella fica stretta della ragazza con colpi sempre più profondi. Le sue mani stringevano i suoi fianchi con forza, e ogni spinta faceva tremare Ginny, i suoi gemiti soffocati tra le cosce di Fleur.
Fleur iniziò a tremare, il corpo che si irrigidiva, il piacere che saliva rapido come un’ondata travolgente. “Ahhh! Oui! Oui! Je vais jouir!” gridò, il suo accento francese che rendeva ogni parola ancora più erotica.
Poi accadde: l’orgasmo la colpì come un fulmine, il suo corpo che si inarcò mentre la fica iniziava a spruzzare copiosamente. Gli umori caldi di Fleur inondarono il viso di Ginny, che aprì la bocca avida per accoglierli. Il liquido scivolava sulle sue labbra, sul mento, mentre lei leccava senza sosta, raccogliendo ogni goccia possibile, gemendo contro la padrona con puro abbandono.
“Oui… così… bevimi tutta, puttanella,” ansimava Fleur, le mani che stringevano ancora i capelli di Ginny mentre il suo corpo si rilassava lentamente, pervaso da tremiti post-orgasmici.
Ma Fleur non aveva finito. Con un gesto languido della mano, afferrò la bacchetta accanto a sé e, con un sorriso compiaciuto, pronunciò un incantesimo: “Plénitude Sensuelle!”
Un lampo di luce dorata colpì Ginny, che sussultò immediatamente, il corpo che reagì al nuovo incantesimo come se fosse stato acceso un fuoco dentro di lei. La sua fica si strinse intorno al cazzo di Harry, e un gemito gutturale le sfuggì dalle labbra, il piacere che si irradiava prepotente in ogni fibra del suo corpo.
“Adesso, ma petite putain,” sussurrò Fleur con un sorriso malizioso, osservandola mentre si dimenava sotto Harry, “goditi il piacere che meriti… come una vera troia.”
Ginny, ormai completamente sopraffatta, iniziò a spingere i fianchi contro Harry, il suo corpo che cercava disperatamente più piacere. “Ahhh! Sì! Sì! Più forte!” gridava, la voce spezzata mentre il cazzo di Harry affondava con colpi sempre più rapidi nella sua fica bagnata e stretta.
Harry obbedì, aumentando il ritmo, le sue mani che si stringevano ancora di più sui fianchi di Ginny mentre lei si piegava al piacere puro. I suoi gemiti si fecero più alti, più incontrollati, e Fleur, soddisfatta, si accarezzava piano, osservando la scena con un sorriso da padrona.
Ginny gridò di nuovo, il corpo che tremava visibilmente. “Sto… sto venendo! Ahhh! Sì!” esclamò, l’orgasmo che la travolse completamente. Le sue cosce tremavano, e il suo piacere si riversò contro Harry, i suoi umori che colavano lungo le gambe mentre si lasciava andare a quel momento di pura estasi.
La ragazza rossa si stese sul letto, il corpo ancora tremante dopo l’orgasmo che l’aveva travolta. Era completamente bagnata: il viso, i capelli e il petto scintillavano dei copiosi umori di Fleur, che continuava a osservarla dall’alto con uno sguardo pieno di lussuria e potere. Ginny non aveva mai vissuto nulla di simile. Nessuna donna le aveva mai squirtato addosso, e di certo non aveva mai bevuto quei sapori direttamente dalla fonte. Ma invece di provare imbarazzo, era sopraffatta da un desiderio sempre più ardente.
Fleur si voltò verso Harry, il sorriso provocante che si allargava sul suo volto perfetto. Il suo sguardo scese sul cazzo di Harry, ancora duro come la pietra e lucido degli umori di Ginny. Si passò la lingua sulle labbra, il suo tono diventando ancora più seducente.
“Harry, mon cher… dimmi, hai mai scopato il culo di una donna?” chiese, il suo accento francese che rendeva ogni parola ancora più erotica.
Harry, colto di sorpresa, non rispose subito, ma Fleur non aspettava una risposta. Continuò con un sorriso malizioso:
“Le ragazze francesi lo adorano, lo sai? Noi siamo tutte putain dans l’âme… e ora voglio il tuo cazzo. Qui. Adesso.”
Fleur si voltò, mettendosi carponi sul letto, il suo sedere perfetto sollevato davanti a Harry. Fece un cenno a Ginny, ordinandole:
“Ma petite putain, sdraiati sotto di me… voglio sentire la tua lingua mentre Harry mi prende.”
Ginny obbedì immediatamente, scivolando sotto Fleur, il viso che si trovò davanti alla sua fica ancora lucida e aperta. La vista di quella posizione, di Fleur che la sovrastava con quel corpo perfetto e dominante, la eccitava ancora di più. Senza attendere un altro ordine, iniziò a leccarla, il sapore familiare di Fleur che la travolse ancora una volta.
“Oui, brava ragazza,” gemette Fleur, il corpo che reagiva subito al tocco della lingua di Ginny. “Lèche-moi comme il faut… fai godere la tua padrona.”
Harry, alle spalle di Fleur, fissava il suo sedere perfetto, il cazzo che pulsava dolorosamente. Con mani tremanti, afferrò le sue natiche e le aprì lentamente, rivelando il buchino stretto che si contraeva davanti a lui. Fleur emise un piccolo gemito, il suo corpo che si offriva senza vergogna.
“Allora, Harry,” mormorò, girando appena la testa per guardarlo con un sorriso perverso. “Che aspetti? Scopami il culo. Fammi sentire quanto sei duro.”
Harry non perse altro tempo. Con una mano guidò il cazzo verso l’ingresso stretto, la punta che premeva contro il buchino di Fleur. Lei gemette piano, spingendo leggermente il bacino verso di lui per incoraggiarlo. Con un colpo deciso, Harry iniziò a entrare, sentendo la stretta incredibile che lo avvolgeva.
“Ahhh, oui… c’est ça,” gemette Fleur, il corpo che si inarcava mentre il cazzo di Harry la riempiva lentamente. “Più a fondo… Riempimi!”
Sotto di lei, Ginny continuava a leccare, la sua lingua che si muoveva senza sosta sulla fica di Fleur, raccogliendo ogni goccia che colava mentre il cazzo di Harry affondava sempre più profondamente. Ginny godeva della sua posizione di sottomissione, il viso intrappolato tra le cosce di Fleur, sentendo ogni spinta del ragazzo sopra di lei.
Harry aumentò il ritmo, le sue mani che stringevano con forza le natiche di Fleur mentre il suo cazzo si muoveva con colpi sempre più profondi e decisi. Fleur gemeva forte, il suono mescolato ai gemiti soffocati di Ginny che si perdeva nel sapore della sua padrona.
“Sì, sì… continua!” gridò Fleur, la sua voce che riempiva la stanza. “Scopami più forte, Harry… fammi sentire quanto adori il culo della tua padrona!”
Ogni spinta di Harry faceva tremare il corpo di Fleur, il piacere che si moltiplicava con la lingua esperta di Ginny che non smetteva di adorare la sua fica. Fleur si sentiva al centro di quel vortice di piacere, completamente sopraffatta dalla sensazione di essere adorata da entrambi.
Fleur gemeva senza vergogna, i suoni profondi e gutturali che riempivano la stanza, simili a quelli di una cagna in calore. Il suo corpo si muoveva contro le spinte di Harry, che, preso dall’istinto, la scopava con forza crescente. Le sue mani si stringevano con foga sui fianchi di lei, lasciando segni rossi sulla pelle candida, mentre il cazzo spingeva dentro il suo culo perfetto, stretto ed elastico, aprendola centimetro dopo centimetro.
“Oui, plus fort! Scopami… come la putain che sono!” gridava Fleur, il suo accento francese che rendeva ogni parola sporca ancora più erotica. Il suo corpo tremava a ogni colpo, il piacere che si accumulava rapidamente, e la lingua di Ginny, che continuava a leccarle la fica con devozione, aggiungeva un livello di godimento quasi insopportabile.
Harry, ormai sopraffatto dall’intensità del momento, sentì l’orgasmo montare dentro di lui, un’ondata che sembrava impossibile da trattenere. Con voce spezzata e ansimante, confessò:
“Non… non ce la faccio più… sto per venire!”
Fleur, con il respiro spezzato e il corpo pervaso da tremiti, si girò leggermente verso di lui, lanciandogli uno sguardo lussurioso. “Non ti fermare, Harry! Continua! Je suis proche aussi! Non osare fermarti ora!”
Le sue parole erano sporche, un miscuglio di francese e italiano che lo spingeva oltre ogni limite. Fleur si mordeva il labbro, i gemiti sempre più forti e disperati, mentre il piacere si faceva insopportabile. “Ahhh, oui, prendimi così… riempimi il culo… fai di me la tua putain!”
Harry obbedì senza esitazione, spingendo con forza animalesca, il suo corpo completamente guidato dall’istinto. Le sue mani scivolavano lungo i fianchi di Fleur, stringendola ancora di più mentre il suo cazzo affondava fino in fondo, le sue spinte rapide e profonde.
Poi, improvvisamente, Fleur urlò, il corpo che si tese inarcandosi verso l’alto. “Ahhh! Oui! Oui! Je viens!” gridò, l’orgasmo che la travolse completamente.
La fica di Fleur esplose in un’ondata di piacere, spruzzando copiosamente sui capelli e sul viso di Ginny, che gemeva piano mentre apriva la bocca per accogliere i suoi succhi. Il liquido caldo colava sulle sue labbra, il mento e il petto, mentre continuava a leccare, cercando avidamente di raccogliere ogni goccia.
Fleur tremava visibilmente, i suoi gemiti diventando un coro disordinato di piacere e gratitudine. “Oui… è così… perfetto,” sussurrò, il corpo ancora attraversato da scosse di piacere mentre Ginny continuava a adorarla con la lingua e Harry non smetteva di riempirla con il suo cazzo, sempre più vicino al proprio limite.
Harry non poteva più trattenersi. Il piacere era troppo intenso, troppo travolgente: il culo stretto ed elastico di Fleur che avvolgeva il suo cazzo, i gemiti gutturali della donna sotto di lui, e la visione di Ginny, con il viso e i capelli bagnati dai succhi di Fleur, mentre leccava vorace ogni goccia. Sentì l’orgasmo montare dentro di sé, un’ondata che lo stava per travolgere completamente.
“Sto per venire!” grugnì, con la voce spezzata dal piacere.
Fleur, con un sorriso perverso, si spostò leggermente in avanti, liberando il cazzo di Harry dal suo culo stretto e lucido dei suoi umori. Si voltò verso di lui, osservandolo con occhi avidi e un sorriso lascivo. “No, Harry… non dentro di me,” disse, con il suo accento francese che rendeva tutto più erotico. Indicò Ginny con un cenno della testa, che lo guardava dal basso, ancora in ginocchio con la bocca aperta. “Riempile la bocca… la tua petit putain deve ingoiare tutto. Salope comme elle est.”
Ginny, con il viso arrossato e ancora bagnato, spalancò la bocca senza esitare, la lingua che scivolava fuori in attesa. Fleur rideva piano, eccitata dalla scena, e continuava a parlare sporco: “Oui, Harry… fallo. Falle bere tutto… riempila come una vera troia.”
Harry, ormai oltre ogni controllo, indirizzò il cazzo verso la bocca di Ginny. La cappella si posò sulle sue labbra, che si chiusero intorno a lui con delicatezza, mentre lui cominciava a venire. Grugnì forte, il corpo che si irrigidì mentre le sue mani si stringevano ai lati del viso di Ginny. Fiotti caldi di sperma riempirono la bocca della ragazza, che deglutì avidamente, senza perdere una goccia.
“Sì, ma petite salope… brava ragazza, ingoia tutto,” incitava Fleur, con gli occhi pieni di lussuria. “C’est ça, fais-moi plaisir… prendilo tutto.”
Ginny gemette piano, le labbra che si stringevano intorno al cazzo di Harry mentre continuava a svuotarsi nelle sua bocca, il sapore nuovo e intenso che riempiva la sua gola. Per la prima volta, prendeva tutto fino all’ultima goccia, senza esitare.
Quando Harry finalmente si ritirò, respirando affannosamente, Fleur si chinò su Ginny con un sorriso soddisfatto. La baciò profondamente, le labbra che si mescolavano mentre il sapore della sborra di Harry si divideva tra di loro. Fleur gemeva piano nel bacio, godendo della trasgressione del momento.
Poi, con un gesto deciso, afferrò i capelli di Ginny, tirandola leggermente indietro per guardarla negli occhi. “Adesso, pulisci il cazzo del nostro bravo ragazzo,” ordinò, la voce morbida ma autoritaria. “Lèche-le… rendilo perfetto.”
Ginny obbedì immediatamente, tornando a inginocchiarsi davanti a Harry. Con movimenti lenti e sensuali, prese il cazzo tra le mani e iniziò a leccarlo, la lingua che raccoglieva ogni residuo di sperma e dei loro umori misti. Fleur si accarezzava piano, guardandola lavorare con devozione, il sorriso soddisfatto che non lasciava il suo volto.
I tre rimasero sdraiati sul letto, i corpi ancora caldi e rilassati dopo l’intensità del momento. Fleur era al centro, i suoi capelli sparsi sul cuscino come un’aureola dorata, con Ginny da un lato e Harry dall’altro. I due giovani sembravano ancora un po’ confusi, i loro respiri calmi che riempivano la stanza in un silenzio carico di emozioni.
Ginny fu la prima a parlare, rompendo il silenzio. “Non riesco a credere a quello che è successo…” mormorò, con un misto di incredulità e un sorriso timido sulle labbra. “Non avrei mai pensato di… di fare qualcosa del genere. Eppure…” Si voltò verso Fleur, gli occhi ancora brillanti di eccitazione. “Mi è piaciuto. Mi è piaciuto davvero molto.”
Fleur sorrise, il suo volto sereno ma pieno di compiacimento. Sapeva esattamente il perché di quel desiderio improvviso e del coraggio di Ginny. Il suo incantesimo aveva funzionato alla perfezione, ma si limitò a guardarla con un sorriso enigmatico.
Harry, sdraiato dall’altro lato, si unì alla conversazione. “Anche a me è piaciuto molto,” disse piano, la voce ancora un po’ roca dal piacere. Si passò una mano tra i capelli disordinati, un sorriso imbarazzato ma soddisfatto sulle labbra. Poi aggiunse: “Ma… deve rimanere il nostro piccolo segreto, giusto?”
Fleur rise piano, un suono dolce ma che nascondeva qualcosa di più. Si girò verso Harry e lo fissò con i suoi occhi magnetici. “Oui, mon cher,” disse con tono carezzevole. “Sarà il nostro segreto. Ma ricorda…” Fece una pausa, il sorriso che si fece ancora più malizioso. “Non sarà l’unica volta. Questo è solo l’inizio.”
Ginny arrossì leggermente, ma non disse nulla. Fleur si spostò sul letto, il suo corpo ancora rilassato mentre osservava entrambi con sguardo soddisfatto.
Harry fu il primo ad alzarsi, raccogliendo i suoi vestiti sparsi per la stanza. Iniziò a vestirsi lentamente, ancora un po’ confuso da tutto ciò che era successo, ma un sorriso divertito gli sfuggì mentre tirava su i pantaloni. Ginny lo seguì poco dopo, prendendo i suoi abiti e rivestendosi in silenzio, il rossore sulle sue guance che non accennava a sparire.
Fleur rimase sdraiata, il corpo ancora avvolto nella luce fioca della stanza. Li osservava con occhi pieni di compiacimento, una padrona che guardava i suoi devoti lasciare il letto che aveva condiviso con loro. “Siete stati entrambi bravissimi,” disse piano, quasi come un sussurro, ma le sue parole erano cariche di soddisfazione.
Mentre Harry e Ginny finivano di sistemarsi, Fleur li seguì con lo sguardo, il sorriso sul volto che non accennava a svanire. Era perfettamente a suo agio, sicura di sé e del potere che aveva su di loro.
Quando Ginny e Harry lasciarono la stanza, chiudendo piano la porta, Fleur si stiracchiò languidamente, il suo corpo rilassato ma pronto per altre avventure. Sapeva che quel segreto sarebbe stato mantenuto, ma anche che non sarebbe stata l’ultima volta che li avrebbe avuti al suo fianco, pronti a soddisfarla.
Nel corridoio, lontani da occhi indiscreti, Ginny e Harry si scambiarono un bacio rapido ma intenso. Le sue mani si posarono sui fianchi di lei, mentre Ginny, con ancora il viso arrossato e i capelli scompigliati, si avvicinò con un sorriso timido ma complice. Il profumo della fica di Fleur ancora aleggiava nell’aria intorno a lei, e Harry lo percepì chiaramente, un promemoria del momento proibito che avevano appena condiviso.
“Ci vediamo dopo,” sussurrò Ginny, mordendosi il labbro inferiore prima di allontanarsi. Harry la osservò sparire nella sua stanza, il cuore che batteva ancora forte, poi si girò e si diresse verso la sua.
Chiusa la porta dietro di sé, Harry si prese un momento per respirare profondamente. Il pensiero di ciò che era appena successo con Fleur e Ginny lo fece sorridere tra sé e sé, ma sapeva di dover lasciar svanire ogni traccia di quel momento prima di incontrare qualcun altro. Si lavò rapidamente, l’acqua calda che scorreva sul suo corpo mentre cercava di scacciare il ricordo dei gemiti, dei sapori e delle sensazioni.
Dopo essersi asciugato e aver indossato vestiti puliti, Harry si guardò allo specchio, cercando di assumere un’espressione innocente. Sapeva di dover essere prudente: qualsiasi segno di nervosismo avrebbe attirato l’attenzione di Ron o, peggio ancora, della signora Weasley.
Uscì dalla stanza con un’aria rilassata, muovendosi con noncuranza tra i corridoi della casa. L’atmosfera era tranquilla, il caos tipico della famiglia Weasley che sembrava essere momentaneamente in pausa. Harry scese le scale, il cuore che finalmente si calmava, e iniziò a cercare Ron.
Lo trovò poco dopo, seduto in cucina a mordicchiare una fetta di torta avanzata. “Ehi, amico!” lo salutò Harry, con il tono più naturale che riuscì a trovare.
Ron alzò lo sguardo e gli fece cenno di sedersi accanto a lui. “Dove sei stato? Non ti ho visto in giro per un po’,” chiese, con la bocca ancora piena.
Harry si sedette e scrollò le spalle, rispondendo con un sorriso innocente: “Oh, Fleur mi ha chiesto una mano con alcune scatole in soffitta. Sai com’è…”
Ron sbuffò, alzando gli occhi al cielo. “Già, sempre con le sue richieste. Almeno non ti ha trattenuto troppo, vero?”
Harry scosse la testa, sorridendo tra sé e sé. “No, niente di che,” mentì, nascondendo a fatica il lampo di soddisfazione che gli attraversò lo sguardo.

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